Cristoforo Landino

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Cristoforo Landino, dettaglio della scena dell'Annuncio dell'angelo a Zaccaria, Domenico Ghirlandaio, Cappella Tornabuoni, Santa Maria Novella, Firenze.

Cristoforo Landino (Firenze, 8 febbraio 1424Pratovecchio, 24 settembre 1498) è stato un umanista, poeta e filosofo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Firenze da una famiglia originaria di Pratovecchio, nel Casentino, e compì gli studi in materie letterarie e giuridiche a Volterra. Nel 1458 gli venne affidata presso lo Studio fiorentino la cattedra di oratoria e poetica che era stata del suo maestro Carlo Marsuppini: Landino, sostenuto dai Medici, era stato avversato da non pochi personaggi in vista, come Alamanno Rinuccini e Donato Acciaiuoli. Tra i suoi allievi ci furono Poliziano e Marsilio Ficino. In quel periodo ricoprì anche incarichi pubblici, facendo parte della segreteria di Parte guelfa (1467) e della prima Cancelleria. Tra i suoi viaggi, spicca quello a Roma nel 1446.

La sua prima attività fu poetica, con la Xandra, una raccolta di componimenti in latino dedicata inizialmente a Leon Battista Alberti e poi a Piero de' Medici: nella redazione definitiva la silloge raccoglie 82 componimenti suddivisi in 3 libri. In campo filosofico scrisse tre dialoghi: il De anima (1471)[1], le Disputationes Camaldulenses (1474)[2] e il De vera nobilitate (dopo il 1487)[3].

La maggiore fama nei secoli di Landino fu però legata alla sua attività di commentatore dei classici[4]. Nel 1481 diede alle stampe il Comento sopra la Comedia di Dante[5], nel 1482 quello sulle opere di Orazio[6] e nel 1488 quello sulle opere di Virgilio.

Fu anche traduttore dal latino in fiorentino: volgarizzò la Naturalis historia di Plinio il Vecchio (1475)[7] e la Sforziade di Giovanni Simonetta (1485)[8]. Il volgarizzamento pliniano fu un vero e proprio evento: per la prima volta anche chi non conosceva il latino poteva leggere la più importante e vasta enciclopedia del mondo antico (tra i suoi lettori Luigi Pulci, Cristoforo Colombo e Leonardo da Vinci)[9].

Per i meriti acquisiti, la Signoria fiorentina gli assegnò una torre nel Casentino e una pensione.

Venne ritratto tra illustri fiorentini a lui contemporanei da Domenico Ghirlandaio nella Cappella Tornabuoni di Santa Maria Novella.

Ebbe tra i suoi allievi Andrea Cambini.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Orazione alla Signoria fiorentina.
Incipit della Historia naturale tradocta di lingua latina in fiorentina per Christophoro Landino fiorentino, nell'edizione del 1489.
  • Xandra
  • De anima
  • Disputationes Camaldulenses
  • De vera nobilitate
  • Comento sopra la Comedia di Dante
  • Commento a Orazio
  • Commento a Virgilio
  • Historia naturale di Caio Plinio Secondo tradocta di lingua latina in fiorentina per Christophoro Landino fiorentino al serenissimo Ferdinando re di Napoli
  • Orazione alla Signoria fiorentina quando presentò il suo Commento di Dante, Firenze, Niccolò di Lorenzo, 1481. URL consultato il 2 marzo 2015.
  • Formulario di epistole, Firenze, Bartolomeo de' Libri, 1490. URL consultato il 2 marzo 2015.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il testo si può leggere in edizione critica: Christophori Landini, Carmina omnia ex codicibus manuscriptis primum edidit, Florentiae, A. Perosa, 1939. Non esiste una traduzione integrale in italiano, ma ne è stata realizzata una in inglese: Cristoforo Landino, Poems, traduzione di M. P. Chatfield, Cambridge (Stati Uniti)-Londra, 2008.
  2. ^ Cristoforo Landino, Disputationes Camaldulenses, a cura di P. Lohe, Firenze, Sansoni, 1980.
  3. ^ Cristoforo Landino, De vera nobilitate, a cura di M. T. Liaci, Firenze, Olschki, 1970.
  4. ^ R. Cardini, La critica del Landino, Firenze, Sansoni, 1973. Dallo stesso studioso è stata allestita la raccolta: C. Landino, Scritti critici e teorici, a cura di R. Cardini, I-II voll., Roma, Bulzoni, 1974.
  5. ^ Cristoforo Landino, Comento sopra la Comedia, a cura di P. Procaccioli, I-IV voll., Roma, Salerno editrice, 2001.
  6. ^ Questo commento è stato solo parzialmente edito (la sezione relativa all'Ars poetica): Cristoforo Landino, In Quinti Horatii Flacci Artem poeticam ad Pisones interpretationes, a cura di G. Bugada, Firenze, Sismel, 2012.
  7. ^ Per la datazione di quest'opera: R. Fubini, Quattrocento fiorentino. Politica, diplomazia, cultura, Pisa, 1996, pp. 303-332.
  8. ^ R. M. Comanducci, Nota sulla versione landiniana della Sforziade di Giovanni Simonetta, in «Interpres», n. 12, 1992, pp. 309-316.
  9. ^ Uno studio complessivo (sia filologico sia storico-culturale) dell'opera in A. Antonazzo, Il volgarizzamento pliniano di Cristoforo Landino, Messina, Centro Internazionale di Studi Umanistici, 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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