Ponte Sublicio: differenze tra le versioni

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'''Ponte Sublicio''', noto anche come '''ponte Aventino''' o '''ponte Marmoreo''', è un [[Ponti di Roma|ponte]] che collega piazza dell'Emporio a piazza di Porta Portese, a [[Roma]], nei [[Rioni di Roma|rioni]] [[Ripa]], [[Trastevere]] e [[Testaccio]] e nel [[Quartieri di Roma|quartiere]] [[Portuense]].
'''Ponte Sublicio''', noto anche come '''ponte Aventino''' o '''ponte Marmoreo''', è un [[Ponti di Roma|ponte]] di [[Roma]] sul [[fiume]] [[Tevere]] che collega [[Aventino]] e [[Testaccio]] da un lato (piazza dell'Emporio, nel [[Rioni di Roma|rione]] [[Ripa]]) con [[Trastevere]] dall'altro lato (piazza di [[Porta Portese]]), costruito tra il [[1914]] e il [[1917]]<ref>{{Cita web|url=http://mobile.060608.it/it/cultura-e-svago/beni-culturali/beni-architettonici-e-storici/ponte-sublicio.html|titolo=}}</ref> su progetto di [[Marcello Piacentini]].


Il più antico ponte di Roma oltrepassava il fiume [[Tevere]] poco a valle dell'[[Isola Tiberina]], in corrispondenza dell'antico guado che rappresentava una tappa obbligata del percorso nord-sud in epoca [[Protostoria|protostorica]], ai piedi dell'[[Aventino]]. La sua costruzione è attribuita al re [[Anco Marzio]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', III, 45,2.</ref> ([[642 a.C.|642]] - [[617 a.C.]]) da [[Tito Livio]] e da [[Dionigi di Alicarnasso]].
Prende il nome dal più antico ponte di Roma, la cui costruzione è attribuita al [[Rex (storia romana)|re]] [[Anco Marzio]] nel [[VII secolo a.C.|VII secolo a.C]].<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', III, 45,2.</ref>, e di cui non resta oggi alcuna traccia, che tuttavia sorgeva più a monte, subito a valle dell'[[Isola Tiberina]], in corrispondenza dell'antico [[guado]] sul percorso nord-sud in epoca [[Protostoria|protostorica]].


==Origine del nome==
==Origine del nome==
Il nome deriva dal termine ''sublica'', attribuito alla lingua [[Volsci|volsca]], con il significato di "tavole di legno".<ref>Paolo-Festo, ''De verborum significatu'', p. 374 Lindsay.</ref> Il ponte era infatti costruito originariamente interamente in legno e vi è legato il mitico episodio di [[Orazio Coclite]], nei primi anni della [[Repubblica romana]].
Deriva dal termine ''sublicae'', attribuito alla lingua [[Volsci|volsca]], con il significato di "tavole di legno"<ref>Paolo-Festo, ''De verborum significatu'', p. 374 Lindsay.</ref>, poiché originariamente costruito tutto in legno.


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==L'attuale ponte==
Dello scomparso ponte romano porta la stessa denominazione il ponte - costruito nel [[1918]] su progetto di [[Marcello Piacentini]] - che congiunge le due rive del Tevere all'altezza di Piazza di Porta Portese con Piazza dell'Emporio.


==L'antico ponte==
==L'antico ponte==
La tradizione religiosa (originata dalla necessità di poterlo smontare facilmente per esigenze di difesa) prescriveva che non fosse utilizzato altro materiale che il legno. Il ponte era considerato sacro (secondo [[Marco Terenzio Varrone|Varrone]], dal termine ''pons'' deriva la designazione di [[Pontefice (storia romana)|pontefice]] o ''pontifex''<ref>Varrone, ''De lingua latina'', V, 15, 83.</ref>) e vi si svolgevano cerimonie arcaiche, tra cui quella del lancio nel fiume degli ''[[Argei]]'', o pupazzi di paglia (forse in sostituzione di più antichi sacrifici umani), durante il cerimoniale dei [[Lemuria (cerimonie)|Lemuria]]<ref>Plutarco, ''Questioni romane'', 32 (''Moralia'' 272 b-c). Macrobio (''Saturnalia'', I, 11, 47), citando Cornelio Epicado, fa risalire l'usanza ad Ercole, di passaggio in Italia con i buoi di Gerione.</ref>.
Dell'antico ponte non resta oggi alcuna traccia, ma la sua ubicazione era all'altezza dell'odierna via del Porto, (sembrerebbe più vicino all'attuale via di Ripa a giudicare dal testo di A. Carandini - Roma Il primo giorno - Laterza, 2012) all'estremità settentrionale del [[Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande|complesso del San Michele]].

La leggenda narra che nel [[VI secolo a.C.]], durante la guerra etrusco-romana, presso il ponte Sublicio [[Orazio Coclite]], un nobile cittadino romano, respinse da solo i nemici mentre i suoi concittadini abbattevano il ponte alle sue spalle.<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita'', II, 10; Valerio Massimo, ''Detti e fatti memorabili'', III, 2, 1.</ref>


La leggenda narra che nel [[VI secolo a.C.]], durante la guerra contro gli [[etruschi]] di [[Lars Porsenna|Porsenna]] all'inizio della [[Repubblica romana|Repubblica Romana]], presso il ponte Sublicio [[Orazio Coclite]] respinse da solo i nemici mentre i romani abbattevano il ponte alle sue spalle<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita'', II, 10; Valerio Massimo, ''Detti e fatti memorabili'', III, 2, 1.</ref>.[[File:Pons Sublicius - Project Gutenberg eText 19694.jpg|thumb|left| Ricostruzione del ''Pons Sublicius'' secondo [[Luigi Canina]].]]
La tradizione religiosa (originata dalla necessità di poterlo smontare facilmente per esigenze di difesa) prescriveva che non fosse utilizzato altro materiale che il legno. Il ponte era considerato sacro (secondo [[Marco Terenzio Varrone|Varrone]], dal termine ''pons'' deriva la designazione di "[[Pontefice (storia romana)|pontefice]]" o ''pontifex''<ref>Varrone, ''De lingua latina'', V, 15, 83.</ref>) e vi si svolgevano cerimonie arcaiche, tra cui quella del lancio nel fiume degli ''[[Argei]]'', o pupazzi di paglia (forse in sostituzione di più antichi sacrifici umani), durante il cerimoniale dei [[Lemuria (cerimonie)|Lemuria]].<ref>Plutarco, ''Questioni romane'', 32 (''Moralia'' 272 b-c). Macrobio (''Saturnalia'', I, 11, 47), citando Cornelio Epicado, fa risalire l'usanza ad Ercole, di passaggio in Italia con i buoi di Gerione.</ref>
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== Trasporti ==
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== Note ==
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Versione delle 14:12, 28 ago 2018

Ponte Sublicio
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàRoma
AttraversaTevere
Coordinate41°52′59.74″N 12°28′30.84″E / 41.883261°N 12.475233°E41.883261; 12.475233
Dati tecnici
Tipoponte ad arco
Materialemuratura
Lunghezza105,55 m
Larghezza20 m
Realizzazione
ProgettistaMarcello Piacentini
Costruzione1914-1917
Mappa di localizzazione
Map

Ponte Sublicio, noto anche come ponte Aventino o ponte Marmoreo, è un ponte di Roma sul fiume Tevere che collega Aventino e Testaccio da un lato (piazza dell'Emporio, nel rione Ripa) con Trastevere dall'altro lato (piazza di Porta Portese), costruito tra il 1914 e il 1917[1] su progetto di Marcello Piacentini.

Prende il nome dal più antico ponte di Roma, la cui costruzione è attribuita al re Anco Marzio nel VII secolo a.C.[2], e di cui non resta oggi alcuna traccia, che tuttavia sorgeva più a monte, subito a valle dell'Isola Tiberina, in corrispondenza dell'antico guado sul percorso nord-sud in epoca protostorica.

Origine del nome

Deriva dal termine sublicae, attribuito alla lingua volsca, con il significato di "tavole di legno"[3], poiché originariamente costruito tutto in legno.

Posizione del ponte

L'antico ponte

La tradizione religiosa (originata dalla necessità di poterlo smontare facilmente per esigenze di difesa) prescriveva che non fosse utilizzato altro materiale che il legno. Il ponte era considerato sacro (secondo Varrone, dal termine pons deriva la designazione di pontefice o pontifex[4]) e vi si svolgevano cerimonie arcaiche, tra cui quella del lancio nel fiume degli Argei, o pupazzi di paglia (forse in sostituzione di più antichi sacrifici umani), durante il cerimoniale dei Lemuria[5].

La leggenda narra che nel VI secolo a.C., durante la guerra contro gli etruschi di Porsenna all'inizio della Repubblica Romana, presso il ponte Sublicio Orazio Coclite respinse da solo i nemici mentre i romani abbattevano il ponte alle sue spalle[6].

Ricostruzione del Pons Sublicius secondo Luigi Canina.

Il ponte subì frequenti restauri e ricostruzioni (60 a.C., 32 a.C., 23 a.C., 5 d.C., 69 d.C., sotto Antonino Pio[7] e forse sotto gli imperatori Traiano, Marco Aurelio e Settimio Severo). Sulle raffigurazioni monetali di epoca imperiale compaiono alle estremità archi con statue.

Cospicue tracce del ponte sono state visibili nell'alveo del Tevere fino al 1890 circa, quando i resti furono completamente demoliti, nell'ambito delle misure di risistemazione del corso urbano del fiume, come misura di prevenzione delle piene.

Trasporti

È raggiungibile dalla stazione Piramide.

Note

  1. ^ mobile.060608.it, http://mobile.060608.it/it/cultura-e-svago/beni-culturali/beni-architettonici-e-storici/ponte-sublicio.html.
  2. ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, III, 45,2.
  3. ^ Paolo-Festo, De verborum significatu, p. 374 Lindsay.
  4. ^ Varrone, De lingua latina, V, 15, 83.
  5. ^ Plutarco, Questioni romane, 32 (Moralia 272 b-c). Macrobio (Saturnalia, I, 11, 47), citando Cornelio Epicado, fa risalire l'usanza ad Ercole, di passaggio in Italia con i buoi di Gerione.
  6. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, II, 10; Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili, III, 2, 1.
  7. ^ Historia augusta, Antonino Pio, VIII, 3.

Voci correlate

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