Le dee dell'amore

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Le dee dell'amore
Titolo originaleThe Love Goddesses
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1965
Durata87 min
Dati tecniciB/N e a colori
Generedocumentario
RegiaSaul J. Turell
SceneggiaturaGraeme Ferguson e Saul J. Turell
ProduttoreGraeme Ferguson e Saul J. Turell
Casa di produzioneParamount Pictures, Walter Reade
MontaggioNat Greene e Howard Kuperman
Interpreti e personaggi

resto del cast in ordine alfabetico:

Le dee dell'amore (The Love Goddesses) è un film del 1965 diretto da Saul J. Turell.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il documentario usa filmati di repertorio di film famosi per ricostruire la storia dell'erotismo e dei sex-symbols che hanno contribuito a creare l'immaginario del cinema come un Olimpo dei nostri giorni.

I primi film, girati all'epoca del cinema muto, mostrano le nuove dive che crearono il mito della "vamp": prima tra tutte la tenebrosa Theda Bara (il cui nome, completamente inventato, era l'anagramma di Arab Death, ovvero morte araba), o l'australiana Annette Kellerman, una nuotatrice cui si deve l'invenzione del nuoto sincronizzato, che fu una delle prime a esibirsi sullo schermo completamente nuda e che scandalizzò la società dell'epoca presentandosi, al momento delle sue sfide sportive, con un costume da bagno che lasciava nude braccia e gambe. Un'altra che non aveva problemi nell'esibire la sua femminilità, era Clara Bow, vero prototipo della "maschietta" o "flapper", apparsa pure lei sullo schermo senza vestiti, immersa in una vasca ripiena d'acqua.

Tra i primi che crearono il divismo, David Wark Griffith, che immortalò le bellezze di Lillian Gish e Mae Marsh esaltandone il fascino. Cecil B. DeMille era un maestro nello spandere erotismo a piene mani: il suo Sessue Hayakawa, torbido e affascinante, che ne I prevaricatori marchiava a fuoco la donna dei suoi desideri per segnarne il possesso, aggirava il tabù interrazziale proponendo in maniera negativa l'amante nipponico, ma altresì, lo rendeva molto più intrigante di qualsiasi marito bianco, sportivo e americano.

Gli anni venti furono segnati dall'erotismo di Rodolfo Valentino, meteora dello schermo, ma che ancora al giorno d'oggi, scatena le fantasie o, perlomeno, la curiosità di ammiratori e ammiratrici. Negli anni trenta, uno dei nudi più famosi fu quello di Hedy Lamarr, con una fuga senza vestiti in mezzo alla natura. Mae West, da parte sua, con un'ironia piena di doppi sensi, salvò la Paramount dal chiudere i battenti, facendo incassare alla compagnia, con i suoi film, qualche milione che permise alla casa di produzione di tirare avanti evitando il fallimento.

Alcune dee - come la tedesca Marlene Dietrich, la polacca Pola Negri, la francese Claudette Colbert - giunsero alla conquista di Hollywood dall'Europa. Da bambine, come Claudette; da stelle emergenti, come Marlene; da dive, come Pola. Pola Negri, ninfa egeria nei suoi anni tedeschi di Ernst Lubitsch, in Donna di mondo impersonava una contessa europea che, fumando in pubblico e truccata vistosamente, si scontrava (siamo nel 1925) con la piccola morale di una città della provincia americana. Graziosa e maliziosa, Claudette Colbert si atteggiava a femme fatale facendo il bagno nel latte d'asina come la leggenda vuole facesse Cleopatra. Il viennese Josef von Sternberg, pigmalione riconosciuto di Marlene Dietrich, metteva in scena in Venere bionda la sua personale Galatea prussiana in una danza pseudo africana scandita dai tamburi, facendola emergere, bionda e bellissima, da uno scimmione la cui pellicciona, fino a quel momento, ne aveva ricoperto le grazie.

Vi appaiono scene tratte dai seguenti film:

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film fu prodotto dalla Paramount Pictures e dalla Walter Reade.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Distribuito dalla Walter Reade-Sterling, il film uscì nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti il 3 marzo 1965.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]