Museo della Pieve di San Giorgio di Valpolicella e Museo archeologico
Museo della Pieve di San Giorgio di Valpolicella e Museo archeologico | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Sant'Ambrogio di Valpolicella |
Indirizzo | Piazza della Pieve - San Giorgio |
Coordinate | 45°32′07″N 10°51′00″E / 45.535278°N 10.85°E |
Caratteristiche | |
Tipo | archeologia e etnografico |
Istituzione | 1992 |
Apertura | 1992 |
Il museo della Pieve di San Giorgio di Valpolicella e Museo archeologico è un piccolo museo situato a Sant'Ambrogio di Valpolicella, nella frazione di San Giorgio situato di fianco all'omonima pieve.
Esso compendia sia di un museo etnografico, istituito negli anni settanta, che documenta le attività e le tradizioni locali e al cui interno è allestita una cucina tipica della Valpolicella, sia di un museo archeologico, inaugurato nel 1992, in cui sono esposti manufatti ritrovati in loco come are e iscrizioni romane, sculture e rilievi longobardi e carolingi e oggetti d'arte di svariate epoche[1].
La realizzazione del museo, il dissotterramento di alcuni reperti archeologici e la sistemazione dell'area è stata curata da Libero Cecchini insieme ai collaboratori Luciano Zinnamosca e Claudio Sandri, grazie al contributo finanziario della Banca Popolare di Verona[2][3]. Il progetto consistette nella realizzazione di due spazi espositivi contigui che l'architetto veronese cercò di integrare con le preesistenze architettoniche e ambientali: una copertura a protezione degli scavi archeologici dietro l'abside orientale e un breve percorso museale nei locali sul fianco settentrionale della pieve, dove sono esposti i reperti romani e paleocristiani rinvenuti[4].
L'intervento più interessante è quello a protezione degli scavi archeologici, che vennero coperti da una sequenza di quattro piastre sovrapposte, che vanno a formare una serie di terrazzamenti che permettono ai visitatori, nella visione dall'esterno, di percepire integralmente lo spazio archeologico sottostante, e, nella visione dall'interno, di affacciarsi verso la valle e godere del paesaggio. La connessione tra i diversi livelli è garantita da brevi rampe scale e bassi muri in pietra realizzati secondo tecniche costruttive locali.[5]
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Barbara Bogoni, Libero Cecchini. Natura e archeologia al fondamento dell'architettura, Firenze, Alinea, 2009, pp. 430-437, ISBN 978-88-6055-439-0.
- Margherita Bolla, La chiesa di San Giorgio di Valpolicella, Pro loco San Giorgio di Valpolicella, 1999. ISBN non esistente
- Eugenio Cipriani, Escursioni in Valpolicella, Verona, Cierre, 1991, ISBN 88-85923-22-4.
- Giuseppe Silvestri, La Valpolicella, Centro di documentazione per la storia della Valpolicella, 1950. ISBN non esistente