Pietro De Vico

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Pietro De Vico

Pietro De Vico (Napoli, 21 febbraio 1911Roma, 10 dicembre 1999) è stato un attore italiano di teatro e cinema.

Comico, macchiettista e caratterista, fu esponente di spicco del teatro napoletano.

«Quella piccola scenetta che ho fatto in Totò diabolicus, io stavo a casa mi mandarono a chiamare "Vieni, vieni che ti vuole Totò". Io vado alla Titanus e c'era già la scena che era pronta e mi dice "Mettiti il camice" e io "Ma che devo dire?" "Non ti preoccupare, rispondi a quello che dico io" mi dice Totò. E quella scena sul tavolo operatorio, che non abbiamo provato, venne talmente bene che il regista ad un certo punto diede lo stop, perché l'operatore talmente rideva che faceva muovere la telecamera e non era più possibile continuare.»

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio d'arte, debuttò sul palcoscenico da piccolo, dapprima per sopperire alla mancanza di una bambola che doveva fungere da infante in 'Na creatura sperduta di Eduardo Scarpetta.[2] Fondò una compagnia teatrale con i due fratelli, il Trio De Vico appunto. Negli anni trenta, anni in cui il Trio si cimentò nell'avanspettacolo con buon successo, De Vico conobbe Anna Càmpori, cantante d'operetta e attrice romana, anch'ella figlia d'arte, che diventerà sua compagna di vita e di scena.[2]

Elio Pandolfi, Pietro De Vico e Raffaele Pisu in una trasmissione di Radio Rai nel 1954

I due furono sposati dal marzo 1937 fino alla morte di lui.

Nel 1950 interpretò il ruolo del fidanzato segreto della figlia del personaggio di Aldo Fabrizi nel film La famiglia Passaguai. Nel 1959 Eduardo De Filippo lo chiamò a interpretare la parte di Erricuccio in La fortuna con l'effe maiuscola e nel 1962 quella di Nennillo in Natale in casa Cupiello[2] e di qui ebbe l'opportunità di recitare in molte commedie dell'autore napoletano, alcune delle quali per la televisione. Ma la popolarità giunse con Giovanna, la nonna del Corsaro Nero, trasmissione andata in onda dal 1961 al 1966, in cui De Vico, assieme alla moglie e a Giulio Marchetti, ottenne successo nella parte di Nicolino.

Nel 1971, voluto da Luisa Conte e dal marito Nino Veglia, prese parte a Annella di Porta Capuana, la commedia che segnò la riapertura dello storico Teatro Sannazaro. Accanto a Luisa Conte fu fra i principali interpreti dell'opera teatrale di Gaetano Di Maio. Bravo attore di prosa, negli anni della maturità venne chiamato dal regista Antonio Calenda in molti spettacoli di successo, tra cui Cinecittà (1985) e Aspettando Godot di Samuel Beckett (1990).

Tra i film cui De Vico partecipò, quasi sempre come caratterista o spalla comica dalla notevole bravura (celebri le sue interpretazioni del balbuziente): Totòtruffa 62 (1961), Totò diabolicus (1962), Il giudizio universale (1961), Che fine ha fatto Totò Baby? (1964), Sgarro alla camorra (1973), La messa è finita (1985), Ladri di futuro (1991).

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Morì a causa di un ictus all'ospedale Fatebenefratelli di Roma, a 88 anni, lasciando la moglie Anna Càmpori e due figlie.[3] Il funerale nella chiesa di San Francesco a Ripa nel quartiere di Trastevere. Riposa al cimitero del Verano nella tomba di famiglia.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pietro De Vico e Totò, su AntonioDeCurtis.com. URL consultato il 13 luglio 2020.
  2. ^ a b c Massimo Giraldi, Enrico Lancia e Fabio Melelli, 100 caratteristi del cinema italiano, Gremese Editore, pagina 79
  3. ^ Si è spento a 88 anni Pietro De Vico, grande attore della scuola napoletana, allievo di Eduardo, su ricerca.gelocal.it. URL consultato il 24 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2017).

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