Pietre d'inciampo in Emilia-Romagna: differenze tra le versioni
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|scritta22 = <small>QUI ABITAVA</small><br />ULDA CAMERINI<br /><small>NATA 1906<br />ARRESTATA 10.12.1943<br />DEPORTATA<br />AUSCHWITZ<br />ASSASSINATA</small> |
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Versione delle 20:31, 10 giu 2020
La lista delle pietre d'inciampo in Emilia-Romagna contiene l'elenco delle pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) poste in Emilia-Romagna. Esse commemorano le vittime della persecuzione del regime nazista nell'ambito di un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig estesa a tutta l'Europa. La prima pietra d'inciampo in Emilia-Romagna è stata collocata a Ravenna il 13 gennaio 2013.
Città metropolitana di Bologna
In provincia di Bologna sono presenti ufficialmente 17 pietre d'inciampo. La prima pietra venne collocata a Casalecchio di Reno il 12 gennaio 2018.
Bologna
Nel comune di Bologna si trovano 15 pietre di inciampo, tutte poste l'8 gennaio 2020 nell'ambito di un progetto sostenuto dal Tavolo della Memoria, che riunisce Comune, Regione, Università, Ufficio scolastico regionale, Istituto Parri, Comunità ebraica, Museo ebraico di Bologna, Associazione Figli della Shoah, ANPI e ANED.[1]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
8 gennaio 2020 | Via de' Gombruti 9[2] 44°29′37.03″N 11°20′14.13″E |
QUI ABITAVA
LEONE ALBERTO ORVIETO NATO 1866 ARRESTATO DIC.1943 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO 6.2.1944 |
Leone Alberto Orvieto (Livorno 6 dicembre 1866 - Auschwitz 6 febbraio 1944), dal 1899 rabbino capo della comunità ebraica bolognese, fu durante il suo incarico che nel 1928 venne edificata la nuova Sinagoga di Bologna. Rifugiatosi a Firenze dopo l'8 settembre 1943, nel dicembre venne però denunciato e arrestato assieme alla moglie Margherita dal Reparto dei Servizi Speciali fiorentino, meglio noto come Banda Carità. Fu trasferito prima a Milano, da dove il 30 gennaio 1944 fu deportato ad Auschwitz. Morì all'arrivo, il 6 febbraio dello stesso anno.[1]
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QUI ABITAVA
MARGHERITA CANTONI ORVIETO NATA 1872 ARRESTATA DIC. 1943 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 6.2.1944 |
Margherita Cantoni ( | |||
Strada Maggiore 13 44°29′36.72″N 11°20′53.02″E |
QUI ABITAVA
ADELAIDE DI SEGNI CALÒ NATA 1896 ARRESTATA 13.5.1944 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 30.6.1944 |
Roma 21 ottobre 1896 - Auschwitz 30 giugno 1944), commerciante ambulante. Dopo che le fu vietato di svolgere il suo lavoro a causa delle leggi razziali, sopravvisse molto probabilmente grazie all'aiuto dell'associazione ebraica DELASEM, tramite il suo segretario emiliano Mario Finzi, e di confraternite. Successivamente si nascose assieme ai figli sulle colline bolognesi a Savigno, dove però, disperata, senza denaro, tessere annonarie e documenti, si consegnò il 13 maggio 1944 ai Carabinieri locali che la arrestarono assieme ai figli. Dopo essere stata trasferita in un primo tempo a Bologna, il 26 giugno venne internata a Fossoli e da lì venne deportata ad Auschwitz. Morì all'arrivo, il 30 giugno 1944.[1]
Adelaide Di Segni ( | ||
QUI ABITAVA
DAVID CALÒ NATO 1917 ARRESTATO 13.5.1944 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO 3.3.1945 BUCHENWALD |
Roma 10 agosto 1917 - Buchenwald 3 marzo 1945), figlio di Samuele Calò e Adelaide Di Segni, venne arrestato e deportato assieme alla madre e ai fratelli. Morì a Buchenwald il 3 marzo del 1945.[1]
David Calò ( | |||
QUI ABITAVA
RAIMONDO CALÒ NATO 1926 ARRESTATO 13.5.1944 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Raimondo Calò, ( | |||
QUI ABITAVA
JAK EMANUELE CALÒ NATO 1927 ARRESTATO 13.5.1944 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Jak Emanuele Calò, ( | |||
QUI ABITAVA
SERGIO CALÒ NATO 1930 ARRESTATO 13.5.1944 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Sergio Calò, ( | |||
QUI ABITAVA
AURELIANO CALÒ NATO 1932 ARRESTATO 13.5.1944 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO 30.6.1944 |
Aureliano Calò, ( | |||
QUI ABITAVA
ALBERTA CALÒ NATA 1932 ARRESTATA 13.5.1944 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 30.6.1944 |
Alberta Calò ( | |||
Via del Cestello 4 44°29′16.53″N 11°20′49.55″E |
QUI ABITAVA
MARIO FINZI NATO 1913 ARRESTATO 6.4.1944 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ MORTO 27.2.1945 |
Mario Finzi (Bologna 15 luglio 1913 - Auschwitz 22 o 27 febbraio 1945), laureato giovanissimo in legge, dal 1937 era uditore giudiziario, incarico che perse nel 1938 a causa delle leggi razziali. Nel 1939 emigrò a Parigi dove lavorò come pianista, ma scaduto il visto dovette tornare in Italia. Lo stesso anno si avvicinò ai gruppi clandestini di Giustizia e Libertà e ai gruppi di assistenza ai suoi correligionari, divenendo segretario emiliano della DELASEM. Dopo un breve arresto per antifascismo nel 1943, dall'8 settembre iniziò a prestare aiuto ai partigiani di Vergato, fino al 6 aprile 1944 quando fu arrestato a Bologna. Internato a Fossoli, il 16 maggio venne deportato ad Auschwitz, dove morì il 27 febbraio, un mese dopo la liberazione, a causa dei maltrattamenti subiti.[1]
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Via Rimesse 25 44°29′42.21″N 11°22′22.69″E |
QUI ABITAVA
ADELCHI BARONCINI NATO 1889 ARRESTATO 24.2.1944 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 3.1.1945 |
Conselice 4 novembre 1889 - Castello di Hartheim 3 gennaio 1945), sposato con Teresa Benini, era operaio alla O.A.R.E., Officina Automezzi Riparazione dell'Esercito. Dopo l'8 settembre entrò nella Resistenza nella 7ª Brigata GAP Garibaldi "Gianni", stampando in casa volantini antifascisti, con l'aiuto delle figlie. Il 24 febbraio 1944 fu arrestato dalla Gestapo in seguito a una denuncia assieme a due colleghi con l'accusa di sabotaggio della produzione bellica. La polizia segreta nazista andando a casa sua trovò però il materiale clandestino e arrestò il resto della famiglia. Adelchi e la figlia Lina vennero interrogati e torturati per un mese nella sede bolognese della Gestapo in Viale del Risorgimento, per poi raggiungere il resto della famiglia nelle carceri cittadine. Il 6 maggio tutta la famiglia venne internata a Fossoli, ma in seguito il solo Adelchi fu trasferito nel campo di Bolzano. Da qui venne deportato come prigioniero politico a Mauthausen, dove vi arrivò il 7 agosto. Morì il 3 gennaio 1945 nel Castello di Hartheim, campo di sterminio destinato agli inabili al lavoro nei campi di concentramento di Mauthausen e Dachau.[1][3]
Adelchi Baroncini ( | ||
QUI ABITAVA
TERESA BENINI BARONCINI NATA 1893 ARRESTATA 24.2.1944 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 RAVENSBRÜCK ASSASSINATA 26.1.1945 |
Imola 19 maggio 1893 - Ravensbrück 26 gennaio 1945), moglie di Adelchi Baroncini, casalinga. Venne arrestata il 24 febbraio 1944 assieme alle figlie e trasferita nel carcere cittadino di Bologna. Il 6 maggio fu internata assieme al marito e alle figlie a Fossoli, da dove il 2 agosto venne inizialmente trasferita a Verona e poi deportata a Ravensbrück come prigioniera politica, dove arrivò quattro giorni dopo. Morì nel campo il 26 gennaio 1945.[1][4]
Teresa Benini ( | |||
QUI ABITAVA
JOLE BARONCINI NATA 1917 ARRESTATA 24.2.1944 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 RAVENSBRÜCK ASSASSINATA 4.3.1945 |
Imola 13 agosto 1917 - Ravensbrück 4 marzo 1945), figlia di Adelchi Baroncini e Teresa Benini, impiegata. Fu arrestata il 24 febbraio 1944 assieme alle madre e alle sorelle e trasferita nel carcere cittadino di Bologna. Il 6 maggio fu internata assieme al resto della famiglia a Fossoli, da dove il 2 agosto venne inizialmente trasferita a Verona e poi deportata a Ravensbrück come prigioniera politica, dove arrivò quattro giorni dopo. Morì nel campo il 4 marzo 1945.[1]
Jole Baroncini ( | |||
QUI ABITAVA
ANGELA BARONCINI NATA 1923 ARRESTATA 24.2.1944 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 RAVENSBRÜCK |
Bologna 20 luglio 1923 - ??), figlia di Adelchi Baroncini e Teresa Benini, impiegata. Il 24 febbraio 1944, alla scoperta del materiale clandestino da parte della Gestapo, tentò di addossarne su di sé la responsabilità e di scagionare madre e sorelle. Venne portata nella sede della polizia segreta nazista in Viale Risorgimento, dove fu interrogata e torturata per un mese assieme al padre, per poi essere trasferiti nelle carceri cittadine assieme al resto della famiglia. Il 6 maggio fu internata assieme al resto della famiglia a Fossoli, da dove il 2 agosto venne inizialmente trasferita a Verona e poi deportata a Ravensbrück come prigioniera politica, dove arrivò quattro giorni dopo. Successivamente fu nuovamente trasferita a Salzwedel, un sottocampo del campo di concentramento di Neuengamme, dove il 12 aprile 1945 fu liberata dalle truppe americane. Nel 1978 testimoniò assieme alla sorella Nella la propria esperienza di deportata nel libro Le donne di Ravensbrueck. Testimonianze di deportate politiche italiane.[1][5]
Angela Baroncini detta Lina ( | |||
QUI ABITAVA
NELLA BARONCINI NATA 1925 ARRESTATA 24.2.1944 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 RAVENSBRÜCK |
Bologna 26 agosto 1925 - Bologna 19 aprile 2015), figlia di Adelchi Baroncini e Teresa Benini, impiegata. Fu arrestata il 24 febbraio 1944 assieme alle madre e alle sorelle e trasferita nel carcere cittadino di Bologna. Il 6 maggio fu internata assieme al resto della famiglia a Fossoli, da dove il 2 agosto venne inizialmente trasferita a Verona e poi deportata a Ravensbrück come prigioniera politica, dove arrivò quattro giorni dopo. Sopravvisse e il 30 aprile 1945 fu liberata nel campo dalle truppe sovietiche. Tornata nella città natale, vi visse sino alla morte, avvenuta in tarda età. Nel corso degli anni fece numerose testimonianze della propria esperienza di deportata: la prima nel 1961, poi ancora nel 1978 (assieme alla sorella Lina) nel libro Le donne di Ravensbrueck. Testimonianze di deportate politiche italiane, di Beccaria Rolfi e Bruzzone, e poi ancora nel 1980 nell'opera di Luciano Bergonzini La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, e infine nel 2000 con una video-testimonianza a Rai Educational.[1][6][7]
Nella Baroncini, ( |
Casalecchio di Reno
Casalecchio di Reno accoglie due pietre d'inciampo, poste il 12 gennaio 2018 nell'ambito di un'iniziativa promossa dal Comune in collaborazione con l'Istituto storico Parri Emilia-Romagna, la scuola secondaria "G. Galilei" (i cui studenti hanno contribuito a ricostruire le biografie dei deportati), e con le associazioni che compongono il Tavolo di co-progettazione della Memoria Civile.[8]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
12 gennaio 2018 | Piazza del Popolo[9] 44°28′39.81″N 11°16′35.09″E |
A CASALECCHIO VIVEVA
VANES DE MARIA NATO 1921 PARTIGIANO ARRESTATO 10.11.1943 CHERSO, JUGOSLAVIA DEPORTATO 1943 DACHAU LIBERATO |
Casalecchio di Reno 7 settembre 1921 - ??), disegnatore meccanico. Nel 1940 fu convocato alla leva e prestò servizio come marconista nell'Isola di Cherso, nella Jugoslavia occupata dagli italiani. Dopo l'8 settembre fu fatto prigioniero dagli ustascia, ma fu liberato dai partigiani comunisti dell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia. Si unì a loro col nome di battaglia "Druse", ma due mesi dopo fu catturato dai nazisti e deportato come prigioniero politico a Dachau, dove arrivò il 20 novembre 1943. Passò per i sottocampi di Kempten e Kottern, dove riuscì a sfuggire alla marcia della morte verso Innsbruck e dove il 30 aprile 1945 venne liberato dalle truppe americane. Nel 2004 testimoniò la propria esperienza di deportato per il progetto Lager e Deportazione dei Comuni di Nova Milanese e Bolzano (vedi Lager e deportazione – Le testimonianze: Vanes De Maria (PDF), su lageredeportazione.org.)[8]
Vanes De Maria ( | |
A CASALECCHIO VIVEVA
GIOVANNI GALLI NATO 1923 PARTIGIANO ARRESTATO 24.12.1944 CARCERE DI TORINO DEPORTATO 1945 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 17.3.1945 |
Casalecchio di Reno 24 giugno 1923 - Gusen 17 marzo 1945), diplomato in ragioneria. A dicembre 1943 venne chiamato alle armi dalla Repubblica Sociale, si presentò, e fu destinato a Torino, nell'aeronautica. Nell'agosto 1944 disertò, aderendo alla Brigata Giustizia e Libertà "Nanni Camporese", operante nella città, col nome di battaglia "Raggi". Il 24 dicembre venne catturato, a gennaio venne internato nel campo di Bolzano-Gries, da dove fu deportato a Mauthausen, dove arrivò il 4 febbraio 1945. Successivamente fu trasferito nel campo di Gusen, dove morì il 17 marzo 1945.[8]
Giovanni Galli ( |
Provincia di Modena
Finale Emilia
Finale Emilia accoglie 2 pietre d'inciampo, le quali sono state collocate il 27 gennaio 2019 nell'ambito di un'iniziativa sostenuta dal Comune, dalla Biblioteca Comunale, dall'Associazione Alma Finalis, dal Liceo scientifico Morandi e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola.[10][11]
«Due Finalesi che, nella follia della Shoah e della emanazione delle leggi razziali contro gli Ebrei, hanno perduto prima la loro dignità di persone e poi successivamente la vita. Due di noi, parte viva e pulsante della nostra comunità, vittime di ideologie farneticanti. Che il loro ricordo e la memoria delle loro storie di inaudita sofferenza possano rimanere vive alle future generazioni di Finalesi»
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
---|---|---|---|---|
Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
27 gennaio 2019[10] | via Torre Portello 4 44.833496°N 11.295009°E |
QUI ABITAVA
EMILIO CASTELFRANCHI NATO 1918 PERSEGUITATO LEGGI RAZZISTE ITALIANE 1938 COLPITO DA MALE IMPROVVISO MORTO 4.1.1942 |
Emilio Castelfranchi, medico militare. Fu licenziato nel 1939 a causa delle | |
via Mazzini, 6 44.83373°N 11.29378°E |
QUI ABITAVA
ADA OSIMA NATA 1892 ARRESTATA 7.12.1943 INTERNATA ASTI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ DESTINO IGNOTO |
Finale Emilia 6 gennaio 1892 - ?), farmacista, costretta a lasciare il proprio incarico nel 1939 a causa delle Leggi razziali. Fu arrestata ad Asti il 28 gennaio 1944. Dopo un transito per le carceri di Milano, venne deportata ad Auschwitz, dove arrivò il 6 febbraio 1944. Non sopravvisse.[10][12][13]
Ada Osima ( |
Mirandola
Mirandola accoglie una sola pietra d'inciampo, la quale è stata collocata il 16 gennaio 2019 per iniziativa dell'Associazione culturale "Educamente" in collaborazione con ANPI, Università della Libera Età, Comitato per la Pace e il patrocionio dei Comuni di Mirandola e Carpi.
«Non dobbiamo dimenticare che Focherini ha agito come sappiamo perché era un cristiano autentico, perché viveva la sua fede con impegno. Se non si considera questo, si rischia di menomare la memoria di Odoardo»
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
16 gennaio 2019[14] | piazza Costituente, 58 44.88753°N 11.06603°E |
QUI ABITAVA
ODORARDO FOCHERINI NATO 1907 ARRESTATO 11.3.1944 DEPORTATO FOSSOLI GRIES, FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 27.12.1944 HERSBRUCK |
Odoardo Focherini (Carpi, 6 giugno 1907 – Hersbruck, 27 dicembre 1944) è stato un dirigente d'azienda e intellettuale cattolico italiano, medaglia d'oro al merito civile della Repubblica Italiana e iscritto all'Albo dei Giusti tra le Nazioni.
L'11 marzo 1944 Odoardo Focherini organizzò la fuga dal campo di concentramento di Fossoli del medico ebreo Enrico Donati con la scusa di una operazione chirurgica urgente.[15] Giunto presso l'ospedale di Carpi Focherini fu arrestato. Successivamente venne trasferito al campo di concentramento di Fossoli e dopo diverse detenzioni venne deportato in Germania, nel campo di concentramento di Flossenbürg e poi nel sottocampo di Hersbruck.[15] Lì trovò la morte il 27 dicembre 1944 a causa di una setticemia conseguente ad una ferita alla gamba.[16]
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Provincia di Parma
In provincia di Parma sono presenti 45 pietre d'inciampo. La prima pietra venne collocata a Parma il 16 gennaio 2017.
Fidenza
A Fidenza si trovano quattro pietre d'inciampo, tutte posate nel gennaio 2020, grazie a un'iniziativa del Comune in collaborazione con l'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Parma.[17]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
---|---|---|---|---|
Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
11 gennaio 2020 | Via Malpeli 70 44°51′57.79″N 10°03′51.95″E |
QUI ABITAVA
GUIDO CAMORALI NATO 1902 ARRESTATO DEPORTATO 1945 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 31.3.1945 GUSEN |
Fontevivo 20 luglio 1902 - Mauthausen 31 marzo 1945). Di lui non è noto nulla se non questi dati anagrafici.[18]
Gino Camorali ( | |
Piazza Garibaldi[19] 44°52′00.48″N 10°03′40.77″E |
A FIDENZA ABITAVA
NANDO PINCOLINI NATO 1924 ARRESTATO DEPORTATO 1945 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 10.4.1945 GUSEN |
Fidenza 21 dicembre 1924 - Gusen 10 aprile 1945), lavoratore agricolo. Dopo l'8 settembre si unì alla 31ª Brigata Garibaldi "Forni" col nome di battaglia "Lucia". Venne però arrestato qualche mese dopo a Tabiano di Salso e venne deportato come prigioniero politico a Mauthausen, dove arrivò il 4 febbraio 1945. Morì il 10 aprile dello stesso anno nel sottocampo di Gusen.[20]
Nando Pincolini ( | ||
A FIDENZA ABITAVA
RENZO PINCOLINI NATO 1925 ARRESTATO 14.2.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.4.1945 GUSEN |
Renzo Pincolini, ( | |||
A FIDENZA ABITAVA
GUALTIERO REBECCHI NATO 1924 ARRESTATO 21.11.1944 DEPORTATO 1945 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 15.3.1945 |
Fidenza 16 luglio 1924 - Mauthausen 15 marzo 1945), sarto. Dopo l'8 settembre si unì ai partigiani nella 31ª Brigata Garibaldi "Forni", ma fu arrestato e deportato come prigioniero politico a Mauthausen, dove arrivò il 4 febbraio 1945. Morì nello stesso campo poco più di un mese dopo, il 10 marzo 1945.[21]
Gualtiero Rebecchi ( |
Langhirano
Langhirano accoglie 5 pietre d'inciampo, di cui due nella frazione di Torrechiara, poste nell'ambito di un progetto del Comune in collaborazione con l'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Parma e con l'Istituto Gadda, una classe del quale ha contribuito a ricostruire la storia della famiglia Israel.[22]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
11 gennaio 2020 | Torrechiara, Piazza Leoni 44°39′23.74″N 10°16′43.31″E |
QUI TROVÒ RIFUGIO
ARMANDO BACHI NATO 1883 ARRESTATO 17.10.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943 |
Verona 17 gennaio 1883 - Auschwitz 6 febbraio 1944), militare, dal 1937 generale di divisione, prima della Divisione di fanteria del Rubicone a Ravenna e poi della Divisione motorizzata Po. Congedato nel 1939 a causa delle leggi razziali, si trasferì con la famiglia a Parma presso parenti della moglie. Dopo l'8 settembre si nascosero a Torrechiara, ma padre e figlio vennero scoperti e arrestati dai nazisti il 17 ottobre 1943. Incarcerato a Milano, venne percosso e dovette essere ricoverato. Qui rifiutò la possibilità di fuga per poter raggiungere il figlio, già deportato. Fu così deportato anch'egli ad Auschwitz, dove venne ucciso all'arrivo, il 6 febbraio 1944. Secondo altre fonti venne invece deportato assieme al figlio e morì sempre all'arrivo, l'11 dicembre 1943.[23][24][25][26]
Armando Bachi ( | |
QUI TROVÒ RIFUGIO
ROBERTO BACHI NATO 1929 ARRESTATO 17.10.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Roberto Bachi (Torino 12 marzo 1929 - Auschwitz ottobre 1944), figlio di Armando Bachi e Ines Bassani. Venne arrestato assieme al padre, e deportato ad Auschwitz prima di lui, il 6 dicembre 1943. Morì circa un anno dopo, nel 1944, per tubercolosi. Gli è dedicata un'altra pietra d'inciampo a Ravenna, dove la famiglia risiedette tra 1937 e 1938. Alla sua storia è stata dedicata un'opera, Il Viaggio di Roberto. Un treno verso Auschwitz, diretta e composta da Paolo Marzocchi, su un libretto di Guido Barbieri, andata in scena per la prima volta nel 2014.[24][26]
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12 gennaio 2020 | Via XX Settembre 15 44°36′55.87″N 10°16′01.83″E |
QUI ABITAVA
JESUA ISRAEL NATO 1883 ARRESTATO 3.12.1943 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 22.2.1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO 26.2.1944 |
Sarajevo 26 settembre 1883 - Auschwitz 26 febbraio 1944), commerciante, originario di Sarajevo. All'invasione della Jugoslavia, la famiglia fuggì nella Dalmazia occupata dagli italiani, per sfuggire a tedeschi e ustascia croati. Accolti in un primo tempo in un campo a Curzola, vennero poi spostati a Langhirano, dove sopravvissero col magro sussidio fornito dallo Stato. Dopo l'8 settembre fuggirono in Svizzera, ma, giunti alla frontiera il 3 dicembre, furono respinti dalle guardie confinarie svizzere e arrestati subito dopo nel paese di Lanzo d'Intelvi e di lì trasferiti a Fossoli. Vennero deportati ad Auschwitz, dove morì all'arrivo, il 26 febbraio 1944.[27]
Ieshua Israel ( | |
QUI ABITAVA
MASALTA CABILIO NATA 1885 ARRESTATA 3.12.1943 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 22.2.1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Masalta Cabilio ( | |||
QUI ABITAVA
MOSHE LIKO ISRAEL NATO 1911 ARRESTATO 3.12.1943 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 22.2.1944 AUSCHWITZ BERGEN-BELSEN LIBERATO |
Sarajevo 13 febbraio 1911 - Israele 1987), ingegnere elettrico. Per lavoro a Belgrado al momento dell'invasione tedesca del suo paese, riuscì a riunirsi ai genitori Ieshua Israel e Masalta Cabilio, dei quali condivise le vicende fino all'arrivo ad Auschwitz. Da qui venne spostato nel campo di Monowitz, dove conobbe Primo Levi. Successivamente fu nuovamente trasferito a Bergen-Belsen, dove sopravvisse e fu liberato dalle truppe americane. Dopo la guerra tornò a Belgrado, dove si sposò, trasferendosi poi in Israele, dove morì in tarda età. Rimase sempre in contatto con Onesto Coruzzi, il vicino di casa degli Israel durante il loro soggiorno a Langhirano, che li aveva aiutati durante e subito dopo la guerra.[27]
Liko Israel ( |
Parma
Nella città di Parma si trovano 30 pietre d'inciampo, posate tra il 2017 e il 2020. Il progetto è nato nel 2017 per iniziativa del Comune e dell'Istituto storico della Resistenza in collaborazione con Comunità ebraica, ANPI, ANED e, a partire dal 2019, ANPPIA, ALPI e ANPC. Nel 2019 le pietre poste sono state inizialmente pietre in terracotta create dagli allievi del Liceo artistico "Toschi", poi sostituite dalle pietre "ufficiali" dell'artista Gunter Demnig.[28][29][30][31]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
16 gennaio 2017 | Via Torelli 10 44°47′38.99″N 10°20′13.19″E |
QUI ABITAVA
EMILIA CAMERINI SPOSATA DELLA PERGOLA NATA 1895 ARRESTATA 10.12.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 23.5.1944 |
Emilia Camerini, | |
QUI ABITAVA
CESARE DELLA PERGOLA NATO 1935 ARRESTATO 10.12.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 10.4.1944 |
Cesare Davide Della Pergola, | |||
QUI ABITAVA
DONATO DELLA PERGOLA NATO 1932 ARRESTATO 10.12.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 10.4.1944 |
Donato Della Pergola, | |||
Strada Nino Bixio 116 44°47′50.44″N 10°19′09.49″E |
QUI ABITAVA
FORTUNATA LEVI NATA 1869 ARRESTATA 21.7.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 6.8.1944 |
Fortunata Levi, | ||
QUI ABITAVA
LIBERA LEVI NATA 1863 ARRESTATA 21.7.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 6.8.1944 |
Libera Levi, | |||
Vicolo Santa Maria 6 44°48′14.05″N 10°19′04.02″E |
QUI ABITAVA
SECONDO POLIZZI DETTO ERNESTO NATO 1898 ARRESTATO 31.7.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.4.1944 |
Secondo Polizzi, detto Ernesto | ||
QUI ABITAVA
IDA MUSSINI SPOSATA POLIZZI NATA 1906 ARRESTATA 31.7.1944 DEPORTATA RAVENSBRUECK FLOSSENBUERG LIBERATA |
Ida Mussini, | |||
QUI ABITAVA
PRIMO POLIZZI NATO 1925 ARRESTATO 4.11.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN GUSEN LIBERATO |
Primo Polizzi, | |||
QUI ABITAVA
LINA POLIZZI NATA 1926 ARRESTATO 31.7.1944 DEPORTATA RAVENSBRUECK LIBERATA |
Lina Polizzi, | |||
Strada del Quartiere 9 44°48′03″N 10°18′52.91″E |
QUI ABITAVA
ENRICO FANO NATO 1863 ARRESTATO CARCERE DI PARMA ASSASSINATO 25.1.1945 |
Enrico Fano, | ||
QUI ABITAVA
GIULIA BIANCHINI SPOSATA FANO NATA 1866 ARRESTATA DEPORTATA BOLZANO ASSASSINATA |
Giulia Bianchini, | |||
QUI ABITAVA
ALBA FANO NATA 1905 ARRESTATA 8.12.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Alba Fano, | |||
small>QUI ABITAVA
ERMANNO FANO NATO 1903 ARRESTATO 8.12.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Ermanno Fano, | |||
QUI ABITAVA
LILIANA FANO NATA 1934 ARRESTATA 8.12.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 10.4.1944 |
Liliana Fano, | |||
QUI ABITAVA
LUCIANO FANO NATO 1936 ARRESTATO 8.12.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 10.4.1944 |
Luciano Fano, | |||
QUI ABITAVA
ROBERTO FANO NATO 1942 ARRESTATO 8.12.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 10.4.1944 |
Roberto Fano, | |||
QUI ABITAVA
GIORGINA PADOVA SPOSATA FANO NATA 1905 ARRESTATA 8.12.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Giorgina Padova, | |||
13 gennaio 2018 | Piazza Garibaldi 1 44°48′03.84″N 10°19′41.21″E |
QUI LAVORAVA
GIORGIO NULLO FOÀ NATO 1919 ARRESTATO 29.9.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 4.2.1944 |
Giorgio Nullo Foà, | |
Strada Felice Cavallotti 30 44°48′21.34″N 10°19′51.22″E |
QUI ABITAVA
RENZO MOSÈ LEVI NATO 1887 ARRESTATO DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Renzo Mosè Levi, | ||
Viale delle Rimembranze 36 44°47′40.23″N 10°19′56.71″E |
QUI ABITAVA
GIUSEPPE BARBIERI NATO 1897 ARRESTATO 4.11.1944 DEPORTATO GUSEN ASSASSINATO 25.3.1945 |
Giuseppe Barbieri, | ||
QUI ABITAVA
SERGIO BARBIERI NATO 1926 ARRESTATO 4.11.1944 DEPORTATO GUSEN ASSASSINATO 28.3.1945 |
Sergio Barbieri, | |||
Viale Duca Alessandro 56 44°47′21.94″N 10°19′58.41″E |
QUI ABITAVA
ULDA CAMERINI NATA 1906 ARRESTATA 10.12.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Ulda Camerini, | ||
6 febbraio 2019 | Stradone Martiri della Libertà 13 44°47′43.76″N 10°19′45.71″E |
Samuel Spritzman, | ||
Via della Salute 46 44°47′53.32″N 10°19′04.42″E |
Luigi Longhi, | |||
Strada dell'Università 9 44°48′05.01″N 10°19′30.37″E |
Doralice Muggia, | |||
Via Pellegrino Strobel 44°48′21.22″N 10°20′43.29″E |
Ugo Franchini, | |||
11 gennaio 2020 | Via Emilia Est 54 |
Gino Ravanetti, | ||
Viale Bottego 10 |
Augusto Olivieri, | |||
Via XX Marzo 11 |
Gino Amadasi, | |||
Strada Nino Bixio 64 |
Renzo Ildebrando Bocchi, |
Sorbolo Mezzani
Provincia di Piacenza
Carpaneto Piacentino
Carpaneto Piacentino accoglie una sola pietra d'inciampo, la quale è stata collocata il 2 febbraio 2020.[32]
La pietra dedicata a Markus Nichtberger ha scatenato diverse polemiche poiché l'incisione presente sulla lapide risulterebbe sbagliata.[33] Il 5 febbraio 2020, infatti, l'Istituto di storia contemporanea di Piacenza ha inviato redatto un elenco di errori commessi durante la cerimonia di posa, sottolineando che documentazione corretta poteva essere fornita dall'ente stesso.[33] In primo luogo venne evidenziato che il nome corretto della vittima era Markus (e non Marcus), mentre una nota importante riguardò la dicitura "abitava", scorretta dal momento che in quella casa Nichtberger era in residenza forzata.[33]
Pietre d'inciampo | Informazioni sulle vittime | ||||
---|---|---|---|---|---|
Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | Cenni biografici | Immagini correlate |
2 febbraio 2020[32] | Markus Nichtberger |
Castel San Giovanni
Carpaneto Piacentino accoglie una sola pietra d'inciampo, la quale è stata collocata il 20 gennaio 2019.
Pietre d'inciampo | Informazioni sulle vittime | ||||
---|---|---|---|---|---|
Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | Cenni biografici | Immagini correlate |
20 gennaio 2019 |
Provincia di Ravenna
Faenza
Faenza accoglie una sola pietra d'inciampo, la quale è stata collocata il 11 gennaio 2018.[34]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
---|---|---|---|---|
Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
11 gennaio 2018 | Via della Croce, 16 44.287095°N 11.887376°E |
QUI ABITAVA
AMALIA FLEISCHER NATA 1885 ARRESTATA 4.12.1943 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ |
Amalia Fleischer, |
Ravenna
Ravenna accoglie una sola pietra d'inciampo, la quale è stata collocata il 13 gennaio 2013.[35]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
---|---|---|---|---|
Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
13 gennaio 2013 | Via F. Mordani, 5 44.41821°N 12.19794°E |
QUI STUDIÒ
ROBERTO BACHI NATO 1929 ARRESTATO 17.10.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 1944 |
Roberto Bachi (Torino 12 marzo 1929 - Auschwitz ottobre 1944), la pietra si trova davanti alla scuola che frequentò durante l'anno scolastico 1937/1938. Un'altra pietra d'inciampo a lui dedicata è presente a Torrechiara, nel comune di Langhirano. Per la sua biografia vedi sopra.[26]
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Provincia di Reggio Emilia
In provincia di Reggio Emilia sono presenti 70 pietre d'inciampo. La prima pietra venne collocata a Correggio il 9 gennaio 2015
Note
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Le Pietre di inciampo a Bologna, su comune.bologna.it, Comune di Bologna. URL consultato il 31 maggio 2020.
- ^ All'epoca il civico era il 19
- ^ Baroncini Adelchi, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 1º giugno 2020.
- ^ Teresa Benini, su Storia e Memoria di Bologna.
- ^ Angela Baroncini, su storiaememoriadibologna.it, Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 1º giugno 2020.
- ^ Nella Baroncini, su Ci portano via, ANED. URL consultato il 1º giugno 2020.
- ^ Scomparsa di Nella Baroncini, su comune.bologna.it, Comune di Bologna. URL consultato il 1º giugno 2020.
- ^ a b c Posa di due Pietre d’Inciampo a Casalecchio di Reno intitolate a Vanes de Maria e Giovanni Galli (PDF), su istitutoparri.eu, Istituto Parri Emilia-Romagna. URL consultato il 2 giugno 2020.
- ^ Il luogo in cui sono state poste le pietre non corrisponde alle abitazioni dei deportati. Vanes de Maria era residente in via Cavour 17, mentre Giovanni Galli abitava in via Canale 11
- ^ a b c d A Finale Emilia la pietra d'inciampo per Ada Osima ed Emilio Castelfranchi, su SulPanaro | News, 28 gennaio 2019. URL consultato il 10 marzo 2020.
- ^ 27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA, su biblioteca.comunefinale.net, Biblioteca Comunale di Finale Emilia.
- ^ a b Nerino Barbieri, La Bassa Modenese tra il primo e il secondo conflitto mondiale.
- ^ Osima, Ada, su CDEC Digital Library, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea.
- ^ Modena. Una «Pietra d'inciampo» sotto casa: così Mirandola ricorda il beato Focherini, su www.avvenire.it, 21 gennaio 2019. URL consultato il 10 marzo 2020.
- ^ a b Focherini, 2001, p. 143.
- ^ Venerabile Teresio Olivelli Laico e martire, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it. URL consultato il 5 luglio 2017.
- ^ La memoria dei deportati, pietre d’inciampo per ricordare quattro fidentini, su comune.fidenza.pr.it, Comune di Fidenza.
- ^ Guido Camurali, su Pietre d'inciampo Parma, Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Parma.
- ^ Le pietre per Renzo e Nando Pincolini e per Gualtiero Rebecchi sono state poste nella piazza centrale del paese perché non è stato possibile identificare con esattezza le abitazioni
- ^ a b Nando e Renzo Pincolini, su Pietre d'inciampo Parma, Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Parma.
- ^ Gualtiero Rebecchi, su Pietre d'inciampo Parma, Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Parma.
- ^ Memoria d'inciampo (PDF), su comune.langhirano.pr.it, Comune di Langhirano.
- ^ Bachi Armando e Roberto, su SAN - Sistema Archivistico Nazionale, MIBACT.
- ^ a b Chiara Ines Maria Gelmetti, 167973, il viaggio di Roberto, in BET Magazine Mosaico, Comunità Ebraica di Milano, 10 settembre 2019.
- ^ Bachi, Armando, su CDEC Digital Library, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea.
- ^ a b c IL GIORNO DELLA MEMORIA, UN COMPAGNO DI SCUOLA: ROBERTO BACHI, AUSCHWITZ, MATRICOLA N. 167973 (PDF), su assemblea.emr.it.
- ^ a b c Famiglia Israel, su Pietre d'inciampo Parma, Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Parma.
- ^ “Pietre d’inciampo”, un progetto per ricordare, su comune.parma.it, Comune di Parma.
- ^ Pietre d'inciampo, su comune.parma.it, Comune di Parma.
- ^ Posa di Pietre d'inciampo, su Comune di Parma.
- ^ Quattro nuove “Pietre d'inciampo” a Parma, su Comune di Parma.
- ^ a b Giornata della Memoria 2020, su www.comune.carpaneto.pc.it. URL consultato il 10 marzo 2020.
- ^ a b c Giorno della memoria 2020: quando le celebrazioni oscurano la storia, su ISREC PC, 5 febbraio 2020. URL consultato il 10 marzo 2020.
- ^ Faenza ricorda Amalia Fleischer, l'11 gennaio la posa della pietra d'inciampo, su Buon Senso Faenza, 10 gennaio 2018. URL consultato il 10 marzo 2020.
- ^ Lastra dedicata a Roberto Bachi – Ravenna | Pietre della Memoria, su pietredellamemoria.it. URL consultato il 10 marzo 2020.
Biografia
- Franco Focherini, Il fascismo modenese minuto per minuto, Modena, Il Fiorino, 2001.
Voci correlate
- Pietre d'inciampo
- Pietre d'inciampo in Italia
- Pietre d'inciampo nella provincia di Parma
- Pietre d'inciampo nella provincia di Reggio Emilia
- Olocausto
- Resistenza italiana
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- (DE) Sito ufficiale dell'iniziativa, su stolpersteine.com.