Incoronazione di re Giorgio V e della regina Maria

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La cerimonia d'incoronazione di Giorgio V all'Abbazia di Westminster

L'incoronazione di Giorgio V e della regina Maria, come re e regina del Regno Unito e dei domini britannici, ebbe luogo nell'Abbazia di Westminster il 22 giugno 1911. Quest'incoronazione è stata la seconda delle quattro che si sono svolte nel XX° secolo (la terza quella di Giorgio VI, la quarta quella di Elisabetta II), a cui hanno partecipato numerosi rappresentanti reali dei grandi imperi europei continentali. Questa incoronazione rappresenta inoltre uno degli ultimi grandi, regali ed imponenti eventi della prima metà del XX secolo, nonché prima della Prima guerra mondiale.

Antefatto[modifica | modifica wikitesto]

L'ascesa al trono di Giorgio V[modifica | modifica wikitesto]

Dipinto di Luke Fildes, che raffigura Giorgio V del Regno Unito, nel 1911

Il 6 maggio 1910 il re Edoardo VII, che regnava dal 1901 a seguito della morte della madre Vittoria del Regno Unito, morì così che il Principe di Galles gli successe come Giorgio V re di Gran Bretagna, Irlanda e dei Domini britannici e Imperatore d'India; il neo re annotò nel suo diario: "Ho perduto il mio migliore amico e ho perduto il padre migliore del mondo... Non ho mai avuto nulla da ridire con lui in tutta la mia vita. Il mio cuore è spezzato ma Dio mi aiuterà nelle mie responsabilità e la cara Mary sarà il mio conforto come è sempre stata. Possa Dio rafforzarmi e guidarmi nel pesante compito che mi è piombato addosso".[1] Assieme a Giorgio, ascese al trono anche la consorte Mary di Teck, la quale aveva sposato Giorgio nel 1893, divenendo Duchessa di York. Con l'ascesa di Giorgio al trono, il figlio Edoardo Alberto, futuro Edoardo VIII, divenne Principe di Galles, Duca di Cornovaglia e di Rothesay, Conte di Chester e di Carrick.

Pianificazione[modifica | modifica wikitesto]

I preparativi[modifica | modifica wikitesto]

Il compito di occuparsi della pianificazione generale dell'incoronazione era teoricamente affidato al Conte Maresciallo, carica ereditaria che è stata detenuta dai Duchi di Norfolk per diversi secoli, infatti sarà principalmente il Duca di Norfolk ad organizzare nel 1937 l'incoronazione di Giorgio VI e nel 1953 quella di Elisabetta II, nipote di Giorgio V. Invece per quanto riguarda l'incoronazione di re Edoardo VII e della regina Alessandra nel 1902, il principale organizzatore fu il Visconte Esher, in qualità di Segretario all'Ufficio dei lavori, una posizione che da allora era stata occupata da Sir Schomberg Kerr McDonnell. Tuttavia nel frattempo il Conte maresciallo Henry Fitzalan-Howard, 15º duca di Norfolk, aveva riaffermato il proprio antico diritto di organizzare i grandi eventi di stato, nonostante avesse un'antipatia personale per il cerimoniale e avesse poca capacità come organizzatore.

Re Giorgio descrisse il Duca di Norfolk come "un affascinante, onorevole e semplice piccolo gentiluomo, il migliore del mondo. Ma come uomo d'affari è assolutamente impossibile".[2] Nonostante le obiezioni del College of Heralds e di Norfolk, fu raggiunto un compromesso su insistenza del Primo Ministro Herbert Henry Asquith, in base al quale Norfolk sarebbe stato "Presidente del Comitato Esecutivo dell'Incoronazione", anche se comunque il lavoro dettagliato sarebbe stato svolto dallo staff professionale dell'Office of Works piuttosto che dagli incaricati di Norfolk.[3]

L'impalcatura in stile neogotico davanti all'Abbazia di Westminster.

Infrastrutture[modifica | modifica wikitesto]

Come tutte le incoronazioni del sovrano inglese, la cerimonia si svolse nell'Abbazia di Westminster, mentre come per tutte le incoronazioni che si successero nel 1900, sul lato ovest dell'Abbazia fu costruita un'impalcatura per consentire la formazioni delle processioni, prima del loro ingresso all'interno della chiesa. Questa impalcatura fu progettata dall'architetto Alfred Young Nutt in stile neogotico, abbinandolo così all'architettura dell'Abbazia stessa, al cui interno furono costruite delle aree cerimoniali con palchi, tribune e spalti per ospitare i vari invitati e congregazioni. Lungo il percorso delle processioni furono erette più di 50 tribune da 250 a 3.500 spettatori ciascuna, fatte di legname, bulloni, chiodi e viti.[4]

L'abito della regina Maria[modifica | modifica wikitesto]

Per la sua incoronazione la regina Mary indossò un abito disegnato dalla casa di moda londinese "Reville e Rossiter" mentre a tracciare il modello e il ricamo sia sull'abito che sulla vestaglia, da Jessie Charlotte Robinson.[5] L'abito fu realizzato in raso di seta, color crema, con sopra cuciti gli emblemi floreali e i simboli della Gran Bretagna e dell'Impero britannico, ovvero la rosa Tudor, il cardo scozzese, il trifoglio irlandese, il fiore di loto e la stella dell'India, foglie e ghiande di quercia inglese, tutti questi ricamati in filo d'oro dalla "Princess Louise Needlework School".[5] Fu anche raffigurato un bordo di onde che rappresentava gli oceani che collegavano l'Impero, inoltre un taffetà di seta crema venne utilizzata anche per realizzare il corpetto interno dell'abito, che venne anche tagliato al collo con pizzo ad ago irlandese fatto a mano.[5]

Il "Festival dell'Impero"[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1911, precisamente il 12 maggio, si aprì "the Festival of the Empire "(il Festival dell'Impero) nel Crystal Palace di Londra; questo evento costituiva un'esibizione del commercio, della cultura britannica e imperiale per celebrare l'imminente incoronazione di Giorgio V e della regina Maria.

Invitati[modifica | modifica wikitesto]

Due ritratti fotografici che raffigurano Adolfo Duca di Teck, poi Marchese di Cambridge. ed il Principe Arturo, Duca di Connaught e Strathearn.

All'incoronazione di Giorgio e Maria parteciparono praticamente tutti i membri della famiglia reale britannica, fra i quali i figli, tranne Edoardo, Vittoria e Leopoldo, della regina Vittoria e i loro discendenti: i figli dei sovrani, il Principe di Galles, il Principe Alberto, la Principessa Mary, i Principi Henry e George, la Principessa Reale e il Duca di Fife con le figlie Alessandra e Maud, la Duchessa vedova di Edimburgo, i Principi ereditari Maria e Ferdinando di Romania, Elena e Cristiano di Schleswig-Holstein con i figli Alberto, Elena Vittoria e Maria Luisa, la Principessa Luisa e il Duca di Argyll, il Principe Arturo e la Duchessa di Connaught e Strathearn assieme ai figli Patrizia, Arturo e Margherita col marito Gustavo Adolfo di Svezia, la Duchessa di Albany, il Principe e la Principessa di Teck, il Duca e la Duchessa di Sassonia-Coburgo-Gotha, la Principessa Beatrice con i figli Alexander, Leopoldo e Maurizio, il Principe e la Principessa Luigi di Battenberg con i figli Luisa e Giorgio, il Duca e la Duchessa di Teck con i figli Giorgio, Mary ed Helena.

Oltre ai membri della famiglia reali furono invitati anche numerosi membri e rappresentanti, quasi tutti discendenti della regina Vittoria, delle case reali straniere: i Principe ereditari Guglielmo e Cecilia di Germania, la Principessa ereditaria di Sassonia-Meiningen, il Principe Enrico di Prussia, i Principi ereditari Margherita e Federico Carlo d'Assia, il Granduca e la Granduchessa d'Assia e del Reno, il Principe ereditario di Danimarca, il Duca e la Duchessa di Sparta, il Principe Giorgio di Grecia, il Principe e la Principessa Massimiliano di Baden, il Granduca e la Granduchessa di Meclemburgo-Schwerin, il Granduca di Meclemburgo-Strelitz con il figlio Adolfo Federico, il Principe Ernesto Augusto di Hannover, i Principi ereditari Danilo e Jutta di Montenegro, i Principi Filippo e Leopoldo Clemente di Sassonia-Coburgo-Koháry, il Duca di Schleswig-Holstein, il Principe di Tarnovo, il Duca Alberto di Württemberg, il Principe ereditario ottomano, l'Arciduca Carlo, il Duca e la Duchessa d'Aosta, il Granduca Boris Vladimirovič, l'Infante Ferdinando di Spagna, il Principe ereditario di Serbia, il Principe Rupprecht di Baviera, il Principe e Principessa Giovanni Giorgio di Sassonia, il Principe consorte dei Paesi Bassi, il Principe ereditario di Monaco. il Principe Zaizhen di Cina, il Principe Cassa Darghiè d'Etiopia, il Principe Mohammed Ali Tewfik d'Egitto, il Principe e Principessa Higashifushimi Yorihito del Giappone. Come ospiti stranieri furono invitati anche rappresentanti di Francia (Viceammiraglio Fauques de Jonquieres), Stati Uniti (John Hays Hammond e il Maggior Generale Adolphus Greely) e della Santa Sede (Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII).

La cerimonia[modifica | modifica wikitesto]

La processione verso l'Abbazia[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 giugno 1911, il primo corteo lascia Buckingham Palace alle 9:30 del mattino, trasportando così in quattordici carrozze rappresentanti di famiglie reali e governi stranieri.[6] La seconda processione invece era composta da cinque landau di stato per i membri della famiglia reale britannica, fra cui i figli del re e della regina, ovvero il Principe di Galles, la Principessa Mary e i Principi Albert, Henry e George.[7] La terza ed ultima processione porta da Palazzo all'Abbazia gli Ufficiali di Stato in altre quattro carrozza; l'ultima carrozza ad uscire dai cancelli di Buckingham Palace è la Gold State Coach, contenente re Giorgio e la regina Maria, scortati da scudieri, aiutanti di campo, comandanti delle forze armate a cavallo, la Yeomen of the Guard, la Cavalleria coloniale e indiana e le Royal Horse Guards.[8]

Giorgio e Maria che hanno appena fatto il loro ingresso nell'Abbazia, si siedono nei troni prima dell'unzione.

La funzione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Incoronazione del sovrano britannico.

La funzione dell'incoronazione fu preparata da Claude Jenkins, il bibliotecario di Lambeth Palace, affiancato dal decano di Westminster Armitage Robinson, che insistette sul fatto che l'innovazione dovesse essere bilanciata dalla tradizione; in effetti ci furono pochi cambiamenti rispetto all'incoronazione precedente del 1902, anche se in quest'ultima la cerimonia fu abbreviata a causa della cattiva salute del re Edoardo. I maggiori cambiamenti riguardavano le parole pronunciate in questa incoronazione, che sostituirono quelle usate per la prima volta per quella di re Giacomo II con parole di una tradizione medievale più semplice;[9] venne anche reintrodotto per l'evento il sermone dell'incoronazione, omesso nel 1902, in una forma più breve.[10]

Per quanto riguarda l'Arcivescovo di Canterbury, ovvero colui che avrebbe dovuto presidiare la cerimonia, era Randall Davindson il quale come Vescovo di Winchester aveva ampiamente guidato la cerimonia del 1902. Egli chiese inoltre consiglio per la cerimonia, ad un liturgista del Magdalen College di Oxford di nome Frank Edward Brightman. L'arcivescovo Davidson condusse la cerimonia, compresa l'incoronazione della regina, la quale nel 1902 era stata delegata all'Arcivescovo di York.[11] Così Giorgio V venne unto con l'olio benedetto, gli vennero presentate le varie regalie, per poi essere incoronato con la Corona di Sant'Edoardo dall'Arcivescovo, lo stesso che dopo incoronò la regina Maria con la Corona della regina Maria, commissionata apposta per la sua incoronazione. All'uscita invece dall'Abbazia, il re neo incoronato indossa la Corona Imperiale di Stato. Infine ad inginocchiarsi dinnanzi a Giorgio V, che siede sul trono appena incoronato, fu anche il Principe di Galles David, futuro Edoardo VIII del Regno Unito.

Le regalie[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gioielli della Corona inglese.
Re Giorgio v, che indossa la Supertunica con in mano i due scettri, dietro di lui l'arcivescovo di Canterbury che sorreggie la Corona Imperiale di Stato.

Come per ognuna delle moderne incoronazioni dei sovrani britannici, vennero prese in dotazione tre corone: la Corona di Sant'Edoardo, con la quale l'Arcivescovo di Canterbury incorona il monarca, la Corona della regina consorte, la quale può essere commissionata apposta per l'incoronazione come è successo per le regine Alessandra, Maria ed Elisabetta, mentre l'ultima corona che viene utilizzata è la Corona Imperiale di Stato, con la quale il monarca esce dall'Abbazia, dalla quale la Corona di Sant'Edoardo non può uscire sopra la testa del sovrano neo incoronato.

Per quanto riguarda la corona della regina consorte fu utilizzata la Corona della Regina Maria, che venne commissionata su ispirazione della Corona della regina Alessandra, ma più alta. La regalia è composta da otto archetti i quali possono essere rimossi, così che chi la porta può indossare solo il circolo, come successe nel 1937, quando la regina madre Mary indosso il circolo della sua corona per assistere all'incoronazione del figlio Giorgio VI. Per la realizzazione della corona furono usate molte pietre della corona della regina Alessandra, le quali vennero utilizzate anche nel 1937 per la fabbricazione della corona della regina Elisabetta, nuora di Maria e madre di Elisabetta II; una delle pietre è il diamante Koh-i-Noor, montato sulle corone della regine Alessandra, Maria ed Elisabetta, la regina madre.[12]

Comunque prima di essere incoronato con la Corona di Sant'Edoardo, a Giorgio vengono presentati lo "Scettro di Sant'Edoardo", lo "Scettro con la colomba" e il "Globo del sovrano". Anche per l'incoronazione della regina Maria, le vengono presentati lo "Scettro con la Croce della Regina consorte" e lo "Scettro con la colomba d'avorio della Regina consorte".

La musica[modifica | modifica wikitesto]

Come nel 1902, il direttore musicale era Sir Frederick Bridge, il quale mirava a produrre una celebrazione che racchiudesse quattrocento anni di musica inglese[13], tra cui opere di Thomas Tallis, John Merbercke o George Frederick Handel. Inoltre Bridge scrisse un nuovo inno intitolato "Rejoice in the Lord, O ye righteous" il cui assolo di tenore fu eseguito da Edward Lloyd. L'organista invece era Walter Alcock il quale scrisse anche una nuova impostazione per il Sanctus.[14] Furono anche composte nuove impostazioni, come del Salmo 122 e del Te Deum, anche se non fu di grande successo poiché il coro alla fine della cerimonia di tre ore, era esausto.[14] Di grande successo invece fu il nuovo "Gloria" di Charles Villiers Stanford, che fu addirittura utilizzato anche per le incoronazioni di Giorgio VI nel 1937 e di Elisabetta II nel 1953.[15] La musica includeva anche la "Coronation March" (la Marcia dell'Incoronazione) di Edward Elgar, il quale, anche se venne insignito dell'Ordine al Merito, non partecipò di persona all'incoronazione.[16]

La processione per Buckingham Palace[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la cerimonia di incoronazione, le tre processioni tornarono verso Buckingham Palace percorrendo un percorso esteso, passando per Pall Mall, St James's Street, Piccadilly e Constitution Hill.[17] Inoltre circa 45.000 soldati e marinai, provenienti da tutte le terre dell'Impero, parteciparono alla processione, allineandosi lungo il percorso[4]. Raggiunto il Palazzo i sovrani apparvero sul famoso balcone, creando così una tale eccitazione della folla che i soldati fuori dal palazzo ruppero i ranghi e si unirono al tifo, addirittura, secondo un resoconto, alcuni avrebbero messo i loto elmetto sui loro fucili e li avrebbero agitati vigorosamente in alto.[18] La regina addirittura annotò sul suo diario: "La cerimonia è stata bellissima e impressionante ... Magnifica accoglienza sia andando che tornando".[19] Quella sera, i principali edifici del centro di Londra furono illuminati con stringhe di luci elettriche fino a notte.[20]

Il racconto di re Giorgio[modifica | modifica wikitesto]

In occasione della sua incoronazione re Giorgio scrive nel suo diario:

Il Principe di Galles si inginocchia dinnanzi a Giorgio V, prestando omaggio al padre e alla Corona.

"Era nuvoloso con lievi rovesci e una forte brezza fresca, ma meglio che un grande caldo per la gente. Oggi è stato davvero un grande e memorabile giorno nella nostra vita e uno che non possiamo mai dimenticare, ma mi ha riportato molti tristi ricordi di 9 anni fa, quando gli amati genitori sono stati incoronati. May ed io abbiamo lasciato B.P. nella carrozza dell'Incoronazione alle 10.30. con 8 cavalli color crema. C'erano oltre 50.000 soldati lungo le strade sotto il comando di Ld. Kitchener. C'erano centinaia di migliaia di persone che ci hanno dato una magnifica accoglienza. La cerimonia nell'Abbazia è stato molto bella e impressionante, ma è stato un calvario terribile. Era grandiosa, ma semplice e più dignitosa ed è andato senza intoppi. Sono quasi crollato quando il caro David è venuto a rendermi omaggio, perché mi ha ricordato così tanto quando ho fatto la stessa cosa all'amato papà, l'ha fatto così bene. La cara May sembrava adorabile ed è stato davvero un conforto per me averla al mio fianco, come lo è sempre stata per me in questi ultimi 18 anni. Abbiamo lasciato l'Abbazia di Westminster alle 2.15. (essendo arrivati lì prima dell'11.0) con le nostre corone e gli scettri nelle nostre mani. Questa volta siamo passati per St James 'Street e Piccadilly, folle enormi e decorazioni molto carine. Al raggiungimento di B.P. poco prima delle 3.0. May e io siamo usciti sul balcone per mostrarci alla gente. Downey ci ha fotografato nelle nostre vesti con le corone. Abbiamo pranzato con i nostri ospiti qui. Ho lavorato tutto il pomeriggio con Bigge ed altri rispondendo a telegrammi e lettere di cui ne ho centinaia. Una folla così numerosa si radunò davanti al Palazzo che uscii di nuovo sul balcone. I nostri ospiti hanno cenato con noi alle 8.30. May e io ci siamo mostrati di nuovo alla gente. Scritto e letto. Piuttosto stanco. A letto alle 11.45. Bellissime illuminazioni ovunque.[19]

Dopo la cerimonia[modifica | modifica wikitesto]

Il giorno dopo[modifica | modifica wikitesto]

Re Giorgio e la regina Maria il giorno dopo dell'incoronazione che salutano la folla dallo State Landau, trainato da otto cavalli.

Il giorno seguente, fu ricostruita la processione di ritorno per un'ulteriore parate per le strade della capitale, questa volta invece passando per altre zone come The Strand e la City di Londra, passando quindi per la Cattedrale di St. Paul, per il London Bridge percorrendo il Tamigipoi per Borough High Street, poi Westminster Bridge e infine The Mall raggiungendo Buckingham Palace. Giorgio e Maria invece della Gold State Coach, viaggiarono sul 1902 State Landau, uno dei landò di stato della famiglia reale. Come ospiti stranieri erano presenti Principi indiani e Governanti coloniali,[21] assieme a 55.000 soldati in servizio che componevano la processione.[4]

La rivista della flotta[modifica | modifica wikitesto]

Due giorni dopo l'incoronazione il Re e la Regina si recarono a Spithead tra la base navale di Portsmouth e l'Isola di Wight, per partecipare alla revisione navale dell'incoronazione. Della Royal Navy erano presenti 167 navi da guerra, insieme a 18 navi di marine straniere, disposte su cinque linee, ciascuna lunga 6 miglia, 10 chilometri, attraverso le quali i reali procedevano in rassegna a bordo dello yacht reale HMY Victoria and Albert. A terra invece vi erano una moltitudine di un quarto di milione.[22]

Il Delhi Durbar[modifica | modifica wikitesto]

L'11 novembre 1911 i sovrani lasciarono Portsmounth a bordo della RMS Medina, diretti verso l'Impero d'India.[23] Il 2 dicembre arrivarono a Bombay, l'attuale Mumbai, raggiungendo così in treno Delhi il 7 dicembre, per un ingresso con un cerimoniale di stato.[23] Il Durbar stesso si tenne il 12 dicembre con la partecipazione di circa 100.000 persone, tra spettatori e partecipanti, fra cui moltissimi funzionari e ufficiali dello Stato.[24]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Diario del re Giorgio V, 6 maggio 1910, Royal Archives, citato in Rose, p. 75.
  2. ^ Kuhn,  pp. 129-130.
  3. ^ Kuhn,  p. 133.
  4. ^ a b c The Dominion, p. 8.
  5. ^ a b c Queen Mary's coronation dress, 1911, su rct.uk.
  6. ^ Milne,  p. 5.
  7. ^ Milne,  p. 8.
  8. ^ Milne,  pp. 11-19.
  9. ^ Strong,  p.480.
  10. ^ Strong,  p.477.
  11. ^ Strong,  p.479.
  12. ^ Queen Mary's Crown, su rct.uk.
  13. ^ Richards,  p. 104.
  14. ^ a b Musical Times, p. 433.
  15. ^ Beeson,  p. 73.
  16. ^ Moore,  p. 622.
  17. ^ Milne,  pp. 53-54.
  18. ^ Milne, p. 56.
  19. ^ a b Coronations and the Royal Archives"., su royal.uk. URL consultato il 10 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2023).
  20. ^ Milne,  p. 58.
  21. ^ Milne,  pp. 60-61.
  22. ^ Milne,  p. 79.
  23. ^ a b Milne,  p. 85.
  24. ^ Delhi Coronation Durbar of 1911., su collection.nam.ac.uk.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]