Valpolicella (vino)

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Valpolicella
Dettagli
StatoBandiera dell'Italia Italia
Resa (uva/ettaro)120 q
Resa massima dell'uva70,0%
Titolo alcolometrico
naturale dell'uva
10,0%
Titolo alcolometrico
minimo del vino
11,0%
Estratto secco
netto minimo
18,0‰
Riconoscimento
TipoDOC
Istituito con
decreto del
27/12/1990  
Gazzetta Ufficiale del14/05/1991,
n 111
Vitigni con cui è consentito produrlo
[senza fonte]

Il Valpolicella è un vino rosso a Denominazione di Origine Controllata (DOC) prodotto nella provincia di Verona.
La Denominazione di Origine Controllata è stata autorizzata con D.P.R. 21 agosto 1968, successivamente modificato con D.M. 12 marzo 2003.[1]

Il territorio

Zona di produzione del Valpolicella e del Valpolicella classico, nella provincia di Verona

L'area del vino Valpolicella DOC è su 19 comuni del nord della provincia di Verona. Due specificazioni sono su aree più ristrette, una geografica, Valpantena per i vini prodotti in quella valle e Classico per i vini prodotti nella zona originaria dei comuni di Negrar, Marano di Valpolicella, Fumane, Sant'Ambrogio di Valpolicella e San Pietro in Cariano. Gli altri comuni, tutti veronesi sono: Dolcè, Verona, San Martino, Lavagno, Mezzane, Tregnago, Illasi, Colognola, Cazzano, Grezzana, Pescantina, Cerro, San Mauro e Montecchia.

Cenni storici

Dal medesimo territorio, in età romana e preromana veniva prodotto un vino dal nome Retico. Era prerogativa della coltivazione di due popoli locali, i Reti (la propaggine più a sud) e gli Arusnati. Il vino veniva servito alla corte dell'imperatore e fu celebrato da più scrittori: Plinio, Virgilio, Marziale e Svetonio.

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente la conservazione della viticoltura fu garantita dall'opera meritoria dei monaci di San Colombano, che introdussero il nuovo tipo di vinificazione odierna in uso ai popoli celtici, che producevano vini leggeri e dissetanti[2] e li conservavano in botti di legno[3]. Avevano operato in tal senso fin dal VI secolo in tutta la Francia merovingia iniziando dall'abbazia matrice di Luxeuil, dall'epoca longobarda opereranno anche nel centro-nord Italia dal VII secolo, e soprattutto in epoca carolingia, facendo della potente Abbazia matrice di Bobbio (attivissimo centro di evangelizzazione e di rinascita agricola sotto la protezione del Papa), fondata in epoca dal santo abate irlandese Colombano nel 614, un centro monastico di primaria importanza europea per tutto il medioevo grazie al suo ricco e vasto feudo reale ed imperiale monastico.

La composizione

Il Valpolicella è un vino che nasce da una miscela di uve di vitigni diversi, la più importante è la Corvina presente in misura dal 45 al 95%, in dialetto locale è chiamata anche Cruina o semplicemente Corvina. Essenziali sono anche le uve Rondinella, dal 5 al 30%, mentre non lo sono più quelle di Molinara che è uscita dal disciplinare ma resta comunque tra quelle permesse. Altre uve non essenziali alla miscela per avere la denominazione, ma che possono essere presenti fino ad un massimo complessivo del 25% (e un massimo del 10% ognuno) sono quelle provenienti da vitigni della zona come Negrara, Forselina e Oseleta. È possibile inoltre utilizzare il Corvinone nella misura massima del 50% in sostituzione della Corvina.

Le caratteristiche

Il colore è rosso rubino carico, il profumo vinoso, gradevole, caratteristico, che ricorda talvolta le mandorle amare, il sapore asciutto o vellutato, di corpo, amarognolo, sapido armonico.

Le uve destinate alla vinificazione devono avere una gradazione minima alcolica naturale di 10°, con una tolleranza di mezzo grado.

Le denominazioni

Il Valpolicella riceve la denominazione di:

Veduta da Castelrotto (San Pietro in Cariano) con vitigni ed uliveti verso: Pedemonte, Arbizzano e Montericco
  • Valpantena se prodotto nella sottozona comprendente la valle Valpantena
  • Superiore se l'affinamento in botte avviene per un minimo di 12 mesi a partire dal 1º gennaio successivo alla vendemmia e il grado alcolico risulta essere al consumo superiore al 12%.
  • Ripasso se il vino prima dell'affinamento in botte viene ripassato attraverso le vinacce di recioto o amarone precedentemente pressate acquistando corpo, gusto e grado.

Quindi possiamo avere:

Altri vini importanti della zona sono Il Recioto e l'Amarone che pur avendo una denominazione propria derivano dalle uve del Valpolicella. Per la loro produzione le uve sono sottoposte a parziale appassimento fino a 4 mesi su graticci di bambù quindi con pressatura a febbraio inoltrato e successivo affinamento in botte per un minimo di 2 anni a partire dal 1º gennaio successivo alla vendemmia.

Accostamenti culinari

Il Valpolicella è adatto per carni bianche e formaggi e per ogni occasione, il Valpolicella Superiore, vino nobile, è adatto a selvaggina ed arrosti.

Note

  1. ^ DECRETO: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
  2. ^ Federico Fiandro, La storia del vino in Canavese pag. 9, Grafica Santhiatese, 2003
  3. ^ Strabone, 5, 1, 12)

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