Lira italiana: differenze tra le versioni

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La convertibilità venne ripristinata nel [[1960]] grazie all'ammissione al [[Fondo Monetario Internazionale]], con una lira corrispondente a 0,00142 grammi d'oro o a 625 lire per [[dollaro]].
La convertibilità venne ripristinata nel [[1960]] grazie all'ammissione al [[Fondo Monetario Internazionale]], con una lira corrispondente a 0,00142 grammi d'oro o a 625 lire per [[dollaro]].


Nel marzo 1979 entra in vigore il [[Sistema monetario europeo]] (SME) e nasce l'[[Unità di conto europea|ECU]], vi partecipano le monete di Germania, Francia, Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo. La fluttuazione delle monete è limitata al 2,25% a eccezione della lira che beneficia della banda allargata al 6%. La lira rimane nello SME fino al 1992, quando una gravissima crisi finanziaria in Europa costringe la Sterlina e la Lira ad uscire dallo SME. La lira rientrerà nello SME il 25 novembre 1996, col cambio di 990 Lire per un Marco tedesco.
Nel marzo 1979 entra in vigore il [[Sistema monetario europeo]] (SME) e nasce l'[[Unità di conto europea|ECU]], vi partecipano le monete di Germania, Francia, Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo. La fluttuazione delle monete è limitata al 2,25% a eccezione della lira che beneficia della banda allargata al 6%. La lira rimane nello SME fino al 1992, quando due formidabili attacchi speculativi da parte di uno speculatore senza scrupoli, George Soros, costringono la Sterlina e la Lira ad uscire dallo SME. La lira rientrerà nello SME il 25 novembre 1996, col cambio di 990 Lire per un Marco tedesco.


Il [[1º gennaio]] [[1999]] entrò in vigore l'[[euro]], il cui tasso di cambio irrevocabile con la lira era stato fissato il giorno precedente. Da quel momento la lira rimase in vigore solo come ''espressione non decimale dell'euro'', anche se monete e banconote continuavano ad essere denominate in lire. Per tutte le forme di pagamento "non-fisiche" (trasferimenti elettronici, titoli, ecc.), invece, da quella data si adottò solo l'euro. Il [[1999]] fu anche l'ultimo anno in cui la [[Zecca (moneta)|zecca]] coniò ed emise le monete per la comune circolazione denominate in lire.
Il [[1º gennaio]] [[1999]] entrò in vigore l'[[euro]], il cui tasso di cambio irrevocabile con la lira era stato fissato il giorno precedente. Da quel momento la lira rimase in vigore solo come ''espressione non decimale dell'euro'', anche se monete e banconote continuavano ad essere denominate in lire. Per tutte le forme di pagamento "non-fisiche" (trasferimenti elettronici, titoli, ecc.), invece, da quella data si adottò solo l'euro. Il [[1999]] fu anche l'ultimo anno in cui la [[Zecca (moneta)|zecca]] coniò ed emise le monete per la comune circolazione denominate in lire.

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Lira italiana
fuori corso
Nome localeLira italiana
100 lire (fronte)
100 lire (retro)
Codice ISO 4217ITL
StatiItalia,
San Marino,
Città del Vaticano
Simbolo
oppure L. / Lit.
Frazioni1, 2, 5, 10, 20, 25, 50 centesimi
fino alla Seconda guerra mondiale
Monete1, 2, 5, 10, 20 fino agli anni ottanta
50, 100, 200, 500, 1000
Banconote0,5, 1, 2, 5, 10, 20, 25, 40, 50, 100, 200, 250, 500, 20.000
ultima serie:
1.000, 2.000, 5.000, 10.000,
50.000, 100.000, 500.000
Entità emittentePer le banconote: Banca Nazionale degli Stati Sardi, Banca Nazionale del Regno d'Italia, Banca Romana, Banca Toscana di Credito, Banca Nazionale Toscana fino al 1893; Banco di Napoli, Banco di Sicilia fino al 1926; Banca d'Italia[1] dal 1893. Per le monete lo Stato italiano
Periodo di circolazione24 agosto 1862 - 28 febbraio 2002
Sostituita daEuro dal 1º gennaio 1999[2]
Tasso di cambio1 EUR = 1936,27 ITL
(31 dicembre 1998)
Lista valute ISO 4217 - Progetto Numismatica

La lira è stata, prima dell'introduzione dell'euro, la valuta ufficiale d'Italia. Viene rappresentata premettendo all'importo il simbolo ₤ o dalle sigle L. o Lit (per Lira italiana).

Cenni storici

Lo stesso argomento in dettaglio: Monetazione carolingia e Lira (moneta).

In seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente e alle conseguenze politico-militari che ne conseguirono non solo per gran parte del bacino mediterraneo, le attività commerciali subirono una brusca frenata, con la conseguente riduzione nella circolazione di monete.

Per i traffici più importanti si prese ad usare monete auree arabe e bizantine, mentre le transazioni minori videro l'affermazione della moneta argentea. Il risultante monometallismo argenteo venne definitivamente sancito dalla riforma monetaria attuata da Carlo Magno nei suoi vasti domini.

L'unica moneta coniata nei territori sotto giurisdizione carolingia fu il denaro, di cui venivano dati 240 esemplari per ogni libbra d'argento portata da privati alla zecca.

Multipli di conto del denaro erano: il soldo (pari a 12 denari) e la lira (pari a 20 soldi). Sia il soldo che la lira erano solo unità di conto, non avevano cioè un corrispettivo metallico.

Questo sistema monetario rimase in uso per secoli in gran parte dell'Europa, escluse alcune zone come l'Italia meridionale che non videro mai l'affermazione di questo sistema basato su lira-soldo-denaro.

Molte volte si cercò di coniare una moneta che avesse il valore nominale di 20 soldi o di 240 denari (ossia una libbra d'argento, una lira) ma questi tentativi hanno quasi sempre portato a non centrare l'obiettivo nel lungo periodo. Nel 1472 Venezia sotto il dogato di Nicolò Tron coniò un pezzo da 20 soldi (6,5 g a lega 948/1000), che fu chiamato Lira Tron.

Il duca Galeazzo Maria Sforza fece coniare nel 1474 a Milano una lira d'argento (9,8 g a lega 962/1000). Monete analoghe furono coniate a Genova sotto la dominazione milanese.

In seguito, poi, monete con questo nome si diffusero in molte città italiane (tra cui Firenze, Mantova e Bologna), anche se con riferimento a valori differenti per la libbra. Questi tipi di monete furono chiamati testoni, grossi o grossoni.

In Piemonte e in Savoia Emanuele Filiberto nel 1562 fece coniare anch'egli una "lira" (12,72 g a lega 895,83/1000).

Nel 1793 venne adottato il sistema decimale francese, con la suddivisione della lira in decimi e centesimi.

Come curiosità c'è da notare che mentre in Francia la nuova moneta, il franco, cacciava via la livre dell'Ancien Régime, in Italia il nome scelto per la nuova moneta fu lira; in ogni caso, le popolazioni dell'Italia nord-occidentale mantennero l'uso dialettale di chiamare "franch" la nuova moneta fino all'inizio del XXI secolo. In lingua sarda, allo stesso modo, la lira viene chiamata "francu" (pl. francos).

Breve storia della lira italiana

Lira
Vittorio Emanuele II: 1 lira del 1863
Repubblica Italiana: 1 lira del 1954
Repubblica Italiana: 1000 lire del 1997 (versione fallata: Germania divisa)

L'introduzione della lira italiana va fatta risalire, come per il tricolore, al periodo napoleonico. Infatti, il tricolore venne adottato dalla Repubblica Cispadana nella prima campagna d'Italia (17961797). La lira, invece, venne adottata alla seconda campagna d'Italia con la ricostituzione della Repubblica Cisalpina come Repubblica Italiana (gennaio 1802), trasformatasi poi nel Regno d'Italia (marzo 1805). Le prime emissioni dalle zecche di Milano, Bologna e Venezia si ebbero nel 1807, con monete da 40, 5 e 2 lire; l'anno successivo vennero coniate anche monete da 20 lire e da 1 lira, caratterizzata da un peso di 5 g ed un titolo d'argento di 900/1000. La lira napoleonica null'altro era se non la versione locale del franco francese, cui corrispondeva perfettamente per forma, peso e valore.

Dopo la fine del Regno d'Italia nel 1814, la lira rimase presente solo nel Ducato di Parma con l'introduzione della monetazione decimale da parte della duchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, che emise tagli delle monete da 1, 2, 5, 20 e 40 lire, e nel Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele I.

Nel 1861, con la riunificazione dell'Italia sotto i Savoia, la lira torna ad essere la valuta italiana. Curiosamente la prima moneta espressamente denominata una lira italiana non era stata però emessa in territorio piemontese, ma bensì nel dicembre 1859 ad opera del Governo Provvisorio della Toscana. Dal 24 agosto 1862 la lira ebbe corso legale e sostituì tutte le altre monete circolanti nei vari stati pre-unitari: 1 lira da 5 g di argento al titolo 900/1000 corrispondeva a 0,29025 g d'oro fino oppure a 4,5 g d'argento fino (scesi a 4,459 nel 1863, cioè lo stesso valore della vecchia lira napoleonica e del contemporaneo franco francese, col quale la totale intercambiabilità permise la creazione dell'Unione monetaria latina.

A causa della crescita del debito pubblico susseguente all'unificazione, nel 1866 per la lira viene stabilito il corso forzoso, con una limitata convertibilità ristabilita nel 1892. Nel 1893 viene messa in liquidazione la Banca Romana e creata la Banca d'Italia, con una copertura aurea di almeno il 40% delle lire in circolazione.

Lo stesso Vittorio Emanuele III, che succedette sul trono d'Italia al padre Umberto I nel 1900, era appassionato dalla numismatica.

L'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, con la conseguente penuria di metallo, fece ripristinare il corso forzoso, abolito nel 1909 e che durò fino al 1927, quando 1 lira corrispondeva a 0,07919 g di oro fino. L'obbligo della copertura in oro venne abolito nel 1935 e nel 1936 la valutazione venne portata a 0,04677 g.

La convertibilità venne ripristinata nel 1960 grazie all'ammissione al Fondo Monetario Internazionale, con una lira corrispondente a 0,00142 grammi d'oro o a 625 lire per dollaro.

Nel marzo 1979 entra in vigore il Sistema monetario europeo (SME) e nasce l'ECU, vi partecipano le monete di Germania, Francia, Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo. La fluttuazione delle monete è limitata al 2,25% a eccezione della lira che beneficia della banda allargata al 6%. La lira rimane nello SME fino al 1992, quando due formidabili attacchi speculativi da parte di uno speculatore senza scrupoli, George Soros, costringono la Sterlina e la Lira ad uscire dallo SME. La lira rientrerà nello SME il 25 novembre 1996, col cambio di 990 Lire per un Marco tedesco.

Il 1º gennaio 1999 entrò in vigore l'euro, il cui tasso di cambio irrevocabile con la lira era stato fissato il giorno precedente. Da quel momento la lira rimase in vigore solo come espressione non decimale dell'euro, anche se monete e banconote continuavano ad essere denominate in lire. Per tutte le forme di pagamento "non-fisiche" (trasferimenti elettronici, titoli, ecc.), invece, da quella data si adottò solo l'euro. Il 1999 fu anche l'ultimo anno in cui la zecca coniò ed emise le monete per la comune circolazione denominate in lire.

Il 1º gennaio 2002, con l'entrata in circolazione delle monete e banconote in euro, si aprì una fase di doppia circolazione: le monete e banconote in lire vennero ritirate definitivamente il 1º marzo 2002, anche se quelle con corso legale fino a quella data, possono essere ancora scambiate presso le filiali della Banca d'Italia fino al 29 febbraio 2012. Quindi nel 2002 terminò l'emissione delle serie divisionali in lire di monete proof e fior di conio. Inoltre vennero emesse altre serie speciali per ricordare gli anni d'oro della valuta appena abbandonata.

Il tasso di conversione irrevocabile è di 1.936,27 lire italiane per 1 euro.

Valute a pari tasso di cambio

Nei due secoli di vita sono esistite alcune valute aventi pari valore della lira e libera circolazione reciproca, per lo più sulla base di accordi bilaterali.

Tra questi:

Lire e altre valute di occupazione

Am-lira

Lo stesso argomento in dettaglio: Am-lira.

Tra il 1943 e il 1944 nei territori sotto il governo militare alleato fu coniata la valuta Am-lira. L'emissione delle banconote in AM lire si interruppe per le proteste del governo italiano, in quanto l'eccessiva emissione provocò una enorme inflazione.

Lira di Lubiana

Lo stesso argomento in dettaglio: Lira di Lubiana.

Allorché nel 1943, in seguito alla capitolazione italiana, la Venezia Giulia cadde sotto l'occupazione tedesca, il già fragile collegamento giuridico fra l'Italia e la Provincia di Lubiana divenne oltremodo teorico. Nel 1944 le autorità militari tedesche vollero aumentare la liquidità della provincia, e stamparono la lira di Lubiana, rimasta in corso fino all'arrivo dei partigiani jugoslavi nel maggio 1945.

Lira triestina (o Jugolira)

Lo stesso argomento in dettaglio: Lira triestina.

Nel 1945 nei territori della Venezia Giulia occupati dall'esercito jugoslavo venne introdotta una valuta definita "Jugolira" a pari valore con la lira italiana. Nel 1947, col Trattato di Parigi, tali territori passarono sotto la Jugoslavia o nella Zona B del Territorio Libero di Trieste. Il dinaro jugoslavo rimpiazzò immediatamente la lira nei territori annessi, mentre nella zona B il passaggio fu effettuato nel 1949. La zona A del Territorio Libero di Trieste continuò invece ad utilizzare la lira italiana in tutti i suoi coni, comprese le AM-lire.

Lira tripolitana

Lo stesso argomento in dettaglio: Lira tripolitana.

Durante l'occupazione inglese della Libia italiana, le autorità britanniche emanarono una valuta denominata lira tripolitana. Circolò dal 1942 insieme alle svalutate banconote italiane con un cambio alla pari, finché nel 1951 il Regno Unito concesse l'indipendenza al Regno di Libia, che coniò la propria sterlina libica.

Campione d'Italia

Caso particolare fu quello di Campione d'Italia. Essendo totalmente circondato dal territorio della Confederazione Elvetica, nell'ambito comunale venne adottato come valuta il franco svizzero ed utilizzati i francobolli svizzeri. Ancora oggi a Campione non viene utilizzato l'euro, bensì il franco.

Tipi sulle monete repubblicane

Oltre a questa moneta sono state emesse negli anni alcune monete commemorative:

Le date si riferiscono alle ordinarie emissioni per la circolazione; si badi tuttavia che a partire dalla fine degli anni sessanta la zecca italiana, onde sfruttare il mercato numismatico, cominciò a produrre confezioni contenenti anche i pezzi non più circolanti. Anche il gettone telefonico è stato a lungo utilizzato come moneta, pur non avendo alcun valore ufficiale di conio statale; il valore, che nel 1959 era di 45 lire, divenne di 50 lire negli anni settanta, di 100 lire dal 1980 e, infine, di 200 lire a partire dal 1984 e fino al ritiro definitivo nel 2001.

Tipi sulle banconote repubblicane

Le date si riferiscono agli anni di emissione delle banconote.

Note

  1. ^ Tranne nel caso dei Buoni di Cassa o Biglietti di Stato emessi dal Ministero del Tesoro
  2. ^ In realtà nel periodo 1º gennaio 1999 - 28 febbraio 2002 la Lira rimase in vigore come un espressione non decimale dell'euro.

Bibliografia

  • Carlo Maria Cipolla, Le avventure della lira, Il Mulino, Bologna, 1975
  • Natale Rauty, Libbra, lira, lira nuova: vicende di una moneta attraverso dodici secoli, Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Pistoia, 1987
  • Stefano Poddi, La lunga storia della lira, Difesa e Lavoro, settembre 2008
  • Catalogo Alfa delle Monete italiane e Regioni - 33ª edizione 2008 Alfa Edizioni Torino.
  • Fabio Gigante, Monete italiane dal '700 all'avvento dell'euro, 21ª ed., Varese, Gigante, 2013, ISBN 978-88-89805-35-0.
  • Eupremio Montenegro, Manuale del collezionista di monete italiane, 29ª ed., Torino, Edizioni Montenegro, 2008, ISBN 978-88-88894-03-4.
  • Antonio Pagani, Monete italiane dall'invasione napoleonica ai giorni d'oggi (1796-1963).
  • Franco Gavello e Claudio Bugani, Cartamoneta Italiana - Banconote italiane, Varese, Gigante, 2005.
  • Guido Crapanzano e Ermelindo Giulianini, La cartamoneta italiana, Milano, G&G Numismatica, 2005.

Voci correlate

Altri progetti

Lira italiana - Successione
Preceduta da:
Ducato del Regno delle Due Sicilie

Fiorino del Lombardo-Veneto
Fiorino toscano
Lira parmense
Lira pontificia
Lira sarda
Tornese napoletano
Motivo: Formazione del Regno d'Italia

Valuta di Italia
24 agosto 186228 febbraio 2002
Seguita da:
Euro
Motivo: Introduzione della moneta unica europea

Collegamenti esterni