Variabile Orione

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Il termine variabile Orione si riferisce a una stella, spesso associata ad una nebulosa diffusa, che mostra dei fenomeni di variabilità irregolari dovute a violente eruzioni di materia.

È comune opinione che si tratti di stelle pre-sequenza principale, che manifestano delle escursioni di luminosità dell'ordine anche di diverse magnitudini. Si riconoscono due classi di variabili Orione: le stelle T Tauri (compreso il sottogruppo delle EX Lupi o EXor) e le FU Orionis (o FUor).

  • Le stelle T Tauri mostrano delle caratteristiche emissioni spettrali nella banda del violetto, dovute al ferro diionizzato; si riscontrano anche delle consistenti emissioni da parte del litio, metallo solitamente distrutto dalle alte temperature dei nuclei delle stelle di sequenza principale, la cui presenza è quindi segno della giovinezza della stella.[1]
  • Le stelle FU Orionis sono invece caratterizzate da grandi escursioni di magnitudine (anche 5-6), che durano anche per alcuni decenni.[2]

Alcune variabili Orione (come nel caso di V1647 Orionis) non possiedono delle caratteristiche che le rendono completamente assimilabili all'una o all'altra classe, quanto piuttosto a una via di mezzo; talune mostrano delle piccole escursioni di luminosità con cadenza periodica, altre sono caratterizzate da bruschi affievolimenti, altre ancora mostrano nei loro spettri delle formazioni che indicano la presenza di fenomeni di accrescimento.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. Küker, T. Henning, G. Rüdiger, Magnetic Star-Disk Coupling in Classical T Tauri Systems [collegamento interrotto], in Astrophysical Journal, vol. 589, 2003, pp. 397-409. URL consultato il 21 giugno 2007.
  2. ^ AAVSO: FU Orionis, su aavso.org. URL consultato il 7 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2003).
  3. ^ J. A. Acosta-Pulido, M. Kun, P. Ábrahám, Á. Kóspál, S. Z. Csizmadia, et al, The 2004-2006 Outburst and Environment of V1647 Ori, in The Astronomical Journal, vol. 133, maggio 2007, pp. 2020-2036. URL consultato l'8 luglio 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) J. Ballesteros-Paredes, R. S. Klessen, M.-M. Mac Low, E. Vazquez-Semadeni, Molecular Cloud Turbulence and Star Formation, in B. Reipurth, D. Jewitt, K. Keil (a cura di), Protostars and Planets V, pp. 63–80, ISBN 0-8165-2654-0.
  • H. Reeves, L'evoluzione cosmica, Milano, Rizzoli–BUR, 2000, ISBN 88-17-25907-1.
  • (EN) T. Padmanabhan, Theoretical Astrophysics: Stars and Stellar Systems Vol. 2, Cambridge University Press, 2001, p. 594, ISBN 0-521-56631-2.
  • A. De Blasi, Le stelle: nascita, evoluzione e morte, Bologna, CLUEB, 2002, ISBN 88-491-1832-5.
  • AA.VV, L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia, Novara, De Agostini, 2002.
  • N. N. Samus, O. V. Durlevich, et al. Combined General Catalog of Variable Stars (GCVS4.2, 2004 Ed.)
  • J. Gribbin, Enciclopedia di astronomia e cosmologia, Milano, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50517-8.
  • (EN) M. Salaris, Evolution of stars and stellar populations, a cura di S. Cassisi, John Wiley and Sons, 2005, pp. 108–109, ISBN 0-470-09220-3.
  • W. Owen, Atlante illustrato dell'Universo, Milano, Il Viaggiatore, 2006, ISBN 88-365-3679-4.
  • C. Abbondi, Universo in evoluzione dalla nascita alla morte delle stelle, Sandit, 2007, ISBN 88-89150-32-7.
  • (EN) B. Reipurth, et al., Handbook of Star Forming Regions, Volume I: The Northern Sky, vol. 4, ASP Monograph Publications, 2008, ISBN 1-58381-670-4.
  • (EN) B. Reipurth, et al., Handbook of Star Forming Regions, Volume II: The Southern Sky, vol. 5, ASP Monograph Publications, 2008, ISBN 1-58381-671-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]