Bona di Savoia: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Le lunghe trattative matrimoniali: Chiarimento di "anni '60"
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Stemma, date di regno
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile Modifica da mobile avanzata
Riga 4: Riga 4:
|immagine = Bona of Savoy with saint 02.jpg
|immagine = Bona of Savoy with saint 02.jpg
|legenda =Bona di Savoia ritratta nel [[1471]], [[Pinacoteca del Castello Sforzesco]], [[Milano]]
|legenda =Bona di Savoia ritratta nel [[1471]], [[Pinacoteca del Castello Sforzesco]], [[Milano]]
|stemma = Arms of the House of Savoy.svg
|stemma = [[File:Arms of the House of Sforza.svg|74px]] [[File:Arms of the House of Savoy.svg|70px]]
|titolo = [[Consorti dei sovrani di Milano|Duchessa consorte di Milano]]
|titolo = [[Consorti dei sovrani di Milano|Duchessa consorte di Milano]]
|sottotitolo =
|sottotitolo =
|regno = [[1468]] -<br />[[1476]]
|regno =
|inizio reggenza =
|inizio regno = 7 luglio [[1468]]
|fine reggenza =
|fine regno = 26 dicembre [[1476]]
|investitura =
|investitura =
|incoronazione =
|sistema nobiliare =
|predecessore = [[Bianca Maria Visconti]]
|predecessore = [[Bianca Maria Visconti]]
|erede =
|erede =
|successore = [[Isabella d'Aragona (1470-1524)|Isabella d'Aragona]]
|successore = [[Isabella d'Aragona (1470-1524)|Isabella d'Aragona]]
|nome completo =
|nome completo =
|trattamento =
|prefisso onorifico =
|onoreficenze =
|suffisso onorifico =
|altrititoli = [[Casa Savoia|Principessa di Savoia]]
|altrititoli = [[Casa Savoia|Principessa di Savoia]]
|data di nascita = 10 agosto [[1449]]
|data di nascita = 10 agosto [[1449]]
Riga 28: Riga 28:
|padre = [[Ludovico di Savoia]]
|padre = [[Ludovico di Savoia]]
|madre = [[Anna di Lusignano]]
|madre = [[Anna di Lusignano]]
|consorte = [[Galeazzo Maria Sforza]]
|consortedi = [[Galeazzo Maria Sforza]]
|consortedi =
|coniuge 1 =
|coniuge 2 =
|coniuge 3 =
|coniuge 4 =
|coniuge 5 =
|figli = [[Gian Galeazzo Maria Sforza|Gian Galeazzo Maria]]<br />[[Ermes Maria Sforza|Ermes Maria]]<br />[[Bianca Maria Sforza|Bianca Maria]]<br />[[Anna Maria Sforza|Anna Maria]]
|figli = [[Gian Galeazzo Maria Sforza|Gian Galeazzo Maria]]<br />[[Ermes Maria Sforza|Ermes Maria]]<br />[[Bianca Maria Sforza|Bianca Maria]]<br />[[Anna Maria Sforza|Anna Maria]]
|religione = [[Cattolicesimo]]
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|motto =
|motto =
|firma =
|firma =

Versione delle 19:41, 7 lug 2021

Disambiguazione – Se stai cercando altre dame di nome Bona di Savoia, vedi Bona di Savoia (disambigua).
Bona di Savoia
Bona di Savoia ritratta nel 1471, Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano
Duchessa consorte di Milano
In carica7 luglio 1468 –
26 dicembre 1476
PredecessoreBianca Maria Visconti
SuccessoreIsabella d'Aragona
Altri titoliPrincipessa di Savoia
NascitaAvigliana, 10 agosto 1449
MorteFossano, 23 novembre 1503
DinastiaSavoia per nascita
Sforza per matrimonio
PadreLudovico di Savoia
MadreAnna di Lusignano
Consorte diGaleazzo Maria Sforza
FigliGian Galeazzo Maria
Ermes Maria
Bianca Maria
Anna Maria
ReligioneCattolicesimo

Bona di Savoia (Avigliana, 10 agosto 1449Fossano, 23 novembre 1503), era l'undicesima figlia di Ludovico di Savoia e di sua moglie Anna di Lusignano.

Origini

Principessa savoiarda alla corte di Francia

Bona nacque, nel castello di Avigliana da Ludovico di Savoia e da Anna di Lusignano, il giorno 10 agosto del 1449[1]. Rimasta nel 1462 orfana della madre, crebbe alla corte di Luigi XI di Francia[1]. In quel periodo, il Ducato di Savoia stava cadendo nell'area d'influenza francese[2]: la posizione del ducato era un ottimo avamposto per future mire militari in Italia. Infatti Luigi, quando era ancora delfino, sposò nel 1451[3] la sorella di Bona, Carlotta di Savoia, con l'intento di rafforzare tale stato di dipendenza.

Le lunghe trattative matrimoniali

Ludovico di Savoia, incisione di P. Giffart da disegno di F.I.D. Lange.

Negli anni '60 del Quattrocento, il Duca di Milano Francesco Sforza aveva stabilito dei buoni rapporti diplomatici con la corte francese[4], in quanto conscio della pericolosità dello stato transalpino per l'equilibrio politico italiano. Pertanto, seguendo una sensata politica di real politik (facilitata anche dall'accondiscendenza del primogenito Galeazzo Maria, riluttante a sposare Dorotea Gonzaga[5]), lo Sforza propose a re Luigi il matrimonio del primogenito con Bona[1][6]. Tali trattative si rivelarono molto lunghe, e le motivazioni si possono riscontrare in una serie di impedimenti:

  1. Negli impegni militari di Galeazzo Maria, posto al comando di una spedizione militare volta a sostenere re Luigi contro Carlo di Borgogna[5].
  2. La morte del Duca Francesco Sforza, nel 1466[4], evento che rallentò le trattative matrimoniali.
  3. L'ostilità dei Savoia verso gli Sforza. I Savoia, infatti, ritenevano gli Sforza dei parvenus e degli usurpatori del trono meneghino[7], un tempo occupato, nel ruolo di duchessa consorte di Filippo Maria, da Maria di Savoia. Entrato in conflitto con Francesco Sforza, Ludovico non riuscì però a prendere il trono di Milano. Da quel momento i Savoia si sentirono soffocati tra la Francia e gli Sforza.

Dal punto terzo, si può comprendere il fallito tentativo di rapire, da parte di Amedeo IX, Galeazzo Maria mentre cercava di ritornare in patria per prendere possesso del suo trono[5]. In seguito però alle pressioni di Luigi di Francia sul piccolo Stato, Amedeo acconsentì al matrimonio della nipote: il matrimonio per procura fu celebrato ad Amboise il 12 maggio 1468[1], mentre quello religioso a Milano il 7 luglio[1].

Contea e Ducato di Savoia
Branca Ducale

Casa Savoia
Amedeo V il Conte Grande
Edoardo il Liberale
Figli
Aimone il Pacifico
Amedeo VI il Conte Verde
Amedeo VII il Conte Rosso
Amedeo VIII il Pacifico (antipapa Felice V)
Figli
Ludovico il Generoso
Figli
Amedeo IX il Beato
Carlo I il Guerriero
Figli
Carlo II

La bellezza di Bona

Bona di Savoia, Museo d'arte antica, Castello Sforzesco, Milano

Ovviamente, Galeazzo Maria si informò bene sulle fattezze della futura sposa. All'inizio del 1468 inviò il suo pittore Zanetto Bugatti in Francia[8] per ritrarre la futura consorte e vedere se fosse di suo gradimento. Quando il pittore ritornò a marzo[8], Galeazzo poté mostrare la sua soddisfazione. Quando poi i due consorti si conobbero per la prima volta, Galeazzo poté confermare ciò che vide nel dipinto:

«I rapporti inviati a Galeazzo su di lei in questo periodo la descrivono alta, ben proporzionata, di bella carnagione, con vita sottile, bei lineamenti e un carattere gentile. Lo stesso Galeazzo, che la incontrò a Novi e l'accompagnò a Vigevano per gli sponsali, dichiarò di essere "tanto contenti et consolati, che non lo posiamo ad sufficientiam dire né scrivere"»

Duchessa consorte di Milano

Una vita appartata

Negli otto anni in cui rivestì il ruolo di duchessa consorte, Bona di Savoia non si intromise mai negli affari politici del marito, benché fosse una donna energica[9]. Al contrario della precedente duchessa consorte, la suocera Bianca Maria Visconti, Bona si dedicò quasi esclusivamente alla crescita dei figli e ad essere nei loro confronti una madre premurosa e dolce. Mentre era in vita il marito, Bona si sforzò di mantenere buoni i rapporti tra Savoia e Sforza e compì due visite di stato: l'una a Firenze nel 1471, l'altra a Mantova.

La duchessa vedova

La tormentata reggenza (1476-1479)

Lo stesso argomento in dettaglio: Gian Galeazzo Maria Sforza.

I contrasti con il cognato Ludovico e la caduta del Simonetta

Rimasta prematuramente vedova dopo l'assassinio di Galeazzo Maria il 26 dicembre 1476[5], Bona dimostrò molta forza di carattere nel proteggere il futuro dei suoi figli, soprattutto del primogenito Gian Galeazzo Maria. Affidatasi alla competenza illuminata del segretario ducale Cicco Simonetta, Bona fu proclamata reggente il 9 gennaio del 1477[1][10] in nome del figlio novenne. La sua posizione, la quale fu rinsaldata dall'abile Simonetta, fu però contestata dai cognati, desiderosi di poter controllare la volontà del giovane duca.

Questi (tra i quali spiccava l'ambizioso Ludovico Maria detto "il Moro") cercarono nel maggio del 1477 di estromettere Bona e Simonetta dalla tutela di Gian Galeazzo Maria, ma il Simonetta riuscì a precederli e ad esiliarli (25 maggio[1][10]). La rivalsa di Ludovico non tardò però a farsi aspettare: aiutato dal comandante Roberto di Sanseverino, il giovane Sforza allestì un esercito che invase il Ducato, conquistando tra il 1478 e il 1479 Genova e Tortona[1]. A facilitare le imprese dei due fu anche la progressiva caduta in disgrazia del Simonetta davanti agli occhi di Bona. Questa, nel frattempo, aveva intessuto una relazione sentimentale con il suo cameriere ferrarese Antonio Tassino, nemico personale del Simonetta[1]. Non è da escludere che l'influenza del Tassino sul cuore della duchessa causò la caduta del Simonetta, facilitata anche dall'avanzata del Moro. Fatto sta che l'8 settembre[1] Bona si riconciliò con il cognato, condannando di fatto il fedele Cicco Simonetta alla pena capitale.

Cicco Simonetta

«Eccellenza illustrissima a me sarà tagliato il capo e voi in processo di tempo perderete lo stato»

La caduta (1480)

La frase pronunciata dal Simonetta non poté essere che veritiera: benché rimanesse ufficialmente ancora la reggente, coadiuvata dal nuovo cancelliere ducale Bartolomeo Calco[1], Ludovico il Moro aveva in mano la situazione politica dello Stato. Il 7 ottobre del 1480[1], infatti, Ludovico, col pretesto di proteggere la vita del nipote dalle mire di Antonio Tassino[11], lo fece trasportare nella "Rocchetta", l'area più imprendibile del Castello Sforzesco. Qui Gian Galeazzo Maria firmò un documento[12] con cui proclamava suo tutore lo zio a discapito della madre, la quale fu costretta ad andare ad abitare nel castello di Abbiategrasso, con un seguito costituito principalmente da spie del Moro[1].

L'esilio forzato

I dissapori con il Moro e la morte del figlio

Nonostante fosse stata esiliata ad Abbiategrasso, il trattamento riservato alla duchessa madre indignò profondamente sia i suoi parenti savoiardi, sia Luigi XI di Francia[1]. Se da un lato questi fecero pressione sul nuovo reggente perché le fosse concessa più libertà, dall'altro essa patrocinò, senza però pur prendervi parte direttamente, a dei complotti contro il Moro nel 1481 e nel 1483[1]. Quest'ultimo attentato, però, relegò Bona in una prigionia ancor più dura, dalla quale riuscì a liberarsi soltanto verso la fine degli anni '80, quando assistette al matrimonio del figlio duca e della figlia Bianca Maria. Fu al fianco di Gian Galeazzo[1] nel Castello di Pavia, quando morì il 21 settembre del 1494[10].

Lastra tombale raffigurante una suora, forse usata come lapide per Bona di Savoia, XIV secolo, museo d'arte antica nel Castello Sforzesco, Milano.

La fuga in Francia e la morte

Con l'arrivo di Carlo VIII in Italia, successore di Luigi sul trono francese, Bona fuggì in Francia alla corte di Amboise[13]: non si sentiva più al sicuro a Milano, con l'odiato cognato diventato finalmente duca. Non trovandosi però a suo agio nella corte francese, chiese ed ottenne dal nipote Filiberto II di Savoia asilo nella patria d'origine[1]. Le fu concesso un feudo a Fossano, ove Bona spirò il 17 novembre 1503[1][13], dimenticata anche dal mondo. Fu sepolta nella chiesa di San Giuliano a Savigliano[1].

Discendenza

Gelosa del marito, che aveva un gran numero di amanti, accettò soltanto i figli illegittimi che lui ebbe prima del loro matrimonio.

Diede al marito quattro figli:

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Amedeo VII di Savoia Amedeo VI di Savoia  
 
Bona di Borbone  
Amedeo VIII di Savoia  
Bona di Berry Giovanni I di Berry  
 
Giovanna d'Armagnac  
Ludovico di Savoia  
Filippo II di Borgogna Giovanni II di Francia  
 
Bona di Lussemburgo  
Maria di Borgogna  
Margherita III delle Fiandre Luigi II di Fiandra  
 
Margherita del Brabante  
Bona di Savoia  
Giacomo I di Cipro Ugo IV di Cipro  
 
Alice d'Ibelin  
Giano di Lusignano  
Helvis di Brunswick-Grubenhagen Filippo di Brunswick-Grubenhagen  
 
 
Anna di Lusignano  
Giovanni I di Borbone-La Marche Giacomo I di Borbone-La Marche  
 
Giovanna di Châtillon-Saint Paul  
Carlotta di Borbone  
Caterina di Vendôme Giovanni VI di Vendôme  
 
Giovanna di Penthieu  
 

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s Daniel M. Bueno De Mesquita, Bona di Savoia in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, vol. 1969, Treccani, 1969. URL consultato il 27 dicembre 2014.
  2. ^ Il 27 ottobre 1452 Luigi, ancora delfino, impose al duca Ludovico il trattato di Cleppié, con il quale il Ducato di Savoia veniva legato da un vincolo di alleanza alla Francia. Cfr. Francesco Cognasso, Ludovico di Savoia, in Enciclopedia Italiana online, Treccani, 1934
  3. ^ Angela Dillon Bussi, Carlotta di Savoia in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, vol. 20, Treccani, 1977. URL consultato il 27 dicembre 2014.
  4. ^ a b Cfr. Francesco Sforza
  5. ^ a b c d Cfr. Galeazzo Maria Sforza
  6. ^ G. Lopez, I Signori di Milano - dai Visconti agli Sforza, Milano, Newton&Compton Editore, 2013, p. 86.
  7. ^ "Nel 1447 alla morte di Filippo Maria Visconti, seguendo le direttive paterne, (Ludovico, N.d.A) agì con le armi e la diplomazia per essere riconosciuto signore dai Milanesi." in Francesco Cognasso, Ludovico di Savoia, cit.
  8. ^ a b Caterina Santoro, Gli Sforza: La casata nobiliare che resse il Ducato di Milano dal 1450 al 1535, su books.google.it, Lampi di stampa, 1999, p. 118. URL consultato il 27 dicembre 2014.
  9. ^ Caterina Santoro, Gli Sforza: La casata nobiliare che resse il Ducato di Milano dal 1450 al 1535, Milano, Lampi di Stampa, 1999, p. 174.
  10. ^ a b c Cfr. Gian Galeazzo Maria Sforza
  11. ^ C. Santoro, Gli Sforza, pp. 217-219.
  12. ^ C. Santoro, Gli Sforza, p. 218.
  13. ^ a b C.Santoro, Gli Sforza, p. 307.

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Duchessa consorte di Milano Successore
Bianca Maria Visconti 1468 - 1476 Isabella d'Aragona
Predecessore Reggente il Ducato di Milano
per conto del figlio Gian Galeazzo Maria Sforza
Successore
Galeazzo Maria Sforza 1477 - 1479 Ludovico il Moro
Controllo di autoritàVIAF (EN50119820 · ISNI (EN0000 0000 6629 9720 · SBN MILV077112 · BAV 495/17451 · CERL cnp00572101 · LCCN (ENno93027530 · GND (DE122865200 · J9U (ENHE987007258854705171