Gibil Gabib

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Gibil Gabib
Planimetria del sito
Civiltàcultura di Castelluccio, siceliota con posteriori influssi ellenici
UtilizzoInsediamento e necropoli, poi avamposto militare
EpocaEtà del bronzo, VII-VI sec. a. C.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneCaltanissetta
Altitudine615 m s.l.m.
Dimensioni
Superficie12 000 
Scavi
Date scaviMetà XIX sec., anni '50 e '80 del XX sec.
ArcheologoDinu Adameșteanu
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 37°29′23.68″N 14°03′47.84″E / 37.48991°N 14.06329°E37.48991; 14.06329

Gibil Gabib, altresì detto Gibil-Gàbel (dall'arabo ǧabal Ḥabīb 'monte di Habib', antroponimo)[1], è un sito archeologico posto a 5 km a sud di Caltanissetta, in Sicilia, su una collina alta 615 m e domina la valle del fiume Salso.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il sito è datato al VII secolo a.C. Nella metà del VI secolo a.C. il centro entra in contatto con i greci di Akragas, venendo ellenizzato e successivamente trasformato in phrourion, avamposto militare.

Gli scavi in quest'area furono iniziati alla metà dell'Ottocento dal Landolina di Rigilifi. Intorno al 1880 fu indagato da F. Cavallaro e da Antonino Salinas. Gli scavi vennero ripresi con maggiore vigore negli anni cinquanta del secolo scorso, con le ricerche condotte da Dinu Adameșteanu. L'ultima, infine, risale al 1984.

Proprio intorno alla metà del Novecento vennero portati alla luce alcuni ambienti risalenti al VI secolo a.C., parti della cinta muraria e alcuni oggetti di ceramica riferibile alla facies di Castelluccio Bronzo Tardo, mentre negli anni ottanta è stato riportato alla luce un vero torrione di difesa della metà del VI secolo a.C. Tale scoperta si è rivelata di notevole importanza, poiché ha consentito di chiarire la destinazione delle cinte murarie rinvenute quasi trenta anni prima.

Il sito[modifica | modifica wikitesto]

Dagli scavi presso gli ambienti sono stati rinvenuti vasi, oggetti di uso quotidiano, piatti e lucerne. Sono state inoltre ritrovate anche una statua di divinità fittile femminile e una testina fittile di offerente che testimoniano l'esistenza di vari spazi dedicati al culto ed alla venerazione nell'abitato.

Ai piedi dell'altura si estendevano due necropoli da cui provengono i corredi con ceramica a figure rosse siceliota.

Principali caratteristiche del sito sono:

  • Tracce di insediamenti risalenti all'epoca preistorica.
  • Tracce di insediamenti indigeni risalenti al VII secolo a.C. Successivamente, tali nuclei abitati risentirono dell'influsso ellenico e in seguito (VI secolo a.C.) venne realizzata una fortificazione, che incluse al suo interno anche un edificio sacro dei primi del VI sec..
  • Due necropoli collocate ai piedi della collina, dalle quali provengono alcune ceramiche dell'arte siceliota.
  • Oggetti di uso quotidiano provenienti dagli insediamenti abitati, e testimonianze dell'esistenza di un culto rappresentato da una statua di divinità femminile.

I reperti di questo sito si trovano presso il Museo Archeologico di Caltanissetta.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ DOS, Is.v. Gibil-Gàbel, p. 722.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • N. G. Brancato, Recenti rinvenimenti di insediamenti umani dal IV millennio a. C. all'epoca romana nel centro-Sicilia, pp. 32–41
  • Girolamo Caracausi, Dizionario onomastico della Sicilia, in Lessici siciliani, 7, vol. I (A-L), Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1993.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Filmato audio Gaspare Mannoia, GIBIL GABIB, su YouTube, 1º dicembre 2021. URL consultato il 13 gennaio 2022.