Juan de Padilla

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Juan de Padilla detto el Cartujano[1] o el Cartujo[2] (Siviglia, 1468 – 1520 ca) è stato un religioso e poeta spagnolo, uno dei più importanti patrocinatori della poesia dantesca e, quindi, della Divina Commedia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Juan de Padilla, nato a Siviglia nel 1468, fu soprannominato el Cartujano (ovvero il Certosino) dal nome della certosa di Santa María de las Cuevas di Siviglia dove fece la sua professione religiosa[3]. In seguito, fu nominato priore di varie certose e monasteri del Regno di Castiglia, riformandone la vita claustrale. Ritornato a Siviglia, morì intorno al 1520[4].

Buon conoscitore del mondo classico, scrisse delle favole dal sapore mitologico[4] e un poema eroico, Labirinto del Marqués de Cádiz (Labirinto del Marchese di Cadice, 1493)[5] che, però, non ci sono pervenute[6]. Conosciute, invece, sono le opere della maturità: una biografia spirituale sulla vita di Cristo (Retablo de la vida de Cristo, ovvero La pala d'altare della vita di Cristo, terminato il 24 dicembre del 1500[4]) e Los doce triumphos de los doce Apóstoles (terminato 14 febbraio 1518 e stampato nel 1521[4]). Entrambe le opere, specialmente la seconda, rivelano la vena poetica di Juan de Padilla. Ne I dodici trionfi dei dodici apostoli, infatti, la profonda conoscenza del poema dantesco si rivela per via delle numerose allegorie e della presenza del viaggio nell'oltretomba che Juan avrebbe compiuto, descrivendo la geografia dei territori in cui gli Apostoli operarono, territori raccolti nei dodici segni dello Zodiaco i quali, a loro volta, girano attorno al Sole, allegoria di Cristo[7].

La buona imitazione e conoscenza della poesia di Dante spinsero i critici a ritenerlo «il miglior imitatore di Dante dopo [Juan de] Mena»[8] ma anche «uno dei più significativi poeti durante il regno di Ferdinando e di Isabella»[9], tanto da essere definito El Homero Español y el Dante Español[4]. Poeticamente, Juan de Pedilla rimase legato alla dimensione medievale, ma al contempo, per la sua conoscenza dei classici, era proiettato verso il Rinascimento[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Treccani.
  2. ^ Juan de Padilla.
  3. ^ Treccani e Bleiberg-Ihrie-Pérez, p. 1211
  4. ^ a b c d e Cantera Montenegro.
  5. ^ Bleiberg-Ihrie-Pérez, p. 1211.
  6. ^ Treccani e Juan de Padilla
  7. ^ Treccani; Cantera Montenegro;Friederich, p. 44: «The sun represent Christ, and the twele surrounding signs of the Zodiac represent the twelve wondrous deeds of the apostles iche are glorified in the poem».
  8. ^ Juan de Padilla;Friederich, p. 44: «Juan de Padilla is called by Hurtado and Palencia "el mejor imitador de Dante, después de Mena».
  9. ^ Friederich, p. 45: «Padilla appears to us as one of the significant poets during the reign of Ferdinand and Isabella...»
  10. ^ Friederich, p. 45.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (ES) Juan de Padilla, su biografiasyvidas.com, Biografías y Vidas. URL consultato il 12 agosto 2018.
  • (ES) Santiago Cantera Montenegro, Juan de Padilla, su dbe.rah.es, Real Academia de la Historia. URL consultato il 12 agosto 2018.
Controllo di autoritàVIAF (EN27867596 · ISNI (EN0000 0000 7972 4503 · CERL cnp01334939 · LCCN (ENn79059916 · GND (DE118789171 · BNE (ESXX880194 (data) · BNF (FRcb12242768n (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n79059916