Segesta
Segesta Ἕγεστα | |
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Il tempio di Segesta | |
Civiltà | Elima |
Utilizzo | Città |
Stile | Greco |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Comune | Calatafimi Segesta |
Amministrazione | |
Patrimonio | Assessorato beni culturali Regione Siciliana |
Ente | Parco archeologico di Segesta |
Visitabile | Si |
Sito web | www.regione.sicilia.it |
Mappa di localizzazione | |
![]() | |
Coordinate: 37°56′26.56″N 12°50′15.24″E / 37.940712°N 12.837567°E
Segesta (in greco antico: Ἕγεστα) fu un'antica città elima situata nella parte nord-occidentale della Sicilia.
La vecchia città sorge sul Monte Barbaro, nel territorio comunale di Calatafimi Segesta, nel libero consorzio comunale di Trapani, a pochi chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo. Custodisce, all'interno del parco archeologico, un tempio in stile dorico e un teatro di età ellenistica, in parte scavato nella roccia della collina. Altri scavi hanno portato alla luce una cittadina ellenistico-romana e un borgo medievale. I segestani utilizzarono come porto la città di Castellammare del Golfo.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La fondazione[modifica | modifica wikitesto]
La data della fondazione non è conosciuta, ma da documenti risulta che la città era abitata nel IX secolo a.C. Lo storico greco Tucidide narra che i profughi troiani, attraversando il Mar Mediterraneo, giunsero fino in Sicilia, e fondarono Segesta, chiamata Aegesta, ed Erice. Questi profughi presero il nome di Elimi.
Secondo il mito, Segesta sarebbe stata fondata da Aceste (che ne fu il primo re), figlio della nobile troiana Egesta e del dio fluviale Crimiso. Virgilio riporta la leggenda secondo cui Segesta sarebbe stata fondata da Enea per far riposare i vecchi e le donne, dopo che queste avevano incendiato le navi poco prima di riprendere il viaggio.
Guerre segestane[modifica | modifica wikitesto]
Fin dalla loro fondazione, Segesta e Selinunte furono in guerra fra loro per motivi di confine. Il primo scontro (l'episodio di Pentatlo di Cnido) avvenne nel 580 a.C. e Segesta ne uscì vittoriosa. Nel 415 a.C. Segesta chiese aiuto ad Atene perché intervenisse contro l'intraprendenza selinuntina supportata dai sicelioti di Siracusa. Gli ateniesi presero come pretesto la richiesta di Segesta e decisero una grande spedizione in Sicilia, assediarono Siracusa ma ne risultarono disastrosamente sconfitti. Gli scontri si conclusero nel 409 a.C., quando Selinunte fu assediata e distrutta dai cartaginesi, invocati anche questa volta dai segestani.
Nel 307 a.C. molti segestani furono uccisi o venduti come schiavi dal tiranno siracusano Agàtocle, autoincoronatosi Re di Sicilia, per non aver a lui fornito i richiesti aiuti economici. Agàtocle, dopo la feroce repressione, cambiò il nome della città in Diceopoli (città giusta).
Nel 276 a.C. la città si consegnò alla potente armata di Pirro, diventato re di Sicilia dopo al morte di Agatocle, ritornando sotto l'influenza punica alla dipartita dell'epirota.
Guerre greco-puniche[modifica | modifica wikitesto]
Nella prima guerra punica, nel 260 a.C. si alleò a Roma che ne ebbe grande rispetto perché, secondo la tradizione, entrambe le città avevano origini comuni (discendendo tutt'e due dai fuggiaschi di Troia). I romani la difesero dal tentativo di riconquista cartaginese. Le fu, quindi, garantito lo stato di città libera, con esenzione dalle imposizioni di tributi, al contrario delle altre città siciliane (civitas libera ac immunis).
La rivolta degli schiavi[modifica | modifica wikitesto]
Fu nel 104 a.C. che da Segesta iniziarono le rivolte degli schiavi in Sicilia, le cosiddette guerre servili, guidate da Atenione. Queste rivolte furono soffocate nel sangue dai Romani nel 99 a.C.
La caduta della città[modifica | modifica wikitesto]
Segesta fu distrutta dai Vandali nel V secolo, e mai più ricostruita nelle dimensioni del periodo precedente.
Borgo medievale[modifica | modifica wikitesto]
Ciò nonostante, vi rimase un piccolo insediamento e, dopo la dissoluzione dell'Emirato di Sicilia e la nascita del Regno di Sicilia nel XII secolo, vi venne costruito un castello. Questo, ampliato durante la Dinastia sveva, fu il centro di un borgo medievale. Se ne perse poi quasi il nome fino al 1574, quando lo storico domenicano Tommaso Fazello, artefice dell'identificazione di diverse città antiche della Sicilia, ne localizzò il sito.
Il 20 aprile 1787 giunge a Segesta Goethe il quale si sofferma nelle sue descrizioni del Viaggio in Italia sulla struttura del tempio e ci informa che nel 1781 venne eseguito un restauro.[1]
Il sito archeologico[modifica | modifica wikitesto]
L'area archeologica di Segesta, divenuta nel 2013 parco archeologico[2], comprende diversi siti. L'area, dagli anni novanta, è stata enormemente rivalutata grazie a numerose scoperte che hanno riguardato le rovine dell'antica città elima.
- il tempio dorico,
- il teatro
- santuario di contrada Mango
- agorà e casa del navarca (epoca greco-romana).
- area medievale (mura di cinta, castello annesso al teatro, due chiese di epoca normanna, il quartiere medievale e la moschea).
Tempio[modifica | modifica wikitesto]
Il tempio, anche denominato "Tempio Grande", è stato costruito durante l'ultimo trentennio del V secolo a.C.,[3] sulla cima di una collina a ovest della città, fuori dalle sue mura. Si tratta di un grande tempio periptero esastilo (ossia con sei colonne sul lato più corto, non scanalate). Sul lato lungo presenta invece quattordici colonne (in totale 36 quindi, alte 10 metri). L'attuale stato di conservazione presenta l'intero colonnato della peristasi.
Teatro[modifica | modifica wikitesto]
Il teatro fu costruito sulla cima più alta del Monte Barbaro, in un sito, alle spalle dell'agorà, che era già sede di un luogo di culto molti secoli prima. Sfrutta come scenografia lo splendido panorama del mare e delle colline a perdita d'occhio. Fu costruito alla fine del III secolo a.C. con blocchi di calcare locale. Si discosta dalla struttura tipica dei teatri greci perché la cavea dal diametro di 63 metri, non poggia direttamente sulla roccia ma è stata appositamente costruita ed è sorretta da muri di contenimento. Consta di due ingressi, leggermente sfalsati rispetto all'asse principale dell'edificio ed è in grado di contenere circa 4000 persone.
Altri scavi[modifica | modifica wikitesto]
Delle altre componenti della città si conoscono le mura con l'articolata Porta di Valle, alcuni quartieri residenziali e alcuni monumenti pertinenti Segesta medievale (mura, castello, moschea e borgo sommitale).
Il santuario di contrada Mango, fuori le mura, doveva essere stato realizzato nel VI sec. a.C. Sempre della città ellenistico-romana sono l'agorà ed un edificio abitativo di grande pregio definito la "casa del navarca" per le decorazioni a prora di nave scolpite sui fianchi di un elegante peristilio.[4]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia, Mondadori, 2017, p. 299, ISBN 978-88-04-67201-2.
- ^ Assessorato BBCC Regione siciliana, su regione.sicilia.it.
- ^ La datazione, generalmente accettata si basa sull'analisi stilistica:Dieter Mertens, Città e monumenti dei greci d'Occidente, 2006, ISBN 8882653676, pp.408-414
- ^ Regione Siciliana Assessorato Beni Culturali
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- F. Coarelli-M. Torelli, Guide Archeologiche Laterza – Sicilia, terza edizione 1992.
- A. Molinari, Segesta II. Il castello e la moschea (scavi 1989-1995), Palermo 1997.
- H. Berve, G. Gruben, H. Himer, I templi greci, Sansone editore, Firenze 1962, pp. 257–258.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Calatafimi Segesta - Comune dove sono situati i resti della città
- Stazione di Segesta Tempio
- Terme Segestane
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Segesta
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Segesta
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Segesta - Regione Siciliana - Assessorato ai Beni Culturali, su regione.sicilia.it.
- Segesta, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 236392805 · GND (DE) 4106886-5 |
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