Ducati Paso

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ducati Paso
La Paso 906
CostruttoreBandiera dell'Italia Ducati
TipoStradale
Produzionedal 1986 al 1992
Stessa famigliaDucati 750 Sport

La Ducati Paso fu la prima moto prodotta dalla Ducati in seguito all'acquisizione del marchio da parte del gruppo Cagiva. Fu prodotta in tre versioni: "750 Paso" (1986), "Paso 906" (1988) e "907 I.E." (1990). Presentata al Salone di Milano del novembre 1985[1], la Ducati Paso deve il nome al pilota Renzo Pasolini, detto "Paso", deceduto il 20 maggio 1973 in un incidente di gara nell'Autodromo di Monza durante il Gran Premio delle Nazioni. La moto si caratterizza stilisticamente per la carenatura integrale. Negli stessi anni il gruppo Cagiva produsse due motocicli con carenatura analoga alla Paso ma in segmenti di mercato inferiori: la Cagiva Freccia, una monocilindrica di 125 cm³, e la Moto Morini Dart, una bicilindrica di 350 cm³ .

750 Paso[modifica | modifica wikitesto]

La Ducati Paso 750


Il marchio bolognese, acquistato nel 1983 dal gruppo Cagiva, nel tentativo di superare i trascorsi difficili della gestione IRI, costruì una moto con caratteristiche tecniche e d'immagine innovative in grado di opporsi alla concorrenza giapponese.

Per raggiungere l'ambizioso obiettivo la Ducati si affidò a Massimo Tamburini, valente tecnico riminese e cofondatore della Bimota (in futuro autore di moto di grande successo come la Ducati 916 e le MV Agusta F4 e Brutale). I problemi da superare erano molti, in particolare era necessario utilizzare l'unico motore in produzione dalla Ducati, il bicilindrico a L di 90°, serie Pantah, giunto con molti affinamenti fino ai giorni nostri e unico nella produzione di serie ad essere dotato di distribuzione desmodromica, ma ai tempi affetto da problemi di affidabilità dovuti per lo più a lavorazioni meccaniche di modesta qualità.

Il progettista riminese vestì la motocicletta con una carenatura integrale, che celava alla vista ogni componente meccanica. La moto venne dotata di dotazioni tecniche di ultima generazione: telaio in tubi quadri d'acciaio al cromo-molibdeno, forcella anteriore Marzocchi M1R, forcellone posteriore in lega leggera con biellismi ad azionamento progressivo, ruote da 16 pollici con pneumatici radiali di generosa sezione, motore con raffreddamento misto aria-olio, accensione elettronica e strumentazione completa, sebbene poco visibile durante la notte [2].

Il tutto per realizzare una moto che costituiva un'assoluta novità nella produzione Ducati: non una sportiva, ma una moto con espressa vocazione sport-tourer. Nonostante le premesse il successo commerciale stentò ad arrivare poiché la moto era più costosa delle concorrenti, aveva prestazioni inferiori (erano dichiarati 73,44 cv a 7.900 giri per 200 km/h di velocità) e aveva ancora qualche limite di affidabilità a causa di un impianto elettrico non perfettamente a punto e soprattutto di un'alimentazione mediante un carburatore automobilistico, montato al centro del V dei cilindri, che risentiva dell'insufficiente smaltimento di calore nella guida a bassa velocità, dovuto alla ridotta misura degli sfoghi d'aria nella carenatura [2].

La moto fu esportata anche sul mercato americano, con la necessità però di modificare gli indicatori di direzione posteriori, separati dal fanale posteriore, con contamiglia e con terminali di scarico diversi, questa versione fu commercializzata anche in Italia con il nome di Paso 750LTD, cioè limited edition.

Paso 906[modifica | modifica wikitesto]

Al Salone di Colonia 1988[3] venne presentata la Paso 906, con cilindrata di 904 cm³ e 88  CV a 8 000 giri per 220 km/h di velocità massima, caratterizzata da raffreddamento a liquido e cambio a 6 marce, anche se restavano invariati ciclistica, impianto elettrico e alimentazione.

907 I.E.[modifica | modifica wikitesto]

La Ducati 907 I.E.

La maturità fu raggiunta con la 907 I.E., presentata al Salone di Colonia 1990[4], che perse tuttavia il nome "Paso". Il motore restava il medesimo 904 cm³ della Paso 906, ma il carburatore lasciò il posto ad un moderno (per i tempi) impianto Weber-Marelli che integrava accensione ed iniezione elettronica risolvendo i problemi di alimentazione delle versioni precedenti. La potenza salì a 90  CV a 8.500 giri e la velocità a 230 km/h. Anche la parte ciclistica fu modificata con cerchi da 17" che assecondavano una tendenza progettuale tuttora invalsa e diedero alla moto un'agilità e un equilibrio prima sconosciuti.

La produzione cessò nel 1992.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristiche tecniche - Ducati 750 Paso (1986)
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt.) 2000 × 700 × 1100 mm
Altezze Sella: 780 mm - Minima da terra: 170 mm - Pedane: 400 mm
Interasse: 1450 mm Massa a vuoto: 195 kg Serbatoio: 22 l
Meccanica
Tipo motore: Bicilindrico a 4 tempi a V di 90° longitudinale Raffreddamento: ad aria
Cilindrata 748,1 cm³ (Alesaggio 88 × Corsa 61,5 mm)
Distribuzione: monoalbero azionato da cinghia dentata, due valvole per cilindro a comando desmodromico Alimentazione: un carburatore Weber doppio corpo 44 DCNF 107 da 36 mm
Potenza: 73,44 CV a 7.900 giri/min Coppia: 7,65 kgm a 6.350 giri/min Rapporto di compressione: 10:1
Frizione: multidisco a secco a comando idraulico Cambio: 5 marce a pedale ad innesti frontali
Accensione elettronica a scarica induttiva Kokusan
Trasmissione primaria ad ingranaggi a denti dritti, finale a catena
Avviamento elettrico
Ciclistica
Telaio perimetrale a doppia culla scomponibile in tubi d'acciaio al Cr-Mo
Sospensioni Anteriore: forcella Marzocchi M1R teleidraulica con steli da 42 mm e antidive / Posteriore: forcellone oscillante e monoammortizzatore Öhlins (quasi subito sostituito dal Marzocchi Duoshock) oleopneumatico regolabile progressivo (sistema "Soft Damp")
Freni Anteriore: doppio disco Brembo da 280 mm / Posteriore: disco singolo da 270 mm
Pneumatici Pirelli o Michelin radiali tubeless, anteriore 130/60 ZR16; posteriore 160/60 ZR16
Prestazioni dichiarate
Velocità massima 200 km/h
Consumo 17,5 km/l a norme CUNA
Fonte dei dati: Nico Cereghini, Ducati Paso 750 Testarossa delle moto, Motociclismo novembre 1986, pag. 101
Caratteristiche tecniche - Ducati Paso 906 (1988)
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt.) 2000 × 700 × 1100 mm
Altezze Sella: 780 mm - Minima da terra: 170 mm - Pedane: 370 mm
Interasse: 1450 mm Massa a vuoto: 205 kg Serbatoio: 22 l
Meccanica
Tipo motore: Bicilindrico a 4 tempi a V di 90° longitudinale Raffreddamento: a liquido
Cilindrata 904 cm³ (Alesaggio 92 × Corsa 68 mm)
Distribuzione: monoalbero azionato da cinghia dentata, due valvole per cilindro a comando desmodromico Alimentazione: un carburatore Weber doppio corpo 44 DCNF 116
Potenza: 88 CV a 8.000 giri/min Coppia: Rapporto di compressione: 9,2:1
Frizione: multidisco a secco Cambio: 6 marce a pedale
Accensione elettronica Marelli
Trasmissione primaria a ingranaggi a denti dritti, finale a catena
Avviamento elettrico
Ciclistica
Telaio perimetrale a doppia culla scomponibile in tubi d'acciaio
Sospensioni Anteriore: forcella teleidraulica da 42 mm con antidive / Posteriore: forcellone oscillante e monoammortizzatore progressivo (sistema "Soft Damp")
Freni Anteriore: doppio disco Brembo da 280 mm / Posteriore: disco singolo da 270 mm
Pneumatici Michelin radiali, anteriore 130/60 VR 16; posteriore 160/60 VR 16
Prestazioni dichiarate
Velocità massima 230 km/h
Fonte dei dati: Maurizio Gissi, Ducati Paso 906 nuova maxi bolognese, Motociclismo febbraio 1989, pag. 103
Caratteristiche tecniche - Ducati 907 I.E. (1990)
Dimensioni e pesi
Ingombri (lungh.×largh.×alt.) 2090 × 700 × 1160 mm
Altezze Sella: 780 mm
Interasse: 1490 mm Massa a vuoto: 215 kg Serbatoio: 22 l
Meccanica
Tipo motore: Bicilindrico a 4 tempi Raffreddamento: a liquido
Cilindrata 904 cm³ (Alesaggio 92 × Corsa 68 mm)
Distribuzione: desmodromica a cinghia Alimentazione: iniezione elettronica Weber IAW P7 - Eprom 023
Potenza: 90 CV (66 kW) a 8.500 rpm Coppia: Rapporto di compressione:
Frizione: multidisco a secco (16 dischi) Cambio: sequenziale a 6 marce. Rapporti di trasmissione: 0,857 - 0,958 - 1,091 - 1,350 - 1,764 - 2,466
Accensione elettronica Weber IAW P7
Trasmissione a catena, mod. Regina 135 OR 1/4" x 5/8" con 108 maglie - Rapporto di trasmissione finale=2,666:1 (15/40)
Avviamento elettrico
Ciclistica
Sospensioni Anteriore: forcella teleidraulica Marzocchi M1R con steli da 41,7 mm / Posteriore: forcellone oscillante con articolazione progressiva SoftDamp e monoammortizzatore regolabile Marzocchi Duoshock
Freni Anteriore: doppio disco Brembo da 300 mm (320 mm mod.'92) / Posteriore: disco singolo Brembo da 245 mm
Pneumatici anteriore da 120/70 ZR 17"; posteriore da 170/60 ZR 17" o 180/55 ZR 17"
Prestazioni dichiarate
Velocità massima 230 km/h
Fonte dei dati: DUCATI, tutti i modelli (Ian Falloon - 2006 Giorgio Nada Editore)

Produzione per modello e per anno[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione\Anno 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 Totale
750 Paso
1986/87 Red 1 023 828
7 / 87 Red Ed. 450
7 / 87 White Ed. 50
U.S.A. 1986 Red 2 390
Calif. 1987/88 Red 350
Calif. 1987/88 Blue 150 100
U.S.A. 1987/88 Red 1 010 55
U.S.A. 1987/88 Blue 250 55
U.S.A. 1987/88 White 50
U.S.A. 1987/88 Power 50
Calif. 1987/88 Power 50
Totale 1 025 3 278 560 4 863
Paso 906
Europe 1988 Red 502
Europe 1989 Red 400
U.S.A. 1988 Red 250
Switz. 1988 Red 100
Europe 1988 Blue 200
Europe 1989 Black 100
Europe 1988 Black 100
U.S.A. 1988 Blue 100
Switz. 1988 Blue 50
Totale 1 302 500 1 802
907 I.E.
Europe 1990 1 1 052
Europe 1992 60 270
Europe 1992 Black 110
U.S.A. 1990 195
U.S.A. 1992 146 140
U.S.A. 1992 Black 64
California 1990 55
California 1992 63 40
California 1992 Black 27
Germany 1992 10 50
Germany 1992 Black 20
Totale 1 1 302 500 500 2 303
Totale 1 025 3 278 1 862 501 1 302 500 500 8 968

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nico Cereghini, Ducati Paso 750 Testarossa delle moto, Motociclismo novembre 1986, pag. 101
  2. ^ a b Bruno de Prato, Ducati Paso prova di gruppo, Super Moto Tecnica giugno/luglio 1988, pag. 50
  3. ^ Maurizio Gissi, Ducati Paso 906 nuova maxi bolognese, Motociclismo febbraio 1989, pag. 102
  4. ^ Giovanni Zamagni, Iniezione di stile, Motociclismo gennaio 1991, pag. 103

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]