Monumento a Giuseppe Sirtori

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Giuseppe Sirtori
AutoreEnrico Butti
Data1892
Materialebronzo
UbicazioneGiardini pubblici Indro Montanelli, Milano
Coordinate45°28′25.72″N 9°12′02.09″E / 45.47381°N 9.20058°E45.47381; 9.20058
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Il monumento a Giuseppe Sirtori è una scultura in bronzo posta nei giardini pubblici di Milano.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La statua del generale Giuseppe Sirtori fu realizzata dallo scultore Enrico Butti. L'epigrafe è «AL / GENERALE / GIVSEPPE SIRTORI».

Fu inaugurato il 5 giugno 1892.[1]

«La statua, in bronzo, opera di Enrico Butti, sorge sulla spianata dinanzi alla Villa reale, colla fronte rivolta al laghetto. Rappresenta il generale quando, capo dello stato maggiore di Garibaldi, metteva tutta la sua strategia e la sua anima per sconfiggere i Borbonici e liberare la Sicilia. Lo scultore Butti rappresentò il Sirtori in piedi, colle braccia incrociate, collo sguardo fisso, col lungo pizzo sul petto, e la spada abbandonata all'indietro. Gli si legge nel volto l'ansia dell'attesa del definitivo conflitto e quell'espressione di calcolo ch'egli metteva nelle sue operazioni.

La statua è di stile moderno: un forte sbozzo più che nn lavoro particolareggiato. A primo aspetto, nel veder quel generale in quella posa che contrasta con tutte lo pose tradizionali dei monumenti, si rimane un po' scossi; ma. appena lo si osserva, si comprende che v'è un carattere, e, in quella scioltezza, si rivela un artista.

Intorno al piedestallo, in rilievo in bronzo, è rappresentata la vittoria di Palermo, colla sconfitta dei Borbonici, il passaggio del ponte dell'Ammiraglio e l'entrata in città con Nullo e Nino Bixio. Il basamento, d'una linea semplice, severa, è in porfido di Val Brembana.

Alla festa intervenne una folla di alte rappreseptanze militari e civili e una folla di cittadini. Un battaglione del 21° fanteria con bandiera e musica rendeva pure gli onori all'intrepido soldato. Fra gli oratori, il colonnello Guastalla tratteggiò la vita del Sirtori.[1]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Corriere, in Illustrazione Italiana, 1892, p. 370.

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