Seek & Destroy

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Seek & Destroy
ArtistaMetallica
Autore/iJames Hetfield, Lars Ulrich
GenereSpeed metal
Thrash metal
Pubblicazione originale
IncisioneKill 'Em All
Data25 luglio 1983
EtichettaMegaforce Records
Durata6:54

Seek & Destroy è un brano del gruppo musicale statunitense Metallica, nona traccia del primo album in studio Kill 'Em All, pubblicato il 25 luglio 1983.

Si tratta di uno dei primi brani del gruppo registrati in studio e fu pubblicato per la prima volta nel demo No Life 'Til Leather.[1]

La canzone viene proposta nei concerti del gruppo sin dal loro debutto nel 1982 ed è il brano di chiusura dei concerti dei Metallica dal Madly in Anger with the World Tour.[2][3][4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il brano tratta del bisogno di uccidere, riferito non ad uccisioni ingiustificate ma quale vendetta contro qualcuno che merita di morire. Lars Ulrich affermò che Seek & Destroy è stata influenzata principalmente da Dead Reckoning dei Diamond Head,[5] mentre i primi tre "mini assoli" sono invece una diretta derivazione del brano Princess of the Night dei Saxon.[6][7]

Nel documentario Metallica: Some Kind of Monster del 2004 il brano viene utilizzato come sottofondo durante la narrazione dei momenti più importanti dei primi anni di carriera dei Metallica.

Nella classifica dei "migliori 10 brani di tutti i tempi dei Metallica" stilata da AOL Radio, il brano si è classificato al quarto posto[8]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Cover[modifica | modifica wikitesto]

La canzone è stata oggetto di numerose reinterpretazioni:

In studio[modifica | modifica wikitesto]

  • 1998: Rage in Eden (Dreams)[9]
  • 1998: Birmingham 6 (Blackest Album: An Industrial Tribute to Metallica)[10]
  • 1999: Nukes (Phantom Lords: A Tribute to Metallic [German])[9]
  • 2000: The Suspects (Panic Button! and Ska Chartbusters)[10]
  • 2000: Mornaland (Metal Militia: A Tribute to Metallica, Vol. 3)[10]
  • 2000: Angel Theory *(The Blackest Album, Vol. 4: An Industrial Tribute)[10]
  • 2000: Shandon (Fetish)
  • 2001: Agent Orange (Punk Tribute to Metallica)[10]
  • 2002: Powerbook Army (Metalliclash: Tribute to Metallica)[10]
  • 2003: Birmingham 6 (Anthrax and the History of Thrash Metal)[10]
  • 2003: Primal Fear (The Tribute to The Four Horsemen)[10]
  • 2003: Divine Ruins (Metallica Tribute: None Blacker)[10]
  • 2004: Acid Drinkers (15 Screwed Years)[10]
  • 2004: Agent Orange (World's Greatest Metallica Tribute)[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Metallica - No Life 'til Leather, su Encyclopaedia Metallum.
  2. ^ (EN) Ben Ratliff, Some Kind of Refined Monster, su The New York Times, 29 agosto 2008. URL consultato il 27 maggio 2010.
  3. ^ Whitney Pastorek, Bonnaroo 08: My Morning Friday, su popwatch.ew.com. URL consultato il 27 maggio 2010.
  4. ^ (EN) Dave McKenna, Metallica, Still Putting the Pedal to the Metal, su Washington Post, 17 gennaio 2009. URL consultato il 27 maggio 2010.
  5. ^ (EN) Mark Putterford, Metallica: In Their Own Words, Omnibus Press, 2000, ISBN 0-7119-8440-9.
  6. ^ (EN) Jeff Kitts, Through the Past Darkly, su Guitar World, ottobre 1991, p. 83.
  7. ^ (EN) Song Info - Seek & Destroy, su encycmet.com. URL consultato il 28 maggio 2010 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2010).
  8. ^ (EN) Serena Raymond, 10 Best Metallica Songs, su AOLRadioBlog.com, giugno 2009. URL consultato il 27 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2019).
  9. ^ a b (EN) James Hetfield, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 27 marzo 2010.
  10. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Metallica, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 27 marzo 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Malcolm Dome, Mick Wall, The Complete Guide to the Music of Metallica, Omnibus Press, 1996, ISBN 978-0-7119-4902-7.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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