NGC 6946

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NGC 6946
Galassia a spirale
La galassia “NGC 6946”
Scoperta
ScopritoreWilliam Herschel
Data1798
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneCigno
Ascensione retta20h 34m 52,3s
Declinazione+60° 09′ 13″
Distanza25 milioni a.l.
(7.72+/-0.32 milioni pc)
Magnitudine apparente (V)8,9
Dimensione apparente (V)11' x 10'
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia a spirale
ClasseSc
Altre designazioni
UGC 11597, PGC 65001, Arp 29, Caldwell 12, Fireworks Galaxy
Mappa di localizzazione
NGC 6946
Categoria di galassie a spirale

Coordinate: Carta celeste 20h 34m 52.3s, +60° 09′ 13″

NGC 6946, (nota anche come C 12), è una galassia a spirale posta sul confine tra le costellazioni del Cigno e di Cefeo. Le sue grandi dimensioni apparenti sono dovute alla sua relativa vicinanza alla Via Lattea.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Si individua con facilità circa 2 gradi a sudovest della η Cephei, a meno di un grado dall'ammasso aperto NGC 6939. Si tratta di una galassia estesa, poco al di là del nostro Gruppo Locale, visibile pure con un binocolo; un telescopio Newtoniano consente però di ammirarne la struttura a spirale, la quale si presenta con quattro bracci luminosi, poco avvolti intorno al piccolo centro; nei bracci sono ben evidenti le regioni in cui l'idrogeno ionizzato (regioni HII) delle sue nebulose indica zone di formazione stellare. Nelle foto a lunga posa si possono pure evidenziare i suoi ammassi globulari più luminosi.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Questa galassia è famosa presso la comunità scientifica col nome di Fireworks Galaxy (Galassia fuochi d'artificio)[1], a causa del numero di supernovae osservate, ben dieci negli ultimi 100 anni (1917A, 1939C, 1948B, 1968D, 1969P, 1980K, 2002hh, 2004et, 2008S e 2017eaw)[2] [3]; l'esplosione del 1980, di tipo II, fu la più appariscente, raggiungendo un picco di magnitudine 11,4.

Fra i suoi bracci di spirale si trova un gran numero di regioni HII, ossia nebulose in cui ha luogo la nascita di nuove stelle; all'infrarosso è stato evidenziato che negli ultimi 20 milioni di anni in questa galassia avrebbe avuto luogo un intenso fenomeno di starburst: nei pressi del nucleo vi è un gran numero di stelle giovani e brillanti. Il diametro lineare della galassia sarebbe di circa 58.000 anni luce, e la luminosità è pari a circa 30 miliardi di soli.

NGC 6946 è stata oggetto di uno studio volto a comprendere le origini e l'importanza della polvere interstellare come costituente di molti corpi celesti nell’Universo. Osservazioni spettroscopiche in medio infrarosso effettuate con lo strumento MIRI del telescopio Webb focalizzatesi su due supernove di tipo II[4] hanno evidenziato come a seguito di un collasso stellare e successiva manifestazione di supernova vengono rilasciati volumi di gas caldo che raffreddando a grandi distanze producono notevoli quantità di polvere cosmica.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marco Malaspina, Epic fail: da stella a buco nero, ma senza il botto, su media.inaf, 26 maggio 2017.
  2. ^ List of Supernovae, su www.cbat.eps.harvard.edu. URL consultato il 16 luglio 2023.
  3. ^ CBAT "Transient Object Followup Reports%quot;, su www.cbat.eps.harvard.edu. URL consultato il 16 luglio 2023.
  4. ^ Chiara Brada, Jwst e le super fabbriche di polveri stellari, su media.inaf, 6 luglio 2023.
  5. ^ (EN) Melissa Shahbandeh et al., JWST observations of dust reservoirs in type IIP supernovae 2004et and 2017eaw, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 523, n. 4, 5 luglio 2023, pp. 6048–6060, DOI:10.1093/mnras/stad1681.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Caldwell Objects, Cambridge University Press, 2003, ISBN 0-521-55332-6.

Carte celesti[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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