Astrid Kirchherr

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Astrid Kirchherr, Hamburg 2010

Astrid Kirchherr (Amburgo, 20 maggio 1938Amburgo, 12 maggio 2020[1]) è stata una fotografa tedesca.

Autografo di Astrid Kirchherr

È conosciuta principalmente per aver lavorato con i Beatles come fotografa ufficiale dei loro concerti in Germania (insieme a Jürgen Vollmer) oltre che per essere stata la fidanzata di Stuart Sutcliffe.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata nel 1938 ad Amburgo, nel distretto di Altona, fin da piccola mostra una certa predilezione per l'arte iscrivendosi ad una scuola per costumisti, dove incontra Klaus Voormann.

L'esistenzialismo[modifica | modifica wikitesto]

Verso la fine degli anni cinquanta si avvicinò al movimento esistenzialista europeo e a tal proposito in un'intervista rilasciata nel 1995 alla BBC radio affermò:

« La nostra filosofia, dato che siamo stati solo degli adolescenti, fu di vestirci di nero e incamminarci osservando il mondo attorno con malumore e malinconia. Naturalmente avemmo un riferimento ben preciso, che fu Sartre. Ci ispirammo agli artisti e agli scrittori francesi, perché erano vicini a noi occidentali, mentre l'Inghilterra era talmente lontana e gli Stati Uniti erano fuori dalla questione. Così provammo a pensare e a vivere come gli esistenzialisti francesi. ... Noi perseguivamo la libertà, volevamo essere diversi e provammo ad essere distaccati, scettici[2]»

Sutcliffe e i Beatles[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: The Beatles.

Fu Voormann a presentare ad Astrid i Beatles nel locale amburghese Kaiserkeller nel 1960. Qui, Astrid notò Stuart Sutcliffe, che all'epoca suonava il basso con John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Pete Best, innamorandosene. I due si fidanzarono ufficialmente e la Kirchherr iniziò a scattare fotografie del gruppo, che sarebbero poi diventate celebri e sarebbero state esposte in diversi musei del mondo, oltre che nella Rock and Roll Hall of Fame.

Fu Astrid ad accogliere i Beatles al loro arrivo ad Amburgo nel 1962 avvisandoli della tragica scomparsa, avvenuta solo pochi giorni prima, del loro ex bassista Stuart Sutcliffe, che nel frattempo - dopo essere stato ammesso all'Accademia d'Arte della città tedesca - aveva lasciato definitivamente la musica per dedicarsi solo alla pittura. Nel corso degli anni successivi la Kirchherr conservò un ottimo rapporto con Lennon, che incontrò nell'agosto del 1963 a Parigi mentre si trovava lì con la moglie e con i Beatles e che rivide nel 1966 ad Amburgo durante l'ultima tournée dei "FabFour" in Germania.

Nel 1993 la figura di Astrid è stata portata sul grande schermo grazie al film Backbeat - Tutti hanno bisogno di amore. La pellicola, che vede Sheryl Lee nei panni della fotografa, racconta la storia del "quinto Beatles" Stuart Sutcliffe, morto di emorragia cerebrale, e di altri quattro ragazzi di Liverpool con la passione per la musica.

Il taglio dei capelli[modifica | modifica wikitesto]

I Beatles nel 1964

Astrid viene ricordata come l'ideatrice del taglio di capelli dei Beatles, ma in molte interviste rigettò questa attribuzione:

«Tutta la gente dice che ho inventato il loro stile dei capelli, ma questa è una sciocchezza! Un mucchio di ragazzi tedeschi portava quello stile. Stuart è stato il primo a imitarlo e poi anche gli altri tre lo copiarono. Io ritengo che il più importante contributo che ho dato ai Beatles fu la mia amicizia[3][4]»

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1964 divenne una fotografa "freelance" e con il collega Max Scheler realizzò un servizio "dietro le quinte" sul set cinematografico del film interpretato dai Beatles A Hard Day's Night, per conto del magazine tedesco Stern.[5] Harrison nel 1969 le chiese di realizzare la copertina del suo album Wonderwall Music. La stessa Kirchherr descrisse quali difficoltà professionali incontrò negli anni sessanta, in quanto donna:

« Tutti i periodici e i quotidiani mi cercarono, continuamente, solo per fotografare i Beatles. Oppure erano interessati alle mie vecchie foto sui Beatles, anche se erano sfocate e non riuscite perfettamente. Ma non mostravano alcun interesse per i miei altri lavori. Fu davvero molto faticoso per una donna fotografa, negli anni '60, essere accettata. Ma alla fine ci riuscii ! Dal 1968 in poi la mia vita professionale fu meno dura [6]

Astrid sostenne che le sue foto preferite erano quelle scattate a Sutcliffe sul Mar Baltico oltre a quelle di Lennon e Harrison realizzate nel suo attico ad Amburgo. Non era una appassionata di computer e di nuove tecnologie.[7] Ha affermato di aver perso un'ingente somma di denaro, pari a £500,000, a causa dell'utilizzo illecito e indiscriminato delle sue foto, avvenuto senza l'autorizzazione e il conseguente pagamento dei diritti d'autore.[6]

Filmografia su Astrid Kirchherr[modifica | modifica wikitesto]

La vita di Astrid Kirchherr è stata raccontata in tre pellicole tra cinema e televisione. Di seguito elencati i titoli dei film, e i nomi delle attrici che hanno prestato il volto alla nota fotografa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ È morta Astrid Kirchherr, addio alla 'musa' dei Beatles, fotografa dei primi Fab Four, su Repubblica.it, 16 maggio 2020. URL consultato il 16 maggio 2020.
  2. ^ Kirchherr's interview on BBC Radio Merseyside's 500th "On The Beat" programme (Saturday 26 agosto 1995) members.aol.com - Retrieved: 21 maggio 2007
  3. ^ Badman (1998), p61.
  4. ^ Spitz (2005), p245.
  5. ^ Astrid and "A Hard Days Night" Archiviato il 24 aprile 2008 in Internet Archive. rockstore.net - Retrieved: 7 maggio 2007
  6. ^ a b Kirchherr on her life Archiviato il 7 ottobre 1999 in Internet Archive. geocities.com - Retrieved: 21 maggio 2007
  7. ^ Interview with Astrid Archiviato il 30 giugno 2008 in Internet Archive. retrosellers.com - Retrieved: 21 maggio 2007

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Max Scheler, Golden dreams, 1996
  • Klaus Voormann, Hamburg days, 1999
  • Olivia Harrison, When We Was Fab, Genesis Publications, 2003

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Controllo di autoritàVIAF (EN20627053 · ISNI (EN0000 0000 4031 5235 · Europeana agent/base/147207 · LCCN (ENno95002867 · GND (DE124915752 · NDL (ENJA00620938 · WorldCat Identities (ENlccn-no95002867