Utente:Robyminnu/Sandbox/Bruno Recchioni

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Bruno Recchioni
File:Bruno recchioni
Bruno Recchioni
NascitaNapoli, 15 ottobre 1920
MorteCelafonia (Grecia), 22 settembre 1943 (22)
Cause della morteFucilato per rappresaglia
Luogo di sepolturaBasilica di Santa Chiara (Napoli)
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
Reparto33^ Divisione Fanteria "Acqui"
Anni di servizio1940 - 1943
GradoCapitano
GuerreSeconda guerra mondiale
Decorazioni Medaglia d'oro al valor militare
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Bruno Recchioni (Fermo, 15 ottobre 1920Agrsotili-Isola di Cefalonia (Grecia), 23 settembre 1945) è stato un caporale dell'Esercito Italiano, insignito di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria per essersi sacrificato il 23 settembre 1943 per salvare un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe tedesche nel corso della seconda guerra mondiale[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini e formazione[modifica | modifica wikitesto]

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L'arruolamento nell'Arma dei Carabinieri[modifica | modifica wikitesto]

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I rastrellamenti tedeschi e la fucilazione[modifica | modifica wikitesto]

Lorem ipsum minaccia.

Le testimonianze sulla morte[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la testimonianza di Angelo Amadio:

«all'ultimo momento, però, contro ogni nostra aspettativa, fummo tutti rilasciati eccetto il vicebrigadiere D'Acquisto. ... Ci eravamo già rassegnati al nostro destino, quando il sottufficiale parlamentò con un ufficiale tedesco a mezzo dell'interprete. Cosa disse il D'Acquisto all'ufficiale in parola non c'è dato di conoscere. Sta di fatto che dopo poco fummo tutti rilasciati: io fui l'ultimo ad allontanarmi da detta località.»

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D'Acquisto fu fucilato all'età di nemmeno 23 anni. Le sue spoglie sono conservate nella prima cappella sulla sinistra, adiacente all'ingresso, della Basilica di Santa Chiara di Napoli.

La pagina di Uberto[modifica | modifica wikitesto]

Se non siete tifosi della Fermana, o non avete mai visto lo stadio “Bruno Recchioni” di Fermo, non potrete mai capire ciò che rappresenta la “tana” della squadra gialloblù e dei suoi impagabili tifosi. Costruito nei primi anni trenta (nel pieno del ventennio fascista) su progetto dell’Ingegner Perugini, dicono che all’epoca, chi lo visitasse, avesse avuto poi la sensazione di trovarsi in America. Lindo, con quella tribuna “a visiera” e con quelle gradinate ripide che non ostruivano la visuale in nessun caso, era considerato struttura futuristica. Forse questo vi sembrerà esagerato, ma se considerate che, sino a quel punto, il pubblico fermano era solito applaudire la sua squadra nel pionieristico “Campo di Marte” beh, allora vi accorgerete che la definizione di cui sopra non strideva per nulla. Inizialmente e genericamente, venne chiamato “Campo Sportivo del Littorio”. Successivamente intitolato a “Sandro Mussolini” è dal 1946 dedicato all’ ex calciatore fermano ed ufficiale dell’esercito Bruno Recchioni, martire di Cefalonia. I vecchi spogliatoi, l’attuale Tribuna Vip, le mura di cinta, insomma la parte antica del nostro stadio, quella sfuggita a ben quattro ristrutturazioni o interventi sostanziali (i famosi “tre scalini” realizzati dopo la prima promozione in C2; le Tribune Laterali in cemento armato dopo la seconda; le coperture di queste dopo quella in C1 ed il definitivo restyling per la Serie B), trasuda storia da tutti i mattoni.

Se queste componenti avessero il dono della parola infatti, ci racconterebbero di tiratissimi derby ed epiche sfide, di tranelli e compromessi, di esaltanti vittorie (molte) e cocenti sconfitte (poche). Lì le memorie hanno la loro casa e tutto ha un tocco di magìa. Chi è abbastanza anziano, ricorderà l’enorme “funerale” che seguì quel celeberrimo Fermana-Ternana o l’invasione di campo durante quel Fermana-Gubbio (con tanto di arbitro costretto a riparare frettolosamente negli spogliatoi), così come i più giovani conserveranno a lungo nelle loro menti le pagine più belle della storia gialloblù: le vittorie nei derby con l’Ascoli e la conseguente vittoria del Campionato di C1 e le, magari platoniche, ma esaltanti affermazioni ottenute ai danni di Atalanta, Genoa, Napoli, Ternana e Cesena in cadetteria. In occasione delle gare interne, il comunale fermano ti coinvolge, ti rende partecipe, ti abbraccia caricandoti sulla sua magica nebulosa, ubriacando e trasformando ogni categoria di persone. Giocarci è il sogno di ogni fermano e per coloro che, figli della nostra città, hanno avuto modo di realizzarci anche una sola rete, ciò ha rappresentato un ricordo in più da conservare e tramandare ai posteri. Oggi il “Bruno” è spesso un catino bollente ed il clima che si respira al suo interno, soprattutto in occasione dei derby, è infuocato.

Novemilacinquecento posti, 105 mt di lunghezza per 68 di larghezza. Soprannome : “la tana”. Un piccolo “Ali Sami Yen”, insomma. Il suo popolo fa capo ai ragazzi delle “Brigate Gialloblù 1974” (che occupano la “Curva Duomo”) ed ai rappresentanti dei 21 clubs sparsi su tutto il territorio fermano, distribuiti sulle tribune laterali coperte. Ma bandiere e coreografie, quando vengono organizzate (un consiglio: non perdetevele, sono mozzafiato), non hanno settori e coinvolgono tutti. L’urlo di battaglia è l’oramai noto “jò” (suono onomatopeico che sta a significare giù, darci dentro, affondare il colpo) ed essendo i tifosi sugli spalti a pochi metri dai giocatori, il rumore prodotto da questi è assordante. Il catino fermano sorge all’interno della “noblie” Contrada Fiorenza (a Fermo una delle dieci), da sempre “covo” dei tifosi più critici ed esigenti. Qui la Fermana ha costruito le sue vittorie e da qui nessuno mai potrà allontanarla!

LE ORIGINI[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la Seconda Guerra Mondiale lo stadio fu dedicato alla memoria del giovane fermano Bruno Recchioni (foto), ex mediano della Unione Sportiva Fermana, capitano di fanteria, che morì il 22 settembre 1943 nell’isola di Cefalonia (Grecia) assieme ad altri cinquemila italiani uccisi dai tedeschi perché si rifiutarono di consegnare le armi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.

Uberto Frenquellucci

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

La torre di Palidoro e la lapide a Salvo d'Acquisto

Di fronte alla torre di Palidoro sul luogo della fucilazione, adesso compreso nella riserva naturale Litorale romano è stata eretta una lapide[2]. L'accesso all'area non è libero, ma è consentito solo durante le visite guidate gratuite alla riserva naturale, organizzate dal dipartimento politiche ambientali e agricole del Comune di Roma[3], o durante le cerimonie militari rievocative.

A Salvo D'Acquisto sono intitolate varie caserme dell'Arma dei Carabinieri. Tra queste:

  • la caserma Salvo D'Acquisto di Roma, Tor di Quinto, sede del C.N.S.R. (Centro nazionale di selezione e reclutamento) dell'Arma dei Carabinieri, del Comando delle unità mobili e specializzate carabinieri "Palidoro" nonché del 4º Reggimento carabinieri a cavallo (quest'ultimo inquadrato nella I Brigata Mobile).
  • la Scuola allievi marescialli e brigadieri carabinieri di Velletri;
  • le caserme che ospitano la legione Carabinieri di Napoli e i comandi provinciali di La Spezia e Siena.
  • Sono intitolati a Salvo D'Acquisto Istituti comprensivi statali a Follo (SP), Parma, Lonate Ceppino (VA), Taccona di Muggiò (MB), Monza, Messina, San Salvo (CH), Cerveteri (RM), Napoli, Prati di Vezzano Ligure (SP).
  • Sono intitolate a Salvo D'Acquisto Scuole secondarie di primo grado statali a Roma, Bologna, Cesano Maderno (MB), Paina di Giussano (MB), San Giovanni Incarico (FR). Mestre (VE), Grotte S. Stefano (VT).
  • Sono intitolate a Salvo D'Acquisto Scuole primarie statali a Tortona (AL), Roma, Asti, Grugliasco (TO), Camerino (MC), Roccasecca Stazione (FR), Macerata, Nettuno (RM), Tavola (PO), Oggiono (LC), Massa, Grotte S. Stefano (VT), San Donato Milanese (MI), Quero (BL), Frattamaggiore (NA), Pioltello (MI), Orzinuovi (BS),Pontoglio (BS), Ospedaletto Lodigiano (LO), Padova.
  • Sono intitolate a Salvo D'Acquisto Scuole dell'infanzia statali a Roma, Nettuno (RM), Rivoli (TO), Racconigi (CN), Collegno (TO), Mariano Comense (CO), Galeata (FC), Frattamaggiore (NA).
  • è intitolata una corsa podistica di 10 km che si svolge regolarmente nella città di Palermo nel periodo autunnale
  • Il 7 novembre 2015 è stata intitolata a Salvo D'Acquisto la Caserma della Stazione Carabineri di Giove (TR).

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Esempio luminoso d'altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme a 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così — da solo — impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell'Arma.»
— Torre di Palidoro (Roma), 23 settembre 1943

Nell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Il gesto di Salvo D'Acquisto ha ispirato diverse opere tra cui:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Convegno su "La figura del Servo di Dio Salvo D'Acquisto, Vice Brigadiere dei Carabinieri", su carabinieri.it, Arma dei Carabinieri, 14 febbraio 2005.
  2. ^ Alessandro Portelli, Myth and Morality in the History of the Italian Resistance: the Hero of Palidoro, in History Workshop Journal, vol. 74, n. 1, 2012.
  3. ^ CEA Visite Guidate, su riservalitoraleromano.it. URL consultato il 18 marzo 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luciano Burburan, "Salvo D'Acquisto. Quel pomeriggio a Palidoro", Ed. Città Nuova, 1984.
  • Rita Pomponio, "Salvo D'Acquisto. Il martire in divisa", Ed. San Paolo, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Categoria:Carabinieri Categoria:Carabinieri nella Resistenza italiana Categoria:Medaglie d'oro al valor militare