Salitis

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Salitis
Capitano di un paese straniero
In caricaSecondo periodo intermedio
Incoronazioneintorno a 1670 a.C. (± 50 anni)
Predecessorenessuno
SuccessoreSheshi
Morteintorno 1650 a.C. (± 50 anni) (Giuseppe Flavio)
DinastiaXV dinastia egizia

Salitis (anche Sekhaenra Sharek) (... – ...; fl. XVII secolo a.C.) è stato un faraone della XV dinastia egizia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di questo sovrano sappiamo ben poco a parte ciò che riportano gli epitomatori di Manetone.

Un re chiamato Salitis, sconfisse il re Tutimaios (identificato da taluni con Wadjekha della XIII dinastia) e conquistata Menfi fondò la XV dinastia.

Scrive Giuseppe Flavio nel suo Contra Opione:

... Finalmente elessero re uno dei loro di nome Salitis. Egli pose la sua capitale a Menfi, esigendo tributi dall'Alto e dal Basso Egitto e sempre lasciando dietro di sé guarnigioni nel luoghi più favorevoli... Nel nomo Sethroita trovò una città in ottima posizione a est del Nilo, sul ramo di Bubasti, chiamata Avari da un'antica tradizione religiosa. Egli la ricostruì e la fortificò con mura imponenti.... Dopo aver regnato per 19 anni Salitis morì e gli successe un secondo re Bnon....

Questo sovrano è il primo tra quelli chiamati Grandi Hyksos, che governarono, per poco più di un secolo, l'Egitto dopo aver posto la loro capitale ad Avaris nel delta del Nilo.

Il nome, hyksos, deriva da hka haswt ossia capi di un paese straniero, come risulta dal Canone Reale, e quindi inizialmente non identificava un popolo ma solamente i suoi governanti.

Le popolazioni che in seguito vennero indicate con tale nome era chiamate dagli egizi asiatici, provenivano dalle regioni palestinese e siriana e si erano lentamente, e spesso pacificamente, infiltrate nel delta del Nilo non appena il controllo sulle frontiere, costante durante il Medio Regno, si era allentato a seguito della perdità di unitarietà dello Stato egizio.

Dopo essersi, almeno in parte, egizianizzate, tali popolazioni, approfittando del collasso del potere centrale, cominciarono a governarsi autonomamente soggiogando e rendendo tributari anche i dinasti egizi locali.

Il nome Sekhaenra Sharek compare in una lista di sacerdoti menfiti.

L'associazione del Salitis manetoniano con i nomi di sovrani provenienti da ritrovamenti archeologici, soprattutto scarabei, è un'impresa ardua e travagliata da controversie.

Alcuni autori, tra cui von Beckerath, associano a questo sovrano i nomi di Sheshi e Maaibra che i più ritengono invece identificare come il suo successore.

Liste reali[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Flavio anni di regno Sesto Africano anni di regno Canone Reale anni di regno reperti altre fonti
Salitis 19 Saites illeggibile (nº10.15) ...8..3.. Sekhaenra Sharek

Titolatura[modifica | modifica wikitesto]

I sovrani della XV dinastia, pur essendo di origine semita, adottarono la titolatura reale egizia.

Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
G16
nbty (nebti) Le due Signore
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
N5O34N28n
D36
sḫˁ.n rˁ Sekhaenra Colui che è stato incoronato da Ra
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
M8r
V31
š3 r k (š3 l k ) Sharek (Shalek)

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Dinastia Anni di regno
Secondo periodo intermedio XV 1670 a.C. - 1650 a.C. ± 50 anni
Autore Anni di regno
Franke 1630 a.C. - 1615 a.C.
predecessore:
nessuno
Capitano di un paese straniero successore:
Sheshi
Dinastie contemporanee Capitale
XIII Ity Tawy
XIV varie

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cimmino, Franco - Dizionario delle dinastie faraoniche - Bompiani, Milano 2003 - ISBN 88-452-5531-X
  • Gardiner, Martin - La civiltà egizia - Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997) - ISBN 88-06-13913-4
  • Hayes, W.C. - L'Egitto dalla morte di Ammenemes III a Seqenenre II - Il Medio Oriente e l'Area Egea 1800 - 1380 a.C. circa II,1 - Cambridge University 1973 (Il Saggiatore, Milano 1975)
  • Wilson, John A. - Egitto - I Propilei volume I -Monaco di Baviera 1961 (Arnoldo Mondadori, Milano 1967)
  • Alan Gardiner - The Royal Canon of Turin - Griffith Institute, Oxford, 1987

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]