Leena di Atene

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Disambiguazione – Se stai cercando il nome femminile estone e finlandese, vedi Lena (nome).

«Meritò di splendore e fama più di quello che forse meritò Demostene

L'uccisione di Leena

Leena o Leona o Leæna, chiamata da Giovanni Boccaccio "Leona Meretrice" (in greco antico: Λέαινα?, Léaina, "leonessa"; Atene, VI secolo a.C. circa – Atene, V secolo a.C. circa) è stata un'etera ateniese, amante di Armodio o, secondo Ateneo, di Aristogitone.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Considerata da Boccaccio una persona lasciva poiché cortigiana, « Leona adunque inclinata all'esercizio delle meretrici, ha fatto con l'opre sue vergognose, che non s'habbia saputo ne l'origine ne la patria sua », venne considerata comunque meritevole di comparire nella sua enciclopedia delle donne illustri poiché si era sacrificata per un ideale. Era solita suonare la lira.

Quando Armodio e Aristogitone uccisero il tiranno Ipparco, avendo lei avuto una relazione con entrambi (Aristogitone era innamorato di lei) e consapevole dell'organizzazione della congiura, venne torturata con estrema crudeltà da Ippia (fratello di Ipparco) per rivelare quanto sapeva sui complici assassini. Giunta alla fine delle forze, per non sentirsi obbligata a parlare, si morse la lingua amputandosela con i denti.

Secondo alcune fonti fu liberata ma morì poco dopo, secondo Pausania invece (il quale sostenne di raccontare « cose che finora non sono state messe per iscritto, ma sono generalmente credute vere dalla maggior parte degli Ateniesi ») Ippia la maltrattò fino ad ucciderla, poiché, essendo amante di Aristogitone, ritenne che non potesse essere estranea al complotto.

Quando Ippia venne espulso dalla città e la tirannia dei Pisistratidi finì, il popolo di Atene ricordò con grande stima il sacrificio di Leena ed eresse in suo onore sulla sua tomba nell'acropoli una statua bronzea raffigurante una leonessa senza lingua, per indicare la sua virtù del silenzio. La statua, non più esistente, secondo Plinio il Vecchio fu scolpita da Anficrate.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti secondarie
  • S. Rizzo (a cura di), nota 2, pp. 413–414, in Pausania, Viaggio in Grecia, vol. I, Milano, BUR, 2012.
  • Libro Delle Donne Illustri, Tradotto per Giuseppe Betussi, di Giovanni Boccaccio, ed. Pietro de Nicolini da Sabbio, 1547, pp. 58–59.
  • Delle historie del mondo, Parte prima, di Giovanni Tarcagnota, Venezia, ed. Michele Tramezzino, 1573, p. 154.
  • Il libro del Cortegiano, di Baldassarre Castiglione, ed. Giovanni Silvestri, 1822, p. 526.
  • Il vago, & dilettevole giardino, di Luigi Contarini, ed. Alessandro de' Vecchi, 1619, p. 366.
  • La institutione del prencipe christiano, Mantova, Ed. Giacomo Ruffinello, 1577, p. 141.
  • Il Proprinomio historico, geografico, e poetico, Venezia, 1780, p. 243.
  • Nuovi elementi di istoria generale dai tempi più remoti fino ai giorni nostri, di David-Eugene Levi-Alvares, ed. Nicolini, 1842, p. 199.
  • The Story of the Greeks, di Hélène Adeline Guerber, ed. Yesterday's Classics, 2006, p. 124, ISBN 9781599150116.
  • Encyclopaedia Perthensis - Universal dictionary, Volume III, Edimburgo, 1816, p. 52.
  • (EN) William Smith (a cura di), Leaena, in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1870.

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