Cyprinus carpio

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Carpa
Carpa comune, Cyprinus carpio
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Osteichthyes
Classe Actinopterygii
Sottoclasse Neopterygii
Infraclasse Teleostei
Superordine Ostariophysi
Ordine Cypriniformes
Sottordine Cyprinoidea
Famiglia Cyprinidae
Sottofamiglia Cyprininae
Genere Cyprinus
Specie C. carpio
Nomenclatura binomiale
Cyprinus carpio
Linnaeus, 1758
Sinonimi
  • Carpio carpio gibbosus
  • Carpio flavipinna
  • Carpio vulgaris
  • Cyprinus acuminatus
  • Cyprinus alepidotus
  • Cyprinus angulatus, Cyprinus atrovirens,
    Cyprinus bithynicus
  • Cyprinus carpio anatolicus,
    Cyprinus carpio aralensis,
    Cyprinus carpio brevicirri
  • Cyprinus carpio caspicus,
    Cyprinus carpio elongatus
  • Cyprinus carpio fluviatilis,
    Cyprinus carpio lacustris,
    Cyprinus carpio longicirri
  • Cyprinus carpio monstrosus,
    Cyprinus carpio oblongus,
    Cyprinus carpio specularis
  • Cyprinus chinensis, Cyprinus cirrosus,
    Cyprinus conirostris, Cyprinus coriaceus
  • Cyprinus elatus, Cyprinus festetitsii,
    Cyprinus flamm, Cyprinus fossicola
  • Cyprinus haematopterus,
    Cyprinus hungaricus,
    Cyprinus macrolepidotus
  • Cyprinus melanotus,
    Cyprinus nigroauratus,
    Cyprinus nordmannii, Cyprinus nudus
  • Cyprinus regina,
    Cyprinus regius, Cyprinus rex,
    Cyprinus rexcyprinorum,
    Cyprinus rondeletii
  • Cyprinus sculponeatus,
    Cyprinus specularis
  • Cyprinus thermalis
  • Cyprinus tossicole
  • Cyprinus viridescens
  • Cyprinus viridiviolaceus
  • Cyprinus vittatus
Sottospecie
  • C. c. carpio
  • C. c. communis

La carpa[1] (Cyprinus carpio), conosciuta anche come carpa comune, è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia dei Cyprinidae.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La forma selvatica della carpa comune si ritiene originaria delle regioni dell'Europa orientale a est fino alla Persia, all'Asia Minore e alla Cina. Secondo alcuni autori la specie è stata introdotta in Italia molti secoli fa dai Romani per l'allevamento[2], mentre secondo altri autori è stata introdotta soltanto in periodo tardo medioevale[3]. Oggi, anche a seguito di ripopolamenti, è possibile trovarla in tutta Europa nella quasi totalità delle acque dolci temperate. La carpa comune è stato uno dei primi pesci ad essere introdotto in altri paesi oltre a quello di origine. Di solito vive nei laghi, ma si adatta molto bene in qualsiasi habitat, anche in quelli soggetti a inquinamento organico: non disdegna neanche le acque più sporche. È inserita nella lista di cento specie invasive molto dannose.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo della carpa è lungo, ovaloide, con dorso convesso poco sopra la testa. Quest'ultima si presenta di forma triangolare, con muso poco appuntito. La bocca è protrattile ed è munita di 2 barbigli corti e carnosi e due barbigli più piccoli al di sopra. La pinna dorsale è lunga con 18-24 raggi, quella caudale (pinna di coda) è abbastanza grande; le pinne pettorali e ventrali hanno i lobi arrotondati. La coda è forcuta. La livrea è bruno-verdastra con riflessi bronzei su dorso e fianchi, giallastro sul ventre. Di lunghezza variabile tra i 30 e i 70 cm e peso compreso tra i 3 e i 40 kg. Eccezionalmente può superare i 40 kg di peso e i 130 cm di lunghezza. Si tratta di un pesce estremamente longevo e si stima possa arrivare a 40 anni di età.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una specie gregaria e vive in gruppi che possono arrivare anche alla decina di esemplari.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Onnivora, si ciba sia di organismi animali come insetti o lombrichi che di sostanze vegetali che trova sul fondo, nonché di qualsiasi tipo di detrito organico. Ricerca il cibo sul fondo, grufolando, mettendo il muso nel fango e aiutandosi con i due barbigli a localizzare il nutrimento. Durante la ricerca del cibo smuove molto materiale intorbidando l'acqua e facendo salire a galla bollicine di gas formatesi nel fondale.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Si riproduce in tarda primavera e inizio estate deponendo circa 200 000-300 000 uova.

Le uova vengono attaccate alle piante e si schiudono dopo 3-8 giorni.[4]

In questo periodo, si risveglia dall'inverno appena passato e si nutre in modo frenetico. Tale frenesia è dovuta anche all'energia che le carpe necessitano di accumulare per la riproduzione.

I banchi di carpe in questo periodo si spostano nelle acque basse presso le sponde, che sono più tiepide, vicino a canneti ed erbai dove possono nutrirsi facilmente e si riuniscono in superficie smuovendo l'acqua e producendo schizzi e spruzzi.

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

La carpa è uno dei pesci d'acqua dolce più insidiati dai pescatori sportivi a causa delle grandi dimensioni che può raggiungere e della strenua resistenza che oppone alla cattura.

Si pesca soprattutto con la tecnica della pesca a fondo che, quando viene impiegata per questo pesce, prende il nome di carpfishing; la pesca a fondo utilizza una varietà di esche, in genere vegetali, che vanno dal mais alla cosiddetta "polenta" alle più recenti e tecnologiche boiles, che sono utilizzate soprattutto nel carpfishing e che vengono innescate separatamente dall'amo, a una distanza di qualche centimetro. Viene anche pescata a galleggiante, all'inglese. Può essere pescata anche a spinning, utilizzando piccoli siliconici e testine piombate da 2 grammi, la particolarità di questa pesca sta nell'avvicinarsi in maniera molto silenziosa per non spaventare la preda e calare l'artificiale a circa 1 metro dalla sua bocca per stimolare la carpa all'attacco.

Importante è abituare il pesce alla nuova esca, gettando nel luogo prescelto grosse quantità dell'esca che s'impiegherà, qualche giorno prima dell'effettivo inizio della pesca.

In Italia e in Occidente, dato che la qualità delle carni in genere non è considerata eccelsa, gli esemplari catturati vengono spesso liberati adagiandoli su un materassino morbido per attutire gli urti dovuti allo sfregamento con il terreno e per non asportare il muco protettivo di cui sono rivestiti i pesci.

La carpa come alimento[modifica | modifica wikitesto]

Salată de icre
Carpa cucinata in foglie di banano (Indonesia)

Le carni della carpa sono buone, sapide, ricche di grassi insaturi. Il sapore è fortemente influenzato dall'ambiente in cui vive[5].

In Italia il consumo di carpa è specifico di alcune realtà gastronomiche locali, in particolare delle aree del nord del paese distanti dal mare e quindi tradizionalmente legate ai pesci d'acqua dolce (ad esempio le risaie tra Piemonte e Lombardia). La carpa avrebbe anche dato il nome ad un modo per cucinare e conservare il cibo con l'uso di aceto aromatizzato detto appunto carpione, utilizzato oltre che per il pesce anche per altri cibi come bistecchine di pollo o vitello, zucchine etc...[6].

Anche in molte altre parti del mondo le carni della carpa sono apprezzate e il loro utilizzo come alimento è parecchio diffuso; ad esempio in Europa centrale e orientale è regolarmente consumata, ma soprattutto in Estremo Oriente è largamente utilizzata per scopi alimentari, tanto da essere uno dei pesci maggiormente allevati nell'acquacoltura cinese.

Rinomata è la «Peitzer Karpfen», allevata nello stato del Brandeburgo, in Germania. Lo stock «Peitzer Karpfen» può essere ricondotto a una varietà sviluppata nel territorio di Peitz da un funzionario pubblico di nome Kuhnert alla fine del XIX secolo e che costituisce da allora una razza pura.

Lo stock è il risultato di un incrocio tra le specie galiziana, Holstein landrace e Lusaziana, che ha prodotto una varietà caratterizzata da rapida crescita e ottima resistenza alle malattie e alle condizioni atmosferiche avverse, nonché da un elevato contenuto di carne e da un gusto piacevole.[7]

Le uova di carpa (o a volte quelle di aringa) sono alla base della salată de icre, letteralmente "insalata di uova di pesce". Si tratta di una specialità romena che viene solitamente consumata spalmandola sul pane.[8]

Allergie alimentari[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Allergia alimentare.

Per la presenza della parvalbumina, una proteina, la carpa può essere causa di allergia alimentare[9][10][11] anche grave.

Varietà[modifica | modifica wikitesto]

Si distinguono tre varietà di carpa comune più altri due tipi di carpa assai rare:

  • comune o regina : con corpo completamente ricoperto di scaglie (raggiunge i 30 kg ed oltre).
  • specchio: con presenza di rade e grosse scaglie (di rado, ma può superare i 38 kg)
  • cuoio: completamente priva di scaglie (non supera i 20 kg);
  • carpa koi: carpa colorata utilizzata a scopo ornamentale in laghetti da giardino, molto popolare in Giappone;
  • fully scaled mirror: varietà molto rara, si distingue per le squame molto grosse dislocate in ordine sparso su tutto il corpo (non supera i 20 kg);
  • linear carp: variante rara della carpa a specchio, si riconosce per la lunga linea di grosse squame che attraversa il corpo (non supera i 20 kg);

Acquariofilia[modifica | modifica wikitesto]

La varietà colorata "koi" viene allevata e riprodotta con successo in grandi acquari e nei laghetti ornamentali.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mipaaf - Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it. URL consultato il 18 marzo 2018.
  2. ^ Eugene K. Balon, Origin and domestication of the wild carp, Cyprinus carpio: from Roman gourmets to the swimming flowers, in Aquaculture, vol. 129, n. 1-4, 1995-01, pp. 3–48, DOI:10.1016/0044-8486(94)00227-f. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  3. ^ Richard Hoffmann, An Environmental History of Medieval Europe, Cambridge University Press, pp. xviii–xviii, ISBN 978-1-139-05093-7. URL consultato il 23 giugno 2021.
  4. ^ Alessandro Minelli, Il grande dizionario illustrato degli animali, Firenze, Edizioni primavera, 1992, p. 83, ISBN 8809452445.
  5. ^ Poma M.P., Bocchi G.D. (1987). Come cucinare il pesce d'acqua dolce. Editoriale Olimpia..
  6. ^ Luigi Bruni, Il manuale dell'abbinamento cibo-vino: storia, tecniche di degustazione, ricette. Con esercitazioni e schede di analisi sensoriale, Hoepli, 2015.
  7. ^ Pubblicazione di una domanda di registrazione di un nome ai sensi dell’articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, su eur-lex.europa.eu.
  8. ^ ROMANIAN FISH ROE DIP-SALATA DE ICRE, pagina web di Denni Engelen su www.notonlycooking.com (consultato nel settembre 2014)
  9. ^ (EN) G.M. Liu et al., Purification andcharacterization of parvalbumins from silver carp (Hypophthalmichthy molitrix), in J Sci Food Agric, vol. 90, n. 6, 2010, pp. 1034-40, PMID 20355144.
  10. ^ (EN) D.G. Ebo et al., Monosensitivity to pangasius and tilapia caused by allergens other than parvalbumin, in J Investig Allergol Clin Immunol, vol. 20, n. 1, 2010, pp. 84-8, PMID 20232779.
  11. ^ (EN) M.F. Jeebhay, Cartier, A., Seafood workers and respiratory disease: an update, in Curr Opin Allergy Clin Immunol, vol. 10, n. 2, 2010, pp. 104-13, PMID 20179585.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stefano Porcellotti, Pesci d'Italia, Ittiofauna delle acque dolci, Edizioni PLAN, 2005
  • S. Zerunian, Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Edagricole, 2002
  • S. Bruno e S. Maugeri, Pesci d'acqua dolce, atlante d'Europa, Mondadori, 1992
  • (EN) M. Kottelat & J. Freyhof, Handbook of European Freshwater Fishes, Publications Kottelat, Cornol (CH), 2007

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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