Coordinate: 44°24′54.06″N 8°55′34.55″E

Via Balbi: differenze tra le versioni

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Progettata già nel [[1585]], fu costruita fra il [[1601]] e il [[1618]] per volere di [[Stefano Balbi]], ricchissimo esponente della [[Balbi (famiglia genovese)|famiglia Balbi]], ricchi banchieri genovesi, allora all'apice dalla ricchezza e fu chiamata ''"Strada delli Signori Balbi''" e venne progettata dall'architetto [[Bartolomeo Bianco]]. Rappresentò un intervento urbanistico dello stesso stampo di quello avvenuto in [[Via Garibaldi (Genova)|Via Garibaldi]], derivato dal decentramento delle residenze di lusso dal nucleo del centro storico verso nuove zone della città, all'epoca meno dense di edificato, più tranquille e marginali.
Progettata già nel [[1585]], fu costruita fra il [[1601]] e il [[1618]] per volere di [[Stefano Balbi]], ricchissimo esponente della [[Balbi (famiglia genovese)|famiglia Balbi]], banchieri genovesi, allora all'apice dalla ricchezza e fu chiamata ''"Strada delli Signori Balbi''" e venne progettata dall'architetto [[Bartolomeo Bianco]]. Rappresentò un intervento urbanistico dello stesso stampo di quello avvenuto in [[Via Garibaldi (Genova)|Via Garibaldi]], derivato dal decentramento delle residenze di lusso dal nucleo del centro storico verso nuove zone della città, all'epoca meno dense di edificato, più tranquille e marginali.


Oltre che celebrare lo status e la potenza economica raggiunta della famiglia veniva ad assolvere ad una funzione urbanistica importante in quanto apriva una via alternativa all'antica [[Prè|Via Prè]] per l'uscita della città verso ponente, ormai insufficiente.
Oltre che celebrare lo status e la potenza economica raggiunta della famiglia veniva ad assolvere ad una funzione urbanistica importante in quanto apriva una via alternativa all'antica [[Prè|Via Prè]] per l'uscita della città verso ponente, ormai insufficiente.

Versione delle 13:49, 26 giu 2019

Via Balbi
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàGenova
Codice postaleI-16126
Informazioni generali
Tipostrada urbana
IntitolazioneTrae il nome dalla famiglia Balbi.
Mappa
Mappa di localizzazione: Genova
Via Balbi
Via Balbi
 Bene protetto dall'UNESCO
Genova: Le Strade Nuove ed il complesso dei Palazzi dei Rolli
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(ii) (iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2006
Scheda UNESCO(EN) Genoa: Le Strade Nuove and the system of the Palazzi dei Rolli
(FR) Scheda

Via Balbi è una delle principali vie di Genova.

Storia e descrizione

Situata ai margini del centro storico, collega piazza della Nunziata, sede della Basilica del Vastato, con piazza Acquaverde, dove è situata la stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe.

Progettata già nel 1585, fu costruita fra il 1601 e il 1618 per volere di Stefano Balbi, ricchissimo esponente della famiglia Balbi, banchieri genovesi, allora all'apice dalla ricchezza e fu chiamata "Strada delli Signori Balbi" e venne progettata dall'architetto Bartolomeo Bianco. Rappresentò un intervento urbanistico dello stesso stampo di quello avvenuto in Via Garibaldi, derivato dal decentramento delle residenze di lusso dal nucleo del centro storico verso nuove zone della città, all'epoca meno dense di edificato, più tranquille e marginali.

Oltre che celebrare lo status e la potenza economica raggiunta della famiglia veniva ad assolvere ad una funzione urbanistica importante in quanto apriva una via alternativa all'antica Via Prè per l'uscita della città verso ponente, ormai insufficiente.

Praticamente immutata dall'epoca della sua realizzazione ha subito delle modifiche solo nella parte occidentale dove, al posto della curva verso sinistra che portava alla Porta di San Tommaso, è stata ricavata la piazza della stazione, nel 1860, e sono sorti i grandi alberghi ad inizio Novecento.

Via Balbi annovera numerosi palazzi prestigiosi, capolavori del barocco genovese, fra cui il Palazzo Reale, molti dei quali iscritti nei Rolli genovesi e dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. È sede del polo principale dell'Università di Genova e i suoi palazzi ospitano, fra l'altro, le facoltà di Giurisprudenza, Scienze Politiche, Lettere e Filosofia (Palazzo Balbi Senarega, Palazzo dell'Università di Genova e limitrofi) e la Biblioteca universitaria, biblioteca seicentesca appartenuta ai Gesuiti (oggi Biblioteca unversitaria di Genova istituzione del MIBACT).

Il suo nome è purtroppo legato anche agli Anni di piombo. In una delle sue principali traverse della zona occidentale, la Salita di Santa Brigida, l'8 giugno 1976 venne assassinato da un commando delle Brigate Rosse il procuratore della Repubblica, Francesco Coco e i suoi due agenti di scorta. Fu il primo omicidio politico premeditato e rivendicato da parte dei terroristi della stella a cinque punte, nella storia del nostro Paese.

Palazzo Descrizione Immagini
Palazzo Durazzo Pallavicini o Palazzo di Gio. Agostino Balbi Al civico 1, fu progettato da Bartolomeo Bianco con quattro ali loggiate di grande effetto scenografico. Passò dai Balbi ai Durazzo nel 1709, che vi costruirono un acrobatico scalone a sbalzo ideato dall'architetto Tagliafichi. oggi per successioni dirette è proprietà Cattaneo Adorno. all'interno è custodita la quadreria storica privata maggiore della città, con opere di Tiziano, Rubens, Van Dyck, Domenichino, Andrea del Sarto, Guercino, Annibale Carracci, Gregorio De Ferrari, Castello, Magnasco[1].
Palazzo Gio Francesco Balbi o Palazzo Balbi-Cattaneo Al civico 2, dal 2001 è sede della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Genova. è il più antico dei palazzi della famiglia Balbi costruito su preesistenze medievali. Alla fine del ‘700 il palazzo passò alla famiglia Cattaneo Della Volta. Vi è ancora ospitata parte della quadreria seicentesca dei Cattaneo Della Volta.
Chiesa dei Santi Gerolamo e Francesco Saverio, ex Biblioteca Universitaria Edificata nel 1650 da Francesco Maria Balbi quale chiesa del collegio, racchiude un notevole ciclo di affreschi barocchi di Domenico Piola.
Palazzo Balbi-Senarega detto anche Palazzo Giacomo e Pantaleo Balbi Al civico 4, sede della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Genova, fu progettato per i fratelli Giacomo e Pantaleo Balbi prima del 1622 e ristrutturato dall'architetto Pietro Antonio Corradi. Conserva il giardino originale con il grande ninfeo, e uno dei più importanti cicli pittorici del Seicento genovese opera di Valerio Castello, Domenico Piola e Gregorio De Ferrari.
Palazzo dell'Università o Collegio dei Gesuiti Via Balbi 5. Sede del Rettorato e delle Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche. Realizzato a partire dagli anni 30 del Seicento da Bartolomeo Bianco quale Collegio dei Gesuiti, finanziato dalla famiglia Balbi. Il giardino del collegio dei Gesuiti è oggi l’Orto Botanico dell’Università. Vi è conservata la collezione di statue in bronzo del Gianbologna provenienti dalla distrutta chiesa di San Francesco di Castelletto[2].
Palazzo Francesco Maria Balbi Piovera o Palazzo Raggio Via Balbi 6. Fu edificato tra il 1657 e il 1665 per Francesco Maria Balbi che affidò il progetto all’architetto Pietro Antonio Corradi. Per volontà di Edilio Raggio, armatore e industriale, che acquistò la costruzione nel 1870, furono interamente rifatti gli interni con decorazioni tardo-ottocentesche.
Palazzo Reale La costruzione del palazzo cominciò fra il 1618 e il 1620 ad opera di Stefano Balbi, Nel 1677 lo acquistò la famiglia Durazzo che lo ampliò su progetto di Carlo Fontana. Nel 1824 si perfezionò l’acquisto ufficiale da parte di Vittorio Emanuele I, Re di Sardegna. Oggi è sede della museo di Palazzo Reale.
Chiesa dei Santi Vittore e Carlo Fu costruita dai Carmelitani Scalzi in onore del loro protettore Carlo Borromeo, su progetto di Bartolomeo Bianco, ed inaugurata nel 1635. La facciata del 1743 fu edificata a spese di Gerolamo Durazzo. All'interno della maestosa decorazione barocca spiccano capolavori pittorici di Domenico Piola, Orazio e Lorenzo De Ferrari, e sculture di Anton Maria Maragliano e Alessandro Algardi.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ Carlotta Cattaneo Adorno e autori vari, "Il Palazzo Durazzo Pallavicini", Genova, Nuova Alfa Editoriale, 1995.
  2. ^ Anna Manzitti, Palazzo dell'ateneo Ex Collegio della Compagnia di Gesù, in Città Ateneo Immagine Patrimonio Storico Artistico e Sedi dell'università di Genova, Genova University Press

Bibliografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia su Genova.

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