Lepidoptera: differenze tra le versioni

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== Filogenesi ==
Tradizionalmente il sister group dei Lepidotteri è considerato essere quello dei [[Trichoptera|Tricotteri]], in base alla presenza di molti caratteri sinapomorfici; questi due ordini (raggruppati nel superordine Amphiesmenoptera da Willi Henning, ora incluso nei Panorpida) si sono evoluti molto probabilmente al limite tra [[Giurassico]] e [[Cretacico|Cretaceo]], separandosi da un’ordine ora estinto, Necrotaulidae. <ref name=":0">{{Cita libro|autore = Grimaldi, D. and Engel, M. S.|titolo = Evolution of the Insects|anno = 2005|editore = Cambridge University Press|ISBN = 0-521-82149-5}}</ref>

Micropterigidae, Agathiphagidae e Heterobathmiidae sono gli ordini più antichi e basali dei Lepidotteri in quanto sono privi di spiritromba e hanno mandibole adattate a una speciale dieta di foglie, funghi, polline e semi o pigne. <ref name=":1">{{Cita libro|autore = Scoble, Malcolm J.|titolo = "2". The Lepidoptera: Form, Function and Diversity (1 ed.)|anno = 1995|editore = Oxford University Press|pp = 4,5|ISBN = 0-19-854952-0}}</ref> Esse sono presenti anche nella pupa per aiutarsi ad emergere dai semi dove completano la metamorfosi.

Eriocraniidae evolvono la spiritromba ma mantengono le mandibole allo stadio pupale (non funzionali nell’adulto)<ref name=":1" />, infatti si nutrono di foglie (leaf miners) anche allo stadio larvale.

Successivamente a metà [[Cretacico|Cretaceo,]] l’innovazione portata dalla famiglia Dytrisia (ovvero un doppio dotto riproduttivo femminile –uno per l’accoppiamento e l’altro per la deposizione delle uova) ha portato a una rapida espansione e alla comparsa delle sottofamiglie più ancestrali Gracillarioidea, Gelechioidea e Tinoidea, che hanno ancora una dieta fitosaprofaga interna (miners) oppure hanno sviluppato astucci allo stadio larvale<ref name=":0" />.

Yponomeutoidea è il primo gruppo ad avere un tipo di alimentazione esterna su piante erbacee e quindi si crede che l’evoluzione di questa famiglia (insieme a quella di alcuni specie di altri gruppi di farfalle) sia un caso di coevoluzione o evoluzione sequenziale tra farfalle e [[Magnoliophyta|piante Angiosperme]], che hanno avuto proprio nel Cretaceo una fortissima radiazione.

La maggior parte delle specie (circa 60%) di farfalle e falene (e soprattutto quelle più conosciute) fanno parte del gruppo dei Macrolepidotteri, caratterizzati da dimensioni maggiori e una migliorata capacità di volo. Una curiosità di questo gruppo è l’evoluzione del timpano, che è avvenuta molte volte (molto probabilmente otto) in diversi lineages, infatti compare in diverse parti del corpo con strutture diverse. Dei Macrolepidotteri fanno parte Noctuoidea, Rhopalocera, Geometroidea, Mimallonoidea, Bombycoidea e Lasiocampidae (questi ultimi tre hanno un buon supporto di monofilia), mentre si ritiene che Rhopalocera si siano evoluti più recentemente su base di evidenze fossili – il più antico di questo gruppo risale a 56 Ma. <ref name=":0" />

Recenti analisi molecolari <ref>{{Cita pubblicazione|nome = Jerome C.|cognome = Regier|nome2 = Charles|cognome2 = Mitter|nome3 = Andreas|cognome3 = Zwick|data = 2013-03-12|titolo = A Large-Scale, Higher-Level, Molecular Phylogenetic Study of the Insect Order Lepidoptera (Moths and Butterflies)|rivista = PLoS ONE|volume = 8|numero = 3|pp = e58568|accesso = 2015-08-12|doi = 10.1371/journal.pone.0058568|url = http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0058568}}</ref> supportano largamente la filogenesi tradizionalmente inferita sulla base alle di osservazioni morfologiche per quanto riguarda gli ordini più basali, mentre non risolvono completamente i conflitti sulla monofilia di alcuni clade più annidati, come Tinoidea; in generale, comunque, si tende a confermare una forte diversificazione tra i gruppi cosiddetti non-apoditrisiani del sottordine Ditrysia. Addentrandosi più nel dettaglio della superfamiglia Apoditrysia si incontrano ostacoli maggiori nel determianre la filogenesi interna a questo gruppo.

Inoltre all’interno del clade Ditrysia è più difficile ricostruire le relazioni tra e all’interno delle sottofamiglie; Regier ''et al.'' <ref>{{Cita pubblicazione|nome = Jerome C.|cognome = Regier|nome2 = Andreas|cognome2 = Zwick|nome3 = Michael P.|cognome3 = Cummings|data = 2009-12-02|titolo = Toward reconstructing the evolution of advanced moths and butterflies (Lepidoptera: Ditrysia): an initial molecular study|rivista = BMC Evolutionary Biology|volume = 9|numero = 1|pp = 280|lingua = en|accesso = 2015-08-12|doi = 10.1186/1471-2148-9-280|url = http://www.biomedcentral.com/1471-2148/9/280/abstract}}</ref> hanno proposto una filogenesi basata su analisi molecolari geniche (Maximum Likelihood) mostrando un'ampia concordanza con le precedenti ipotesi morfologiche sulla filogenesi dei Ditrysia, sebbene alcune relazioni tra superfamiglie restano debolmente supportate, come quelle tra i Macrolepidotteri. Per contro, forniscono le prime prove molecolari forti sull'esistenza dei clade Pyraloidea, Tortricoidea, Geometroidea e Nosctuoidea.

{{Filogenesi dei Lepidotteri}}{{clade
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<ref>{{Cita pubblicazione|nome = Bugboy52 40, Jerry A. Powell, Conrad|cognome = Labandeira|data = 2011-01-01|titolo = English: A chart showing the phylogenic hypothesis of all major lepidopteran lineages superimposed on the geologic time scale. The dotes denote fossil occurrences, though only the first Trichoptera fossil is recorded, with many fossils in the cenozoic period omitted work is derived from Resh, Vincent H.; Ring T. Carde (July 1, 2009) Encyclopedia of Insects (2nd ed.), U.S.A.: Academic Press ISBN: 0123741440. , which is an updated version from Labandeira, Conrad C., Dilcher, D. L., Davis, Donald R. and Wagner, D. L. 1994. Ninety-seven million years of angiosperm-insect association: paleobiological insights into the meaning of coevolution, Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, 91(25):12278-12282, pg 12281.|accesso = 2015-08-12|url = https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Phylogenetic_chart_of_Lepidoptera.svg#/media/File:Phylogenetic_chart_of_Lepidoptera.svg}}</ref>


== Note ==
== Note ==

Versione delle 18:54, 12 ago 2015

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Lepidotteri

Nymphalis antiopa
Intervallo geologico
Giurassico inferiore - recente
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezionePanorpoidea
OrdineLepidoptera
Linnaeus, 1758
Sottordini

I Lepidotteri (Lepidoptera Linnaeus, 1758) rappresentano un vasto ordine di Insetti olometaboli a cui appartengono più di 157.000 specie, note come farfalle e falene. Il nome fa riferimento alle piccole squame ovali che ricoprono le ali di questi insetti, disposte le une sulle altre, come gli embrici di un tetto, ma che all'occhio naturale sembrano un semplice pulviscolo; deriva dal greco antico λεπις (lepis): squama, scaglia e πτερόν (pteron): ala.

La distinzione tra farfalle e falene non risponde a una classificazione scientifica tassonomica ma deriva dall'uso comune.

In base a tale distinzione "popolare", alcuni autori del passato hanno proposto una distinzione tra Ropaloceri o "Rhopalocera" (farfalle) ed Eteroceri o "Heterocera" (falene) che però non è scientificamente accettata. La distinzione si basa sulla forma delle antenne. Nei ropaloceri le antenne sono clavate, cioè terminano con un rigonfiamento. Negli eteroceri le antenne possono avere diverse forme: bipettinate, filiformi, a bastoncello, etc.

Nella classificazione moderna ai Ropaloceri corrispondono la superfamiglia Papilionoidea, mentre gli Eteroceri sono un gruppo eterogeneo privo di alcuna validità, essendo formato da superfamiglie anche molto lontane tra loro dal punto di vista evolutivo.

Un'altra distinzione di comodo del passato è tra macrolepidotteri o “Macrolepidoptera” (che comprendono i ropaloceri e le famiglie di eteroceri di dimensioni maggiori) e microlepidotteri o “Microlepidoptera” (le famiglie con esemplari di dimensioni minori, a volte anche solo 2 mm di apertura alare, anche se alcuni sono in realtà più grandi). Le famiglie di eteroceri che non fanno parte dei microlepidotteri vengono talvolta indicate anche come macroeteroceri o “Macroheterocera”. Queste distinzioni, pur non essendo più ritenute valide, vengono talvolta ancora utilizzate dagli entomologi per ragioni pratiche, dato che corrispondono a differenze nei metodi di studio dei diversi gruppi.

Caratteristiche

L'ordine dei Lepidotteri è costituito da circa 127 famiglie (per un totale di 157.454 specie), ed è secondo, nella classe degli Insetti, solo all'ordine dei Coleotteri. La parola lepidotteri significa letteralmente “ali con le scaglie” in relazione alla presenza di minute scaglie che rivestono intensamente le ali e il corpo donando la tipica colorazione.

Occhio composto e spiritromba di un lepidottero

Il corpo dei Lepidotteri, come quello di tutti gli Insetti, è diviso in capo, torace ed addome. Le ali e le zampe sono delle appendici del torace. La testa è piccola e arrotondata ed è occupata da un paio di occhi composti, così chiamati perché ognuno di essi è costituito da centinaia talvolta migliaia di piccole lenti (ogni unità è detta ommatidio). Molte farfalle posseggono anche un paio di occhi semplici, detti ocelli, posti sopra a quelli composti.

Gli ocelli, ricoperti dalla peluria e dalle scaglie del capo, sono molto sensibili all'intensità luminosa. Tra gli occhi sono poste le antenne, costituite da molti piccoli segmenti. Le antenne fungono da organi di senso (tattile e chimico).

Quasi tutti i Lepidotteri si nutrono di liquidi zuccherini, principalmente di nettare. Questo è aspirato grazie alla presenza di un apparato boccale succhiante, detto spiritromba, formato dai lobi esterni delle mascelle, le galee, che molto sviluppate si uniscono a formare un lungo tubo. A riposo, questa proboscide viene avvolta a spirale posizionandosi sotto il capo. La spirotromba può essere lunga quanto l'intero corpo.

I Lepidotteri posseggono due paia di ali membranose e quelle anteriori sono solitamente più grandi. La struttura alare della farfalla è costituita da tessuto vivo attraversato da svariate fibre nervose e da tubicini, dette trachee, che trasportano ossigeno. L'intera superficie alare è ricoperta da scaglie, disposte come le tegole di un tetto. La maggior parte delle scaglie contiene dei pigmenti chimici che determinano le colorazioni ed i complessi disegni che caratterizzano le ali. Talvolta invece i colori sono dovuti a fenomeni fisici di diffrazione e interferenza della luce: è il caso delle livree iridescenti di alcune Uraniinae e del bianco e del blu delle Nymphalidae del genere Morpho; i colori di queste farfalle variano secondo l'angolo di incidenza della luce, come avviene anche nelle specie italiane Apatura iris e Apatura ilia.

Ciclo vitale

Stadio di crisalide di un lepidottero
Fasi dell'incrisalidamento di Inachis io
Bruco di Papilio machaon

Durante la propria vita, i lepidotteri cambiano radicalmente la struttura del corpo e le abitudini alimentari (metamorfosi). Il loro ciclo vitale è caratterizzato da 4 stadi: uovo, larva (o bruco), pupa (o crisalide) ed infine la forma adulta (o immagine).

La femmina depone le uova su un vegetale adatto. Dopo un certo tempo le uova schiudono e nasce una larva detta bruco, priva di ali e incapace di volare, che si muove grazie a tre paia di zampe toraciche e alle pseudozampe addominali. Il bruco è privo di occhi composti e di spirotromba. Possiede però un apparato boccale masticatore con delle robuste mandibole, grazie alle quali si nutre principalmente di parti vegetali, soprattutto foglie.

Il rivestimento della larva non si accresce e quindi deve essere cambiato periodicamente per 3-5 volte (mute). Dopo aver subito varie mute cuticulari e aver raggiunto il suo massimo sviluppo, la larva matura smette di nutrirsi e cerca un luogo adatto dove trasformarsi in pupa, sotto una foglia, su un ramo o a terra. Con la seta la larva si costruisce supporti con cui attaccarsi al substrato; la sua cuticola si lacera e fuoriesce la crisalide o pupa.

In questo stadio, l'insetto rimane immobile, può essere ancorato a capo in giù ad un substrato mediante un uncino posteriore detto cremaster (in particolare nelle Nymphalidae) oppure la metamorfosi può avvenire all'interno di un bozzolo sericeo o in una celletta nel terreno. In questa fase subentrano notevoli modifiche che porteranno la pupa a trasformarsi in una farfalla adulta. Quando il rivestimento della pupa si lacera, fuoriesce faticosamente la farfalla (sfarfallamento) che, dispiegate le ali, prende il volo.

La durata della vita larvale e il numero delle generazioni annue dipendono dalla specie, dalla qualità del nutrimento e da fattori ambientali come la temperatura.

Biologia

I lepidotteri, in particolare i Ditrysia, hanno sviluppato molteplici adattamenti che riguardano sia la comunicazione intraspecifica (come quella tra i sessi) sia le relazioni con altre specie (in particolare i predatori) e più in generale con l'ambiente in cui le farfalle vivono.

Comportamento

Assembramento di farfalle diurne sulla terra umida
Bruchi gregari di Eriogaster lanestris (Lasiocampidae)

Comportamenti gregari sono abbastanza frequenti tra i bruchi. Le larve di varie specie di Lasiocampidae, Notodontidae (come la processionaria del pino e quella della quercia) e Erebidae vivono in gruppi e costruiscono nidi di seta che utilizzano come protezione. Gli adulti invece conducono in genere vita solitaria, ma si possono osservare affollamenti di farfalle migratrici nei luoghi di svernamento (come in Danaus plexippus), assembramenti di individui sulla terra umida e aggruppamenti protettivi durante il riposo notturno.

Esempi di comportamento territoriale sono stati osservati in farfalle diurne della famiglia Nymphalidae, come Charaxes jasius e Pararge aegeria.

Rituali di corteggiamento sono presenti in molte specie della superfamiglia Papilionoidea e nella Pyralidae Ephestia cautella. Essi possono anche comprendere comunicazioni tra i sessi basate su stimoli visivi (anche nella banda dell'ultravioletto) legati a particolari colorazioni delle ali. Altre volte sono coinvolti stimoli olfattivi con l'emissione di ferormoni sia da parte del maschio che della femmina; quelli maschili agiscono in genere solo a corto raggio, mentre quelli femminili attirano il maschio anche a notevole distanza, diversi chilometri nel caso delle Saturniidae.

Mentre gli individui di alcune specie compiono solo spostamenti molto limitati, altre possono compiere migrazioni di oltre 2500 km, come le Nymphalidae Danaus plexippus e Vanessa cardui.

Biologia alimentare

I lepidotteri sono quasi tutti fitofagi, allo stadio di larva. Da adulti si nutrono di polline, mentre quelli provvisti di spiritromba (sottordine Glossata) di nettare. Alcune specie si nutrono di frutta, a volte anche perforandone il tegumento integro con la spiritromba. Altre succhiano urine, escrementi, carogne in decomposizione, alcune specie tropicali di Pyraloidea, Geometridae, Notodontidae e Noctuidae si nutrono del liquido lacrimale di grossi mammiferi, uomo compreso. La specie orientale Calpe eustrigata (Noctuidae) è ematofaga.

La maggior parte di bruchi si nutre di foglie, in genere attaccandole a partire dal margine, più raramente si nutrono di gemme, fiori, frutti, semi o legno. Alcune specie sono endofite all'interno di foglie (microlepidotteri minatori), bulbi, radici e rizomi, sono xilofaghe all'interno del tronco o dei rami come le Cossidae e le Sesiidae oppure producono galle. Alcune specie sono monofaghe, cioè si nutrono di una sola specie vegetale, altre sono oligofaghe o polifaghe. Le “tignole” (soprattutto Tineidae, Oecophoridae, Gelechiidae e Pyraloidea), si nutrono di prodotti immagazzinati, talvolta anche di origine animale come lana o cera, oppure di escrementi. Non mancano neppure i bruchi predatori, come quelli mirmecofili di molte Lycaenidae, che vivono nei formicai, dove predano gli afidi, ma anche gli stadi preimmaginali delle stesse formiche.

Strategie difensive

Colorazione aposematica di Tyria jacobaeae (Erebidae)
Ali posteriori vivacemente colorate di Catocala conjuncta (Noctuidae)
Finta testa con antenne all'estremità dell'ala posteriore di Lampides boeticus (Lycaenidae)

La difesa più frequente contro i predatori è rappresentata dalle forme e colorazioni criptiche di larve e adulti, con le quali si mimetizzano con il substrato rendendosi invisibili. A titolo di esempio possiamo ricordare le Nymphalidae Brintesia circe e Kallima inachus: la prima presenta una tipica colorazione disruptiva, che interrompe la sagoma della farfalla, rendendola meno visibile; la seconda imita alla perfezione le sembianze di una foglia secca. Alcune specie, come la geometride Eupithecia centaureata, vengono ignorate dai predatori perché confuse con gli escrementi bianchi e neri degli uccelli.

Non mancano tuttavia vivaci colorazioni aposematiche con le quali i predatori vengono avvertiti della presenza di sostanze tossiche o repellenti, assimilate dalla pianta ospite o sintetizzate ex novo, che rendono la specie inappetibile. A volte le specie aposematiche si imitano a vicenda per aumentare l'efficacia del segnale (mimetismo mülleriano) oppure vengono imitate da specie non tossiche (mimetismo batesiano). Per segnalare il loro sapore sgradevole anche ai predatori che utilizzano principalmente l'olfatto o l'udito, alcune specie emettono anche odori o suoni particolari, come gli ultrasuoni emessi dalle Erebidae Arctiinae quando avvertono la presenza dei pipistrelli.

Spine velenose, peli urticanti e secrezioni ripugnanti possono essere presenti nei bruchi e talvolta anche negli adulti. Nel bruco del macaone e di altre specie del genere Papilio è presente a questo scopo un organo ghiandolare (osmaterium) che viene estroflesso a scopo difensivo.

Le Noctuidae dei generi Catocala e Noctua mostrano improvvisamente le colorazioni rosse, gialle o blu delle ali posteriori, normalmente non visibili nella posizione di riposo perché nascoste dalle anteriori, allo scopo di disorientare il predatore. Alcune specie (ad esempio molte Saturniidae) presentano sulle ali macchie che imitano grandi occhi di vertebrati, in certi casi esse sono presenti solo sulle posteriori, che vengono esibite improvvisamente, come in Automeris io e nella Sphingidae Smerinthus ocellata.

Nelle Lycaenidae del genere Thecla e in altri generi affini all'estremità dell'ala posteriore una codina accompagnata da falsi occhi simula un'intera testa completa di antenne, che attira l'attenzione dei predatori proteggendo così la testa vera che invece è nascosta.

Alcune famiglie (Pyralidae, Crambidae, Geometridae, Uraniidae, Erebidae, Noctuidae) presentano organi timpanici in grado di avvertire, anche a una distanza di oltre 30 m, gli ultrasuoni che i pipistrelli utilizzano per individuare la preda; Geometridi e Nottuidi reagiscono cambiando direzione o lasciandosi cadere al suolo, mentre le Arctidi emettono a loro volta particolari ultrasuoni, che svolgono la stessa funzione delle loro colorazioni aposematiche.

Tassonomia

Lo stesso argomento in dettaglio: Tassonomia dei Lepidoptera.

L'ordine comprende 4 sottordini: Zeugloptera, Aglossata, Heterobathmiina e Glossata. Ai primi tre appartengono poche specie con caratteristiche primitive. La quasi totalità delle farfalle e delle falene conosciute appartengono al sottordine Glossata.[1][2]

Micropterix aureatella (Micropterigidae) farfalla primitiva con apparato boccale masticatore

È il sottordine più primitivo, che presenta le maggiori affinità con i Mecotteri e i Tricotteri, tanto che secondo alcuni autori dovrebbe costituire un ordine autonomo. Sono farfalle di piccole dimensioni, con ali omoneure provviste di setole dette microtrichi. L'apparato boccale è masticatore: manca la spiritromba mentre le mandibole sono presenti e funzionanti. Nella femmina vi è un'unica apertura in cui confluiscono vagina e retto. La larva presenta tre paia di zampe toraciche e otto paia di pseudozampe addominali. La pupa è dectica, cioè con mandibole articolate.

Questo sottordine comprende la sola superfamiglia Micropterigoidea, e la sola famiglia Micropterigidae, con 21 generi e 160 specie mondiali, di cui 29 italiane.

Sono farfalle di medie dimensioni, prive di spiritromba e dotate di grandi mandibole asimmetriche, nella posizione di riposo tengono le antenne in una posizione analoga a quella dei Tricotteri. La larva è in grado di sopravvivere per 12 anni in diapausa, caratteristica che ne ha reso possibile la dispersione nelle isole del Pacifico.

Questo sottordine comprende unicamente la superfamiglia Agathiphagoidea, e la famiglia Agathiphagidae con soltanto 1 genere e 2 specie, una delle isole Figi e l'altra australiana.

Sono farfalle prive di spiritromba e provviste di mandibole, che si nutrono di polline come le Micropterigidae (Zeugloptera), ma presentano un apparato boccale meno specializzato e per certi aspetti sono più vicine al sottordine seguente. Questo sottordine comprende unicamente la superfamiglia Heterobathmioidea e la famiglia Heterobathmiidae, con 1 genere e 5 specie dell'America meridionale.

Comprende le specie provviste di spiritromba, cioè la quasi totalità dei Lepidotteri. È suddiviso in sei infraordini: Dachnonypha, Acanthoctesia, Lophocoronina, Neopseustina, Exoporia ed Heteroneura, con 40 superfamiglie, 130 famiglie, 15.539 generi e 157.237 specie.

Sono farfalle di piccole dimensioni, con ali omoneure provviste di microtrichi. Nell'apparato boccale sono presenti sia le mandibole sia una corta spiritromba. La femmina presenta un'unica apertura genitale. Le larve sono apode, la pupa dectica.
Comprendono unicamente la superfamiglia Eriocranioidea, con 1 famiglia, 5 generi e 29 specie.

Farfalle si piccole dimensioni, con nervatura omoneura, e assenza di ocelli.
Taxon istituito nel 2002, comprendente la sola superfamiglia Acanthopteroctetoidea, con 1 famiglia, 2 generi e 6 specie.[3]

Sono farfalle di piccole dimensioni a volo notturno. Presentano sia le mandibole che la spiritromba, entrambe prive di muscolatura.
Comprendono unicamente la superfamiglia Lophocoronoidea, con 1 famiglia, 1 genere e 6 specie dell'Australia.

Comprende unicamente la superfamiglia Neopseustoidea, con 1 famiglia, 4 generi e 14 specie dell'Asia sudorientale e dell'America meridionale.

Triodia sylvina (Hepialidae)

Sono farfalle di dimensioni variabili. Le ali omoneure sono in genere ricche di microtrichi. La femmina presenta due aperture genitali, ma l'apparato copulatore ha caratteristiche intermedie tra i Monotrisi e i Ditrisi. La pupa è adectica e obtecta.
Comprendono le superfamiglie Hepialoidea e Mnesarchaeoidea, con 6 famiglie, 70 generi e 636 specie.

Comprendono oltre il 99% di tutte le specie di Lepidotteri. Le ali sono eteroneure, cioè nell'ala posteriore il sistema delle nervature è ridotto e nettamente diverso da quello delle ali anteriori. Nell'apparato boccale mancano le mandibole. La pupa è adectica e obtecta. Si distinguono 4 divisioni, 34 superfamiglie, 120 famiglie, 15.457 generi e 156.547 specie.

Elenco delle famiglie riconosciute

Attacus atlas (Saturniidae) con i suoi 30 cm di apertura alare è una delle specie più grandi del mondo.
Famiglia Inclusa a volte in
Acanthopteroctetidae Davis, 1978  
Acrolepiidae Heinemann, 1870 Plutellidae o Yponomeutidae
Acrolophidae Tineidae
Adelidae Bruand, 1851  
Agathiphagidae Kristensen, 1967  
Agonoxenidae Meyrick, 1926 Elastichidae o Coleophoridae
Aididae Megalopygidae
Alucitidae Leach, 1815  
Anomoeotidae  
Anomosetidae  
Anthelidae Turner, 1904 Bombycidae
Apatelodidae Neumoegen & Dyar, 1894  
Arrhenophanidae  
Axiidae Rebel, 1919 Noctuidae
Batrachedridae Heinemann & Wocke, 1876 Coleophoridae o Mompidae o Cosmopterigidae
Bedelliidae Meyrick, 1880 Lyonetiidae
Blastobasidae Meyrick, 1894 Coleophoridae
Bombycidae Latreille, 1802  
Brachodidae Heppner, 1979 Glyphipterigidae
Brahmaeidae Swinhoe, 1892  
Bucculatricidae Wallengren, 1881  
Callidulidae  
Carposinidae Walsigham, 1897  
Carthaeidae  
Castniidae  
Cecidosidae Incurvariidae
Choreutidae Stainton, 1854 Glyphipterigidae
Coleophoridae Hubner, 1825  
Copromorphidae  
Cosmopterigidae Heinemann & Wocke, 1876  
Cossidae Leach, 1815  
Crambidae Latreille, 1810 Pyralidae
Crinopterygidae Spuler, 1898  
Cyclotornidae  
Dalceridae  
Doidae Erebidae
Douglasiidae Heinemann & Wocke, 1876  
Drepanidae Boisduval, 1828  
Dudgeoneidae  
Elachistidae Bruand, 1851  
Endromidae Meyrick, 1895  
Epermeniidae Spuler, 1910  
Epicopeiidae  
Epipyropidae Dyar, 1903  
Eriocottidae Spuler, 1898 Incurvariidae
Eriocraniidae Tutt, 1899  
Ethmiidae Busck, 1909 Elachistidae
Eupterotidae  
Galacticidae Plutellidae
Gelechiidae Stainton, 1854  
Geometridae Stephens, 1829  
Glyphipterigidae Stainton, 1854  
Gracillariidae Stainton, 1854  
Hedylidae Geometridae
Heliodinidae Heinemann & Wocke, 1876  
Heliozelidae Heineman & Wocke, 1877  
Hepialidae Stephens, 1829  
Hesperiidae Latreille, 1809  
Heterobathmiidae Micropterigidae
Heterogynidae Schaffer, 1846  
Himantopteridae  
Holcopogonidae Gozmany, 1967 Autostichidae
Hyblaeidae  
Immidae Heppner, 1977 Glyphipterigidae
Incurvariidae Spuler, 1898  
Lacturidae Yponomeutidae
Lasiocampidae Harris, 1841  
Lecithoceridae Le Marchand, 1947 Gelechiidae
Lemoniidae Dyar, 1896  
Limacodidae Duponchet, 1845  
Lophocoronidae Common, 1973  
Lycaenidae Leach, 1815  
Lyonetiidae Stainton, 1854  
Lypusidae Tineidae o Psychidae o Yponomeutidae
Megalopygidae  
Metachandidae Meyrick, 1911 Oecophoridae or Gelechiidae
Micropterigidae Schaffer, 1855  
Mimallonidae  
Mirinidae Bombycidae
Mnesarchaeidae  
Momphidae Schaffer, 1857 Coleophoridae
Neopseustidae  
Neotheoridae Kristensen, 1978.  
Nepticulidae Stainton, 1854  
Noctuidae Latreille, 1809  
Nolidae Hampson, 1894 Noctuidae
Notodontidae Stephens, 1829  
Nymphalidae Swainson, 1827  
Oecophoridae Bruand, 1851  
Oenosandridae Notodontidae (Thaumatopoeidae)
Opostegidae Meyrick, 1893  
Palaeosetidae  
Palaephatidae Tineidae
Pantheidae Noctuidae
Papilionidae Latreille, 1802  
Pieridae Duponchel, 1835  
Plutellidae Guenee, 1845 Yponomeutidae
Prodoxidae Riley, 1881  
Prototheoridae  
Psychidae Boisduval, 1828  
Pterolonchidae Meyrick, 1918 Coleophoridae
Pterophoridae Zeller, 1841  
Pyralidae Latreille, 1802  
Riodinidae Lycaenidae
Roeslerstammiidae Bruand, 1850  
Saturniidae Boisduval, 1837  
Schreckensteiniidae Fletcher, 1929  
Scythrididae Rebel, 1901  
Sematuridae  
Sesiidae Boisduval, 1828  
Simaethistidae Pyralidae
Somabrachyidae Hampson, 1920 Megalopygidae
Sphingidae Latreille, 1802  
Symmocidae Gozmany, 1957 Autostichidae
Thyrididae Schaffer, 1846  
Tineidae Latreille, 1810  
Tineodidae Meyrick, 1885  
Tischeriidae Spuler, 1898  
Tortricidae Latreille, 1802  
Uraniidae Blanchard, 1845| 
Urodidae  
Whalleyanidae Thyrididae
Yponomeutidae Stephens, 1829  
Ypsolophidae Guenee, 1845 Yponomeutidae
Zygaenidae Latreille, 1809  

Filogenesi

Tradizionalmente il sister group dei Lepidotteri è considerato essere quello dei Tricotteri, in base alla presenza di molti caratteri sinapomorfici; questi due ordini (raggruppati nel superordine Amphiesmenoptera da Willi Henning, ora incluso nei Panorpida) si sono evoluti molto probabilmente al limite tra Giurassico e Cretaceo, separandosi da un’ordine ora estinto, Necrotaulidae. [4]

Micropterigidae, Agathiphagidae e Heterobathmiidae sono gli ordini più antichi e basali dei Lepidotteri in quanto sono privi di spiritromba e hanno mandibole adattate a una speciale dieta di foglie, funghi, polline e semi o pigne. [5] Esse sono presenti anche nella pupa per aiutarsi ad emergere dai semi dove completano la metamorfosi.

Eriocraniidae evolvono la spiritromba ma mantengono le mandibole allo stadio pupale (non funzionali nell’adulto)[5], infatti si nutrono di foglie (leaf miners) anche allo stadio larvale.

Successivamente a metà Cretaceo, l’innovazione portata dalla famiglia Dytrisia (ovvero un doppio dotto riproduttivo femminile –uno per l’accoppiamento e l’altro per la deposizione delle uova) ha portato a una rapida espansione e alla comparsa delle sottofamiglie più ancestrali Gracillarioidea, Gelechioidea e Tinoidea, che hanno ancora una dieta fitosaprofaga interna (miners) oppure hanno sviluppato astucci allo stadio larvale[4].

Yponomeutoidea è il primo gruppo ad avere un tipo di alimentazione esterna su piante erbacee e quindi si crede che l’evoluzione di questa famiglia (insieme a quella di alcuni specie di altri gruppi di farfalle) sia un caso di coevoluzione o evoluzione sequenziale tra farfalle e piante Angiosperme, che hanno avuto proprio nel Cretaceo una fortissima radiazione.

La maggior parte delle specie (circa 60%) di farfalle e falene (e soprattutto quelle più conosciute) fanno parte del gruppo dei Macrolepidotteri, caratterizzati da dimensioni maggiori e una migliorata capacità di volo. Una curiosità di questo gruppo è l’evoluzione del timpano, che è avvenuta molte volte (molto probabilmente otto) in diversi lineages, infatti compare in diverse parti del corpo con strutture diverse. Dei Macrolepidotteri fanno parte Noctuoidea, Rhopalocera, Geometroidea, Mimallonoidea, Bombycoidea e Lasiocampidae (questi ultimi tre hanno un buon supporto di monofilia), mentre si ritiene che Rhopalocera si siano evoluti più recentemente su base di evidenze fossili – il più antico di questo gruppo risale a 56 Ma. [4]

Recenti analisi molecolari [6] supportano largamente la filogenesi tradizionalmente inferita sulla base alle di osservazioni morfologiche per quanto riguarda gli ordini più basali, mentre non risolvono completamente i conflitti sulla monofilia di alcuni clade più annidati, come Tinoidea; in generale, comunque, si tende a confermare una forte diversificazione tra i gruppi cosiddetti non-apoditrisiani del sottordine Ditrysia. Addentrandosi più nel dettaglio della superfamiglia Apoditrysia si incontrano ostacoli maggiori nel determianre la filogenesi interna a questo gruppo.

Inoltre all’interno del clade Ditrysia è più difficile ricostruire le relazioni tra e all’interno delle sottofamiglie; Regier et al. [7] hanno proposto una filogenesi basata su analisi molecolari geniche (Maximum Likelihood) mostrando un'ampia concordanza con le precedenti ipotesi morfologiche sulla filogenesi dei Ditrysia, sebbene alcune relazioni tra superfamiglie restano debolmente supportate, come quelle tra i Macrolepidotteri. Per contro, forniscono le prime prove molecolari forti sull'esistenza dei clade Pyraloidea, Tortricoidea, Geometroidea e Nosctuoidea.

Template:Filogenesi dei Lepidotteri

Lepidoptera
.
.
Glossata
Myoglossata
.
.
Ditrysia
.
.
.
.

Apoditrysia

.

Galechioidea

.

Yponomeutoidea

.

Gracillarioidea

.

Tineoidea

Monotrysia
.

Incurvarioidea

.
.

Palaephatoidea

.
.

Nepticuloidea

.

Tischerioidea

Exoporia
.

Hepialoidea

.

Mnesarchaeoidea

.

Neopseustina

.

Dacnonypha

.

Heterobathimiinea

.

Aglossata

.

Zeugloptera

.

Trichoptera

[8]

Note

  1. ^ (EN) Nieukerken, E. J. van, Kaila, L., Kitching, I. J., Kristensen, N. P., Lees, D. C., Minet, J., Mitter, C., Mutanen, M., Regier, J. C., Simonsen, T. J., Wahlberg, N., Yen, S.-H., Zahiri, R., Adamski, D., Baixeras, J., Bartsch, D., Bengtsson, B. Å., Brown, J. W., Bucheli, S. R., Davis, D. R., De Prins, J., De Prins, W., Epstein, M. E., Gentili-Poole, P., Gielis, C., Hättenschwiler, P., Hausmann, A., Holloway, J. D., Kallies, A., Karsholt, O., Kawahara, A. Y., Koster, S. (J. C.), Kozlov, M. V., Lafontaine, J. D., Lamas, G., Landry, J.-F., Lee, S., Nuss, M., Park, K.-T., Penz, C., Rota, J., Schintlmeister, A., Schmidt, B. C., Sohn, J.-C., Solis, M. A., Tarmann, G. M., Warren, A. D., Weller, S., Yakovlev, R. V., Zolotuhin, V. V., Zwick, A., Order Lepidoptera Linnaeus, 1758. In: Zhang, Z.-Q. (Ed.) Animal biodiversity: An outline of higher-level classification and survey of taxonomic richness (PDF), in Zootaxa, vol. 3148, Auckland, Nuova Zelanda, Magnolia Press, 23 dicembre 2011, pp. 212–221, ISSN 1175-5334 (WC · ACNP), OCLC 70871314. URL consultato l'11 dicembre 2014.
  2. ^ (EN) Kristensen, N. P. & Skalski, A. W., Phylogeny and Palaeontology, in Kristensen, N. P. (Ed.) - Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, Kükenthal, W. (Ed.), Fischer, M. (Scientific Ed.), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, ristampa 2013, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. 7 - 26, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917. URL consultato il 16 dicembre 2014.
  3. ^ (EN) Mey, W., New and little known species of Lepidoptera of southwestern Africa (PDF), in Basic pattern of Lepidoptera diversity in southwestern Africa, collana Esperiana Memoir, vol. 6, Schwanfeld, dicembre 2011, pp. 7-314 (40 tafn.), ISBN 978-3-938249-02-4, LCCN 2012495792, OCLC 794007184. URL consultato l'11 dicembre 2014.
  4. ^ a b c Grimaldi, D. and Engel, M. S., Evolution of the Insects, Cambridge University Press, 2005, ISBN 0-521-82149-5.
  5. ^ a b Scoble, Malcolm J., "2". The Lepidoptera: Form, Function and Diversity (1 ed.), Oxford University Press, 1995, pp. 4,5, ISBN 0-19-854952-0.
  6. ^ Jerome C. Regier, Charles Mitter e Andreas Zwick, A Large-Scale, Higher-Level, Molecular Phylogenetic Study of the Insect Order Lepidoptera (Moths and Butterflies), in PLoS ONE, vol. 8, n. 3, 12 marzo 2013, pp. e58568, DOI:10.1371/journal.pone.0058568. URL consultato il 12 agosto 2015.
  7. ^ (EN) Jerome C. Regier, Andreas Zwick e Michael P. Cummings, Toward reconstructing the evolution of advanced moths and butterflies (Lepidoptera: Ditrysia): an initial molecular study, in BMC Evolutionary Biology, vol. 9, n. 1, 2 dicembre 2009, pp. 280, DOI:10.1186/1471-2148-9-280. URL consultato il 12 agosto 2015.
  8. ^ Bugboy52 40, Jerry A. Powell, Conrad Labandeira, English: A chart showing the phylogenic hypothesis of all major lepidopteran lineages superimposed on the geologic time scale. The dotes denote fossil occurrences, though only the first Trichoptera fossil is recorded, with many fossils in the cenozoic period omitted work is derived from Resh, Vincent H.; Ring T. Carde (July 1, 2009) Encyclopedia of Insects (2nd ed.), U.S.A.: Academic Press ISBN: 0123741440. , which is an updated version from Labandeira, Conrad C., Dilcher, D. L., Davis, Donald R. and Wagner, D. L. 1994. Ninety-seven million years of angiosperm-insect association: paleobiological insights into the meaning of coevolution, Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, 91(25):12278-12282, pg 12281., 1º gennaio 2011. URL consultato il 12 agosto 2015.

Bibliografia

Voci correlate

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