Società Trevigiana Apparecchi Riscaldamento

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
STAR
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1972
Fondata daGiovanni Michieli, Enzo Inzaghi
Chiusura2003 (fusione con Philco Italia)
GruppoMerloni Elettrodomestici
SettoreManifatturiero
Prodottielettrodomestici da incasso

STAR - S.p.a. Società Trevigiana Apparecchi Riscaldamento, nota semplicemente come STAR, è stata un'azienda italiana produttrice di elettrodomestici da incasso con sede e stabilimento a Refrontolo, in provincia di Treviso. Faceva parte della Merloni Elettrodomestici di Fabriano, da cui è stata assorbita nel 2003.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La ditta fu fondata come società in nome collettivo a Refrontolo, in provincia di Treviso, nel 1972, su iniziativa dei signori Giovanni Michieli ed Enzo Inzaghi, e si specializzò fin dall'inizio delle sue attività nella produzione di elettrodomestici da incasso come cucine, piani cottura, forni, cappe, lavelli appoggio e incasso per uso domestico, e cucine a legna, cucine elettrogas uso semiprofessionale.[1][2] Dopo appena tre anni di attività, nel 1975, la STAR contava 340 dipendenti.[3]

Tra le prime aziende sviluppatesi lungo la cosiddetta Inox Valley trevigiana, STAR esportava i suoi prodotti, destinati alla fascia alta di mercato, in Europa e Medio Oriente.[2] Nel 1988, il numero complessivo di apparecchi prodotti dalla ditta veneta fin dal suo avvio raggiunse la soglia di 1 milione di pezzi.[4] Alla fine dello stesso anno, l'azienda sponsorizzò la squadra di calcio dell'Asti TSC per la stagione 1988-89, in cui militava nel girone A del Campionato Interregionale.[5] L'accordo di sponsorizzazione del club piemontese fu reso possibile grazie alla personale amicizia del presidente Michieli con il politico Giovanni Goria, all'epoca presidente onorario del medesimo.[5]

Nel 1996, il 30% della STAR venne rilevato dalla Merloni Elettrodomestici di Fabriano.[6] Diversi anni più tardi, nel 2003, il Gruppo marchigiano rilevò per intero la STAR e ne decise la fusione con Philco Italia, e di conseguenza tutte le attività dello stabilimento di Refrontolo confluirono direttamente sotto la direzione della controllante.[7] Nel 2006, la fabbrica di Refrontolo impiegava 254 dipendenti, e successivamente il Gruppo Merloni, divenuto Indesit Company l'anno precedente, ne attuava un ridimensionamento produttivo e di personale, quest'ultimo ridotto a 96 nel 2010, in cui a seguito di un piano di riorganizzazione industriale varato dalla multinazionale di Fabriano, ne veniva decisa la chiusura.[8][9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A. Amaduzzi, R. Camagni, G. Martelli, Studio sulla evoluzione della concentrazione nell'industria degli elettrodomestici (Nice 376) e nella costruzione di radio-televisori ed apparecchi elettro-acustici (Nice 375) in Italia, Ator, 1974, p. 45.
  2. ^ a b Annuario del Veneto 1998, Marsilio, 1999, p. 275.
  3. ^ G. Zuan, La rabbia dei lavoratori «Gli abbiamo insegnato e ora ci scaricano cosi», in La Tribuna di Treviso, 11 giugno 2010, p. 2. URL consultato il 2 giugno 2021.
  4. ^ Inserzione pubblicitaria della STAR di Refrontolo pubblicata sul quotidiano La Stampa del 2 gennaio 1988, p. 17 - edizione di Novara
  5. ^ a b II Monteihiaro «collauda» l'Asti, in La Stampa-Edizione di Asti, 6 settembre 1988, p. 2.
  6. ^ (EN) Mergent International Manual, vol. 2, Mergent, 2003, p. 4606.
  7. ^ Redazione, Merloni, un trimestre d'oro, in Italia Oggi, 6 maggio 2000. URL consultato il 6 maggio 2000.
  8. ^ F. Allegranzi, Mannaia a orologeria sulla Indesit, in La Tribuna di Treviso, 20 maggio 2006, p. 38. URL consultato il 2 giugno 2021.
  9. ^ E. L. Tidona, Chiude la Indesit, 96 senza lavoro, in La Tribuna di Treviso, 10 giugno 2010, p. 3. URL consultato il 2 giugno 2021.