NGC 2516

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NGC 2516
Ammasso aperto
NGC 2516
Scoperta
ScopritoreNicolas-Louis de Lacaille[1]
Data1751[1]
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneCarena
Ascensione retta07h 58m 04s[2]
Declinazione-60° 45′ 12″[2]
Distanza1330[3] a.l.
(409[3] pc)
Magnitudine apparente (V)3,3[2]
Dimensione apparente (V)30'
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso aperto
ClasseI 3 r
Galassia di appartenenzaVia Lattea
Massa800–1500 M
Età stimata60 milioni di anni
Altre designazioni
C 96; Cr 172; Mel 82; OCl 776;
Lund 411; ESO 124-SC006; h 3111; GC 1619[2]
Mappa di localizzazione
NGC 2516
Categoria di ammassi aperti

Coordinate: Carta celeste 07h 58m 04s, -60° 45′ 12″

NGC 2516 (noto anche come C 96) è un ammasso aperto molto concentrato visibile nella costellazione australe della Carena; è ben visibile anche senza l'ausilio di strumenti, sebbene la sua posizione in cielo fa sì che sia osservabile quasi esclusivamente dall'emisfero sud della Terra.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa per individuare NGC 2516.

Ad occhio nudo, questo brillante ammasso è individuabile con facilità, circa tre gradi a sud-ovest della brillante stella ε Carinae; appare come una macchietta nebulosa di forma triangolare, con il vertice che punta in direzione della stessa stella ε. Talvolta sono evidenti due minutissimi astri nella parte orientale. Con un binocolo 10x50 già appare in parte risolto, ma la concentrazione di stelle è tale che spesso si fatica a scinderle completamente, cosicché lo sfondo continua ad apparire nebuloso; con telescopi con aperture di almeno 100mm l'ammasso è completamente risolto in decine di componenti. A nord NGC 2516 è dominato da una stella rossa, di quinta magnitudine.

La sua declinazione fortemente australe fa sì che quest'ammasso non sia osservabile da gran parte delle regioni abitate dell'emisfero boreale, come l'Europa e quasi tutto il Nordamerica; da molte regioni dell'emisfero australe, al contrario, si presenza circumpolare.[4] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra dicembre e maggio.

Storia delle osservazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il primo che riportò la presenza di quest'ammasso nella volta celeste fu l'abate Nicolas Louis de Lacaille, che lo scoprì durante la sua permanenza a Città del Capo e lo inserì nel suo catalogo edito nel 1755; qui lo classifica come un oggetto nebuloso e lo indica come un fitto gruppo formato da 10-12 stelle. In realtà la nebulosità era dovuta alla parziale risoluzione dell'ammasso che poté eseguire il Lacaille, come avrebbe poi confermato John Herschel poco meno di un secolo dopo: egli lo indicò infatti come un oggetto compatto formato da 200-250 stelle e privo di luminosità, con al centro una stella arancione di ottava magnitudine.[5]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

NGC 2516 è un ammasso molto luminoso, la cui distanza è stimata attorno ai 409 parsec (circa 1330 anni luce)[3] ed è quindi situato all'interno del Braccio di Orione, a breve distanza dai confini della grande Nebulosa di Gum.

Gran parte delle stelle dell'ammasso sono comprese entro un diametro apparente di 20-30', sebbene le ramificazioni più esterne si estendono fino a 1°; tuttavia, tramite i dati ottenuti col satellite Hipparcos, si è scoperto che le stelle più brillanti visibili sul bordo settentrionale, che apparentemente fanno estendere l'ammasso verso questa direzione, non fanno parte dell'ammasso stesso, trovandosi a circa 53 anni luce da noi, contro i circa 1330 dell'oggetto.[5]

NGC 2516 possiede circa un centinaio di membri accertati, alcuni dei quali sono stelle giganti: vi sono infatti alcune giganti arancioni, una gigante rossa variabile irregolare e altre stelle; similmente alla parte centrale dell'ammasso del Presepe, NGC 2516 sembra mostrare segni tipici del fenomeno della segregazione di massa, mentre la distribuzione delle componenti è a tratti irregolare, con alcune bande oscure meno dense. Alcune stelle mostrano delle peculiarità da un punto di vista chimico.[5]

L'età dell'ammasso è stimata sui 60 milioni di anni ed è uno dei sette ammassi aperti del cielo che mostrano la stessa età e un moto nello spazio comune, fra i quali le Pleiadi, le Pleiadi del Sud e l'Ammasso di Alfa Persei; la sua massa è compresa fra le 800 e le 1500 masse solari e la regione più densa si estende per un diametro pari a circa 9 anni luce. Rispetto al piano galattico, quest'ammasso si trova 52 anni luce a sud, circa alla stessa distanza della vasta Nebulosa di Gum, un antico resto di supernova la cui età è però inferiore. NGC 2516 sarebbe transitato più volte attraverso le dense nubi molecolari della regione delle Vele.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Courtney Seligman, NGC Objects: NGC 2500 - 2549, in Celestial Atlas. URL consultato il 21 aprile 2020.
  2. ^ a b c d SIMBAD Astronomical Database, su Results for NGC 2516. URL consultato il 21 agosto 2013.
  3. ^ a b c WEBDA page for open cluster NGC 2516, su univie.ac.at. URL consultato il 21 agosto 2013.
  4. ^ Una declinazione di 61°S equivale ad una distanza angolare dal polo sud celeste di 29°; il che equivale a dire che a sud del 29°S l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a nord del 29°N l'oggetto non sorge mai.
  5. ^ a b c d Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Caldwell Objects, Cambridge University Press, 2003, ISBN 0-521-55332-6.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Caldwell Objects, Cambridge University Press, 2003, ISBN 0-521-55332-6.

Carte celesti[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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