Controgambetto Albin

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Controgambetto Albin
abcdefgh
8
a8 torre del nero
b8 cavallo del nero
c8 alfiere del nero
d8 donna del nero
e8 re del nero
f8 alfiere del nero
g8 cavallo del nero
h8 torre del nero
a7 pedone del nero
b7 pedone del nero
c7 pedone del nero
f7 pedone del nero
g7 pedone del nero
h7 pedone del nero
d5 pedone del nero
e5 pedone del nero
c4 pedone del bianco
d4 pedone del bianco
a2 pedone del bianco
b2 pedone del bianco
e2 pedone del bianco
f2 pedone del bianco
g2 pedone del bianco
h2 pedone del bianco
a1 torre del bianco
b1 cavallo del bianco
c1 alfiere del bianco
d1 donna del bianco
e1 re del bianco
f1 alfiere del bianco
g1 cavallo del bianco
h1 torre del bianco
8
77
66
55
44
33
22
11
abcdefgh
Mosse1.d4 d5
2.c4 e5
Codice ECOD08-D09
OrigineSalvioli - Cavallotti Milano, 1881
Origine del nomeAdolf Albin
Evoluzione diGambetto di donna

Il controgambetto Albin è un'apertura scacchistica – variante del gambetto di donna – caratterizzata dalle mosse:

  1. d4 d5
  2. c4 e5

Sebbene questa apertura sia stata giocata per la prima volta – in un torneo importante – da Mattia Cavallotti contro Carlo Salvioli nel campionato italiano Milano nel 1881, essa prende il nome da Adolf Albin, il quale la giocò contro Lasker nel 1893 a New York. Difesa inusuale al gambetto di donna, giocata raramente dai grandi maestri, il controgambetto Albin sembra migliore della reputazione di cui gode.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La paternità teorica di questa apertura è attribuita a Serafino Dubois il quale, in uno scritto del 1872, ne diede alcune analisi con il commento: «è una mia scappata, e la do per quel che vale» [1]. La prima partita di cui si ha notizia in un torneo importante è stata la Carlo Salvioli - Mattia Cavallotti nel campionato italiano di Milano nel 1881.
Fu alla fine del XIX secolo che il controgambetto Albin prese a fare le sue prime apparizioni. Suo propugnatore fu il rumeno-austriaco Adolf Albin, uno dei rappresentanti della scuola di scacchi viennese del secondo Ottocento; questi la giocò contro Lasker nel torneo di New York 1893, classificandosi al secondo posto (Lasker vincerà con 13/13).

Questo gambetto ha conosciuto solo sporadiche apparizioni nelle competizioni ad alto livello. Purtuttavia, è stato adottato qualche volta anche da campioni come il già menzionato Lasker (contro Hodges a Cambridge Springs 1905), Alechin (due volte a San Pietroburgo nel 1914), Tarrasch, Réti, Vidmar, Boris Kostić (con essa, egli sconfisse anche Miguel Najdorf), e da altri scacchisti.
Tra i teorici che eseguirono ricerche su questo impianto va ricordato Ernst Grünfeld, il quale sostenne la tesi dell'improponibilità del controgambetto. Per contro, il GM russo Leŭ Paluhaeŭski, in una monografia sul gambetto di donna, riconosce che il Nero può ottenere con esso notevoli possibilità di controgioco.

Recentemente, tale apertura è stata rivalutata in seguito alla sua adozione in alcune partite da parte del GM russo Aleksandr Morozevič, considerati i diversi successi da questi ottenuti. Anche Hikaru Nakamura e Rustam Qosimjonov (che su di essa ha pubblicato un libro) la hanno giocata qualche volta.

Analisi[modifica | modifica wikitesto]

La continuazione usuale è 3. dxe5 d4: in cambio del pedone sacrificato, il Nero ottiene un cuneo centrale in d4, con alcune possibilità di attacco. Spesso il Bianco prova a restituire il pedone al momento opportuno per poter ottenere un vantaggio posizionale.

Il pedone nero in d4 è più forte di quanto sembri. L'imprecisa spinta 4. e3? può portare alla cosiddetta 'trappola Lasker' [2]: dopo 4…Ab4+ 5. Ad2 dxe3! 6. Axb4?? exf2+ 7. Re2 fxg1=C!+ (la promozione a Donna dà solo la parità), e il Nero si trova in una posizione di vantaggio. Il Bianco deve perciò giocare 6. fxe3; ma dopo 6...Dh4+, il Nero ha comunque un forte attacco. Fra l'altro, la trappola Lasker è degna di nota perché è raro vedere una promozione già alla settima mossa – per giunta da parte del Nero e a pezzo minore.

La continuazione usuale è invece 4. Cf3 Cc6 (4…c5 5. e3: il Bianco non subisce più lo scacco di alfiere), e ora le opzioni primarie del Bianco sono a3, Cbd2 e g3. Probabilmente, il tentativo più vantaggioso consiste nel fianchettare l'alfiere di re con 5. g3 (considerata la variante principale), seguita da Ag2 e Cbd2; dal canto suo, il Nero opterà spesso per l'arrocco lungo. Una continuazione tipica è 5. g3 Ae6 6. Cbd2 Dd7 7. Ag2 0-0-0 8. 0-0 Ah3.

Nella "variante Spasskij" [3] il Bianco gioca 4. e4 per ottenere un vantaggio legato al fatto che la cattura en passant deve essere fatta immediatamente dopo la spinta del pedone avversario. Così, dopo 4…Ab4+ 4. Ad2, la cattura en passant …dxe3 non è più attuabile.

Partite Notevoli[modifica | modifica wikitesto]

Codici ECO[modifica | modifica wikitesto]

  • D08  1. d4 d5 2. c4 e5
  • D09  1. d4 d5 2. c4 e5 3. dxe5 d4 4. Cf3 Cc6 5. g3

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia degli scacchi in Italia, di Chicco e Rosino, pag. 202.
  2. ^ Lasker la giocò in diverse partite informali
  3. ^ Spasskij adottò 4. e4 con successo contro Mikėnas e Beljavs'kyj.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Paul Lamford, The Albin Counter-Gambit, Batsford, 1983
  • (EN) Eric Schiller, How to Play the Albin Counter-Gambit, Chess Enterprises, 1991
  • (DE) Aleksander Raetzki, Maxim Tschetwerik, Albins Gegengambit, Kania, 1998
  • (EN) Susan Polgar, The Albin Countergambit, articolo su Chess Life, 2005
  • (IT) Claudio Pantaleoni, Il Controgambetto Albin, LE DUE TORRI, 2012

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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