Pietre d'inciampo in Friuli-Venezia Giulia


La lista delle pietre d'inciampo in Friuli-Venezia Giulia contiene l'elenco delle pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) poste in Friuli-Venezia Giulia. Esse commemorano le vittime friulane e giuliane della persecuzione del regime nazista nell'ambito di un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig estesa a tutta l'Europa. Le prime pietre d'inciampo in questa regione sono state collocate il 20 gennaio 2016 a Gorizia.
Provincia di Gorizia[modifica | modifica wikitesto]
Cormons[modifica | modifica wikitesto]
Il 21 gennaio 2017 è stata posata una pietra d'inciampo per Giuseppe Pincherle a Cormons.
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
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QUI ABITAVA
GIUSEPPE PINCHERLE NATO 1879 ARRESTATO 1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 1944 |
Via San Giovanni, 12 |
Giuseppe Pincherle |
Doberdò del Lago[modifica | modifica wikitesto]
Nel comune di Doberdò del Lago trovano 14 pietre d'inciampo, posate tra il 2018 e il 2022.[1] L'iniziativa per le pietre d'inciampo in questo comune è stata promossa dal Circolo cattolico Hrast, con la collaborazione delle due sezioni ANPI di Doberdò e Vallone-Jamiano, dell’Aned con il patrocino del Comune (sindaco Fabio Vizintin).
Andrej Frandolič e gli altri erano partigiani sloveni. La scritta delle pietre d'inciampo dedicate a loro sono in lingua slovena.
Immagine | Scritta | Traduzione | Indirizzo | Biografia |
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TU JE PREBIVAL
JOŽEF BONETA ROJEN 1900 PREGNAN V DACHAU UMORJEN 10.4.1945 |
QUI ABITAVA
JOŽEF BONETA NATO 1900 DEPORTATO A DACHAU ASSASSINATO 10.4.1945 |
Bonetti, 67 |
Jožef Boneta nacque a Bonetti nel 1900. Fu assassinato nel 1945 a Dachau. |
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TU JE PREBIVAL
JOŽEF FERFOLJA ROJEN 1902 PREGNAN DACHAU UMORJEN 29.12.1944 |
QUI ABITAVA
JOŽEF FERFOLJA NATO 1902 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 29.12.1944 |
Doberdò del Lago, Via Roma, 4 |
Jožef Ferfolja, anche Giuseppe Ferfoglia, nacque a Doberdò del Lago il 22 agosto 1902. Era sposato con Dora. La coppia aveva sette figli. Era un partigiano nella Brgt. Autonoma della Divisione Garibaldi "Natisone". Fu arrestato il 12 ottobre 1944 e deportato al campo di concentramento di Dachau. Li morì il 29 dicembre 1944.[2][3]
Suo figlio Pepi, deportato a Cottbus, poteva sopravvivere. |
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TU JE PREBIVAL
JOŽEF FERLETIČ ROJEN 1908 PREGNAN V MAUTHAUSEN-EBENSEE UMORJEN 27.2.1945 |
QUI ABITAVA
JOŽEF FERLETIČ NATO 1908 DEPORTATO A MAUTHAUSEN-EBENSEE ASSASSINATO 27.2.1945 |
Doberdò del Lago, Piazza San Martino, 11 |
Jožef Ferletič nacque a Doberdò del Lago nel 1908. Fu assassinato nel 1945 a Mauthausen. |
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TU JE PREBIVAL
ANDREJ FRANDOLIČ ROJEN 1899 PREGNAN 12.10.1944 UMORJEN 1.2.1945 DACHAU |
QUI ABITAVA
ANDREJ FRANDOLIČ NATO 1899 DEPORTATO 12.10.1944 ASSASSINATO 1.2.1945 DACHAU |
Doberdò del Lago, Via Trieste, 5 45°50′36.05″N 13°32′24.3″E / 45.843347°N 13.540084°E |
Andrej Frandolič, anche Andrea, nacque nel 1899 a Doberdò del Lago. Era sposato e aveva quattro figli. Divenne partigiano nel settembre del 1943. Fu catturato dai tedeschi il 12 ottobre 1944 a Idria. Fu deportato nel campo di concentramento di Dachau. Lì morì il 1 febbraio 1945.[4][5] |
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TU JE PREBIVAL
ALOJZ JELEN ROJEN 1904 PREGNAN V BUCHENWALD UMORJEN 24.12.1944 HALBERSTADT |
QUI ABITAVA
ALOJZ JELEN NATO 1904 DEPORTATO A BUCHENWALD ASSASSINATO 24.12.1944 HALBERSTADT |
Doberdò del Lago, Via Brigata proletaria, 6 |
Alojz Jelen nacque a Doberdò del Lago nel 1904. Fu assassinato il 24 dicembre 1944 a Halberstadt. |
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TU JE PREBIVAL
RUDOLF LAVRENČIČ ROJEN 1924 PREGNAN BUCHENWALD UMORJEN 6.3.1945 |
QUI ABITAVA
RUDOLF LAVRENČIČ NATO 1924 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO 6.3.1945 |
Marcottini, Via Cervi, 7 |
Rudolf Lavrenčič (figlio), anche Rodolfo,[2] nacque nel 1924. Fu arrestato insieme al suo padre. Ambedue erano partigiani, residenti a Poljane (Marcottini). Furono deportati al campo di concentramento di Buchenwald. Entrambi furono assassinati nel marzo 1945. |
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TU JE PREBIVAL
RUDOLF LAVRENČIČ ROJEN 1895 PREGNAN BUCHENWALD-OHRDRUF UMORJEN 6.3.1945 |
QUI ABITAVA
RUDOLF LAVRENČIČ NATO 1895 DEPORTATO BUCHENWALD-OHRDRUF ASSASSINATO 6.3.1945 |
Marcottini, Via Cervi, 7 |
Rudolf Lavrenčič (padre), anche Rodolfo Laurencich, nacque a Doberdò del Lago il 3 agosto 1895. Era sposato e aveva sette figli. Era un partigiano nella Brgt. Autonoma della Divisione Garibaldi "Natisone". Fu arrestato insieme al figlio dello stesso nome il 12 ottobre 1944 e deportato il 18 ottobre 1944 al campo di concentramento di Buchenwald. Era costretto di lavorare al campo di lavoro di Ohrdruf. Morì il 6 marzo 1945.[2][6]
Anche il figlio Rodolfo fu assassinato dal regime nazista. |
TUKAJ JE PREBIVAL
BRUNO ŠULIGOJ ROJEN 1923 PREGNAN 22.2.1944 RIŽARNA USODA NEZNANA |
QUI ABITAVA
BRUNO ŠULIGOJ NATO 1923 DEPORTATO 22.2.1944 RISIERA DESTINO SCONOSCIUTO |
Palchisce / Palkišče, 29 | Bruno Šuligoj | |
TUKAJ JE PREBIVAL
MARIO PAHOR ROJEN 1925 PREGNAN 22.2.1944 RIŽARNA USODA NEZNANA |
QUI ABITAVA
MARIO PAHOR NATO 1925 DEPORTATO 22.2.1944 RISIERA DESTINO SCONOSCIUTO |
Bonetti / Boneti, 66-70 | Mario Pahor | |
TUKAJ JE PREBIVAL
ALOJZ LAVRENČIČ ROJEN 1914 PREGNAN BAUMHOLDER UMORJEN 28.2.1945 |
QUI ABITAVA
ALOJZ LAVRENČIČ NATO 1914 DEPORTATO BAUMHOLDER ASSASSINATO 28.2.1945 |
Doberdò del Lago / Doberdob, Via Trieste / Tržaška ulica, 16 |
Alojz Lavrenčič | |
TUKAJ JE PREBIVAL
STANKO DEVETAK ROJ. 1927 PREGNAN 30.9.1943 NEMČIJA USODA NEZNANA |
QUI ABITAVA
STANKO DEVETAK NATO 1927 DEPORTATO 30.9.1943 GERMANIA DESTINO SCONOSCIUTO |
Marcottini / Poljane, Via Matija Gubec / Gubčeva ulica, 10 |
Stanko Devetak | |
TUKAJ JE PREBIVAL
MARIO LAVRENČIČ ROJ. 1903 PREGNAN BUCHENWALD UMORJEN 4.4.1945 |
QUI ABITAVA
MARIO LAVRENČIČ NATO 1903 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO 4.4.1945 |
Doberdò del Lago / Doberdob, Via Gorizia / Goriška ulica, 2 |
Mario Lavrenčič | |
TUKAJ JE PREBIVAL
OTON JARC ROJ. 1928 PREGNAN LEONBERG UMORJEN 27.2.1945 |
QUI ABITAVA
OTON JARC NATO 1928 DEPORTATO LEONBERG ASSASSINATO 27.2.1945 |
Doberdò del Lago / Doberdob, Via Roma / Rimska ulica, 5 |
Oton Jarc | |
TUKAJ JE PREBIVAL
ANDREJ MOKOLE ROJ. 1915 PREGNAN FLOSSENBÜRG UMORJEN 25.2.1945 |
QUI ABITAVA
ANDREJ MOKOLE NATO 1915 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 25.2.1945 |
Doberdò del Lago / Doberdob, Via Trieste / Tržaška ulica, 39 |
Andrej Mokole |
Le date delle collocazioni:
- 23 gennaio 2018: Via Trieste, 5
- 28 gennaio 2019: Via Cervi, 7; Via Roma, 4
- 20 gennaio 2020: Bonetti, 67; Via Brigata proletaria, 6; Piazza San Martino, 11
- 27 gennaio 2021: Bonetti, 66-70; Palchisce, 29; Via Trieste, 16
- 27 gennaio 2022: Via Gorizia, 2; Via Matija Gubec, 10; Via Roma, 5; Via Trieste, 39
Fogliano Redipuglia[modifica | modifica wikitesto]
Nel comune di Fogliano Redipuglia sono presenti 4 pietre d'inciampo, posate tra il 2020 e il 2022.[7]
Gorizia[modifica | modifica wikitesto]
A Gorizia si trovano 27 pietre d'inciampo, posate tra il 2016 e il 2021.[8][9] Le pietre d'inciampo a Gorizia sono state promosse dall’associazione “Amici di Israele” con il patrocinio del Comune di Gorizia. Partecipava anche l'organizzazione Informest che ora ha sede proprio nella casa di una delle persone deportate.[10]
Durante le collocazioni in via del Santo gli studenti delle classi seconde Alls e Bls dell’istituto “D’Annunzio” di Gorizia ricordavano la storia della famiglia Goldberger, cognome italianizzato in Golberti. Era a conclusione di un progetto di ricerca condotto dagli studenti sotto la guida delle insegnanti Dionella Preo, Tiziana Lavoriero e Franca La Stella.
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
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QUI ABITAVA
BIANCHA ALPHANDERY ARMANI NATA 1885 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Graziadio Isaia Ascoli, 25 45°56′56.13″N 13°37′33.96″E / 45.948926°N 13.626101°E |
Bianca Alphandery Armani nacque nel 15 novembre 1885 a Firenze. Era la figlia di Giuseppe Alphandary ed Elisa Grego. Sposò Adolfo Armani di Gorizia (vedi sotto). La coppia aveva un figlio, Gino Armani (vedi sotto). Fu arrestata il 23 settembre 1943 a causa della sua origine ebraica a Gorizia e successivamente rapita a Trieste insieme a marito e figlio. Furano deportati da lì il 7 dicembre 1943 con il convoglio n. 21T al campo di concentramento di Auschwitz. La data dell'arrivo della famiglia era l'11 dicembre 1943. Tutte e tre furano vittime della Shoah.[11][12] |
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QUI ABITAVA
ADOLFO ARMANI NATO 1881 ARRESTATO 18.9.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943 |
Via Graziadio Isaia Ascoli, 25 45°56′56.13″N 13°37′33.96″E / 45.948926°N 13.626101°E |
Adolfo Umberto Armani Heischmann nacque il 23 novembre 1881 a Gorizia. Suoi genitori furano Sigismondo Armani Heischmann e Carolina Bolaffio. Coniugato con Bianca Alphandary. La coppia aveva un figlio, Gino, nato nel 1922. Fu arrestato a Gorizia il 18 settembre 1943 e venne deportato – insieme alla moglie ed al figlio – prima al carcere di Trieste e poi al campo di sterminio di Auschwitz. Fu assassinato l'11 dicembre 1943, il giorno del loro arriva ad Auschwitz. Nessuno della sua famiglia è sopravvissuto alla Shoah.[11][13] |
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QUI ABITAVA
GINO ARMANI NATO 1922 ARRESTATO 18.9.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via Graziadio Isaia Ascoli, 25 45°56′56.13″N 13°37′33.96″E / 45.948926°N 13.626101°E |
Gino Armani, figlio di Adolfo Umberto Armani Heischmann e Bianca Alphandary, nacque il 29 aprile 1922 a Trieste. Arrestato a Gorizia (Gorizia). Fu arrestato a Gorizia il 18 settembre 1943 e venne deportato – insieme ai genitori – prima al carcere di Trieste e poi al campo di sterminio di Auschwitz. Non è sopravvissuto alla Shoah. Anche i suoi genitori furano assassinati dai nazisti tedeschi.[11][14] |
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QUI ABITAVA
EDVIGE JONA GENTILLI NATA 1868 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 |
Via Galilei, 4 |
Edvige Jona Gentilli, nacque il 17 luglio 1868 a Gorizia e morì 11 dicembre 1943. Figlia di Giacomo Gentilli, moglie di Alberto Jona e madre di Gino Jona. Fu arrestata a Gorizia il 23 novembre 1943, imprigionata prima a Gorizia e poi a Trieste; dalla città partì sul convoglio 21T dove fu caricata il 7 dicembre 1943. Arrivò al campo di sterminio di Auschwitz l'11 dicembre 1943 e qui assassinata il giorno stesso. |
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QUI ABITAVA
MARGHERITA GENTILLI NATA 1873 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 |
Via Galilei, 4 |
Margherita Gentilli, nacque a Gorizia il 20 dicembre 1873 e morì 11 dicembre 1943. Figlia di Giacomo Gentilli e sorella di Edvige Jona Gentilli. Fu arrestata a Gorizia il 23 novembre 1943, dopo una breve detenzione nel carcere di Gorizia e poi in quello di Trieste. Fu deportata verso il campo di concentramento di Auschwitz il 7 dicembre 1943 sul convoglio 21T, insieme alla sorella. Arrivò l'11 dicembre e fu assassinata il giorno stesso. |
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QUI ABITAVA
ADELE GOLDBERGER NATA 1892 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ DESTINO IGNOTO |
Via del Santo, 4 |
Adele Goldberger, anche Ada Golberti, nacque a Fiume il 18 febbraio 1892. Era la figlia di Massimiliano Goldberger e di Malvina Michelstaedter (vedi sotto). Aveva almeno una sorella maggiore, Irene (vedi sotto). Il padre morì. La madre e le due sorelle furono arrestate e poi deportate al campo di concentramento di Auschwitz nel dicembre 1943. La madre anziana, aveva già 87 anni, non sopravvisse la selezione e fu mandata immediatamente in una camera a gas. Anche le due sorelle furono assassinate, pero non si sa dove e quando.[15] |
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QUI ABITAVA
IRENE GOLDBERGER NATA 1887 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ DESTINO IGNOTO |
Via del Santo, 4 |
Irene Goldberger, anche Golberti, nacque a Fiume il 7 gennaio 1887. Era la figlia di Massimiliano Goldberger e di Malvina Michelstaedter (vedi sotto). Aveva almeno una sorella minore, Adele (vedi sopra). Il padre morì. La madre e le due sorelle furono arrestate e poi deportate al campo di concentramento di Auschwitz nel dicembre 1943. La madre anziana, aveva già 87 anni, non sopravvisse la selezione e fu mandata immediatamente in una camera a gas. Anche le due sorelle furono assassinate, pero non si sa dove e quando.[15] |
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QUI ABITAVA
FRIEDA WEISSMANN IACOBONI NATA 1887 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA BERGEN-BELSEN |
Via Graziadio Isaia Ascoli 15 45°56′31.95″N 13°37′21.86″E / 45.942208°N 13.62274°E |
Frieda Weissmann Iacoboni nacque il 2 agosto 1887 a Čortkiv. Era la figlia di Ginsberg Abramo e di Gittel Weissmann. Sposava Leone Iacoboni. La coppia aveva tre figli: Sofia (vedi sotto), Gisella (vedi sotto) e Giacomo (nato 1928 a Gorizia). Fu arrestata dai nazisti il 23 novembre 1943 insieme ai figli. Furano prima imprigionati nella prigione di Gorizia, poi in prigione a Trieste. Il 7 dicembre 1943, la famiglia fu deportata col trasporto 21T al campo di concentramento di Auschwitz dove arrivarono l'11 dicembre 1943. Frieda Weissmann Iacoboni e le sue figlie non hanno sopravvissute alla Shoah. La madre fu assassinata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Entrambe le figlie furono uccise, non si sa dove. Solo il figlio Giacomo poteva sopravvivere; fu intervistato nel 1997 in Venezuela dalla USC Shoah Foundation Institute.[16][17][18] |
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QUI ABITAVA
GISELLA IACOBONI NATA 1921 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Graziadio Isaia Ascoli 15 45°56′31.95″N 13°37′21.86″E / 45.942208°N 13.62274°E |
Gisella Iacoboni nacque il 23 maggio 1921 a Trieste. Suoi genitori erano Leone Iacoboni e Frieda Weissmann Iacoboni (vedi sopra). Aveva una sorella maggiore, Sofia (nata nel 1921, vedi sotto), e un fratello minore, Giacomo (1928). Fu arrestata il 23 novembre 1943, insieme a sua madre e ai suoi fratelli. Furano prima imprigionati nel carcere di Gorizia, poi nel carcere di Trieste. Il 7 dicembre 1943, la famiglia fu deportata col trasporto 21T al campo di concentramento di Auschwitz, dove arrivarono l'11 dicembre 1943. Non è sopravvissuta alla Shoah, così come sua madre e sua sorella. |
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QUI ABITAVA
SOFIA IACOBONI NATA 1920 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA BERGEN-BELSEN |
Via Graziadio Isaia Ascoli 15 45°56′31.95″N 13°37′21.86″E / 45.942208°N 13.62274°E |
Sofia Iacoboni nacque il 17 settembre 1920 a Trieste come primo figlio di Leone Iacoboni e Frieda Weissmann Iacoboni (vedi sopra). Ha avuto due fratelli più piccoli: Gisela (nato nel 1921, vedi sopra) e Giacomo (1928). Sofia Iacoboni, insieme a sua madre e ai suoi fratelli, fu arrestata dai nazionalsocialisti il 23 novembre 1943 e fu tenuta prigioniera prima nel carcere di Gorizia, poi nella prigione a Trieste. Il 7 dicembre 1943 la famiglia fu deportata ad Auschwitz con il trasporto 21T, dove arrivarono l'11 dicembre 1943. Non è sopravvissuta alla Shoah, così come anche sua madre e sua sorella. |
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QUI ABITAVA
FERRUCCIO LEONI NATO 1877 ARRESTATO 24.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943 |
Via Giuseppe Mazzini 15 45°40′51.26″N 13°24′31.74″E / 45.680905°N 13.408817°E |
Ferruccio Leoni nacque il 16 dicembre 1877 a Padova. Era il figlio di Marco Leoni e Vittoria Bertocco. Era sposato con Marcellina Tani. Fu arrestato il 24 novembre 1943 e portato nella prigione di Trieste. Il 7 dicembre 1943 fu deportato con il trasporto 21T al campo di concentramento di Auschwitz, dove arrivò l'11 dicembre 1943. Ferruccio Leoni non sopravvisse alla Shoah. La morte è avvenuta in un luogo sconosciuto.[19] |
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QUI ABITAVA
ANNA PAOLA LUZZATTO NATA 1864 ARRESTATA 1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 |
Corso Italia, 178 45°56′19.69″N 13°36′46.85″E / 45.938802°N 13.613015°E |
Anna Paola Luzzatto, figlia di Aronne Luzzatto e Eugenia Liebmann, nacque a Gorizia il 19 dicembre 1864. Il padre ricopriva il ruolo di responsabile sanitario in città. Anna Paola "si era contraddistinta per un carattere sereno e molto sincero."[20] Nell’anno della sua cattura, lasciò Grado per tornare a Gorizia, dichiarandosi tedesca. Credeva nella bontà delle persone e non poteva immaginarsi che qualcuno ebbe l'intenzione di arrestarla e di assassinarla. Fu arrestata a Gorizia il 23 novembre 1943 e portato al prigione di Gorizia e poi al prigione di Trieste. Fu deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Non è sopravvissuta alla Shoah. Fu assassinata immediatamente dopo l'arrivo in una camera di gas al 11 dicembre 1943.[21] |
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QUI ABITAVA
ELISA RICHETTI LUZZATTO NATA 1858 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 |
Via Garibaldi 5 45°56′31.85″N 13°37′12.68″E / 45.94218°N 13.62019°E |
Elisa Richetti Luzzatto era la figlia di Elia Vita Richetti ed era nata il 5 febbraio 1858 a Gorizia. Sposava Giuseppe Luzzatto. La coppia aveva due figli: Rina Sara (nata nel 1884) e Iginio (nato nel 1886, tutte e due vedi sotto). Il 23 novembre 1943 fu arrestata - all'età di 85 anni - insieme a figlia e figlio e portata nel carcere di Gorizia, in seguito a quello di Trieste. Il 7 dicembre 1943, furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, dove madre, figlio e figlia arrivarono l'11 dicembre 1943. La data del loro omicidio è sconosciuta. Tutte e tre non sono sopravvissuti alla Shoah.[11][22] |
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QUI ABITAVA
IGINIO LUZZATTO NATO 1886 ARRESTATO 23.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via Garibaldi 5 45°56′31.85″N 13°37′12.68″E / 45.94218°N 13.62019°E |
Iginio Luzzatto nacque l'8 giugno 1886 a Gorizia. Era il figlio di Giuseppe Luzzatto e di Elisa Richetti (vedi sopra). Aveva una sorella, Rina Sara (vedi sotto). Il 23 novembre 1943 fu arrestato insieme a madre e sorella e portato nella prigione di Gorizia, in seguito a quello di Trieste. Il 7 dicembre 1943, furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, dove madre, figlio e figlia arrivarono l'11 dicembre 1943. La data del loro omicidio è sconosciuta. Tutte e tre non sono sopravvissuti alla Shoah.[11][23] |
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QUI ABITAVA
SARA LUZZATTO NATA 1884 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Garibaldi 5 45°56′31.85″N 13°37′12.68″E / 45.94218°N 13.62019°E |
Rina Sara Luzzatto era la figlia di Giuseppe Luzzatto e di Elisa Richetti (vedi sopra). Nacque il 24 marzo 1884 a Gorizia. Il 23 novembre 1943 fu arrestata insieme a sua madre ea suo fratello Iginio (vedi sopra) e portata nel carcere di Gorizia, in seguito a quello di Trieste. Il 7 dicembre 1943, furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, dove madre, figlio e figlia arrivarono l'11 dicembre 1943. La data del loro omicidio è sconosciuta. Tutte e tre non sono sopravvissuti alla Shoah.[11][24] |
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QUI ABITAVA
EMMA LUZZATTO MICHELSTAEDTER NATA 1854 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ MORTA DURANTE IL TRASPORTO |
Via Garibaldi, 5 45°56′31.85″N 13°37′12.68″E / 45.94218°N 13.62019°E |
Emma Luzzatto Michelstaedter nacque il 17 ottobre 1854 a Gorizia come figlia di Cesare Luzzatto e di Regina Jona. Sposò Alberto Michelstaedter, che gestiva un ufficio di assicurazione, e con lui aveva quattro figli: le figlie Elda (1879-1944) e Paula (1885-1972) ed i figli Gino (1877-1909) e Carlo Michelstaedter (1887-1910).[25] Gino emigrò a New York e presumibilmente si suicidò. Carlo divenne un famoso scrittore, filosofo e pittore. Si è sparato dopo una disputa con i suoi genitori al 56º compleanno di sua madre. Al 23 novembre 1943, Emma Michelstaedter fu arrestata – nell'età di 89 anni – e deportata nella prigione di Gorizia, in seguito nella prigione di Trieste. Il 7 dicembre 1943 seguiva la deportazione ad Auschwitz. Ci sono due rapporti della sua morte: Sia morì già nel trasporto che durava quattro giorni oppure fu assassinata il giorno del suo arrivo - l'11 dicembre 1943 - in una camera a gas del regime nazista.[26] |
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QUI ABITAVA
MALVINA MICHELSTAEDTER GOLDBERGER NATA 1856 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 |
Via del Santo, 4 |
Malvina Michelstaedter vedova Goldberger nacque a Gorizia il 22 settembre 1856. Era la zia del scrittore, filosofo e pittore Carlo Michelstaedter. Si sposava con Massimiliano Goldberger oppure Golberti, la versione italiana del cognome. La coppia aveva almeno due figlie, Irene e Adele, entrambe fiumane di nascita ma cresciute a Gorizia. Dopo la morte del suo marito, Malvina e le figlie divennero proprietarie delle Cantine Golberti, una ditta di commercio di vini all’ingrosso. La sede della ditta era in casa Bolaffio di largo Pacassi. La signora anziana abitava con le due figlie in via del Santo, su civico 4. Le tre donne furono arrestate a Gorizia il 23 novembre 1943, detenute prima nel carcere di via Barzellini e dopo di che nel carcere di Trieste. Nel dicembre 1943 tutte e tre furono deportate al campo di sterminio di Birkenau, dove fu assassinata il 11 dicembre 1943.
Anche le figlie furono assassinate nel corso della Shoah, pero non si sa dove e quando.[15] |
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QUI ABITAVA
ELDA MICHELSTAEDTER MORPURGO NATA 1879 ARRESTATA 1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 26.12.1944 RAVENSBRÜCK |
Largo Culiat, 11 45°56′39.56″N 13°37′03.23″E / 45.944323°N 13.617563°E |
Elda Michelstaedter Morpurgo fu la sorella del filosofo Carlo Michelstaedter (1887-1910). Nacque il 2 ottobre 1879 a Gorizia come figlia di Alberto Michelstaedter e Emma Luzzatto (vedi sopra). Coniugata con Silvio Morpurgo (1881-1942), medico comunale e stimato professionista. La villa in cui viveva con suo marito si chiamava Villa Elda. Partecipò nella comunità ebraica di Gorizia. Fu arrestata a Gorizia il 9 novembre 1943 e detenuta prima al carcere di Gorizia, poi a quello di Trieste. Assieme alla madre fu deportata con il convoglio n. 21T nel campo di sterminio di Birkenau. Il treno partiva al 7 e arrivava l'11 dicembre 1943. Probabilmente già durante il trasporto la madre morì. Anche Elda Michelstaedter Morpurgo non è sopravvissuta alla Shoah. È stata assassinata il 26 dicembre 1944 nel campo di concentramento di Ravensbrück.[10][27] |
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QUI ABITAVA
DAVIDE SCHUMANN NATO 1880 ARRESTATO 23.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943 |
Via Graziadio Isaia Ascoli, 25 45°56′56.13″N 13°37′33.96″E / 45.948926°N 13.626101°E |
Davide Schumann nacque il 5 novembre 1864 a Chklow in Bielorussia. Suoi genitori erano Isidoro Schumann e Sara Fleher. Era sposato con Matilde Rechnitzer (vedi sotto). La coppia fu arrestata il 23 novembre 1943 e prima detenuta nella prigione di Gorizia, poi a Trieste. Il 7 dicembre 1943 avvenne la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz, dove entrambi furono assassinati il giorno del loro arrivo, l'11 dicembre 1943, nelle camere a gas del regime nazista.[28] |
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QUI ABITAVA
MATILDE RECHNITZER SCHUMANN NATA 1864 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 |
Via Graziadio Isaia Ascoli, 25 45°56′56.13″N 13°37′33.96″E / 45.948926°N 13.626101°E |
Matilde Rechnitzer Schumann nacque il 26 ottobre 1880 a Zalalövő, Ungheria. Era la figlia di Anna Bruckner e Enrico Rechnitzer. Era sposata con Davide Schumann (vedi sopra). La coppia fu arrestata il 23 novembre 1943 e prima detenuta nella prigione di Gorizia, poi a Trieste. Il 7 dicembre 1943 avvenne la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz, dove entrambi furono assassinati il giorno del loro arrivo, l'11 dicembre 1943, nelle camere a gas del regime nazista.[29] |
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QUI ABITAVA
EMMA PIA MORPURGO VALOBRA NATA 1866 ARRESTATA 23. 11. 1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11. 12. 1943 |
Via Cadorna 34 | Emma Pia Morpurgo Valobra nacque nel 1866 e morì l'11 dicembre del 1943 presso il campo di sterminio di Auschwitz. Fu deportata insieme a sua figlia Elsa il 23 novembre 1943. |
QUI ABITAVA
ELIO MICHELSTAEDTER NATO 1871 ARRSTATO 25.3.1944 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via Vittorio Veneto, parco Basaglia | Elio Michelstaedter nacque a Fiume il 24 aprile 1871 e morì nel 1944. Fu marito di Amelia Pavia e figlio di Isacco Michelstaedter e Anna Camerini. Inizialmente, insieme alla moglie, riuscì a scappare alla prima grande deportazione nazista di Gorizia del 23 novembre 1943 a causa del suo ricovero presso l'ospedale psichiatrico Franco Basaglia. Venne catturato però poco tempo dopo, il 25 marzo 1944. Fu prima incarcerato a Trieste e poi deportato ad Auschwitz dove non sopravvisse alla Shoah. | |
QUI ABITAVA
AMELIA PAVIA MICHELSTAEDTER NATA 15.7.1876 ARRESTATA 25.3.1944 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASINATA |
Via Vittorio Veneto, parco Basaglia | Amelia Pavia Michelstaedter nacque a Gorizia il 15 luglio 1876 e non sopravvisse alla Shoah. Figlia di Giuseppe Pavia e Betty Michelstaedter, si sposò con Elio Michelstaedter. Fu arrestata il 25 marzo 1944 a Gorizia e successivamente trasferita nel carcere di Trieste. Fu poi deportata nel campo di sterminio di Auschwitz dove fu assassinata. | |
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QUI ABITAVA
ELSA VALOBRA NATA 1895 ARRESTATA 25.5.1944 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ DESTINO IGNOTO |
Via Vittorio Veneto, parco Basaglia | Elsa Valobra nacque a Trieste il 16 maggio 1895. era la figlia di Giulio Valobra e Emma Morpurgo. Negli ultimi anni della sua vita, sconvolta in seguito al licenziamento dalla Cassa di Risparmio nel 1938 a seguito delle leggi raziali, fu ospitata all'ospedale psichiatrico di via Vittorio Veneto a Gorizia. Nel 1944 venne catturata dai nazisti tedeschi e deportata in Polonia nel campo di concentramento di Auschwitz, tutta via il suo destino, una volta giunta nel lager, rimane ancora ignoto. |
Gradisca d'Isonzo[modifica | modifica wikitesto]
A Gradisca d'Isonzo sono presenti 4 pietre d'inciampo, tutte posate il 27 gennaio 2022.[30]
Sagrado[modifica | modifica wikitesto]
A Sagrado sono presenti 4 pietre d'inciampo, tutte posate il 27 gennaio 2022.[31]
- Giuseppe Azzan
- Mario Bozzi
- Ubalda Mocchiut
- Vittorio Polentarutti
Savogna d'Isonzo[modifica | modifica wikitesto]
Nel Comune di Savogna d'Isonzo le prime due pietre d'inciampo vengono posate il 26 gennaio 2022, dedicate a Jožef Ferfolja e Peter Uršič.[32]
Immagine | Scritta | Traduzione | Indirizzo | Biografia |
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TUKAJ JE PREBIVAL
JOŽEF FERFOLJA ROJ. 1901 DEPORTIRAN 1944 BUCHENWALD UMORJEN 25.2.1945 |
QUI ABITAVA
JOŽEF FERFOLJA NATO 1901 DEPORTATO 1944 BUCHENWALD ASSASSINATO 25.2.1945 |
Rupa, Via fratelli Rusjan / Ulica bratov Rusjan, 34 |
Jožef Ferfolja | |
TUKAJ JE PREBIVAL
PETER URŠIČ ROJ. 1904 DEPORTIRAN BUCHENWALD UMORJEN 7.2.1945 |
QUI ABITAVA
PETER URŠIČ NATO 1904 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO 7.2.1945 |
Savogna d'Isonzo / Sovodnje ob Soči, Via Primo Maggio / Prvomajska ulica, 22a |
Peter Uršič |
Ronchi dei Legionari[modifica | modifica wikitesto]
A Ronchi dei Legionari sono attualmente presenti 28 pietre d'inciampo, posate tra il 2019 e il 2022.[33] Ronchi è considerato uno degli epicentri più importanti per la resistenza antifascista. Gia l’8 settembre 1943 si costituì la prima formazione partigiana italiana, la Brigata Proletaria. Al 24 maggio 1944, la città è stata colpito da un rastrellamento che, diffuso in tutta la cittadina, coinvolse 68 persone. Alle 5 del mattino arrivarono le truppe tedesche con i loro camion carichi. Arrivarono assieme a repubblichini italiani che fecero parte della famigerata "Banda Collotti" che era nota per la sua crudele battaglia antipartigiana. I camion erano diretti a Vermegliano, verso il centro e nella zona della "Casette". I prigionieri furono caricati al carcere del Coroneo, a Trieste. II 31 maggio 1944 vennero deportati per i lager nazisti. In totale, 158 persone sono state deportate dalla città con solo 8.000 abitanti. Da questi 75 non tornavano.[34]
Nel maggio 2014, una lapide commemorativa è stata collocata dal Comune, in collaborazione con ANPI e ANED.[35] Fine gennaio 2019 sono state collocate dieci pietre d'inciampo nella comune.[36] Erano presenti Mario Sverco e Mario Candotto, due dei quattro sopravvissuti dei lager nazisti.
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
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QUI FU ARRESTATO
DOMENICO CANDOTTO NATO 1886 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 23.11.1944 |
Via Redipuglia (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa) |
Domenico Candotto nacque 1886. Si sposava con Maria Turolo (vedi sotto). La coppia aveva cinque figli. Massimo e Renzo, morti partigiani. Ida e Corinna deportate ad Auschwitz con la madre Maria Turolo. Il figlio minore Mario con il padre Domenico invece furono deportati al campo di concentramento di Dachau dove il padre morì.
Il figlio Mario, Ida e Corinna potevano sopravvivere.[37] |
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QUI FU ARRESTATO
ANGELO GREGORIN NATO 1883 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.9.1944 |
Via Redipuglia (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa) |
Angelo Gregorin, classe 1883, ucciso a Buchenwald. |
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QUI FU ARRESTATO
ANGELO MINIUSSI NATO 1914 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 21.3.1945 |
Piazza Santo Stefano (di fronte alla secolare chiesa) |
Angelo Miniussi nacque a Fogliano il 6 dicembre 1914. Suoi genitori erano Pino Miniussi e Maria Saranz.[38] Aveva almeno una figlia, Angela. Fu arrestato a Vermegliano, deportato in Germania e detenuto al campo di concentramento di Dachau, a Hallack e Markirch. Fu assassinato.[39] |
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QUI FU ARRESTATO
ORLANDO SERAFIN NATO 1921 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO |
Via Redipuglia (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa) |
Orlando Serafin nacque nel 1921. È stato deportato al campo di concentramento di Buchenwald e fu ucciso.
Il 27 gennaio 2012, suo fratello Silvio otteneva una medaglia d'onore in sua memoria, conferita con decreto del Presidente della repubblica.[39] |
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QUI ABITAVA
ARCÙ TARDIVO NATO 1921 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATO 28.6.1944 |
Vermegliano, Viale Garibaldi |
Arcù Tardivo nacque nel 1921. Partecipava nella Resistenza. Aveva almeno due fratelli, Giacomo e Mario. Tutte e tre furono arrestati dai nazisti il 24 maggio del 1944, alle quattro del mattino, dopo una delazione di due partigiani passati al nemico. Fu detenuto nel Carcere Coroneo di Trieste. Insieme ai combattenti Angelo Cenedese e Oliviero De Bianchi fu trasferito alla Risiera di San Sabba il 22 giugno 1944. Lì furono uccisi lo stesso giorni, così come altri combattenti della Resistenza nel Litorale adriatico di origine italiano, sloveno oppure croato.[40]
Entrambi fratelli potevano sopravvivere il regime nazista. Mario Tardivo divenne il presidente del ANED di Ronchi dei Legionari. Mario morì nel 2011, Giacomo nel 2016.[41] |
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QUI ABITAVA
GUGLIELMO TOMASIN NATO 1896 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 9.5.1945 |
Via Brigata Modena |
Guglielmo Tomasin nacque nel 1896. Era sposato e aveva almeno due figli, Valdi (nato nel 1928, vedi sotto) e Maria Pia. Padre e figlio furono arrestati e deportati al campo di concentramento di Dachau. Entrambi furono assassinati dal regime nazista.
Maria Pia Tomasin poteva sopravvivere il regime nazista.[42] |
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QUI ABITAVA
VALDI TOMASIN NATO 1929 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 9.5.1945 |
Via Brigata Modena |
Valdi Tomasin nacque nel 1928. Suo padre era Guglielmo Tomasin (vedi sopra). Aveva una sorella, Maria Pia. Padre e figlio furono arrestati e deportati al campo di concentramento di Dachau. Entrambi furono assassinati dal regime nazista.
La sorella di Valdi Tomasin poteva sopravvivere il regime nazista.[42] |
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QUI FU ARRESTATA
MARIA TUROLO NATA 1890 ARRESTATA 24.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Redipuglia (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa) |
Maria Turolo nacque 1890. Si sposava con Domenico Candotto (vedi sopra). La coppia aveva cinque figli. Mentre il marito e il figlio furono deportati al campo di concentramento di Dachau, Maria Turolo fu deportata ad Auschwitz con le figlie Ida e Corinna. Fu sterminata ad Auschwitz.
Anche il marito fu assassinato. Il figlio Mario e le figlie Ida e Corinna potevano sopravvivere. |
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QUI FU ARRESTATO
GINO ZONTA NATO 1929 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 12.5.1945 |
Piazza Santo Stefano (di fronte alla secolare chiesa) |
Gino Zonta nacque nel 1929. Suo padre era Lodovico Zonta (vedi sotto). Padre e figlio furono arrestati. Mentre il padre fu deportato a Flossenburg, Gino Zonta fu deportato nel campo di concentramento di Dachau. Lì fu assassinato.
Il padre fu assassinato a Flossenbürg. Suo fratello Paolino poteva sopravvivere.[42] |
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QUI FU ARRESTATO
LODOVICO ZONTA NATO 1903 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 4.11.1944 |
Piazza Santo Stefano (di fronte alla secolare chiesa) |
Lodovico Zonta nacque nel 1903. Si sposava e ebbe almeno due figli: Gino (nato 1929) e Paolino. Fu arrestato, deportato nel Campo di concentramento di Flossenbürg e finalmente assassinato dal regime naziste.
Gino fu ucciso a Dachau, Paolino poteva sopravvivere.[42] |
Provincia di Pordenone[modifica | modifica wikitesto]
Budoia[modifica | modifica wikitesto]
A Budoia si trovano 3 pietre d'inciampo, posate tra il 2021 e il 2022.[43][44]
Caneva[modifica | modifica wikitesto]
A Caneva sono state posate 5 pietre d'inciampo, tutte collocate il 21 gennanio 2021
Maniago[modifica | modifica wikitesto]
A Maniago si trovano 3 pietre d'inciampo, tutte collocate il 27 gennaio 2022.[43]
Polcenigo[modifica | modifica wikitesto]
Pordenone[modifica | modifica wikitesto]
A Pordenone si trovano 14 pietre d'inciampo, collocate tra il 2020 e il 2022.[45]
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
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QUI LAVORAVA BRUNO BARZOTTO NATO 1922 ARRESTATO 3.11.1944 DEPORTATO DACHAU LIBERATO MORTO 18.9.1947 |
Via Montereale, 24 | Bruno Barzotto nacque il 15 luglio 1922 a Pasiano. Il padre, Francesco Barzotto, vittima anche lui della deportazione nazi-fascista, era segretario comunale di Pasiano e, in seguito, di altri comuni vicini. A causa di ripetute aggressioni da parte di fascisti, tra i quali il conte Alvise Gozzi e il suo braccio destro Federico Novello, Francesco Barzotto e la sua famiglia furono costretti ad abbandonare Pasiano, dove avevano la loro casa e dove vivevano da 14 anni. La persecuzione fascista lo tormentò ininterrottamente nelle sue peregrinazioni tra le varie sedi comunali.
Nel 1944 Bruno, iscritto all’ultimo anno della facoltà di Medicina e Chirurgia, entrò a far parte della Resistenza (col nome di battaglia “Brenne”). Bruno diede priorità al suo impegno a fianco dei partigiani, per curarli e assisterli, come tirocinante presso l’Ospedale Civile di Pordenone. Fu fatale per Bruno, la morte di Antonio Zanella, “Athos”. che era stato da lui nascosta in una camera riservata per potergli curare clandestinamente una grave ferita. La morte di “Athos” permise ai fascisti di risalire a Bruno. Una denuncia, proveniente da Enrico Gerardi e Amedeo Venturi, ne provocò l’arresto. Il 2 novembre 1944 il fascista Renato Meneghini entrò in ospedale travestito da partigiano per individuare i medici che aiutavano i partigiani. Bruno cadde nel tranelloe fu arrestato e portato alle “Casermette” (ex caserma in via Molinari, adibita a prigione fascista) dove fu torturato per una settimana, senza mai rivelare nulla. Da lì fu incarcerato al “Castello” di Pordenone, con il numero di matricola 2329, e processato. Il 18 novembre Bruno, venne trasferito nel carcere di via Spalato a Udine, in attesa del suo destino. Il 16 dicembre 1944 suo padre Francesco, da tempo conosciuto come antifascista, finì arrestato a sua volta su delazione. A Udine Bruno riuscì ad incontrare suo padre per pochi attimi prima di essere trasferito alla stazione ferroviaria e caricato sul carro bestiame diretto, al campo di sterminio di Dachau. Bruno ritornò da Dachau alla fine della guerra, ma, ammalato di tubercolosi, conseguenza della deportazione, sopravvisse solamente fino al 18 settembre 1947. Dopo la sua morte l’Università degli Studi di Padova gli conferì la Laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia. Inoltre il suo nome è inciso su una grande lapide al Bo, la storica sede dell’Ateneo di Padova, assieme ai nomi di studenti e docenti che raccolsero l’appello del Magnifico Rettore Concetto Marchesi ed entrarono nella Resistenza. |
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QUI ABITAVA
FELICE BET NATO 1928 PARTIGIANO ARRESTATO 7.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN DESTINO SCONOSCIUTO |
Via del Fante, 15 |
Felice Bet, nacque il 16 novembre 1928 a Pordenone.![]() |
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QUI ABITAVA ARTURO BIASUTTI NATO 1905 INTERNATO |
Via Nazario Sauro, 2 | Arturo Biasutti nacque il 19 ottobre 1905 a Torre di Pordenone in via Nazario Sauro n° 9, (oggi via Scipio Slataper). Figlio di Luigi Biasutti e di Maria Angela Furlan, viveva a Torre con i genitori e il fratello, Umberto, avuto dal padre con la precedente moglie, Luigia Del Ben, di cui era rimasto vedovo nel 1902.![]() Le terribili e disumane condizioni di lavoro vissute, aggravate da una situazione igienica precaria e da una inesistente assistenza sanitaria, portarono Arturo Angelo Biasutti a contrarre un’infezione che lo portò alla morte il 1 febbraio 1945. Una volta appresa la tragica notizia, la moglie di Arturo, Regina, si recò in Germania nel vano tentativo di recuperare la salma del marito. Arturo Biasutti venne sepolto al cimitero Friedhof Salgitter. Attualmente le sue spoglie, assieme a quelle di molti altri suoi connazionali, riposano ad Amburgo nel Cimitero Militare Italiano d’Onore dove furono traslate in seguito. |
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QUI INSEGNAVA
TERZO DRUSIN NATO 1913 PARTIGIANO ARRESTATO 2.12.1944 ASSASSINATO 17.12.1944 |
Via Bertossi, 9 |
Terzo Drusin nacque a Manzano (UD), il 28 gennaio 1913, da Antonio Drusin ed Eugenia Passans. Seppur molto bravo a scuola, raggiunta la quarta elementare, dovette abbandonarla per intraprendere la vita da contadino ed aiutare così la famiglia. Dopo 4 anni, in seguito alla perdita di tre dita della mano e all’amputazione della gamba subito sopra il ginocchio, riprese gli studi (mentre stava pulendo la lettiera nella stalla delle mucche,Terzo urò accidentalmente la cartuccia di una mitragliatrice ancora carica: venne subito portato in Ospedale a Cividale, ma la minaccia di un’infezione al midollo osseo, che rischiava una gangrena a causa di una scheggia conficcata nella tibia, spinse i medici ad amputargli una gamba. Il padre decise allora che il figlio avrebbe dovuto tornare a studiare per assicurarsi un lavoro e costruire così il proprio futuro).
Nel 1934, si iscrisse alla Facoltà di Pedagogia alla Cattolica di Milano, dove era nato l’unico movimento cattolico antifascista organizzato, con il nome di Movimento Guelfo di Azione, che portava avanti la propaganda per la lotta al fascismo in nome di principi cristiano-sociali. Finì gli esami universitari nel 1938, ma si laureò solo nel 1940 perché chiamato a coprire uno dei posti lasciati vacanti dopo la mobilitazione generale causata dalla guerra. Dopo aver insegnato lettere a San Pietro al Natisone (UD), il 12 novembre 1943 Drusin si trasferì a Pordenone, in qualità di insegnante di scuola media. Il 10 dicembre, nacque Daniela, avuta da Lea Domenis e sua unica figlia. La sua abitazione a Pordenone si trova in via Grigoletti 14. Scoppiata la guerra, si arruolò nella Brigata Ippolito Nievo come partigiano, ma poco dopo viene catturato a tradimento dalle Brigate Nere, nel vallone di Corva dove lavorava. Per farlo parlare, le Brigate Nere lo prelevarono ogni giorno dal carcere e lo torturano nella casa del fascio, fino alla morte sul ponte di Termeacque, dove, alla confluenza del Meduna con il Livenza, i fascisti lo trucidano e gettano nella acque sottostanti. La salma viene trasportata dal CNL ( Comitato di Liberazione Nazionale) alla casa del fascio , attuale Casa del Popolo; il 23 dicembre vennero celebrati i funerali. Nel 1947, la moglie di Drusin, Lea Domenis, si trasferì in Argentina con la figlia, dopo aver comprato un loculo per la tomba del marito a Pordenone. Due anni dopo, venne assegnata a Drusin la Medaglia d’oro al valore militare. |
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QUI ABITAVA
FRANCESCO FOLLENI GUGLIELMO NATO 1925 PARTIGIANO ARRESTATO 23.12.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN DESTINO SCONOSCIUTO |
Via Niccolò Tommaseo, 8 |
Francesco Folleni Guglielmo, nacque nel 1925 nel comune di Favaro Veneto. Studente di Legge a Bologna, si unì ai partigiani con il nome in codice “Romolo”, nella speranza di contribuire a liberare l’Italia dal Nazifascismo. Non ancora ventenne fu arrestato dalle Brigate Nere nel dicembre del 1944 in seguito ad una delazione, mentre si trovava nella sua abitazione, in Vicolo Niccolò Tommaseo, dove era tornato perché ammalato. Dopo qualche giorno in stato di fermo nel carcere pordenonese, venne deportato nel campo di concentramento austriaco di Mauthausen, da dove scrisse alcune lettere. Poi non si ebbero più alcuna notizia su di lui. |
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QUI ABITAVA
ATTILIO GALLINI NATO 1926 PARTIGIANO ARRESTATO DIC. 1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG, DACHAU LIBERATO MORTO 22.7.1945 |
Piazza XX Settembre, 2 |
Attilio Gallini nacque a Pordenone il 17 marzo 1926, figlio di Giuseppe Gallini risiedette in piazza XX Settembre. Scelse di partecipare alla lotta partigiana arruolandosi nella IV Divisione Osoppo-Friuli 15ª Brigata per concorrere alla lotta antifascista contro la dominazione tedesca. Svolse la sua attività partigiana presso Località Casale sul Sile. Il 25 Novembre 1944 suo fratello minore, Eugenio, di 16 anni viene arrestato dai nazisti e internato nel carcere di Pordenone, due giorni dopo, il 27 Novembre, venne trasferito a Udine. La madre, Nella Botos, chiese al figlio Attilio di intercedere presso il comando di Udine per ottenere la liberazione del figlio in quanto non partigiano. L’intervento ebbe esito positivo ed Eugenio venne liberato. La sorte di Attilio fu invece diversa, prima venne serviziato presso la caserma “Di Prampero” a udine e successivamente deportato al campo di concentramento di Flossenburg, al confine tra Germania e Repubblica Ceca. Il 23 Aprile 1945 il campo fu liberato dalle truppe anglo-americane e Attilio potè rientrare in Italia, ma le condizioni critiche in cui si trovava richiesero il ricovero presso l’ospedale senatoriale di Pordenone, dove a distanza di poco, il 22 luglio 1945 morì per complicazioni all’età di 19 anni. |
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QUI ABITAVA
FRANCO CARLO MARTELLI NATO 1910 PARTIGIANO ARRESTATO 25.11.1944 FUCILATO 27.11.1944 |
Piazza XX Settembre, 2 |
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QUI ABITAVA
VIRGINIO MICHELUZ NATO 1905 PARTIGIANO ARRESTATO 22.11.1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG, DACHAU LIBERATO MORTO GIUGNO 1945 |
Corso Vittorio Emanuele II, 49 |
Virginio Micheluz, nacque il 2 agosto 1905 a Pordenone, luogo nel quale trascorse la maggior parte della sua vita. Figlio di Pietro Micheluz e Maria Rosa Zin, fratello di Yolanda, Luigia, Gastone, Frandina, e Persaide che morì subito dopo la nascita.
Era proprietario di una tabaccheria, lasciatagli dal padre, situata in Via Vittorio Emanuele 44 (PN). Si sposò con Anna Elsa Maranese, con la quale ebbe tre figli: Giampietro Francesco, Pietro Francesco e Gabriele Giovanni Maria Micheluz. Virginio venne accusato di lavorare per i partigiani e venne arrestato il 23 novembre del 1944 alle ore 17.00 dal IV Battaglione fascisti, a disposizione dei tedeschi. Venne trasferito a Udine e successivamente deportato nel campo di concentramento di Flossenbürg. Arrivò il 21 dicembre 1944 ed internato con il numero di matricola 40242. Successivamente decentrato a Hersbruck (sottocampo dipendente da Flossenbürg) il 4 gennaio 1945. Trasferito a Dachau, dove morirà presso l’ospedale americano a Dachau. Le sue spoglie riposano a Monaco di Baviera presso il cimitero militare italiano d’onore. |
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QUI ABITAVA ANTONIO PILAT NATO 1898 INTERNATO KAUFERING (GERMANIA) ASSASSINATO 20.3.1945 |
Via General Cantore, 28 | Antonio Pilat, figlio di Luigi e di Anna Bresin, nacque il 20 maggio 1898 a Pordenone e morì il 20 marzo 1945 a Kaufering (Landsberg am Lech, Baviera), in un campo di lavoro tedesco.
Aveva un fratello (morto a 15 anni) e tre sorelle, Velia (deceduta appena nata), Rina e Romilda, la più giovane. Come molte altre famiglie della zona erano molto poveri. Sposatosi con Isolina Sartor (operaia tessile dei cotonifici), ebbe cinque figli: Romildo Marcello (che portava il nome della zia e di un fratello, non sopravvissuto alla nascita l’anno precedente), Romeo, Pericle, Italo e Maria Luigia. Lavorò come manovale a Tarvisio e a 19 anni, durante la I Guerra Mondiale, fu chiamato alle armi nell’VIII Reggimento Bersaglieri (26 febbraio 1917). Fu richiamato alle armi il 17 maggio 1941 per mobilitazione, come la maggior parte dei suoi coetanei, e nel luglio dello stesso anno venne congedato. Nell’Estratto dal registro degli Atti di Morte risulta che faceva il calzolaio poco prima di essere deportato. Venne arrestato e detenuto nelle Carceri Giudiziarie di Pordenone e da lì, nel ’44, fu trasferito alle Carceri di Udine da dove, dopo 10 giorni, venne inviato al Campo di Internamento di Kaufering. |
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QUI ABITAVA ROMEO PILAT NATO 1926 INTERNATO KAUFERING (GERMANIA) ASSASSINATO 22.5.1945 |
Via General Cantore, 28 | Romeo Pilat nacque il 5 settembre 1926 secondogenito di Antonio Pilat (vedi sopra) ebbe una sorte simile a quella del padre.
Lavorò come meccanico e all'età di 17 anni venne arrestato e detenuto nelle Carceri Giudiziarie di Pordenone e da lì, l’11 maggio del 1944, fu trasferito dal Supremo Commissario tedesco per l’Alto Adriatico alle Carceri Giudiziarie di Tolmezzo. Il 25 settembre 1944 venne internato in Germania, anche lui a Kaufering (Landsberg am Lech, Baviera). Vi morì “per le sofferenze subite” il 22 maggio 1945, tre mesi dopo suo padre. |
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QUI ABITAVALUIGI ANTONIO
SANTAROSSA |
Via Del Fante, 10 | Luigi Antonio Santarossa, figlio di Pietro e di Vittoria Ardit, nacque a Pordenone il 6 agosto 1895: la famiglia, composta anche dal primogenito Giacomo e dalla sorella Antonia, viveva in Via del Fante 10.
Il 21 luglio 1919 sposò Maria Mariuz, da cui non ebbe figli. Luigi Santarossa lavorava come falegname; successivamente si arruolò. Dai pochi documenti rinvenuti nell’Archivio Storico Comunale di Pordenone risulta che nel 1943 si trovava nella Serbia Centrale, prigioniero nel campo di lavoro di Šabac, probabilmente uno dei milioni di lavoratori coatti che lavoravano per l'industria bellica del Reich (circa 1.200.000 di questi erano Italiani). Tale campo divenne poi un campo di concentramento in cui perirono non meno di 7.000 persone. In base alle pochissime notizie che riuscì ad inviare alla famiglia durante la sua detenzione molto probabilmente morì di stenti, come ricorda una delle nipoti (figlia del fratello Giacomo), che vive in Canada: “aveva perso tutti i denti e morì di fame” (2 agosto 1944). Un mese dopo il campo fu liberato dai partigiani. |
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QUI ABITAVA
ESTELLA STEINDLER IN LUGINBUHL NATO 1875 ARRESTATA 4.4.1944 INTERNATA RISIERA DI SAN SABBA DESTINO SCONOSCIUTO |
Viale Grigoletti, 5 |
Estella Steindler in Luginbuhl[46][47] nacque a Trieste il 2 febbraio 1985. Di famiglia ebrea, nel 1904 sposò Emilio Luginbuhl, da cui ebbe due figli: Eros, preside del liceo di Spalato, che morì nel 1943 in seguito ad una rappresaglia, e Sirio, che, deportato in Germania, riuscì a tornare a Pordenone nel 1945.
Il marito era il pastore protestante della comunità di Pordenone e perciò la sua famiglia non risentì delle Leggi Razziali emanate dal governo fascista nel 1938. Dopo la morte del marito nell’aprile del 1942, Estella, quasi settantenne, sperava, nonostante le sue origini ebraiche, di poter trascorrere tranquilla i suoi ultimi anni nella loro abitazione, al n. 5 di Viale Grigoletti. Invece, il 4 aprile 1944, venne organizzato un rastrellamento: nonostante fosse ammalata, a letto, fu portata via, per essere trasferita alla Risiera di San Sabba, per essere poi deportata in Germania. Di lei, però, si persero le tracce: forse morì nel campo triestino oppure nel trasferimento in Germania o in uno nei campi di sterminio nazisti. Di Estella tornò a casa solamente il cappotto che aveva preso prima di uscire di casa, consegnato a sua nuora quando si recò al comando tedesco di Udine per chiedere notizie. |
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QUI ABITAVA ANNIBALE TOFFOLO NATO 1912 INTERNATO TROISDORF (GERMANIA) ASSASSINATO 22.4.1945 |
Via Piave, 13 | Annibale Toffolo nacque il 13 ottobre 1912 a Torre di Pordenone in una famiglia molto numerosa. Abitò in via Piave 13 con il padre Sante, la madre Antonia Pitton e nove tra fratelli e sorelle (alcuni persi in tenera età).
Come si può immaginare, le condizioni di vita in quegli anni erano molto dure, in particolare per una famiglia così numerosa, per cui alcuni di loro lasciarono Pordenone: ad esempio, le sorelle Celeste e Teresa, leggermente più giovani di lui, si trasferirono a Roma e Annibale e suo fratello Riccardo già nel 1942 (a 30 e a 28 anni) emigrarono in Germania, dove lavoravano come operai per un’industria tedesca. Annibale, però non tornò dalla Germania: venne inviato presso il campo di lavoro di Troisdorf, situato nella Germania occidentale, come “lavoratore coatto” dove successivamente morì fucilato il 22 aprile 1945. Le sue spoglie riposano nel cimitero militare italiano d’onore ad Amburgo in Germania. |
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QUI LAVORAVA
ANTO ZILLI NATO 1922 ARRESTATO 22.11.1944 ASSASSINATO 23.11.1944 |
Via Montereale, 24 | Anto Zilli nacque il 9 gennaio 1922 a Fontanafredda.
Era uno studente di Medicina e Chirurgia iscritto al quinto anno presso l’Università degli Studi di Padova, quando il rettore Concetto Marchesi invitò i suoi studenti a prendere parte alla resistenza al nazi-fascismo. Così Anto Zilli, con il nome di “Guido”, divenne partigiano della 5ª Brigata Osoppo. A soli due mesi di distanza, all’alba del 23 dicembre 1944, venne fucilato da un plotone di esecuzione delle SS comandato dal tenente medico Alfred Dörnenburg, a Giais di Aviano. Con lui persero la vita anche Ferruccio Batini Sian, Piero Del Cont Bernard e Amadio Bomben; i loro nomi vengono ricordati sulla lapide di bronzo del monumento alla Resistenza di Piancavallo. Fra il 15 e il 18 dicembre del 1944 erano stati arrestati e incarcerati a Pordenone i familiari di Anto Zilli: il padre, l’ingegnere Guido Zilli, e lo zio Giorgio, che rimasero in carcere dal 15 al 19 dicembre 1944, e la madre, la baronessa austriaca Nelda Weigelsberg. La madre, incarcerata dal 18 dicembre 1944 al 13 gennaio 1945, scoprì durante la detenzione della morte del suo unico figlio. Osservando le date, si può presumere che Anto Zilli si fosse consegnato con il fine di far liberare i suoi familiari, oppure che, appreso della cattura dei propri genitori e dello zio, abbia tentato di raggiungere la sua abitazione per accertarsene, cadendo in un’imboscata nazista. La versione ufficiale nella lapide cimiteriale afferma: “vilmente tradito da spie prezzolate cadde trucidato dal barbaro teutonico invasore”. Anto Zilli viene ricordato sia da una lapide a Palazzo Bo, a Padova, con gli altri studenti e docenti caduti nella Resistenza contro il nazi-fascismo, sia da una lapide presso l’Ospedale Civile di Pordenone. Inoltre gli è stata intitolata la Scuola dell’Infanzia di Fontanafredda per volontà del Comitato di Liberazione Nazionale della zona di Pordenone. Anto Zilli l’11 gennaio 1947 fu proclamato Dottore in Medicina e Chirurgia honoris causa dal rettore Egidio Meneghetti dell’Università degli Studi di Padova. |
Sacile[modifica | modifica wikitesto]
A Sacile si trovano 3 pietre d'inciampo, tutte poste il 29 gennaio 2022.[48]
Provincia di Trieste[modifica | modifica wikitesto]
Muggia[modifica | modifica wikitesto]
A Muggia sono presenti 4 pietre d'inciampo, tutte posate il 27 gennaio 2022.[49][50]
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
---|---|---|---|
QUI ABITAVA
ALDO PETECH NATO 1924 DETENUTO RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATO 22.11.1944 |
Via Dante Alighieri, 1 |
Aldo Petech di Antonio (Muggia, 20 settembre 1924 - Risiera di San Sabba, 22 novembre 1944) | |
QUI ABITAVA
GIUSEPPE GABBIANO NATO 1925 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 31.12.1944 |
Via Dante Alighieri, 15 |
Giuseppe Gabbiano (Muggia, 5 febbraio 1925 - Dachau, 31 dicembre 1944) | |
QUI ABITAVA
CARLO ROBBA NATO 1918 ARRESTATO 7.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 22.9.1944 |
Via D’Annunzio, 7 |
Carlo Robba (Muggia, 11 agosto 1918 - Dachau, 22 settembre 1944) era il figlio di Vittorio Robba. Padre e figlio furono arrestati e deportati insieme. | |
QUI ABITAVA
VITTORIO ROBBA NATO 1879 ARRESTATO 7.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 14.10.1944 |
Via D’Annunzio, 7 |
Vittorio Robba (Muggia, 16 agosto 1879 - Dachau, 14 ottobre 1944) era il padre di Carlo Robba. |
Trieste[modifica | modifica wikitesto]
La prima pietre d'inciampo collocata a Trieste fu dedicata a Carlo Nathan Morpurgo. Si trova proprio davanti alla sinagoga di Trieste. Attualmente a Trieste si trovano 86 pietre d'inciampo: 16 furono posate nel 2018, 13 nel 2019,[51] 21 nel 2020,[52] 13 nel 2021[53][54][55][56] e 22 nel 2022 (20 il 10 gennaio e 2 il 25 gennaio). Le pietre sono state tutte poste su iniziativa del Museo ebraico Carlo e Vera Wagner in collaborazione con il Comune, il CDEC di Milano e l'ANED di Trieste. Le due pietre poste il 25 gennaio 2022 sono state invece collocate per iniziativa della Questura di Trieste e di ANPS.[57][58][59][60][61][62] Il 18 gennaio 2023 posizionata a Triste la prima pietra d'inciampo dedicata ad un rom e sinto italiano.[63]
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
---|---|---|---|
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QUI ABITAVA
ENRICO ALMAGIÀ NATO 1878 ARRESTATO 29.10.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943 |
Piazza Virgilio Giotti, 1 | Enrico Almagià (1878-1943) |
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QUI ABITAVA
ENRICHETTA ALPRON NATA 1866 ARRESTATA 20.2.1944 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Domenico Rossetti, 43 |
Enrichetta Alpron (Trieste, 1866 - Auschwitz, data ignota)[64] |
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QUI ABITAVA
ERNESTO ALPRON NATO 1873 ARRESTATO 20.2.1944 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via Domenico Rossetti, 43 |
Ernesto Alpron (Trieste, 1873 - Auschwitz, data ignota)[65] |
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QUI ABITAVA
DIAMANTINA BARNESTEIN NATA 1897 ARRESTATA 22.10.1943 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via del Toro, 18 |
Diamantina Barnestein nacque a Istanbul nel 1867, secondo la pietra d'inciampo. Non si sa nulla di questa signora, tranne che nel 1944 fu deportata ad Auschwitz e che non tornava mai più.
Nel cimitero ebraico di Trieste c'è una tomba per Stella Barnestein (morta il 10 aprile 1964) e per Daniele Barnestein (morto il 12 ottobre 1977). Sulla lapide Diamantina Barnestein è menzionata in una riga, con l'indicazione che fu deportata nel 1944.[66] |
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QUI ABITAVA
LAZZARO BELLELI NATO 1906 ARRESTATO 19.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via Petronio, 19 |
Lazzaro Belleli nacque a Alessandria d'Egitto il 10 giugno 1906. Era il figlio di Pietro Belleli (nato a Corfù il 27 aprile 1883) e Alessandra Cantoni (nata a Alessandria d'Egitto il 22 aprile 1885). Si sposava con Maria Pugliese. Fu arrestato a Trieste il 19 novembre 1943. il giorno seguente anche la madre e il padre furono arrestati. Tutti e tre furono detenuti nel carcere di Trieste e deportati al campo di sterminio di Birkenau con il convoglio n. 21T, partendo da Trieste il 7 dicembre 1943 e arrivando ad Auschwitz-Birkenau il 11 dicembre 1943. Nessuno di loro è sopravvissuto alla Shoah. Il padre fu assassinato immediatamente dopo la selezione. Della madre e di Lazzaro Belleli non sei sa ne la data ne il luogo dell'omicidio.
Anche lo zio Moisè Belleli (nato a Corfù il 7 settembre 1897), il fratello del suo padre, venne assassinato ad Auschwitz. Il figlio di Moisè, anch'egli chiamato Lazzaro (nato a Trieste il 1º dicembre 1925), fu deportato nel campo di concentramento di Golling. È sopravvissuto. |
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QUI ABITAVA
EUGENIO GIACOBBE BERGER NATO 1867 ARRESTATO 20.8.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Piazza Giotti, 1 45°39′13.64″N 13°46′47.06″E / 45.653788°N 13.77974°E |
Eugenio Giacobbe Berger nacque il 9 settembre 1867 a Pécs in Ungheria. Suoi genitori erano Giulio Berger e Regina Breuer. Dal 1890 visse a Trieste e nel 1921 divenne cittadino italiano. Suo domicilio fu in Via delle Aiuole, 4. Sposò una donna cattolica, Elvira Marcovich (nata il 23 settembre 1870, figlia di Anna Maria Marcovich (nata 1835 a Ragusa) e di Giovanni Ghisoli di Trieste). Sua moglie fu battezzata alla chiesa di Santa Maria Maggiore a Trieste pochi giorni dopo la nascita. La coppia ebbe un figlio, Bruno, nato nel 1905. Il figlio sposò una donna di Smirne, Carola Montanari née Goldstein di cittadinanza italiana dal 1918. Bruno Berger in seguito prese il nome di famiglia di sua moglie. La coppia aveva due figli, Alberto (vedi sotto) e Maura Montanari. La seconda moglie di Eugenio Berger era Adele Rumpler (vedi sotto). Il nipote Alberto Montanari di sette anni (vedi sotto) stava con la coppia quando furono arrestati tutte e tre il 20 agosto 1944 a Venezia. Venivano detenuti alla Risiera di San Sabba e poi deportati al campo di concentramento di Auschwitz. Nessuno di loro è sopravvissuto alla Shoah.[67][68]
Il pronipote Nathan Israel, assessore alla scuola della Comunità ebraica triestina, diceva durante la cerimonia della collocazione: «Oggi si chiude un cerchio non solo per la nostra famiglia ma anche per le generazioni future».[69] |
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QUI LAVORAVA
CARLO CALZI (KALC) NATO 1904 ARRESTATO 10.12.1943 DEPORTATO 1944 DACHAU NATZWEILER-STRUTHOF ASSASSINATO 19.7.1944 |
Via San Maurizio, 8 | Carlo Calzi (Kalc) |
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QUI ABITAVA
DAVIDE CESANA NATO 1916 ARRESTATO 29.10.1944 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ BUCHENWALD MORTO 29.4.1945 |
Via XXX Ottobre, 5 |
Davide Cesana (1916–1945)[70] |
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QUI ABITAVA
GIACOMO CESANA NATO 1914 ARRESTATO 11.6.1944 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ MAUTHAUSEN-GUSEN ASSASSINATO 3.2.1945 |
Via XXX Ottobre, 5 |
Giacomo Cesana (1914–1945)[71] |
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QUI ABITAVA
RACHELE CESANA NATA 1919 ARRESTATA 29.10.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 |
Via XXX Ottobre, 5 |
Rachele Cesana (1919–1943)[72] |
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QUI ABITAVA
GINA DUBINSKY NATA 1918 ARRESTATA 30.11.1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 26.2.1944 |
Via del Monte, 1 |
Regina Selde Dubinsky, detta Gina, nacque a Linz il 17 aprile 1918. Era la figlia di Saul Dubinsky e Ljuba Strilzov (vedi sotto). Tutta la famiglia fu estinta durante la Shoah. Padre e figlia furono arrestati il 30 novembre 1943 e detenuti nel carcere di Macerata. La figlia fu separata dal padre. Venne trasferita al campo di Fossoli e poi deportata al campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio n. 08, partendo da Fossoli il 22 febbraio 1944 ed arrivando ad Auschwitz il 26 febbraio 1944. Lì fu assassinata immediatamente dopo l'arrivo.[73][74]
Anche suoi genitoti furono assassinati nel corso della Shoah. Il padre morì ad Auschwitz, la madre in luogo ignoto. Nel cimitero ebraico di Linz una lapide commemora le tre vittime.[75] |
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QUI ABITAVA
LJUBA STRILZOV DUBINSKY NATA 1887 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via del Monte, 1 |
Ljuba Strilzov Dubinsky nacque a Ekaterinoslav in Russia il 1 giugno 1887. Era la figlia di Abramo Strilzo. Si sposò con Saul Dubinsky (vedi sotto). La coppia aveva almeno una figlia, Gina (vedi sopra). Tutte e tre furono arrestati e deportati. La famiglia non è sopravvissuta alla Shoah. La coppia Dubinsky morì in data ignota. Il marito fu assassinato ad Auschwitz, Ljuba Strilzov in luogo ignoto.[73][76]
La figlia fu assassinata dal regime nazista ad Auschwitz 26 febbraio 1944. Nel cimitero ebraico di Linz una lapide commemora le tre vittime della Shoah.[77] |
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QUI ABITAVA
SAUL DUBINSKY NATO 1885 ARRESTATO 30.11.1943 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via del Monte, 1 |
Saul Dubinsky nacque a Poltava in Ucraina il 25 agosto 1885. Suoi genitori erano Davide Dubinski e Ljuba Gleichenghans. Si sposò con Ljuba Strilzov (vedi sopra). La coppia aveva almeno una figlia, Gina (vedi sopra). Padre e figlia furono arrestati il 30 novembre 1943 e detenuti nel carcere di Macerata. La figlia fu separata dal padre e trasferita al campo di Fossoli. Venne deportata al campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio n. 08, partendo da Fossoli il 22 febbraio 1944 ed arrivando ad Auschwitz il 26 febbraio 1944. La figlia fu assassinata dal regime nazista ad Auschwitz al giorno dell'arrivo. Saul Dubinsky fu deportato ad Auschwitz con il convoglio n. 09, partendo da Macerata il 5 aprile 1944 ed arrivando ad Auschwitz il 10 aprile 1944. Lì morì in data ignota.[78]
Anche la moglie non è sopravvissuta alla Shoah. Morì in data ignota, in luogo ignoto.[73] Nel cimitero ebraico di Linz una lapide commemora le tre vittime della Shoah.[77] |
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QUI ABITAVA
LUCIA ELIEZER NATA 1925 ARRESTATA 2.2.1945 DEPORTATA RAVENSBRÜCK BERGEN-BELSEN LIBERATA |
Via del Ponte, 7 | Lucia Eliezer (1925-)[79] |
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QUI ABITAVA
ROBERTO MOISÈ FINZI NATO 1881 ARRESTATO 19.3.1944 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 23.5.1944 |
Via Carlo Ghega, 3 |
Robert Moisè Finzi (1881–1944)[80] |
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QUI ABITAVA
ADELE GENTILOMO FINZI NATA 1883 ARRESTATA 19.3.1944 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 23.5.1944 |
Via Carlo Ghega, 3 |
Adele Gentilomo Finzi (1883–1944)[81] |
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QUI ABITAVA
VINCENZO GIGANTE NATO 1901 ARRESTATO 21.9.1944 DETENUTO CARCERE DEL CORONEO RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATO 22.11.1944 |
Via Antonio Pacinotti, 5 | Vincenzo Gigante (1901–1944) |
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QUI ABITAVA
ALBERTO GOETZL NATO 1877 ARRESTATO 29.10.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943 |
Via Udine, 22 | Alberto Goetzl |
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GIUSEPPE
GOLDSCHMIED NATO 1861 ARRESTATO 6.10.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 1944 |
Via Santa Caterina, 7 | Giuseppe Goldschmied (1861-1944) |
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QUI ABITAVA
LIVIO OLDSCHMIED NATO 1913 ARRESTATO 29.2.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 1944 |
Via Santa Caterina, 7 | Livio Goldschmied (1913-1944) |
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SAMUELE
GOLDSCHMIED NATO 1864 ARRESTATO 6.10.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 1944 |
Via Santa Caterina, 7 | Samuele Goldschmied (1864-1944) |
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QUI ABITAVA
ADA FRANKEL GOLDSCHMIED NATA 1889 ARRESTATA 29.2.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 10.4.1944 |
Via Santa Caterina, 7 | Ada Frankel Goldschmied (1889-1944) |
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STEFY
GOLDSCHMIED ERBER NATA 1886 ARRESTATA 15.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 31.12.1944 |
Via Santa Caterina, 7 | Stefy Goldschmied Erber (1886-1944) |
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PAOLA ROSENTHAL
GOLDSCHMIED NATA 1870 ARRESTATA 6.11.1944 DEPORTATA DESTINO SCONOSCIUTO |
Via Santa Caterina, 7 | Paola Rosenthal Goldschmied (1870-1944/45) |
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QUI LAVORAVA
FRANCESCO GREGORI (GRGIČ) NATO 1905 ARRESTATO 10.12.1943 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 26.4.1945 |
Via San Maurizio, 8 | Francesco Gregori (Grgič) (1905-1945) |
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QUI ABITAVA
GISELLA HAFFNER NATA 1876 ARRESTATA 20.1.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 2.2.1944 |
Via Filzi, 17 |
Gisella Haffner era la figlia di Giacomo Haffner e Emilia Forti. Nacque in Ungheria a Jászberény il 28 aprile 1876. Fu arrestata a Trieste il 20 gennaio 1944, detenuta nella risiera di San Sabba a Trieste e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio n. 23T, partendo da Trieste al 28 gennaio 1944 e arrivando ad Auschwitz il 2 febbraio 1944. Non è sopravvissuta alla Shoah. Fu assassinata immediatamente dopo il suo arrivo.[82] |
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QUI ABITAVA
ELISA HERING NATA 1902 ARRESTATA 23.10.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Salita al Promontorio, 19 | Elisa Hering (Trieste, 1902 – Auschwitz, data ignota)[83] |
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QUI ABITAVA
VITTORIO HERING NATO 1906 ARRESTATO 28.10.1944 DEPORTATO 1945 RAVENSBRÜCK DACHAU LIBERATO |
Salita al Promontorio, 19 | Vittorio Hering (Trieste, 1906 – )[84] |
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QUI ABITAVA
ANNA ISRAEL ISRAEL NATA 1915 ARRESTATA 26.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Ruggero Timeus, 14 | Anna Israel Israel (1915–um 1944) |
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QUI ABITAVA
DANIELE ISRAEL NATO 1910 ARRESTATO 30.12.1943 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via Giulia, 26 | Daniele Israel (1910–1944) |
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QUI ABITAVA
ISACCO GINO ISRAEL NATO 11.8.1942 ARRESTATO 26.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via Ruggero Timeus, 14 | Isacco Gino Israel (1942–1943, 1944 o 1945) |
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QUI ABITAVA
LUCIA ISRAEL CESANA NATA 1889 ARRESTATA 29.10.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 |
Via XXX Ottobre, 5 |
Lucia Israel Cesana (1889–1943)[85] |
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QUI ABITAVA
DIAMANTINA ISRAEL MISAN NATA 1913 ARRESTATA 26.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Piazza Cavana, 6 |
Diamantina Israel Misan[1] (Trieste, 1913 – Auschwitz, data ignota) |
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QUI ABITAVA
GIUSEPPINA JESURUM NATA 1869 ARRESTATA 2.11.1943 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 12.1.1944 |
Piazza Virgilio Giotti, 1 | Giuseppina Jesurum (1869–1944) |
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QUI ABITAVA
MARIO LEVI NATO 1885 ARRESTATO 4.6.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via Bartolomeo Biasoletto, 18 | Mario Levi (1885-1944/45) |
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QUI ABITAVA
ALBERTO LEVI NATO 1876 ARRESTATO 10.6.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 25.6.1944 |
Via dell'Eremo, 71 | Alberto Levi (1876-1944) |
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QUI ABITAVA
SAMUELE LEVI NATO 1903 ARRESTATO 20.6.1944 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ DACHAU - KAUFERING ASSASSINATO 19.3.1945 |
Via della Cattedrale, 14 | Samuele Levi (1903-1945) |
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QUI ABITAVA
ENRICO LÖWY NATO 1876 ARRESTATO 8.8.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 1944 |
Via Petrarca, 5 |
Enrico Löwy nacque a Trieste l' 8 marzo 1876. Era il figlio di Edoardo Loewy e Marianna Brisciak. Coniugato con Ernesta Majonica. La coppia aveva almeno una figlia, Lidia, nata nel 1901. Fu arrestato a Trieste l'8 agosto 1944 e detenuto nella risiera di San Sabba. Fu deportato nel campo di sterminio di Auschwitz. Non è sopravvissuto alla Shoah.[86]
Anche sua figlia fu assassinata dal regime nazista. Morì il 3 dicembre 1944 ad Auschwitz. |
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QUI ABITAVA
LIDIA LÖWY NATA 1901 ARRESTATA 21.6.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 3.12.1944 |
Via Petrarca, 5 |
Lidia Löwy nacque a Trieste l' 8 dicembre 1901. Era la figlia di Enrico Löwy e Ernesta Majonica. Fu arrestata a Trieste il 21 giugno 1944 e detenuta nella risiera di San Sabba. Fu deportato nel campo di sterminio di Auschwitz. Non è sopravvissuta alla Shoah. Fu assassinata il 3 dicembre 1944 ad Auschwitz.[87]
Anche suo padre fu assassinata dal regime nazista. |
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QUI ABITAVA
FANNI LUST NATA 1903 ARRESTATA 29.10.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 |
Via San Francesco, 30 | Fanni Lust (1903–1943) |
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QUI ABITAVA
BICE ROSSI MAESTRO NATA 1879 ARRESTATA 28.7.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 3.8.1944 |
Via Palladio, 1 |
Bice Rossi Maestro (Venezia, 1879 – Auschwitz, 1944) era la figlio di Pellegrino Rossi e Estella Maestro. Aveva almeno un fratello, Gino Rossi (nato a Venezia il 18 agosto 1884). Si sposava con Salomone Akivà Maestro (vedi sotto). La coppia anziana fu arrestata a Padova il 28 luglio 1944 e detenuta nella Risiera di San Sabba a Trieste. Sono stati deportati al campo di sterminio di Birkenau con il convoglio n. 33T, partendo da Trieste il 31 luglio 1944 e arrivando ad Auschwitz-Birkenau il 3 agosto 1944. Non sono sopravvissuti alla Shoah. Immediatamente dopo l'arrivo furono assassinati.[88]
Tre giorni dopo la sua sorella arrivò anche Gino Rossi ad Auschwitz, con il convoglio da Torino. Anche lui fu assassinato immediatamente dopo l'arrivo in una camera a gas.[89] |
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QUI ABITAVA
GUIDO MAESTRO NATO 1875 ARRESTATO 28.7.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 3.8.1944 |
Via Valdirivo, 42 |
Guido Maestro nacque a Fiume il 28 ottobre 1875. Era il figlio di Michele Maestro e Anna Janni. Si sposava con Vittoria Tommasini. Fu arrestato a Padova (Padova). Fu detenuto nella Risiera di San Sabba a Trieste. Venne deportato nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio n. 33T, partendo da Trieste il 31 luglio 1944 e arrivando ad Auschwitz il 3 agosto 1944. Non è sopravvissuto alla Shoah. È stato assassinato immediatamente dopo la selezione al giorno del suo arrivo.[90] |
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QUI ABITAVA
SALOMONE CARLO MAESTRO NATO 1866 ARRESTATO 28.7.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 3.8.1944 |
Via Palladio, 1 |
Salomone Akivà Maestro detto Carlo nacque a Fiume il 19 settembre 1866. Suoi genitori erano Netaniel Maestro e Giulia Maestro. Si sposava con Bice Rossi (vedi sopra). La coppia anziana fu arrestata a Padova il 28 luglio 1944 e detenuta nella Risiera di San Sabba a Trieste. Sono stati deportati al campo di sterminio di Birkenau con il convoglio n. 33T, partendo da Trieste il 31 luglio 1944 e arrivando ad Auschwitz-Birkenau il 3 agosto 1944. Non sono sopravvissuti alla Shoah. Immediatamente dopo l'arrivo furono assassinati.[91] |
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QUI ABITAVA
ERNESTO MARCHERIA NATO 1898 ARRESTATO 3.11.1943 DEPORTATO 1943 ASSASSINATO 2.5.1944 AUSCHWITZ |
Piazza della Borsa, 4 45°38′59.68″N 13°46′10.87″E / 45.649912°N 13.769687°E |
Ernesto Marcheria, secondo CDEC Marcaria, nacque il 23 marzo 1898 a Trieste. Era il figlio di Giacomo Marcaria e Ida Marcaria. Divenne macellaio e si sposò con Anna Nacson (vedi sopra). La coppia aveva quattro figli, prima due ragazzi, Giacomo e Raffaele, poi due ragazze, Ida e Stella (tutti vedi sotto). Tutta la famiglia fu arrestata innocentemente a Trieste il 3 novembre 1943. Venivano detenuti al carcere di Trieste. Il 7 dicembre 1943 tutta la famiglia fu deportata nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio n. 21T. Il treno raggiungeva la sua destinazione al 11 dicembre 1943. Ernesto Marcheria otteneva il numero di matricola 168010. Non è sopravvissuto alla Shoah. Fu assassinato dal regime nazista il 2 maggio 1944.
Anche la moglie e il figliolo Raffaele furono assassinati. Gli altri tre figli potevano sopravvivere.[92][93] |
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QUI ABITAVA
GIACOMO MARCHERIA NATO 1926 ARRESTATO 3.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ DACHAU LIBERATO |
Piazza della Borsa, 4 45°38′59.68″N 13°46′10.87″E / 45.649912°N 13.769687°E |
Giacomo Marcheria, secondo CDEC Marcaria, nacque a Trieste il 21 ottobre 1926. Era il figlio di Ernesto Marcheria e Anna Nacson. Aveva due sorelle e un fratell. Fu arrestata il 3 novembre 1943 a Trieste insieme con tutta la famiglia e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio del 7 dicembre 1943 partito da Trieste. Otteneva il numero di matricola 70412. È sopravvissuta alla Shoah cosí come le sorelle.[94][95]
I genitori ed il fratello Raffaele sono stati assassinati ad Auschwitz. |
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QUI ABITAVA
IDA MARCHERIA NATA 1929 ARRESTATA 3.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ RAVENSBRÜCK LIBERATA |
Piazza della Borsa, 4 45°38′59.68″N 13°46′10.87″E / 45.649912°N 13.769687°E |
Ida Marcheria, secondo CDEC Marcaria, nacque a Trieste il 13 agosto 1929. Era la figlia di Ernesto Marcheria e Anna Nacson. Aveva una sorella e due fratelli. Fu arrestata il 3 novembre 1943 a Trieste insieme con tutta la famiglia e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio del 7 dicembre 1943 partito da Trieste. Otteneva il numero di matricola 70412. È sopravvissuta alla Shoah cosí come la sorella e uno dei fratelli.[96][97]
I genitori ed il fratello Raffaele sono stati assassinati ad Auschwitz. |
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QUI ABITAVA
RAFFAELE MARCHERIA NATO 1927 ARRESTATO 3.11.1943 DEPORTATO 1943 ASSASSINATO AUSCHWITZ |
Piazza della Borsa, 4 45°38′59.68″N 13°46′10.87″E / 45.649912°N 13.769687°E |
Raffaele Marcheria, secondo CDEC Marcaria, nacque il 19 dicembre 1927 a Trieste. Era il figlio di Ernesto Marcheria e di Anna Nacson (vedi sopra). Aveva un fratello maggiore, Giacomo (vedi sopra), e due sorelle minore, Ida (vedi sopra) e Stella (vedi sotto). Tutta la famiglia fu arrestata innocentemente a Trieste il 3 novembre 1943. Venivano detenuti al carcere di Trieste. Il 7 dicembre 1943 tutta la famiglia fu deportata nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio n. 21T. Il treno raggiungeva la sua destinazione al 11 dicembre 1943. Raffaele Marcheria otteneva il numero di matricola 168012. Non è sopravvissuto alla Shoah. Fu assassinato dal regime nazista il 1 maggio 1944.[98][99]
Anche i genitori furono assassinati ad Auschwitz. Il fratello e le sorelle potevano sopravvivere. |
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QUI ABITAVA
STELLA MARCHERIA NATA 1930 ARRESTATA 3.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ RAVENSBRÜCK LIBERATA |
Piazza della Borsa, 4 45°38′59.68″N 13°46′10.87″E / 45.649912°N 13.769687°E |
Stella Marcheria, secondo CDEC Marcaria, nacque a Trieste il 14 dicembre 1930. Era la figlia di Ernesto Marcheria e Anna Nacson. Aveva una sorella e due fratelli. Fu arrestata il 3 novembre 1943 a Trieste insieme con tutta la famiglia e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio del 7 dicembre 1943 partito da Trieste. Otteneva il numero di matricola 70413. È sopravvissuta alla Shoah cosí come la sorella e uno dei fratelli.[100][101]
I genitori ed il fratello Raffaele sono stati assassinati ad Auschwitz. |
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QUI LAVORAVA
ANGELO MATTEONI NATO 1908 ARRESTATO 10.12.1943/ DEPORTATO 1944 DACHAU MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.4.1945 |
Via San Maurizio, 8 | Angelo Matteoni |
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QUI ABITAVA
ELDA MAYER GREGO ROMANELLI NATA 1885 ARRESTATA 30.11.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Domenico Rossetti, 17 | Elda Mayer Grego Romanelli (1885–1943/45) |
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QUI ABITAVA
ALBERTO MONTANARI NATO 1936 ARRESTATO 20.8.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Piazza Giotti, 1 45°39′13.64″N 13°46′47.06″E / 45.653788°N 13.77974°E |
Alberto Montanari nacque il 10 novembre 1936 a Trieste. Suoi genitori, Bruno Montanari e Carola Goldstein, pensavono che fosse più sicuro per Alberto di vivere con la nonna ed il nonno a Venezia. Nonostante la vecchia coppia, Eugenio Giacobbe Berger (vedi sopra) ed Adele Rumpler Berger (vedi sotto), fu arrestata insieme al ragazzo il 20 agosto 1944. Venivano detenuti alla Risiera di San Sabba e poi deportati al campo di concentramento di Auschwitz. Nessuno dei tre è sopravvissuto alla Shoah.[102]
La vita dei genitori e della sorella Maura fu salvata grazie all'aiuto della famiglia Ordan che gli nascondevano.[103] |
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QUI LAVORAVA
CARLO NATHAN MORPURGO NATO 1890 ARRESTATO 20.1.1944 DEPORTATO ASSASSINATO 4.11.1944 AUSCHWITZ |
Via San Francesco, 19 (davanti alla Sinagoga) 45°39′12.39″N 13°46′46.91″E / 45.653442°N 13.779698°E |
Carlo Nathan Morpurgo era il figlio di Giacomo Morpurgo e Giuseppina Gentilli. Nacque a Trieste il 24 agosto 1890. Fu arrestato il 20 gennaio 1944 a Trieste, prima detenuto al carcere di Trieste e poi deportato il 2 settembre 1944 al campo di sterminio di Auschwitz. Lì arrivo cinque giorni dopo e lì fu assassinato dal regime Nazista al 4 novembre 1944.[104]
Nella cerimonia durante la posa della pietra d'inciampo, Mauro Tabor diceva: "Morpurgo pagò con la vita l’aver aiutato i meno fortunati. Che il suo esempio sia luminoso oggi che i politici italiani rispolverano la parola “razza”". Il coro della scuola primaria Morpurgo intonava il canto salmico “Gam Gam”.[105] Sempre nel 2018, l'architetto Andrea Morpurgo ha pubblicato un catalogo in inglese e sloveno col titolo Morpurgi, i discendenti degli ebrei di Maribor. Fu edito dal centro per il patrimonio culturale ebraico a Maribor.[106] |
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QUI LAVORAVA
GIUSEPPE MOSETTI (MOZETIČ) NATO 1901 ARRESTATO 10.12.1943 DEPORTATO 1944 DACHAU NATZWEILER-STRUTHOF DACHAU MORTO 24.5.1945 |
Via San Maurizio, 8 | Giuseppe Mosetti (Mozetič) |
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QUI ABITAVA
MARCO MOISE MUSTACCHI NATO 1916 ARRESTATO 9.6.1944 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ SACHSENHAUSEN LANDSBERG AM LECH KAUFERING - DACHAU MORTO 15.5.1945 |
Via del Trionfo, 3 |
Marco Moisè Mustacchi, detto Keto oppure Da Marchetto, nacque a Trieste il 28 luglio 1916 da una famiglia ebrea di Corfù. Suoi genitori erano Sabato Mustacchi e Stameta Nacson. Era coniugato con Tina Sara Raseni. Fu arrestato dai nazisti a Trieste il 9 giugno 1944. Venne detenuto prima in un posto della polizia fascista, poi al Carcere del Coroneo di Trieste. Fu deportato al campo di concentramento di Auschwitz il 21 giugno 1944. Arrivò dopo cinque giorni e sopravvisse la selezione, per fare lavori forzarti. Fu trasferito al campo di concentramento di Sachsenhausen nel agosto dello stesso anno. Sua matricola lì era 111244. Il 14 novembre 1944 fu trasferito di nuovo, questa volta al campo di concentramento di Dachau. Lì, sua matricola era 127948. Dopo tre giorni fu mandato a Kaufering 11, un sottocampo di Dachau nei pressi di Landsberg am Lech, dove le condizioni di lavoro erano inumane. La mancanza di vestiti e di cibo e la catastrofica situazione abitativa facevano sì che molti dei detenuti si ammalino e muoiano. Anche Marco Moise Mustacchi divenne molto malato. Ha ancora sperimentato la liberazione del campo da parte delle truppe americane, ma morì il 15 maggio 1945.[107]
Fu prima sepolto nel Cimitero comunale di Dachau, tomba n. 104. Pero fu riesumato e traslato al Cimitero militare italiano di Monaco di Baviera (Waldfriedhof) l'8 novembre 1957, riquardo 4, fila 9, tomba 39. |
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QUI ABITAVA
ELIA NACSON NATO 1922 ARRESTATO 30.11.1943 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO 7.5.1944 |
Via Gabriele Foschiatti, 11 | Elia Nacson (1922–1944) |
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QUI ABITAVA
REBECCA ENRICHETTA NACSON NATA 1900 ARRESTATA 2.6.1944 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ LIBERATA |
Via Giulia, 26 | Rebecca Enrichetta Nacson (1900-) |
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QUI ABITAVA
STELLA NACSON BISSON NATA 1891 ARRESTATA 30.12.1943 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 7.9.1944 |
Via Giulia, 26 | Stella Nacson Bisson (1891-1944) |
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QUI ABITAVA
ANNA NACSON MARCHERIA NATA 1903 ARRESTATA 3.11.1943 DEPORTATA 1943 ASSASSINATA 11.12.1943 AUSCHWITZ |
Piazza della Borsa, 4 45°38′59.68″N 13°46′10.87″E / 45.649912°N 13.769687°E |
Anna Nacson Marcheria, secondo CDEC Marcaria, nacque il 22 dicembre 1903 a Corfù in Grecia. Era la figlia di Raffaele Nacson e Stella Dente. Coniugata con Ernesto Marcaria (vedi sotto). La coppia aveva quattro figli, i ragazzi Giacomo e Raffaele, le ragazze Ida e Stella (tutti vedi sotto). Tutta la famiglia fu arrestata a Trieste il 3 novembre 1943. Venivano detenuti al carcere di Trieste. Il 7 dicembre 1943 tutti furono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio n. 21T. Il treno raggiungeva la sua destinazione all'11 dicembre 1943. Ernesto Marcheria otteneva il numero di matricola 168010. Non è sopravvissuta alla Shoah. Fu assassinato dal regime nazista in data ignoto.
Anche il marito e il figlio Raffaele furono assassinati. Gli altri tre figli potevano sopravvivere.[108][109] |
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QUI ABITAVA
DARIO DAVID OSMO NATO 1901 ARRESTATO 31.1.1944 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via della Madonna del Mare, 19 | Dario David Osmo (1901-1944/45) |
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QUI FU PER SERVIZIO
GIOVANNI PALATUCCI NATO 1909 ARRESTATO FIUME DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 10.2.1945 |
Via Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, 2 (Questura di Trieste) |
Commissario Giovanni Palatucci (1909-1945) |
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QUI ABITAVA
GINO PARIN (POLLACK) NATO 1876 ARRESTATO DEPORTATO 1944 BERGEN-BELSEN ASSASSINATO 9.6.1944 |
Via di Torre Bianca, 22 |
![]() Era sposato con l'artista Ella Auler (1875-1972). La coppia aveva un figlio, Edgar Parin d'Aulaire (1898-1986). Si separavano quando il figlio aveva sei anni. Il figlio emigrava negli Stati Uniti già negli anni 1920 e divenne un illustratore per libri per bambini. |
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QUI LAVORAVA
FRANCESCO RAUBER NATO 1900 ARRESTATO 10.12.1943 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 30.12.1944 |
Via San Maurizio, 8 | Francesco Rauber |
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QUI ERA IN SERVIZIO
FELICIANO RICCIARDELLI NATO 1898 ARRESTATO 4.1.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU LIBERATO |
Via Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, 2 (Questura di Trieste) |
Commissario Feliciano Ricciardelli (Montemarano, 1898 - Trieste, 1968)[111] |
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QUI ABITAVA
ADELE RUMPLER BERGER NATA 1879 ARRESTATA 20.8.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Piazza Giotti, 1 45°39′13.64″N 13°46′47.06″E / 45.653788°N 13.77974°E |
Adele Rumpler Berger nacque il 13 febbraio 1879 a Budišov, oggi situato nella Repubblica Ceca. Suoi genitori erano Salomone Rumpler e Sofia Knoepfelmacher. Divenne la seconda moglie di Eugenio Berger (vedi sopra). Il nipote Alberto Montanari di sette anni (vedi sopra) stava con la coppia quando furono arrestati tutte e tre il 20 agosto 1944. Venivano detenuti alla Risiera di San Sabba e poi deportati al campo di concentramento di Auschwitz. Nessuno di loro è sopravvissuto alla Shoah.[68][112] |
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QUI ABITAVA
ZOE RUSSI NATA 1905 ARRESTATA 12.11.1943 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Roma, 17 |
Zoe Russi (1905–1944/45)[113] |
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QUI ABITAVA
ABRAMINO SALONICCHIO NATO 1896 ARRESTATO 24.11.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Largo Ugo Mioni, 1 | Abramino Salonicchio (1896–1943/45) |
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QUI ABITAVA
SARINA SALONICCHIO VIVANTE NATA 1891 ARRESTATA 6.11.1944 DEPORTATA 1945 RAVENSBRÜCK MORTA 15.4.1945 BERGEN-BELSEN |
Piazza Cavana, 3 45°38′54.37″N 13°46′01.44″E / 45.648436°N 13.767066°E |
Sarina Salonicchio Vivante nacque nel 1891 a Corfù. Il nome di battesimo varia tra Sarina ed Alessandra. Suoi genitori erano Moisè ed Ester Salonicchio. Aveva almeno una sorella, Lucia (nata 1887), e due fratelli, Salomone (nato 1893) e Abramo (nato 1896). Sposava il Zaccaria Vivante. La coppia aveva cinque bambini (vedi sotto): Moisé, Giulia, Ester, Enrichetta ed Diamantina. Fu arrestata a Trieste nel giugno 1944, gettata nel carcere di Trieste e deportata con il convoglio n. 43T nel campo di concentramento di Ravensbrück. Il trasporto partiva il 24 febbraio 1945 e arrivò il 17 marzo 1945. Non è sopravvissuta alla Shoah, fu assassinata il 15 aprile 1945.
La madre e tutti i fratelli furono assassinati ad Auschwitz. Quattro dei cinqui figli furono assassinati. Solo il marito e la figlia più giovane, Diamantina, potevano sopravvivere.[114] |
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QUI ABITAVA
ALLEGRA ACCO SEMO NATA 1895 ARRESTATA 4.12.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Giuseppe Vidali, 8 | Allegra Acco Semo |
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QUI ABITAVA
ANNA ANITA SEMO NATA 1930 ARRESTATA 4.12.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Giuseppe Vidali, 8 | Anna Anita Semo |
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QUI ABITAVA
ESTER SEMO NATA 1927 ARRESTATA 4.12.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Giuseppe Vidali, 8 | Ester Semo (1927–1943, 1944 o 1945) |
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QUI ABITAVA
GIULIANA LILLY SEMO NATA 1923 ARRESTATA 4.12.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Giuseppe Vidali, 8 | Giuliana Lilly Semo (1923–1943, 1944 o 1945) |
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QUI ABITAVA
LEONE SEMO NATO 1887 ARRESTATO 4.12.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943 |
Via Giuseppe Vidali, 8 | Leone Semo (1887–1943) |
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QUI ABITAVA
LINA STEINDLER REVERE NATA 1866 ARRESTATA 19.12.1943 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 12.1.1944 |
Via Cesare Battisti, 26 | Lina Steindler Revere (1866–1944) |
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QUI ABITAVA
ERMENEGILDA TEDESCHI LUST NATA 1867 ARRESTATA 29.10.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 9.12.1943 DURANTE IL TRASPORTO |
Via San Francesco, 30 | Ermenegilda Tedeschi Lust (1867–1943) |
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QUI ABITAVA
CLEMENTINA TOSI PAGANI NATA 1884 ARRESTATA 29.4.1944 DETENUTA CARCERE DEL CORONEO RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATA 26.9.1944 |
Via Ireneo della Croce, 5 | Clementina Tosi Pagani (1884–1944) |
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QUI ABITAVA
DIAMANTINA VIVANTE NATA 1928 ARRESTATA 6.11.1944 DEPORTATA 1945 RAVENSBRÜCK BERGEN-BELSEN LIBERATA |
Piazza Cavana, 3 45°38′54.37″N 13°46′01.44″E / 45.648436°N 13.767066°E |
Diamantina Vivante nacque il 8 ottobre 1928 a Trieste. Era la figlia di Zaccaria Vivante e di Sarina Salonicchio (vedi sopra). Aveva tre sorelle ed un fratello, Moisè (vedi sotto). Fu arrestata a Trieste il 6 novembre 1944 e detentuta al carcere di Trieste. Il 24 febbraio 1945 venne deportata con il convoglio n. 43T al campo di concentramento di Ravensbrück dove arrivò il 17 marzo 1945. È sopravvissuta alla Shoah e fu liberata al campo di concentramento di Bergen-Belsen il 15 aprile 1945.[115]
Sua madre, sua nonna, un fratelli, tre sorelle e due zii furano tutti ammazzati dal regime Nazista durante l'Olocausto. Poteva soprravivere il padre, che morì nel 1958. |
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QUI ABITAVA
ENRICHETTA VIVANTE NATA 1921 ARRESTATA 6.11.1944 DEPORTATA 1945 RAVENSBRÜCK MORTA 15.4.1945 BERGEN-BELSEN |
Piazza Cavana, 3 45°38′54.37″N 13°46′01.44″E / 45.648436°N 13.767066°E |
Enrichetta Vivante nacque il 12 maggio 1921 a Trieste. Era la figlia di Zaccaria Vivante e di Sarina Salonicchio (vedi sopra). Aveva tre sorelle, Giulia, Ester (vedi sotto) e Diamantina (vedi sopra) ed un fratello, Moisè (vedi sotto). Fu arrestata a Trieste il 6 novembre 1944 e detentuta al carcere di Trieste. Il 24 febbraio 1945 venne deportata con il convoglio n. 43T al campo di concentramento di Ravensbrück dove arrivò il 17 marzo 1945. Morì lí il 15 aprile 1945, pochi giorni prima della liberazione.[116]
Anche sua madre, sua nonna, un fratelli, due sorelle e due zii furano assassinati dal regime Nazista durante l'Olocausto. Potevano soprravivere il padre, che morì nel 1958, e la sorella minore, Diamantina. |
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QUI ABITAVA
ESTER VIVANTE NATA 1918 ARRESTATA 6.11.1944 DEPORTATA 1945 RAVENSBRÜCK MORTA 4.6.1945 BERGEN-BELSEN |
Piazza Cavana, 3 45°38′54.37″N 13°46′01.44″E / 45.648436°N 13.767066°E |
Ester Vivante nacque il 12 febbraio 1918 a Trieste. Era la figlia di Zaccaria Vivante e di Sarina Salonicchio (vedi sopra). Aveva tre sorelle, Giulia (vedi sotto), Enrichetta e Diamantina (vedi sopra) ed un fratello, Moisè (vedi sotto). Fu arrestata a Trieste il 6 novembre 1944, insieme alle sorelle, e detentuta al carcere di Trieste. Il 24 febbraio 1945 venne deportata con il convoglio n. 43T al campo di concentramento di Ravensbrück dove arrivò il 17 marzo 1945. Morì lí il 4 giugno 1945, un mese e cinque giorni dopo la liberazione.[117]
Anche sua madre, sua nonna, un fratelli, due sorelle e due zii furano assassinati dal regime Nazista durante l'Olocausto. Potevano soprravivere il padre, che morì nel 1958, e la sorella minore, Diamantina. |
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QUI ABITAVA
GIULIA VIVANTE NATA 1916 ARRESTATA 6.11.1944 DEPORTATA 1945 RAVENSBRÜCK MORTA 30.4.1945 BERGEN-BELSEN |
Piazza Cavana, 3 45°38′54.37″N 13°46′01.44″E / 45.648436°N 13.767066°E |
Giulia Vivante nacque il 12 febbraio 1918 a Trieste. Era la figlia di Zaccaria Vivante e di Sarina Salonicchio (vedi sopra). Aveva tre sorelle, Ester, Enrichetta e Diamantina (vedi sopra), ed un fratello, Moisè (vedi sotto). Fu arrestata a Trieste il 6 novembre 1944, insieme alle sorelle, e detentuta al carcere di Trieste. Il 24 febbraio 1945 venne deportata con il convoglio n. 43T al campo di concentramento di Ravensbrück dove arrivò il 17 marzo 1945. Morì lí il 30 aprile 1945, al giorno della liberazione del campo.[118]
Anche sua madre, sua nonna, un fratelli, due sorelle e due zii furano assassinati dal regime Nazista durante l'Olocausto. Potevano soprravivere il padre, che morì nel 1958, e la sorella minore, Diamantina. |
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QUI ABITAVA
MOISE VIVANTE NATO 1925 ARRESTATO 17.12.1943 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ MORTO 1945 BERGEN-BELSEN |
Piazza Cavana, 3 45°38′54.37″N 13°46′01.44″E / 45.648436°N 13.767066°E |
Moise Vivante nacque il 20 ottobre 1925 a Trieste. Suoi genitori erano Zaccaria Vivante (1891-1958) e Sarina Salonicchio (vedi sopra). Aveva quattro sorelle, Giulia, Ester, Enrichetta e Diamantina. Fu arrestato a Trieste al 17 dicembre 1943, gettato nel carcere di Trieste e deportato al Campo di concentramento di Auschwitz con il convoglio n. 22T al 6 gennaio 1944. Arrivò ad Auschwitz il 12 gennaio 1944. Non è sopravvissuto alla Shoah, fu deportato al campo di concentramento di Bergen-Belsen e morì il 30 aprile 1945, il giorno della liberazione del campo.[119]
Sua nonna Enrichetta Caimi (nata il 10 agosto 1869 a Corfù, coniuge di Maimon Vivante) fu arrestata a Trieste nel gennaio 1944, detenuta alla Risiera di San Sabba, deportata ad campo di concentramento di Auschwitz e gassata immediatamente dopo l'arrivo il 2 febbraio 1944.[120] La stessa sorte soffriranno i suoi zii Sabino Benzion Vivante (nato 1899) e Leone Vivante (nato 1903), peró quattro mesi più tardi.[121][122] Anche sua madre e tre sorelle venivano assassinate durante l'Olocausto. Potevano sopravvivere il padre e la sorella Diamantina.[123] |
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QUI LAVORAVA
GIOVANNI VREMEZ NATO 1881 ARRESTATO 10.12.1943 DEPORTATO 1944 DACHAU NATZWEILER-STRUTHOF ASSASSINATO 30.4.1944 |
Via San Maurizio, 8 | Giovanni Vremez (1881–1944) |
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QUI ABITAVA
LEONE LAZZARO WANDEL NATO 1886 ARRESTATO 31.1.1945 DEPORTATO RAVENSBRÜCK BERGEN-BELSEN ASSASSINATO |
Campo San Giacomo, 11 | Leone Lazzaro Wandel (1886–1945) |
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QUI ABITAVA
AMALIA WEISS GOETZL NATA 1887 ARRESTATA 29.10.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Via Udine, 22 | Amalia Weiss Goetzl (1887–1943/1945) |
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QUI ABITAVA
VITTORIO ZADOCK BISSON NATO 1891 ARRESTATO 30.12.1943 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Via Giulia, 26 | Vittorio Zadock Bisson (1891–1944/1945) |
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QUI LAVORAVA
ERMIDIO ZULIANI NATO 1908 ARRESTATO 10.12.1943 ASSASSINATO |
Via San Maurizio, 8 | Ermidio Zuliani (1908–1943/1945) |
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
---|---|---|---|---|
Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
18 gennaio 2023 | Piazza della Libertà 45°39′24.68″N 13°46′20.89″E / 45.656855°N 13.77247°E |
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QUI SUONAVA
ROMANO HELD NATO 1927 ARRESTATO 1.5.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU LIBERATO |
San Pier d'Isonzo, 21 gennaio 1927 - Trieste, ??? 1948), nasce in una famiglia di musicisti, il padre sinto italiano Alberto Held, la madre rom istriana Maria Hudorovic. Dopo l’ armistizio, cercano di sfuggire i nazisti rifugiandosi in Fagagna. Un delatore fa arrestare, il 1° maggio, Romano, all'epoca diciassettenne, accusato di essere un "girovago" viene deportato nel Reich e internato nel campo di Dachau il 31 maggio 1944. Matricola 69525 vede la liberazione del campo ad opera degli americani. Tornato a Trieste riprende l'attività di "girovago" musicista. La sua salute è però minata dalle sofferenze patite nel lager, muore a soli 21 anni.
Romano Held ( |
Le pietre d'inciampo a Trieste sono state collocate:
- il 23 gennaio 2018 in Piazza Cavana, 3; Piazza della Borsa, 4; Piazza Giotti, 1; Via San Francesco, 19 (dall'artista personalmente)
- il 29 gennaio 2019 in Via del Monte, 1; Via del Toro, 18; Via del Trionfo, 3; Via Filzi, 17; Via Palladio, 1; Via Petrarca, 5; Via Petronio, 19; Via Torrebianca, 22; Via Valdirivo, 42 (dall'artista personalmente)
- il 21 gennaio 2020 in Piazza Cavana, 6; Via Domenico Rossetti, 43; Via Giulia, 26; Via Giuseppe Vidali, 8; Via Ireneo della Croce, 5; Via Santa Caterina, 7; Via Udine, 22
- il 28 gennaio 2021 in Piazza Virgilio Giotti, 1???; Via Bartolomeo Biasoletto, 18???; Via Antonio Pacinotti, 5; Via Ruggero Timeus, 14
- il 10 gennaio 2022 in Campo San Giacomo, 11; Largo Ugo Mioni, 1; Via Carlo Ghega, 3; Via Cesare Battisti, 26; Via Gabriele Foschiatti, 11; Via della Madonna del Mare, 19; Via del Ponte, 7; Via Domenico Rossetti, 17; Via San Francesco, 30; Via San Maurizio, 8; Salita al Promontorio, 19
- il 25 gennaio 2022 in Via Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, 2
- il 28 gennaio 2022 in Piazza Virgilio Giotti, 1???; Via Bartolomeo Biasoletto, 18???; Via della Cattedrale, 14; Via dell'Eremo, 71; Via XXX Ottobre, 5
Provincia di Udine[modifica | modifica wikitesto]
Marano Lagunare[modifica | modifica wikitesto]
A Marano Lagunare si trova una pietra d'inciampo, dedicata al maggiore Marco Bianchi, posta il 29 gennaio 2022.[124]
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
---|---|---|---|
QUI ABITAVA
MARCO BIANCHI NATO 1899 ARRESTATO 2.8.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 22.1.1945 |
Via Sinodo, 3 |
Marco Bianchi (1899–1945) |
Udine[modifica | modifica wikitesto]
In Udine si trovano 19 pietre d'inciampo.
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
---|---|---|---|
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QUI ERA IN SERVIZIO
FILIPPO ACCORINTI NATO 1916 ARRESTATO 22.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 20.4.1945 MAUTHAUSEN-MELK |
Via Treppo, 4 |
Nel Libro dei Morti di Mauthausen, al numero 14081, all’ultima riga di pagina 1122, sono annotati il suo nome, l’ora del decesso e la causa della morte. Il certificato compilato il 27 settembre 1949 dall’Ufficio Anagrafe Speciale di Arolsen, distretto di Waldeck, attesta il decesso del vice commissario Filippo Accorinti, avvenuto il 20 aprile 1945 alle ore 2 e minuti zero. [Anna Colombi, 2022 - Pietre d'Inciampo a Udine, alla memoria dei Poliziotti morti nei campi di concentramento, Udine 2022, ISBN 9788895752389, pp. 30-31] | Filippo Accorinti (1916–1945) - vice commissario aggiunto, prende servizio presso l’ufficio di P.S. di frontiera a Tarvisio, il 27 maggio 1942. A seguito della situazione che si viene a creare dopo l’armistizio e l’occupazione tedesca, viene trasferito a Udine. Alle 18 del 22 luglio 1944 Filippo Accorinti viene arrestato insieme al commissario aggiunto Camillo Galli e al vice commissario Mario Savino. Dopo un breve periodo di detenzione nel campo contumaciale di San Gottardo, è trasferito nel carcere di via Spalato e, secondo i registri della Casa Circondariale stessa, è sul convoglio che parte dalla stazione di Udine il 26 agosto successivo con destinazione Dachau. La scheda d'ingresso porta il numero di matricola 94465; Accorinti figura al progressivo 516 di pagina nove della lista con cui viene trasferito, con alcuni dei colleghi deportati, a Mauthausen, dove risulta presente il 14 settembre. La scheda personale del prigioniero compilata nel nuovo Konzentrationslager, gli assegna la matricola n. 97505. Nel nuovo campo Accorinti è destinato, dal 21 settembre 1944, al progetto Quarz, uno dei nomi di copertura dell'attività di scavo delle gallerie ideate per proteggere le fabbriche di armi dalle incursioni aeree alleate.
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QUI ERA IN SERVIZIO
ALBERTO BABOLIN NATO 1917 ARRESTATO 2.8.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 19.5.1945 MAUTHAUSEN-MELK |
Via Treppo, 4 |
Il 2 agosto 1944 Babolin viene arrestato e, dopo una breve detenzione nel carcere di via Spalato, deportato con il convoglio che parte dalla stazione di Udine il 26 agosto 1944, insieme ai colleghi arrestati, tra luglio e agosto, perché sospettati di avere relazioni con le formazioni partigiane operanti nella zona. Alberto Babolin entra nel campo di concentramento di Dachau il 29 agosto del 1944 con il numero 94466; la scheda indica la professione “agente di polizia”. Con la stessa matricola è registrato al numero 517 di pagina 9 della lista di trasporto con cui il 14 settembre 1944 è trasferito a Mauthausen; qui gli viene attribuito il numero 97570. Il 16 settembre arriva nella fortezza di pietra; dal 22 successivo è assegnato al campo di lavoro esterno di Quarz, appartenente al sottocampo di Melk. Quarz è uno dei nomi con cui viene indicato un progetto che consiste nello scavo di tunnel per ricoverare le linee di produzione delle fabbriche d’armi, come ad esempio Steyr Daimler Puch AG. Al numero 1153 di pagina 70 del registro dei morti del KL di Mauthausen viene registrato l’italiano Babolin “Albert”; il certificato di morte compilato il 26 gennaio 1945 informa che il prigioniero Alberto Babolin, ha cessato di vivere il 19 gennaio 1945, alle 20 precise, a seguito di polmonite; una nota a matita lo qualifica Polizeibeamter, ufficiale di polizia. Come per la quasi totalità dei deportati morti nei campi di concentramento, anche il suo corpo non è stato mai recuperato; è verosimile che sia stato incenerito nel forno crematorio di Melk, costruito nell’autunno 1944, a supporto dell’ormai insufficiente impianto di Mauthausen, al quale erano di regola avviate le spoglie. [Anna Colombi, 2022 - Pietre d'Inciampo a Udine, alla memoria dei Poliziotti morti nei campi di concentramento, Udine 2022, ISBN 9788895752389, pp. 32-33] | Alberto Babolin (1917–1945), guardia di PS, di Vittorio ed Emilia Pelizza, nasce a Teolo (PD), nella frazione di Praglia o di Brasseo, il 13 novembre 1917; è iscritto all’anagrafe di Udine il 6 aprile 1944, proveniente da Milano.
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QUI ABITAVA
LUIGI BASANDELLA NATO 1921 ARRESTATO 30.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN-GUSEN ASSASSINATO 25.4.1945 |
Sant’Osvaldo, Via Pozzuolo, 16 |
Luigi Basandella |
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QUI ABITAVA
ONELIO BATTISACCO NATO 1920 ARRESTATO 2.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 21.3.1945 |
Via Veneto, 253 |
Onelio Battisacco |
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QUI ABITAVA
GIOVANNI BATTISTA BERGHINZ NATO 1918 ARRESTATO 28.7.1944 INTERNATO RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATO 12.8.1944 |
Via Carducci, 2 |
Giovanni Battista Berghinz |
QUI ERA IN SERVIZIO
BRUNO BODINI NATO 1909 ARRESTATO 24.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 20.2.1945 BUCHENWALD-OHRDRUF |
Via Treppo, 4 |
Bruno Bodini (1909–1945) era Vice Brigadiere | |
QUI ERA IN SERVIZIO
GIUSEPPE CASCIO NATO 1908 ARRESTATO 24.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 12.2.1945 MAUTHAUSEN-MELK |
Via Treppo, 4 |
Giuseppe Cascio (1908–1945) era un Applicato di PS | |
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QUI ABITAVA
SILVANO CASTIGLIONE NATO 1923 ARRESTATO 11.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 5.5.1945 |
Via Brenari, 14 |
Silvano Castiglione |
QUI ERA IN SERVIZIO
MARIO COMINI NATO 1916 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.10.1944 KOTTERN-WEIDACH |
Via Treppo, 4 |
Mario Comini (1916–1944) era una Guardia di PS | |
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QUI ABITAVA
LUIGI COSATTINI NATO 1913 ARRESTATO 27.2.1944 DEPORTATO 1944 BUCHENWALD ASSASSINATO APR. 1945 ASCHERSLEBEN |
Via Cairoli, 4 |
Luigi Cosattini |
QUI ERA IN SERVIZIO
ANTONINO D'ANGELO NATO 1912 ARRESTATO 22.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 16.4.1945 MAUTHAUSEN-MELK |
Via Treppo, 4 |
Antonino d'Angelo (1912–1945) era Commissario | |
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QUI ABITAVA
CECILIA DEGANUTTI NATA 1914 ARRESTATA 6.1.1945 INTERNATA RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATA 4.4.1945 |
Via Girardini, 5 |
Cecilia Deganutti |
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QUI ABITAVA
LEONE JONA NATO 1882 ARRESTATO 9.1.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 7.9.1944 |
Via San Martino, 28 |
Leone Jona |
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QUI ABITAVA
ELIO MORPURGO NATO 1858 ARRESTATO 26.3.1944 MORTO MARZO 1944 DURANTE IL TRASPORTO DA AUSCHWITZ |
Via Savorgnana, 10 |
Elio Morpurgo |
QUI ERA IN SERVIZIO
ANSELMO PISANI NATO 1912 ARRESTATO 2.8.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 2.1.1945 MAUTHAUSEN-MELK |
Via Treppo, 4 |
Anselmo Pisani (1912–1945) era una Guardia di PS | |
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QUI ABITAVA
GIUSEPPE QUAIATTINI NATO 1916 ARRESTATO DEPORTATO 1944 DACHAU, SPAICHINGEN ASSASSINATO 21.1.1945 |
Beivars, Via Bologna, 27 |
Giuseppe Quaiattini |
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QUI ABITAVA
SILVIO RIZZI NATO 1926 ARRESTATO 26.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.3.1945 |
Via Bergamo, 11 |
[2] | Silvio Rizzi
QUI ERA IN SERVIZIO
MARIO SAVINO NATO 1914 ARRESTATO 22.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 15.3.1945 MAUTHAUSEN-EBENSEE |
Via Treppo, 4 |
Mario Savino (1914–1945) era Vice Commissario | |
QUI ERA IN SERVIZIO
MARIO SAVINO NATO 1910 ARRESTATO 24.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 16.4.1945 MAUTHAUSEN-EBENSEE |
Via Treppo, 4 |
Giuseppe Sgroi (1910–1945) era Commissario |
Date di collocazione:
- il 19 gennaio 2020 a Udine (Beivars, Via Bologna, 27; Via Bergamo, 11; Via Brenari, 14; Via Cairoli, 4; Via Carducci, 2; Via Girardini, 5; Sant’Osvaldo, Via Pozzuolo, 16; Via San Martino, 28; Via Savorgnana, 10; Via Veneto, 253)
- il 22 aprile 2022 a Udine (Via Treppo, 4, preso l'allora Questura di Udine)[125]
Date di collocazione[modifica | modifica wikitesto]
Le pietre d'inciampo in questa regione sono state collocate dall'artista personalmente:
- il 20 gennaio 2016 a Gorizia (Via Garibaldi 5, Via Giuseppe Mazzini 15, Via Graziadio Isaia Ascoli 25),
- il 21 gennaio 2017 a Gorizia (Corso Italia 178),
- il 23 gennaio 2018 a Gorizia (Largo Culiat 11), Doberdò del Lago (Via Brigata Trieste, 5)
- il 28 gennaio 2019 a Ronchi dei Legionari, Doberdò del Lago (Marcottini, Via Cervi, 7; Via Roma), Gorizia (Via del Santo, 4)
- il 18 gennaio 2020 a Pordenone
- il 19 gennaio 2020 a Udine
- il 20 gennaio 2020 a Fogliano Redipuglia, Ronchi dei Legionieri e Doberdo del Lago
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ A Doberdò la posa di altre quattro pietre d’inciampo, in Il Piccolo, 23 gennaio 2022.
- ^ a b c Il Piccolo: Salgono a quattro le pietre d’inciampo a Doberdò, 27 gennaio 2019
- ^ A.N.P.I., Comitato Provinciale di Gorizia: Serie fascicoli per sonali, p. 327 di 1461
- ^ Primorski dnevnik: Tlakovec v spomin na Doberdobca, 23 gennaio 2018, con una fotografia della collocazione, con un ritratto della vittima
- ^ Novi Glas: Prvi v spomin na Andreja Frandoliča, 1 febbraio 2018
- ^ A.N.P.I., Comitato Provinciale di Gorizia: Serie fascicoli per sonali, p. 475 di 1028
- ^ Ivan Bianchi, «Abbiamo riportato Arduino a casa». Redipuglia scopre due Pietre d'Inciampo, in Il Goriziano, 27 gennaio 2022.
- ^ 78° deportazione Comunità ebraica di Gorizia - deposizione di pietre d'inciampo, su www3.comune.gorizia.it.
- ^ A Gorizia quattro nuove pietre d'inciampo, in Il Friuli, 23 novembre 2021.
- ^ a b Marco Bisiach: Omaggio alla sorella di Michelstaedter, Il Piccolo, 22 gennaio 2018
- ^ a b c d e f Associazione Amici Israele Gorizia: Il muro del ricordo, consultato il 24 giugno 2018
- ^ CDEC Digital Library: Alphandary, Bianca, consultato il 24 giugno 2018
- ^ CDEC Digital Library: Armani Heischmann, Adolf Umberto, consultato il 24 giugno 2018
- ^ CDEC Digital Library: Armani Heischmann, Gino, consultato il 24 giugno 2018
- ^ a b c Alessandro Caragnano: Malvina, Irene e Adele le loro storie rivivono nelle pietre d’inciampo, Il Piccolo, 30 gennaio 2019
- ^ CDEC Digital Library: Weissmann, Frieda, consultato il 25 giugno 2018
- ^ CDEC Digital Library: Iacoboni, Giacomo, consultato il 25 giugno 2018
- ^ USC Shoah Foundation: USC Shoah Foundation Institute testimony of Giacomo Iacoboni, consultato il 25 giugno 2018
- ^ CDEC Digital Library: Leoni, Ferruccio, consultato il 15 ottobre 2018
- ^ Valentina Princic: La triste vicenda di Anna Paola Luzzatto, 22 gennaio 2017, consultato il 15 ottobre 2018
- ^ CDEC Digital Library: Leoni, Ferruccio, consultato il 15 ottobre 2018 (con un ritratto fotografico della signora anziana)
- ^ CDEC Digital Library: Richetti, Elisa, consultato il 5 novembre 2018
- ^ CDEC Digital Library: Luzzatto, Iginio, consultato il 5 novembre 2018
- ^ CDEC Digital Library: Luzzatto, Rina Sara, consultato il 5 novembre 2018
- ^ Beni culturali: La figura, consultato il 15 ottobre 2018
- ^ CDEC Digital Library: Luzzatto, Emma, consultato il 15 ottobre 2018 (con un ritratto fotografico della signora anziana)
- ^ CDEC Digital Library: Michelstaedter, Elda, consultato il 15 ottobre 2018 (con un ritratto fotografico della signora)
- ^ CDEC Digital Library: Schumann, Davide, consultato il 23 aprile 2018
- ^ CDEC Digital Library: Rechnitzer, Matilde, consultato il 23 aprile 2018
- ^ Giornata della Memoria 2022 (PDF), su comune.gradisca-d-isonzo.go.it.
- ^ Ivan Bianchi, Sagrado ricorda quattro deportati, «non esiste gomma per cancellare la Storia», in Il Goriziano, 27 gennaio 2022.
- ^ (SL) Spomin na žrtve ne sme zbledeti!, su noviglas.eu.
- ^ Ronchi dei Legionari, posizionate cinque nuove pietre d'inciampo, in Il Friuli, 27 gennaio 2022.
- ^ Il Piccolo: Con le 10 pietre d’inciampo Ronchi ricorda per sempre, 30 gennaio 2019
- ^ Il Piccolo: Ronchi ricorda l'invasione dei nazisti del maggio 1944, 22 maggio 2014
- ^ il friuli.it: Posizionate le prime dieci pietre d'inciampo in Bisiacaria, 28 gennaio 2019
- ^ Voce isontina: "Pietre d’inciampo" per non dimenticare il dramma della Shoah, consultato il 22 febbraio 2019 Mario Candotto "La nostra è stata la prima Brigata Proletaria", in "Noi Partigiani. Memoriale della Resistenza italiana" (Feltrinelli 2020)
- ^ Comune di Fogliano Redipuglia: LA CIVILTÀ DELLA MEMORIA E DEL RICORDO Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., a cura di Egeo Petean, consultato il 22 febbraio 2019
- ^ a b Giorno della Memoria del 27 gennaio 2012, consultato il 22 febbraio 2019
- ^ ANED: Si chiama Auschwitz, Dachau e San Sabba il prezzo pagato da Ronchi alla libertà, consultato il 22 febbraio 2019 (con un ritratto del suo fratello Mario)
- ^ Il Piccolo: È scomparso Tardivo, sopravvissuto al lager, 10 gennaio 2016
- ^ a b c d Il Piccolo: Tutti gli altri eroi silenziosi che otterranno un riconoscimento, 25 gennaio 2012
- ^ a b Iniziative per la Giornata della Memoria Coinvolti gli studenti delle scuole, in Il Popolo, 26 gennaio 2022.
- ^ Progetto pietre d'inciampo, su leomajor.edu.it.
- ^ Pietre d'inciampo 2022, su comune.pordenone.it.
- ^ Il Gazzettino: Le prime sette pietre d'inciampo a Pordenone, ecco le storie delle vittime, 14 gennaio 2020
- ^ Comune di Pordenone: Si posano le Pietre d'inciampo, 16 gennaio 2020
- ^ Comune di Sacile - la cerimonia, su facebook.com.
- ^ Posate quattro pietre d'inciampo a Muggia con una breve cerimonia, su comune.muggia.ts.it.
- ^ Muggia, posate le prime pietre d’inciampo, è il giorno delle commemorazioni, in Il Piccolo, 27 gennaio 2022.
- ^ http://www.triesteprima.it/cronaca/pietre-inciampo-trieste-shoah-16-gennaio-2019.html
- ^ https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/foto-e-video/2020/01/21/fotogalleria/posate-a-trieste-altre-21-pietre-d-inciampo-in-memoria-delle-vittime-della-shoah-1.38363267?refresh_ce
- ^ https://www.museoebraicotrieste.it/2021/01/26/13-pietre-13-vite-spezzate/
- ^ https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2021/01/fvg-pietre-inciampo-trieste-memoria-a0050896-5530-4959-80f7-bfe7dbbd6baf.html
- ^ https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2021/01/26/news/trieste-non-dimentica-l-orrore-posate-altre-13-pietre-d-inciampo-1.39822103
- ^ https://www.triesteprima.it/cronaca/pietre-inciampo-trieste-2021.html
- ^ https://www.museoebraicotrieste.it/2022/01/07/pietre-dinciampo-2022/
- ^ https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2022/01/09/news/venti-pietre-d-inciampo-in-memoria-dei-deportati-1.41109238
- ^ https://www.primorski.eu/trzaska/spotikavci-tudi-za-slovenske-antifasiste-HD1014696
- ^ https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/a-trieste-posizionate-venti-nuove-pietre-d-inciampo/6/258597
- ^ https://questure.poliziadistato.it/it/Trieste/articolo/131861ec40f7eb1c4585461265
- ^ https://www.primorski.eu/trzaska/spotikavca-v-spomin-na-deportirana-komisarja-EE1024273
- ^ Prima pietra d'inciampo a un rom e sinto italiano, in anpcnazionale.com, 28 gennaio 2023.
- ^ CDEC Digital Library: Alpron, Enrichetta, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 12 marzo 2022.
- ^ CDEC Digital Library: Alpron, Ernesto, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 12 marzo 2022.
- ^ Koschere Melange: Barnestein Stella / Dabiele / Diamantina, consultato il 30 gennaio 2019
- ^ CDEC Digital Library: Berger, Eugenio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 13 ottobre 2018.
- ^ a b Jewish Jesuits: Berger Eugenio, su sites.google.com. URL consultato il 5 giugno 2017. Lo stesso testo si trova in questo libro di Robert Aleksander Maryks: Pouring Jewish Water into Fascist Wine. Volume I: Untold Stories of (Catholic) Jews from the Archive of Mussolini’s Jesuit Pietro Tacchi Venturi. BRILL 2011, p. 49 e 50. Sono aggiunti i documenti del padre e del figlio per riconquistare la cittadinanza italiana. Alla fine del testo c'è scritto: "Eugenio’s son Bruno, with his eight-year-old son Alberto (b. 11/10/1936), followed their path." Quest'informazione non è corretta, Bruno Montanari è sopravvissuto alla Shoah.
- ^ Lilli Goriup: Lastre della memoria, i primi sedici nomi, Il Piccolo (Trieste), 24 gennaio 2018
- ^ CDEC Digital Library: Cesana, Davide, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 12 marzo 2022.
- ^ CDEC Digital Library: Cesana, Giacomo, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 12 marzo 2022.
- ^ CDEC Digital Library: Cesana, Rachele, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 12 marzo 2022.
- ^ a b c Comunità ebraica di Trieste: PIETRE D’INCIAMPO Trieste 29 gennaio 2019, consultato il 7 febbraio 2019
- ^ CDEC Digital Library: Dubinski, Gina, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 7 febbraio 2019.
- ^ Find a Grave: Regina Selde "Gina" DUBINSKY, consultato il 7 febbraio 2019
- ^ CDEC Digital Library: Strilzov, Ljuba , su digital-library.cdec.it. URL consultato il 7 febbraio 2019.
- ^ a b Find a Grave: Saul Dubinsky, consultato il 7 febbraio 2019
- ^ CDEC Digital Library: Dubinski, Saul, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 7 febbraio 2019.
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- ^ CDEC Digital Library: Hering, Vittorio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 12 marzo 2022.
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- ^ CDEC Digital Library: Loewy, Enrico, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 6 febbraio 2019., con un ritratto fotografico
- ^ CDEC Digital Library: Loewy, Lidia, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 6 febbraio 2019., con un ritratto fotografico
- ^ CDEC Digital Library: Rossi, Bice, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 30 gennaio 2019.
- ^ CDEC Digital Library: Rossi, Gino, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 30 gennaio 2019.
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- ^ Una pietra d’inciampo ricorderà il sacrifico del maggiore Bianchi, in Il Messaggero Veneto, 25 gennaio 2022.
- ^ Questura di Udine: Posa Di 9 Pietre D’inciampo A Memoria Degli Appartenenti Alla Questura Di Udine Deportati Nel 1944 E Deceduti Nei Campi Di Sterminio Nazisti, 22 aprile 2022
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (DE) Sito ufficiale dell'iniziativa, su stolpersteine.com.