Satala

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Satala
Civiltàromana
Utilizzofortezza
Localizzazione
StatoBandiera della Turchia Turchia
DistrettoDistretto di Kelkit
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 40°01′34″N 39°35′26″E / 40.026111°N 39.590556°E40.026111; 39.590556
Satala
Il castrum di Satala nell'80 al n.19.
Periodo di attività forte ausiliario dalla dinastia giulio-claudia
fortezza legionaria dal 72/73 al 545
Località moderna Sadak in Turchia
Unità presenti Legio XVI Flavia Firma dal 72/73 al 117
Legio XV Apollinaris dal 117 a Giustiniano I (545).
Dimensioni castrum 425x350 metri circa, pari a 14,87 ha[1]
Provincia romana Cappadocia
Battaglie nei pressi nel 298

Satala è il nome dell'antica fortezza legionaria della provincia romana della Cappadocia, che corrisponde all'odierna località turca di Sadak, dove è stato individuato l'omonimo sito archeologico. [2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Da Tiberio a Nerone[modifica | modifica wikitesto]

In seguito all'annessione della provincia di Cappadocia, avvenuta sotto l'imperatore Tiberio nel 17 furono posti lungo il fiume Eufrate alcuni forti militari a presidio del settore settentrionale del limes settentrionale orientale, a guardia dei confini con il regno d'Armenia. E qui come in altre località potrebbe essere sorto un primo sito di milizie ausiliarie.

Da Vespasiano alla Notitia Dignitatum[modifica | modifica wikitesto]

Una volta terminata la guerra civile e volgendo ormai verso la conclusione la prima guerra giudaica, la legio XII Fulminata e la XVI Flavia Firma furono destinate alla provincia di Cappadocia dal 72/73, la prima con destinazione Melitene, la seconda fu posizionata a Satala, a protezione del confine dell'Eufrate.[3]

La legione XVI Flavia rimase fino alla fine principato di Traiano, quando al termine delle campagne militari contro la Partia, fu rimpiazzata dalla legio XV Apollinaris (dal 117),[4] che rimase a presidio di questo tratto di limes fino alla fine del IV secolo come è testimoniato dalla Notitia Dignitatum (databile al 387 circa).[5]

Sito archeologico[modifica | modifica wikitesto]

Nel sito è stata scoperta, per la prima volta in Anatolia, anche una necropoli militare, dove oltre agli scheletri dei defunti, è stata ritrovata una Diplomata in bronzo, che attestava l'avvenuto congedo del soldato dal servizio nell'esercito romano. [2]

Gli scavi, inoltre, hanno riportato alla luce la porta principale originale del Castrum, le mura datate all'epoca medievale, e diversi oggetti come ceramiche lavorate a mano e reperti di epoca ellenistica, armature militari, numerose punte di freccia, maschere teatrali, lucerne e monete romane.[2]

Di particolare valore il ritrovamento di una Cintura di bronzo appartenuta ad un guerriero del regno di Urartu, un antico regno dell'antica Armenia tra il IX e il VI secolo a.C., che potrebbe far pensare all'allargamento della sua area di influenza a questa regione.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ J.Bennett, The Cappadocian frontier: from the Julio-Claudians to Hadrian, p.312.
  2. ^ a b c The first time in Anatolia, a legionnaires’ cemetery belonging to the Roman Empire unearthed [Riportato alla luce per la prima volta in Anatolia un cimitero di legionari appartenenti all'impero romano], su Arkeonews. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  3. ^ Julian Bennett, The cappadocian frontier: from the Julio-Claudians to Hadrian, p.301-312.
  4. ^ Julian Bennett, op.cit., pp.305-306.
  5. ^ Not.Dign., Armenia e Ponto, 38; Julian Bennett, op.cit., pp.307-308.
  6. ^ TBronze belt of Urartian warrior found in the ancient city Satala [Cintura in bronzo di un guerriero urartiano trovata nell'antica città di Satala], su Arkeonews. URL consultato il 14 gennaio 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Fonti secondarie[modifica | modifica wikitesto]

  • AAVV., Atlante Storico De Agostini, Novara 1979.
  • Julian Bennett, The cappadocian frontier: from the Julio-Claudians to Hadrian, in 18th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di P.Freeman, J.Bennett, Z.T.Fiema e B.Hoffmann, Oxford 2002.
  • D.B.Campbell, Roman legionary fortresses 27 BC - AD 378, Oxford 2006.
  • T. Cornell e J. Matthews, Atlante del Mondo romano, Novara 1984.
  • Y. Le Bohec, L'esercito romano da Augusto a Caracalla, Roma 1992.
  • E. Luttwak, La grande strategia dell'Impero romano, Milano 1991.
  • H. Parker, The roman legions, New York 1958.
  • G. Webster, The roman imperial army, Londra-Oklahoma 1998.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Personaggi[modifica | modifica wikitesto]

Località geografiche/altro[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]