Algirdas
Algirdas | |
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Gran Principe di Lituania | |
In carica | 1345 – 1377 |
Predecessore | Jaunutis |
Successore | Jogaila |
Nascita | circa 1296 |
Morte | 24 maggio 1377 |
Casa reale | Gediminidi |
Padre | Gediminas |
Madre | Jewna |
Coniugi | Maria di Vicebsk Uliana Aleksandrovna di Tver' |
Figli | Discendenza |
Religione | Paganesimo |
Firma | ![]() |
Algirdas, in bielorusso: Альгерд?, traslitterato: Aĺhierd, e in polacco Olgierd (1296 circa – 24 maggio 1377), fu un monarca medievale della Lituania.
Egli governò il Granducato di Lituania dal 1345 al 1377, ossia fu sovrano dei lituani e dei ruteni. Con l'aiuto del fratello Kęstutis, che difendeva i confini occidentali del ducato, egli creò un vasto impero che si estendeva dal Mar Baltico fino al Mar Nero, per arrivare a cinquanta miglia da Mosca.
Tra i suoi discendenti si possono annoverare le nobili famiglie dei Trubeckoj, Czartoryski e Sanguszko.
Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]
Algirdas era uno dei sette figli maschi del granduca Gediminas; prima della sua morte, avvenuta nel 1341, Gediminas aveva suddiviso i suoi domini, lasciando a uno dei figli di mezzo, Jaunutis, il ruolo di granduca: il motivo di tale scelta è ancora oggetto di dibattito a livello storiografico.[1] Con l'aiuto del fratello Kęstutis, Algirdas riuscì a scacciare Jaunutis, il cui potere si reggeva su basi fragili, e si dichiarò esso stesso gran principe nel 1345.[2] I trentadue anni del suo regno, dal 1345 al 1377, vennero dedicati allo sviluppo e all'espansione del Granducato di Lituania: Algirdas fu in grado di farne uno dei più importanti stati in Europa ed il più esteso del continente.[3][4][5]
Si ritiene che due fattori abbiano contribuito al raggiungimento di questi risultati: la straordinaria sagacia politica di Algirdas e la devozione, durata una vita, del fratello Kęstutis. I due divisero nettamente i propri domini, come evince dalle fonti coeve che testimoniano la sovranità di Algirdas quasi unicamente sugli slavi orientali. Le cronache occidentali, invece, menzionano principalmente Kęstutis. I cavalieri teutonici a nord e il Khanato dell'Orda d'Oro a sud erano entrate nell'orbita della Lituania, mentre i vicini orientali e occidentali, la Moscovia e la Polonia, furono generalmente ostili.[5]
Espansionismo della Lituania[modifica | modifica wikitesto]
«L'intera Rus' di Kiev dovrebbe appartenere al Granducato di Lituania» |
(Messaggeri di Algirdas in una conversazione con l'ordine teutonico[6]) |
Algirdas non solo riuscì a mantenere i suoi domini, ma riuscì inoltre ad acquisire influenza e nuovi territori a spese della Moscovia e dell'Orda d'Oro, estendendo i confini della Lituania fino alle coste settentrionali del Mar Nero.[7] I suoi sforzi principali furono diretti ad assicurarsi le terre slave che avevano costituito l'antica Rus' di Kiev.[8] Egli procurò al figlio Andrea l'elezione a Principe di Pskov, mentre una potente minoranza di cittadini della Repubblica di Novgorod si schierò dalla parte di Algirdas contro l'influenza moscovita, anche se il suo ascendente in entrambi questi centri commerciali fu sempre piuttosto precario.
Algirdas conquistò gli importanti principati di Smolensk[9] e Brjansk,[10] nella Russia occidentale. Benché i suoi rapporti con i granduchi di Moscovia fossero complessivamente amichevoli, dal momento che aveva sposato due principesse russe ortodosse, egli assediò comunque Mosca nel 1368, nel 1370 e nuovamente nel 1372, in tutti e tre i casi in maniera infruttuosa.[11][12]
Un'importante impresa di Algirdas fu la sua vittoria sui tatari nella battaglia delle Acque Blu, combattuta presso il Bug Meridionale nel 1362;[13] egli riuscì a disperdere l'orda dei Kipčaki e costrinse il khan a migrare ancora più a sud e a stabilire il proprio campo nella penisola di Crimea.[13]
Religione e morte[modifica | modifica wikitesto]
Gli storici moderni affermano che «per Gediminas e Algirdas, la conservazione del paganesimo fornì un utile strumento diplomatico e un'arma [...] che consentì loro di utilizzare promesse di conversione come mezzi per mantenere il loro potere ed indipendenza».[14][15][16] Secondo Ermanno di Wartberge[17] e Jan Długosz,[18] Algirdas rimase pagano fino alla sua morte, nell'estate 1377; fonti contemporanee bizantine avvalorano le fonti occidentali: il patriarca Neilos descrive infatti Algirdas come un principe adoratore del fuoco;[19] il patriarca Philotheos a sua volta scomunicò tutti i nobiluomini ruteni, che aiutarono l'empio Algirdas.[20] La fede di Algirdas è inoltre menzionata anche nella cronaca dello storico bizantino del XIV secolo Niceforo Gregora.
Alla sua morte, Algirdas venne cremato su una pira cerimoniale con diciotto dei suoi cavalli e numerosi suoi oggetti personali in un bosco vicino a Maišiagala,[21] molto probabilmente nella foresta di Kukaveitis (54°55′42″N 25°01′04″E / 54.928333°N 25.017778°E).[22] Il suo presunto sito di sepoltura è attualmente oggetto di ricerche archeologiche, iniziate nel 2009.[8]
Retrospettivamente, Algirdas apparve agli ucraini e bielorussi come un difensore dell'Ortodossia; le cronache di Bychowiec del XVI secolo, così come quelle di Hustynska del XVII, affermano che egli si convertì al cristianesimo ortodosso in un momento prima del suo matrimonio con Maria di Vicebsk nel 1318. Benché numerose chiese ortodosse di Vilnius siano state effettivamente costruite durante il suo regno, successive testimonianze del suo battesimo non vengono corroborate da fonti dell'epoca di Algirdas, cosa che conduce molti studiosi a ritenere queste teorie pretestuose. Nonostante le cronache dell'epoca, così come alcuni studi moderni,[nota 1][23] alcuni storici russi, come Batiushikov, asseriscono che Algirdas fu un governante ortodosso.
Ciononostante, la dubbia tradizione della conversione di Algirdas sopravvive tuttora: il libro commemorativo del monastero delle grotte di Kiev, sottoscritto dai discendenti di Algirdas, riporta il suo nome di battesimo di Demetrius.[23] Sulla base dei resoconti dello storico Wojciech Wijuk Kojałowicz e del metropolita di Mosca Macario I, Volodymyr Antonovyč scrive che Algirdas prese i voti monastici alcuni giorni prima di morire e che fu sepolto nella cattedrale dei Theotókos, a Vilnius, con il nome monastico di Alexius.
Di Algirdas si riporta che egli ordinò la morte di Antonio, Giovanni ed Eustatio di Vilnius, che in seguito vennero glorificati come martiri della Chiesa ortodossa russa.
Considerazioni[modifica | modifica wikitesto]
Algirdas, tentò in maniera acuta di destreggiarsi a livello politico tra la Moscovia e la Polonia, parlando lituano e, tra le altre lingue, anche il ruteno; egli era molto più incline a seguire la maggioranza dei suoi sudditi pagani e ortodossi, piuttosto che alienarseli cercando di promuovere il Cattolicesimo romano.[24] Il figlio Jogaila, invece, salì al trono di Polonia, si convertì alla fede cattolica e fondò una dinastia che governò sulla Lituania e sulla Polonia per quasi duecento anni.
Matrimoni e discendenza[modifica | modifica wikitesto]
Algirdas sposò in prime nozze la principessa Maria di Vicebsk, figlia del principe russo Jaroslav, nonché unica erede del principato di Vicebsk, che, dopo la sua morte, entrò definitivamente nell'orbita del Granducato di Lituania. Maria diede alla luce cinque figli maschi e una femmina, tutti battezzati nella fede ortodossa:
- Andrei di Polock (1325 – 12 agosto 1399), duca di Polotsk e Pskov;
- Demetrio I Staršij (1327 – 12 agosto 1399), duca di Brjansk;
- Costantino (m. prima del 30 ottobre 1390), principe di Czartorysk;
- Vladimir Olgerdovič (morto dopo il 1398), principe di Kiev, Kopyl, Sluck; antenato delle famiglie Olelkovič e Belsky;
- Fiodor (Teodoro; m. 1399), principe di Ryl'sk, Ratnie e Brjansk.
Nel 1350, per concludere un'alleanza con il granprincipe Simeone di Russia, Algirdas, ormai vedovo, ne sposò la cognata, Uliana di Tver', figlia del gran principe Alessandro I di Tver'. Uliana diede ad Algirdas i seguenti figli maschi:
- Jogaila (1351 ca. – 1º giugno 1434), granduca di Lituania e re di Polonia;
- Skirgaila (Ivan; 1354 ca. – 11 gennaio 1397), duca di Trakai, Kiev e reggente della Lituania;
- Kaributas (dopo il 1350 – dopo il 1404), principe di Novhorod-Sivers'kyj;
- Lengvenis (Simone; m. dopo 19 giugno 1431), principe di Mstislavl, reggente di Velikij Novgorod;
- Karigaila (Casimiro; dopo 1350 – 1390), principe di Mstislavl;
- Vygantas (Alessandro; dopo 1350 – 28 giugno 1392), principe di Kernavė;
- Švitrigaila (Boleslavo; 1370 ca. – 10 febbraio 1452), granduca di Lituania e governante della Volinia.
Dai due matrimoni nacquero inoltre queste figlie femmine:
- Fedora;
- Agrypina (Maria; m. 1393), moglie di Boris, duca di Suzdal';
- Kenna (Giovanna; 1350 ca. – 27 aprile 1368), moglie di Casimiro IV, duca di Pomerania;
- Elena (dopo 1350 – 15 settembre 1438), moglie di Vladimiro il Grosso, principe di Serpuchov;
- Maria (n. dopo 1350), principessa di Lituania;
- Wilheida (Caterina; dopo 1350 – dopo 4 aprile 1422), principessa di Lituania;
- Alessandra (dopo 1350 – 19 giugno 1434), sposò Siemowit IV di Masovia ed è un'antenata della Casa d'Asburgo;
- Edvige (dopo 1350 – dopo 1407), principessa di Oświęcim.
Note al testo[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Tra i vari autori che hanno tentato di ricostruire la questione religiosa relativa ad Algirdas meritano di essere citati: Antoni Prochaska, Jan Ochmanski, Gotthold Rhode, Marija Gimbutas e Edvardas Gudavičius.
Note bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Kiaupa, p. 118.
- ^ Suziedelis, p. 341.
- ^ (EN) Charles Vance e Yongsun Paik, Managing a Global Workforce, M.E. Sharpe, 2006, p. 125, ISBN 978-0-7656-2016-3.
- ^ (EN) Serhii Plokhy, The Origins of the Slavic Nations: Premodern Identities in Russia, Ukraine, and Belarus, Cambridge University Press, 2006, p. 85, ISBN 978-1-139-45892-4.
- ^ a b Rowell, p. 170.
- ^ (EN) Zenonas Norkus, An Unproclaimed Empire: The Grand Duchy of Lithuania, Routledge, 2017, p. 54, ISBN 978-1-351-66905-4.
- ^ (EN) Brian Davies, Warfare, State and Society on the Black Sea Steppe, 1500–1700 Warfare and History, Routledge, 2014, p. 2, ISBN 978-1-134-55283-2.
- ^ a b Suziedelis, p. 43.
- ^ Kiaupa, p. 121.
- ^ (EN) M. Jučas e Joseph Everatt, The battle of Grünwald, National Museum, 2009, p. 28, ISBN 978-609-95074-5-3.
- ^ Rowell, p. 167.
- ^ Kiaupa, p. 55.
- ^ a b (EN) Paul Robert Magocsi, A History of Ukraine: The Land and Its Peoples, 2ª ed., University of Toronto Press, 2010, p. 136, ISBN 978-1-4426-9879-6.
- ^ (EN) Zenonas Norkus, An Unproclaimed Empire: The Grand Duchy of Lithuania, Routledge, 2017, p. 342, ISBN 978-1-351-66905-4.
- ^ (EN) Alan V. Murray, The Crusades: An Encyclopedia, vol. 3, ABC-CLIO, 2006, p. 736, ISBN 978-1-57607-862-4.
- ^ (EN) The Supplement to the Modern Encyclopedia of Russian, Soviet and Eurasian History, vol. 1, Academic International Press, 1995, p. 212.
- ^ (FR) Marc-André Wagner, Le cheval dans les croyances germaniques: paganisme, christianisme et traditions, Champion, 2005, p. 177, ISBN 978-2-7453-1216-7.
- ^ (EN) Albinas Kuncevičius, Castella Maris Baltici 6, Savastis, 2004, p. 124, ISBN 978-9986-420-55-2.
- ^ Franc Miklošič e J. Mūller, Acta Patriarchatus Constantinopolitan, vol. 2, Vienna, 1862, p. 12.
- ^ Franc Miklošič e J. Mūller, Acta Patriarchatus Constantinopolitan, vol. 2, Vienna, 1862, pp. 523-524.
- ^ Marija Gimbutas, vaidilute.com, http://www.vaidilute.com/books/gimbutas/gimbutas-08.html . URL consultato il 31 marzo 2011.«Venne cremato con i suoi cavalli migliori, con i vestiti, risplendente d'oro e cinto da una cintura in argento dorato, coperto da una veste intessuta di perle e gemme»
- ^ (LT) Enigmi del santuario di Kukaveitis, su culture.lt. URL consultato il 31 luglio 2020.
- ^ a b (EN) Rasa Mažeika, Was Grand Prince Algirdas a Greek Orthodox Christian?, in Lituanus, vol. 33, n. 4, inverno 1987. URL consultato l'11 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2011).
- ^ Kiaupa, p. 66.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Hugh Chisholm (a cura di), Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press, 1911.
- Zigmantas Kiaupa, Jūratė Kiaupienė, Albinas Kunevičius, The History of Lithuania Before 1795, 2000, Vilnius, Istituto di Storia Lituania, ISBN 978-9986-810-13-1.
- Stephen Christopher Rowell, Lithuania Ascending, 2014, Cambridge University Press, ISBN 978-1-107-65876-9.
- Saulius A. Suziedelis, Historical Dictionary of Lithuania (ed. 2), 2011, Scarecrow Press, ISBN 978-0-8108-7536-4.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Algirdas, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Algirdas, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Algirdas, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Genealogia del granduca Algirdas, su genealogy.euweb.cz.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 69806987 · ISNI (EN) 0000 0000 1272 973X · CERL cnp00568850 · LCCN (EN) n90682215 · GND (DE) 12230201X · WorldCat Identities (EN) lccn-n90682215 |
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