Neopaganesimo

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Disambiguazione – Se stai cercando le religioni pagane nella loro forma antica, vedi Paganesimo.
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Il pentacolo.

Con i termini Neopaganesimo o Paganesimo moderno, si fa riferimento ad un insieme eterogeneo di religioni emerse in particolare durante gli ultimi decenni in Occidente, il cui credo è considerabile una continuazione diretta delle antiche religioni pagane (un revival), nel caso delle correnti gentili, o ispirato ad esse ma a tutti gli effetti nuovo, nel senso comunemente attribuito al termine. Questo secondo caso è quello del Neopaganesimo eterodosso. Il termine Neopaganesimo, è accettato dalla maggior parte delle comunità, sebbene quelle di matrice ortodossa preferiscano che la loro religione venga designata con il termine originale Paganesimo, privato del prefisso neo, o in certi casi con il termine Gentilismo. Questo essenzialmente per garantire una continuità anche terminologica in riferimento al Paganesimo antico, e parallelamente per dare una distinzione più marcata dai neopagani eterodossi. Tutte le religioni neopagane sono ad ogni modo accomunate da alcuni fattori, che ricadono in particolare in campo etico: il rispetto della natura in quanto sacra e l'ecologia, derivata dal primo aspetto, sono due dei punti più preminenti all'interno dell'espressione religiosa pagana moderna.

Etimologia del nome

Il termine Neopaganesimo deriva ovviamente da Paganesimo con l'aggiunta del prefisso neo, traducibile come nuovo in lingua greca. Paganesimo deriva a sua volta da pago, una particolare forma amministrativa dello Stato romano, che permetteva ai centri lontani e quindi poco raggiungibili una maggiore autonomia politica. L'espressione pagano nacque dunque con un'accezione negativa: designava coloro che, come gli abitanti dei paghi, entravano difficilmente in contatto con il mondo cittadino, e quindi con le correlate novità culturali e politiche. Tali genti, etichettate quali pagane venivano di fatto insultate, considerandole campagnole, rozze e ignoranti.

Il termine fu utilizzato dai primi cristiani per indicare proprio gli abitanti dei paghi, che, in quanto lontani dai centri, tendevano a mantenere vive le loro antiche tradizioni religiose, dato che il Cristianesimo cominciò a diffondersi a partire dai grandi centri cittadini. Il termine perse via via le eventuali accezioni civiche e assunse un significato unicamente religioso, indicando in generale tutti coloro che si rifiutavano di convertirsi forzatamente al Cristianesimo, nel momento in cui quest'ultimo divenne religione di Stato, e fu proibita e perseguitata qualsiasi altra fede religiosa. Originariamente erano inclusi in questo gruppo tutti i fedeli a qualsiasi religione che non fosse il Cristianesimo: il termine venne in, epoca più tarda, utilizzato anche per indicare gli islamici e, in misura minore, gli ebrei, nonché gli aderenti alle religioni orientali.

In tempi recenti l'utilizzo generalizzante del termine pagano è andato via via sfumando, perdendo anche le connotazioni dispregiative. Oggi il nome di Paganesimo viene utilizzato per indicare unicamente le religioni precristiane dell'area europea e americana, e le relative continuazioni moderne. La tendenza generale tra le varie comunità pagane del mondo contemporaneo è quella di usare i termini Paganesimo e Neopaganesimo in modo interscambiabile, sebbene il primo indichi prevalentemente le antiche generazioni di pagani, mentre il secondo, dotato di prefisso neo, venga utilizzato per indicare le generazioni moderne che si sono riavvicinate alla spiritualità pagana.

Storia

Periodo precristiano

Il Paganesimo ha origini antichissime; in quanto appartenente al gruppo delle religioni indoeuropee la sua comparsa va rintracciata in una fusione tra tali sistemi teologici e le tradizioni animistiche preistoriche europee e americane. Da questa unione ebbero origine le spiritualità tipiche dell'Occidente classico, caratterizzate da rituali misterici, fiorente organizzazione sacerdotale e ricche mitologie, metafore simboliche della natura profonda del mondo divino nonché spiegazioni sulla natura del cosmo.

Giuliano (360 - 363), imperatore che tentò di salvare il Paganesimo dalla soppressione perpetuata ormai da secoli dai cristiani.

Con la nascita del Cristianesimo e la sua imposizione, ebbe inizio la sistematica distruzione di tutte le religioni pagane. Le manovre volte a screditare la religiosità originale su cui da secoli si basava tutto il pensiero scientifico, sociale e filosofico dell'Occidente furono subdole e minarono il Paganesimo dall'interno. La Chiesa cristiana operò un'imponente azione di oscurantismo, attraverso la quale procedette alla destituzione di qualsiasi organizzazione pagana, tempio, accademia filosofica, nonché all'eliminazione di qualsiasi opera artistica e letteraria. Gli agiografi cristiani realizzarono scritti in cui venivano esaltate le gesta della Chiesa e del popolo cristianizzato, spesso sottolineandone la presunta condizione di vittime (esempi di questo atteggiamento sono rintracciabili in alcuni tra i tanti episodi, come in quello della distruzione del Serapeo, della Biblioteca di Alessandria e in quello dell'eliminazione della filosofa Ipazia). Parallelamente alla soppressione fisica del Paganesimo, il Cristianesimo ne oscurò anche tutti gli aspetti teologici e filosofici, presentandolo come un insieme di illogiche superstizioni e miti senza significato.

«Sotto il mio regno i pagani potranno tenere nuovamente i loro incontri, e offrire preghiere secondo il loro uso. Nel futuro tutte le genti vivranno in armonia, l'uomo sarà guidato dal pensiero e dalla razionalità; non dalla violenza, dagli insulti e dalle punizioni corporali.»

Un solo imperatore, Giuliano, dopo l'abilitazione del Cristianesimo voluta da Costantino, tentò di riproporre il Paganesimo nella sua integrità e coerenza. Originariamente cristiano, si convertì alla religione pagana e diede a quest'ultima il nome di Ellenismo (nell'antichità il Paganesimo non ebbe mai un nome ufficiale); tentò di organizzarlo in modo simile al Cristianesimo, con un'istituzione centrale e un atteggiamento universalistico. Realizzò anche alcune opere letterarie nelle quali dimostrava l'atteggiamento aggressivo assunto dai cristiani e operava un confronto tra le due religioni antagoniste, difendendo il Paganesimo e mettendone in luce la profondità spirituale. Come altri grandi pensatori del passato anche Giuliano definì il Paganesimo come la religione della ragione e della logica, in confronto al Cristianesimo, religione illogica e unicamente fideistica. Fu un imperatore dalla forte personalità, guidato da un animo illuminato: voleva innanzitutto la pace, la quale passava attraverso la sconfitta dell'ipocrisia. Non si dedicò solo alla restaurazione del Paganesimo ma legittimò anche l'Ebraismo e tutte le nuove correnti cristiane che la Chiesa aveva condannato come eretiche: recatosi sul luogo dove un tempo sorgeva l'antico Tempio di Gerusalemme, ne ordinò la ricostruzione, che tuttavia non fu mai portata a termine. Il progetto di Giuliano non ebbe alcun esito, innanzitutto a causa del brevissimo periodo di tempo durante il quale l'imperatore rimase in carica, in secondo luogo per il fatto che la Chiesa fosse ormai un organo potente ed incontrastabile, che non esitò nell'annullare ogni tipo di riforma religiosa proposta nel periodo di carica dell'imperatore.

Periodo postcristiano

Durante la cristianizzazione, la religione cristiana assorbì molti elementi pagani, tutt'oggi visibilmente presenti in particolare nel Cattolicesimo, come il culto dei Santi (spesso cristianizzazioni delle divinità pagane) o il culto mariano, che molti studiosi ricollegano al culto della Dea Madre e in particolare della divinità kemetica Iside, dalla quale l'iconografia della Madonna assorbì molte caratteristiche. Tuttavia, fu soltanto durante l'Alto Medioevo che, in particolare con la scolastica, si diffuse un certo interesse per la cultura classica. Tommaso d'Aquino tentò una fusione tra i concetti della filosofia e cosmologia grecoromana con il Cristianesimo. Nel Rinascimento la mitologia antica iniziò ad essere materia di studio, ma si trattava ancora di uno studio basato sull'interpretazione cristiana e sulla considerazione dei miti come favole senza significati occulti; tuttavia parallelamente stava nascendo tuttavia una nuova forma di filosofia, basata sull'interpretazione mistica della natura, che tendette a staccarsi dalla filosofia rigidamente fondata sui dogmi cristiani per abbracciare gli studi macici ed esoterici che stavano esercitando un certo interesse. Ricomparvero le concezioni immanentistiche del divino, oltre che nuove teorie e studi sull'universo. Esponenti come Giordano Bruno, spesso condannati al rogo per le loro idee, furono tasselli fondamentali per la formazione di una filosofia naturalistica e in un certo senso paganeggiante.

Le prime forme di Neopaganesimo propriamente detto, accompagnato da una riscoperta delle teologie e cosmologie precristiane, si presentarono nel Romanticismo del XIX secolo, con una riscoperta del Paganesimo norreno in particolare, sebbene ancora prima, nel 1792, vada collocata la nascita della prima organizzazione neopagana druidica. Il nord Europa, particolarmente l'Inghilterra, fu la culla della riscoperta pagana, e il luogo dove si gettarono le prime basi per la nascita del Paganesimo moderno. In questo periodo vanno collocati tutti i tentativi di emersione di varie organizzazioni a carattere occultistico, spesso pubblicizzate da una schiera di appassionati artisti e scrittori, come William Butler Yeats, Maud Gonne, Arthur Edward Waite, e Aleister Crowley. Questi personaggi tentarono piuttosto un sincretismo tra gli antichi saperi precristiani e proprie filosofie, non necessariamente per fondare nuovi sistemi religiosi. È inoltre sempre questa l'epoca in cui crebbe un certo interesse per la magia e il paranormale. Molti pensano che queste tendenze furono il frutto dell'attività missionaria cristiana: i missionari avrebbero infatti contribuito all'importazione di spiritualità esogene nell'arcipelago britannico; in particolare l'antropologo James George Frazer fu influente nella formazione di queste teorie. Il termine neopagano fece la sua prima comparsa in un saggio di Hugh O'Donnell, scritto nel 1904.

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Gerald Brosseau Gardner (1884 - 1964), fondatore della Wicca.

Già negli anni Venti, Margaret Murray sostenne l'esistenza di un'antica religione, praticata in segreto, salvatasi dalle persecuzioni cristiane. Bisogna tuttavia giungere agli anni Quaranta per assistere ad una prima vera e propria manifestazione della rinascita pagana, quando Gerald Gardner sostenne di essere stato iniziato da un gruppo religioso segreto, guidato da una donna che si faceva chiamare Vecchia Dorothy, che molti studiosi moderni sostengono trattarsi di Dorothy Clutterback, un'ex colona rientrata in patria dopo avere trascorso parecchi anni in India. Gardner iniziò la predicazione di una religione, la Wicca, la quale non era un vero e proprio revival ma una religione totalmente nuova, la quale traeva aspetti dalla religiosità pagana antica combinandoli con le tendenze stregoniche di quegli anni. Negli anni Sessanta e Settanta riprese la risorgenza del Druidismo e in Islanda fece la sua comparsa l'Odinismo. L'emersione del Neopaganesimo proseguì negli anni Ottanta e Novanta, con la rinascita del Cadiscismo, del Kemetismo, dell'Ellenismo, della Via romana agli Dei e del Viarianesimo, oltre che la comparsa del cosiddetto Paganesimo ebraico. È tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo che il Paganesimo moderno inizia ad incrementare in popolarità e a diffondersi tra le nuove generazioni.

Concezione del divino

Lo stesso argomento in dettaglio: Teologia pagana.

Parecchie religioni neopagane sono panteistiche: riconoscono l'esistenza di una realtà ultima unitaria, un principio divino che permea tutto l'esistente, che lo forgia e lo genera per emanazione, e che pertanto risulta immanente, ovvero presente nel cosmo, in ogni sua dimensione. Questo principio divino, identificabile con l'Uno neoplatonico, con il Tao del Taoismo o il Brahman dell'Induismo, e spesso designato con il termine Dio, è perennemente attivo nell'universo, e la sua creazione si attua in eterno, da sempre e per sempre. La creazione è infatti l'insieme di processi che l'energia cosmica divina genera, nei suoi eterni cicli, andando a condensarsi e a costituire la materia; quest'ultima è sacra, in quanto a tutti gli effetti emenazione di Dio stesso.

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La Dea, principio cosmico per gli wiccani, Grande Madre per i gentili.

Questa concezione dell'esistenza come divina, in quanto essa stessa Dio, è accompagnata da una visione enoteistica, in cui Dio si rende accessibile all'uomo manifestandosi a livello umano attraverso i suoi molteplici aspetti, molti, diversi, ma unitari al tempo stesso. Questi aspetti sono le divinità, emanate dall'Uno, le tante braccia dell'unica realtà divina. L'uomo può entrare in contatto con questi dèi, percepirli nella natura e nel mondo che lo circonda: essi sono come tanti sentieri diversi che permettono all'essere umano di giungere in un modo o nell'altro alla vetta della montagna. Nonostante gli dèi siano molteplici essi sono riconducibili ad un'unica realtà finale: l'uomo deve innanzitutto conoscere e rispettare il molteplice, per comprendere il mistero dell'unità. Gli dèi pervadono e rappresentano la natura, sono gli spiriti attivi, le forze della creazione che agiscono ai livelli sottili di essa. La natura è divina, in quanto permeata da queste forze, costituita da esse, e in quanto quindi, per logica, generata dall'Uno infinito. La natura, in quanto divina e fonte mistica che permette all'uomo di conoscere le divinità, è il veicolo principale che conduce alla comprensione della verità, all'autoidentificazione con il divino. Una volta compreso infatti il concetto di divinità dell'universo, l'uomo può rendersi conto del fatto che in realtà Dio non va cercato scrutando il cielo, ma va cercato nella propria interiorità, nel proprio essere profondo, la scintilla divina, l'anima, fatta della stessa natura di Dio. L'anima tuttavia non è separata dal corpo, ma è una proprietà di esso: l'anima è la divinità del corpo. Questa concezione di tipo monistico è spesso rifiutata da correnti del Neopaganesimo che preferiscono non occuparsi della realtà ultima ma concepire unicamente gli dèi come forze cosmiche governanti l'universo, senza necessariamente ricondurli ad un'unica Fonte divina (sono quindi pienamente politeistiche), oppure da correnti che invece presentano un comparto teologico dualistico, come nel caso della Wicca. I principi creativi, nella religione wiccana, sono in realtà due, ed è dall'unione mistica e dall'alternanza eterna di questa bipolarità che è generata la vita. Ad ogni modo in entrambi i casi spicca la sacralità della natura, mezzo attraverso cui l'uomo può vivere esperienze estatiche ed entrare in contatto con il divino. La natura è per questo venerata e celebrata, i rituali sono considerati catalizzatori: stimolano la mistica della natura, accelerano e vivificano i processi di contatto tra la sfera divina e la sfera umana. Centrale nei rituali pagani è per questo il pentacolo, rappresentazione del cosmo intero ed incanalatore di tutte le sue energie mistiche; inoltre, in certe tradizioni, alcuni rituali sono fortemente legati alla sessualità, al rapporto tra uomo e donna, considerato come riflesso del processo mistico attraverso cui la creazione si attua continuamente nel tempo e nello spazio, dando origine alla vita.

Cosmologia

Lo stesso argomento in dettaglio: Cosmologia pagana.

La cosmologia è uno dei punti di raccordo tra le varie religioni pagane. Il Neopaganesimo condivide la concezione della nascita dell'universo e la spiegazione della natura di esso stesso, con tutte le religioni di ceppo indoeuropeo, di cui fanno parte anche le religioni orientali. La cosmologia non può essere spiegata senza fare riferimento alla teologia: secondo il Paganesimo, Dio non è un essere trascendente, fuori dal mondo, che crea dall'esterno, come nel caso delle religioni abramitiche; al contrario Dio è immanente, agisce attivamente nel mondo poiché il suo spirito pervade tutto l'universo, compone il cosmo. Parlando della creazione in ambito pagano, dunque, emerge fin da subito il fatto che a differenza di quanto avviene nei culti giudaico-cristiani, la creazione non ebbe un inizio preciso per poi cessare una volta compiutasi, ma in realtà non si è mai conclusa, poiché la creazione è in atto, agisce costantemente ed eternamente nell'universo. La creazione pagana dunque, corrisponde al processo di naturale sviluppo, cambiamento, mutamento ed evoluzione dell'esistenza; questo processo è causato da Dio, ma non originato, poiché è un meccanismo derivante dall'emanazione stessa della Divinità nel mondo, è sua manifestazione. Il motore che causa la nascita, la crescita e la morte delle cose, ovvero gli eterni cicli della vita, è lo spirito divino stesso, permeante il cosmo. Sono le divinità di cui pullula l'universo, che lo plasmano, lo modellano, lo modificano, danno la vita. Gli dèi sono concepiti come tutto quell'insieme di forze creatrici che fa sì che la materia si aggreghi a formare tutte le cose che esistono, essi sono gli spiriti della natura, sono intrinsechi ad essa, sono percepibili nel mondo che l'uomo abita.

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Yggdrasill, l'albero cosmico, energia divina attiva che pervade tutto l'universo.

Anche la visione della Wicca è molto simile, ma fonda le proprie radici sul dualismo: il Principio che emana il cosmo e che anima la creazione non è un'unità, bensì una dualità. Il Dio, e la Dea, incarnanti il principio maschile e il principio femminile, incarnano le due forze cosmiche la cui alternanza, il cui eterno fondersi e interscambiarsi l'un l'altro, dà origine all'esistenza, è la base di tutte le cose. In quest'ottica di unione mistica il rapporto sessuale tra uomo e donna è sacralizzato, poiché rispecchiante il processo infinito di manifestazione delle Divinità nel mondo.

Anche la cosmologia del Paganesimo tenta di dare una spiegazione a quello che esistette prima dell'origine del tutto. In molte tradizioni prima che la creazione avesse inizio c'era il caos, chiamato in vari modi in base alla religione. Nel caos era tuttavia presente un'entità primordiale inattiva ed eterna, la Divinità, ineffabile e indescrivibile, un mistero eterno a cui nulla può dare una spiegazione. La creazione ebbe inizio quando la Divinità passò da uno stato di inattività ad uno stato attivo, si manifestò dapprime come luce nell'oscurità infinita, energia cosmica. Questa energia non creò nel senso letterale del termine, ma cominciò a porre un ordine all'interno del caos, iniziò ad easprimersi, il suo spirito pervase la materia inanimata e senza forma, dandole forma, assemblandola, ordinandola. Quello dello Spirito divino è un concetto condiviso da molti culti pagani: il termine stesso spirito è preso a piene mani dalla paganità romana, nel Kemetismo esso è chiamato Maat, la legge universale che regola il cosmo; nell'Odinismo può essere identificato con Yggdrasill, l'albero mistico le cui radici pervadono il mondo. Le radici sono un'allusione all'energia vitale che pervade tutte le cose, manifestata nei suoi diversi aspetti, le divinità, la molteplicità del creato. Lo spirito è un elemento che presenta parallelismi anche con le religioni indoeuropee orientali: anch'esse insegnano di un'energia strettamente legata alla Divinità che pervade l'universo. È quello che nelle religioni cinesi viene chiamato Chi, oppure il Prana dell'Induismo.

Etica e morale

Tutte le religioni neopagane sono accomunate da un senso etico molto simile, il quale pone l'accento sul rispetto della natura. La natura in quanto sacra, poiché generata dalle divinità, va rispettata in ogni sua forma ed espressione. Rispetto per la natura significa dunque innanzitutto (1) rispetto di tipo ecologico nei confronti dell'ambiente: in molte tradizioni la Dea Madre è spesso identificata con la natura stessa. L'ambiente va rispettato in quanto dono degli dèi, e in un certo senso dimora delle forze divine; inoltre l'ambiente naturale è ciò che offre all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno per vivere, dall'ossigeno all'acqua, dal Sole, alla pioggia, all'elementare concetto di vita biologica. Il Neopaganesimo in ogni sua forma riconosce il ruolo centrale della natura nel processo che ha portato l'uomo ad evolversi, a conoscere il mondo, a sviluppare le sue peculiarità, a scoprire quale sia la bellezza dell'esistenza. Oltre che rispetto e intervento ecologico, rispetto per la natura significa anche (2) rispetto dell'essere naturale di ogni uomo e di ogni creatura senziente: ognuno va rispettato e valorizzato per quello che è, per il suo io; ognuno è divino nelle sue particolarità, in quelle cose che lo rendono diverso dagli altri. Questo a sottolineare la natura molteplice e molticolore della vita. Il Neopaganesimo offre dunque una significativa etica sociale, che permette all'uomo di vivere in armonia rispettando totalmente il prossimo; essa si traduce infatti in rispetto di qualsiasi differenza, in parole povere completa assenza di razzismo.

Caratteri dottrinali

Come per l'etica, anche la dottrina delle varie forme del Neopaganesimo è molto simile tra una corrente e l'altra. Essenzialmente tutte le religioni neopagane, sia gentili sia eterodosse, si fondano su una serie di principi. Il più rilevante è certamente la (1) ciclicità: a differenza delle religioni abramitiche e dello Zoroastrismo, in cui il tempo è concepito come una linea retta, in cui agisce la volontà di Dio che condurrà l'uomo fino al giudizio finale, nel Neopaganesimo il tempo è concepito in modo ciclico. Questa concezione ciclica è percepibile dalle più brevi espressioni di tempo alle grandi ere. La stessa vita di ogni cosa, per i credi neopagani, è circolare: essa attraversa essenzialmente tre fasi, che sono la nascita, la crescita e la vecchiaia. La morte è vista come un passaggio tra un ciclo e l'altro, dato che conclusasi l'età senile, essa sopraggiunge e pone fine alla vita biologica, segnando lo scoccare di un nuovo periodo circolare, analogo al precedente. La vita dopo la morte è dunque concepibile come una rinascita, in realtà il passaggio tra una vita e l'altra.

Il triskele druidico è un simbolo che rappresenta anche il ciclo delle reincarnazioni.

Nel Neopaganesimo dunque, la morte è vista come un avvenimento naturale, necessario al verificarsi della rigenerazione della vita, al rinnovo dell'esistenza. È a partire da questa concezione ciclica, che in fin dei conti è comune a tutte le religioni indoeuropee (e quindi anche a quelle orientali), che molte correnti neopagane hanno assimilato il concetto di (2) reincarnazione, laddove non fosse presente già dalla forma antica della religione. La reincarnazione è comune a praticamente tutte le religioni pagane moderne (anche perché è effettivamente un tratto distintivo dell'intero sistema di tradizione indoeuropea), mentre però in religioni come il Druidismo il concetto era già individuabile nella forma arcaica, nelle altre forme non era presente, o per lo meno era una credenza diffusa unicamente tra gli ordini sacerdotali, iniziati ai più alti misteri. Effettivamente il mito kemetico della morte e resurrezione del dio Osiride, opera in un contesto che potrebbe essere considerato affine a quello della reincarnazione propriamente detta. La (3) tolleranza è il terzo elemento chiave degli insegnamenti neopagani: viene espressa fermamente la molteplicità di vie che possono condurre alla comprensione del divino e pertanto ogni religione è considerata valida e giustificata. Ognuno può seguire la strada spirituale che sente più vicina alle proprie esigenze, sia essa di matrice indoeuropea o abramitica. L'intolleranza è vista come una degenerazione della morale, un'incapacità di percepire l'esistenza come ciò che effettivamente è, ovvero caratterizzata da una molteplice varietà di punti di vista, tutti validi e tutti rispettabili, dato che nessuno conosce in realtà la verità assoluta. In quest'ottica, spesso, il Neopaganesimo (e in generale tutte le religioni indoeuropee), si oppone all'intolleranza che scaturisce dai credi abramitici, i quali si considerano spesso detentori dell'unica verità, o almeno nelle frange più estremistiche. Ciò nell'universo neopagano risulta inconcepibile, data la visione molteplice e variegata della realtà e quindi della stessa verità: ognuno può credere nelle proprie verità, l'importante è che non faccia del male e non imponga le proprie idee agli altri. Nella dottrina neopagana non esiste, infine, la contrapposizione tra (4) bene e male, in quanto si tratta di due concetti generati dalla mente umana. Il bene e il male in realtà non esistono, poiché è l'uomo stesso colui che tende, in base all'epoca e alla società in cui vive, ad etichettare le cose che crede positive e quelle che invece crede negative. Da questo non scaturisce un codice di comportamento aprioristico, basato su una morale che stabilisce ciò che è buono e ciò che è malvagio, ma piuttosto un'etica collettiva e cooperativa, garantita innanzitutto dalla buona società, basata fondamentalmente sui principi morali di accettazione delle differenze e rispetto della natura. Dall'etica cosiddetta naturale è generato inoltre un rifiuto del moralismo così come inculcato dalle tradizioni di matrice abramitica. Il sesso, l'omosessualità, il progresso scientifico, non sono viste come empietà e violazioni della natura: i primi due elementi poiché essi stessi comportamenti totalmente naturali, la scienza invece perché vista come mezzo attraverso cui giungere ad una conoscenza più profonda e precisa delle leggi che governano il cosmo, che parallelamente non negano affatto la teologia e la cosmologia neopagane.

Simbologia

Lo stesso argomento in dettaglio: Pentacolo, Tre lune, Ankh, Udjat, Triquetra, Awen, Mjollnir e Mani di Dio.
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Pentagramma stilizzato. Mostra gli elementi relativi alle punte della stella.

Le religioni pagane sono sempre state ricche di simboli dai più svariati significati e dalle origini risalenti al remoto passato. Nella modernità è predominante un simbolo le cui origini andrebbero fatte risalire alla religione grecoromana, il pentacolo, che può essere pertanto utilizzato come emblema di tutte le forme del Paganesimo moderno, data anche la sua enorme simbologia. Il pentacolo, costituito da un pentagramma (una semplice stella) inscritto in un cerchio, è considerato un simbolo dai forti significati mistici; esso rappresenta infatti una sorta di riproduzione schematizzata dei processi vitali che reggono l'universo, nonché dunque tutto il cosmo. I cinque vertici degli angoli costituiti dalla stella simbolizzano i cinque elementi base su cui si organizza la vita: l'acqua, il fuoco, l'aria, la terra e lo spirito. Quest'ultimo è l'energia mistica emanata dalla Divinità, sulla quale è fondato tutto l'assetto del cosmo: essa, mediante le forze occulte creatrici, si condensa a formare gli atomi della materia e dunque la materia stessa, la quale, seguendo ques'ottica, non è altro che la forma più fisica della manifestazione di Dio. Gli altri elementi rappresentano, generalizzandole, le forze divine che agiscono perennemente nell'universo, forgiandolo e dando origine alla vita. Sono le divinità, emanazioni dell'Uno, permeanti il cosmo in ognuno dei suoi aspetti.

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I simboli dei cinque elementi associati ai vertici del pentagramma sacro.

Il rapporto tra i vari elementi simbolizzati all'interno del pentacolo è detto essere uno schema di quello che è il processo naturale attraverso cui l'universo si organizza, raggiungendo apici che sempre e comunque sono destinati ad una ricaduta finale, per far sì che il ciclo abbia nuovamente inizio, e la vita venga rinnovata. Dall'espressione energetica iniziale della Divinità, dunque, la creazione avviene scendendo verso il vertice in basso a sinistra, incarnante l'acqua, la fonte prima di quella che è la vita nelle sue forme più elementari. L'acqua è l'elemento da cui ebbe origine ai primordi la vita sulla Terra, o comunque l'elemento che consentì alla vita di evolversi e abitare il pianeta. Dall'acqua la creazione si verifica risalendo verso il vertice in alto a destra, l'aria. Questa incarna simbolicamente le forme di vita nella loro semplicità originaria, nonché il moltiplicarsi e il differenziarsi delle forme di esistenza, destinate poi, seguendo la linea orizzontale fino alla punta in alto a sinistra (la terra), a svilupparsi e organizzarsi progressivamente nel mondo materiale, raggiungendo alti livelli di conoscenza ed evoluzione. Dalla forma più materiale possibile della creazione, lo spirito divino riscende infine verso l'apice in basso a destra, raggiungendo il fuoco, simboleggiante la degenerazione, la decadenza, la perdita della via spirituale e del contatto con gli dèi. La degenerazione è però destinata a concludersi con un ritorno finale al Principio, simboleggiante una riscoperta dello spirito, che, posto in alto, sta a significare la sua predominanza sulle questioni terrene e materiali (acqua e fuoco).

Il pentacolo è dunque, in fin dei conti, una riproduzione in miniatura del cosmo, un microcosmo, incarnante nella sua completezza tutto il grande mistero della creazione. Bisogna fare attenzione a non confondere quello che è il pentacolo pagano, quello con la stella rivolta verso l'alto, con il pentacolo utilizzato in ambito satanista, che essendo rovesciato con la punta principale verso il basso, rappresenta la predominanza della materia (acqua e fuoco) sullo spirito. L'interpretazione del prentacolo non si ferma alla sola manifestazione del Divino e dei cinque elementi: innanzitutto la stella inscritta è una rappresentazione della figura umana con braccia e gambe divaricate, mentre il cerchio che la contorna simboleggia il concetto di infinito. Il pentacolo può essere dunque interpretato anche come l'avvenire della creazione nello spazio e nel tempo illimitati, oppure come il rapporto che l'uomo detiene con l'assoluto, e quindi con il divino. Le tre punte superiori, parallelamente, simboleggiano i tre aspetti della Divinità, che nelle correnti wiccane è la Dea Madre tripartita; mentre le due punte inferiori rappresentano, ad interpretazione wiccana, il Dio nei suoi due aspetti di fertilità (a sinistra, Cernunno) e di divinità della chiusura del cerchio, della morte e della rinacita (a destra). I due spazi contenuti tra le tre punte superiori, con un terzo spazio equivalente a quello tra le due punte inferiori, rappresentano insieme i tre gradi del rito iniziatico. I restanti due spazi del pentacolo sono invece la rappresentazione dei due principi cosmici, che nella Wicca sono chiamate il Dio e la Dea, il maschile e il femminile, corrispondenti a Yin e Yang del Taoismo e rappresentanti le due controparti primordiali il cui avvicendamento eterno sottintende a tutte le manifestazioni, originando la vita. Nel Paganesimo tradizionale, il pentacolo, spogliato dei significati dualistici per i quali la Wicca tende ad associarlo al Dio e alla Dea, mantiene comunque il suo profondo simbolismo inerente l'unione mistica dell'uomo e della donna, nella realizzazione di quello che è il mistero divino dell'esistenza e della nascita spirituale della vita. Nell'antichità era associato in particolare al culto della dea Venere.

Ogni tradizione neopagana tende ad avere propri simboli, che, nel caso delle religioni ricostruzioniste, sono direttamente ereditati dal patrimonio culturale in cui le antiche religioni pagane erano radicate. (1) Il Kemetismo tende così ad avere come proprio simbolo principale l'ankh, raffigurante la mistica della vita e della manifestazione del divino, nonché simbolo del perenne rapporto tra gli dèi e gli uomini, tra il mondo spirituale e il mondo divino. Tra i vari simboli kemetici si può trovare anche l'Occhio di Horus (o udjat), raffigurante l'onniveggenza di Dio, e quindi la sua immanenza all'interno del mondo naturale, e la protezione che infonde nell'essere umano. Il disco solare è presente sia nella forma alata sia nella forma rappresentante il dio Aton: in entrambi i casi il simbolo rappresenta Dio, e, nel disco solare di Aton, le molte braccia che si dipanano dal Sole rappresentano le tante divinità attraverso cui la Fonte divina tende a manifestarsi nel cosmo.

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Il valknut, simboleggiante il potere cosmico di Odino.

(2) Nella religione druidica trovano particolare importanza il triquetra e l'awen. Entrambi rappresentano la triplice natura della Divinità: il triquetra, come tutti i simboli pagani, è piuttosto diffuso ma non se ne conosce l'origine. Si pensa comunque sia un simbolo prettamente druidico, diffusosi poi nelle variante del triskele e di altre forme con il medesimo significato, come ad esempio le tre lune della religione wiccana. Il triquetra è un motivo consistente in un sistema a linea continua a formare un simbolo trilobato; il triskele, che è probabilmente l'originale o una derivazione del triquetra, è costituito invece da tre spirali interlacciate in un unico punto centrale. L'awen, è anch'esso un simbolo druidico, e sembra emergere come simbolo predominante tra i vari ordini di druidi sorti in epoca contemporanea. È costituito da tre linee che dall'alto scendono verso il basso, spesso sormontate da un globo, sempre e comunque indicante la manifestazione divina in tre forme principali. L'interpretazione dell'awen può essere però anche più approfondita: il fatto che le linee discendano dall'alto verso il basso (quindi dalla Divinità all'uomo), può farlo intendere anche come una semplice rappresentazione del concetto di ispirazione divina, un'energia specifica, emanata da Dio, che raggiunge e pervade l'uomo, portandolo all'unione estatica con l'anima del cosmo. L'awen simboleggia dunque anche la saggezza, la conoscenza e la percezione. (3) Il simbolo principale della fede odinista è il Martello di Thor, o Mjollnir. Si tratta di un simbolo magico, ricollegabile alla figura del dio Thor, dio del tuono, della luce e della pioggia, di cui è l'elemento simbolico più importante. Il martello rappresenta essenzialmente la rigenerazione della vita, la forza e in un certo senso il coraggio nell'affrontare le difficoltà. Molti vi intravedono, anche facendo riferimento a certi miti, una rappresentazione della virilità maschile e della fertilità femminile, combinate in un unico potenziale. Un secondo simbolo per importanza è il valknut, chiamato anche nodo di Odino. Si tratta di un simbolo costituito da tre triangoli interlacciati, o comunque incatenati. Negli ambienti odinisti odierni il simbolo è ancora in piena interpretazione. Molti vi vedono un richiamo, anche in questo caso, alla triplice natura del divino, data anche la somiglianza di alcune versioni artistiche con il triquetra druidico, che farebbe supporre si tratti di una derivazione di quest'ultimo. (4) La religione cadiscita possiede, come tutte le altre religioni neopagane, numerosi simboli; tuttavia è generalmente considerato sacro tra tutti il simbolo della palma, intesa sia come palma vegetale, sia come palmo della mano. Il primo simbolo è una diretta allusione al legame con la Madre Terra che in fin dei conti è tipica di tutte le tradizioni pagane e indoeuropee in generale. La palma è, oltre che simbolo di legame alla Terra, anche simbolo di vita, essendo una pianta che generalmente cresce in aree desertiche, dove l'acqua è rara, ma che nonostante ciò offre sempre ombra e frutti ricchi del prezioso liquido. Il palmo della mano è invece considerato un amuleto in grado di allontanare le forze negative, oltre ad essere un simbolo che è sempre stato molto diffuso in tutto il Medio Oriente. (5) Nel Neopaganesimo slavo, il simbolo sicuramente più sacro è quello rappresentante le cosiddette mani di Dio. Questo simbolo rende schematicamente quella che è la concezione enoteistica della Divinità: quelle che possono sembrare quattro braccia, che partono dal centro, simboleggiano i vari aspetti di manifestazione del Dio, e la sua natura molteplice oltre che la capacità di ramificarsi nella sua manifestazione. Si tratta dunque di un simbolo che in pochi tratti esprime con chiarezza la teologia pagana slava e anche indoeuropea. Altri simboli molto usati in passato, in misura minore oggi, sono i simboli rappresentanti il dio Perun, la Sostanza divina emanatrice di tutte le cose, e la svastica. Quest'ultima è un comune simbolo esoterico di origine indoeuropea, strumentalizzato e traviato a simboleggiare altro nel vicino passato, rappresenta in realtà ancora una volta il Divino, nelle sue molteplici capacità manifestative. Altre interpretazioni vi vedrebbero rappresentato il Sole, ancora una volta, comunque, simbolo della Divinità cosmica primordiale. (6) Il Paganesimo ebraico tende invece ad utilizzare come proprio simbolo una sintesi tra la Stella di David tradizionale e il pentagramma pagano. Quest'ultimo è inscritto all'interno dell'esagono al centro della Stella di David, e sta ad enfatizzare ulteriormente il significato che, secondo alcuni studiosi, sarebbe celato all'interno della simbologia legata alla stella ebraica. Questo significato, totalmente di origine pagana, non è altro che il concetto di unione mistica tra l'uomo e la donna, espresso dall'intersecazione dei due triangoli opposti che formano la stella a sei punte. Il triangono rivolto verso il basso rappresenta il sesso femminile, dato che sarebbe una rappresentazione schematica del grembo o dell'organo genitale della donna; il triangolo rivolto verso l'alto simboleggerebbe invece l'organo genitale maschile. I due simboli uniti danno origine alla stella a sei punte, che quindi non sarebbe altro che un simbolo di vita e unione mistica, concetti tipici del Paganesimo.

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La ruota dell'anno: mostra il ciclo dei sabbat.

Ricorrenze

Lo stesso argomento in dettaglio: Sabbat ed Esbat.

I giorni considerati sacri alle religioni pagane sono molti; tuttavia vi sono alcune festività che vengono generalmente celebrate dai pagani di tutto il mondo, indifferentemente dalla tradizione a cui appartengono: sono i sabbat e gli esbat. Questi ultimi piuttosto che vere e proprie ricorrenze sono dei rituali, tenuto una volta al mese in particolare dagli wiccani. Vengono celebrati alla chiusura di ogni mese lunare, e ce ne sono tredici tipi diversi. Proprio perché basati sulle lunazioni non cadono in giorni fissi, ma la data varia ogni anno.

Il sistema dei sabbat si basa sul meccanismo di rotazione del sole intorno alla Terra; si tratta di feste che celebrano la sacralità dei solstizi e degli equinozi, considerati eventi astronomici con una propria mistica particolare, un attuarsi di quelle che sono le leggi della natura, governate dalle forze cosmiche. Per la Wicca le feste sabbatiche assumono anche un significato teologico importante: celebrano infatti il racconto mistico di cui sono protagonisti il Dio e la Dea, mito ricalcante l'unione divina dei due principi e lo sbocciare delle forze della natura. I sabbat sono in totale otto: (1) Samhain è una festività di origine celtica, che generalmente può essere considerata un giorno dedicato ai morti. Si tratta generalmente di una ricorrenza all'insegna dell'allegria e della gioia, in quanto per i pagani la morte non rappresenta la fine della vita, ma il semplice passaggio tra una vita e l'altra. Questo stando alla concezione reincarnazionista assimilata da molti fedeli del Paganesimo moderno. Questa festività in particolare venne, con la cristianizzazione delle aree nordeuropee, identificata dai cristiani con la festa di Ognissanti (celebrata il primo novembre). La combinazione delle due feste non fu per molto tempo definitiva e diede origine alla festa di Halloween, che si sovrappose a Samhain ed assunse nel tempo caratteristiche totalmente secolari piuttosto che religiose. Per gli wiccani, Samhain è anche la festa in cui viene celebrata la morte del Dio; (2) Yule è la festa in cui viene celebrato il solstizio d'inverno, che cade intorno al 21 dicembre nell'emisfero boreale, mentre il 21 giugno nell'emisfero australe. Nella Wicca rappresenta la rinascita del Dio per intercessione della Dea, mentre è particolarmente sentita nell'Odinismo in quanto alle sue origini specificamente germaniche. La tematica del Sole che inizia la sua ascesa durante il solstizio, e quindi la festa di Yule, è comune anche alla religione pagana romana moderna, che celebra la manifestazione del Sole Invitto. Yule corrisponde al Natale cristiano: quest'ultimo venne sovrapposto all'antica festa per favorire la repressione del Paganesimo. Il giorno del 25 dicembre è quello in cui i pagani romani festeggiavano il Natale del Sole Invitto, mentre molte caratteristiche sono direttamente prese dalla Yule nordica, come ad esempio l'albero di Natale, originariamente pagano e simboleggiante la Dea Madre. Alcuni gruppi, in particolare druidici, concepiscono Yule come la festa in cui vengono celebrati il Re Quercia e il Re Agrifoglio, sempre legari all'anno nuovo e alla nascita del Sole; (3) La festa di Imbolc nella Wicca è dedicata alla purificazione, che celebra la fertilità divina. Viene celebrata il 2 febbraio, in corrispondenza alla festa della Candelora, dalla quale venne soppiantata. La festa di Imbolc è chiamata anche Brigid, dal nome della divinità che vi viene celebrata in ambienti druidici; il Cristianesimo, nel tentativo di eliminare la festa, assimilò la dea Brigid trasmutandola in Santa Brigida. È una festa dedicata alla luce, per questo i riti celebrati in questa giornata si basano essenzialmente sull'accensione di molte candele votive. (4) Ostara è una ricorrenza celebrata il 21 marzo, dedicata alla dea Eostre, patrona della fertilità, del rinnovarsi della vita e associata alla lepre. La festa fu in larga parte assimilata dalla Pasqua cristiana; questa prese anche, nei paesi anglosassoni, il nome di Easter proprio per ricalcare l'antica festa di Ostara, la quale viene chiamata anche Eostre o Eostar, come la divinità a cui è dedicata. Nella Wicca la festa simboleggia il Dio al suo massimo splendore e la Dea portatrice di nuova vita. (5) Beltane è probabilmente la festa più sentita tra gli otto sabbat. Rappresenta nella Wicca l'unione cosmica del Dio e della Dea. È considerata una giornata mistica, in cui il divino è in piena attività nel mondo naturale, e tende ad esprimersi anche attraverso l'unione degli esseri fisici; proprio per questo è una festa dedicata alla mistica sessuale dell'unione tra il maschio e la femmina. Viene celebrata il primo maggio, ed è collegata alla tradizione di accendere fuochi nei campi, davanti ai quali celebrare riti di purificazione. Si tratta di una festa prettamente irlandese, originatasi tra i popoli gaelici. (6-7) Lunasa, associata a Lammas, è una festa dedicata al Dio e al suo sacrificio simbolico. Uno degli aspetti sacri della festa è il grano, che in molte tradizioni è rapportato al dio Sole. Durante la festività viene solitamente preparato del pane, sempre per il collegamento del grano. (8) Mabon è la festa in cui, nella Wicca, si festeggia l'avvicinarsi della morte del Dio (che avviene durante la successiva festa di Samhain). La ricorrenza cade il 21 settembre nelle aree boreali, il 21 marzo nelle aree dell'emisfero australe.

Ogni tradiziona neopagana possiede poi le proprie ricorrenze specifiche, corrispondenti a concetti dottrinali o teologici, piuttosto che collegate a racconti puramente mitologici. Nella religione kemetica ad esempio sono festeggiate numerose ricorrenze direttamente prese dalla religione egizia antica. Tra queste festività spiccano sicuramente la Passione di Osiride, la quale celebra il mito simbolico della morte del dio per mano del fratello malvagio Seth, incarnante il caos. Osiride viene poi resuscitato dalla moglie e sorella Iside, grande dea della natura e della fertilità, donatrice della vita. L'unione mistica tra le due divinità darà origine alla luce, Horus, nato per sconfiggere il caos e le tenebre. Altra festa kemetica rilevante è Iside Luminosa, dedicata interamente alla dea. La festa è una celebrazione della luminosità e per questo il tema centrale sono le candele, con cui si illuminano luoghi sacri e abitazioni. Le altre religioni neopagane si basano ostensivamente sulle antiche festività del mondo calssico.

Correnti neopagane

Forme ortodosse

Lo stesso argomento in dettaglio: Gentilismo.
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Rituale druidico tenutosi a Stonehenge.

Con Gentilismo, Neopaganesimo ortodosso o semplicemente Paganesimo si intende distinguere tutte le religioni neopagane che si rifanno in modo quanto più possibile diretto al Paganesimo così come era nell'antichità, ponendosi quindi tra le forme definibili come ortodosse. La tendenza generale è tuttavia diversa, dato che, alcune correnti come il Cadiscismo, il Druidismo o il Viarianesimo, non pretendono affatto di essere massimamente fedeli alla tradizione nella sua fase antica. Il nome di gentili è una traduzione neolatina dell'approssimativamente equivalente greco ethnicos, che a sua volta esprime lo stesso significato dell'ebraico goim, espressione che veniva utilizzata dagli ebrei per indicare tutti i popoli che non aderivano alla comunità ebraica né per etnia, né per religione. Gentili esprimeva dunque la diretta appartenenza ad una specifica stirpe di genti, e contemporaneamente alla religione di queste. Oggi il termine ha perso le connotazioni etnologiche, sebbene vengano ancora enfatizzate da certe comunità pagane molto conservatrici, sebbene anche queste siano sempre più indirizzate verso una totale apertura.

In genere i gentili non apprezzano la denominazione di neopagani, il cui prefisso neo è visto come un punto di rottura con la tradizione e quindi un sintomo di discontinuità; ciò non vale per la totalità dei neopagani ortodossi, dato che un numero consistente di essi fa uso senza problemi di ambo i termini, con o senza prefisso. I gentili generalmente rigettano inoltre qualsiasi tipo di eclettismo o modernizzazione degli antichi rituali, poiché considerano questi perfettamente adatti al mondo moderno nella loro genuinità, e anche perché la modernizzazione può essere vista sotto l'ottica di innovazioni arbitrarie, che rischierebbero di traviare l'originarietà e l'originalità delle pratiche religiose tradizionali. Nonostante questo atteggiamento conservativo, anche i gentili sono disposti ad un dialogo aperto con la modernità, proprio per quel carattere intrinseco al Neopaganesimo, che lo rende particolarmente adatto alla mentalità contemporanea. Del filone pagano tradizionale fanno parte alcune religioni, che si manifestano in particolare con la nascita continua di nuovi gruppi e associazioni, sempre più stabili, fiorenti e organizzati. Alcune di queste religioni tendono a conservare una certa identità e rifiutano pertanto le tendenze universalistiche, sebbene le cose si presentino in modo ben diverso, data ad esempio la presenza di associazioni odiniste piuttosto che elleniche sparpagliate dall'America all'Oceania; altre, come ad esempio il Kemetismo, tendono al contrario a non celare i loro aspetti di religioni universali, adatte a qualsiasi popolo e tempo. La concezione del divino è nella maggior parte dei casi di tipo enoteistico e panteistico, ovvero la visione tradizionale di tutte le religioni che fanno parte del filone indoeuropeo, in cui le divinità sono considerate enti metafisici e forze della natura emanate da un'unica Fonte divina, l'Uno neoplatonico, piuttosto che il Neter kemetico. Esistono tuttavia anche gruppi che si rifanno ad una visione di tipo totalmente politeistico, in cui le divinità sono concepite come enti a se stanti, non riconducibili ad una realtà finale unitaria. Di seguito sono riportate le principali religioni neopagane ortodosse.

  • Il Cadiscismo, chiamato anche Natib Qadish (espressione ugaritica che significa letteralmente "la via sacra") o semplicemente Qadish, è una nuova religione che riprende gli antichi culti della Mezzaluna Fertile, quindi grossomodo tutte quelle religioni catalogabili sotto il nome di Paganesimo mesopotamico, che venivano praticate dai vari popoli mediorientali, quali i Babilonesi, i Sumeri, gli Assiri, gli Accadi e i Canaaniti (dalla religione di questi ultimi, enoteistica, l'Ebraismo trasse molti elementi per lo sviluppo dei suoi sistemi teologici e del monoteismo radicale), prima della diffusione cronologica dello Zoroastrismo, del Cristianesimo e infine dell'Islam. Queste religioni condividevano una concezione teologica e cosmologica similare, sintetizzata nel moderno Cadiscismo in un sistema grossomodo enoteistico, che venera in primo luogo le antiche divinità canaanite, identificate spesso con divinità fenicie e mesopotamiche. Si tratta di una forma di nuovo Paganesimo molto poco diffusa, iniziata negli anni Ottanta circa da Lilinah Biti Anat, che insieme a tre amici iniziò a praticare la vecchia religione canaanita, organizzando un gruppo online, chiuso pochi anni dopo per mancanza di partecipazione. Attualmente esistono un gruppo di discussione tra i più frequentati e un sito informativo e iniziatico sulla religione cadiscita. Un errore comune da evitare è quello di confondere il Cadiscismo con il Paganesimo ebraico.
  • Il Druidismo è considerabile generalmente appartenente al filone gentile, tuttavia certi gruppi presentano parecchie affinità con la religione wiccana e andrebbero pertanto considerati neopagani eterodossi. Questa religione ha come epicentro della sua riscoperta la Gran Bretagna, dove a partire dal XVIII secolo iniziarono a nascere gruppi druidici, sebbene l'esplosione di questi si sia verificata in particolare nella fine del XX secolo, inizio del XXI e continui tutt'oggi, come per tutte le altre correnti neopagane. Dopo la Gran Bretagna, iniziarono a comparire piccole associazioni anche nel resto dell'Europa e successivamente in America. Come continuazione della religione celtica, il Druidismo riconosce la centralità della figura del druido, termine che designa i sacerdoti intermediari tra l'essere umano e il divino. La teologia druidica ha il suo perno sul concetto della Dea triplice, da qui le principali similarità con la Wicca.
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Raffigurazione della Passione di Osiride, la morte del dio, che, infusagli nuova vita dalla moglie Iside, si unisce a lei dando origine alla luce, Horus, distruttore del male.
  • L'Ellenismo è la moderna ripresa dell'antica religione greca, con il suo pantheon di dodici divinità principali, da cui l'altro nome, meno usato, di Dodecateismo. L'organizzazione ellenica più importante è l'YSEE (Υπατο Συμβουλιο των Ελληνων Εθνικων, "Consiglio Supremo degli Ellenici Gentili"). Si tratta di una religione in gran parte votiva, basata sull'offerta alle divinità piuttosto che sulla preghiera e la meditazione (anche se ovviamente il punto di vista è variabile); si basa inoltre su tre principi etici basilari: reciprocità, ospitalità e moderazione, oltre che sull'eusebeia, traducibile come "devozione religiosa", concetto che sta ad indicare il costante impegno nel culto agli dèi, nonché nel rispetto dai valori etici ellenici.
  • Il Kemetismo è la forma moderna della religione egizia. Il nome deriva dal termine Kemet (letteralmente "Terra Nera"), che in egiziano antico stava ad indicare l'area attraversata dal fiume Nilo, ovvero l'attuale Egitto. Il Kemetismo subì una forte spinta organizzativa con la fondazione della Casa di Netjer, nel 1988, da parte di Tamara Logan Siuda: tale Chiesa dimostrò una forte capacità di diffusione, tanto che ad oggi pare abbia membri sparsi in più di trenta Paesi e in particolare nel nord America. I kemetici non considerano la loro religione necessariamente parte del Neopaganesimo, sia esso ordodosso o eterodosso. Questo principalmente per il fatto che già l'antica religione egizia si distinguesse dalle altre religioni dell'area mediterranea dal punto di vista di parecchi aspetti. Il Kemetismo è al suo interno distinto in una corrente maggioritaria, quella ortodossa (diffusa dalla Casa di Netjer), e in una corrente minoritaria eterodossa. La prima, come ripresa fedele della religione egizia antica presenta una teologia di tipo enoteistico, mentre la seconda corrente è invece in larga parte politeista. L'ortodossia kemetica si basa sul concetto di Netjer (o Neter), l'Uno, il principio cosmico divino che permea l'universo ed emana tutto ciò che esiste, manifestandosi nei suoi infiniti aspetti attraverso i cosiddetti Netjeru, ovvero le divinità.
  • Il Viarianesimo è una moderna religione pagana che tenta di sintetizzare e codificare l'antica religiosità dei popoli Slavi esteuropei; in pieno revival negli ultimi anni, questa forma di Neopaganesimo è in attività dai primi decenni del Novecento. La religione neopagana slava è piuttosto unificata, sebbene esista una differenziazione interna che tende a distinguere il complesso generale in tre sottocorrenti, il Viarianesimo ortodosso, il Viarianesimo baltico e l'Uconismo (da Ukon usko, oggi identificatosi nel Neopaganesimo finnico). La teologia di queste correnti, che spesso utilizza come testo sacro il Libro di Veles, come nella tradizione slava del passato è in massima parte enoteistica e panteistica: viene riconosciuto un Dio unico che si manifesta attraverso molteplici aspetti incarnati dalle divinità, oltre a permeare tutta la natura, essendo il cosmo diretta emanazione della sua sostanza. Il Neopaganesimo finnico è maggiormente animistico, fondato sulla credenza nel fatto che il mondo sia permeato da spiriti, e che questi si distinguano in spiriti maggiori, gli dèi, e spiriti minori. Secondo gli uconisti l'anima dell'uomo è uno dei tanti spiriti della natura e in molte interpretazioni essa è addirittura composta da più entità spiritiche. L'Uconismo tende ad identificare Dio con la figura di Ukko, la massima divinità tradizionale, da cui deriva anche il nome della religione. Il Viarianesimo baltico, attualmente retto da due maggiori organizzazioni, ovvero la Romuva e la Chiesa viariana baltica lettone, è maggiormente diversificato rispetto alla tradizione praticata prima dell'arrivo del Cristianesimo: la teologia presenta infatti uno spiccato concetto di triplicità del divino, tanto da suddividere le varie divinità in gruppi rappresentanti triplici aspetti divini di un'unica entità, che a sua volta è emanata dall'Uno. Questo tipo di concezione non era presente nella tradizione originaria, si pensa dunque che tale influenza sia derivata dal fatto che nell'atto ricostitutivo, la religione viariana baltica, si sia basata sui concetti trinitari tipici di tutto il filone indoeuropeo. Esiste infine la corrente ortodossa: questa si fonda essenzialmente sulla teologia enoteistica tradizionale, che vede la centralità di Dio manifestata attraverso le divinità del pantheon slavo. Questa terza corrente è amministrata da numerose organizzazioni, tra cui spiccano la Chiesa nativa polacca, la Chiesa slava polacca e l'Unione per la Religione Nativa. Il Neopaganesimo slavo ha sin dall'inizio suscitato simpatie provenienti dal mondo politico: sono nate alcune organizzazioni nazionalistiche come la Zadruga (di cui alcuni membri furono i fondatori del Toporzel) e addirittura un partito, l'Unione Sociale Nazionale, sciolto nel 1997.
  • L'Odinismo, conosciuto anche, in particolare nei Paesi anglosassoni come Asatru, e in misura minore come Etenismo (da Heathenism o Heathenry, a sua volta derivante da heath, "brughiera", luogo dove cresce heather, ovvero "erica"), è la ripresa moderna del Paganesimo norreno che nell'antichità era, anche in differenti morfologie, diffuso in quasi tutto il nord Europa germanico e scandinavo, nonché in Islanda e in alcune zone della Gran Bretagna e dell'Irlanda. La forma moderna getta le prime basi nel 1930 con la fondazione della Chiesa di Odino da parte di Alexander Rud Mills. Oggi è religione ufficialmente riconosciuta in Islanda, Norvegia e Danimarca (la prima associazione islandese ad essere riconosciuta è stata la Íslenska Ásatrúarfélagið nel 1972), sebbene stia prendendo piede anche in molti altri Paesi, tra cui l'Italia, dove spicca tra le tante l'associazione denominata Comunità Odinista, attiva dal 1994. La teologia e cosmologia odinista si fondano essenzialmente sull'interpretazione dell'Edda, testo sacro ed epico, in cui è presente una spiccata concezione politeistica caratterizzata dalla centralità di Odino. Le divinità sono concepite come entità immanenti e metafisiche che permeano le nove dimensioni mistiche dell'esistenza. Queste dimensioni sono tra loro interlacciate da Yggdrasill, l'albero cosmico, archetipo dell'eterna mobilità, mutazione e rinnovamento della vita, governata dal destino.
  • La Via romana agli Dei, riprende la religione classica della civiltà romana. Appare attualmente come una delle correnti meno diffuse, praticata da alcune centinaia di persone, concentrate soprattutto in Italia e nord America. L'associazione italiana principale è il Movimento Tradizionale Romano. La teologia è nella maggior parte dei casi concepita in senso politeistico, sebbene presenzino anche visioni enoteiste, in particolare nel MTR (acronimo di Movimento Tradizionale Romano), dato il suo accento nei confronti della filosofia neoplatonica. Il concetto base di questa religione è la pax deorum hominumque, ovvero il precetto di pace tra gli dèi e gli uomini, stabilito attraverso il culto.

Forme eterodosse

Lo stesso argomento in dettaglio: Neopaganesimo eterodosso.
Lo stesso argomento in dettaglio: Paganesimo ebraico, Peyotismo, Wicca e Correllianesimo.

Con il termine Neopaganesimo eterodosso si identificano quelle correnti del Neopaganesimo che non si rifanno con precisione a nessuna delle antiche religioni precristiane, ma operano una sorta di sincretismo eclettico in cui mescolano elementi tratti da varie religioni a magia ed altri elementi. Tra queste religioni si possono trovare correnti che mescolano unicamente elementi indoeuropei, quali la Wicca, o religioni che mescolano elementi indoeuropei ad elementi abramitici, come ad esempio il Peyotismo. Del Neopaganesimo eterodosso fa anche parte un insieme di culti eterogenei denominati collettivamente stregoneria tradizionale o vecchia religione. Queste pratiche sono spesso prive di una dottrina religiosa definita, e proprio per questo tendono ad essere assimilate dalle tradizioni religiose ed esoteriche con le quali entrano in contatto. Anche la teologia non è definita, ma è quasi totalmente personale: spesso questi culti si avvicinano molto a forme religiose animistiche e sciamaniche, senza una concezione precisa di mondo spirituale e del divino, a differenza delle religioni neopagane organizzate. Del Neopaganesimo eclettico fanno parte le seguenti correnti.

  • Il Peyotismo nasce come religione che contemporaneamente alla ripresa del culto nativo americano del peyote, ingloba una serie di caratteristiche tratte dalla religione cristiana. Sebbene venga inserito nel Neopaganesimo non è, la gran parte delle volte, considerato una sua corrente. La figura di Gesù, nella religione peyotista, è considerata l'incarnazione di una delle divinità tradizionali dei popoli nativi dell'America, non il figlio di Dio propriamente detto. Nel Peyotismo infatti Dio corrisponderebbe al Grande Spirito, il quale tuttavia, come in tutte le religioni indoeuropee non è un Dio-persona (con una fisicità e la capacità, pur essendo trascendente di interagire con il mondo per volontà propria), ma un Dio-energia, un principio che permea tutto ciò che esiste, che dà vita e attua perennemente la creazione, attraverso l'evoluzione e il cambiamento. L'istituzione che amministra le funzioni religiose e le comunità peyotiste è la Chiesa nativa americana.
  • La Wicca è una religione neopagana eclettica, sorta negli anni Cinquanta dalle predicazioni di Gerald Gardner. Non è una religione dotata di una Chiesa centrale che ne raccolga tutti i fedeli; questi infatti tendono a radunarsi in coven, congreghe. Molti aderenti praticano tuttavia i riti sacri nelle mura domestiche, senza partecipare alle cerimonie di gruppo. Dato il forte sincretismo della religione wiccana, si sono formate al suo interno una serie di correnti che si distinguono per avere inglobato elementi presi da specifiche tradizioni religiose, piuttosto che per il seguire una determinata filosofia o la Wicca nella sua forma originale; tra queste confessioni si possono trovare: la Wicca gardneriana (quella riconosciuta come forma originaria), la Wicca alexandriana, la Wicca kemetica (o Wicca tamerana o Tamera), la Wicca dianica, la Wicca seax e la Wicca faery. Tutte queste correnti interne si fondano sulla stessa dottrina, in cui è fortemente enfatizzata la teologia dualistica: la Wicca riconosce due principi cosmici, un principio divino maschile, che identifica con il Dio, e un principio divino femminile, identificato con la Dea. Questa teologia presenta molti parallelismi con il concetto taoista di Yin e Yang: i due principi della Wicca, come quelli del Taoismo, sono infatti forze cosmiche, che, immanenti, permano l'universo alternandosi in eterno e generando tutto ciò che esiste. Il Dio è spesso a sua volta spesso identificato con il dio druidico Cernunnos; la Dea è concepita come deità tripartita, il cui simbolismo incarna le tre fasi dell'esistenza: la nascita, la crescita e la vecchiaia, culminanti con la chiusura del ciclo e il rigenerarsi di questo, la rinascita; contemporaneamente la Dea è considerata manifestarsi in una molteplicità di forme diverse, da qui il culto tipicamente wiccano di tutte le dee femminili tratte dalle religioni pagane antiche, come Iside, Inanna, Venere, piuttosto che Ishtar o Selene. La morale wiccana è incentrata sul Rede e sulla legge del tre.
  • Il Correllianesimo è una religione nata alla fine dell'Ottocento, fortemente influenzata dalla Wicca (per questo chiamata anche Wicca correlliana), anche se nettamente separata da questa. Tende a dare maggiore enfasi agli aspetti morali e filosofici. Nacque dalla tradizione tramandata dalla famiglia degli High Correll, americani con origini native Cherokee, in seguito mescolatisi con un lignaggio di occultisti provenienti dalla Scozia. Le prime basi del Nativismo, come nel 1879 fu nominato per la prima volta dalla sua codificatrice, Orpheis Caroline High Correll, erano dunque una mescolanza di religiosità nativa americana, stregoneria europea e Spiritualismo britannico. Nel 1979, a cento anni dalla nascita ufficiale, la religione fu resa pubblica dai Correll e apparve consolidata da una forte influenza wiccana sotto il nome di Correllianesimo (che sostituì progressivamente Nativismo correlliano), nel 1992 si organizzò ufficialmente in una Chiesa correlliana nativista, dalla quale si staccò successivamente la Chiesa correlliana tradizionalista, tuttora in fase di scisma. Oggi la Chiesa ha aperto templi in varie aree del mondo: in America, Europa, Oceania e in Africa. La religione è spesso considerata una branca della Wicca sebbene le Chiese tendano ad avere un comportamento piuttosto separato e indifferente al resto del mondo wiccano.
Una candela.

Magia ed esoterismo

Il Neopaganesimo appare come una religiosità intrisa di significati occulti e misterici, il simbolismo è una componente essenziale: sotto ad una facciata che può sembrare semplice e facilmente interpretabile, si cela un significato mistico e profondo, un vero e proprio approccio diretto dell'uomo nei confronti della verità. È questa una tendenza di tipo esoterico, che distingue le religioni pagane dal Cristianesimo e dal mondo abramitico in generale. Queste ultime religioni infatti sono nella loro quasi interezza exoteriche, ovvero tendenti a non enfatizzare i significati profondi e filosofici della teologia. Al contrario il Paganesimo è maggiormente esoterico proprio perché propone ai suoi fedeli un rapporto diretto con la dimensione occulta della natura, enfatizzandone il significato estatico e sottolineando l'immanenza del potere divino piuttosto che la distaccata trascendenza. Da questa idea di interazione diretta tra l'uomo e il divino, il Paganesimo basa tutti quei rituali volti a celebrare le divinità della natura, ricchi di devozione votiva ed elementi pratici, senza ovviamente dimenticare gli aspetti strettamente meditativi.

Alcune correnti neopagane, ma in particolare la Wicca, adottano la magia come elemento della propria dottrina. Le pratiche magiche non sono tuttavia, come potrebbe sembrare, utilizzate per ottenere risultati dal punto di vista materialistico, ma sono al contrario concepite come strumento ritualistico attraverso cui incanalare l'energia cosmica, in modo da favorire il contatto con il divino. La pratica magica può essere utilizzata anche a scopo di guarigione, come è tipico nelle correnti sciamaniche. Nella Wicca la pratica magica è considerata soggetta alla legge del tre, per la quale i praticanti devono astenersi dall'utilizzare la magia per scopi negativi o per fare del male. Nella stregoneria tradizionale tale senso etico non è presente. In altre religioni in cui è incluso il concetto di magia, come il Druidismo, essa è considerata ad appannaggio unicamente degli ordini sacerdotali dei druidi; parallelamente la maggior parte delle altre religioni neopagane, in particolare gentili (Kemetismo, Dodecateismo, Via romana agli Dei e Odinismo), non considera la magia come parte della propria dottrina, e pertanto essa non viene praticata dai fedeli. Tuttavia il rapporto tra queste religioni e le pratiche di tipo magico non è esclusivo e non esiste un netto rifiuto come invece avviene da parte del Cristianesimo.

Ipazia (360 - 415), filosofa e scienziata pagana, uccisa per la sua fede e per la sua sapienza da un gruppo di monaci cristiani.

Rapporti interreligiosi

Lo stesso argomento in dettaglio: Neopaganesimo e politica.

L'atteggiamento del Neopaganesimo nei confronti delle religioni abramitiche è molto variabile. Le organizzazioni maggiori come l'YSEE e la Casa di Netjer tendono a mantenere totalmente le distanze dalle critiche, siano esse derivanti dal mondo abramitico o siano esse generate dal mondo neopagano. Questo innanzitutto per attenersi al senso etico neopagano del rispetto nei confronti delle diverse confessioni religiose. Le polemiche tuttavia sono presenti e provengono in particolare dal mondo cristiano, in seno al quale si sta facendo strada il Neopaganesimo. Il Cristianesimo, nelle sue frange più radicali in primis, difficilmente tollera concezioni religiose come quelle neopagane, date le abissali differenze e l'apparente impossibilità di dialogo.

Da parte neopagana è presente quindi una generale tolleranza, sebbene parecchi gruppi tendano a mantenere un atteggiamento di diffidenza nei confronti del Cristianesimo, questo innanzitutto in memoria delle manovre che la religione del Cristo compì per distruggere e diffamare le antiche religioni pagane: persecuzioni, smantellamento di templi, distruzione di opere artistiche sia letterarie sia visive ed eliminazione fisica di fedeli, chierici, pensatori, storici, filosofi; e in epoca tarda per eliminare liberi pensatori che risultavano scomodi o minoranze ebraiche e islamiche, attraverso l'Inquisizione e i roghi. In ambiente wiccano non mancano i tentativi sincretistici di identificazione delle figure di Gesù e della Madonna con i due principi mistici del Dio e della Dea. Maria in particolare, risulta fortemente considerata da alcuni gruppi wiccani, ed anche in generale; questo essenzialmente per il fatto che la figura della Madre Divina sia un archetipo ricorrente in tutte le religioni antiche, e che l'iconografia di Maria stessa sia stata - come accertato da molti studiosi - influenzata o interamente costruita sull'iconografia correlata alle antiche divinità femminili, in particolare la dea kemetica Iside, anch'essa vergine e anch'essa genitrice di un figlio, redentore dell'umanità, nato per sconfiggere le tenebre e il caos, portatore di luce. In generale è possibile trovare neopagani ben disposti al dialogo con le Chiese cristiane, ma tale dialogo si arena immediatamente al minimo cenno di apologetica, cui i neopagani mostrano una seria insofferenza.

L'atteggiamento verso l'Ebraismo è molto più sfumato. A parte i neopagani politici di estrema destra, che cercano giustificazione religiosa per un antisemitismo ereditato dal mondo nazista, e quelli di estrema sinistra (che continuano una tradizione antisemitica di origine politica), il resto del mondo neopagano oscilla tra l'indifferenza e una velata diffidenza, anche se alcuni gruppi di tradizionalisti spiccano nel considerare l'Ebraismo come una religione etnica, ovvero una religione tradizionale nel vero senso della parola, e quindi degna del massimo rispetto. Inoltre i gruppi moderati tengono molto in considerazione il fatto che l'Ebraismo fosse sempre convissuto in armonia con l'antica religione greca.

L'opposizione all'Islam è seria, sebbene poco evidente anche per il fatto che non esistano gruppi neopagani nei Paesi di religione islamica. Pare che storicamente l'Islam abbia in molti casi convertito con la forza o sterminato i membri di altre religioni che rifiutavano di convertirsi. Questo atteggiamento fondamentalistico non è assolutamente compatibile con l'etica neopagana ed è per questo combattuto, anche nella realtà moderna. Parecchi neopagani inoltre vedono l'Islam come una religione della sottomissione (cosa che effettivamente la parola Islam esprime), in particolare nei confronti della donna. Questo è effettivamente un principio in opposizione agli ideali pagani, in cui è posto l'accento sull'etica del concetto di parità tra i sessi.

Diffusione

Il sito Adherents stima che nel mondo siano presenti all'incirca un milione di neopagani, sebbene molte stime raggiungano i tre milioni. Questa differenza di vedute può essere essenzialmente riconducibile al fatto che gli aderenti a religioni come il Kemetismo o il Peyotismo, da molti incluse nel Neopaganesimo, non si considerino in realtà appartenenti al gruppo religioso generalizzato dei neopagani. Bisogna tenere conto poi anche dei gentili, che generalmente rigettano l'etichetta di Neopaganesimo, e pertanto tendono a non identificarsi come neopagani nei sondaggi. In quanto religioni nate relativamente di recente, inoltre, possiedono pochi (se non alcuno) luoghi di culto ufficiali: tendono a celebrare i riti in templi allestiti in locali privati, utilizzando boschi sacri o, in molti, come singole persone nelle proprie mura domestiche, senza frequentare una comunità spirituale stabile. Uno studio britannico eseguito da Ronald Hutton ha confrontato i dati di diverse fonti (comprese le liste dei membri iscritti alle maggiori organizzazioni, il pubblico che partecipa ad eventi importanti, gli abbonamenti alle riviste) e usato modelli standard per estrapolare delle cifre probabili. Tenendo conto anche di chi appartiene a più di una organizzazione contemporaneamente e del numero di persone rappresentate da ogni singolo individuo presente a un evento neopagano, Hutton ha stimato la presenza attuale di circa 250.000 fedeli in Gran Bretagna, grosso modo equivalente in termini numerici alla comunità induista britannica. Altre ricerche che presentano dati riguardanti il numero di neopagani in America, come l'ARIS 2001 study, che si basa su un sondaggio condotto dal Graduate Center della City University di New York, stimano la presenza di 140.000 persone che si autodefiniscono neopagane, 134.000 wiccane e 33.000 druidiche. Ciò porterebbe il totale dei gruppi che vanno sotto la denominazione di Neopaganesimo alla cifra di 307.000 persone. Alcuni vorrebbero comprendere nelle stime anche peyotisti, kemetici, seguaci delle filosofie New Age e una significativa porzione di unitari universalisti; tuttavia molti di essi non si considerano neopagani, né le comunità neopagane principali li considerano come tali. La Covenant of the Goddess, nel 1999 condusse un sondaggio sul territorio statunitense e canadese, calcolando un numero di neopagani pari a 768.400 individui. Ciò sembrerebbe confermare i dati di Adherents, secondo cui nel mondo ci sarebbero almeno un milione di neopagani.

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Dati recenti forniscono dati secondo cui le religioni neopagane crescerebbero ad un ritmo di circa il 10% annuo su scala mondiale, collocandosi tra le religioni con il più alto tasso di diffusione (la prima è il Buddhismo). La condizione del Neopaganesimo in Italia lo fa apparire come un fenomeno vastamente sotterraneo, del quale è difficile fare delle stime. Secondo alcune fonti tra le più accreditate il numero di neopagani italiani oscillerebbe tra i 4.000 e i 15.000 praticanti stabili, più un universo incalcolabile di praticanti occasionali e simpatizzanti.

Sembra comunque da tutti riconosciuto che il Neopaganesimo sia particolarmente popolare tra le nuove generazioni, e riscuota in esse la maggior parte delle conversioni. Nelle realtà attuali, le varie comunità neopagane, non operano proselitismo, considerandolo un mezzo illecito ed innaturale per avvicinare qualcuno ad una religione, oltre che un fattore in netta opposizione all'etica neopagana. L'attrazione crescente verso questi nuovi culti è quindi totalmente spontanea, ed è originata da un collettivo bisogno di spiritualità che il mondo occidentale non riesce più a soddisfare mediante la religione cristiana. Da quest'ultima provengono parecchie critiche di natura ostile che tenderebbero a svalutare il Neopaganesimo, degradandolo a pura manifestazione dei giochi di ruolo piuttosto che della musica rock. Queste tesi sono largamente infondate e spesso non si basano nemmeno su accurate ricerche e valutazioni obiettive che portano la maggioranza dei cristiani a fare confusione tra quello che in realtà è il Neopaganesimo e tutto quel mondo di magia ed esoterismo che ruota intorno ai gruppi satanici piuttosto che al successo del genere Fantasy. Molti ambienti poco informati ritengono anche che esista contiguità tra il Neopaganesimo e il mondo giovanile legato alla musica gotica ed industriale, e l'attitudine presente nel mondo dei rave party, per quanto venga vissuta specialmente come una moda. Ci sono branche di aderenti alla musica heavy metal che si dicono neopagani: si tratta soprattutto di gruppi scandinavi che riprendono le antiche tradizioni della religione odinista e che sono definiti viking metal per via delle liriche pagane. Bisogna tenere inoltre presente l'esistenza di pseudo-culti che potrebbero apparire come neopagani, ma che di fatto non lo sono, e si tratta spesso di religioni-parodia, come nel caso del Discordianesimo, un culto atto alla venerazione del caos.

Voci correlate

Bibliografia

  • Christian Bouchet. Wicca: storia, teoria, pratica (2005), editore: L'Età dell'Acquario. ISBN 887136130X
  • Dragon Rouge. La vecchia religione (2004), editore: Armenia.
  • Dragon Rouge. Autoiniziazione alla vecchia religione (2005), editore: Armenia.
  • Dragon Rouge. Vivere la vecchia religione (2006), editore: Armenia.
  • Francesco Dimitri. Neopaganesimo: perché gli dèi sono tornati (2005), editore: Castelvecchi. ISBN 8876150633
  • Francesco Faraoni. Il Neopaganesimo: il risveglio degli dèi (2006), editore: Aradia. ISBN 8890150033
  • Jean Markale. Il Druidismo (1998), editore: Mondadori. ISBN 8804453192
  • Laura Rangoni. Il Paganesimo (2005), editore: Xenia. ISBN 8872735289
  • Laura Rangoni. La magia dei Celti (2006), editore: Xenia. ISBN 8872735637
  • Laura Rangoni. La Grande Madre (2005), editore: Xenia. ISBN 8872735548
  • Laura Rangoni. Vivere Wicca (2004), editore: Xenia. ISBN 8872735068
  • Scott Cunningham. Wicca (2001), editore: Armenia.

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