Evoluzione territoriale della Polonia: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Dexter High (discussione | contributi)
Etichetta: Link a pagina di disambiguazione
Dexter High (discussione | contributi)
Riga 53: Riga 53:
===1248===
===1248===
Pochi anni dopo la morte di Enrico II il Pio, suo figlio - [[Boleslao II il Calvo]] - vendette la parte nord-ovest del suo ducato - la terra di [[Lubusz]] - all'arcivescovo di Magdeburgo Wilbrand von Käfernburg e ai margravi ascanici di Brandeburgo. Ciò ha avuto conseguenze negative di vasta portata per l'integrità del confine occidentale, portando a un'espansione dei possedimenti del Brandeburgo nell'est del fiume Odra. Di conseguenza, un ampio pezzo di terra fu annesso alla Polonia e alla Pomerania che, insieme alla zona di Lubusz, formarono la nuova provincia brandeburghese di [[Neumark]].<ref>Wiktor Fenrych, Nowa Marchia w dziejach politycznych Polski w XIII i w XIV wiekuPoznań 1959, p. 5</ref>
Pochi anni dopo la morte di Enrico II il Pio, suo figlio - [[Boleslao II il Calvo]] - vendette la parte nord-ovest del suo ducato - la terra di [[Lubusz]] - all'arcivescovo di Magdeburgo Wilbrand von Käfernburg e ai margravi ascanici di Brandeburgo. Ciò ha avuto conseguenze negative di vasta portata per l'integrità del confine occidentale, portando a un'espansione dei possedimenti del Brandeburgo nell'est del fiume Odra. Di conseguenza, un ampio pezzo di terra fu annesso alla Polonia e alla Pomerania che, insieme alla zona di Lubusz, formarono la nuova provincia brandeburghese di [[Neumark]].<ref>Wiktor Fenrych, Nowa Marchia w dziejach politycznych Polski w XIII i w XIV wiekuPoznań 1959, p. 5</ref>

==Regno di Polonia (1385-1569) ==
Nel 1385, fu suggellata l'[[Unione di Krewo]] tra la regina [[Edvige di Polonia]] e [[Jogaila]], al tempo [[Sovrani di Lituania|granduca di Lituania]], il sovrano dell'ultimo stato rimasto ancora fedele a [[Mitologia lituana|riti pagani]] in [[Europa]]. L'atto vincolava Jogaila al battesimo e al matrimonio della coppia, da cui scaturì l'inizio della collaborazione tra polacchi e lituani. Dopo aver ricevuto il sacramento, Jogaila divenne noto in Polonia da allora con il suo nome di battesimo Ladislao (''Władysław'') e con la versione polacca del suo nome lituano, Jagellone (''Jagiełło''). L'unione rafforzò entrambe le nazioni nella loro lotta comune con l'[[ordine teutonico]] e alla crescente minaccia costituita dal [[Granducato di Mosca]].<ref name="wyr178180">{{cita|Wyrozumski (1986)|pp. 178–180}}.</ref>

Vaste distese di terre della [[Rus']], compreso il bacino del fiume [[Dnepr]] e i territori che si estendono a sud fino al [[mar Nero]], erano a quel tempo sotto il controllo lituano: per ottenere il controllo di questi estesi possedimenti, lituani e ruteni avevano preso la parte alla [[battaglia delle Acque Blu]] nel 1362 o 1363 contro gli invasori [[Impero mongolo|mongoli]] e avevano approfittato del vuoto di potere a sud e ad est causato dalla distruzione innescata dagli asiatici nella [[Rus' di Kiev]].<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=Z0mKRsElYNkC&pg=PA136|p=136|titolo=A History of Ukraine: The Land and Its Peoples|edizione=2|autore=Paul Robert Magocsi|editore=University of Toronto Press|anno=2010|isbn=978-14-42-69879-6}}</ref> La componente etnica del Granducato così come estesosi nella seconda metà del XIV secolo annoverava una più numerosa comunità rutena e di [[Ortodossi|fede ortodossa]].<ref>{{cita|Dvornik (1985)|pp. 418-419}}.</ref> L'espansione territoriale portò ad un confronto tra la Lituania e la Moscovia, oltre che a un costante flusso di scambi commerciali e di conflitti con il [[Khanato dell'Orda d'Oro]].<ref>{{cita|Davies (2006)|pp. 392, 461–463}}.</ref> Componendo un mosaico del tutto unico nel continente europeo, l'unione collegava due stati geograficamente situati sui lati opposti della grande divisione di civiltà tra il mondo cristiano occidentale o [[Impero romano d'Occidente|latino]] e il mondo cristiano orientale o [[Impero romano d'Oriente|bizantino]].<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=-bYWAQAAIAAJ&dq=poland+lithuania+byzantine+latin+world&focus=searchwithinvolume&q=By+the+time+Lithuania+entered+into+the+union+with+Poland+in+1385+%2C+in+principle+it+had+ruled+the+whole+of+the+inhabited+area.+in+addition+to+two+basic+cultural+patterns+%3A+the+western+-+Latin+%2C+and+the+eastern+–+Byzantine|p=50|titolo=From the World of Borders to the World of Horizons|autore=Jacek Purchla|editore=International Cultural Centre|anno=2001|isbn=978-83-85-73982-1}}</ref>

L'intenzione dell'avvicinamento tra [[Vilnius]] e [[Cracovia]] era quella di creare uno stato comune amministrato da Ladislao II Jagellone, ma l'oligarchia della [[szlachta]] (la nobiltà polacca) comprese che l'obiettivo prima propostosi di incorporare la Lituania alla Polonia appariva irrealistico. Le controversie territoriali portarono alla guerra tra Polonia e Lituania o fazioni lituane; i baltici a volte trovarono persino opportuno cospirare con [[Malbork|Marienburg]], capitale dello Stato monastico, contro i polacchi.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Zigmantas Kiaupa|titolo=The History of Lithuania Before 1795|editore=Istituto di Storia Lituana|anno=2000|isbn=978-99-86-81013-1|pp=124-126}}</ref> Le conseguenze geografiche dell'unione dinastica e le preferenze dei re Jagelloni ingenerarono invece un processo di orientamento delle priorità territoriali polacche ad est.<ref name="wyr178180"/>

Il processo di [[cristianizzazione della Lituania]] fu poi avviato proprio a seguito del battesimo del sovrano, anche se non si esaurì in tempi rapidi: la rivalità di Jogaila in Lituania con suo cugino [[Vitoldo]], il quale si opponeva alla dominazione lituana da parte della Polonia,<ref name="kon4044">{{cita libro|nome=Joseph B.|cognome=Koncius|titolo=Vytautas the Great, Grand Duke of Lithuania|anno=1964|editore=Franklin Press|città=Miami|pp=40–44}}</ref> fu risolta nel 1392 con il [[trattato di Astrava]] e nel 1401 con l'[[unione di Vilnius e Radom]]. Da allora, Vitoldo acquisì il titolo di granduca di Lituania a vita sotto la supremazia nominale di Jogaila.<ref name="kon4044"/> L'accordo rese possibile una più intensa collaborazione tra le due nazioni, necessaria per prevalere nelle lotte con l'[[ordine teutonico]]. L'[[unione di Horodło]] del 1413 definì ulteriormente il rapporto e concesse privilegi al clero cattolico, anziché concedere privilegi alla [[nobiltà rutena]] fedele alla religione ortodossa.<ref>{{cita|Stopka (1999)|p. 91}}.</ref><ref>{{cita|Wyrozumski (1986)|pp. 190–195}}.</ref>

Tra il 1386 e il 1572, l'unione polacco-lituana fu amministrata da una serie di monarchi della dinastia degli Jagelloni: l'influenza politica dei re diminuì gradualmente durante tale parentesi storica, mentre i latifondisti assunsero un ruolo sempre crescente nel governo centrale e negli affari nazionali.<ref group="nota">Questo è vero soprattutto in riferimento al potere legislativo e in ambito giudiziario. Al di là delle restrizioni imposte alla nobiltà dai sovrani di turno, i re di Polonia non riuscirono mai ad imporsi in maniera autoritaria: Nella pratica, esercitarono una notevole influenza nell'esecutivo fino all'ultimo re di tale periodo, [[Stanislao II Augusto Poniatowski]]. Alcuni furono a volte anche accusati di tendenze assolutistiche, ma può anche darsi che la mancanza della personalità necessaria ad imporsi da parte di uno dei sovrani dei secoli in questione abbia favorito la crescente possanza della szlachta nelle stanze del potere: {{cita|Gierowski (1986)|pp. 144–146, 258–261}}.</ref> La dinastia reale, tuttavia, ebbe un effetto stabilizzante sulla politica della Polonia. L'era degli Jagelloni viene spesso indicata come un periodo di grande democrazia politica, massima prosperità e, nella sua fase finale, un'[[Rinascimento in Polonia|epoca d'oro per la cultura polacca]].<ref name="wyr178180"/>


== Confederazione polacco-lituana (1569-1795) ==
== Confederazione polacco-lituana (1569-1795) ==
{|class="wikitable" style="float: right; margin-left: 10px"
|+ Superficie della Confederazione polacco-lituana
! style="background:#cfb;"|Anno
! style="background:#cfb;"|Superficie in km<sup>2</sup>
! style="background:#cfb;"|Fonte
|-
|style="text-align:left;"|1582 ||style="text-align:right;"|815.000 ||<ref name="zie16">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=Mc-8DwAAQBAJ&pg=PA16|p=16|lingua=en|titolo=Poland's Foreign and Security Policy|autore=Ryszard Zięba|editore=Springer Nature|anno=2019|isbn=978-30-30-30697-7}}</ref>
|-
|style="text-align:left;"|1618 ||style="text-align:right;"|1.000.000 ||<ref>Bertram Benedict (1919): ''A history of the great war. Bureau of national literature'', inc. p. 21.</ref><ref>Secondo Panstwowe Przedsiebiorstwo Wydawnictw Kartograficznych: ''Atlas Historyczny Polski'', wydanie X, 1990, p. 16, ~ 990.000 km<sup>2</sup></ref>
|-
|style="text-align:left;"|1650 ||style="text-align:right;"|1.100.000 ||<ref name="taa497">{{cita pubblicazione|data=settembre 1997|lingua=en|titolo=Expansion and Contraction Patterns of Large Polities: Context for Russia|rivista=International Studies Quarterly|volume=41|numero=3|p=497|doi=10.1111/0020-8833.00053|autore=Rein Taagepera|wkautore=Rein Taagepera|jstor=2600793|url=https://escholarship.org/uc/item/3cn68807|accesso=14 aprile 2021}}</ref>
|}
La [[Regno di Polonia (1385-1569)|Polonia]] e la [[Granducato di Lituania|Lituania]] affrontarono una serie alternata di guerre e alleanze durante il XIV secolo e l'inizio del XV secolo: diversi accordi tra i due (nello specifico, l'[[Unione di Cracovia e Vilnius]], l'[[Unione di Krewo]], l'[[Unione di Vilnius e Radom]], l'[[Unione di Grodno]] e l'[[Unione di Horodło]]) furono conclusi prima dell'unione permanente del 1569 di [[Lublino]]. Quest'accordo rientrava tra gli atti voluti da [[Sigismondo II Augusto]], l'ultimo monarca della [[Jagelloni|dinastia Jagellone]]: questi credeva di poter preservare la sua dinastia adottando la [[monarchia elettiva]], ma la sua morte nel 1572 fu seguita da un interregno di tre anni durante il quale si apportarono degli adeguamenti al sistema costituzionale; questi aggiustamenti aumentarono significativamente il potere della [[nobiltà polacca]] e stabilirono una monarchia realmente elettiva.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://web.archive.org/web/20110604230420/http://info-poland.buffalo.edu/classroom/longhist3.html|titolo=Poland - The Historical Setting ("The Elective Monarchy")|anno=1992|accesso=14 aprile 2021|citazione=La bassa nobiltà era ora inclusa nel processo di selezione e il potere del monarca veniva ulteriormente circoscritto a favore dell'aristocrazia in fase di crescita. Da quel momento, il re rimase di fatto inferiore alla classe nobile, in quanto costantemente supervisionato da un gruppo di senatori}}</ref>

La Confederazione raggiunse il suo [[Secolo d'oro polacco|periodo di massimo splendore]] all'inizio del XVII secolo. Il suo potente parlamento era dominato da nobili riluttanti a farsi coinvolgere nella [[guerra dei trent'anni]]; questa neutralità risparmiò il Paese dalle devastazioni di un conflitto politico-religioso che lacerò varie aree del resto del continente. La Confederazione riuscì a tenere testa alla [[Svezia]], allo [[Zarato di Russia]] e ai vassalli dell'[[Impero ottomano]], lanciando inoltre offensive espansionistiche di successo contro i suoi vicini. Nel corso del travagliato [[periodo dei torbidi]], la Polonia-Lituania riuscì a entrare nell'allora fragile Russia e minacciò seriamente [[Mosca (Russia)|Mosca]] nel corso della [[guerra polacco-moscovita]] (1605-1618) non solo sul campo di battaglia, in quanto si intendeva installare un sovrano polacco sul trono: si trattò di uno dei momenti di maggior peso politico a livello internazionale di [[Varsavia]].<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=JiHrAwAbjVwC&dq=polish+muscovite+war+power+poland&focus=searchwithinvolume&q=War+between+Poland-Lithuania+and+Muscovy+inevitably+dominated+the+politics+of+the+entire+region.+The+Baltic+states%2C+most+notably+Sweden%2C+soon+joined+the+fray.+Kings+and+Diets+in+Poland+Until+the+end+of+the+sixteenth+century%2C+Poland-+Lithuania+was+the+dominant+power|p=323|lingua=en|titolo=A Brief History of Western Civilization: The Unfinished Legacy|autore=Mark A. Kishlansky|autore2=Patrick J. Geary|autore3=Patricia O'Brien|edizione=3|editore=Longman|anno=2002|isbn=978-03-21-09700-2}}</ref>
=== 1610-1612===
=== 1610-1612===
Durante la [[guerra polacco-moscovita]] (1605–1618), la Polonia occupò [[Mosca]] per due anni, dal [[29 settembre]] [[1610]] al [[6 novembre]] [[1612]].
Durante la [[guerra polacco-moscovita]] (1605–1618), la Polonia occupò [[Mosca]] per due anni, dal [[29 settembre]] [[1610]] al [[6 novembre]] [[1612]].
Riga 70: Riga 96:


[[File:Rzeczpospolita Potop.png|Occupazione straniera della Polonia durante il Diluvio|thumb|left]]
[[File:Rzeczpospolita Potop.png|Occupazione straniera della Polonia durante il Diluvio|thumb|left]]
Il Diluvio si riferisce all'invasione e all'occupazione svedese della metà occidentale della Polonia-Lituania dal 1655 al 1660 e alla rivolta di Khmelnytsky nel 1648, che portò all'invasione della Russia durante la guerra russo-polacca.<ref name="countrystudies_Deluge"/>
Il Diluvio si riferisce all'invasione e all'occupazione svedese della metà occidentale della Polonia-Lituania dal 1655 al 1660 e alla rivolta di Khmelnytsky nel 1648, che portò all'invasione della Russia durante la guerra russo-polacca.<ref name="countrystudies_Deluge"/>

== La Polonia dopo il 1945 ==
== La Polonia dopo il 1945 ==
=== Polonia comunista ===
=== Polonia comunista ===

Versione delle 13:50, 1 giu 2022

La Polonia (in polacco Polska) è uno Stato situato nell'Europa centrale[1][2] e ha una superficie di 312696 km²,[3][4] che la rende il 9° paese più grande d'Europa e il 69° del mondo. Confina con la Germania a ovest, con la Repubblica Ceca e la Slovacchia a sud, con l'Ucraina, la Bielorussia e la Lituania a est e con la Russia (tramite l'exclave russa dell'oblast di Kaliningrad) a nord.

Variazione dei confini della Polonia negli anni 1000, 1569, 1939 e 1945.

Contesto storico

Nel 1492, il territorio della Polonia-Lituania - senza contare i feudi di Mazovia, Moldavia e Prussia orientale - copriva 1.115.000 km², superficie che ne faceva l'entità territoriale più grande d'Europa; nel 1793 era sceso a 215.000 km², le stesse dimensioni della Gran Bretagna, e nel 1795, con la terza spartizione della Polonia, scomparve completamente.[5] La prima incarnazione della Polonia del XX secolo, la Seconda Repubblica Polacca, occupava 389.720 km² mentre, dal 1945, una Polonia più occidentale copriva 312.677 km².[6]

I polacchi sono i più numerosi degli slavi occidentali e occupano quella che alcuni ritengono essere la patria originaria dei popoli slavi. Mentre altri gruppi migravano, i Polani rimasero lungo la Vistola, dalle sorgenti del fiume all'estuario del Mar Baltico;[7] non c'è nessun'altra nazione europea centrata a tal punto su un fiume.[8] L'istituzione di uno stato polacco è spesso identificata con l'adozione del cristianesimo da parte di Mieszko I nel 966 d.C., quando lo stato copriva un territorio simile a quello dell'attuale Polonia. Nel 1025 la Polonia divenne un regno e nel 1569 consolidò una lunga associazione con il Granducato di Lituania firmando l'Unione di Lublino, formando la Confederazione polacco-lituana, uno dei paesi più grandi e popolosi dell'Europa del XVI e XVII secolo.

Variazioni territoriali della Polonia dal 1635 al 2009

Evoluzione terrritoriale

Ducato di Prussia

Nel 1525, durante la Riforma Protestante, il Gran maestro dell'Ordine teutonico, Alberto di Hohenzollern, secolarizzò il territorio prussiano dello Stato monastico dei Cavalieri Teutonici, diventando Alberto, Duca di Prussia. Il Ducato di Prussia, che aveva la sua capitale a Königsberg (attuale Kaliningrad, i Russia), fu istituito come feudo della Corona di Polonia.

Ducato di Curlandia e Semigallia

Il Ducato di Curlandia e Semigallia fu uno stato vassallo della Corona del Regno di Polonia dal 1569 al 1726, anno in cui venne ufficialmente annesso alla Confederaʐione polacco-lituana. Nel 1561, durante la guerra di Livonia, la Confederazione di Livonia fu smantellata e l'Ordine di Livonia, un ordine di cavalieri tedeschi, fu sciolto. Sulla base del Trattato di Vilnius (1561), la parte meridionale dell'Estonia e la parte settentrionale della Lettonia furono cedute al Granducato di Lituania e formate nel Ducato di Livonia (Ducatus Ultradunensis in lingua latina, Pārdaugavas hercogiste in lettone).

Regno di Polonia

992

La Polonia (rosa scuro) e le conquiste durante il regno di Mieszko (ca. 960–992)

Mieszko I di Polonia è stato il primo sovrano storico del primo stato polacco indipendente mai registrato: il Ducato di Polonia. A lui si deve l'introduzione e la successiva diffusione del cristianesimo in Polonia.[9] Durante il suo lungo regno la maggior parte dei territori abitati da tribù polacche e altri slavi occidentali furono temporaneamente aggiunti al suo territorio in un unico stato polacco, che presto sarebbe divenuto di nuovo indipendente. L'ultima delle sue conquiste fu la Slesia e la Piccola Polonia che furono incorporate qualche tempo prima del 990.[10][11]

1025

Polonia durante il regno di Boleslao il Coraggioso.

Durante il regno di Boleslao il Coraggioso (Bolesław), le relazioni tra la Polonia e il Sacro Romano Impero si deteriorarono, provocando una serie di guerre (1002–1005, 1007–1013, 1015–1018). Dal 1003 al 1004 Boleslao intervenne militarmente nei conflitti dinastici cechi. Dopo che le sue forze furono rimosse dalla Boemia nel 1018,[12] Boleslao mantenne la Moravia.[13] Nel 1013 ebbe luogo il matrimonio tra il figlio di Boleslao, Mieszko, e Richeza di Lotaringia, nipote dell'imperatore Ottone III e futura madre di Casimiro I il Restauratore. I conflitti con la Germania si conclusero nel 1018 con l'accordo di pace di Bautzen, a condizioni favorevoli per Bolesław. Nel contesto della spedizione di Kiev del 1018, Bolesław conquistò la parte occidentale della Rutenia Rossa. Nel 1025, poco prima della sua morte, Boleslao I il Coraggioso riuscì finalmente ad ottenere il permesso papale di incoronarsi e divenne il primo re di Polonia.[14][15]

1050

La Polonia durante il regno di Casimiro I

La prima monarchia della dinastia Piast crollò dopo la morte del figlio di Boleslao, il re Mieszko II nel 1034. Privata di un governo, la Polonia fu devastata da una ribellione antifeudale e pagana e nel 1039 dalle forze del re Bretislav di Boemia. Il paese subì perdite territoriali e il funzionamento dell'arcidiocesi di Gniezno venne interrotto.[16][17]

Dopo essere tornato dall'esilio nel 1039, il duca Casimiro I (1016–1058), propriamente noto come il Restauratore, ricostruì la monarchia polacca e l'integrità territoriale del Paese attraverso diverse campagne militari: nel 1047 riprese la Masovia da Miecław e nel 1050 la Slesia dai cechi. Casimiro venne stato aiutato dai recenti avversari della Polonia, il Sacro Romano Impero e la Rus' di Kiev, a entrambi i quali non piaceva il caos in Polonia. Il figlio di Casimiro, Boleslao II il Generoso, riuscì a ripristinare la maggior parte della forza e dell'influenza del paese e riuscì a incoronarsi re nel 1076. Nel 1079 ci fu una cospirazione che coinvolse il vescovo di Cracovia, Stanislao di Szczepanów, che fu fatto giustiziare da Boleslao II; successivamente Boleslao fu costretto ad abdicare al trono polacco a causa delle pressioni della Chiesa cattolica e della fazione filo-imperiale della nobiltà. Il governo della Polonia passò nelle mani del fratello minore Ladislao Herman di Polonia.

1125

La Polonia durante il regno di Boleslao III Boccatorta

Dopo una lotta per il potere, Boleslao III Boccatorta (figlio di Ladislao Herman, regnò dal 1102 al 1138) divenne duca di Polonia sconfiggendo il fratellastro nel 1106–1107. Il principale risultato di Boleslao III fu la riconquista di tutta la Pomerania di Mieszko I, un compito iniziato da suo padre e completato da Boccatorta intorno al 1123. Stettino fu sottomessa con una sanguinosa acquisizione e la Pomerania occidentale fino a Rügen, ad eccezione della parte meridionale direttamente incorporata, divenne un feudo personale di Boleslao III,[18] per essere governato localmente da Wartislaw I, il primo duca del casato di Greifen.[19]

In questo momento, la cristianizzazione della regione fu avviata sul serio, uno sforzo coronato dall'istituzione della diocesi di Wolin di Pomerania dopo la morte di Bolesław nel 1140.[19]

1145

Testamento di Boleslao III Krzywousty:

     La provincia di Ladislao II l'Esiliato

     Pomerania, vassallo del Granduca di Polonia

     Silesia, provincia di Ladislao II

     Masovia, provincia di Boleslao IV il Ricciuto

     Grande Polonia, provincia di Miecislao III il Vecchio

     Sandomierz, provincia di Enrico di Sandomierz

Il Testamento di Boleslao III Krzywousty fu un atto politico del duca Piast Boleslao III Boccatorta di Polonia,[20] in cui stabilì regole per il governo del regno polacco da parte dei suoi quattro figli sopravvissuti dopo la sua morte. Emettendolo, Boleslao progettò di garantire che i suoi eredi non avrebbero combattuto tra di loro e avrebbero preservato l'unità delle sue terre sotto la Casa di Piast. Tuttavia, il suo intento fallì; subito dopo la sua morte i suoi figli si combatterono e la Polonia entrò in un periodo di frammentazione durato circa 200 anni.[21]

1238

Nella prima metà del XIII secolo il duca di Slesia Enrico I il Barbuto riunì gran parte del diviso Regno di Polonia (Regnum Poloniae). Le sue spedizioni lo portarono a nord fino al Ducato di Pomerania, del quale per breve tempo si impossessò di alcune delle sue aree meridionali.[22] Divenne duca di Cracovia (Polonia Minor) nel 1232, cosa che gli conferì il titolo di duca anziano di Polonia, ed entrò in possesso della maggior parte della Grande Polonia nel 1234. Enrico fallì nel suo tentativo di ottenere la corona polacca.[23] La sua attività in questo campo fu continuata dal figlio e successore Enrico II il Pio, fino alla sua morte improvvisa nel 1241 nella battaglia di Legnica. I suoi successori non furono in grado di mantenere i loro possedimenti al di fuori della Slesia, che furono persi ad altri duchi Piast. Gli storici polacchi si riferiscono ai territori acquisiti dai duchi di Slesia in questo periodo come Monarchia Henryków śląskich ("La monarchia degli Enrichi di Slesia"). A quei tempi Breslavia era il centro politico del diviso Regno di Polonia.

1248

Pochi anni dopo la morte di Enrico II il Pio, suo figlio - Boleslao II il Calvo - vendette la parte nord-ovest del suo ducato - la terra di Lubusz - all'arcivescovo di Magdeburgo Wilbrand von Käfernburg e ai margravi ascanici di Brandeburgo. Ciò ha avuto conseguenze negative di vasta portata per l'integrità del confine occidentale, portando a un'espansione dei possedimenti del Brandeburgo nell'est del fiume Odra. Di conseguenza, un ampio pezzo di terra fu annesso alla Polonia e alla Pomerania che, insieme alla zona di Lubusz, formarono la nuova provincia brandeburghese di Neumark.[24]

Regno di Polonia (1385-1569)

Nel 1385, fu suggellata l'Unione di Krewo tra la regina Edvige di Polonia e Jogaila, al tempo granduca di Lituania, il sovrano dell'ultimo stato rimasto ancora fedele a riti pagani in Europa. L'atto vincolava Jogaila al battesimo e al matrimonio della coppia, da cui scaturì l'inizio della collaborazione tra polacchi e lituani. Dopo aver ricevuto il sacramento, Jogaila divenne noto in Polonia da allora con il suo nome di battesimo Ladislao (Władysław) e con la versione polacca del suo nome lituano, Jagellone (Jagiełło). L'unione rafforzò entrambe le nazioni nella loro lotta comune con l'ordine teutonico e alla crescente minaccia costituita dal Granducato di Mosca.[25]

Vaste distese di terre della Rus', compreso il bacino del fiume Dnepr e i territori che si estendono a sud fino al mar Nero, erano a quel tempo sotto il controllo lituano: per ottenere il controllo di questi estesi possedimenti, lituani e ruteni avevano preso la parte alla battaglia delle Acque Blu nel 1362 o 1363 contro gli invasori mongoli e avevano approfittato del vuoto di potere a sud e ad est causato dalla distruzione innescata dagli asiatici nella Rus' di Kiev.[26] La componente etnica del Granducato così come estesosi nella seconda metà del XIV secolo annoverava una più numerosa comunità rutena e di fede ortodossa.[27] L'espansione territoriale portò ad un confronto tra la Lituania e la Moscovia, oltre che a un costante flusso di scambi commerciali e di conflitti con il Khanato dell'Orda d'Oro.[28] Componendo un mosaico del tutto unico nel continente europeo, l'unione collegava due stati geograficamente situati sui lati opposti della grande divisione di civiltà tra il mondo cristiano occidentale o latino e il mondo cristiano orientale o bizantino.[29]

L'intenzione dell'avvicinamento tra Vilnius e Cracovia era quella di creare uno stato comune amministrato da Ladislao II Jagellone, ma l'oligarchia della szlachta (la nobiltà polacca) comprese che l'obiettivo prima propostosi di incorporare la Lituania alla Polonia appariva irrealistico. Le controversie territoriali portarono alla guerra tra Polonia e Lituania o fazioni lituane; i baltici a volte trovarono persino opportuno cospirare con Marienburg, capitale dello Stato monastico, contro i polacchi.[30] Le conseguenze geografiche dell'unione dinastica e le preferenze dei re Jagelloni ingenerarono invece un processo di orientamento delle priorità territoriali polacche ad est.[25]

Il processo di cristianizzazione della Lituania fu poi avviato proprio a seguito del battesimo del sovrano, anche se non si esaurì in tempi rapidi: la rivalità di Jogaila in Lituania con suo cugino Vitoldo, il quale si opponeva alla dominazione lituana da parte della Polonia,[31] fu risolta nel 1392 con il trattato di Astrava e nel 1401 con l'unione di Vilnius e Radom. Da allora, Vitoldo acquisì il titolo di granduca di Lituania a vita sotto la supremazia nominale di Jogaila.[31] L'accordo rese possibile una più intensa collaborazione tra le due nazioni, necessaria per prevalere nelle lotte con l'ordine teutonico. L'unione di Horodło del 1413 definì ulteriormente il rapporto e concesse privilegi al clero cattolico, anziché concedere privilegi alla nobiltà rutena fedele alla religione ortodossa.[32][33]

Tra il 1386 e il 1572, l'unione polacco-lituana fu amministrata da una serie di monarchi della dinastia degli Jagelloni: l'influenza politica dei re diminuì gradualmente durante tale parentesi storica, mentre i latifondisti assunsero un ruolo sempre crescente nel governo centrale e negli affari nazionali.[nota 1] La dinastia reale, tuttavia, ebbe un effetto stabilizzante sulla politica della Polonia. L'era degli Jagelloni viene spesso indicata come un periodo di grande democrazia politica, massima prosperità e, nella sua fase finale, un'epoca d'oro per la cultura polacca.[25]

Confederazione polacco-lituana (1569-1795)

Superficie della Confederazione polacco-lituana
Anno Superficie in km2 Fonte
1582 815.000 [34]
1618 1.000.000 [35][36]
1650 1.100.000 [37]

La Polonia e la Lituania affrontarono una serie alternata di guerre e alleanze durante il XIV secolo e l'inizio del XV secolo: diversi accordi tra i due (nello specifico, l'Unione di Cracovia e Vilnius, l'Unione di Krewo, l'Unione di Vilnius e Radom, l'Unione di Grodno e l'Unione di Horodło) furono conclusi prima dell'unione permanente del 1569 di Lublino. Quest'accordo rientrava tra gli atti voluti da Sigismondo II Augusto, l'ultimo monarca della dinastia Jagellone: questi credeva di poter preservare la sua dinastia adottando la monarchia elettiva, ma la sua morte nel 1572 fu seguita da un interregno di tre anni durante il quale si apportarono degli adeguamenti al sistema costituzionale; questi aggiustamenti aumentarono significativamente il potere della nobiltà polacca e stabilirono una monarchia realmente elettiva.[38]

La Confederazione raggiunse il suo periodo di massimo splendore all'inizio del XVII secolo. Il suo potente parlamento era dominato da nobili riluttanti a farsi coinvolgere nella guerra dei trent'anni; questa neutralità risparmiò il Paese dalle devastazioni di un conflitto politico-religioso che lacerò varie aree del resto del continente. La Confederazione riuscì a tenere testa alla Svezia, allo Zarato di Russia e ai vassalli dell'Impero ottomano, lanciando inoltre offensive espansionistiche di successo contro i suoi vicini. Nel corso del travagliato periodo dei torbidi, la Polonia-Lituania riuscì a entrare nell'allora fragile Russia e minacciò seriamente Mosca nel corso della guerra polacco-moscovita (1605-1618) non solo sul campo di battaglia, in quanto si intendeva installare un sovrano polacco sul trono: si trattò di uno dei momenti di maggior peso politico a livello internazionale di Varsavia.[39]

1610-1612

Durante la guerra polacco-moscovita (1605–1618), la Polonia occupò Mosca per due anni, dal 29 settembre 1610 al 6 novembre 1612.

1635

Le strisce blu e bianche indicano il controllo svedese del territorio polacco. Le strisce arancioni e bianche rappresentano il Ducato di Prussia

La Svezia, indebolita dal coinvolgimento nella Guerra dei Trent'anni, accettò di firmare l'armistizio di Stuhmsdorf (noto anche come Trattato di Sztumska Wieś o Trattato di Stuhmsdorf) nel 1635, favorevole alla confederazione polacco-lituano in termini di concessioni territoriali.[40]

1655

Il blu rappresenta l'invasione della Svezia e il verde l'invasione della Russia

Nella storia della Polonia e della Lituania, il Diluvio si riferisce a una serie di guerre tra la metà e la fine del XVII secolo che lasciarono in rovina la Confederazione polacco-lituano.[41]


Occupazione straniera della Polonia durante il Diluvio

Il Diluvio si riferisce all'invasione e all'occupazione svedese della metà occidentale della Polonia-Lituania dal 1655 al 1660 e alla rivolta di Khmelnytsky nel 1648, che portò all'invasione della Russia durante la guerra russo-polacca.[41]

La Polonia dopo il 1945

Polonia comunista

Nuovi e vecchi confini della Polonia, 1945

Con i cambiamenti territoriali della Polonia dopo la seconda guerra mondiale del 1945, avvenuti a seguito delle decisioni prese dagli Alleati durante le conferenze di Jalta e di Potsdam, il confine orientale della Polonia fu spostato verso ovest, anche a causa dell'insistenza dell'Unione Sovietica in tal senso. I territori orientali, acquisiti dalla Polonia dopo la guerra sovietico-polacca e che l'Unione Sovietica (eccetto la regione di Białystok) aveva rioccupato nel 1939, furono annessi dalla stessa URSS che ne espulse inoltre la maggior parte della popolazione polacca. Oggi questi territori fanno parte di Bielorussia, Ucraina e Lituania.
A compensazione di queste perdite, alla Polonia fu assegnato il territorio della parte meridionale della Prussia orientale, e quelli della Pomerania, Posnania e Slesia, fino ai fiumi Oder e Neiße stabilendo sui loro corsi il confine tra la Germania e la Polonia e luoghi da dove la popolazione tedesca fu a sua volta espulsa.
La Polonia acquistò inoltre uno sbocco sul Mar Baltico di gran lunga maggiore rispetto a quello fino al 1939. In queste regioni fu permesso l'insediarsi delle popolazioni polacche in precedenza espulse dall'URSS o provenienti dalla Polonia centrale.
L'area di Zaolzie, annessa dalla Polonia dopo l'occupazione tedesca della Cecoslovacchia nel 1938, fu invece restituita a quest'ultima per volere di Stalin.
La Polonia perse pertanto circa 178.000 di territori ad est (a favore dell'URSS), ma acquisì circa 101.000 a ovest e nord (ai danni della Germania).[42] Il territorio polacco dal 1919 fino a prima della guerra era estesa 386.418 km²;[43] nel 1947 l'estensione della Polonia era ridotta invece a 312.679 km², quindi il Paese perse complessivamente 73.739 km² di territori.

Note

  1. ^ UN Statistics Archiviato il 22 dicembre 2009 in Internet Archive.
  2. ^ CIA Factbook
  3. ^ Główny Urząd Statystyczny, dane za rok 2018, stan na 01.01.2018
  4. ^ Bankier.pl, Powierzchnia Polski wzrosła o 1643 ha
  5. ^ Davies, op. cit., pagina 23
  6. ^ Norman Davies, God's Playground. A History of Poland. Volume I: The Origins to 1795., Oxford, Oxford University Press, 2005, p. 24.
  7. ^ The Times Guide to the Peoples of Europe, Londra, Times Books, 1994, p. 275–6, ISBN 0-7230-0624-5.
  8. ^ Von Lewis Bernstein Namier, In the margin of history, Ayer Co Pub, giugno 1939, p. 303, ISBN 0-8369-0050-2.
  9. ^ Jerzy Lukowski e W. H. Zawadzki, A Concise History of Poland, Cambridge University Press, 6 luglio 2006, p. 9–10, ISBN 978-0-521-85332-3. URL consultato il 5 aprile 2012.
  10. ^ Andrzej Buko, "Archeologia Polski wczesnośredniowiecznej", 2007, Ed. Trio.
  11. ^ Thietmari chronicon, vol. I p. 33; argument presented by G. Labuda, Mieszko I, p. 171.
  12. ^ Makk, Ferenc (1993). Magyar külpolitika (896–1196) ("The Hungarian External Politics (896–1196)"). Szeged: Szegedi Középkorász Műhely. pp. 48–49. ISBN 963-04-2913-6.
  13. ^ Ed. Andrzej Chwalba, Kalendarium dziejów Polski (Cronologia della storia polacca), p. 33, Krzysztof Stopka. Copyright 1999 Wydawnictwo Literackie Cracow, ISBN 83-08-02855-1.
  14. ^ Jerzy Wyrozumski, Historia Polski do roku 1505 (Storia della Polonia fino al 1505), Państwowe Wydawnictwo Naukowe (Polish Scientific Publishers PWN), Warszawa 1986, ISBN 83-01-03732-6, pp. 88–93
  15. ^ Autori vari, ed. Marek Derwich and Adam Żurek, U źródeł Polski (do roku 1038) (Fondazione della Polonia (fino all'anno 1038)), p. 168–183, Andrzej Pleszczyński
  16. ^ Wyrozumski, op. cit., pagine 93–96
  17. ^ Various authors, ed. Marek Derwich and Adam Żurek, U źródeł Polski (do roku 1038) (Foundations of Poland (until year 1038)), pp. 182–187, Andrzej Pleszczyński
  18. ^ Atlas historyczny Polski (Atlas of Polish History), 14th edition, ISBN 83-7000-016-9, PPWK Warszawa–Wrocław 1998, p. 5
  19. ^ a b Wyrozumski, op. cit., pagine 101–104
  20. ^ Norman Davies, God's Playground, pages: xxvii
  21. ^ Norman Davies, God's Playground, page: 60
  22. ^ Benedykt Zientara, Stanisław Smolka, Peter Oliver Loew, Heinrich der bärtige und seine Zeit: Politik und Gesellschaft im mittelalterlichen Schlesien, Oldenbourg Wissenschaftsverlag, 2002, p. 338, ISBN 3-486-56615-6
  23. ^ Zientara 1997, op. cit., pp. 317–320.
  24. ^ Wiktor Fenrych, Nowa Marchia w dziejach politycznych Polski w XIII i w XIV wiekuPoznań 1959, p. 5
  25. ^ a b c Wyrozumski (1986), pp. 178–180.
  26. ^ (EN) Paul Robert Magocsi, A History of Ukraine: The Land and Its Peoples, 2ª ed., University of Toronto Press, 2010, p. 136, ISBN 978-14-42-69879-6.
  27. ^ Dvornik (1985), pp. 418-419.
  28. ^ Davies (2006), pp. 392, 461–463.
  29. ^ (EN) Jacek Purchla, From the World of Borders to the World of Horizons, International Cultural Centre, 2001, p. 50, ISBN 978-83-85-73982-1.
  30. ^ (EN) Zigmantas Kiaupa, The History of Lithuania Before 1795, Istituto di Storia Lituana, 2000, pp. 124-126, ISBN 978-99-86-81013-1.
  31. ^ a b Joseph B. Koncius, Vytautas the Great, Grand Duke of Lithuania, Miami, Franklin Press, 1964, pp. 40–44.
  32. ^ Stopka (1999), p. 91.
  33. ^ Wyrozumski (1986), pp. 190–195.
  34. ^ (EN) Ryszard Zięba, Poland's Foreign and Security Policy, Springer Nature, 2019, p. 16, ISBN 978-30-30-30697-7.
  35. ^ Bertram Benedict (1919): A history of the great war. Bureau of national literature, inc. p. 21.
  36. ^ Secondo Panstwowe Przedsiebiorstwo Wydawnictw Kartograficznych: Atlas Historyczny Polski, wydanie X, 1990, p. 16, ~ 990.000 km2
  37. ^ (EN) Rein Taagepera, Expansion and Contraction Patterns of Large Polities: Context for Russia, in International Studies Quarterly, vol. 41, n. 3, settembre 1997, p. 497, DOI:10.1111/0020-8833.00053, JSTOR 2600793. URL consultato il 14 aprile 2021.
  38. ^ (EN) Poland - The Historical Setting ("The Elective Monarchy"), su info-poland.buffalo.edu, 1992. URL consultato il 14 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2011).
    «La bassa nobiltà era ora inclusa nel processo di selezione e il potere del monarca veniva ulteriormente circoscritto a favore dell'aristocrazia in fase di crescita. Da quel momento, il re rimase di fatto inferiore alla classe nobile, in quanto costantemente supervisionato da un gruppo di senatori»
  39. ^ (EN) Mark A. Kishlansky, Patrick J. Geary e Patricia O'Brien, A Brief History of Western Civilization: The Unfinished Legacy, 3ª ed., Longman, 2002, p. 323, ISBN 978-03-21-09700-2.
  40. ^ Władysław Czapliński, Władysław IV i jego czasy, Universitas, 2008, p. 403, ISBN 978-83-242-0873-9, 9788324208739.
  41. ^ a b (EN) The Deluge, 1648–67, su countrystudies.us, USA.gov, 2009. URL consultato il 22 maggio 2009.
  42. ^ John B. Allcock. Border and territorial disputes. Longman Current Affairs. 1992. p. 148.
  43. ^ Swedish encyclopedia Nordisk familjebok seconda edizione, articolo "Polen" , quinta riga su [1]


Errore nelle note: Sono presenti dei marcatori <ref> per un gruppo chiamato "nota" ma non è stato trovato alcun marcatore <references group="nota"/> corrispondente