Turismo in Sardegna: differenze tra le versioni

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== Le province storiche della Sardegna ==
== Le regioni storiche della Sardegna ==
Per estensione la Sardegna è la terza regione italiana e la seconda isola del [[mar Mediterraneo]]. Per la varietà dei suoi [[Ecosistema|ecosistemi]] è considerata come un micro-continente costituito da un alternarsi di [[Montagna|paesaggi montuosi]] e di [[Foresta|foreste]], di zone completamente disabitate, di [[Laguna|lagune]], di [[Fiume|corsi d'acqua]] tumultuosi, di lunghissime [[Spiaggia|spiagge]] sabbiose e di [[Falesia|falesie]] a strapiombo sul mare. L'Isola è poi suddivisa in regioni ricche di storia e di tradizioni, differenti tra loro talvolta anche per lingua<ref>[http://www.regione.sardegna.it/documenti/17_151_20090615132812.pdf Alcune principali regioni storiche in questo documento]</ref>. Ecco quelle più turisticamente conosciute:
Per estensione la Sardegna è la terza regione italiana e la seconda isola del [[mar Mediterraneo]]. Per la varietà dei suoi [[Ecosistema|ecosistemi]] è considerata come un micro-continente costituito da un alternarsi di [[Montagna|paesaggi montuosi]] e di [[Foresta|foreste]], di zone completamente disabitate, di [[Laguna|lagune]], di [[Fiume|corsi d'acqua]] tumultuosi, di lunghissime [[Spiaggia|spiagge]] sabbiose e di [[Falesia|falesie]] a strapiombo sul mare. L'Isola è poi suddivisa in regioni ricche di storia e di tradizioni, differenti tra loro talvolta anche per lingua<ref>[http://www.regione.sardegna.it/documenti/17_151_20090615132812.pdf Alcune principali regioni storiche in questo documento]</ref>. Ecco quelle più turisticamente conosciute:



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Palau - Capo d'Orso. La sua sagoma appare anche in lontananza ed è nota sin dall'antichità: è menzionata sia nell'Odissea che dal geografo alessandrino Claudio Tolomeo.

Il moderno turismo in Sardegna ebbe inizio nel 1948 quando furono avviati i primi investimenti ed i primi piani di sviluppo in concomitanza con l'acquisizione dello status di regione autonoma e con la sconfitta definitiva della malaria lungo le coste. Le prime promozioni e realizzazioni infrastrutturali furono attuate attraverso l'Ente sardo industrie turistiche (ESIT) che promosse e finanziò la costruzione di alcuni alberghi fra cui l'hotel Miramar di Alghero (1953). La prima scossa turistica si sviluppò a cavallo tra gli anni '50 e '60, soprattutto ad Alghero e nella sua Riviera del Corallo.

Ma il decollo dell'industria turistica si realizzò a partire dai primi anni sessanta allorché fu fondata dal principe ismailita Āgā Khān la Costa Smeralda con il luogo di elezione Porto Cervo, nel comune di Arzachena, che divenne il simbolo del turismo isolano. Per la realizzazione dei vari insediamenti contribuirono diversi architetti di grande fama come Luigi Vietti, Michele Busiri Vici e Jacques Couelle. Alla nascita di Porto Cervo ben presto seguirono Porto Rotondo, Romazzino, Cala di Volpe, Porto Raphael. Mentre la Costa Smeralda si affermava sempre di più tra il jet set internazionale, in molti comuni costieri dell'Isola ebbe inizio la corsa alla costruzione di insediamenti turistici.

A questa iniziativa seguirono una miriade di altri insediamenti, con un'offerta turistica simile, quali Baja Sardinia, Liscia di Vacca, per citarne alcuni nelle vicinanze, ma anche nel resto della Sardegna il settore si sviluppò in maniera esponenziale, fino a divenire uno dei settori principali delle attività economiche dell'Isola. Tuttavia dagli anni settanta in poi, a seguito del consistente incremento del valore delle aree, si è avuto un eccessivo sfruttamento delle coste con miriadi di nuove costruzioni (cementificazione), principalmente seconde case, molto spesso di scarsa qualità, fino a porre in serio rischio gli equilibri del sistema naturale[senza fonte].

A causa di questo, dall'inizio degli anni novanta diversi governi regionali hanno cercato di predisporre un piano paesaggistico. Tale piano è ancora oggetto di polemiche e di continui tentativi di sostanziali modifiche[senza fonte]. In questi ultimi anni l'offerta turistica si è modificata, orientandosi verso la diversificazione e la destagionalizzazione[1]: non solo mare e spiagge, ma anche nuove proposte come l'archeologia, l'arte e la cultura, il turismo congressuale, il turismo equestre[2], l'escursionismo[3], l'osservazione degli uccelli, il golf, la vela[4], il turismo subacqueo[5], il free climbing[6], con un conseguente incremento di agriturismi e Bed & Breakfast. In anni recenti, un supporto importante al settore è stato garantito dai numerosi voli low cost che collegano l'Isola a diverse città europee.

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Riviera del Corallo. L'isola Foradada vista dal belvedere di capo Caccia.
Veduta di Porto Cervo

Le regioni storiche della Sardegna

Per estensione la Sardegna è la terza regione italiana e la seconda isola del mar Mediterraneo. Per la varietà dei suoi ecosistemi è considerata come un micro-continente costituito da un alternarsi di paesaggi montuosi e di foreste, di zone completamente disabitate, di lagune, di corsi d'acqua tumultuosi, di lunghissime spiagge sabbiose e di falesie a strapiombo sul mare. L'Isola è poi suddivisa in regioni ricche di storia e di tradizioni, differenti tra loro talvolta anche per lingua[7]. Ecco quelle più turisticamente conosciute:

Fonni e il monte Spada innevato

Il Mandrolisai, Goceano, Quattro Barbagie

Il Mandrolisai e le quattro Barbagie (di Ollolai, di Belvì, di Seulo e di Nuoro) sono le regioni che rappresentano il cuore della Sardegna ed anche le più selvagge; ruotano intorno al massiccio del Gennargentu ed all'altopiano del Supramonte, una catena di montagne di granito, di scisto e di calcare che dalle zone più interne dell'Isola, raggiunge la costa orientale per cadere poi a strapiombo sul mare tra Dorgali e Baunei[8]. Il Supramonte si estende per circa 33.000 ettari interessando i territori comunali di Orgosolo, Dorgali, Urzulei, Oliena e Baunei. Vi si trovano alcune località ancora oggi tra le più inaccessibili della Sardegna come la dolina de Su Suercone (Orgosolo), il canyon di Su Gorroppu (Orgòsolo - Urzulèi) e soprattutto la foresta Sas Baddes (Orgòsolo), uno degli ultimi esempi rimasti in Europa di lecceta primaria ancora incontaminata. La Barbagia conserva un ricco e prezioso patrimonio archeologico, di cui i nuraghi sono solo l'aspetto più appariscente perché dolmen, pozzi sacri, menhir e necropoli, sono disseminati ovunque tra i boschi e le gole di calcare.

L'Ogliastra

Ogliastra, Supramonte, Quirra e Gerrei

Ulassai, cascata di Lequarci

Dal blu del Mediterraneo ai rocciai dominati dalle aquile e dai mufloni del Supramonte, fino alle foreste secolari di lecci, ai canyon tra altopiani calcarei, ai nuraghi costruiti su dirupi, si arriva all'Ogliastra[9], il cui nome sembra derivare da ozzastru (nome in lingua sarda dell'olivastro selvatico), l'albero emblema della Sardegna che spesso raggiunge dimensioni eccezionali, ed alcuni esemplari sono tra gli alberi più vecchi d' Italia. Altri lo accomunano all'Agugliastra, la celebre guglia di calcare che sorge a picco sul mare, molto apprezzata dagli appassionati di arrampicata libera. La caratteristica più evidente del paesaggio ogliastrino sono i "tacchi"[10], altopiani calcarei delimitati da pareti verticali inaccessibili e ricoperti da fitte foreste, tra questi Perda Liana e il Texile, le grotte di Su Marmuri, le imponenti cascate di Lequarci e di Lecorci, il grande canyon di "sa Tappara", tutto in territorio di Ulassai, sono tra i più famosi.

Villasimius

Il Cagliaritano, Trexenta, Marmilla, Sarcidano, Sarrabus

Cagliari è il capoluogo della Regione ed allo stesso tempo la più importante città dell'Isola. Ha origini molto antiche, fu fondata infatti dai Fenici ma su precedenti siti nuragici. Furono i Romani a lasciare molte testimonianze archeologiche, tra le quali il teatro, che poteva ospitare fino a 10.000 persone[11]. Numerosi stagni costieri circondano la città. Queste zone umide sono molto importanti per la riproduzione di uccelli acquatici come i fenicotteri rosa. Nel Sarrabus, le spiagge della Costa Rei si estendono ai piedi delle colline di Capo Ferrato, lunghissime e dalla sabbia molto bianca, sono di particolare bellezza e considerate tra le più belle in assoluto.[12]

Sulcis-Iglesiente

Iglesiente, Monreale, Sulcis

Dune di sabbia a Piscinas

La parte a sudovest della Sardegna è la regione del Sulcis e comprende anche le isole di San Pietro e di Sant'Antioco. È una terra molto antica e di grande interesse storico e paesaggistico. Le falesie di calcare di capo Teulada si sono originate 500 milioni di anni fa e sono considerate fra le rocce più antiche d'Europa. Nei pressi di Carbonia c'e la fortezza di Monte Sirai, testimonianza della colonizzazione punica della regione che interessò anche le isole sottostanti, dove sorgeva Sulci (VIII secolo a.C.) e dove nella zona archeologica, uno dei luoghi più interessanti è la necropoli con una miriade di Tophet. L'Iglesiente è stato un importante distretto minerario e le vecchie miniere abbandonate sono un esempio di architettura mineraria e di archeologia industriale. Un luogo suggestivo è il deserto di Piscinas dove dune di sabbia dorata penetrano per tre chilometri nell'entroterra formando un deserto in miniatura. Le dune sono attive e spostate dal vento si muovono verso l'interno. Ai limiti del deserto crescono ginepri contorti e la macchia mediterranea è abitata da numerosissimi animali tra cui il cervo sardo.

La Gallura

Gallura, Montacuto

La Gallura è un territorio che occupa tutta la parte nord-orientale della Sardegna. Vi si concentra gran parte del turismo isolano, ma vi sono anche zone completamente selvagge, come il vasto territorio dei Monti di Alà e di Buddusò, facilmente raggiungibili dalla costa[13]. Tutti i comuni costieri sono rinomate località turistiche mentre i comuni dell'interno sono ricchi di preziose testimonianze della civiltà nuragica, di dolmen, menhir e pozzi sacri, nonché di caratteristici borghi montani (come Aggius) o di scenari naturali tra i più suggestivi e di grande pregio con alberi millenari dalle enormi dimensioni come gli olivastri di Santu Baltolu a Luras[14]. È una regione montuosa, con poche zone pianeggianti (la piana di Olbia), dominata dalle forme levigate del granito e dal verde scuro della macchia mediterranea.

La provincia di Sassari

Algherese, Riviera del Corallo, Porto Torres, Golfo dell'Asinara, Romangia, Logudoro, Anglona, Meilogu

Spiaggia de La Pelosa

Alghero e la Riviera del Corallo, Porto Torres, l'Asinara, l'Argentiera, Stintino sono delle località ormai conosciute ovunque. Alghero, città a vocazione turistica, possiede numerose spiagge e un vasto e variegato patrimonio naturalistico con un centro storico che può essere considerato un museo in sé. Anche il territorio circostante è ricco di monumenti e musei, a testimonianza della sua storia millenaria. Il territorio algherese è conosciuto anche come Riviera del Corallo. Molto suggestive sono le coste intorno a capo Caccia e le sue grotte sommerse, la città fantasma dell'Argentiera e Porto Torres con l'isola dell'Asinara e il suo parco nazionale, le grandi vestigia romane dell'antica Turris Libisonis,innumerevoli siti archeologici dislocati per tutto il suo territorio nonché la maestosa basilica di San Gavino ex cattedrale dell'arcidiocesi turritana, da ricordare anche la bellissima spiaggia di Balai. Stintino con le sue meravigliose spiagge come la Pelosa e il caratteristico paesello.Castelsardo col suo castello e borgo medioevale e le suggestive spiagge di Lu Bagnu. E tanti altri luoghi d'interesse turistico come Sassari col suo centro storico e le spiagge di Platamona, Sedini e Tergu, Valledoria ecc. Nell'entroterra, oltre alle vestigia nuragiche e romane, si trova immersa nel paesaggio rurale l'antica basilica di Saccargia, costruita tra il XI ed il XII secolo in stile romanico-pisano.

L'Arborea

Sinis, Marghine, Montiferru, Planargia

Colonne corinzie a Tharros

Tharros fu fondata dai Fenici, ma su precedenti villaggi nuragici; fu abitata per 1900 anni prima di essere abbandonata. Le rovine del porto sono imponenti, ma solo una piccola parte della sua reale estensione è stata scavata. Nella penisola del Sinis si trovano spiagge sabbiose come quelle di Is Arutas e Mari Ermi. Oristano ebbe il periodo di maggior splendore tra l'anno 1100 e 1400, durante il Giudicato di Arborea. Dell'antica cinta muraria rimangono la torre di San Cristoforo e l'opposta Portixedda. Nel centro storico, con al centro la piazza Eleonora d'Arborea, si può visitare la cattedrale e le chiese di San Francesco e di Santa Chiara. Appena fuori Oristano si trova lo stagno di Cabras e la laguna di Mistras dove sostano a migliaia i cormorani e i fenicotteri, ma anche anatre, folaghe, aironi bianchi, polli sultani, cavalieri d'Italia.

Note

  1. ^ L'offerta turistica si è diversificata interessando anche l'interno dell'Isola, la sua arte, la sua cultura,[1]
  2. ^ Il turismo equestre
  3. ^ Anche speleologia, trekking, canoa e kayak, [2]
  4. ^ Lo sport della vela in Sardegna
  5. ^ Diving e snorkelling
  6. ^ In Sardegna le innumerevoli falesie calcaree e le pareti di granito sono mete ambite per gli appassionati della scalata liberaSardegna DigitalLibrary - Immagini - Sport
  7. ^ Alcune principali regioni storiche in questo documento
  8. ^ Itinerari sul Supramonte ogliastrino in questo documento
  9. ^ Notizie dell'Ogliastra in questo documento
  10. ^ I tacchi d'Ogliastra
  11. ^ Notizie su Cagliari in questo documento
  12. ^ Per la rivista specializzata Lonely Planet, tra le 10 spiagge più belle del Pianeta rientra quella di Costa Rei Spiagge? Ecco la top 10
  13. ^ Notizie e immagini sulla Gallura
  14. ^ In questo video-documentario si possono vedere gli olivastri millenari di Santu Baltolu a Luras,Sardegna DigitalLibrary - Video - Gallura di ponente, Luras

Bibliografia

  • Touring Club Italiano: Sardegna, Touring Editore 1984. ISBN 88-365-0023-4
  • Raffaele Paci, Stefano Usai: L'ultima spiaggia: turismo, economia e sostenibilità ambientale in Sardegna. CUEC 2002. ISBN 88-8467-065-9
  • Crenos (a cura di): Economia della Sardegna. Editoriasarda 2007. ISBN 88-8467-382-8
  • Brunella Brundu, Turismo e città minori in Sardegna. Alghero e Olbia tra innovazione e percezione, Milano, 2013 ISBN 978-88-204-5790-7