Tabernacolo

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Tabernacolo nella cattedrale cattolica di San Raffaele a Dubuque.

Nella tradizione ebraica e cristiana il tabernacolo (in latino tabernaculum, diminutivo di taberna dal significato di "dimora") è il luogo della casa di Dio presso gli uomini.

Comunemente, nelle lingue moderne, con tabernacolo si intende una struttura a forma di scatola presente in tutte le chiese cattoliche e di altre confessioni cristiane nella quale sono conservate le ostie consacrate dopo la celebrazione eucaristica.

Il termine tabernacolo è utilizzato anche come sinonimo per le edicole sacre o edicole votive (definite nel nord est d'Italia anche coi nomi di capitelli o santelle) che proteggono un'immagine sacra oggetto di culto, sia all'interno delle chiese, sia lungo le strade, sulle facciate delle case, o nelle campagne.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Tabernacolo della Cattedrale di Caltanissetta

Le parole latine tabernaculum e taberna derivano da tabula, tavola di legno e significavano capanna, accampamento mobile per i soldati, specialmente in campagna. Avrebbe allora il senso di dimora provvisoria[1].

La parola latina tabernaculum è stata utilizzata nella Vulgata per tradurre la parola ebraica: מִשְׁכָּן mishkàn, che significa dimora.

Religione ebraica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tabernacolo (ebraismo), Shekhinah e Tempio di Gerusalemme.

Il tabernacolo nell'Ebraismo era un santuario trasportabile, eretto nel deserto, che accompagnava gli israeliti nel loro vagare dopo l'esodo. Viene descritto nel libro dell'Esodo della Bibbia ebraica. I Leviti avevano il compito di occuparsene.
In epoca successiva è stato sostituito dal Tempio.

Struttura fisica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il racconto della Bibbia[2], il tabernacolo era costituito originariamente da una recinzione fatta da teli; all'interno della recinzione c'era una tenda realizzata con pelle di capra, di tasso e di montone dipinto di rosso che facevano da copertura a tutta la struttura.[3] La tenda nel suo interno era divisa in due da un telo dove erano raffigurati due cherubini. Questo telo creava così due luoghi: il primo era detto "Luogo santo"; sia i leviti che i sacerdoti vi potevano accedere per i vari servizi ad essi dedicati. Il secondo luogo era chiamato "Luogo santissimo"; ad esso si accedeva attraverso il Luogo Santo. Nel Luogo santissimo poteva entrare solo il sacerdote prescelto una volta all'anno. Nel Luogo santissimo c'era l'Arca dell'Alleanza che era fatta in legno ed era ricoperta di oro e al suo interno conteneva i dieci comandamenti dati a Mosè, la verga di Aronne fiorita e la manna. Il coperchio dell'arca era costituito da un basamento ai due estremi del quale vi erano due statue di cherubini rivolti uno contro l'altro con il viso volto verso l'interno dell'arca. Secondo la fede ebraica in questo tabernacolo, così costruito, si manifestava la presenza di Dio.[4]

Significato spirituale ebraico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tempio Celeste di Gerusalemme.

Il tabernacolo costituiva lo spazio per la presenza di Dio nella comunità ed era costruito sul modello del Santuario celeste dato in visione a Mosè quando era sul monte Sinai. Con la sua costruzione in Terra si sancì l'esistenza del Tempio celeste identificato con l'angelo Metatron e la Merkavah mentre nel reame spirituale l'arcangelo Michele si ritiene corrisponda simbologicamente al sommo sacerdote. La sua disposizione simboleggiava la creazione, la struttura del cosmo e la storia futura delle Dodici tribù di Israele fino all'età messianica.

Religione cristiana[modifica | modifica wikitesto]

Tabernacolo in San Luigi di Versailles

Nella religione cattolica, in cui si conserva l'eucaristia, il tabernacolo indica il contenitore dove sono custodite le ostie consacrate, raccolte comunemente dentro una pisside.

Circa dal XII secolo inizia nelle chiese latine l'uso del tabernacolo mentre prima si impiegavano altri contenitori (come le colombe eucaristiche o il Corpo di Cristo si conservava presso l'altare o in adiacenze del presbiterio).

Al tempo della controriforma nel cattolicesimo il tabernacolo divenne ancora più importante nella chiesa, intesa come edificio, e lo si collocò sempre più centralmente o in vista. Fu questo un modo per sottolineare la presenza reale di Cristo anche dopo la celebrazione eucaristica.

Secondo le norme del codice di diritto canonico, esso deve essere fisso, non amovibile, chiuso a chiave e la chiave deve essere custodita in luogo sicuro.

Solo i presbiteri i diaconi, gli accoliti istituiti e i ministri straordinari della comunione hanno accesso al tabernacolo.

È di norma apporre a fianco del tabernacolo la borsa del calice, oggetto, generalmente di stoffa rigida fatto a forma di borsa da Messa, contenente un corporale (fazzoletto di lino fortemente inamidato).

Sempre secondo la norma accanto al Tabernacolo resta perpetuamente acceso un lume, a perenne ricordo per i fedeli della presenza del pane consacrato e, dunque, di Cristo.

Generalmente il tabernacolo è coperto da un velo del colore liturgico del Tempo (escluso il nero), detto conopeo, che richiama la tenda del tabernacolo ebraico.

Altri significati[modifica | modifica wikitesto]

Tabernacolo delle Fonticine, Firenze.

Talvolta con tabernacolo si indica una piccola edicola o capitello votivo o santella o altra struttura posta in luogo pubblico, all'interno della quale è inserita un'immagine sacra (dipinta o scolpita), a scopo devozionale e di protezione sui passanti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Etimologia : tabernacolo;, su etimo.it. URL consultato il 21 dicembre 2020.
  2. ^ Libro dell'Esodo Es 26-27, su laparola.net.
  3. ^ Esodo 25:1-16, su laparola.net.
  4. ^ Esodo 25-27, su laparola.net.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Tabernacolo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
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