Anton Maria Maragliano

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Ritratto di Anton Maria Maragliano di R. Ghelli e G. Perini
"San Pasquale adorante il Santissimo" (1735). Basilica della Santissima Annunziata del Vastato (Genova)
Stimmate di San Francesco, 1708-1709 Chiesa della Santissima Concezione (Genova).
"Martirio di santa Caterina" (1736), Chiesa di San Pietro in Vincoli, Sestri Levante (Genova),
Crocifisso della Reale e Venerabile Confraternita del Santissimo Sacramento di Mafra, Basilica di Nostra Signora e di Sant'Antonio - Mafra, Portogallo.

Anton Maria Maragliano (Genova, 18 settembre 1664Genova, 7 marzo 1739) è stato uno scultore italiano, fra i maggiori esponenti della scuola barocca genovese.

Conosciuto per le sue sculture lignee, fu attivo fra la fine del Seicento e i primi quattro decenni del secolo successivo, in particolare a Genova dove tenne una rinomata bottega. Ebbe il suo studio accanto alla prima chiesa del Rimedio di via Giulia. Il suo laboratorio produsse numerose tipiche sacre rappresentazioni, raffiguranti Madonne, santi, scene bibliche e statue da presepio, diffuse in chiese, oratori e santuari di tutta la Liguria (in particolare a Genova, Rapallo, Chiavari, Celle Ligure, Cervo, Savona) ma anche in Spagna. Numerose anche le casse e crocifissi da processione prodotti per le Casacce (le potenti confraternite genovesi).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nativo di Genova, secondo alcune fonti nella zona della chiesa di Santo Stefano, fu il figlio di un fornaio genovese benestante. Fu nel 1680 che entrò nella bottega artigiana dello zio materno Giovanni Battista Agnesi, con regolare contratto di accettazione, dove apprese l'arte della scultura lignea e si specializzò, e in seguito nella bottega di Giovanni Andrea Torre. Entrambi i suoi maestri erano "bancalari" - ossia mobilieri - eseguendo in alternanza gruppi scultorei lignei e raffinati arredi[1].

Già nel 1688 è titolare di una propria bottega artigiana dove si formeranno, oltre al figlio Giovanni Battista, gli scultori genovesi Pietro Galleano e Agostino Storace. Fra le sue prime opere documentate alla fine del Seicento sono due casse processionali (gruppi scultorei lignei dipinti, destinati alle processioni): il San Michele Arcangelo (Celle Ligure, oratorio di San Michele Arcangelo) e il San Sebastiano (Rapallo, oratorio dei Bianchi).

Celle Ligure, oratorio di San Michele Arcangelo

All'inizio del Settecento risalgono alcuni dei gruppi scultorei più complessi, considerati fra i suoi più alti capolavori per la spettacolarità e l'armonia narrativa il San Francesco stigmatizzato (Genova, chiesa del Padre Santo)[2], la Visione di san Giovanni Evangelista in Patmos (Ponzone, oratorio del Suffragio), Sant'Antonio Abate contempla la morte di san Paolo Eremita (Mele, oratorio di Sant'Antonio Abate).

Rinnovò in chiave barocca e pre-rococò l'arte del legno, operando una "riforma" collegata alla poetica di grande decorazione contemporaneamente svolta da Filippo Parodi nel marmo e Domenico Piola nella pittura e attuando un efficace compromesso tra ispirazione aulica e gusto popolaresco. La spettacolare teatralità di molti dei complessi gruppi scultorei è raggiunta con pose avvitate e virtuosistiche torsioni e panneggi vorticosi di evidente ispirazione al barocco romano.

Fertile la produzione di crocifissi, per qualità tecnica e abilità compositiva; si possono ricordare i celebri dell'oratorio genovese di Sant'Antonio Abate alla Marina e dell'oratorio di San Giuseppe ad Albisola Marina[1].

I fertili contatti commerciali della Repubblica di Genova gli consentirono di accettare numerose commesse anche dalla Spagna e dalle colonie oltreoceano, come testimonia il suo biografo Ratti[3].

Fra i più spettacolari capolavori degli anni della maturità, vi furono il San Pasquale adora il Santissimo Sacramento (1735), nel transetto sinistro della basilica della Santissima Annunziata del Vastato a Genova, e il sontuoso apparato nell'abside del santuario della Madonna della Costa a Sanremo, di evidente ispirazione berniniana.

Nelle ultime commissioni, per l'avanzata età, si limitò a fornire un bozzetto in terracotta e cartapesta lasciando l'esecuzione materiale ai suoi collaboratori. Anton Maria Maragliano morì il 7 marzo del 1739, presumibilmente nel capoluogo ligure, dove venne sepolto all'interno della chiesa di Santa Maria della Pace di Genova.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Genova[modifica | modifica wikitesto]

Liguria[modifica | modifica wikitesto]

Crocifisso, 1723, Sanremo, Santuario di nostra signora della costa
Crocifisso, 1723
Santuario della Madonna della Costa, Sanremo

Piemonte[modifica | modifica wikitesto]

In Piemonte provenienti da Confraternite genovesi estinte o soppresse nel corso della dominazione napoleonica

  • Decollazione del Battista, Ovada (AL), oratorio di San Giovanni Battista
  • Annunciazione, Ovada (AL), oratorio della Santissima Annunziata
  • Madonna del Rosario, Voltaggio (AL), chiesa di Santa Maria Assunta e Santi Nazario e Celso
  • Visione di san Giovanni Evangelista in Patmos (con Pietro Galleano), Ponzone (AL), oratorio del Suffragio.
  • Visione di Santa Consolata (con Pietro Galleano), Parodi Ligure (AL), Frazione Cadepiaggio, parrocchiale di San Remigio.

Estero[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b MARAGLIANO, Anton Maria, di Daniele Sanguineti - Dizionario Biografico degli Italiani Treccani - Volume 69 (2007)
  2. ^ Il Settecento, Theatrum sacrum e magnifico apparato, Franchini Guelfi, in La scultura a Genova e in Liguria, Volume II, Dal Seicento al primo Novecento, Genova, 1988, p. 265
  3. ^ C.G. Ratti, Delle vite de' pittori, scultori ed architetti genovesi, Genova 1769, pp. 165-173
  4. ^ Sito web - Italia per Turisti - Pagina del "Museo del presepe e pinacoteca civica" [collegamento interrotto], su italiaperturisti.it. URL consultato l'8 agosto 2012.
  5. ^ (PT) https://www.academia.edu/7489683/2013_-_Um_crucifixo_de_Anton_Maria_Maragliano_em_Mafra_oferta_do_genov%C3%AAs_Domenico_Massa_%C3%A0_Ordem_Terceira_da_Penit%C3%AAncia

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Daniele Sanguineti, Anton Maria Maragliano, Genova, SAGEP Libri & Comunicazione, ISBN 88-7058-705-3.
  • Alessandro Mazzoni “San Siro Storia di una chiesa” Edizioni Azienda Autonoma di Soggiorno e turismo di Sanremo 1976 (per quanto riguarda le opere di Anton Maria Maragliano custodite nella Concattedrale di San Siro)

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