Maurice Sendak

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Premio Premio Hans Christian Andersen illustratori 1970

Maurice Bernard Sendak (New York, 10 giugno 1928Danbury, 8 maggio 2012) è stato uno scrittore e illustratore statunitense.

La sua opera più famosa è Nel paese dei mostri selvaggi, pubblicato nel 1963.

I principali libri di Maurice Sendak sono stati tradotti e pubblicati in Italia dalle Emme Edizioni e ripresi, in anni recenti, da Babalibri e Adelphi.[1] Nel 1987 il Salon du Livre de Mantreuil dedicò all'artista un'esposizione, Autour de Maurice Sendak, a cura di Michèle Cochet e Paola Vassalli che, l'anno seguente, fu presentata anche a Bologna e a Roma.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sendak nacque a Brooklyn, New York da genitori ebrei polacchi, Sarah Schindler e Philip Sendak, sarto.[3] Era l'ultimo di tre figli, dopo il fratello Jack e la sorella Natalie. Nel documentario "Tell Them Anything You Want: A Portrait of Maurice Sendak", viene ricordato quanto spesso i suoi genitori gli ricordassero che la sua nascita non era stata voluta, poiché non avrebbero potuto permettersi di mantenere tre figli.[4][1]

Si appassionò fin da piccolo alla lettura a causa di problemi cardiaci che lo confinavano spesso a letto. Prese la decisione di diventare un illustratore dopo aver visto il film disneyano Fantasia, all'età di dodici anni.[5] Studiò alla Art Students League.

Una delle prime commissioni professionali fu quella di decorare le vetrine del negozio di giocattoli FAO Schwarz.

Le sue illustrazioni furono pubblicate per la prima volta nel 1947 in un libro scolastico di Maxwell Leigh Eidinoff. Negli anni '50 illustrò molti libri per bambini di altri autori, prima di cominciare a scrivere le proprie storie.

Ottenne riconoscimenti internazionali grazie all’opera Where the Wid Things Are, a cura di Ursula Nordstrom presso Harper & Row.

Successivamente formò una collaborazione con Isaac Bashevis Singer. Egli infatti dopo aver visto un manoscritto di Zlateh the Goat and Other Stories, il primo libro per bambini di Isaac Bashevis Singer, sulla scrivania di un editore della Harper & Row, si offrì di illustrare il libro, il quale fu pubblicato per la prima volta nel 1966 e ricevette un Newbery Honor.

Nel 1970 pubblicò il suo libro In the Night Kitchen, spesso oggetto di censura, a causa della presenza di un giovane ragazzo ritratto nudo: esso fu inserito regolarmente nell'elenco dei "libri spesso contestati e vietati" dell'American Library Association. Nello stesso anno egli vinse il Premio Hans Christian Andersen.

Nel 1981 pubblicò Outside Over There. L’anno successivo ha ricevuto il National Book Award.

Sendak fu uno dei primi membri del National Board of Advisors del "Children's Television Workshop" durante le fasi di sviluppo della serie televisiva di Sesame Street. Inoltre adattò il suo libro Bumble Ardy in una sequenza animata per la serie, con Jim Henson come voce di Bumble Ardy.

Scrisse e progettò altre tre storie animate: Seven Monsters (che non è mai andato in onda), Up & Down e Broom Adventures .

Sendak lavorò anche a popolari programmi come Sesame Street. Nel corso degli anni collaborò con diverse compagnie e produzioni realizzando le scenografie di opere come Il flauto magico, Hänsel e Gretel e Lo Schiaccianoci.[6]

Realizzò una produzione televisiva animata basata sul suo lavoro intitolato Really Rosie, con la voce di Carole King, che venne trasmessa nel 1975.

Nel 1993 pubblicò il libro illustrato We Are All in the Dump with Jack and Guy. Successivamente si rivolse al drammaturgo Tony Kushner per scrivere una nuova versione inglese dell'opera sull'olocausto per bambini del compositore ceco Hans Krása Brundibár.

Morì l'8 maggio 2012, all'età di 83 anni, a Danbury, nel Connecticut, al Danbury Hospital, per le complicazioni di un ictus.[7]

Where the Wild Things are[modifica | modifica wikitesto]

Un murale in onore di Maurice Sendak

Nel 1956, Sendak pubblicò il suo primo libro senza collaborazioni Kerry's Window. Il suo progetto successivo fu Nel paese dei mostri selvaggi. La storia è quella di un bambino che, dopo aver fatto i capricci, viene messo in castigo nella sua stanza e decide di scappare verso il luogo che dà il titolo al libro, Nel paese dei cavalli selvaggi (Where the Wild Horses Are in originale). Poco prima di iniziare le illustrazioni, cambiò i cavalli selvaggi con le più ambigue Wild Things (Cose selvagge, ambiguità che viene meno con la traduzione italiana), termine che prende spunto dall'espressione Yiddish "Vildechaya", usata per indicare i bambini chiassosi.[5] I mostri si rifanno alla tradizione yiddish anche per il fatto che Sendak prese ispirazione dagli atteggiamenti bizzarri dei suoi parenti.

Pubblicato nel 1963, Nel paese dei mostri selvaggi fu accolto positivamente da critica e pubblico e ricevette il premio "Caldecott Medal", per il miglior libro illustrato americano dell'anno.[5] Alcuni gruppi di genitori criticarono aspramente la storia, poco propensi a tollerare un bambino urlare contro la propria madre e scappare di casa, mentre altri ne lodarono l'insegnamento positivo: trasformando in maniera produttiva la sua rabbia, Max diventa di fatto una figura autorevole per quanto riguarda i mostri. Tuttavia, nel corso degli anni Sendak non hai mai commentato le varie interpretazioni.[5][8]

«Sin dalla più tenera infanzia i bambini convivono con emozioni dirompenti... paura ed ansia fanno intrinsecamente parte della loro vita quotidiana... devono confrontarsi meglio che possono con continue frustrazioni. Proprio attraverso la fantasia i bambini giungono alla catarsi. È il migliore strumento per dominare le Cose Selvagge. Maurice Sendak»

Quando Sendak vide un manoscritto di "Zlateh la capra e altre storie", una raccolta di fiabe ebraiche di Isaac Bashevis Singer, sulla scrivania di un redattore alla Harper & Row, si offrì di illustrare il libro, che fu in seguito pubblicato nel 1966 e ricevette un Newberry Award. Sendak fu entusiasta della collaborazione e affermò che i suoi genitori furono impressionati da lui solo dopo questa collaborazione.[9] In seguito ha illustrato la serie di libri di Else Holmelund Minarik, "Storie di Orsacchiotto".[10]

In the Night Kitchen[modifica | modifica wikitesto]

Luca la luna e il latte, pubblicato per la prima volta nel 1970, è stato soggetto a diverse censure a causa del piccolo protagonista della storia che appare per la maggior parte della narrazione nudo. Il libro fu contestato in diversi stati americani, come Illinois, New Jersey, Minnesota e Texas. La scelta di disegnare cuochi con baffi alla Hitler, e il fatto che tentino di cucinare il protagonista nel forno, costituirono motivo di scandalo. Per Sendak questi aspetti erano soltanto riferimenti all'olocausto, un evento storico che l'autore aveva particolarmente a cuore, in quanto di origine ebraica.[5] Luca, la luna e il latte appare tuttora nella lista dei libri contestati o banditi dalla American Library Association. È al ventunesimo posto nella lista dei "100 libri più contestati degli anni novanta".[5]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel settembre 2008, in un articolo apparso sul The New York Times, Sendak ha dichiarato di essere omosessuale, e di aver vissuto con il suo compagno, lo psicoanalista Eugene Glynn, per cinquant'anni, fino alla morte di quest'ultimo nel maggio 2007. Sendak aveva sempre taciuto la cosa per paura di compromettere la sua carriera come scrittore per l'infanzia. L'autore ha rivelato di non averlo mai detto ai suoi genitori in quanto «Tutto quello che volevo era essere eterosessuale in modo che i miei genitori fossero felici. Non lo seppero mai, mai, mai».[11] La relazione con Glynn era stata menzionata da altri scrittori in passato (come Tony Kushner, nel 2003).[12]

Influenze[modifica | modifica wikitesto]

Tra le personalità che hanno influenzato Sendak ci sono William Blake, Herman Melville, Antoine Watteau, Francisco Goya, Mozart, Emily Dickinson e il film animato Fantasia.[13] In un'intervista alla PBS ha spiegato che Emily Dickinson lo ha aiutato a rimanere sano di mente nel corso degli anni: «Leggo spesso le sue poesie. È così coraggiosa, così forte. È una sexy, appassionata, piccola donna. E mi sento meglio». Allo stesso modo di Mozart ha detto «Quando sento Mozart vengo in contatto con qualcosa che non riesco a spiegare. [...] Non ne ho bisogno. So che se esiste uno scopo nella vita, per me è quello di essere riuscito ad ascoltare Mozart».[13]

Sendak ha a sua volta influenzato intere generazioni di scrittori e illustratori nel corso degli anni, tra i quali Jodi Picoult e Gregory Maguire, autore del romanzo "Wicked", poi trasposto nell'omonimo musical teatrale del 2003.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia su Maurice Sendak[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Selma G. Lanes: The Art of Maurice Sendak. Harry N. Abrams, New York 1980, ISBN 0-8109-1600-2.
  • Reinbert Tabbert (Hrsg.): Maurice Sendak. Bilderbuchkünstler. Bouvier, Bonn 1987, ISBN 3-416-01836-2.
  • Tony Kushner: The Art of Maurice Sendak. 1980 to the present. Abrams, New York 2003, ISBN 0-8109-4448-0.
  • Jonathan Cott: There’s A Mystery There. The Primal Vision of Maurice Sendak. Doubleday, New York City, USA 2017.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Andrea Fiamma, “Nel paese dei mostri selvaggi”. Torna il capolavoro di Maurice Sendak, in Fumettologica, 22 febbraio 2018. URL consultato il 5 marzo 2018.
  2. ^ Autour de Maurice Sendak, a cura di Paola Vassalli e Michèle Cochet, catalogo, Roma, Comic Art, 1988
  3. ^ (EN) Maurice Sendak Papers, su Lib.usm.edu. URL consultato il 27 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2010).
  4. ^ Filmato audio Spike Jonze e Lance Bangs (registi), Maurice Sendak, Tell Them Anything You Want: A Portrait of Maurice Sendak (documentario televisivo), Stati Uniti d'America, HBO, 14 ottobre 2009.
  5. ^ a b c d e f (EN) Matthue Roth, Maurice Sendak, in Patheos.com, 16 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2010).
  6. ^ (EN) Graham, Sendak at The Opera, 04 agosto 2009. URL consultato il 29 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2014).
  7. ^ (EN) Margalit Fox, Maurice Sendak, Author of Splendid Nightmares, Dies at 83, in The New York Times, 8 maggio 2012. URL consultato il 9 aprile 2024.
  8. ^ Per la fortuna critica e le interpretazioni dell'opera si veda: Wikipedia Nel paese dei mostri selvaggi
  9. ^ (EN) Ilan Stavans (a cura di), Issac Bashevis Singer: An Album, The Library of America, 2004, pp. 70-71.
  10. ^ (EN) Ann Hulbert, Maurice Sendak's Brundibar, in Slate Magazine, 26 novembre 2003. URL consultato il 13 ottobre 2009.
  11. ^ (EN) Patricia Cohen, Concerns Beyond Just Where the Wild Things Are, in The New York Times, 09 settembre 2008. URL consultato il 26 maggio 2010.
  12. ^ (EN) Tony Kushner celebrates Maurice Sendak, an old friend | Books, in The Guardian, 06 dicembre 2003. URL consultato il 26 maggio 2010.
  13. ^ a b (EN) Maurice Sendak: "Where the Wild Things Are", PBS interview, su pbs.org.
  14. ^ Lifetime Honors - National Medal of Arts Archiviato il 21 luglio 2011 in Internet Archive.
  15. ^ Tell Them Anything You Want: A Portrait of Maurice Sendak, su Internet Movie Database. URL consultato il 29 maggio 2010.
  16. ^ (EN) Brad Frenette, Montreal filmmakers team up with Spike Jonze and NFB for new Sendak short, in Nationalpost.com, 16 febbraio 2010. URL consultato il 26 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2010).


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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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