Hieracium laevigatum

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Sparviere allungato
Hieracium laevigatum
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Hieracium
Sottogenere Hieracium sect. Tridentata
(Fr.) Arv.-Touv.
Specie H. laevigatum
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Hieracium
Sottogenere Hieracium sect. Tridentata
Specie H. laevigatum
Nomenclatura binomiale
Hieracium laevigatum
Willd., 1803

Lo sparviere allungato (nome scientifico Hieracium laevigatum Willd., 1803) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Hieracium laevigatum è anche l'unica "specie principale" italiana appartenente alla sezione Hieracium sect. Tridentata (Fr.) Arv.-Touv..[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere deriva dalla parola greca hierax o hierakion (= sparviere, falco). Il nome del genere è stato dato inizialmente dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 - 1708) rifacendosi probabilmente ad alcuni scritti del naturalista romano Gaio Plinio Secondo (23 - 79) nei quali, secondo la tradizione, i rapaci si servivano di questa pianta per irrobustire la loro vista.[4][5] L'epiteto specifico (laevigatum ) significa che la pianta ha una delle seguenti caratteristiche: liscio o scivoloso, brillante o lucente.[6]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Carl Ludwig Willdenow (1765-1812) nella pubblicazione " Species Plantarum. Editio Quarta. Berolini [Berlin]" ( Sp. Pl., ed. 4 [Willdenow] 3(3): 1590) del 1803.[7] Il nome scientifico della sezione è stato definito dai botanici Jean Maurice Casimir Arvet-Touvet (1841-1913) e Elias Magnus Fries (1794-1878).[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

Habitus. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee (e aromatiche), a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, inoltre spesso hanno l'asse fiorale eretto e privo di foglie (piante scapose), oppure le foglie basali sono assenti alla fioritura. Le specie di questo gruppo sono piante di tipo afillopode (raramente hypofillopode). Tutte le specie del gruppo sono provviste di latice.[8][9][10][11][12][3][13]

Fusto. Il fusto, in genere eretto e ascendente, in basso è legnoso, è colorato di verde-chiaro fino a verde-brunastro e mediamente ramificato. Le radici in genere sono di tipo fittonante. Queste piante arrivano ad una altezza di 30 – 80 cm (massimo 100 cm).

Foglie. Sono presenti solamente foglie cauline (da 5 a 10) con disposizione alterna e uniformemente distribuite lungo il caule e progressivamente decrescenti verso l'alto. Le lamine sono intere o dentate con forme ampiamente ovate o lanceolate. La superficie può essere ricoperta da peli semplici o ramificati. Le foglie basali (o inferiori) sono distintamente picciolate (i piccioli, glabri o pelosi, sono sempre ben visibili); all'antesi spesso una o due foglie basali sono necrosate; quelle superiori sono sessili (lungamente attenuate alla base).

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono lassamente panicolate con 3 - 7 rami con un totale di 5 - 15 capolini. L'acladio è di 0,5 – 3 cm. L'infiorescenza vera e propria è composta da un capolino terminale e sotteso da 2 - 5 brattee fogliacee. I capolini, solamente di tipo ligulifloro, sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro ha una forma più o meno da semi-ellissoide a emisferica ed è formato da brattee disposte in modo appressato su due file (non regolarmente embricate), con apici da subottusi fino ad acuti. Il ricettacolo, alla base dei fiori, può essere cigliato, oppure può essere nudo (senza pagliette). Gli involucri, glabri o pelosi (peli ghiandolari, semplici e stellati da sparsi a densi), sono sempre ben visibili. Dimensione dell'involucro: 9 – 11 mm

Fiori. I fiori, tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[14]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: le corolle sono formate da un tubo e da una ligula terminante con 5 denti; il colore è giallo. I dentelli apicali sono glabri. Dimensioni delle ligule: larghezza 2 mm; lunghezza 15 – 20 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[15] Le antere alla base sono acute. Il polline è tricolporato.[16]
  • Gineceo: lo stilo giallo (con tendenza al nerastro) è filiforme e peloso sul lato inferiore; gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. La superficie stigmatica è interna.[17]
  • Antesi: (la fioritura è avanzata fino all'autunno).

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno una forma da oblunga a obovoide-obconica con apice troncato e privi di becco (non sono compressi); in alcuni casi gli acheni sono provvisti di coste longitudinali. La colorazione varia da paglierina a castano-scuro. Il pappo si compone di peli semplici grigiastri, scabri o barbati (non piumosi). Raramente il pappo è assente. Dimensione degli acheni: 2,8 - 3,2 mm.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[18] – Distribuzione alpina[19])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Circumboreale o anche Eurosiberiano.

Distribuzione: in Italia questa specie è rara e si trova sulle Alpi, Prealpi e Appennino settentrionale (più rara). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nei Monti Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Alpi Dinariche e Carpazi.[19]

Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono le selve, i cespuglieti e i cedui. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare tra 500 - 1.800 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino.

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Areale alpino[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico alpino Hieracium laevigatum appartiene alla seguente comunità vegetale:[19]

Formazione: delle comunità forestali
Classe: Quercetea robori-sessiliflorae
Ordine: Quercetalia robori-sessiliflorae

Areale italiano[modifica | modifica wikitesto]

Per l'areale completo italiano Hieracium laevigatum appartiene alla seguente comunità vegetale:[20]

Macrotipologia: vegetazione forestale e preforestale.
Classe: Querco roboris-fagetea Sylvaticae Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger, 1937
Ordine: Quercetalia roboris Tüxen, 1931
Alleanza: Quercion roboris Malcuit, 1929

Descrizione. L'alleanza Quercion roboris è relativa alle comunità di tipo forestale, sia del piano che delle colline, rappresentate da rovereti, castagneti, betuleti e pino-querceti. In queste comunità sono presenti climi oceanici con precipitazioni comprese tra 800 e 1500 mm annui. I suoli sono ricchi, profondi e acidi, e ospitano in genere specie oceaniche. La distribuzione è prevalentemente atlantica e centro-europea, ma queste cenosi sono presenti anche nell’Italia settentrionale.[21]

Specie presenti nell'associazione: Quercus robur, Quercus petraea, Sorbus aucuparia, Anthoxanthum odoratum, Betula pendula, Calluna vulgaris, Corydalis claviculata, Cytisus scoparius, Hieracium laevigatum, Melampyrum pratense, Polypodium vulgare, Teucrium scorodonia, Betula pubescens, Convallaria majalis, Euphorbia cyparissias, Frangula alnus, Molinia caerulea, Pleurozium schreberi e Solidago virgaurea.

Altre alleanze e associazioni per questa specie sono:[20]

  • Quercion roboris.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[22], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[23] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[24]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][11][12]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae. Il genere Hieracium (insieme al genere Pilosella) costituisce il nucleo principale della sottotribù Hieraciinae e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello" posizionato nel "core" delle Hieraciinae.[12][25]

Il genere Hieracium è un genere estremamente polimorfo con maggioranza di specie apomittiche. Di questo genere sono descritte circa 1000 specie sessuali e oltre 3000 specie apomittiche[11][26], delle quali circa 250 e più sono presenti nella flora spontanea italiana. Alcuni taxon collegati alle varie specie del genere sono sottospecie, altri sono considerati aggregati (o inclusi), e altri ancora sono considerati "intermediari" (o impropriamente ibridi in quanto queste specie essendo apomittiche non si incrociano e quindi non danno prole feconda) con altre specie. A causa di ciò si pongono dei problemi di sistematica quasi insolubili e per avere uno sguardo d'insieme su questa grande variabilità può essere necessario assumere un diverso concetto di specie. Qui in particolare viene seguita la suddivisione del materiale botanico in sezioni così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[3]

La specie di questa voce è descritta all'interno della sezione Hieracium sect. Tridentata. La sezione XLI Tridentata, insieme alle sezioni Sabauda e Hieracioides, formano un gruppo a sviluppo omogeneo e la cui distribuzione è circumpolare. I caratteri principali sono:[3]

  • le specie di questo gruppo sono piante di tipo afillopode (raramente hypofillopode);
  • le foglie cauline sono numerose (da 7 a 25); quelle inferiori all'antesi spesso sono necrosate;
  • le foglie basali (o inferiori) sono distintamente picciolate; quelle superiori sono sessili (lungamente attenuate alla base);
  • i piccioli e gli involucri, glabri o pelosi, sono sempre ben visibili;
  • le sinflorescenze sono lassamente panicolate;
  • le brattee dell'involucro sono disposte appressate su due file (non regolarmente embricate), con apici da subottusi fino ad acuti;
  • la pubescenza sull'involucro è formata da peli ghiandolari, semplici e stellati da sparsi a densi;
  • gli acheni hanno delle dimensioni tra 3 e 4,5 mm e una colorazione da paglierina a castana;
  • la fioritura è avanzata fino all'autunno.

L'indumentum è uno degli elementi più importanti per distinguere le varie specie. Hieracium laevigatum è caratterizzato dalla seguente pubescenza:[3]

Tipo peli Caule Foglie Peduncoli dei capolini Brattee involucrali
Peli semplici Da assenti a densi, lunghi 1 – 2 mm, molli e bianchi Sulle nervature: da assenti a densi Da assenti a densi Da assenti a densi
Peli ghiandolari Assenti Assenti Da assenti a densi, lunghi 0,2 - 0,3 mm Da sparsi a densi, lunghi 0,2 - 0,7 mm
Peli stellati Assenti o sparsi Sui margini e sulle nervature: da sparsi a densi Densi Da assenti a densi

Il numero cromosomico di Hieracium laevigatum è: 2n = 18, 27 e 36.[3]

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Per questa specie sono riconosciute le seguenti 41 sottospecie presenti nella flora spontanea italiana:[2][13][27]

  • Hieracium laevigatum subsp. achalzichiense (Üksip) Greuter, 2007 - Distribuzione: Transcaucasia
  • Hieracium laevigatum subsp. acrifolium (Dahlst.) Zahn, 1922 - Distribuzione: Europa con discontinuità e Transcaucasia
  • Hieracium laevigatum subsp. albaredanum Zahn - Distribuzione: Italia (Valle d'Aosta)
  • Hieracium laevigatum subsp. amaurolepis Murr & Zahn, 1906 - Distribuzione: Italia (Trentino Alto Adige) e Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. auriglandulum (Wiinst.) Zahn, 1937 - Distribuzione: Germania e Danimarca
  • Hieracium laevigatum subsp. boreanum (Boreau) Zahn, 1923 - Distribuzione: Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. chaubardianum (Arv.-Touv.) Zahn, 1922 - Distribuzione: Francia
  • Hieracium laevigatum subsp. dechyi Koslovsky & Zahn, 1913 - Distribuzione: Transcaucasia
  • Hieracium laevigatum subsp. dryadeum (Jord. ex Boreau) Zahn, 1923 - Distribuzione: Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. echinodermum Zahn, 1905 - Distribuzione: Svizzera
  • Hieracium laevigatum subsp. fagineum (Arv.-Touv.) Zahn, 1923 - Distribuzione: Francia
  • Hieracium laevigatum subsp. ficifolium (Arv.-Touv.) Zahn, 1923 - Distribuzione: Francia
  • Hieracium laevigatum subsp. flocciparum Schelk. & Zahn, 1913 - Distribuzione: Transcaucasia
  • Hieracium laevigatum subsp. glareosum (Lönnr.) Greuter, 2007 - Distribuzione: Europa settentrionale
  • Hieracium laevigatum subsp. goriense Koslovsky & Zahn, 1913 - Distribuzione: Transcaucasia
  • Hieracium laevigatum subsp. gothiciforme (Dahlst.) Zahn, 1906 - Distribuzione: Italia (Veneto) e Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. gothicum (Fr.) Celak., 1871 - Distribuzione: Europa centrale e settentrionale
  • Hieracium laevigatum subsp. grandidens Zahn, 1901 - Distribuzione: Italia (Trentino Alto Adige) e Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. griseovirens Zahn, 1905 - Distribuzione: Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. gsiesense Zahn - Distribuzione: Italia (Trentino Alto Adige)
  • Hieracium laevigatum subsp. hypopityforme (Üksip) Greuter, 2007 - Distribuzione: Anatolia e Transcaucasia
  • Hieracium laevigatum subsp. knafii (Celak.) Zahn, 1921 - Distribuzione: Italia (Trentino Alto Adige) e Europa orientale
  • Hieracium laevigatum subsp. kubanicum Litv. & Zahn, 1907 - Distribuzione: Transcaucasia
  • Hieracium laevigatum subsp. laevigans Zahn, 1920 - Distribuzione: Italia (Trentino Alto Adige) e Europa
  • Hieracium laevigatum subsp. laevigatum - Distribuzione: Italia (Alpi) e Europa
  • Hieracium laevigatum subsp. leucothyrsum (Litv. & Zahn) Greuter, 2007 - Distribuzione: Transcaucasia
  • Hieracium laevigatum subsp. lineatum (Dahlst.) Zahn, 1906 - Distribuzione: Italia (Trentino Alto Adige) e Europa centrale e settentrionale
  • Hieracium laevigatum subsp. macrolygodes Zahn, 1922 - Distribuzione: Transcaucasia
  • Hieracium laevigatum subsp. magistri (Godr.) Zahn, 1916 - Distribuzione: Italia (Valle d'Aosta) e Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. nivale (Froel.) Zahn, 1921 - Distribuzione: Italia (Alpi) e Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. pesianum (Arv.-Touv. & Belli) Zahn, 1923 - Distribuzione: Italia
  • Hieracium laevigatum subsp. pictaviense (Sauze & Maill.) Zahn, 1922 - Distribuzione: Italia (Trentino Alto Adige) e Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. pizzulicum Gottschl., 2017 - Distribuzione: Italia (Friuli)
  • Hieracium laevigatum subsp. pseudogothicum (Arv.-Touv.) Zahn, 1921 - Distribuzione: Italia (Piemonte) e Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. retardatum Zahn, 1905 - Distribuzione: Italia (Piemonte) e Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. revolii (Sudre) Zahn, 1922 - Distribuzione: Francia
  • Hieracium laevigatum subsp. rigidum (Hartm.) Celak., 1817 - Distribuzione: Italia (Alpi occidentali) e Europa
  • Hieracium laevigatum subsp. sagotii (Boreau) Zahn, 1922 - Distribuzione: Europa centrale
  • Hieracium laevigatum subsp. stenogonium Zahn - Distribuzione: Italia (Trentino Alto Adige)
  • Hieracium laevigatum subsp. subgracilipes Zahn, 1922 - Distribuzione: Europa
  • Hieracium laevigatum subsp. trichocalyx Gottschl., 2016 - Distribuzione: Italia (Piemonte)
  • Hieracium laevigatum subsp. tridentatum (Fr.) Celak., 1871 - Distribuzione: Italia (Alpi occidentali) e Europa centrale

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Nella "Flora d'Italia" sono indicate le seguenti "specie secondarie" (collegate alla specie di questa voce) appartenente al gruppo della sezione Tridentata:

Specie Caratteri Habitat Distribuzione italiana Sottospecie
Hieracium calocymum Zahn, 1905[28] Tra la specie H. laevigatum e la specie H. onosmoides Pendii erbosi Valle d'Aosta- Molto rara
Hieracium flagelliferum Ravaud, 1877[29] Tra la specie H. sabaudum e la specie H. lachenalii Pendii erbosi e incolti Belluno- Molto rara

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 16 giugno 2022.
  3. ^ a b c d e f g Pignatti 2018, Vol. 3 - pag. 1190.
  4. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 454.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 16-agosto-2013.
  6. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 16 giugno 2022.
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 16 giugno 2022.
  8. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  9. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  10. ^ Judd 2007, pag.517.
  11. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag.194.
  12. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  13. ^ a b Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  14. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  15. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  16. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  17. ^ Judd 2007, pag.523.
  18. ^ Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 108.
  19. ^ a b c Flora Alpina, Vol. 2 - p. 704.
  20. ^ a b Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 17 giugno 2022.
  21. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 71.2.1 ALL. QUERCION ROBORIS MALCUIT 1929. URL consultato il 17 giugno 2022.
  22. ^ Judd 2007, pag. 520.
  23. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  24. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  25. ^ Fehrer et al. 2021.
  26. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'11 aprile 2022.
  27. ^ Pignatti 2018, Vol.4 - pag. 222.
  28. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 16 giugno 2022.
  29. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 16 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]