Castelguglielmo

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Castelguglielmo
comune
Castelguglielmo – Stemma
Castelguglielmo – Bandiera
Castelguglielmo – Veduta
Castelguglielmo – Veduta
Vista sulla piazza Vittorio Veneto. Sullo sfondo si trova la chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Rovigo
Amministrazione
SindacoMaurizio Passerini (lista civica Un futuro per Castelguglielmo) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°01′N 11°32′E / 45.016667°N 11.533333°E45.016667; 11.533333 (Castelguglielmo)
Altitudinem s.l.m.
Superficie22,13 km²
Abitanti1 527[1] (30-6-2022)
Densità69 ab./km²
FrazioniBressane
Comuni confinantiBagnolo di Po, Canda, Fiesso Umbertiano, Lendinara, Pincara, San Bellino, Stienta
Altre informazioni
Cod. postale45020
Prefisso0425
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT029011
Cod. catastaleC122
TargaRO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 355 GG[3]
Nome abitanticastelguglielmesi
Patronosan Nicola di Bari
Giorno festivo6 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Castelguglielmo
Castelguglielmo
Castelguglielmo – Mappa
Castelguglielmo – Mappa
Posizione del comune di Castelguglielmo nella provincia di Rovigo
Sito istituzionale

Castelguglielmo (Castelgujelmo in veneto)[senza fonte] è un comune italiano di 1 527 abitanti della provincia di Rovigo in Veneto, attraversato dal Canalbianco, nome che assume attualmente il fiume Tartaro dopo aver lasciato la conca di Canda.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Età antica e classica[modifica | modifica wikitesto]

Sulle origini del paese non vi sono dati certi anche se sono noti insediamenti in queste aree già dall'età del bronzo. Sono stati rinvenuti numerosissimi resti di insediamenti romani, in particolare cocci, monete e frammenti di mosaici e nella toponomastica sembrano comparire nomi con radici longobarde (ad esempio via Stiningarda).

Storia medioevale, età comunale[modifica | modifica wikitesto]

Le prime vere notizie su Castelguglielmo risalgono al X secolo e sono riferite ad una località, denominata Villa Manegii, che probabilmente comprendeva anche la limitrofa San Bellino, caratterizzata da un castello e da una chiesa dedicata a San Nicolò. L'area è stata per secoli territorio di confine e quindi la presenza di castelli assumeva un'importanza strategica: Guglielmo III degli Adelardi Marcheselli (governatore di Ferrara) decise di riedificare nel 1146 la precedente costruzione, probabilmente caduta in rovina, e di rinominarla Castel Guglielmo in suo onore. Nel 1174 Torello Salinguerra, capo dei Ghibellini di Ferrara conquistò la fortezza, poi espugnata da Obizzo V Marcheselli e successivamente riconquistata dallo stesso Salinguerra. Il castello, probabilmente danneggiato, fu nuovamente ricostruito e rimase nelle mani degli Estensi fino al 1395, quando fu ceduto a Venezia insieme a gran parte del Polesine. Nel 1405 passò nelle mani del Carrarese Francesco Novello di Padova, poi ancora agli Estensi e, nel 1483, nuovamente sotto il dominio veneziano.

Com'era il castello[modifica | modifica wikitesto]

Il castello fu distrutto e ricostruito numerose volte nel corso dei secoli ed è probabile che la forma, le dimensioni e lo stile siano mutati notevolmente. Le uniche raffigurazioni rimaste sono alcuni schizzi su mappe catastali, di cui una sola potenzialmente rappresentativa e non simbolica. Nel 1483 Marin Sanudo lo descrisse come un cerchio di mura con una torre centrale innalzati su un argine rialzato rispetto al livello delle paludi circostanti, circondato dalle acque del Tartaro (vero nome di quello che oggi nella parte terminale, viene anche chiamato Canal Bianco). Il castello doveva apparire imponente e collocato in corrispondenza di un'importante via di comunicazione attraverso un'area spesso soggetta ad inondazioni da parte del Fiume Po (ad esempio, nel 1152). Castelguglielmo è citato brevemente anche nel Decameron del Boccaccio, esattamente nella Novella Seconda, Giornata seconda. Il castello fu sempre ricostruito nella stessa posizione fino al 1780 quando cadde definitivamente la torre, non più sostenuta dalle mura precedentemente cadute. Del castello rimangono solo le fondamenta, ora coperte dagli edifici della piazza.

Storia moderna[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso della guerra della Lega di Cambrai il castello passò nelle mani di francesi e spagnoli, per ritornare, nel 1515, ai veneziani che ne conservarono il dominio fino al 1797. I territori passarono successivamente ai francesi e poi agli austriaci dopo la Restaurazione, per diventare parte del Regno d'Italia a partire dal 1866. Nel 1945, durante un rastrellamento operato dai nazisti in seguito all'uccisione di due soldati, furono fucilate quarantadue persone a Villamarzana, provenienti per lo più da Castelguglielmo e territori limitrofi.

Una fortezza in una terra d'acqua[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte del Polesine, anche Castelguglielmo dovette subire nei secoli gli effetti di numerose esondazioni da parte dei fiumi, piccoli e grandi) che ne attraversavano il territorio. Dalla disastrosa inondazione del fiume Adige rotta della Cucca del 589 e la già menzionata rotta di Ficarolo del 1152, che rimase aperta per circa vent'anni e che cambiò il corso del Fiume Po. Durante la guerra tra Ferrara e Venezia, i ferraresi, allo scopo di portare delle navi dal Po all'Adige, ruppero gli argini dell'Adige e bloccarono il corso del fiume Tartaro, allagando una vasta estensione di campagna, ma non riuscirono nell'intento, lasciando però le campagne allagate per decenni sino alla bonifica veneziana dei decenni successivi, anche perché la provvisoria riparazione dell'argine dell'Adige non resse ad un'alluvione successiva. Anche le rotte dell'Adige di tre secoli dopo (Castagnaro e Malopera) finirono nel Tartaro, già canalizzato durante il periodo estense e veneziano, contribuendo, insieme alla Fossa Maestra (che sfocia nel fiume Tartaro all'interno della conca di Canda), a dar luogo all'attuale fiume che assume (dopo la conca di Canda) il nome di Canal Bianco, sul quale fu costruito un primo ponte nel 1855 (di un ponte precedente, costruito dai veneziani, restano ancora le fondamenta dei piloni e alcuni blocchi di marmo, di cui uno raffigurante una testa di leone); sono da ricordare inoltre una terribile bufera che danneggiò gravemente il paese il 9 luglio 1801 e la rotta del Mincio, quello stesso anno, che portò all'allagamento dei terreni circostanti. L'ultima rotta del Po, il 14 novembre 1951, segnò profondamente il paese che vide emigrare più della metà della popolazione, in gran parte provvisoriamente sfollata in altre città d'Italia, ma da cui in maggioranza non fece più ritorno.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Per la Chiesa cattolica il territorio è amministrativamente parte del Vicariato di Lendinara-San Bellino, a sua volta divisione amministrativa della Diocesi di Adria-Rovigo.

La chiesa parrocchiale di San Nicola da Bari.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Villa Pelà-Chieregato (XVIII secolo)
  • "Il Palazzon" (Villa Paiola)
  • Casa Colognesi-Rizzi
  • Asilo infantile "V.Pelà"
  • Mausoleo delle vittime dell'eccidio di Villamarzana

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[4]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

La fiera paesana si svolge la prima settimana di agosto, altre manifestazioni degne di nota sono il carnevale di Bressane, la fiera di primavera (prima domenica di aprile) e il mercatino dell'antiquariato ogni prima domenica del mese.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Principalmente agricola, limitata presenza di attività artigianali e piccola industria

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1995 1999 Giorgio Grassia Lista Civica Sindaco
1999 2004 Giorgio Bettarello Lista Civica Sindaco
2004 2009 Giorgio Grassia Lista Civica (Centro-sinistra) Sindaco
2009 2014 Giorgio Grassia Lista Civica (Centro-sinistra) Sindaco
2014 2019 Giorgio Grassia Lista Civica (Centro-sinistra) Sindaco
2019 in carica Maurizio Passerini Lista Civica "Un Futuro per Castelguglielmo" Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

La parte preistorica e storica antica è apprezzabile per lo più presso i musei di Fratta Polesine e di Rovigo. La maggior parte delle memorie storiche di Castelguglielmo si devono a Pio Mazzucchi, altre informazioni sono reperibili presso l'Archivio Vescovile ad Adria e le biblioteche di Rovigo (Accademia dei Concordi) e di Ferrara (Biblioteca Ariostea). L'archivio parrocchiale è andato in gran parte distrutto, come quello comunale, a seguito di incendi dovuti a sommosse nel XIX secolo, ma sono conservati ancora documenti a partire dal XVII secolo. A Castelguglielmo è presente una biblioteca che conserva alcune fonti, quasi tutte le pubblicazioni recenti che riguardano il territorio e costituisce probabilmente il miglior punto di partenza per approfondire la storia del paese.

  • AA.VV., Il Veneto paese per paese, Firenze, Bonechi, 2000, ISBN 88-476-0006-5.
  • Pio Mazzucchi. Cronaca di Castelguglielmo 1866-1932. Associazione Culturale Minelliana - Rovigo, 1995;
  • AA. VV. Rovigo e la sua provincia, Guida Turistica e culturale, seconda edizione. Amministrazione Provinciale di Rovigo, assessorato al turismo, 2003
  • Zoppellari Rodolfo, Studio sul regime di Tartaro e Canalbianco, Tipografia Vincenzo Bardellini, Legnago, 1897

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su comune.castelguglielmo.ro.it. Modifica su Wikidata
  • Castelguglielmo, su Portale Ufficiale del Turismo della Provincia di Rovigo, polesineterratraduefiumi.it. URL consultato il 3 settembre 2011.
Controllo di autoritàVIAF (EN150548997
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