Kamose
Kamose | |
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Sarcofago di Kamose (Il Cairo, Museo egizio). | |
Colui che regna sul giunco e sull'ape | |
In carica | 1555 a.C. – 1550 a.C.[1] Secondo periodo intermedio |
Predecessore | Seqenenra Ta'o |
Successore | Ahmose I |
Nome completo | Uadjkheperra Kamose[2] |
Morte | 1550 a.C.[1] |
Dinastia | XVII dinastia egizia |
Padre | Seqenenra Ta'o |
Madre | Ahhotep I |
Consorte | Ahhotep II? |
Figli | Ahmose-Sitkamose? |
«Vorrei sapere a che serve questa mia forza, quando […] io siedo sul trono insieme a un asiatico e a un nubiano, ciascuno in possesso della sua fetta d'Egitto. […] Il mio desiderio è di liberare l'Egitto.»
Kamose (... – 1550 a.C.[1]) è stato l'ultimo sovrano della XVII dinastia egizia.
Fu forse figlio di Seqenenra Ta'o e fratello di Ahmose I, il primo faraone della XVIII dinastia. Il suo regno coincide con gli ultimissimi momenti del Secondo periodo intermedio e si ritiene tradizionalmente che abbia regnato per tre anni (la più alta del suo regno a noi giunta), anche se vari studiosi tendono ultimamente ad attribuirgli una durata di cinque anni[4].
A dispetto dei non molti anni passati alla guida dell'Egitto, il suo regno è importante per le fondamentali iniziative militari che egli intraprese contro gli Hyksos, che erano giunti a governare la maggior parte del Paese[5]. Suo padre aveva avviato l'impresa e, forse, perso la sua vita in battaglia contro gli invasori Hyksos. Si ritiene che sua madre Ahhotep I, nelle vesti di reggente, abbia portato avanti la campagna dopo la morte di Kamose e che Ahmose, suo fratello, abbia completato la riconquista e riunificato finalmente l'Egitto.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Kamose è ricordato come uno dei principali artefici della riscossa egizia dal dominio hyksos. I fatti inerenti al suo regno ci sono narrati da due stele, di cui una frammentaria, rinvenute a Karnak e dalla cosiddetta Tavoletta Carnarvon.
I testi ci permettono di ricostruire abbastanza bene le varie campagne di questo sovrano.
Da quanto risulta dalla Tavoletta Carnarvon i dignitari di corte non erano concordi con il sovrano sull'opportunità di denunciare i trattati stipulati con i sovrani del nord ed alle sue esternazioni bellicose:
«Io vorrei sapere a cosa serve questa mia forza, quando un sovrano siede ad Avaris ed un altro a Kush ed io siedo sul trono insieme a un asiatico e a un nubiano, ciascuno in possesso della sua fetta d'Egitto e io non posso andare a Menfi senza passare davanti a loro.»
Rispondevano ricordando i vantaggi dello status quo:
«Guarda, tutti sono fedeli fino a Qir. Noi siamo tranquilli nella nostra parte di Egitto. Elefantina (alla prima cateratta del Nilo) è potente, e la parte centrale [delle terre] ci è fedele fino a Qir. Gli uomini conservano per noi il meglio delle loro terre. Le nostre mandrie pascolano nelle paludi dei papiri. Il grano è disponibile per i nostri maiali. Le nostre mandrie non vengono rubate.[3]»
Ma queste argomentazioni non sembrarono smuovere il sovrano dalle sue intenzioni:
«Nessuno può riposarsi quando viene spogliato dalle tasse dell'asiatico. Io voglio sollevarmi contro di lui e io spero di aprire il suo ventre. La mia speranza è di liberare l'Egitto e scacciare l'asiatico.[3]»
Durante il suo primo anno di regno l'azione fu rivolta verso nord, contro Neferusy, nei pressi di Ermopoli. Qui l'avversario di Kamose fu un governante egizio, vassallo degli hyksos, di nome Teti, figlio di Pepi, forse lo stesso Teti messo al bando da Iniotef. Nel secondo anno di guerra Kamose riservò la sua attenzione al sud scontrandosi contro un principe di Kush, alleato di Ipepi. Questa spedizione è confermata dal ritrovamento di due stele commemoranti l'accaduto rinvenute presso Buhen. Secondo i testi pervenutici, nel terzo anno di guerra Kamose giunse nel Delta del Nilo mettendo sotto assedio, pur senza conquistarla, Avaris, la capitale hyksos.
La mancata conquista della capitale avversaria e la circostanza che il successore di Kamose abbia dovuto riprendere la guerra porta a ritenere che più che di vera conquista si sia trattato di una scorreria. Di fatto con l'occupazione del Delta Kamose riunificò l'intero Egitto.
Nell'arco del suo regno Kamose assunse tre nomi horo diversi, probabilmente per sottolineare i diversi avvenimenti. Ciò ha fatto credere che vi fossero stati tre sovrani con lo stesso nomen, Kamose.
Tale teoria è ormai decaduta per svariati motivi tra cui quello che nella relazione degli ispettori inviati da Ramses IX ad ispezionare le tombe reali della necropoli di Dra Abu el-Naga, relazione riportata nel Papiro Abbott, viene citata una sola tomba a nome Kamose, rilevata intatta.
Gli storici ritengono, anche basandosi sulla relativa povertà del seppellimento di Kamose, che il suo regno non sia durato molto a lungo (la data più alta conosciuta è il terzo anno di regno).
Con questo sovrano iniziano i nomi teofori che comprendono un glifo
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rappresentante le corna del toro lunare. Tale immagine si ritiene essere di origine semita.
Stranamente il nome di Kamose non compare nella lista della Sala degli antenati di Karnak, pur comparendo in altre liste reali di età ramesside. Anche il Canone Reale non riporta alcun nome associabile a questo sovrano ma il deplorevole stato di conservazione dell'ultima parte del papiro non permette di trarre alcuna conclusione definitiva.
Mummia
[modifica | modifica wikitesto]La mummia di Kamose è menzionata nel Papiro Abbott, il quale registra le investigazioni effettuate in seguito a razzie di tombe, durante il regno di Ramses IX (circa quattro secoli dopo l'inumazione di Kamose). Mentre le tomba venne definita in buono stato,
«Il sepolcro del Re, il Sole che provvede alla creazione, il figlio del Sole, Kamose, esaminato oggi, era in buono stato.»
la mummia fu chiaramente traslata in seguito, siccome venne rinvenuta nella necropoli di Dra Abu el-Naga nel 1857 a quanto pare deliberatamente celata sotto un ammasso di macerie; alcuni ipotizzano vi sia stata grossolanamente celata da ladri che speravano di depredarla in un secondo momento (ma che chiaramente non ne ebbero modo)[8]. Il sarcofago di tipo rishi, dipinto e stuccato, fu rinvenuto da Auguste Mariette ed Heinrich Karl Brugsch, i quali notarono subito il pessimo stato della salma. Col corpo erano stati sepolti un pugnale d'oro e argento, amuleti fra cui uno a forma di scarabeo, uno specchio di bronzo e un pettorale a forma di cartiglio recante il nome del suo successore, il fratello Ahmose I[9].
La bara è rimasta in Egitto, il prezioso pugnale è a Bruxelles, il pettorale e lo specchio si trovano al Museo del Louvre. Il nome del faraone, inscritto sul sarcofago, fu decifrato solamente cinquant'anni dopo il ritrovamento e la mummia, lasciata con l'ammasso di detriti sotto al quale era stata scoperta, andò perduta[9][10].
Liste reali
[modifica | modifica wikitesto]Nome Horo | Canone Reale | Anni di regno | ||||||||||
Nefer-hab-tawy |
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Titolatura
[modifica | modifica wikitesto]Titolo | Traslitterazione | Significato | Nome | Traslitterazione | Lettura (italiano) | Significato | |||||||||||||||
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ḥr | Horo |
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nfr h3b t3wy | Nefer-hab-tawy | Perfetto, che doma le Due Terre | |||||||||||||||
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nbty (nebti) | Le due Signore |
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whm mnw | Uhem-menu | che ripete (la costruzione) di monumenti | |||||||||||||||
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ḥr nbw | Horo d'oro |
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shrw t3wj | Seheru-tawy | ||||||||||||||||
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nsw bjty | Colui che regna sul giunco e sull'ape |
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w3ḏ ḫpr r՚ | Uadjkheperra | Il rifiorire è la manifestazione di Ra | |||||||||||||||
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s3 Rˁ | Figlio di Ra |
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k3 ms | Kamose | il Toro è nato |
Le altre due forme del nome horo sono
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ḫ՚j nst=f-(Khaj-hor-nesetef), Colui che appare sul suo trono
e
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sdf3 t3wj (Sedjefa-tawy), Colui che nutre le Due Terre
Cronologia
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Dinastia | Anni di regno |
Secondo periodo intermedio | XVII | 1555 a.C.- 1550 a.C.[1] |
Autore | Anni di regno |
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Redford | 1571 a.C. - 1569 a.C. |
Ryholt | 1554 a.C. - 1549 a.C. |
Dodson | 1553 a.C. - 1549 a.C. |
Franke | 1545 a.C. - 1539 a.C. oppure 1530 a.C. |
predecessore: Seqenenra Ta'o |
Signore del Basso e dell'Alto Egitto | successore: Ahhotep I |
Dinastie contemporanee | Capitale |
XV | Avaris |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Ian Shaw (a cura di), The Oxford History of Ancient Egypt, Oxford University Press, 2000, p. 481.
- ^ Peter Clayton, Chronicle of the Pharaohs, Thames & Hudson, Ltd., 2006, p. 94.
- ^ a b c d Alan Gardiner, La civiltà egizia, CDE/Giulio Einaudi, 1989, pp. 152-153.
- ^ Kim S.B. Ryholt, The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period, Carsten Niebuhr Institute Publications, Museum Tusculanum Press, 1997, p. 273, ISBN 87-7289-421-0.
- ^ Ryholt, p. 273.
- ^ [1]
- ^ [2]
- ^ The Lost Mummy of King Kamose, su tim-theegyptians.blogspot.it.
- ^ a b Bob Brier, William Morrow & Company, Inc., 1994, pp. 259-260, ISBN 0-688-10272-7.
- ^ Gian Luca Franchino, Alla ricerca della tomba di Amenhotep I, p. 27.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Bompiani, Milano 2003, ISBN 88-452-5531-X.
- Alan Gardiner, La civiltà egizia, Einaudi, Torino 1997 [Oxford University Press, 1961], ISBN 88-06-13913-4.
- W.C. Hayes, L'Egitto dalla morte di Ammenemes III a Seqenenre II - Il Medio Oriente e l'Area Egea 1800 - 1380 a.C. circa II,1, Il Saggiatore, Milano 1975 [Cambridge University Press, 1973].
- John A. Wilson, Egitto - I Propilei, I vol., Arnoldo Mondadori, Milano 1967 [Monaco di Baviera, 1961].
- Gian Luca Franchino, Alla ricerca della tomba di Amenhotep I, Ananke, ISBN 978-88-7325-179-8.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Kamose
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | VIAF (EN) 8182402 · ISNI (EN) 0000 0003 7314 1296 · LCCN (EN) n95066234 · GND (DE) 118720627 · J9U (EN, HE) 987007281431405171 |
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