Samuele di Bulgaria
Samuele | |
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Zar di Bulgaria | |
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In carica | 987 – 6 ottobre 1014 |
Predecessore | Romano |
Successore | Gavril Radomir |
Nascita | X secolo |
Morte | Prilep, 6 ottobre 1014 |
Dinastia | Cometopuli |
Padre | Nicola |
Samuele di Bulgaria (in bulgaro Самуил, Samuil; X secolo – Prilep, 6 ottobre 1014) è stato uno zar di Bulgaria. Regnò de jure dal 987 fino alla sua morte.
Fu in grado di espandere il suo impero dalle coste albanesi fino all'odierna Macedonia, Grecia e Bulgaria. La capitale del suo regno fu dapprima Prespa e poi Ocrida (Ohrid in macedone) situata sull'omonimo lago che si trova oggi nella Repubblica di Macedonia.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Inquadramento storico e primi anni[modifica | modifica wikitesto]
Intorno al 971 l'imperatore bizantino Giovanni I Zimisce aveva condotto una vittoriosa campagna militare contro la Bulgaria, riuscendo a sottometterla e deportandone lo zar Boris II ed il fratello Romano a Costantinopoli come prigionieri.
Alla morte di Giovanni, avvenuta nel 976, nell'impero si ebbe una crisi di successione che sfociò in una lunga guerra civile. Favorita dalle difficoltà bizantine, nei territori macedoni scoppiò una rivolta, capeggiata dai quattro figli di Nicola: questi era un governatore provinciale – o komes - della Macedonia, e per questo motivo i suoi figli vennero soprannominati Cometopuli, cioè "figli del komes".
Boris II - che nonostante la sua prigionia a Costantinopoli manteneva de jure la carica di zar di Bulgaria - venne a sapere della rivolta scoppiata nella loro patria. Insieme al fratello Romano riuscì a fuggire da Costantinopoli per tentare di tornare su trono bulgaro; solo Romano riuscì a tornare vivo in patria, ma non poté avanzare pretese al trono poiché evirato dai Bizantini.
Durante la rivolta vennero uccisi due dei quattro Cometopuli; dei due sopravvissuti il minore, Samuele, in tempi successivi provocò la morte del fratello rimasto, eliminando così l'ultimo ostacolo alla sua ascesa al trono di Bulgaria[1].
Samuele non era ancora zar quando iniziò ad espandere i confini bulgari a sud, a scapito dell'Impero bizantino: dapprima colpì il territorio di Tessalonica, poi si spinse in Tessaglia, dove assediò e prese Larissa tra il 985 ed il 986.
Nel frattempo, il giovane e legittimo imperatore bizantino Basilio II aveva avuto ragione dei suoi avversari nella successione al trono e ben presto reagì alla caduta di Larissa cercando di prendere Serdica (l'odierna Sofia). Purtroppo per Basilio il tentativo fallì e l'esercito bizantino venne sconfitto durante la ritirata, nell'agosto del 986: con questo pretesto la fazione bizantina a lui ostile innescò un'altra guerra civile[2].
Zar di Bulgaria e declino[modifica | modifica wikitesto]

Così, nel 987 Samuele assunse il titolo di zar di Bulgaria (anche se de facto egli regnava già da circa una decina d'anni); in seguito ripristinò il Patriarcato bulgaro che era stato soppresso da Giovanni I Zimisce. Nel 989, però, l'ormai capace Basilio II uscì vincitore definitivo della guerra civile e si volse quindi contro i Bulgari[3]. Nel 991 l'imperatore bizantino si fece strada in Macedonia dove battagliò con Samuele, che poté abbassare la guardia solo nel 995 allorquando Basilio dovette recarsi nel fronte orientale ove i Fatimidi minacciavano le città siriane.
Con Basilio II lontano, Samuele attaccò la Grecia fino al Peloponneso ma nel 997 venne attaccato, sconfitto e ferito durante il ritorno dal generale bizantino Niceforo Urano. Pare comunque che nei tempi successivi Samuele sia riuscito a conquistare la Rascia e la Doclea, sottomettendone il sovrano Jovan Vladimir; quest'ultimo divenne vassallo dello zar bulgaro il quale le diede in sposa una figlia[4].
Samuele si ritrovò dinnanzi Basilio II nel 1001; questa volta però l'imperatore bizantino poté dedicarsi alla guerra bulgara senza distrazioni, preparando con cura una grande campagna di conquista che diresse personalmente. Questi attaccò la regione di Serdica per poi dirigersi verso la Macedonia dove prese Berea e Servia, riconquistò le zone della Tessaglia occupate dai Bulgari nel 986, e prese Vodena.
Samuele dovette rendersi conto della superiorità militare bizantina e del genio tattico di Basilio, temprato da molte battaglie contro Bulgari, Fatimidi e gli stessi Bizantini. A nulla valse la presa di Adrianopoli da parte dello zar bulgaro, poiché ciò non distrasse Basilio dagli obiettivi che si era prefissato.
Quando nel 1004 anche Skopje venne conquistata dai Bizantini, l'impero bulgaro di Samuele era più che dimezzato rispetto alla sua massima estensione: ai continui successi militari bizantini si aggiunsero defezioni e voltafaccia dei suoi sottoposti (come nel caso di Durazzo, che passò dalla parte bizantina nel 1005)[5].
Il combattimento definitivo avvenne però solamente nel 1014, dopo un periodo di cui poco si sa: tragica fu la sconfitta bulgara nella battaglia di Kleidion, dove Samuele riuscì a fuggire a Prilep ma, oltre ai molti caduti, ci furono 14 000 prigionieri. Fu allora che l'imperatore bizantino ordinò il famoso gesto che molto contribuì a farlo ricordare come Basilio II Bulgaroctono, cioè "il massacratore di Bulgari": i 14 000 prigionieri vennero divisi in gruppi di 100 ed accecati tutti, tranne uno per gruppo a cui venne mantenuto un solo occhio per guidare i propri 99 accecati a Prilep.
Quando Samuele vide l'orrendo spettacolo svenne, per poi morire due giorni dopo, il 6 ottobre 1014; ciò che rimaneva del suo impero, ereditato dal figlio Gavril Radomir e da altri deboli successori, non gli sopravvisse che per quattro anni[6].
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Georg Ostrogorsky, Storia dell'impero bizantino, Torino, Einaudi, 1993.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Guerre bulgaro-bizantine
Primo impero bulgaro
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Samuele di Bulgaria
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Samuele, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Samuele di Bulgaria, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 89426335 · ISNI (EN) 0000 0000 7820 8232 · CERL cnp00550876 · LCCN (EN) n87849221 · GND (DE) 119238829 · J9U (EN, HE) 987007323080805171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n87849221 |
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