Abacano
Abacano | |
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Nome originale | in greco antico: Ἀβάκαινον?, Abákainon |
Cronologia | |
Fondazione | IX-VIII secolo a.C. circa |
Fine | 396 a.C. |
Causa | Colonizzazione di Dionisio il Vecchio |
Rifondazione | 396 a.C. |
Territorio e popolazione | |
Lingua | greco antico |
Localizzazione | |
Stato attuale | ![]() |
Località | Tripi |
Coordinate | 38°03′N 15°06′E / 38.05°N 15.1°E |
Cartografia | |
Abaceno o Abacano (in latino: Abacaena o Abacaenum, in greco antico: Ἀβάκαινον?[1] o in greco antico: Ἀβάκαινα?[2]) era un'antica città della Sicilia.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
La città, le cui origini sembra risalgano al periodo siculo, poi ellenizzata, sorgeva nel territorio dove Dionigi di Siracusa fondò la città di Tindari (396 a.C.),[3] situata in prossimità dell'attuale cittadina di Tripi, comune italiano della città metropolitana di Messina, ove nel secolo XVI si scorgeva un largo campo di rovine antiche, in parte ancora esistenti.[4][5]
In seguito alla progressiva colonizzazione greca della Sicilia anche Abacena si adattò alla nuova cultura ellenizzandosi. Partecipò assieme a tante altre città sicule alla sollevazione di Ducezio, ma in seguito alla sconfitta entrò nell' "Arcontato di Sicilia" di Dionisio I che aveva unificato sotto il proprio controllo, in una sorta di monarchia, tutta la Sicilia posta ad est del fiume Salso, inclusi pure molti centri abitati dai Siculi.[6]. Durante questo periodo, ebbe una zecca con proprie emissioni monetali.
Diodoro Siculo scrive che il suo territorio venne in gran parte espropriato da Dionisio I, Tiranno di Siracusa, in seguito alla fondazione di Tyndaris avvenuta verso il 396 a.C.,[3] per lo stanziamento di soldati mercenari. In seguito a ciò la città decadde progressivamente, probabilmente a causa dell'espansione di Tindari, anche se era ancora in piedi nel II secolo d.C., dato che Claudio Tolomeo la cita nella sua opera Tetrabiblos (III, 4).[7]
In seguito agli eventi della lotta tra Sesto Pompeo e Cesare Ottaviano (il futuro imperatore Augusto) Abaceno venne distrutta da quest'ultimo nel 36 a.C.[senza fonte]
Testimonianze archeologiche suggeriscono che nella zona di Abaceno durante il medioevo ci fosse una qualche roccaforte montana di grande importanza strategica a causa dell'instabilità di alcuni periodi.[8]

Monetazione[modifica | modifica wikitesto]
Esistono monete di Abacano sia in argento che in bronzo. Alcune presentano al rovescio un cinghiale e accompagnato, come simbolo da una ghianda, allusione, secondo Smith, alle foreste che circondavano la città durante la sua esistenza[9].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ In Diodoro Siculo e in Stefano di Bisanzio.
- ^ In Claudio Tolomeo.
- ^ a b Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, XIV, 78.
- ^ Giuseppe Emanuele Ortolani, "Nuovo dizionario geografico, statistico e biografico della Sicilia antica e moderna", p. 1., Palermo, Francesco Abbate, 1819.
- ^ Giovanni Andrea Massa, La Sicilia in prospettiva. Parte prima, cioè il Mongibello, e gli altri ..., Palermo, Stamperia di Francesco Chicè, 1709 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2016).
- ^ La Sicilia del mito: L’antica città di Abakainon, su nuovosoldo.wordpress.com.
- ^ A dictionary of Greek and Roman geography, su archive.org, p. 25.
- ^ Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole tirreniche, su archive.org, p. 134.
- ^ Smith.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) William Smith (a cura di), Abacaenum, in Dictionary of Greek and Roman Geography, 1890.
- Filippo Cluverio, "Siciliae Antiquae libri duo", 1619.
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