Jordan 192

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Jordan 192
La Jordan 192
Descrizione generale
Costruttore Bandiera dell'Irlanda  Jordan Grand Prix
Categoria Formula 1
Squadra Sasol Jordan Yamaha
Progettata da Gary Anderson
Andrew Green
Sostituisce Jordan 191
Sostituita da Jordan 193
Descrizione tecnica
Meccanica
Telaio Monoscocca in fibra di carbonio
Motore Yamaha 3.5 V12
Trasmissione Jordan/Hewland a 7 rapporti semiautomatico
Altro
Carburante Sasol
Pneumatici Goodyear
Avversarie Vetture di Formula 1 1992
Risultati sportivi
Debutto Bandiera del Sudafrica Gran Premio del Sudafrica 1992
Piloti 32. Bandiera dell'Italia Stefano Modena
33. Bandiera del Brasile Maurício Gugelmin
Palmares
Corse Vittorie Pole Giri veloci
16 0 0 0

La Jordan 192 è una vettura di Formula 1 costruita e impiegata dalla Jordan Grand Prix nella stagione 1992. Progettata da Gary Anderson, venne guidata da Stefano Modena e Maurício Gugelmin.

Preparazione della stagione[modifica | modifica wikitesto]

La stagione 1991 si era rivelata estremamente positiva per la Jordan dal punto di vista dei risultati: la squadra aveva concluso il campionato costruttori al quinto posto ed era risultata la migliore tra i team esordienti in Formula 1.

Nonostante ciò, la situazione finanziaria non si era mantenuta altrettanto brillante: al termine del campionato 1991 i due sponsor principali 7 Up (gruppo Pepsi) e Fujifilm decisero di non rinnovare i contratti in essere. Eddie Jordan riuscì tuttavia ad accordarsi con la compagnia petrolifera sudafricana Sasol, che divenne il nuovo sponsor principale della squadra[1], garantendo i fondi necessari per partecipare al campionato e un budget di circa 20 milioni di dollari per l'intera stagione, che permise di aumentare l'organico a 51 unità.[1]

La vettura[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto della Jordan 192 prese le mosse da quello della precedente 191: particolare attenzione venne dedicata al miglioramento dell'efficienza aerodinamica e della struttura delle sospensioni; la vettura non poté però dotarsi dei più moderni congegni elettronici utilizzati dalle squadre di vertice, in particolar modo le sospensioni attive, data la mancanza delle risorse necessarie per effettuare un investimento così oneroso.[2] Come l'anno precedente, fu utilizzato il sistema CAD per la progettazione della monoposto, alla quale si dedicarono sei persone: tra di esse Gary Anderson coordinò i tecnici, Andrew Green si occupò delle sospensioni e Mark Smith della trasmissione.[2]

Motore[modifica | modifica wikitesto]

Il motore Yamaha OX99 utilizzato dalla Jordan nel 1992

La novità più rilevante era senz'altro legata al cambio di propulsore: non essendo riuscito a rinnovare l'accordo con la Ford-Cosworth (che nel frattempo aveva scelto di puntare con decisione sulla Benetton, riservando quindi alle altre squadre materiali molto meno performanti), Jordan firmò un contratto di fornitura gratuita della durata di quattro anni con la Yamaha Motor Company, che mise a disposizione il proprio motore V12 OX99 da 3500 cm³[1][3].

Il cambio di fornitura del motore, avvenuto mentre i tecnici avevano già iniziato a lavorare alla nuova monoposto, mise questi ultimi in difficoltà: il V12 oltre a essere più voluminoso rispetto al V8 Ford era anche più pesante di circa 30 chili. Ciò costrinse a rivedere frettolosamente il bilanciamento e la fluidodinamica della vettura: in particolare il propulsore venne spostato in posizione leggermente più avanzata rispetto alla 191 e il serbatoio del carburante venne reso meno capiente[2].

Cambio[modifica | modifica wikitesto]

La nuova monoposto venne dotata di un cambio a 7 rapporti semiautomatico, in luogo di quello manuale usato sulla 191. Era in progetto anche lo studio di un cambio totalmente automatico, che però non venne mai adottato.[2]

La stagione[modifica | modifica wikitesto]

Fin dalle prime uscite la 192 si rivelò un sostanziale passo indietro rispetto alla 191: l'aspetto più problematico era legato alla messa a punto del propulsore Yamaha, che oltre a non armonizzarsi al meglio con un progetto pensato per un motore V8, era un'unità motrice fragile, dispendiosa nei consumi e tendente al surriscaldamento[4]

In confronto alla positiva stagione inaugurale, il 1992 si rivelò molto deludente per la Jordan: Gugelmin si ritirò in sette delle prime nove gare e Modena mancò per quattro volte la qualificazione, non riuscendo inoltre a concludere una gara fino a Spa. Solo al Gran Premio conclusivo, in Australia, la Jordan riuscì a conquistare il suo unico punto iridato, grazie al sesto posto ottenuto da Modena, che valse alla scuderia l'undicesimo posto nella classifica costruttori.

A fronte di tale magro bottino, Eddie Jordan risolse anzitempo il contratto con Yamaha, accordandosi per la stagione 1993 con la Hart.

Risultati completi[modifica | modifica wikitesto]

Anno Team Motore Gomme Piloti Punti Pos.
1992 Sasol Jordan Yamaha Yamaha OX99 G Bandiera dell'Italia Modena NQ Rit Rit NQ Rit Rit Rit Rit Rit NQ Rit 15 NQ 13 7 6 1 11º
Bandiera del Brasile Gugelmin 11 Rit Rit Rit 7 Rit Rit Rit Rit 15 10 14 Rit Rit Rit Rit

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) A man of the people, marzo 1992, 21-24. URL consultato il 26 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2017).
  2. ^ a b c d (EN) Joe Saward, Gary Anderson - Eddie Jordan's other half, su grandprix.com, 1º luglio 1991. URL consultato il 4 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  3. ^ Cristiano Chiavegato, Si prova in Spagna. Alesi 2º, in La Stampa, 10 dicembre 1991, p. 35.
  4. ^ (EN) Simon Taylor, Lunch with... Gary Anderson, maggio 2016, 75-80. URL consultato il 26 febbraio 2017.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]