Guelfo IV d'Este

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Guelfo IV d'Este
Ritratto anonimo di Guelfo IV d'Este, 1489, Landesmuseum Württemberg
Duca di Baviera
come Guelfo I
Stemma
Stemma
In carica
PredecessoreOttone II (I)
Enrico IV (II)
SuccessoreEnrico IV (I)
Guelfo II (II)
Nascita1035/1040
MortePafo, 9 novembre 1101
DinastiaWelfen
PadreAlberto Azzo II d'Este
MadreCunegonda di Altdorf
ConiugiEtelinda di Northeim (ripudiata)
Giuditta di Fiandra
FigliGuelfo
Enrico
Kunizza

Guelfo IV d'Este (1035/1040 – Pafo, 9 novembre 1101) fu duca di Baviera dal 1070 al 1077 e successivamente dal 1096 alla sua morte. Fu il primo dei giovani Welfen.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Guelfo fu il primo membro della famiglia degli Welfen (guelfi) ad appartenere alla famiglia degli Estensi. Era infatti figlio di Alberto Azzo II d'Este e di sua moglie Cunegonda di Altdorf. Quando lo zio materno, Guelfo duca di Carinzia (conosciuto come Guelfo III di Carinzia), morì senza figli nel 1055, egli venne riconosciuto quale erede dei suoi beni allodiali in Svevia[1]; successivamente sposò Etelinda, figlia di Ottone II di Northeim, duca di Baviera.

Anche se suo padre, guidato dalla cugina Matilde di Canossa, continuerà a perseguire gli interessi del papato, Guelfo si schierò dalla parte dell'imperatore Enrico IV.

Ottone II, suo suocero, che aveva interessi in Sassonia e temeva la riduzione del potere ducale in Baviera, nel 1070 fu accusato di ordire un complotto contro l'imperatore; per questo fu privato del titolo ducale e, fatto atto di sottomissione nel 1071, fu reintegrato ma solo dei suoi possessi personali. In occasione di una donazione al monastero di S. Maria di Vangadizza del giugno del 1073, si dichiara di legge longobarda[2].

Il ducato di Baviera passò in seguito all'estromissione di Ottone di Northeim a Guelfo che, dopo il divorzio da Etelinda, si era schierato con Enrico IV. Si risposò con Giuditta di Fiandra (figlia di Baldovino IV delle Fiandre detto il Barbuto e zia della moglie di Guglielmo I d'Inghilterra, detto il Conquistatore) che era rimasta vedova nel 1066; dal loro matrimonio nacque, nel 1072, Guelfo che in seguito sarà conosciuto come Guelfo V.

Più tardi, durante la lotta per le investiture, cambiò schieramento e sostenne il papa Gregorio VII e, nel marzo 1077, appoggiò l'elezione dell'anti-re Rodolfo di Svevia durante la grande rivolta dei Sassoni. L'imperatore di conseguenza lo privò del titolo. Privo di ampio seguito tra i nobili bavari, fuggì dapprima in Ungheria e poi in Svevia ove attaccò più volte Habsburg, mantenendo sempre un forte controllo sui passi alpini, così come i duchi deposti Bertoldo di Carinzia e Rodolfo di Svevia[3].

Quando il papa tolse il suo consenso a Rodolfo, Guelfo non poté continuare a sostenerlo. Nel 1085 Gregorio VII morì e Guelfo rimase dalla parte del papato tanto che suo figlio Guelfo V, nel 1089 a diciassette anni, sposò Matilde di Canossa, che aveva ventisei anni più di lui.

Quando nel 1095 il giovane Guelfo V divorziò a sua volta, il padre fece ammenda presso l'imperatore e riottenne il Ducato di Baviera che nel frattempo era stato retto da Enrico IV in persona.

Dopo la morte del padre Alberto Azzo II nel 1097, cercò di entrare in possesso di alcuni feudi a sud delle Alpi combattendo i fratellastri Ugo e Folco. Egli scese in Italia assieme ai due figli Guelfo V ed Enrico il Nero, avendo come alleati della stirpe Eppenstein il duca di Carinzia Enrico III e di lui fratello e patriarca d'Aquileia Ulrico[4], riuscendo ad acquisire, con la forza o a seguito di trattative, buona parte dell'eredità, per quanto questa vittoria non dovette essere definitiva, in quanto si hanno attestazioni di ulteriori lotte tra gli Estensi e i suoi figli[4]. Nel 1101 si unì ai crociati in Terra Santa ma morì di lì a poco a Cipro, durante il viaggio di ritorno.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Sposò in prime nozze Etelinda di Northeim, figlia di Ottone di Northeim e di Richenza di Svevia, poi ripudiata[5] a seguito della caduta in disgrazia del suocero.

Si risposò con Giuditta di Fiandra, vedova di Tostig del Wessex, fratello e nemico di Aroldo II d'Inghilterra, morto nella battaglia di Stamford Bridge assieme all'alleato Harald II di Norvegia. Essi ebbero tre figli:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Oberto II Oberto I  
 
Guilla di Spoleto  
Alberto Azzo I  
Railenda Conte Riprando  
 
 
Alberto Azzo II d'Este  
Bosone I conte di Sabbioneta  
 
 
Adelaide  
 
 
 
Guelfo IV d'Este  
Rodolfo II di Altdorf Rodolfo I di Altdorf  
 
 
Guelfo II di Altdorf  
Ita di Öhningen Corrado I di Svevia  
 
 
Cunegonda di Altdorf  
Federico di Lussemburgo Sigfrido di Lussemburgo  
 
Edvige di Nordgau  
Imiza di Lussemburgo  
 
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Arnold, p. 137
  2. ^ Andrea Castagnetti, Guelfi ed Estensi nei secoli XI e XII. Contributo allo studio dei rapporti fra nobiltà teutonica ed italica (PDF), in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel Medioevo: marchesi conti e visconti nel Regno Italico, III, Roma, 2003, pp. 41-102 (pagina 12 dell'URL).
  3. ^ Andrea Castagnetti, Guelfi ed Estensi nei secoli XI e XII. Contributo allo studio dei rapporti fra nobiltà teutonica ed italica (PDF), in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel Medioevo: marchesi conti e visconti nel Regno Italico, III, Roma 2003, 2003, pp. 41-102 (pagine 6-7 dell'URL).
  4. ^ a b Andrea Castagnetti, Guelfi ed Estensi nei secoli XI e XII. Contributo allo studio dei rapporti fra nobiltà teutonica ed italica (PDF), in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel Medioevo: marchesi conti e visconti nel Regno Italico, III, Roma 2003, 2003, pp. 41-102 (pagine 26-27 e 31 dell'URL).
  5. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. D'Este, Torino, 1835.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Duca di Baviera Successore
Ottone II 1070-1077 Enrico VIII I
Enrico VIII 1096-1101 Guelfo II II
Controllo di autoritàVIAF (EN33085650 · ISNI (EN0000 0000 2098 3818 · CERL cnp00627177 · LCCN (ENnr2005010908 · GND (DE129754129 · WorldCat Identities (ENlccn-nr2005010908