Pietre d'inciampo nella provincia di Reggio Emilia

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Pietra d'inciampo a Guastalla

La lista delle pietre d'inciampo nella provincia di Reggio Emilia contiene l'elenco delle 96 pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) poste in provincia di Reggio Emilia. Esse commemorano le vittime della persecuzione del regime nazista nell'ambito di un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig estesa a tutta l'Europa. Le prime pietre d'inciampo in provincia di Reggio Emilia sono state collocate nel capoluogo e a Correggio il 9 gennaio 2015. Tutte le pietre sono state poste nell'ambito del progetto Il Futuro non si cancella - Viaggi della Memoria, promosso dall' istoreco (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia), in collaborazione con i comuni coinvolti.[1] Le vite dei deportati sono state ricostruite all'interno di laboratori di ricerca biografica svolti dai ricercatori dell'Istituto Storico assieme a classi delle scuole superiori del territorio.[2]

Bagnolo in Piano[modifica | modifica wikitesto]

A Bagnolo in Piano si trovano 3 pietre d'inciampo, posate tra 2021 e 2022.[3][4]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
3 giugno 2021 Via Beviera, 28
Pieve Rossa

44°46′13.84″N 10°41′36.43″E / 44.77051°N 10.693452°E44.77051; 10.693452 (Pietra d'inciampo per Combes Biagini)
QUI ABITAVA
COMBES BIAGINI
NATO 1920
CATTURATO 9.9.1943
BOLZANO
DEPORTATO 1943
ASSASSINATO 15.4.1944
STALAG XVII A
KAISERSTEINBRUCH
Biagini, Combes Combes Biagini (Correggio, 10 settembre 1920- Kaisersteinbruch,[5] 15 aprile 1944), figlio di Leonzio e Marcella Bigi, famiglia di mezzadri costretta a spostarsi con frequenza si stabilisce a Bagnolo nel 1939. Nell’aprile del 1942 è arruolato nell’esercito e assegnato ai servizi sedentari a causa della sua debole costituzione per poi essere messo in congedo illimitato. Nel settembre dello stesso anno viene però richiamato alle armi nel 46º reggimento di fanteria motorizzata. In seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943l è catturato il giorno successivo dai tedeschi e arrestato a Trento. Al suo rifiuto di arruolarsi tra le file naziste è deportato nel Reich, destinato allo Stalag XVII-A di Kaisersteinbruch[5] il 12 settembre 1943. Muore il 15 aprile 1944. Riposa a nel Cimitero militare italiano di Mauthausen.[6]
23 aprile 2022 Via Gramsci, 10

44°45′47.22″N 10°40′18.89″E / 44.763115°N 10.671914°E44.763115; 10.671914 (Pietra d'inciampo per Pace Tamagnini)
QUI ABITAVA
PACE TAMAGNINI
NATO 1915
CATTURATO 12.9.1943
ALBANIA
INTERNATO 1943
STALAG 352 MINSK
ASSASSINATO 2.4.1944
Tamagnini, Pace Pace Tamagnini (Bagnolo in Piano, 16 ottobre 1915 - Minsk,[7] autista, celibe, figlio di Donato e Anna Pelgreffi. Arruolato nel 1940 nel 10º Gruppo di Artiglieria dislocato in Albania all'atto della proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato dai tedeschi. Come centinaia di migliaia di soldati italiani che rifiutano di arruolarsi nei reparti nazisti e di aderire alla Repubblica di Salò, è deportato nel Reich, internato come IMI nello Stalag 352[7] di Minsk,, costretto al lavoro forzato. Muore il 2 aprile 1944.[8]
Via Verdi, 10

44°45′39.44″N 10°40′24.38″E / 44.760955°N 10.673439°E44.760955; 10.673439 (Pietra d'inciampo per Angelo Diacci)
QUI ABITAVA
ANGELO DIACCI
NATO 1910
CATTURATO 9.9.1943
JUGOSLAVIA
INTERNATO 1943
STALAG VI A HEMER
ASSASSINATO 16.9.1944
Diacci, Angelo Angelo Diacci (Novellara, 21 settembre 1910 - Hemer,[9] 16 settembre 1944), figlio di Secondo e Giustina Lasagni, militare di leva dal 1929 al 1932, quindi in congedo illimitato. Nel 1941 è inviato sul fronte di guerra dei Balcani. Immediata conseguenza dell'armistizio dell'8 settembre 1943 è la cattura, il giorno successivo e seguenti, di centinaia di migliaia di militari italiani. Angelo tra questi condivide il destino degli IMI, soldati che rifiutando l'arruolamente nei reparti nazisti e/o tra le fila della RSI. Deportato nel Reich, internato nello Stalag VI-A[9] di Hemer, muore il 16 settembre 1944.[10]

Baiso[modifica | modifica wikitesto]

A Baiso si trovano 4 pietre d'inciampo, posate tra 2021 e 2022.[11][12]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
2 giugno 2021 Via Borgo di Levizzano, 1

44°27′45.15″N 10°38′04.01″E / 44.462542°N 10.634448°E44.462542; 10.634448 (Pietra d'inciampo per Lorenzo Caluzzi)
QUI ABITAVA
LORENZO CALUZZI
NATO 1924
CATTURATO 15.8.1944
LEVIZZANO DI BAISO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 19.1.1945
Caluzzi, Lorenzo Lorenzo Caluzzi (Levizzano, 10 marzo 1924 - Kahla,[13] 19 gennaio 1945), celibe, figlio di Luigi e Carolina Casali, famiglia di agricoltori. Sorpreso dai tedeschi a Caliceto, in compagnia di un altro giovane che riesce fuggire, Lorenzo non oppone resistenza alla cattura preoccupato di possibili rappresaglie nei confronti della famiglia. Internato a Fossoli quindi deportato nel Reich destinato al lavoro forzato nel campo di Kahla[13]. Muore il 19 gennaio 1945.[14]
Via Gavia, 6

44°24′35.79″N 10°37′22.21″E / 44.409943°N 10.622835°E44.409943; 10.622835 (Pietra d'inciampo per Lodovico Tonelli)
QUI ABITAVA
ARRIGO
LODOVICO TONELLI
NATO 1896
CATTURATO 30.7.1944
PONTEDOLO DI B AISO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 15.2.1945
Tonelli, Arrigo Lodovico Arrigo Lodovico Tonelli (Baiso, 19 marzo 1896 - Kahla,[13] 15 febbraio 1945), figlio di Eugenio e Clotilde Lumetti, nel 1923 sposa Faustina Dallari dalla quale avrà cinque figli. Pur estraneo all'attività partigiana, è arrestato da tedeschi a fine luglio 1944 nel corso dell'Operazione Wallenstein, serie di rastrellamenti nei territori di resistenza partigiana. Deportato in germania come lavoratore forzato è destinato al campo di Kahla[13]. Muore il 15 febbraio 1945.[15]
30 aprile 2022 Via Montecasale, 18

44°30′22.86″N 10°36′53.78″E / 44.506351°N 10.614938°E44.506351; 10.614938 (Pietra d'inciampo per Domenico Benvenuti)
QUI ABITAVA
DOMENICO BENVENUTI
NATO 1899
CATTURATO AGOSTO 1944
INTERNATO FOSSOLI
DEPORTATO
KAHLA
ASSASSINATO 15.12.1944
benvenuti, Domenico Domenico benvenuti (Cavriago, 27 aprile 1899 - Kahla,[13] 15 dicembre 1944), guardiacaccia, sposa Dorina Timotei nel 1923 dalla quale avrà un figlio. Dal 1942 residente a Baiso, è probabile vittima dei rastrellamenti tedeschi del 1944, nel corso dell'Operazione Wallenstein. Internato a Fossoli quindi deportato nel Reich destinato al lavoro forzato nel campo di Kahla[13]. Muore il 15 dicembre 1944.[16]
località Casale, 46

44°30′32″N 10°37′18.42″E / 44.508889°N 10.621783°E44.508889; 10.621783 (Pietra d'inciampo per Gino Gestoni)
QUI ABITAVA
GINO GESTONI
NATO 1905
CATTURATO AGOSTO 1944
INTERNATO FOSSOLI
DEPORTATO
KAHLA
ASSASSINATO 20.12.1944
Gestoni, Gino Gino Gestoni (???, 19 settembre 1905 - Kahla,[13], 20 dicembre 1944), bracciante, sposa Annina Bodecchi dalla quale avrà una figlia. Residente a Baiso, è probabile vittima dei rastrellamenti tedeschi del 1944, nel corso dell'Operazione Wallenstein. Internato a Fossoli quindi deportato nel Reich destinato al lavoro forzato nel campo di Kahla[13]. Muore il 20 dicembre 1944.[17]

Bibbiano[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
29 aprile 2022 Via Fratelli Corradini, 15

44°39′50.31″N 10°28′34.69″E / 44.663976°N 10.476303°E44.663976; 10.476303 (Pietra d'inciampo per Erio e Walter Ferrari)
QUI ABITAVA
ERIO FERRARI
NATO 1921
CATTURATO 9.9.1943
BOLZANO
INTERNATO 1943
FALLINGBOSTEL
ARBEITSKOMMANDO
HILDESHEIM
MORTO 14.8.1945
HELMSTEDT
Ferrari, Erio Erio Ferrari (Bibbiano, 4 dicembre 1921 - Helmstedt, 14 agosto 1945), figlio di Aristide e Maria Bendini, fratello di Walter Ferrari, famiglia di braccianti, garzone in una barberia. Arruolato come il fratello in Artiglieria, immediatamente dopo la proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943, è catturato dai tedeschi e come il fratello e altri centinaia di migliaia di militari italiani, al rifiuto di combattere per l'esercito nazista e di non aderire alla RSI è deportato nel Reich, classificato come IMI e internato nel campo di prigionia di Fallingbostel[18] destinato al campo di lavoro di Hildesheim[19]. Sopravvive al lager, ma lo stato di prostrazione conseguente è tale da causarne la morte il 14 agosto 1945 nell'ospedale di Helmstedt dov'era ricoverato. Riposa nel cimitero militare italiano di Amburgo.[20]
QUI ABITAVA
WALTER FERRARI
NATO 1923
CATTURATO 9.9.1943
BOLOGNA
INTERNATO 1943
FALLINGBOSTEL
ARBEITSKOMMANDO
WOLFENBÜTTEL
Ferrari, Walter Walter Ferrari (Bibbiano, 23 luglio 1923 - Bibbiano, 8 febbraio 1951), figlio di Aristide e Maria Bendini, fratello di Erio Ferrari, famiglia di braccianti. Arruolato come il fratello in Artiglieria, immediatamente dopo la proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943, è catturato dai tedeschi e come il fratello e altri centinaia di migliaia di militari italiani, al rifiuto di combattere per l'esercito nazista e di non aderire alla RSI è deportato nel Reich, classificato come IMI e internato nel campo di prigionia di Fallingbostel[18] destinato al campo di lavoro di Wolfenbüttel. Sopravvive al lager, fa ritorno a casa, ma i maltrattamenti e le privazioni subite in prigionia lo segnano indelebimente portandolo alla morte sopravvenuta l'8 febbraio 1951.[20]

Cadelbosco di Sopra[modifica | modifica wikitesto]

A Cadelbosco di Sopra si trova una pietra d'inciampo, posata nel 2017. La biografia del deportato è stata ricostruita col coinvolgimento di una classe dell'Istituto Galvani-Iodi di Reggio Emilia.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
15 gennaio 2017 Via Monsignor Saccani[E 1]
(All'angolo con Piazza XXV aprile)

44°45′47.64″N 10°35′46.01″E / 44.763234°N 10.596115°E44.763234; 10.596115
QUI ABITAVA
ALLENIN BARBIERI
NATO 1919
CATTURATO 8.9.1943
DEPORTATO 1943
TREUENBRIETZEN
ASSASSINATO 23.4.1945
Barbieri, Allenin Allenin Barbieri (Gattatico 21 marzo 1919 - Nichel 23 aprile 1945), droghiere. Trasferitosi a Cadelbosco nel 1938, venne arruolato nel 1939 in Aeronautica. Di stanza da ultimo a Salorno, venne catturato a Trento dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943 e inviato nell'Ilag di Treuenbrietzen. Qui venne liberato dalle truppe sovietiche il 21 aprile 1945, ma due giorni dopo le truppe tedesche riconquistarono il campo, portarono tutti gli internati militari italiani nel villaggio di Nichel e li fucilarono, in quella che diverrà nota come la strage di Treuenbrietzen. È sepolto nel Cimitero italiano di Zehlendorf.[21][22][23]

Castelnovo ne' Monti[modifica | modifica wikitesto]

A Castelnovo ne' Monti si trovano nove pietre d'inciampo, posate tra 2016 e 2017. Le biografie dei deportati sono state ricostruite col coinvolgimento di classi dell'Istituto Cattaneo-Dall'Aglio e dell'Istituto N. Mandela, entrambi di Castelnovo ne' Monti. Alla posa delle pietre nel 2017 era presente anche la sindaca di Kahla, la cittadina dove fu internata la maggioranza dei deportati castelnovesi.[24] Le due città hanno successivamente firmato un gemellaggio nel 2021.[25]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
13 gennaio 2016 Via Monti 9

44°25′52.89″N 10°23′28.63″E / 44.431357°N 10.391285°E44.431357; 10.391285
QUI ABITAVA
INELLO BEZZI
NATO 1902
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 14.3.1945
Bezzi, Inello Inello Bezzi (Castelnovo ne' Monti 25 novembre 1902 - Kahla 14 marzo 1945), bracciante agricolo. Richiamato come ausiliare e presto congedato dal servizio militare, l'8 ottobre 1944 assieme a molti altri uomini del paese si presentò (assieme al genero, che riuscì però a fuggire) presso la locale Casa del Fascio per ricevere un lasciapassare che, era stato loro detto, sarebbe stato necessario per muoversi fuori dal paese, ma venne invece arrestato dai tedeschi e portato a Fossoli. Da qui venne trasferito prima a Linz, poi, dopo un passaggio nel centro di registrazione di Erfurt, nel campo di lavoro di Kahla, deputato alla costruzione dei Messerschmitt Me 262, dove arrivarono il 24 ottobre. Non sopravvisse.[26][27]
Via Roma 80

44°25′55.33″N 10°23′52.83″E / 44.432037°N 10.398009°E44.432037; 10.398009
QUI ABITAVA
UGOLINO SIMONAZZI
NATO 1901
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
BRANDENBURG/HAVEL
ASSASSINATO 13.3.1945
Simonazzi, Ugolino Ugolino Simonazzi, (Castelnovo ne' Monti 18 settembre 1901 - Brandenburg an der Havel 13 marzo 1945), tipografo e fotografo. Militante comunista, venne arrestato nel 1932, ma evitò il confino grazie all'amnistia del Decennale nello stesso anno. Negli anni successivi continuò però a svolgere attività antifascista, sia pubblica (rifiutandosi di alzarsi in piedi a una manifestazione, venendo per questo malmenato), sia clandestina (stampando volantini antifascisti). Sospettato dalla polizia fascista per quest'ultima attività, la sua colpevolezza grazie a una sua accortezza non poté essere provata, ma venne comunque licenziato, portandolo a mettersi in proprio come fotografo. L'8 ottobre 1944 venne catturato presso la Casa del Fascio assieme a molti altri uomini del paese. Assieme ad essi fu deportato prima a Fossoli e poi a Linz, venendo infine destinato a Brandenburg an der Havel, dove morì.[28]
Via 1º Maggio 2

44°26′11.02″N 10°24′05.23″E / 44.436394°N 10.401453°E44.436394; 10.401453
QUI ABITAVA
FRANCESCO TOSCHI
NATO 1902
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 30.3.1945
Toschi, Francesco Francesco Toschi (Quattro Castella 28 agosto 1902 - Kahla 20 marzo 1945), contadino. Rimasto vedovo con 5 figli, si era trasferito a Castelnuovo nel 1939. L'8 ottobre 1944 venne arrestato alla Casa del Fascio assieme agli altri compaesani poi deportati, finendo a Kahla. Non sopravvisse. I suoi figli, assieme ai figli di Ermete Zuccolini e al deportato sopravvissuto Guglielmo Zanni, saranno tra i primi a recarsi in Turingia nel 1995, aprendo la strada al successivo lavoro di ricerca.[29]
Vicolo Costole 2

44°26′08.13″N 10°23′57.58″E / 44.435593°N 10.399328°E44.435593; 10.399328
QUI ABITAVA
ERMETE ZUCCOLINI
NATO 1909
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 1.4.1945
Zuccolini, Ermete Ermete Zuccolini (Castelnovo ne' Monti 7 settembre 1909 - Kahla 1 aprile 1945), falegname. Arruolato nel 1941 come telegrafista nel 3º Reggimento del Genio, fu probabilmente congedato dopo il matrimonio e la nascita della primogenita nell'aprile 1943. L'8 ottobre 1944 venne arrestato alla Casa del Fascio assieme agli altri compaesani poi deportati, finendo a Kahla. Non sopravvisse.[30]
15 gennaio 2017 Gombio, Via Pian del Lago 17

44°30′26.16″N 10°25′33.72″E / 44.507266°N 10.426034°E44.507266; 10.426034
QUI ABITAVA
ROBERTO CARLINI
NATO 1910
CATTURATO 6.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 17.3.1945
Carlini, Roberto Roberto Carlini (Gombio, 6 luglio 1910 - Kahla 17 marzo 1945), contadino, padre di due figli. Riformato, venne catturato il 6 ottobre 1944 dai tedeschi presso la sua abitazione nel corso di un rastrellamento e portato presso la Casa del Fascio di Castelnovo ne' Monti, dove nei giorni successivi verranno portati gli altri catturati nel capoluogo e nelle frazioni circostanti, venendo poi deportati tutti assieme. Finì a Kahla, dove non sopravvisse.[23][31]
Via Isolato Maestà 3

44°26′11.16″N 10°24′09.44″E / 44.436434°N 10.402621°E44.436434; 10.402621
QUI ABITAVA
ANSELMO GUIDI
NATO 1898
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 26.3.1945
Guidi, Anselmo Anselmo Guidi (Castelnovo ne' Monti 27 ottobre 1898 - Kahla 26 marzo 1945), mezzadro. Si presentò alla Casa del Fascio l'8 ottobre 1944, dove venne catturato assieme agli altri compaesani poi deportati, finendo a finendo a Kahla. Piegato dalla notizia della morte del figlio Renato, morì poche settimane dopo.[32]
QUI ABITAVA
RENATO EGIDIO GUIDI
NATO 1927
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 6.3.1945
Guidi, Renato Egidio Renato Egidio Guidi (Castelnovo ne' Monti 1927 - Kahla 6 marzo 1945), figlio di Anselmo Guidi. L'8 ottobre 1944 si presentò alla Casa del Fascio assieme al padre, condividendone le sorti fino al campo di lavoro di Kahla. Non sopravvisse.[32]
QUI ABITAVA
PIERINO RUFFINI
NATO 1901
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 27.2.1945
Ruffini, Pierino Pierino Ruffini (Castelnovo ne' Monti 3 settembre 1901 - Kahla 27 febbraio 1945), bracciante. L'8 ottobre 1944 fu catturato alla Casa del Fascio assieme al fratello gemello Guido e agli altri compaesani poi deportati, finendo a Kahla. Non sopravvisse.[33][34]
Fariolo, Via Pian del Pre 23

44°27′47.99″N 10°27′51.39″E / 44.463331°N 10.464274°E44.463331; 10.464274
QUI ABITAVA
DINO PERETTI
NATO 1922
CATTURATO 9.9.1943
PIEDICOLLE
DEPORTATO 1943
KASSEL
ASSASSINATO 19.4.1944
Peretti, Dino Dino Peretti (Castelnovo ne' Monti 13 giugno 1922 - Kassel 19 aprile 1944), contadino. Arruolato nel 1940 nel XXI Settore di copertura della Guardia alla Frontiera a Piedicolle, venne catturato dopo l'8 settembre 1943 e internato come IMI nello Stalag IX A a Ziegenhain. Costretto a lavorare alla produzione di aerei presso la fabbrica Fieseler a Kassel, venne ucciso il 19 aprile 1944 da un bombardamento aereo. È sepolto nel cimitero militare italiano di Francoforte sul Meno.[22][35]

Cavriago[modifica | modifica wikitesto]

A Cavriago si trovano 5 pietre d'inciampo, tutte posate nel 2019. Le biografie dei deportati sono state ricostruite col coinvolgimento di classi dell'Istituto Silvio d'Arzo di Montecchio Emilia.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
19 gennaio 2019 via Quercioli 7

44°42′01.07″N 10°31′20.34″E / 44.700296°N 10.522317°E44.700296; 10.522317
QUI ABITAVA
GIOVANNI BERNUZZI
NATO 1922
CATTURATO 1943
DEPORTATO 1943
FALLINGBOSTEL
ASSASSINATO 22.3.1945
OERBKE
Bernuzzi, Giovanni Giovanni Bernuzzi (Bibbiano 28 febbraio 1922 - Oerbke 22 marzo 1944). Arruolato nel 1942 nel 21º Reggimento di Artiglieria di Corpo d'Armata, il 9 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi e internato come IMI nello Stalag XI B a Bad Fallingbostel. Morì nell'infermeria del vicino Stalag XI D a Oerbke. Prima di essere traslato in Italia, era sepolto nel cimitero militare italiano di Amburgo.[36][37]
via Roncaglio 21

44°41′38.51″N 10°31′09.24″E / 44.69403°N 10.519232°E44.69403; 10.519232
QUI ABITAVA
MARIO GUALERZI
NATO 1912
CATTURATO 1943
DEPORTATO 1943
DINSLAKEN
ASSASSINATO 26.2.1944
Gualerzi, Mario Vincenzo Mario Vincenzo Gualerzi (Cavriago 10 marzo 1912 - Dinslaken 25 febbraio 1945). Emigrato per lavoro ad Antibes, dove già si trovava il fratello Guido, si sposò e prese la cittadinanza francese. Allo scoppio della guerra venne così arruolato nel 9º Battaglione degli Chasseurs alpins. Fatto prigioniero dalla Wehrmacht in seguito all'annientamento del reparto nel giugno 1940, venne costretto ai lavori forzati a Dinslaken. Morì nel locale ospedale di San Vincenzo.[38][39]
via Campofiori 6

44°41′42.02″N 10°31′34.81″E / 44.695005°N 10.526335°E44.695005; 10.526335
QUI ABITAVA
VITTORIO MARIANI
NATO 1921
CATTURATO 1943
DEPORTATO 1943
BYDGOSZCZ
MORTO PER LE CONSEGUENZE
20.8.1945
Mariani, Vittorio Vittorio Mariani (Reggio Emilia 27 ottobre 1921 - Bydgoszcz 20 agosto 1945), fornaio. Arruolato nel 1941 nel XXV Settore della Guardia alla frontiera, venne congedato tra giugno 1941 e luglio 1942 per il matrimonio e la nascita del primogenito. Il 12 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi e internato come IMI nella città di Bydgoszcz. Liberato dalle truppe sovietiche il 26 gennaio 1945, morì nell'agosto, ancora nella città polacca, di tifo addominale. È sepolto nel cimitero militare italiano a Varsavia.[40][41][42]
Piazza Giuseppe Mazzini 1[E 2]

44°41′55.78″N 10°31′21.77″E / 44.698829°N 10.522715°E44.698829; 10.522715
QUI ABITAVA
UMBERTO MONTANARI
NATO 1896
CATTURATO 1943
DEPORTATO 1943
SIEGEN
ASSASSINATO 9.3.1945
Montanari, Umberto Umberto Montanari (Montecchio Emilia, 6 aprile 1896 - Niederschelden 9 marzo 1945), operaio e mugnaio. Veterano della prima guerra mondiale, durante la quale aveva raggiunto il grado di sergente, era emigrato una prima volta in Germania nel 1938, per lavorare nello stabilimento siderurgico di Charlottenhütte presso la cittadina di Niederschelden. Tornato a Cavriago nel novembre 1939, nel novembre 1940 poté tornare a Niederschelden, rimanendovi sino al settembre 1943.[E 3] In seguito all'annuncio dell'armistizio tutti gli operai italiani ivi presenti che non dichiararono fedeltà alla RSI vennero arrestati e internati, costretti ai lavori forzati presso lo stesso stabilimento dove lavoravano in precedenza. Montanari divenne in questo periodo il rappresentante ufficioso degli internati italiani. Venne ucciso il 9 marzo 1945 da Wilhelm Bültmann, Kriminalsekretär della Gestapo della vicina Siegen, che, vistolo con una bottiglia di birra in mano davanti a una trattoria dopo un allarme aereo, lo accusò di averla rubata, nonostante la testimonianza contraria della proprietaria della trattoria, e lo freddò sul posto con un colpo alla nuca. Nel 1950 Bültmann sarà condannato per questo crimine da un tribunale tedesco a 10 anni di reclusione, ma ne sconterà soltanto cinque. Dal 1953 Montanari è sepolto nel cimitero militare italiano di Francoforte sul Meno. A lui è dedicata un'altra pietra d'inciampo nel luogo in cui venne assassinato, oggi nella città di Siegen.[43][44][45][46]
Piazzaletto Garibaldi 11

44°41′43.48″N 10°31′33.03″E / 44.695412°N 10.525841°E44.695412; 10.525841
QUI ABITAVA
ENEA POZZI
NATO 1916
CATTURATO 1943
ROMA
DEPORTATO 1943
NORDHAUSEN
ASSASSINATO 7.1.1944
Pozzi, Enea Enea Pozzi (Cavriago 24 dicembre 1916 - Nordhausen 7 gennaio 1944), falegname. Arruolato nel 1939 nel 2º Reggimento Granatieri, nel febbraio 1941 venne trasferito al 3º Reggimento e con quest'ultimo prese parte alla Campagna di Grecia. Ricoverato per congelamento nell'aprile dello stesso anno e rimpatriato, venne quindi congedato perché orfano di guerra, ma poi fu richiamato in servizio nel maggio 1943. Dopo l'8 settembre 1943 venne fatto prigioniero dai tedeschi in seguito alla mancata difesa di Roma, venendo poi internato come IMI in vari campi: prima nello Stalag 1-F presso Suwałki, poi nello Stalag IX-C e infine nel campo di concentramento di Mittelbau-Dora. Non sopravvisse.[23][47][48]

Correggio[modifica | modifica wikitesto]

A Correggio si trovano 3 pietre d'inciampo, posate tra 2015 e 2016. Le biografie dei deportati sono state ricostruite col coinvolgimento di classi del Liceo Rinaldo Corso di Correggio.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
9 gennaio 2015 Piazza San Quirino 4

44°46′16.06″N 10°46′46.12″E / 44.771129°N 10.779479°E44.771129; 10.779479
QUI ABITAVA
LUCIA FINZI
NATA 1894
ARRESTATA 8.12.1943
CARCERE REGGIO EMILIA
INTERNATA FOSSOLI CAMPO
DEPORTATA 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 26.2.1944
Finzi, Lucia Lucia Finzi (Correggio 14 dicembre 1894 - Auschwitz 26 febbraio 1944), rammendatrice. Rimasta sola dopo che il fratello si era nascosto per sfuggire alle persecuzioni razziali, nel dicembre 1943, dopo l'emanazione dell'ordinanza di arresto di tutti gli ebrei, venne avvertita da Salvatore Toma, il locale maresciallo dei Carabinieri, di lasciare la propria abitazione e nascondersi. In un primo tempo si nascose confondendosi tra gli sfollati, ma l'8 dicembre si presentò spontaneamente in caserma per spiegare che non aveva fatto nulla di male. Lì però i militari, a causa della presenza di militi della GNR, dovettero arrestarla, traducendola dapprima nel carcere di San Tommaso nel capoluogo e poi probabilmente nel Casino Nobili di Villa Cavazzoli. Da lì il 16 febbraio 1944 venne trasferita a Fossoli e di qui il 22 febbraio venne deportata ad Auschwitz. Fu uccisa all'arrivo.[49][50][51]
13 gennaio 2016 Via Mandrio
All'angolo con Via San Martino

44°46′28.35″N 10°47′15.83″E / 44.774541°N 10.787731°E44.774541; 10.787731
QUI ABITAVA
GILDA SINIGAGLIA
NATA 1897
PERSEGUITATA
LEGGI RAZZISTE ITALIANE 1938
NASCOSTA SASSUOLO 1943
PRIVATA DI ASSISTENZA MEDICA
MORTA 2.4.1945
Sinigaglia, Gilda Gilda Sinigaglia (Correggio 1 marzo 1897 - Sassuolo 2 aprile 1945), casalinga. Crocerossina durante la prima guerra mondiale, nel 1939 con l'approvazione delle leggi razziali si spostò con la sorella Lucia da Bologna e si stabilì nella villa di famiglia nella città natale, probabilmente per assumere un profilo socialmente più basso. Dopo l'8 settembre 1943 si nascose sempre assieme alla sorella nella parrocchia di San Michele dei Mucchietti presso Sassuolo. Durante un viaggio nell'inverno 1944-45 per visitare il fratello Claudio (che morirà di lì a poco), si ammalò di una polmonite che pochi mesi dopo la porterà alla morte.[52][53]
QUI ABITAVA
CLAUDIO SINIGAGLIA
NATO 1895
PERSEGUITATO
LEGGI RAZZISTE ITALIANE 1938
NASCOSTO SASSUOLO 1943
PRIVATO DI ASSISTENZA MEDICA
MORTO 24.12.1944
Sinigaglia, Claudio Claudio Sinigaglia (Correggio[E 4] 3 dicembre 1895 - Correggio 24 dicembre 1944), avvocato. Volontario nella prima guerra mondiale, combatté nel 89º Rgt. fanteria prima (col quale ottenne nel 1916 una medaglia d'argento al valor militare) e col 6º Rgt. alpini poi, concludendo la guerra da tenente. Mutilato di guerra, nel dopoguerra si stabilì a Bologna divenendo presidente dell'ANMIG locale, oltre ad essere tra i fondatori dell'ANA bolognese. Nel 1920 si iscrisse al Partito Nazionale Fascista, divenendo membro attivo della Milizia. Nel 1939 in seguito all'approvazione delle leggi razziali venne "discriminato" per "meriti fascisti", potendo dunque continuare ad esercitare la professione, ma nel 1942 si trasferì stabilmente con i fratelli nella villa di famiglia, probabilmente a causa delle leggi razziali sempre più pesanti. Dopo l'8 settembre 1943 si nascose nei dintorni, riuscendo anche a scrivere una lettera di protesta al commissario prefettizio della cittadina per la requisizione della villa effettuata nell'ottobre 1943 dalla Wehrmacht e per la destinazione che ne era stata fatta di postribolo per ufficiali. Morì nell'inverno 1944 per la mancanza di dosi di insulina necessarie per il suo diabete.[52][54][55][56][57]

Gualtieri[modifica | modifica wikitesto]

A Gualtieri, e frazione di Santa Vittoria, si trovano 3 pietre d'inciampo, tutte posate nel 2022.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
23 aprile 2022 Strada Provinciale 63, 26/28

44°54′01.86″N 10°37′51.43″E / 44.900516°N 10.630953°E44.900516; 10.630953 (Pietra d'inciampo per Celestino Gabbi)
QUI ABITAVA
CELESTINO GABBI
NATO 1918
CATTURATO 15.9.1943
TRIESTE
INTERNATO 1943
STALAG III C-D BERLINO
ASSASSINATO 16.8.1944
Gabbi, Celestino Celestino Gabbi (Gualtieri, 28 novembre 1918 - Berlino, 16 agosto 1944), detto Rinaldo, figlio di Enrico e Vittoria Giliol, apprendista fabbro. Arruolato nella 184ª Batteria d'Artiglieria, inviato sul fronte jugoslavo, dopo la proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943 e l'occupazione tedesca, è catturato a Trieste il 15 settembre 1943, deportato nel Reich e internato nelo Stalag III-C[58] prima, quindi Stalag III-D[59] dove è vittima della Meningite che sommata ad ulteriori complicanze ne determinarono la morte, sopraggiunta il 16 agosto 1944 in un ospedale di Neukölln a Berlino. È sepolto nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Berlino.[60]
Via Magnano, 4
località Santa Vittoria

44°51′03.18″N 10°38′21.08″E / 44.850884°N 10.639189°E44.850884; 10.639189 (Pietra d'inciampo per Giannetto Lambruschi)
QUI ABITAVA
GIANNETTO LAMBRUSCHI
NATO 1923
CATTURATO 11.9.1943
GRECIA
INTERNATO 1943
STALAG IV B MÜHLBERG
ASSASSINATO 27.6.1944
ZEITHAIN
Lambruschi, Giannetto Giannetto Lambruschi (Santa Vittoria, 25 giugno 1923 - Zeithain, 27 giugno 1944), figlio di Vittorio e Amneris Alberici, fornaio. Arruolato in fanteria, è sul fronte greco all'atto della proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943. Catturato dai tedeschi l'11 settembre 1943, deportato nel Reich internato nello Stalag IV-B[61] a Mühlberg, quindi nello Stalag IV B Zeithain dove muore il 27 giugno 1944. È sepolto nel Sacrario dei caduti d'oltremare di Bari.[62]
Via Ponte Portine, 28/24
località Santa Vittoria

44°51′08.27″N 10°38′15.78″E / 44.852297°N 10.637717°E44.852297; 10.637717 (Pietra d'inciampo per Arsiero Guatteri)
QUI ABITAVA
ARSIERO GUATTERI
NATO 1920
CATTURATO 9.9.1943
DEPORTATO 1943
AMBURGO
MORTO 8.10.1944
OTTERNDORF
Guatteri, Arsiero Arsiero Guatteri (Gualtieri, 22 agosto 1920 - Otterndorf, 8 ottobre 1944), figlio di Enrico e Teresa Ferroni, bracciante. È catturato il giorno successivo la proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943 e deportato nel Reich, destinato ad Amburgo. Muore l'8 Ottobre 1944, è sepolto nel cimitero militare italiano di Amburgo.[63]

Guastalla[modifica | modifica wikitesto]

A Guastalla si trovano 9 pietre d'inciampo, posate tra 2017 e 2018. Le biografie dei deportati sono state ricostruite col coinvolgimento di classi dell'Istituto Bertrand Russell di Guastalla. Nel 2020 la pietra dedicata ad Aldo Munari è stata danneggiata da un gesto vandalico e ne è stata riposata una nuova l'8 settembre 2021.[64][65]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
15 gennaio 2017 Via Portamurata 46[E 5]

44°54′27.58″N 10°40′32.59″E / 44.907662°N 10.67572°E44.907662; 10.67572
QUI ABITAVA
GINO BENATTI
NATO 1923
CATTURATO 9.9.1943
GOITO
DEPORTATO 1943
NEUENSTADT AM KOCHER
ASSASSINATO 8.4.1945
Benatti, Gino Gino Benatti (Guastalla 22 novembre 1923 - Neuenstadt am Kocher 8 aprile 1945), contadino. Arruolato nel 4º Rgt. Autieri nel 1942, venne catturato dei tedeschi l'8 settembre 1943 a Torri del Benaco e internato come IMI presso Neuenstadt am Kocher. Qui morì pochi giorni prima della guerra a causa dell'esplosione di barili di carburante durante un bombardamento.[66]
Via Cavallo 9[E 6]

44°54′44.34″N 10°39′32.45″E / 44.912316°N 10.659015°E44.912316; 10.659015
QUI ABITAVA
IVO CARRA
NATO 1922
CATTURATO 9.9.1943
TRIESTE
DEPORTATO 1943
LIPSIA
ASSASSINATO 14.3.1944
Carra, Ivo Ivo Carra (Guastalla 21 aprile 1922 - Lipsia 14 marzo 1944). Arruolato come marconista nel 11º Reggimento genio, combatté sul fronte orientale e venne catturato dai tedeschi il 9 settembre 1943 a Trieste o a Udine (le fonti divergono). Iniziò così l'internamento come IMI in ben tre campi diversi, prima lo Stalag I-B presso Hohenstein, poi lo Stalag IV-B presso Mühlberg e infine lo Stalag IV-G, da dove venne distaccato presso la fabbrica aeronautica Erla Maschinenwerk. Morì di setticemia nell'ospedale del campo.[67][68]
loc. Tagliata, Via Staffola 37[E 7]

44°55′55.6″N 10°41′02.3″E / 44.932112°N 10.683973°E44.932112; 10.683973
QUI ABITAVA
ALFREDO NOSARI
NATO 1922
CATTURATO 9.9.1943
MONTENEGRO
DEPORTATO 1943
STIERINGEN
ASSASSINATO 1.10.1944
Nosari, Alfredo Alfredo Nosari (Guastalla 16 gennaio 1922 - Stiring-Wendel 1 ottobre 1944). Arruolato nel 1942 nel 47º Reggimento fanteria, venne destinato al Montenegro occupato, e lì venne catturato dai tedeschi il 9 settembre 1943. Venne quindi internato come IMI prima nello Stalag XII-D presso Treviri, poi nello Stalag XII-F, venendo distaccato prima a Tuttlingen e poi a Mettlach. Morì a Stiring-Wendel, nell'Alsazia annessa al Reich. È sepolto nel sacrario militare italiano di Saint-Mandrier-sur-Mer.[69][70]
QUI ABITAVA
ATHOS NOSARI
NATO 1916
CATTURATO 9.9.1943
GORIZIA
DEPORTATO 1943
LUCKENWALDE
ASSASSINATO 27.5.1944
Nosari, Athos Athos Nosari (Guastalla 22 novembre 1916 - Luckenwalde 27 maggio 1944), operaio. Arruolato nel 1939 nel 38º Reggimento fanteria, venne poi trasferito nella Guardia alla Frontiera, prima nel 9º Raggruppamento artiglieria e poi nel XXI Settore. l'8 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi a Gorizia o a Mestre (le fonti divergono) e internato come IMI nello Stalag III-A presso Luckenwalde. Non sopravvisse.[23][69][71]
Piazza Giuseppe Mazzini

44°55′21.33″N 10°39′15.61″E / 44.922591°N 10.654337°E44.922591; 10.654337
QUI ABITAVA
FERMINO TONIATO
NATO 1922
CATTURATO 8.9.1943
CROAZIA
DEPORTATO 1943
ALFEN STUCKENBROCK
MORTO 6.6.1945
CORREGGIO
Toniato, Fermino Fermino Toniato (Villa del Conte 2 luglio 1922 - Correggio 6 maggio 1945), bracciante agricolo. Arruolato nel 1941, venne ricoverato nel 1942 e destinato a servizi sedentari in Istria. L'8 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi a Fiume e internato come IMI nello Stalag VI-K presso Stukenbrock, dove venne impiegato in un'officina. Qui però subì un grave infortunio, perdendo tre dita, e il 10 ottobre 1944 venne rimandato in Italia, dove gli venne diagnosticata una tubercolosi sviluppata nel Lager. Ricoverato in ospedale a Correggio, vi morì pochi giorni dopo la liberazione.[72]
12 gennaio 2018 Via Martiri di Belfiore 25

44°55′21.97″N 10°39′22.08″E / 44.922769°N 10.656132°E44.922769; 10.656132
QUI ABITAVA
GILDO CANI
NATO 1923
CATTURATO 9.9.1943
RODI
DEPORTATO 1943
GRILLENBERG, BERNDORF
ASSASSINATO 1.4.1945
Cani, Gildo Gildo Cani (Guastalla 17 giugno 1923 - Grillenberg 1 aprile 1945), operaio. Arruolato nel 1943 nell'11º Reggimento genio, venne destinato a Rodi, dove il 9 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi. Venne internato come IMI nello Stalag XVII-A presso Kaisersteinbruch, in Austria, e di qui distaccato a Grillenberg. Non sopravvisse.[23][73]
via Trieste 8[E 8]

44°55′15.74″N 10°39′04.26″E / 44.921039°N 10.651182°E44.921039; 10.651182
QUI ABITAVA
ALFONSO CATTANIA
NATO 1919
CATTURATO 8.9.1943
CROAZIA
DEPORTATO 1944
BROICHER MÜHLE BONN
MORTO 27.11.1944
Cattania, Alfonso Alfonso Cattania (Correggio 9 febbraio 1919 - Broicher Mühle 27 novembre 1944). Arruolato nel 1939 nel 3º Reggimento di Artiglieria d'Armata, partecipò ai combattimenti nelle Alpi Occidentali e in Jugoslavia. Catturato in Croazia dai tedeschi, venne deportato e internato come IMI in Germania. Morì a Broicher Mühle, un villaggio presso Bonn, durante un bombardamento aereo, probabilmente attardandosi per aiutare una donna.[23][74]
San Rocco, Via Confine 5

44°52′57.32″N 10°42′38.91″E / 44.882589°N 10.710809°E44.882589; 10.710809
QUI ABITAVA
ALDO MUNARI
NATO 1915
CATTURATO 9.9.1943
CROAZIA
DEPORTATO 1943
COLONIA
MORTO 16.11.1944
Munari, Aldo Giuseppe Aldo Giuseppe Munari (Viano 6 febbraio 1915 - Colonia 16 novembre 1944), contadino. Richiamato nel 1940 nei Lancieri di Novara, nel 1942 venne trasferito con la sua unità sul fronte jugoslavo. Catturato in Croazia dai tedeschi, venne deportato e internato come IMI a Colonia. Non sopravvisse.[75]
San Martino, Via Selna Prima 11[E 9]

44°54′45.21″N 10°41′16.91″E / 44.912559°N 10.688031°E44.912559; 10.688031
QUI ABITAVA
GUIDO RIVA
NATO 1920
CATTURATO 8.9.1943
PINEROLO
DEPORTATO 1943
KIEL
MORTO 22.5.1944
Riva, Guido Guido Riva (Guastalla 21 marzo 1920 - Kiel 22 maggio 1944), barbiere e sarto. Arruolato in cavalleria nel 1940 come trombettiere presso la scuola di cavalleria di Pinerolo, venne catturato dai tedeschi l'8 settembre 1943 e deportato come IMI prima nello Stalag VIII-A presso Görlitz e poi nello Stalag X-B, venendo distaccato a Elmschenhagen, un quartiere di Kiel, dove morì durante un bombardamento aereo. È sepolto nel cimitero militare italiano di Amburgo.[76][77]

Novellara[modifica | modifica wikitesto]

A Novellara si trovano 8 pietre d'inciampo, posate tra 2020 e 2022. Le biografie dei deportati sono state ricostruite col coinvolgimento di classi dell'Istituto Comprensivo Lelio Orsi di Novellara.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
22 gennaio 2020 Via San Bernardino 122

44°51′53.74″N 10°40′21.63″E / 44.864929°N 10.672676°E44.864929; 10.672676
QUI ABITAVA
GIACOMO BACCARANI
NATO 1922
CATTURATO 8.9.1943
UDINE
DEPORTATO 1943
ZEITHAIN
ASSASSINATO 25.11.1944
Baccarani, Giacomo Giacomo Baccarani (Novellara 1 luglio 1922 - Zeithain 25 novembre 1944), bracciante agricolo. Arruolato nel 1941 nell'11º Reggimento genio, venne catturato dai tedeschi a Udine il 12 settembre 1943. Tenne un diario della prigionia, che è stato salvato. Il 18 settembre arrivò nello Stalag I-F presso Suwałki, nella Polonia annessa al Reich, dove venne internato come IMI, ma un mese dopo, in seguito ad avanzate sovietiche, venne trasferito, arrivando infine in una località dove venne impiegato nella macellazione e nell'allevamento di pollame. Il 16 dicembre venne però nuovamente trasferito ad ovest per avanzate russe: dopo una tappa intermedia nello Stalag I-B ad Hohenstein, il 12 gennaio 1944 arrivò nello Stalag IV-B presso Mühlberg, in Germania. Il 10 febbraio venne distaccato presso un deposito di munizioni, un lavoro molto duro e con rancio misero. Il 5 agosto venne ricoverato per ernia nel campo, venendo poi trasferito nell'ospedale civile di Lipsia, dove gli venne diagnosticata la tubercolosi, e infine nell'infermeria dello Stalag IV-H presso Zeithain, dove morì.[78][79][80]
Viazza San Michele 18/B

44°50′54.05″N 10°42′14.23″E / 44.848348°N 10.703953°E44.848348; 10.703953
QUI ABITAVA
VITTORIO BUSANA
NATO 1906
CATTURATO 8.9.1943
VICENZA
DEPORTATO 1943
STALAG II B HAMMERSTEIN
STALAG VI D DORTMUND
BOCHUM
ASSASSINATO 26.12.1943
Busana, Vittorio Vittorio Busana (Bagnolo in Piano 16 settembre 1906 - Bochum 26 dicembre 1943), contadino. Arruolato nel 1943 nel 3º Reggimento genio, venne catturato dai tedeschi l'8 settembre 1943 e internato come IMI nello Stalag II-B presso Hammerstein, in Pomerania. Successivamente venne trasferito nello Stalag VI-D a Dortmund, venendo distaccato a Bochum, dove morì poco dopo per intossicazione. È sepolto nel cimitero militare italiano di Francoforte sul Meno.[81][82]
Viazzola Borgazzo 1

44°49′35.59″N 10°43′34.78″E / 44.826552°N 10.726328°E44.826552; 10.726328
QUI ABITAVA
GUIDO GHIACCI
NATO 1916
CATTURATO 8.9.1943
DEPORTATO 1943
STALAG V C/Z
STRASBURGO
ASSASSINATO 13.5.1944
Ghiacci, Guido Guido Ghiacci (Novellara 20 marzo 1916 - Strasburgo 13 maggio 1944), contadino. Arruolato nel 1939 nel 2º Reggimento Granatieri, nel 1942 venne trasferito nell'11º Reggimento genio. Dopo l'8 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi e internato come IMI. Non sopravvisse.[23][83]
Piazza Mazzini 8

44°50′38.19″N 10°43′51.21″E / 44.843941°N 10.730893°E44.843941; 10.730893
QUI ABITAVA
CARLO SEGRÉ
NATO 1866
PERSEGUITATO 1938
LEGGI RAZZISTE ITALIANE
CERCÒ RIFUGIO
NELLA MORTE 1939
Segré, Carlo Carlo Segré (Novellara 28 dicembre 1866 - Novellara 6 giugno 1939). Discendente di un'antica famiglia ebraica presente a Novellara da almeno due secoli, Carlo Segré era un proprietario terriero, tra i maggiori notabili novellaresi. Era stato politicamente attivo con i liberali moderati nei primi anni del secolo, e aveva ricoperto incarichi nel Consorzio di Bonifica provinciale. Sposato con una donna cattolica e padre di sette figli, tutti battezzati, per lui l'ebraismo era rimasto un fatto esclusivamente privato, di tradizione familiare. Con l'approvazione delle leggi razziali fasciste e la stipula del Patto d'Acciaio però, sentì che la sua presenza avrebbe messo sempre più in pericolo i figli, nelle proprietà e forse anche nella vita. Il 5 giugno venne insultato pubblicamente da giovani fascisti locali nel Teatro Comunale. Sconvolto, il giorno successivo decise di farla finita: scritta una lettera ai due figli ancora minorenni, si uccise col veleno. A differenza di quanto avvenuto con Formiggini, la stampa fascista poté mascherare il fatto come un malore, e ai funerali parteciparono molte persone, compresi gli stessi fascisti locali.[84][85]
27 gennaio 2021 Viale Roma 13

44°50′41.58″N 10°43′34.82″E / 44.844884°N 10.726338°E44.844884; 10.726338
QUI ABITAVA
PIETRO PAPI
NATO 1923
CATTURATO 9.9.1943
GRECIA
DEPORTATO 1943
ASSASSINATO 14.3.1945
GLADBACH
Papi, Pietro Pietro Papi
31 maggio 2021 Strada Frassinara, 11
località San Giovanni della Fossa

44°48′15.7″N 10°43′51.74″E / 44.80436°N 10.73104°E44.80436; 10.73104
QUI ABITAVA
ALFREDO IOTTI
NATO 1921
CATTURATO 9.9.1943
DEPORTATO 1943
ASSASSINATO 4.2.1945
ZEITHAIN
Iotti, Alfredo Alfredo Iotti
Strada Santa Maria, 4
località Santa Maria della Fossa

44°48′00.71″N 10°41′53.89″E / 44.800198°N 10.698304°E44.800198; 10.698304
QUI ABITAVA
DANTE VECCHI
NATO 1923
CATTURATO 9.9.1943
DEPORTATO 1943
MORTO 6.8.1945
LAUPHEIM
Vecchi, Dante Dante Vecchi
27 gennaio 2022 Via E. Pelgreffi, 4
località San Giovanni della Fossa

44°48′50.98″N 10°42′09″E / 44.814162°N 10.7025°E44.814162; 10.7025
QUI ABITAVA
EFFRO LAMELLI
NATO 1915
CATTURATO 13.9.1943
GRECIA
INTERNATO 1943
STALAG IIIB FÜRSTENBERG
ASSASSINATO 19.3.1944
Lamelli, Effro Effro Lamelli

Reggio Emilia[modifica | modifica wikitesto]

Nella città di Reggio Emilia sono state poste 21 pietre d'inciampo tra il 2015 e il 2023.[86] Le biografie dei deportati sono state ricostruite col coinvolgimento di classi di diverse scuole del capoluogo provinciale: l'Istituto di Istruzione Superiore Angelo Motti, l'Istituto Tecnico Scaruffi-Levi, l'Istituto Professionale Filippo Re, il Liceo Ariosto-Spallanzani, l'Istituto Galvani-Iodi, l'Istituto Antonio Zanelli e il Liceo Matilde di Canossa. Oltre ad esse hanno partecipato anche classi dell'Istituto Cattaneo-Dall'Aglio di Castelnovo ne' Monti e dell'Istituto Piero Gobetti di Scandiano.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
9 gennaio 2015 Viale Montegrappa 18

44°41′39.01″N 10°38′09.37″E / 44.69417°N 10.635935°E44.69417; 10.635935
QUI ABITAVA
ADA CORINALDI
NATA 1877
ARRESTATA 4.12.1943
CARCERE REGGIO EMILIA
INTERNATA FOSSOLI CAMPO
DEPORTATA 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 26.2.1944
Corinaldi, Ada Ada Corinaldi (Reggio Emilia 3 marzo 1877 - Auschwitz 26 febbraio 1944), casalinga, nubile, viveva assieme alle sorelle. Ebrea, venne arrestata da poliziotti italiani e Feldgendarmen tedeschi il 4 dicembre 1943 assieme alle sorelle, tradotte nelle carceri cittadine, dove rimasero un giorno prima di essere trasferite probabilmente al Casino Nobili di Villa Cavazzoli, punto di raccolta degli ebrei catturati a Reggio. Dopo l'arresto la loro abitazione venne saccheggiata da cittadini reggiani alla ricerca di un facile guadagno. Il 16 febbraio 1944 vennero prelevate e deportate prima a Fossoli e di lì il 22 febbraio ad Auschwitz. Furono uccise all'arrivo.[51][87][88][89]
QUI ABITAVA
BICE CORINALDI
NATA 1883
ARRESTATA 4.12.1943
CARCERE REGGIO EMILIA
INTERNATA FOSSOLI CAMPO
DEPORTATA 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 26.2.1944
Corinaldi, Bice Bice Corinaldi (Reggio Emilia 16 dicembre 1873 - Auschwitz 26 febbraio 1944), casalinga. Venne arrestata, deportata e uccisa assieme alle sorelle.[87]
QUI ABITAVA
OLGA CORINALDI
NATA 1888
ARRESTATA 4.12.1943
CARCERE REGGIO EMILIA
INTERNATA FOSSOLI CAMPO
DEPORTATA 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 26.2.1944
Corinaldi, Olga Olga Corinaldi (Reggio Emilia 9 agosto 1888 - Auschwitz 26 febbraio 1944[E 10]), casalinga. Venne arrestata, deportata e uccisa assieme alle sorelle.[87]
Via Monzermone 8[E 11]

44°41′59.14″N 10°37′44″E / 44.69976°N 10.628888°E44.69976; 10.628888
QUI ABITAVA
BEATRICE RAVÀ
IN RIETTI
NATA 1877
ARRESTATA 4.12.1943
CARCERE REGGIO EMILIA
INTERNATA FOSSOLI CAMPO
DEPORTATA 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 26.2.1944
Ravà, Beatrice Beatrice Ravà (Reggio Emilia 1 maggio 1877 - Auschwitz 26 febbraio 1944), affittacamere, vedova, viveva assieme alle figlie nubili. Venne arrestata da poliziotti italiani e Feldgendarmen tedeschi il 4 dicembre 1943 assieme alle figlie e tutte quante vennero tradotte prima nel Carcere di San Tommaso e poi furono probabilmente internate nel Casino Nobili a Villa Cavazzoli. Il 16 febbraio vennero prelevate assieme agli altri ebrei reggiani e portate a Fossoli, da dove il 22 febbraio furono deportate ad Auschwitz. Venne uccisa all'arrivo.[51][90]
QUI ABITAVA
ILMA RIETTI
NATA 1913
ARRESTATA 4.12.1943
CARCERE REGGIO EMILIA
INTERNATA FOSSOLI CAMPO
DEPORTATA 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 26.2.1944
Rietti, Ilma Ilma Rietti (Reggio Emilia 9 maggio 1913 - Auschwitz 26 febbraio 1944), telefonista presso la TIMO, licenziata nel 1938 in seguito alla promulgazione delle leggi razziali. Il 4 dicembre 1943 al momento dell'arrivo degli agenti inizialmente si nascose in casa, ma poi la madre e la sorella la chiamarono dicendo "Siamo nelle mani del Signore, dobbiamo stare assieme...". Venne così arrestata e deportata assieme a loro. Ad Auschwitz venne inizialmente destinata assieme alla sorella per il campo di lavoro, mentre la madre venne caricata su un camion, che, a loro insaputa, l'avrebbe portata alla camera a gas. Le due sorelle però, per lo stesso impulso a condividere la sorte tutte assieme, rincorsero il camion pregandole di farle salire. Vennero fatte salire e uccise all'arrivo.[90][91]
QUI ABITAVA
IOLE RIETTI
NATA 1910
ARRESTATA 4.12.1943
CARCERE REGGIO EMILIA
INTERNATA FOSSOLI CAMPO
DEPORTATA 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 26.2.1944
Rietti, Iole Iole Rietti (Reggio Emilia 22 gennaio 1910 - Auschwitz 26 febbraio 1944), casalinga. Venne arrestata, deportata e uccisa assieme a madre e sorella.[90]
Via Monzermone 10[E 12]

44°41′59.59″N 10°37′44.27″E / 44.699885°N 10.628963°E44.699885; 10.628963
QUI ABITAVA
ORESTE SINIGAGLIA
NATO 1881
ARRESTATO 2.12.1943
CARCERE REGGIO EMILIA
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 26.2.1944
Sinigaglia, Oreste Oreste Sinigaglia (Milano 11 dicembre 1881 - Auschwitz 26 febbraio 1944), commerciante in mobili. Venne arrestato da poliziotti italiani e Feldgendarmen tedeschi il 2 dicembre 1943. Venne portato dapprima nel Carcere di San Tommaso e poi nel Casino Nobili di Villa Cavazzoli. Di lì il 16 febbraio 1944 venne trasportato a Fossoli e il 22 febbraio venne messo sul treno per Auschwitz. Fu ucciso all'arrivo.[92][93]
Via Emilia San Pietro 22[E 13]

44°41′49.57″N 10°38′06.8″E / 44.697103°N 10.635223°E44.697103; 10.635223
QUI ABITAVA
BENEDETTO MELLI
NATO 1890
ARRESTATO 8.12.1943
CARCERE VARESE
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 26.2.1944
Melli, Benedetto Benedetto Melli (Modena 17 gennaio 1890 - Auschwitz 26 febbraio 1944), commerciante in biancheria. Membro degli organi direttivi della locale corporazione fascista dell'abbigliamento, nel 1939, dopo l'approvazione delle leggi razziali, venne "discriminato": poté dunque continuare la propria attività, ma fu costretto a dimettersi dagli incarichi corporativi. Dopo l'8 settembre 1943 lui e la moglie dapprima sfollarono a Scandiano, poi ai primi di dicembre, grazie all'aiuto dell'amico antifascista Durante Gallinari, tentarono la fuga in Svizzera, dove avrebbero raggiunto il figlio. Una volta raggiunta la frontiera però, complice la frattura della gamba di Lina, non riuscirono a riparare nel paese elvetico e l'8 dicembre vennero arrestati a Porto Ceresio (VA), grazie anche a fascisti reggiani che li riconobbero. Vennero quindi incarcerati a Varese e di lì portati a Fossoli, dove Benedetto venne eletto rappresentante degli internati. Il 22 febbraio 1944 vennero fatti salire sullo stesso treno piombato degli altri ebrei reggiani. Fu ucciso all'arrivo.[93][94][95]
QUI ABITAVA
LINA JACCHIA
IN MELLI
NATA 1889
ARRESTATA 8.12.1943
CARCERE VARESE
INTERNATA FOSSOLI CAMPO
DEPORTATA 1944
AUSCHWITZ
ASSASSINATA 26.2.1944
Jacchia, Lina Lina Jacchia (Modena 29 dicembre 1889 - Auschwitz 26 febbraio 1944), gestiva il negozio familiare assieme al marito. Seguì il marito nella tentata fuga e nella deportazione. Fu uccisa all'arrivo nel campo di sterminio.[95]
13 gennaio 2016
QUI ABITAVA
GIORGIO MELLI
NATO 1919
PERSEGUITATO
LEGGI RAZZISTE ITALIANE 1938
RIFUGIATO SVIZZERA
Melli, Giorgio Giorgio Melli (Reggio Emilia 29 novembre 1919 - Verona 1977), figlio di Benedetto e di Lina Jacchia. Nel 1938 in seguito alle leggi razziali fasciste gli era stato negato l'accesso alle università italiane ed era dunque emigrato a Losanna, in Svizzera, dove nel 1943 si laureò in ingegneria chimica. Non è chiaro se vide direttamente l'arresto dei genitori dall'altra parte del confine oppure se ne ebbe notizia in seguito, ma ne ebbe un colpo tremendo. Inizialmente si rifugiò nello studio, laureandosi in scienze politiche a Ginevra nel 1948, dopodiché torno nella città natale. Qui però, quando si rese conto che i genitori non sarebbero più tornati, il trauma subito si aggravò. Si disinteressò delle proprietà, requisite dalle autorità fasciste nella primavera 1944 e recuperate dallo zio materno dopo la Liberazione, e non riuscì a integrarsi nella vita civile, soffrendo di crescenti fobie e incubi ricorrenti. Nel 1960 verrà ricoverato nella clinica psichiatrica di Villa Santa Chiara a Verona, dove morirà a 58 anni.[95][96][97][98]
Via Roma 7

44°41′56.63″N 10°38′02.73″E / 44.699064°N 10.634093°E44.699064; 10.634093
QUI ABITAVA
IDA LIUZZI
NATA 1877
PERSEGUITATA
LEGGI RAZZISTE ITALIANE 1938
NASCOSTA ALBINEA 1943
MORTA 16.8.1944
Liuzzi, Ida Ida Liuzzi (Reggio Emilia 22 giugno 1877 - Borzano 16 agosto 1944), nubile, viveva da sola. Durante la guerra era malata e veniva accudita dalla domestica, che il questore nel 1938 le aveva concesso di tenere in deroga alle leggi razziali che vietavano agli ebrei di avere non ebrei come domestici. Dopo l'8 settembre 1943 venne nascosta dalla domestica in un fienile in località Borgo presso Borzano di Albinea, dove morì. Con la complicità dei custodi, venne inumata clandestinamente nel cimitero ebraico di Reggio Emilia, dove riposa tuttora.[99][100]
Via Umberto Cagni 4

44°42′14.73″N 10°37′41.54″E / 44.704092°N 10.628206°E44.704092; 10.628206
QUI ABITAVA
DANTE PADOA
NATO 1883
PERSEGUITATO
LEGGI RAZZISTE ITALIANE 1938
NASCOSTO COSTABONA 1943
MORTO 4.8.1944
Padoa, Dante Dante Padoa (Reggio Emilia 3 marzo 1883 - Costabona di Villa Minozzo 4 agosto 1944), direttore dell'ufficio ragioneria delle Regie Poste di Reggio Emilia. Nel 1938, per effetto delle leggi razziali, venne licenziato e sfrattato dall'appartamento in Via Cagni in cui viveva con moglie e figli, poiché riservato ai dipendenti delle Poste. La famiglia dovette così trasferirsi e vivere del solo salario della figlia Vera, impiegata presso un'azienda privata, oltre che delle lezioni private date dal figlio Lazzaro. Nell'estate 1943 tutta la famiglia tornò a Scandiano, città d'origine della moglie. Dopo l'8 settembre 1943 prima il figlio e poi il resto della famiglia, assieme a una cognata, si rifugiarono nell'appennino: prima a Quara, poi, grazie alla rete di aiuto di Don Enzo Boni Baldoni e di Maria Bertolini, vedova Fioroni, a Costabona di Villa Minozzo, in località Montecchio, presso una famiglia contadina. In quel periodo il loro appartamento reggiano venne razziato. Dante Padoa morì di infarto durante il grande rastrellamento condotto dai tedeschi sul territorio della Repubblica di Montefiorino.[101][102][103]
Via Baruffo 1

44°41′38.52″N 10°37′53.69″E / 44.694032°N 10.63158°E44.694032; 10.63158
QUI ABITAVA
PAOLO BONAVENTURA
NATO 1870
PERSEGUITATO
LEGGI RAZZISTE ITALIANE 1938
ARRESTATO 4.12.1943
CARCERE REGGIO EMILIA
MORTO 13.2.1944
Bonaventura, Paolo Paolo Bonaventura (Livorno 26 luglio 1870 - Reggio Emilia 13 febbraio 1944), professore di matematica. Dopo aver già prestato servizio come preside in vari istituti tecnici, mentre era in carica presso l'Istituto Tecnico "Buonarroti" di Arezzo si era distinto per atteggiamenti antifascisti (si era rifiutato di aprire la scuola per ospitare i fascisti durante la Marcia su Roma, venendo per questo pesantemente malmenato, e successivamente non aveva voluto intonare Giovinezza) e per questo motivo nel 1927 era stato rimosso dall'incarico e retrocesso a professore, destinato all'Istituto Secchi di Reggio Emilia. Ebreo, dopo le leggi razziali divorziò dalla moglie, convertitasi al cristianesimo. Viveva dunque solo quando, nel febbraio 1944, venne trovato morto nel proprio appartamento.[104]
14 gennaio 2017 Fogliano, Via William Bertoni 14

44°38′45.72″N 10°38′56.43″E / 44.646032°N 10.649009°E44.646032; 10.649009
QUI ABITAVA
WILLIAM BERTONI
NATO 1926
ARRESTATO 7.8.1944
CARCERE TEDESCO SASSUOLO
DEPORTATO 1944
ANSBACH
MORTO 18.3.1945
Bertoni, William William Bertoni (Reggio Emilia 16 aprile 1926 - Ansbach 18 marzo 1945). Venne catturato dai tedeschi durante un rastrellamento di civili a Fogliano, dove abitava, assieme ad altri 20 compaesani, venendo poi deportato in un campo di lavoro nella fabbrica di munizioni militari di Langlau. Probabilmente a causa delle condizioni in cui si era internato, iniziò a dare qualche segno di squilibrio mentale, e venne quindi portato dai tedeschi nell'ospedale della vicina cittadina di Ansbach. Morì pochi giorni dopo il ricovero. Nel 1988 gli è stata intitolata la strada dove risiedeva con genitori e fratelli prima della deportazione.[105][106]
Via del Portone 8

44°41′52.23″N 10°37′34.23″E / 44.697841°N 10.626174°E44.697841; 10.626174
QUI ABITAVA
GIOVANNI GANASSI
NATO 1911
CATTURATO 8.9.1943
CARCERE UDINE
DEPORTATO 1943
KÖNIGSBERG
ASSASSINATO 8.1.1945
Ganassi, Giovanni Giovanni Ganassi (Reggio Emilia 28 giugno 1911 - Königsberg 8 gennaio 1945), marconista, comunista. Venne richiamato alle armi una prima volta nel 1935, mandato in Eritrea col 7º Reggimento genio durante la Guerra d'Etiopia. Al ritorno si sposò con Dorina Storchi, che in seguitò sarà una nota partigiana. Nel 1940 fu nuovamente arruolato, prima nell'11º Reggimento Genio e poi in una compagnia marconisti aggregata all'XI Corpo d'armata, partecipando alle operazioni militari sul Fronte Jugoslavo. L'11 settembre 1943 in seguito all'annuncio dell'armistizio fu catturato a Circhina dai tedeschi e deportato a Königsberg, dove un anno e mezzo dopo morì. La causa della morte comunicata dai tedeschi fu un bombardamento, ma da altre testimonianze risulta che venne fucilato per aver tentato di mettersi in contatto con l'Armata Rossa che stava avanzando nella Prussia Orientale.[23][107][108]
Via Antonio Piccinini 3

44°42′16.68″N 10°37′32.37″E / 44.704632°N 10.625658°E44.704632; 10.625658
QUI ABITAVA
ETTORE GUIDETTI
NATO 1908
ARRESTATO 8.8.1944
OFFICINE MECCANICHE
REGGIANE
DEPORTATO 1944
BUCHENWALD
ASSASSINATO 14.2.1945
Guidetti, Ettore Ettore Guidetti (Reggio Emilia 19 giugno 1908 - Weimar 9 febbraio 1945), collaudatore presso le Officine Meccaniche Reggiane. Membro della rete partigiana clandestina interna alla fabbrica, il 10 agosto 1944 venne rastrellato dai tedeschi assieme ad altri 30 operai specializzati delle Reggiane e deportato. Durante il viaggio però riuscì a fuggire presso Bernburg, tentando di tornare a piedi verso l'Italia, ma venne arrestato a Salisburgo e poi deportato e internato prima nel campo di concentramento di Dachau e poi in quello di Buchenwald. Venne poi distaccato nel sottocampo presso la Gustloffwerke, una fabbrica di armi a Weimar, dove morì durante un bombardamento della fabbrica.[109][110]
Viale Risorgimento 24[E 14]

44°41′34.75″N 10°38′17.68″E / 44.692987°N 10.638245°E44.692987; 10.638245
QUI ABITAVA
MARIO SGUAZZINI
NATO 1911
CATTURATO 10.9.1943
ATENE
DEPORTATO 1943
AMBURGO
MORTO 18.6.1944
Sguazzini, Mario Mario Sguazzini (Reggio Emilia 5 giugno 1911 - Amburgo 18 giugno 1944), tornitore. Richiamato alle armi una prima volta nel 1936, partecipò alla Guerra d'Etiopia col 10º Reggimento genio fino al 1937. Nel 1941 venne richiamato nuovamente ed inviato col 6º Reggimento genio sul Fronte greco-albanese, venendo successivamente aggregato al Comando della 11ª Armata ad Atene. Qui in seguito all'annuncio dell'armistizio venne catturato dai tedeschi il 10 settembre 1943 e deportato in Germania, prima nello Stalag X-B presso Sandbostel, e poi nello Stalag X-A, da dove venne distaccato ad Amburgo, dove morì durante un bombardamento aereo alleato. È sepolto nel cimitero militare italiano della città anseatica.[23][111]
25 gennaio 2020 Coviolo, via Oliviero Ruozzi 25

44°40′18.16″N 10°34′34.44″E / 44.67171°N 10.576234°E44.67171; 10.576234
QUI ABITAVA
ADOLFO ROSSI
NATO 1924
CATTURATO 8.9.1943
VERONA
DEPORTATO 1943
STALAG XI B EMMERTHAL
HAMELN
ASSASSINATO 18.4.1944
Rossi, Adolfo Adolfo Rossi (Coviolo di Reggio Emilia 22 agosto 1924 - Hameln 18 aprile 1944), tornitore. Arruolato pochi giorni prima nel 11º Reggimento genio, dopo l'8 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi e deportato nello Stalag XI-B a Fallingbostel e di qui distaccato in un sottocampo presso Emmerthal. Il 22 marzo venne ricoverato per peritonite nell'ospedale da campo di Hameln per prigionieri di guerra, dove morì nel mese successivo.[112][113]
27 gennaio 2020 via Emilia Ospizio 52[E 15]

44°41′34.66″N 10°38′54.42″E / 44.69296°N 10.64845°E44.69296; 10.64845
QUI ABITAVA
AROLDO MONTANARI
NATO 1916
ARRESTATO 23.11.1944
CARCERE DI CIANO
INTERNATO BOLZANO
DEPORTATO
MAUTHAUSEN-GUSEN
ASSASSINATO 20.4.1945
Montanari, Aroldo Aroldo Montanari (Correggio 10 gennaio 1916 - Gusen 20 aprile 1945), barbiere ed operaio. Richiamato una prima volta nel 1940 nel 3º Reggimento di Artiglieria d'Armata, nel dicembre 1940 fu congedato, venendo richiamato nuovamente soltanto nell'agosto 1943. Dopo l'8 settembre 1943 riuscì a sottrarsi alla cattura e tornò nel territorio reggiano. Nell'aprile 1944 entrò nelle formazioni partigiane gravitanti attorno a Villa Sesso, per poi salire in montagna nell'agosto, dove si unì col nome di battaglia Nando a quella che diverrà la 32ª brigata Garibaldi (poi rinominata 144ª Brigata Garibaldi “A. Gramsci”), divenendo commissario politico del Distaccamento Amendola. Il 21 novembre 1944, tentando di sottrarsi a un rastrellamento, il Distaccamento ebbe 4 morti ed altrettanti prigionieri, tutti immediatamente fucilati tranne Montanari, che fu incarcerato, probabilmente a Ciano d'Enza e torturato. Successivamente fu tradotto nel Carcere di San Francesco a Parma e di qui deportato nel campo di Bolzano. Il 4 febbraio 1945 fu trasferito a Mauthausen e di qui nel sottocampo di Gusen. Non sopravvisse.[23][114][115]
29 gennaio 2020 via Nicomede Bianchi 2

44°41′24.78″N 10°37′41.98″E / 44.690216°N 10.628329°E44.690216; 10.628329
QUI ABITAVA
RENZO BERTANI
NATO 1910
CATTURATO 8.9.1943
CRETA
ASSASSINATO 8.2.1944
Bertani, Renzo Renzo Bertani (Reggio Emilia 3 dicembre 1910 - Mar Egeo 8 febbraio 1944), medico. Ex difensore della Reggiana nella stagione 1928-1929, nel secondo conflitto mondiale venne arruolato come tenente medico nella 51ª Divisione fanteria "Siena" di stanza a Creta nella zona di occupazione italiana dell'isola. Catturato dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943, nel febbraio 1944 venne caricato sul piroscafo Petrella per essere trasportato come IMI sul continente, ma il giorno 8 la nave venne affondata da sommergibili britannici. I tedeschi impedirono ai prigionieri italiani di uscire dalla stiva e la maggior parte di essi morì, tra cui anche Bertani, il cui corpo verrà ritrovato sulle spiagge cretesi. È sepolto nel cimitero monumentale di Reggio Emilia.[116]
27 gennaio 2023 Via del Gattaglio, 1

44°41′40.95″N 10°37′17.6″E / 44.694709°N 10.621555°E44.694709; 10.621555
QUI ABITAVA
LUIGI BELLELLI
NATO 1924
CATTURATO 25.6.1944
SAN GIOVANNI DI QUERCIOLA
DEPORTATO
ASSASSINATO 22.12.1944
KAHLA
Bellelli, Luigi Luigi Bellelli (Reggio Emilia, ??? 1924 - Kahla, 22 dicembre 1944), arrestato dai nazifascisti nel corso dell'Operazione Wallenstein a San Giovanni di Querciola, è deportato nel Reich e costretto al lavoro sotterrano presso Kahla funzionale alla realizzazione del progetto di proteggere sottoterra i macchinari per la produzione degli aerei Messerschmitt Me 262. Muore il 22 dicembre 1944.

Rio Saliceto[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
20 aprile 2022 Via San Lodovico, 56

44°48′00.25″N 10°46′45.91″E / 44.800068°N 10.779418°E44.800068; 10.779418 (Pietra d'inciampo per Bruno e Delmino Friggeri)
QUI ABITAVA
BRUNO FRIGGERI
NATO 1912
CATTURATO 24.9.1943
FIUME
INTERNATO 1943
STALAG VI C BATHORN
STALAG VI A HEMER
ASSASSINATO 4.3.1944
Friggeri, Bruno Bruno Friggeri (Cadelbosco di Sopra, 2 marzo 1912 - Stalag VI-A[117] Hemer, 4 marzo 1944), figlio di Michele e Clementina, famiglia numerosa di mezzadri trsferitisi a Rio Saliceto da Novellara nel 1939, fratello di Delmino Friggeri, entrambi chiamati alle armi e arruolati in Fanteria Bruno, nei Granatieri il fratello Delmino. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 Bruno è catturato dai tedeschi a Fiume e al suo rifiuto di arruolarsi nel loro esercito è deportato nel Reich. Internato prima nello Stalag VI-C Bathorn,[118], quindi trasferito nello Stalag VI-A[117] presso Hemer, dove muore il 4 marzo 1944. È sepolto nel Cimitero militare italiano di Francoforte sul Meno [119]
QUI ABITAVA
DELMINO FRIGGERI
NATO 1919
CATTURATO 8.9.1943
ROMA
INTERNATO 1943
STALAG I F SUDAUEN
STALAG VIII A GÜRLITZ
ASSASSINATO 26.5.19441
Friggeri, Delmino Delmino Friggeri (Cadelbosco di Sopra, 8 luglio 1919 - Stalag VIII-A Görlitz, 26 maggio 1944), figlio di Michele e Clementina, famiglia numerosa di mezzadri trsferitisi a Rio Saliceto da Novellara nel 1939, fratello di Bruno Friggeri, entrambi chiamati alle armi e arruolati nei Granatieri Delmino, in Fanteria il fratello Bruno. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 Delmino è catturato dai tedeschi a Roma e al suo rifiuto di arruolarsi nel loro esercito è deportato nel Reich. Internato prima nello Stalag I-F nei pressi di Sudauen, quindi trasferito nello Stalag VIII-A nei pressi di Görlitz dove muore il 26 maggio 1944. Riposa nel cimitero militare italiano di Bielany_.[119].

Rubiera[modifica | modifica wikitesto]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
20 aprile 2022 Via Fontana, 86

44°35′26.11″N 10°40′31.73″E / 44.590585°N 10.67548°E44.590585; 10.67548 (Pietra d'inciampo per Valentino Parmiggiani)
QUI ABITAVA
VALENTINO
PARMEGGIANI
NATO 1923
CATTURATO 8.9.1943
GRECIA
INTERNATO 1943
STALAG II B HAMMERSTEIN
STALAG VI D DORTMUND
ASSASSINATO 25.5.1944
Parmeggiani, Valentino Valentino Parmeggiani (Modena, 29 aprile 1923 - Stalag VI-D,[120]Dortmund, 25 aprile 1944), contadino mezzadro fino al 10 settembre 1942, allorchè è arruolato nel 10º Reggimento Autieri, autista di ambulanza sul sul fronte albanese e in Grecia. In questo territorio è catturato dalle forze armate tedesche il giorno stesso della proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943. Internato nel campo di prigionia di Hammerstein,[121] (Czarne) in Polonia, poi trasferito nello Stalag VI-D[120] presso Dortmund, dove muore il 25 Maggio 1944 per un collasso cardiaco causato dall’aver mangiato troppo velocemente il contenuto di un pacco di viveri che gli era stato recapitato, in una situazione di persistente malnutrizione e grave deperimento organico.[122]

Sant'Ilario d'Enza[modifica | modifica wikitesto]

A Sant'Ilario d'Enza si trovano 8 pietre d'inciampo, posate tra 2018 e 2019. Le biografie dei deportati sono state ricostruite col coinvolgimento di classi dell'Istituto Silvio d'Arzo di Montecchio Emilia.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
13 gennaio 2018 Via Elio Manzotti 13

44°44′43.85″N 10°26′20.6″E / 44.745514°N 10.439056°E44.745514; 10.439056
QUI ABITAVA
REMO BERTANI
NATO 1921
ARRESTATO 1944
SEDE SD PARMA
DEPORTATO 1944
CAMPO DI BOLZANO
MAUTHAUSEN-GUSEN
ASSASSINATO 23.4.1945
Bertani, Remo Remo Bertani
Via Matteotti 16

44°45′45.24″N 10°27′05.31″E / 44.762567°N 10.451476°E44.762567; 10.451476
QUI ABITAVA
CARLO BRAGLIA
NATO 1921
ARRESTATO 22.11.1944
SEDE SD PARMA
DEPORTATO 1944
CAMPO DI BOLZANO
MAUTHAUSEN-GUSEN
MORTO 15.4.1946
SANT'ILARIO
Braglia, Carlo Carlo Braglia
Via Montello 46

44°44′51.68″N 10°25′59.58″E / 44.747688°N 10.433218°E44.747688; 10.433218
QUI ABITAVA
ARONNE MACCARI
NATO 1915
ARRESTATO 16.11.1944
SEDE SD PARMA
DEPORTATO 1944
CAMPO DI BOLZANO
MAUTHAUSEN-GUSEN
GEORGENMÜHLE
ASSASSINATO 2.4.1945
Maccari, Aronne Aronne Maccari
Via Val d’Enza 68

44°45′20.56″N 10°26′52.09″E / 44.75571°N 10.447804°E44.75571; 10.447804
QUI ABITAVA
BRUNO MAGNANI
NATO 1917
ARRESTATO 15.11.1944
CASERMA CARABINIERI
SANT'ILARIO
SEDE SD PARMA
ASSASSINATO 16.11.1944
Magnani, Bruno Bruno Magnani
Via Val d’Enza 108

44°45′18.91″N 10°26′51.53″E / 44.755253°N 10.447648°E44.755253; 10.447648
QUI ABITAVA
ARONNE OLIVA
NATO 1921
ARRESTATO 2.10.1944
SEDE SD PARMA
DEPORTATO 1944
CAMPO DI BOLZANO
MAUTHAUSEN-GUSEN
ASSASSINATO APRILE 1945
Oliva, Aronne Aronne Oliva
Castellana, Via Imperiale 21

44°45′27.97″N 10°25′58.14″E / 44.75777°N 10.432816°E44.75777; 10.432816
QUI ABITAVA
ROLANDO ROSI
NATO 1908
ARRESTATO 22.11.1944
SEDE SD PARMA
DEPORTATO 1944
CAMPO DI BOLZANO
MAUTHAUSEN-GUSEN
ASSASSINATO 24.2.1945
Rosi, Rolando Rolando Rosi
Via Roma 20

44°45′41.54″N 10°26′54.15″E / 44.761539°N 10.448375°E44.761539; 10.448375
QUI ABITAVA
BRUNO VELOCI
NATO 1921
ARRESTATO 1944
SEDE SD PARMA
DEPORTATO 1944
CAMPO DI BOLZANO
MAUTHAUSEN-GUSEN
ASSASSINATO 20.4.1945
Veloci, Bruno Bruno Veloci
18 gennaio 2019 Calerno, Via XXV luglio

44°44′39.1″N 10°29′56.82″E / 44.744194°N 10.499118°E44.744194; 10.499118
QUI ABITAVA
ARNALDO PASTARINI
NATO 1924
ARRESTATO 4.11.1944
SEDE SD PARMA
DEPORTATO 1944
CAMPO DI BOLZANO
FLOSSENBÜRG
ASSASSINATO 14.3.1945
OBERTRAUBLING
Pastarini, Arnaldo Arnaldo Pastarini

Scandiano[modifica | modifica wikitesto]

A Scandiano si trovano due pietre d'inciampo, posate nel 2022.[123]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
30 aprile 2022 Via Ubersetto, 33

44°35′26.11″N 10°40′31.73″E / 44.590585°N 10.67548°E44.590585; 10.67548 (Pietra d'inciampo per Guelfo ferrari)
QUI ABITAVA
GUELFO FERRARI
NATO 1915
ARRESTATO 12.9.1943
SCANDIANO
INTERNATO
STALAG III D BERLINO
ASSASSINATO 25.4.1944
PERLEBERG
Ferrari, Guelfo Guelfo Ferrari (Ca’ de’ Caroli, 19 gennaio 1915 - Perleberg, 25 aprile 1944), figlio di Giovanni e Letizia Cavallini, fabbro. Arruolato nel 1939 ad Avellino, trasferito nel 1942 a Ascoli Piceno, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 fa ritorno a casa, ma ammalato di Tubercolosi. È arrestato in casa sua dai nazisti il 12 settembre 1943, al posto del fratellastro antifascista assente. Deportato nel Reich, internato nello Stalag III-D[124] nei pressi di Berlino. Scoperta la malattia è trasferito all'ospedale per internati di Perleberg dove muore il 25 aprile 1944.[125]
Piazza Spallanzani, 9

44°36′00.53″N 10°41′09.93″E / 44.600147°N 10.686092°E44.600147; 10.686092 (Pietra d'inciampo per Guglielmo Corradini)
QUI ABITAVA
GUGLIELMO CORRADINI
NATO 1896
ESULE 1922 FRANCIA
COMBATTENTE IN SPAGNA
INTERNATO 1939
ARGELES, GURS
DEPORTATO 1941
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 11.8.1941
Corradini, Guglielmo Guglielmo Corradini (Scandiano, 6 giugno 1896 - Gusen, 11 agosto 1941), bracciante, figlio di Anselmo e Benvenuta Prampolini, a causa della sua precoce adesione all'ideale socialista, attivo antifascista, è vittima delle aggressioni squadriste che nel 1922 lo costringono a riparare in Francia. Vi rimane fino al 1936 quando si arruola volontario in Spagna contro le falangi di Francisco Franco. Alla vittoria di questi ritorna in Francia, ma indesiderato, è internato nel campo di Gurs ed in seguito arruolato nell'esercito francese. All'occupazione tedesca è catturato e deportato nel Reich prigioniero a Mauthausen, quindi Gusen dove muore l'11 agosto 1941.[126]

Toano[modifica | modifica wikitesto]

A Toano si trovano 7 pietre d'inciampo, posate tra 2018 e 2019: 5 di esse si trovano in località appartenenti alla frazione di Cerredolo, una in una località facente parte della frazione di Corneto, e infine un'altra in località facente capo alla frazione di Massa di Toano.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
12 gennaio 2018 Corneto, Via Pala 19

44°25′03.45″N 10°34′15.8″E / 44.417625°N 10.571055°E44.417625; 10.571055
QUI ABITAVA
RENZO MONTECROCI
NATO 1919
CATTURATO 9.9.1943
BRENNERO
DEPORTATO 1943
AMBURGO
MORTO 27.7.1944
Montecroci, Renzo Renzo Montecroci
Cerredolo, località La Valle

44°24′13.59″N 10°36′43.17″E / 44.403774°N 10.611993°E44.403774; 10.611993
QUI ABITAVA
AGOSTINO IBATICI
NATO 1909
CATTURATO 4.8.1944
CONSORZIO AGRARIO
CERREDOLO
INTERNATO
CAMPO DI FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA, ERFURT
ASSASSINATO 31.3.1945
Ibatici, Agostino Agostino Ibatici
Cerredolo, località La Corbella, Via Madonna del Buonconsiglio 1[127]

44°23′50.8″N 10°36′50.93″E / 44.397444°N 10.614146°E44.397444; 10.614146
QUI ABITAVA
DOMENICO B. DEBBIA
NATO 1906
CATTURATO 8.8.1944
CONSORZIO AGRARIO
CERREDOLO
INTERNATO
CAMPO DI FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA, ERFURT
ASSASSINATO 31.3.1945
Debbia, Domenico Beniamino Domenico Beniamino Debbia
Cerredolo, località La Corbella

44°23′46.19″N 10°36′48.17″E / 44.396165°N 10.61338°E44.396165; 10.61338
QUI ABITAVA
CELSO RUFFALDI
NATO 1902
CATTURATO 1.8.1944
CONSORZIO AGRARIO
CERREDOLO
INTERNATO
CAMPO DI FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 22.1.1945
Ruffaldi, Celso Celso Ruffaldi
18 gennaio 2019
QUI ABITAVA
AURELIO RIGHI
NATO 1896
CATTURATO 1.8.1944
CONSORZIO AGRARIO CERREDOLO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 17.2.1945
Righi, Aurelio Aurelio Righi
QUI ABITAVA
LINO RIGHI
NATO 1907
CATTURATO 1.8.1944
CONSORZIO AGRARIO CERREDOLO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 30.12.1944
STUKENBROCK
Righi, Lino Lino Righi
Massa di Toano, località Cisana

44°23′34.17″N 10°35′26.32″E / 44.392824°N 10.590645°E44.392824; 10.590645
QUI ABITAVA
ROMANO RIGHI
NATO 1889
CATTURATO 1.8.1944
CONSORZIO AGRARIO CERREDOLO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 7.2.1945
Righi, Romano Romano Righi

Villa Minozzo[modifica | modifica wikitesto]

A Villa Minozzo si trovano 9 pietre d'inciampo, posate tra 2020 e 2022. All'interno del comune sono così suddivise tra le varie frazioni: 4 a Carniana, 3 a Minozzo, 1 per frazione a Costabona e Carù.

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
20 gennaio 2020 Carniana, Via San Matteo 1

44°23′19.81″N 10°27′57.05″E / 44.388837°N 10.465847°E44.388837; 10.465847
QUI ABITAVA
DOMENICO BORGHI
NATO 1906
ARRESTATO 1944
INTERNATO FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA, ERFURT
ASSASSINATO 25.3.1945
Borghi, Domenico Domenico Borghi
Carniana, Via San Matteo 36

44°23′20.44″N 10°27′56.44″E / 44.389011°N 10.465678°E44.389011; 10.465678
QUI ABITAVA
GINO DONADELLI
NATO 1904
ARRESTATO 4.8.1944
INTERNATO FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 18.3.1945
Donadelli, Gino Gino Donadelli
Rocca di Carniana, Via della Rocca 23

44°23′13.51″N 10°27′50.64″E / 44.387085°N 10.464068°E44.387085; 10.464068
QUI ABITAVA
AGOSTINO PIGONI
NATO 1893
ARRESTATO 30.7.1944
INTERNATO FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO APR.1945
Pigoni, Agostino Agostino Pigoni
Minozzo, Via la Rocca 20

44°21′20.25″N 10°25′52.55″E / 44.355626°N 10.431263°E44.355626; 10.431263
QUI ABITAVA
GUIDO TACCHINI
NATO 1892
ARRESTATO AGOSTO 1944
INTERNATO FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 23.4.1945
Tacchini, Guido Guido Tacchini
1 giugno 2021 Carù, Via Laneto 10

44°21′50.01″N 10°22′32.79″E / 44.363892°N 10.375775°E44.363892; 10.375775
QUI ABITAVA
FLAMINIO BERTINI
NATO 1905
CATTURATO LUG. 1944
INTERNATO FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 26.1.1945
Bertini, Flaminio Flaminio Bertini
Minozzo, Via Triglia 10

44°21′23.14″N 10°25′42.02″E / 44.356427°N 10.42834°E44.356427; 10.42834
QUI ABITAVA
PIETRO FARIOLI
NATO 1906
CATTURATO 31.7.1944
INTERNATO FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 4.12.1944
Farioli, Pietro Pietro Farioli
Costabona, Via del Monte 34

44°20′53.56″N 10°29′29.15″E / 44.348212°N 10.491431°E44.348212; 10.491431
QUI ABITAVA
AMEDEO GAZZOTTI
NATO 1911
CATTURATO LUG. 1944
INTERNATO FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 22.1.1945
Gazzotti, Amedeo Amedeo Gazzotti

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ All'epoca Via Roma
  2. ^ All'epoca Piazza Vittorio Emanuele III
  3. ^ Secondo altre fonti dal novembre 1940 all'agosto 1943 lavorò a Berlino, arrivando a Niederschelden solo dopo l'internamento.
  4. ^ Altre fonti danno come luogo di nascita San Martino in Rio
  5. ^ All'epoca il civico era il 30
  6. ^ All'epoca il civico era l'85
  7. ^ All'epoca Viale 28 ottobre
  8. ^ All'epoca il civico era il 7
  9. ^ All'epoca Via San Marco 13
  10. ^ Alcune fonti danno la data di morte come ignota, vedi Corinaldi, Olga, su CDEC Digital Library, CDEC.
  11. ^ All'epoca il civico era il n.6
  12. ^ All'epoca il civico era il n.8
  13. ^ All'epoca il civico era il n.28
  14. ^ All'epoca il civico era il n.7
  15. ^ All'epoca Villa Ospizio 52

Bibliografiche e sitografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il progetto “Pietre d’Inciampo”, su ilfuturononsicancella.it, Istoreco Reggio Emilia.
  2. ^ Viaggio della Memoria - Bilancio 2015 (PDF), Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in Provincia di Reggio Emilia, 2015, pp. 12-14.
  3. ^ Posa Pietre d’Inciampo a Bagnolo in Piano (2021), su istoreco.re.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  4. ^ Posa Pietre d’Inciampo a Bagnolo in Piano (2022), su istoreco.re.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  5. ^ a b Stalag XVII A, su pastorevito.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  6. ^ Combes Biagini, su ilfuturononsicancella.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  7. ^ a b Stalag 352, su anrp.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  8. ^ Pace Tamagnini, su ilfuturononsicancella.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  9. ^ a b Stalag VI-A, su deportatibrescia.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  10. ^ Angelo Diacci, su ilfuturononsicancella.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  11. ^ Posa delle Pietre d’Inciampo a Baiso (2021), su istoreco.re.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  12. ^ Posa delle Pietre d’Inciampo a Baiso (2022), su istoreco.re.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  13. ^ a b c d e f g h Kahla, su deportatibrescia.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  14. ^ Lorenzo Caluzzi, su ilfuturononsicancella.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  15. ^ Lodovico Tonelli, su ilfuturononsicancella.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  16. ^ Domenico Benvenuti, su ilfuturononsicancella.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  17. ^ Gino Gestoni, su ilfuturononsicancella.it. URL consultato il 20 luglio 2023.
  18. ^ a b Stalag XI-B, su deportatibrescia.it. URL consultato il 20 marzo 2023.
  19. ^ Internati Militari Italiani a Fallingbostel, su pastorevito.it. URL consultato il 22 luglio 2023.
  20. ^ a b Erio e Walter Ferrari, su ilfuturononsicancella.it. URL consultato il 22 luglio 2023.
  21. ^ Allenin Barbieri, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  22. ^ a b Roberto Zamboni, I reggiani sepolti nei cimiteri militari italiani in Austria, Germania e Polonia (PDF), su dimenticatidistato.files.wordpress.com.
  23. ^ a b c d e f g h i j Gli Albi della memoria, su albimemoria-istoreco.re.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  24. ^ Discorsi tenuti dalla delegazione di Kahla in occasione della Posa delle Pietre d’Inciampo 15-1-2017, su comune.castelnovo-nemonti.re.it, Comune di Castelnovo ne' Monti.
  25. ^ Parte la delegazione di Castelnovo che firmerà il nuovo gemellaggio con Kahla, su comune.castelnovo-nemonti.re.it, Comune di Castelnovo ne' Monti.
  26. ^ Inello Bezzi, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  27. ^ (DE) "Erinnern heißt handeln": Gedenken an die Opfer der REIMAHG-Flugzeugwerke führt junge Menschen aus Italien und Kahla zusammen (PDF), in Margarethe, n. 3-4, Kahla, Projekt »demokratie laden«, 2018, pp. 4-5. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  28. ^ Ugolino Simonazzi, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  29. ^ Francesco Toschi, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  30. ^ Ermete Zuccolini, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  31. ^ Roberto Carlini, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  32. ^ a b Anselmo e Renato Guidi, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  33. ^ Pierino Ruffini, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  34. ^ Giovanna Caroli, Deportati a Kahla, in Ricerche Storiche, n. 94, ISTORECO, dicembre 2002, pp. 134-135.
  35. ^ Dino Peretti, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  36. ^ Giovanni Bernuzzi, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  37. ^ Giovanni Bernuzzi, su alboimicaduti.it, ANRP.
  38. ^ Mario Vincenzo Gualerzi, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  39. ^ (FR) Gualerzi Mario Vincenzo, su memorialgenweb.org.
  40. ^ Vittorio Mariani, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  41. ^ Vittorio Mariani, su alboimicaduti.it, ANRP.
  42. ^ (EN) Exploseum - History, su exploseum.pl, Muzeum Okręgowe im. Leona Wyczółkowskiego w Bydgoszczy.
  43. ^ (DE) Montanari, Umberto, su aktives-gedenkbuch.de, Aktives Museum Südwestfalen.
  44. ^ Umberto Montanari, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  45. ^ Toano, Cavriago e Sant’Ilario: posate nove pietre d’inciampo per nove reggiani uccisi dai nazisti, su istoreco.re.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  46. ^ (DE) Raimund Hellwig, Siegen unter dem Hakenkreuz - Ein alternativer Stadtrundgang (PDF), Siegen, DGB-Jugend Siegen-Wittgenstein, 2011, p. 53.
  47. ^ Enea Pozzi, su ilfuturononsicancella.it, ISTORECO Reggio Emilia.
  48. ^ Enea Pozzi, su alboimicaduti.it, ANRP.
  49. ^ Monica Barlettai, Casa di Lucia Finzi (PDF), su Le Strade della Libertà, Associazione Giovani in Europa.
  50. ^ Zambonelli 2001, p.49.
  51. ^ a b c Alessandra Fontanesi, Il campo di concentramento di Reggio Emilia, in Ricerche Storiche, vol. 54, n. 130, ISTORECO Reggio Emilia, 2020, pp. 18-25.
  52. ^ a b Zambonelli 2001, p.51.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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