Utente:Erpaolo9/Sandbox6

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Cenni storici[modifica | modifica wikitesto]

Attilio Ferraris IV, il primo capitano giallorosso

La squadra capitolina venne costituita a Roma, il 7 giugno 1927 grazie alla fusione delle società calcistiche: Alba Audace, Roman e Fortitudo Pro Roma. Il percorso che portò alla fusione venne intrapreso dal segretario della federazione romana del PNF: Italo Foschi, all'epoca anche membro del CONI e dirigente della Fortitudo e dall'onorevole Ulisse Igliori, membro del direttorio nazionale del PNF; Foschi, seguendo le direttive della Carta di Viareggio riuscì nell'intento di creare un'unica società potenzialmente più competitiva. La data di nascita della Roma è stata lungamente discussa: ufficialmente viene infatti indicato il 22 luglio 1927, data del primo ordine del giorno; in realtà l'accordo per la fusione venne raggiunto il 7 giugno dello stesso anno, come annunciato il giorno successivo da alcuni quotidiani romani.[1]

Il capitano Giacomo Losi con la Coppa delle Fiere 1960-61

Nei primi anni trenta la Roma fu presieduta da Renato Sacerdoti, ex-presidente del Roman, il quale precedentemente aveva risanato il debito della Fortitudo e garantito il denaro necessarie per allestire la nuova squadra; nel 1935, per le sue origini ebraiche, fu però allontanato dalla presidenza.[2] I giallorossi occuparono stabilmente le parti alte della classifica, esordendo in Coppa dell'Europa Centrale già nel 1931[3] e giungendo in finale di Coppa Italia 1936-37;[4] Il periodo fu segnato dal "mito" del Campo Testaccio, storico stadio nel quale furono disputati sia il primo derby di Roma contro la Lazio (vinto dai giallorossi) sia il famoso Roma-Juventus vinto per 5-0 dalla Lupa. Nella stagione 1941-42 la Roma conquistò il suo primo scudetto, vincendo nell'ultima giornata per 2-0 contro il Modena.[1] Gli anni quaranta si conclusero con due stagioni travagliate nelle quali i giallorossi si salvarono nelle ultime giornate, finendo anche al centro di polemiche nella stagione 1949-50 per il cosiddetto "Caso Pera", dal nome dell'arbitro che diresse l'incontro Roma-Novara, terminato 2-1 e che permise ai giallorossi di salvarsi.[5] La discesa in B venne solo rimandata di un anno, nella stagione 1950-51 la squadra perse 10 partite per 1-0 e cambiò tre allenatori, retrocedendo il 17 giugno 1951, esattamente nove anni dopo la conquista, anch'essa all'ultima giornata, del primo scudetto.[6] La squadra fu affidata a Gipo Viani, il quale riuscì a farla risalire subito nella massima serie nonostante nella stagione 1951-52 vi fosse un unico posto utile per la promozione.[1]

Durante gli anni cinquanta, in campionato la Roma alternò buone stagioni, come il terzo posto nel 1954-55 che riportò la squadra in Europa, ad altre negative come nel 1956-57 quando sfiorò nuovamente la retrocessione, mentre nelle restanti annate mantenne quasi costantemente il sesto posto in classifica.[6] Nel 1960-61 i giallorossi conquistarono la Coppa delle Fiere vincendo la doppia finale contro il Birmingham City: dopo aver pareggiato 2-2 in trasferta, la Roma si impose all'Olimpico per 2-0. A questo successo seguirono due Coppe Italia, nel 1963-1964 (contro il Torino Calcio) e nel 1968-1969 (contro il Cagliari, futuro campione d'Italia).[1]

A dispetto di ciò la Roma durante il decennio attraversò una grave crisi finanziaria tale da non permettere, nel 1964, il pagamento degli stipendi ai giocatori.[7] Nel 1967 il presidente Franco Evangelisti, dopo alcune importanti cessioni completò il piano di risanamento delle casse societarie, trasformando la Roma in una società per azioni.[8]

Bruno Conti negli anni ottanta

Gli anni settanta furono uno dei decenni meno gloriosi per la storia romanista: al capitano Losi non venne rinnovato il contratto e durante la presidenza di Marchini vennero ceduti alla Juventus i tre gioielli della rosa: Luciano Spinosi, Fabio Capello e Fausto Landini.[8] La Roma, ribattezzata Rometta, oscillava costantemente in posizioni di media classifica ad esclusione del 1974-75, quando si classificò al terzo posto e del 1978-79 quando ottenne la salvezza solo alla penultima giornata. A dispetto di ciò i giallorossi ottennero il loro secondo trofeo internazionale: la Coppa Anglo-Italiana 1972.[1]

Nella stagione successiva la Roma venne rilevata da Dino Viola, che la trasformò completamente, affidando la guida tecnica a Nils Liedholm,[1] che ottenne immediatamente buoni risultati vincendo due Coppe Italia consecutive superando in entrambe le finali il Torino ai rigori. A ciò seguì la vittoria del secondo scudetto, avvenuta nella stagione 1982-83, sempre sotto la guida di Liedholm: il titolo venne conquistato l'8 maggio 1983 nello Stadio Luigi Ferraris, dopo un pareggio con il Genoa.[1]

Il capitano della Roma Francesco Totti alza la Coppa Italia 2007-08

L'anno successivo la Roma vinse la sua quinta Coppa Italia (contro il Verona) e giunse in finale di Coppa dei Campioni, che nell'occasione si disputò proprio allo Stadio Olimpico di Roma. Tuttavia la squadra non riuscì ad imporsi contro il Liverpool e, dopo aver concluso i tempi regolamentari e supplementari per 1-1, perse il trofeo ai calci di rigore, a causa degli errori dal dischetto di Conti e Graziani. Dino Viola affidò successivamente la panchina giallorossa a Sven-Göran Eriksson, che nella stagione 1985-86 vinse la sesta Coppa Italia (contro la Sampdoria) e giunse vicino a conquistare un nuovo scudetto, che fu tuttavia appannaggio della Juventus.[1]

La Roma di Viola perse gradualmente competitività riuscendo comunque ad avere un ultimo "sussulto" nel 1990-91: pochi mesi dopo la morte del presidente la squadra vinse la sua settima Coppa Italia, battendo in finale la Sampdoria campione d'Italia e raggiunse anche la finale di Coppa UEFA, perdendola nella doppia sfida contro l'Inter. La società venne rilevata successivamente da Franco Sensi, che rinforzò la squadra, mancando tuttavia di ottenere risultati di rilievo.[1] Nel decennio si alternarono nella panchina in tutto quattro allenatori.[9]

Nell'estate del 1999 la Roma ingaggiò il titolato allenatore Fabio Capello, al quale l'anno successivo seguì una campagna acquisti tra le più dispendiose della storia giallorossa che, sostenuta dall'iniezione di capitali derivata dall'ingresso in borsa della società, ingaggiò atleti di elevato valore, come l'attaccante Gabriel Batistuta.[10] La Roma nel 2001 si presentò quindi come pretendente per il titolo che a fine stagione riuscì a vincere nell'ultima giornata grazie ad una vittoria sul Parma. Due mesi dopo i giallorossi vinsero anche la loro prima Supercoppa italiana contro la Fiorentina.[1]

Nelle stagioni successive la Roma, sotto la guida dell'emergente Luciano Spalletti, vinse due Coppe Italia consecutive (2006-07 e 2007-08), entrambe in finale contro l'Inter, ed una Supercoppa italiana nel 2007, sempre contro i nerazzurri. Ad eccezione della stagione 2009-10, quelle successive non furono esaltanti: la squadra oscillò infatti tra il sesto e il settimo posto. Da segnalare che al termine della stagione 2010-11 la società è stata ceduta ad un gruppo di imprenditori statunitensi guidato da Thomas DiBenedetto, i quali hanno assegnato la panchina giallorossa inizialmente all'emergente spagnolo Luis Enrique e successivamente a Zdeněk Zeman.[1] Il 2 febbraio 2013, dopo la sconfitta in casa contro il Cagliari, il boemo fu esonerato e sostituito da Aurelio Andreazzoli, ex allenatore in seconda di Spalletti.[11]

  1. ^ a b c d e f g h i j k Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore A
  2. ^ Francesco Caremani, Renato Sacerdoti, il presidente dimenticato, in Il Manifesto.
  3. ^ (EN) Mitropa Cup 1931, su rsssf.com. URL consultato l'8 febbraio 2013.
  4. ^ (EN) Coppa Italia 1936/37, su rsssf.com. URL consultato il 15 marzo 2013.
  5. ^ Bruno Roghi, Roma Novara 2-1 (0-1), Corriere dello Sport, 22 maggio 1950. URL consultato il 14 febbraio 2013.
  6. ^ a b Corriere dello Sport - Rai Trade, DVD 2 (1942-1964 Gli assi dello Stadio Torino e dell'Olimpico), in La storia della Roma in 10 DVD, Corriere dello Sport, 2006.
  7. ^ Valitutti & Izzi
  8. ^ a b Corriere dello Sport - Rai Trade, DVD 3 (1965-1973 L'era dei maghi: da Oronzo Puglise a Helenio Herrera), in La storia della Roma in 10 DVD, Corriere dello Sport, 2006.
  9. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Z
  10. ^ La Roma in Borsa, in Rai Sport, 23 maggio 2000.
  11. ^ Roma, Zeman esonerato. Verdetto dal vertice in società, in La Gazzetta dello Sport. URL consultato il 4 giugno 2012.