Asterix e il falcetto d'oro

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Voce principale: Asterix.
Asterix e il falcetto d'oro
fumetto
Copertina dell'edizione Panini Comics
Titolo orig.La Serpe d'or
Lingua orig.francese
PaeseFrancia
TestiRené Goscinny
DisegniAlbert Uderzo
EditoreHachette Livre in precedenza Dargaud
1ª edizione11 agosto 1960 – 23 marzo 1961
Albiunico
Editore it.Arnoldo Mondadori Editore
Generecommedia
Preceduto daAsterix il gallico
Seguito daAsterix e i Goti

Asterix e il falcetto d'oro (La Serpe d'or) è la seconda storia a fumetti della serie Asterix[1], creata dal duo francese René Goscinny (sceneggiatura) e Albert Uderzo (disegni). La sua prima pubblicazione in volume in lingua originale risale al 1962[2].

In questa storia il protagonista è affiancato per la prima volta da Obelix, il quale aveva esordito nella storia precedente in un ruolo secondario e che qui assume il suo ruolo di spalla fissa.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il druido Panoramix ha rotto il suo falcetto d'oro, indispensabile sia per rendere il vischio magico e sia per andare all'annuale riunione dei druidi e che si sarebbe svolta di lì a poco, e l'unico che può vendergliene un altro è il fabbro Amerix nella città di Lutetia, e che Obelix rivela essere suo cugino. Asterix e Obelix si recano a Lutetia e scoprono che il fabbro è scomparso; iniziano le ricerche e in una locanda, quando il proprietario averno scopre cosa cercano, li caccia via per poi recarsi da un misterioso personaggio, Lentix, al quale riferisce l'accaduto. Questi cerca i due galli e, scoperto che cercano un falcetto, li porta da un commerciante clandestino, Avorangofix, che gli chiede molto denaro che Asterix non ha; scoppia una rissa, a cui accorre una pattuglia romana che li arresta e i due vengono condotti dal prefetto Gracchus Piendastus che li libera, rivelando che a Lutetia vi è una banda di trafficanti di falcetti d'oro, i quali sono molto richiesti a causa della riunione annuale dei druidi, e che ultimamente si possono trovare solo dai trafficanti visto che Amerix sembra essere scomparso.

I nostri eroi si recano allora alla casa di Amerix e scoprono che è stato catturato. Rimasti a dormire nella casa nottetempo, il giorno dopo si recano a casa di Lentix sfasciando tutto, ma vengono sorpresi dalla stessa pattuglia del giorno prima e di nuovo arrestati e poi liberati dal prefetto. Alla locanda scoprono che il locandiere ha venduto tutto e si è diretto verso Gergovia, ma Asterix e Obelix lo acciuffano scoprendo che Lentix si doveva recare presso un dolmen nella foresta lì vicino, dove quindi si recano vedendo Lentix entrare in un passaggio segreto che li porta al deposito di falcetti. La banda dei trafficanti di falcetti li raggiunge, ma nello scontro dove Asterix e Obelix hanno facilmente la meglio Avoragonfix fugge, mentre Lentix viene preso dai due Galli, ai quali racconta quello che sa: il luogo era solo un deposito dove finivano i falcetti che Amerix fabbricava, ma era Avoagonfix a portarli lì; neanche lo stesso Avoragonfix è a capo dell'operazione, lo è invece qualcuno più in alto che però solo lui conosce.

Asterix ed Obelix lasciano Lentix nel deposito, chiudendo il passaggio con un menhir, e si recano a Lutetia dove trovano Avorangofix presso un mercante. Scontratisi con la stessa pattuglia romana di prima e di nuovo arrestati, si liberano grazie alla pozione magica e si recano dal prefetto, che viene trovato insieme ad Avorangofix. Il prefetto confessa di essere a capo del traffico, in quanto annoiato dal ruolo che ricopre e che l'oro è una delle poche cose che ancora lo diverte, e Amerix viene liberato mentre il prefetto accetta la sua punizione. Così Asterix e Obelix tornano al villaggio per consegnare il falcetto al druido.

Storia editoriale[modifica | modifica wikitesto]

In Francia la storia fu serializzata inizialmente all'interno della rivista Pilote, in cui apparve a puntate dal numero 42 (11 agosto 1960) al 74 (23 marzo 1961)[3]; in seguito è stata pubblicata in albo cartonato nel 1962 dall'editore Dargaud.

Attualmente l'albo viene ristampato dalla casa editrice Hachette Livre, che nel dicembre 2008 acquisì da Uderzo e da Anna Goscinny (figlia dello scomparso René) tutti i diritti sulle pubblicazioni di Asterix[4][5].

Edizioni estere[modifica | modifica wikitesto]

Italia[modifica | modifica wikitesto]

In Italia l'albo è edito, come gli altri della serie, da Mondadori; la prima edizione italiana risale al novembre 1969[6][7] per la traduzione di Luciana Marconcini[8]. La Mondadori ha ristampato l'albo più volte nel corso degli anni; l'ultima edizione, condotta su quella francese di Hachette Livre, è della fine del 2011 e rispetto alle precedenti presenta, pur mantenendo invariata la traduzione, una copertina diversa, un nuovo lettering e una colorazione rinnovata[6]; è inoltre caratterizzata dall'avere la sagoma di Asterix stampata in rosso sulla costa. Nel 1979 è stata pubblicata dalla Mondadori una versione tascabile in bianco e nero dell'albo, nella collana Oscar Mondadori[6], e nel giugno 2010 la storia è apparsa all'interno di Asterix: le origini, volume a colori in formato tascabile della collana Mondadori "Oscar Best Sellers" comprendente anche le storie Asterix il gallico e Asterix e il duello dei capi[9].

La storia è stata pubblicata a puntate anche all'interno della rivista Il Giornalino (Edizioni San Paolo), nella quale fece la sua prima apparizione nel 1975[7] venendovi poi ristampata periodicamente; nel 1998 è stata anche pubblicata in albo come supplemento speciale della rivista[6][7]. Tali edizioni sono basate su quella Mondadori e presentano la stessa traduzione di Luciana Marconcini. Un'ulteriore edizione italiana dell'albo è stata quella pubblicata da Fabbri/Dargaud, datata febbraio 1982[6][7]. Anche questa era basata sull'edizione Mondadori, e presenta il medesimo titolo e la medesima traduzione[6].

In altre lingue[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo originale dell'albo, La Serpe d'or, è stato tradotto come segue in alcune delle principali lingue in cui il fumetto è edito[10]; vengono inoltre indicate la casa editrice e l'anno di prima pubblicazione[11]:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elenco degli albi sul sito ufficiale, su asterix.com. URL consultato il 24 ottobre 2011.
  2. ^ Scheda dell'albo, in Asterix.com (sito ufficiale). URL consultato il 3 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2014).
  3. ^ Cronologia delle pubblicazioni di Asterix su Pilote, in bdoubliees.com. URL consultato il 25 ottobre 2011.
  4. ^ Hachette Livre, nouveau propriétaire d'«Astérix», in Le Monde, 14 dicembre 2008. URL consultato il 14 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2008).
  5. ^ Astérix passe sous le contrôle d'Hachette, in Le Monde, 12 dicembre 2008.
  6. ^ a b c d e f Pubblicazioni italiane di Asterix, in Asterix-obelix.nl (Asterix around the world).
  7. ^ a b c d Pubblicazioni italiane di Asterix, in Dimensionedelta.net.
  8. ^ Dati sull'edizione italiana, in iafol.org. URL consultato il 13 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2011).
  9. ^ Asterix: le origini [collegamento interrotto], in mondadori.it (sito ufficiale Mondadori).
  10. ^ Per questioni di leggibilità, ci si è limitati ad elencare le traduzioni mostrate nella Scheda dell'albo Archiviato il 27 dicembre 2014 in Internet Archive. in Asterix.com; per una lista esaustiva si rimanda al sito Asterix around the world e alla pagina Bourse aux traductions Archiviato il 25 luglio 2013 in Internet Archive. sul sito ufficiale
  11. ^ Traduzioni dell'albo, in Asterix-obelix.nl (Asterix around the world).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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