Vallata dello Stilaro: differenze tra le versioni

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Manifestazioni di cultura tradizionale sono la rievocazione storica del palio di Ribusa di Stilo, la festa della Badia di Bivongi.
Manifestazioni di cultura tradizionale sono la rievocazione storica del palio di Ribusa di Stilo, la festa della Badia di Bivongi.

=== Cucina ===
[[File:Pasta_di_casa_con_melanzane_in_Calabria.jpg|thumb| left|Scilatelle con braciola di melanzana]]
[[File:Zippule.jpg|thumb|Zippuli (zeppole)]]
[[File:Scrajola cu posa.jpg|thumb|left|Scrajola cu posa]]
[[File:Durci do Stilaru.JPG|thumb|Dolci pazzanesi e della Vallata dello Stilaro]]
[[File:Antipasto vallata dello stilaro.jpg|thumb|left|Antipasti di affettati olive e formaggi]]
[[File:Frittuli_(Frittole).JPG|thumb|Frittuli]]

La gastronomia dello Stilaro è caratteristica della regione Calabria, tipica di una vita contadina.
L'antipasto è a base di salami piccanti, soppressata, formaggio pecorino, ricotta di capra, olive snocciolate e in [[salamoia]].

Il primo piatto è la cosiddetta ''Pasta e casa'', [[scilatelle]] ai ferri<ref>{{cita web| url = http://www.pastaenonsolo.it/scilatelle-calabresi-al-ragu/ |titolo = Scilatelle calabresi al ragù |accesso 0 27-12-2017}}</ref><ref>{{cita web| url = http://www.infooggi.it/articolo/pasta-di-casa-scilatelle/83986/ |titolo = Pasta di casa Scilatelle |accesso 0 27-12-2017}}</ref> (steli essiccati di [[ampelodesmo]]), fatte in casa e accompagnate da ragù con carne di capra, la [[parmigiana]], la pasta e lambà (pasta con lumache) ma anche un piatto invernale come la [[trippa]] e patate.

Per secondi e contorni: Malangiani chjni (melanzane ripiene), melanzane fritte, braciole di melanzane, i [[pipi chini]] (peperoni ripieni), [[Frittella di fiori di zucca|frittelle di fiori di zucca]], scrajola cu posa (catalogna con fagioli), carne di cinghiale locale o maiale arrosto ("liciertu"), [[Frittole (gastronomia calabrese)|Frittuli]], [[frascatula|frascatuli]]<ref>{{cita web| url = http://blog.giallozafferano.it/vittoriaaifornelli/frascatula-polenta-siciliana/ | titolo = Frascatula, polenta siciliana, storia e varianti |pubblicazione = blog.giallozafferano.it |accesso = 27-12-2017}}</ref> (una sorta di polenta a base di farina di granoturchia) e da cui si ricavava la "ruschja" e fave spastidati. Una volta si cucinavano anche i ghiri, ora non più poiché è illegale la caccia<ref>{{cita news| url = http://www.nationalgeographic.it/italia/2010/07/29/news/bracconaggio-78381/ |titolo = Quando la caccia diventa reato |pubblicazione = nationalgeographic.it |data = 29-07-2010|accesso = 27-12-2017}}</ref> ed il roditore è dal [[2006]] nella lista Rossa tra gli animali in maggior pericolo di estinzione nel territorio italiano<ref>{{cita web| url = http://www.tuttozampe.com/caccia-ghiro-rischio-estinzione/5842/ |titolo = Allarme caccia al Ghiro: potrebbe rischiare l’estinzione |pubblicazione = tuttozampe.com |accesso = 27-12-2017}}</ref>.

Per il pesce si cucinava spesso il [[baccalà]] e lo [[Stocco di Mammola|stocco]] facile da conservare, ma anche [[aringhe]], [[Boops boops|boghe]] (in dialetto: ''vuopi''), le [[Engraulis encrasicolus|alici]] ed il biancomangiare oggi proibito.
Accompagnano i secondi il pane fatto in casa con farina di grano duro e la [[pitta (gastronomia)|pitta]].

Tra la frutta più consumata prodotta localmente: fichi, arance, pere, cachi, uva, prugne, ciliege, pesche, albicocche, fichi d'india, nocciola, mandorle e noci.

I dolci sono composti da paste secche come gli amaretti, i [[mastazzolo|mastazzola]], le [[pignolata al miele|pignolate]], la [[pitta di San Martino]], la [[cicerata]], i viscotta cu lavatu (biscotti con lievito madre), i biscotti all'uovo e per finire fichi secchi ripieni di noci.

La produzione di miele locale permette anche il consumo di miele di castagno, millefiori, arancio e sulla.

Piatti tipici delle giornate di festa sono la [[cuzzupa]] pasquale, i [[Zippula|zippuli]], la [[cicerata]], i [[Chjinula|chjinuli]] e i [[lacia|laci]] a [[Natale]], e baccalà e stocco alla vigilia, pasta e ceci a San Giuseppe, patrono della città.
Per quanto riguarda da bere c'è il vino locale e l'acqua delle vicine fonti della Vrisi e [[Mangiatorella]].
La colazione una volta era a base di latte di capra e biscotti o uovo sbattuto con zucchero mentre la merenda prevedeva pane e olio d'oliva.


== Sport ==
== Sport ==

Versione delle 17:57, 27 dic 2017

Vallata dello Stilaro
Veduta della vallata da monte Consolino
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Calabria
Province  Reggio Calabria
Località principaliBivongi, Pazzano, Stilo, Monasterace
Comunità montanaComunità montana Stilaro-Allaro-Limina
FiumeStilaro
Superficie133,3 km²
Cartografia
Mappa della Valle
Mappa della Valle
Sito web

La vallata dello Stilaro è una valle della Calabria, ai margini delle Serre Calabresi, in provincia di Reggio Calabria, e prende il nome dalla fiumara Stilaro. Qui si trovano i comuni di Bivongi, Pazzano, Stilo e Monasterace.

Geografia

Cascata del Marmarico

«La valle dello Stilaro forma un semicerchio intorno al Consolino mentre il fondovalle dà luogo a un'ampia pianura di ghiaia con le pendici ripide, quasi verticali. La catena di montagne che cinge la valle di Stilo sino al mare è formata, non diversamente dai tanti avvallamenti similari presenti su questo litorale, da strati di terziario digradanti dolcemente verso il mare. Le linee più ripide corrispondenti alla frattura dello strato sono rivolte, come si può vedere dal loro profilo, verso la montagna mentre quelle più piane sono rivolte verso il mare."»

Vi è una forte presenza di lecci, castagni, roveri, ontani ed erica; tra gli alberi c'è anche la roverella, la farnia, l'orniello e il carpino bianco; più scarsa è la presenza di sughera. Lungo i corsi d'acqua ci sono il pioppo nero, il salicone, l'ontano nero, la tamarice, l'oleandro, le felci regali e le bulbifere. Tra gli arbusti c'è una forte presenza del corbezzolo, il mirto, il lentisco, la fillirea, la ginestra e il cisto[1]

Nel territorio è ancora presente la faina, la puzzola, la donna, il tasso, la volpe, la lepre, la martora, il gatto selvatico, il riccio e il ghiro. Nei torrenti si trova la trota fario mediterranea. Il cielo è invece popolato dall'astore, lo sparviero, il gufo reale, il falco pellegrino e l'allocco[2].

Oltre alla fiumara Stilaro sono presenti i suoi affluenti: Folea, Ruggero, Pardalà, Melodare e Celia, il rio Chiesa Vecchia e il rio Freddo e infine il fosso Brunìa e Ianni.

Geologia

Dai piedi del monte Consolino fino al mare la stratificazione geologica è composta da un gruppo neozoico, un gruppo cenozoico che comprende il pliocenico, miocenico ed eocenico, il mesozoico, il paleozoico[3].

I comuni

In tabella sono riportati abitanti e superficie di ogni paese.

Stemma Città Popolazione
(ab)
Superficie
(km2)
Bivongi 1440 25,3 km²
Monasterace 3541 15 km²
Pazzano 681 15 km²
File:Stilo-Stemma.png Stilo 2739 78,49 km²

Storia

Età antica

Resti di Kaulon (Monasterace marina)

Le prime testimonianze certe dei primi abitanti della vallata dello Stilaro Allaro è dei greci tra il VIII e il VII secolo a.C. che fondarono sulla costa dell'attuale Monasterace, presso la foce della fiumara Assi la piccola colonia di Kaulon, si stima di 10.000 abitanti. Essa commerciava con gli indigeni stanziati nell'entroterra che estraevano il minerale. Con l'argento batterono anche moneta come testimoniano alcuni ritrovamenti di resti di edifici per la lavorazione in loco del minerale e di stateri[4]. Il territorio di Caulonia era ricco di risorse e anche per questo era conteso fra le colonie di Locri e Crotone. Nella prima metà del IV secolo a.C. lo Stilaro allora chiamato Elleporo fu teatro di un importante battaglia tra Dionisio I e la Lega italiota formata da alcune città della Magna Grecia con la sconfitta di queste ultime[5] [6].

Successivamente il territorio fu conquistato dai Romani i quali sfruttarono intensamente la zona con l'estrazione del rame, istituendo nella vallata una colonia penali per i damnata ad metalla e deforestando la zona per il bisogno di legna per i cantieri navali.

Età medievale

Castello normanno di Ruggero II (Stilo)
Castello dei cavalieri di Rodi del IX secolo (Monasterace)
Cattolica di Stilo (IX secolo)
Monastero greco-ortodosso del IX secolo (Bivongi)
Madonna della Stella (XIV secolo)

Nel X secolo sotto il dominio bizantino c'è una forte crescita economica e demografica che consente la nascita di be 22 casali con 37 conventi, chiese e laure eremitiche fondate dai monaci greci di San Basilio. In questo periodo è il casale di Stilo ad avere un ruolo sempre più importante tale da inglobare i casali di Pazzano, Stignano, Guardavalle, Riace e Camini. In questo periodo viene sfruttato l'allevamento del baco da seta insieme alle tradizionali attività di agricoltura e pastorizia, ma anche attività più industriali come quale forno per la calce, 2 forni per il ferro e ben 16 mulini. Si pensa che con la presenza dei normanni vi fossero anche delle attività di siderurgia[7].

Il 15 luglio del 982 nella vallata si svolge una battaglia tra Ottone II e gli arabo-bizantini, vinta da questi ultimi[8].

Nell'XI secolo Stilo divenne un possedimento normanno con a capo il nobile locale Costa Peloga, ma gli si ribella nel 1065 e per ben 6 anni resiste agli attacchi normanni. Con i normanni si hanno anche le prime notizie su documenti cartacei della presenza di attività minerarie nel territorio[9].

Fino al 1094, anno in cui Ruggero II concesse alcune terre demaniali a istituti religiosi, Stilo comprendeva i casali di[10]:

  • Agrilla
  • Antistilo, scomparso nel 1600
  • Arsafia
  • Barbarito, scomparso nel 1600
  • Baronci
  • Bingi, situato di fronte a Bivongi sull'altra sponda dello Stilaro nei pressi del torrente Pardalà, dipendente da Arsafia e scomparso nel 1300
  • Bivongi, assegnato nel 1094 alla certosa di Serra San Bruno
  • Botteria, distrutto in battaglia nel '700; ne rimangono ancora i ruderi
  • Calamiona
  • Caldarella
  • Camini
  • Colicestra
  • Cursano, situato alla sinistra dell'Assi tra Stilo e Guardavalle, fu distrutto dai Saraceni nel 986, i ruderi sono visibili ancora nel '700
  • Favaco
  • Mesa
  • Monasterace, casale fino al 1275
  • Oliviano, donato alla certosa di Serra San Bruno nel 1094
  • Palacorio
  • Pazzano, rimase legato a Stilo fino al 1811
  • Pellicciano
  • Plagia o Plaga
  • Rosito, esistente almeno dal 1172, andato in rovina nel XVI secolo
  • Rovito
  • Sakrai
  • Salti
  • Sant'Andrea di Pruppà, esistente almeno dal 1094
  • San Barolomeo, andò in rovina nel XVI secolo
  • San Leonte, nei pressi di Camini in località Sagghjiuonti nel 1212 Federico II lo donò alla Certosa di Santo Stefano
  • San Lorenzo, donato nel 1191 da Tancredi alla Certosa di Santo Stefano
  • Troghion o Trogino o Trogion, esistente almeno dal 1054 lungo il torrente Troiano

Età moderna

Resti della fonderia di Ferdinandea (Stilo) iniziata a costruire nel 1789 e completata nel 1841

Si attesta la presenza di ferriere sin dal 1516 di proprietà di Carlo V, di cui alcune vengono cedute tra il 1523 e il 1524 con due diplomi al suo scudiero Cesare Fieramosca tra cui le ferriere nel villaggio di Campoli di Caulonia e la ferriera del forno di Bivongi.

Con l'arrivo dei normanni avviene la progressiva cattolicizzazione dell'area come attestato nel 1522 dall'elevazione a santuario dell'eremo di monte Stella e l'introduzione della statua della Madonna.

Nel 1540 Carlo V di Spagna cede molte terre demaniali tra cui quelle di Stilo al marchese Concublet di Arena che riacquisirà solo nel 1658 da Filippo IV.

Tra '700 e '800 nasce e si sviluppa una intensa industria siderurgica e di estrazione mineraria nella vallata: complesso siderurgico dell'Assi, chiamato così dal nome della fiumara dove furono costruiti i primi edifici e che interessò i comuni di Stilo, Pazzano e Bivongi. Chiusa questa esperienza in sinergia con l'area delle Serre, e in particolare Mongiana nel 1771 nascono le Reali ferriere ed Officine di Mongiana.

Durante il Regno di Napoli e per tutta la durata del Regno delle Due Sicilie con la legge 132 del 1806 varata l'8 agosto di quell'anno da Giuseppe Bonaparte il Circondario di Stilo facente parte del distretto di Gerace comprendeva i seguenti attuali comuni: Bivongi, Camini, Monasterace, Pazzano, Riace, Stignano e Stilo.

Nel 1811, sotto il dominio francese, i borghi di Stilo: Camini, Pazzano, Placanica e Riace diventano comuni autonomi.

Età contemporanea

Carta della vallata dello Stilaro nell'ottocento
Targa commemorativa
Macchinari della centrale idroelettrica Guida del 1913

Il riordino amministrativo del Decreto Rattazzi emanato nel 1860 per il Regno di Sardegna ed estenso nel 1861 al neonato Regno d'Italia e valido fino al 1927 abolì i distretti e il distretto di Gerace divenne Circondario di Gerace mentre il circondario di Stilo divenne Mandamento X di Stilo, con i seguenti paesi: Bivongi, Camini, Monasterace Pazzano Riace; Stignano e Stilo.

Negli ultimi anni del Regno delle due Sicilie si cominciò a parlare dello sviluppo ferroviario dell'area ma solo nel 1875 furono costruite due tratte da 20 km, la prima tratta nel territorio di Ferdinandea la seconda tra Bordingiano (Stilo) e Monasterace, la teleferica invece fu costruita in località Stazione a Bivongi. Oggi alcuni dei resti della ferrovia sono nei fondali davanti a Monasterace. Nel 1881 il polo siderurgico di Mongiana cessa ogni attività.

A fine Ottocento si concludono i lavori per la costruzione di quella che sarà poi denominata strada statale 110 con un costo complessivo di 200.000 ducati[11]

Nel 1923 e nel 1926 vengono costruite nel comune di Bivongi 2 piccole centrali idroelettriche lungo il corso dello Stilaro, che furono chiuse con l'alluvione del 1972.

Anche nella prima metà del Novecento si sfrutteranno le miniere dell'area, Stilo, Pazzano e Placanica per l'estrazione di pirite, argento e molibdeno nel 1916 con l'Ilva e poi fino al 1929 con la Montecatini (azienda), anno in cui decise di cessare ogni attività.

Il 9 luglio 1940, la seconda guerra mondiale arrivò vicino alle coste della vallata: a sud est di punta Stilo si svolse tra la marina italiana e la marina britannica la battaglia di Punta Stilo senza vinti e vincitori.

Nel 1951 e nel 1972 la vallata viene colpita da due forti esondazioni dello Stilaro. Come molti comuni calabresi, anche i comuni della vallata iniziano il loro graduale spopolamento a partire dal boom economico degli anni '60.

Nel 1971 viene istituita la comunità montana Stilaro-Allaro, oggi unita alla comunità della Limina.

Nel 1982 nasce il progetto dell'Associazione calabrese archeologia industriale (ACAI): Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria con lo scopo della ricerca, dello studio, della salvaguardia e promozione culturale del patrimonio dell'archeologia industriale calabrese, e in particolare di quello esistente nella vallata dello Stilaro.

Nel 2012 viene annunciata la scoperta di un presunto insediamento paleolitico in località Boario (Stilo).

Economia

Mangiatorella
Bivongi DOC

La storia dell'area è molto legata all'estrazione dei minerali ferrosi e fin dall'età antica per la presenza di argento. Nascono nell'area ben due poli siderurgici: il complesso siderurgico dell'Assi nel XVIII e il polo siderurgico di Mongiana nel XIX secolo. Furono costruite una fabbrica di cannoni (Pazzano) e una fornace (Stilo) nel '700 e nel 1875 due brevi tratti ferroviari e una teleferica per il trasporto del minerale verso l'area costiera dove fu anche costruito un piccolo porticciolo nel comune di Monasterace.

Oggi, l'economia è prettamente agricola: è forte la produzione di olio d'oliva e la coltivazione di alberi da frutta. Nell'area si produce anche il vino DOC di Bivongi. È presente anche la pastorizia con la produzione del Pecorino della Vallata Stilaro-Allaro[12] e la produzione di miele.

Industrialmente è presente la società imbottigliatrice d'acqua Mangiatorella e la società di trasporti Sabatino con sede a Stilo. Nel settore turistico dell'area costiera sono presenti lidi e camping.

Trasporti e vie di comunicazione

Stazione di Monasterace

La vallata è attraversata da due direttrici principali: la strada statale 106 lungo la costa che attraversa i comuni di Monasterace marina e località Caldarella di Stilo, e la ex strada statale 110, ora SP9 che parte da Monasterace marina e attraversa i comuni di Stilo e Pazzano che collega con Serra San Bruno e l'area montana calabrese.

Le strade provinciali sono: la SP95 che collega la SP9 con Bivongi e Pazzano; la SP96 che collega Camini con la SP9; la SP98 che collega Pazzano con Stignano[13].

Lungo l'area costiera passa anche la Ferrovia Jonica con fermate nella stazione di Monasterace marina e Riace marina.

Cultura

Per quanto riguarda i paesi interni è nato nel 1982 il progetto Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria per la valorizzazione turistica e culturale del passato industriale della vallata e dell'area delle Serre, adiacenti. Nel mese di agosto in ogni paese si svolgono sagre e feste. A livello culturale, oltre ai luoghi di interesse del passato bizantino è presente il piccolo museo archeologico di Monasterace marina mentre è in via di completamento il museo minerario di Pazzano.

Comunità montana e ecomuseo delle ferriere e fonderie

Sono presente attivamente sul territorio sia la comunità montana Stilaro Allaro che l'Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria che preservano la grande ricchezza culturale, naturale e artistica del luogo.

Feste e manifestazioni

Lo stesso argomento in dettaglio: Feste e manifestazioni nella Vallata dello Stilaro.

La vallata dello Stilaro ha una grande tradizione religiosa che si rispecchia nelle sue numerose feste tra cui la Festa di Maria SS. Mamma Nostra di Bivongi, la festa del Santissimo Salvatore a Pazzano, festa dei santi medici Cosma e Damiano a Riace e l'anniversario della prima apparizione della Madonna dello scoglio.

Manifestazioni di cultura tradizionale sono la rievocazione storica del palio di Ribusa di Stilo, la festa della Badia di Bivongi.

Cucina

Scilatelle con braciola di melanzana
Zippuli (zeppole)
Scrajola cu posa
Dolci pazzanesi e della Vallata dello Stilaro
Antipasti di affettati olive e formaggi
Frittuli

La gastronomia dello Stilaro è caratteristica della regione Calabria, tipica di una vita contadina. L'antipasto è a base di salami piccanti, soppressata, formaggio pecorino, ricotta di capra, olive snocciolate e in salamoia.

Il primo piatto è la cosiddetta Pasta e casa, scilatelle ai ferri[14][15] (steli essiccati di ampelodesmo), fatte in casa e accompagnate da ragù con carne di capra, la parmigiana, la pasta e lambà (pasta con lumache) ma anche un piatto invernale come la trippa e patate.

Per secondi e contorni: Malangiani chjni (melanzane ripiene), melanzane fritte, braciole di melanzane, i pipi chini (peperoni ripieni), frittelle di fiori di zucca, scrajola cu posa (catalogna con fagioli), carne di cinghiale locale o maiale arrosto ("liciertu"), Frittuli, frascatuli[16] (una sorta di polenta a base di farina di granoturchia) e da cui si ricavava la "ruschja" e fave spastidati. Una volta si cucinavano anche i ghiri, ora non più poiché è illegale la caccia[17] ed il roditore è dal 2006 nella lista Rossa tra gli animali in maggior pericolo di estinzione nel territorio italiano[18].

Per il pesce si cucinava spesso il baccalà e lo stocco facile da conservare, ma anche aringhe, boghe (in dialetto: vuopi), le alici ed il biancomangiare oggi proibito. Accompagnano i secondi il pane fatto in casa con farina di grano duro e la pitta.

Tra la frutta più consumata prodotta localmente: fichi, arance, pere, cachi, uva, prugne, ciliege, pesche, albicocche, fichi d'india, nocciola, mandorle e noci.

I dolci sono composti da paste secche come gli amaretti, i mastazzola, le pignolate, la pitta di San Martino, la cicerata, i viscotta cu lavatu (biscotti con lievito madre), i biscotti all'uovo e per finire fichi secchi ripieni di noci.

La produzione di miele locale permette anche il consumo di miele di castagno, millefiori, arancio e sulla.

Piatti tipici delle giornate di festa sono la cuzzupa pasquale, i zippuli, la cicerata, i chjinuli e i laci a Natale, e baccalà e stocco alla vigilia, pasta e ceci a San Giuseppe, patrono della città. Per quanto riguarda da bere c'è il vino locale e l'acqua delle vicine fonti della Vrisi e Mangiatorella. La colazione una volta era a base di latte di capra e biscotti o uovo sbattuto con zucchero mentre la merenda prevedeva pane e olio d'oliva.

Sport

insegna di Campovolo Ali dello stilaro (Caldarella - Stilo)
Il giro d'Italia a Pazzano

Lo sport più diffuso è il calcio, a livello agonistico sono presenti: l'US Bivongi-Pazzano, e la ASD Stilese in Prima Categoria e l'USD Monasterace Calcio in Terza Categoria (anno 2012-2013).

Le strade di campagna e i viottoli di montagna offrono la possibilità per numerosi percorsi di trekking[19], molti dei quali percorribili anche in bicicletta o a cavallo. Ad esempio il sentiero che da Pazzano porta all'Eremo di monte Stella, il sentiero che da Bivongi porta alla cascata del Marmarico e successivamente all'area di Ferdinandea (Stilo) e il sentiero panoramico che da Stilo porta sulla sommità del monte Consolino, ai piedi del castello Normanno, da cui è possibile ammirare la vallata.

Il 13 maggio 2008, la vallata dello Stilaro è stata nel percorso della 4ª tappa del 91° Giro d'Italia di ciclismo Pizzo Calabro-Catanzaro Lido; dopo la salita del colle d'Arena, i corridori hanno affrontato il valico di Pietra Spada, poi i paesi di Pazzano e Stilo, poi dopo il ponte sul torrente Stilaro sono passati per il paese di Monasterace Marina.

Sulle pareti del Monte Consolino (versante stilese) sono state attrezzate oltre 80 vie per l'arrampicata sportiva con livelli di difficoltà da 4a al 9a[20].

Da giugno 2017 è attivo il campo volo "Ali dello Stilaro" in località "Caldarella" a Stilo[21].

Galleria d'immagini

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Panorama della vallata dello Stilaro dal monte Consolino

Note

  1. ^ Padre Damiano Bova, Bivongi. Nella vallata dello Stilaro, Bari, Ecumenica Editrice, 2008, p25, ISBN 978-88-7351-345-2.
  2. ^ Padre Damiano Bova, Bivongi. Nella vallata dello Stilaro, Bari, Ecumenica Editrice, 2008, p25, ISBN 978-88-7351-345-2.
  3. ^ Luigi Cunsolo, La storia di Stilo e del suo regio demanio, Roma, Gangemi Editore, 1965, p349, ISBN 88-7448-185-3.
  4. ^ Danilo Franco, Il ferro in Calabria, Reggio Calabria, Kaleidon, 2003, p11-12-13,17.
  5. ^ Uomini e vicende di Magna Grecia, su bpp.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
  6. ^ I Bruzi e l'eclissi della Magna Grecia, su calabriaonline.com. URL consultato il 15 marzo 2009.
  7. ^ Danilo Franco, Il ferro in Calabria, Reggio Calabria, Kaleidon, 2003, p14-15.
  8. ^ Damiano Bova, Bivongi.Nella valle dello Stilaro, Bari, Ecumenica Editrice, 2008, p38, ISBN 978-88-88758-43-5.
  9. ^ Danilo Franco, Il ferro in Calabria, Reggio Calabria, Kaleidon, 2003, p190-192.
  10. ^ Damiano Bova, Bivongi.Nella valle dello Stilaro, Bari, Ecumenica Editrice, 2008, p216-223, ISBN 978-88-88758-43-5.
  11. ^ Breve notizie storico-geografiche sull'antica origine di Brognaturo (PDF), su brognaturonelcuore.it. URL consultato il 5 ottobre 2012.
  12. ^ Pecorino della Vallata Stilaro-Allaro,Capre.it, su capre.it. URL consultato l'11 aprile 2013.
  13. ^ Strade provinciali, sviprore.it, su sviprore.it. URL consultato l'11 aprile 2013.
  14. ^ Scilatelle calabresi al ragù, su pastaenonsolo.it.
  15. ^ Pasta di casa Scilatelle, su infooggi.it.
  16. ^ Frascatula, polenta siciliana, storia e varianti, in blog.giallozafferano.it. URL consultato il 27-12-2017.
  17. ^ Quando la caccia diventa reato, in nationalgeographic.it, 29-07-2010. URL consultato il 27-12-2017.
  18. ^ Allarme caccia al Ghiro: potrebbe rischiare l’estinzione, in tuttozampe.com. URL consultato il 27-12-2017.
  19. ^ Percorsi di trekking nella Vallata dello Stilaro. URL consultato il 2 marzo 2017.
  20. ^ Controllo di sicurezza richiesto, su www.facebook.com. URL consultato il 2 marzo 2017.
  21. ^ Nasce il Campo Volo 'Ali dello Stilaro'. Il programma, in youreporter.it, 17-06-2017.

Bibliografia

  • Padre Damiano Bova, Bivongi.Nella Vallata dello Stilaro, Bari, Ecumenica Editrice, 2008, p416, ISBN 978-88-7351-345-2.
  • Le Orchidee della Vallata Stilaro di E. Bona U. Franco G. Taverniti
  • Franco Danilo, Il ferro in Calabria. Vicende storico-economiche del trascorso industriale calabrese, Kaleidon Editrice, 2003, pp. 168, ISBN 88-88867-01-5.

Voci correlate

Altri progetti

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