Dave Murray (musicista)

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Dave Murray
Dave Murray in un concerto il 26 febbraio 2008
NazionalitàBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenereHeavy metal[1][2][3]
NWOBHM[1][2][4]
Periodo di attività musicale1974 – in attività
StrumentoChitarra
EtichettaEMI
Sanctuary
Columbia
Portrait Records
Capitol
Epic
CMC International
Gruppi attualiIron Maiden
Gruppi precedentiEvil Ways, Urchin
Album pubblicati33
Studio15
Live11
Raccolte7

David Michael Murray (Londra, 23 dicembre 1956) è un chitarrista britannico, noto per la sua militanza nel gruppo musicale heavy metal Iron Maiden.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nasce in una famiglia di umili origini (il padre era disabile, mentre la madre, per tirare avanti, era costretta a fare saltuariamente pulizie a domicilio), costretta a traslocare spesso. Nel 1970 si stabiliscono a Clapton, e poco tempo dopo nasce la sua grande passione per la musica, che si contrappone ad uno scarsissimo interesse per la scuola. Il suo strumento preferito è la chitarra, ascoltava prevalentemente blues e il suo idolo è Jimi Hendrix: «Avevo 15 anni quando sentii "Voodoo Child" alla radio. Da quel momento tutta la mia vita è cambiata».

Paradossalmente, è a scuola che Dave ha la possibilità di formare il suo primo gruppo blues con Adrian Smith, gli Evil Ways. Con la fine della scuola nel 1974 la band si scioglie e Dave rimane nell'inattività fino al 1976, anno in cui entra a far parte degli Iron Maiden di Steve Harris.

La sua militanza risale agli albori della storia della band, quando alla voce c'era ancora Dennis Wilcock. Sebbene amico di Harris, il rapporto tra Wilcock e Murray era piuttosto ostile e la rivalità tra i due portò il chitarrista ad uscire dal gruppo solo dopo sei mesi (il motivo pare fu da rimandare all'atteggiamento dispotico di Wilcock). Nel frattempo Murray entrò a far parte degli Urchin, il cui leader è Adrian Smith. Tuttavia, dopo pochi mesi, Harris allontanò Wilcock dagli Iron Maiden, spinto dal suo atteggiamento arrogante e dittatoriale (era riuscito a far entrare nel gruppo una tastiera per la prima ed ultima volta), e richiamò definitivamente Murray.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Con gli Iron Maiden[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia degli Iron Maiden.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Iron Maiden, su allmusic.com. URL consultato il 30 dicembre 2009.
  2. ^ a b (EN) Iron Maiden, su metal-archives.com. URL consultato il 30 dicembre 2009.
  3. ^ (EN) Traditional heavy metal bands, su heavymetal.about.com. URL consultato il 30 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2013).
  4. ^ (EN) Iron Maiden, su nwobhm.info. URL consultato il 30 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2009).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Murray in concerto
  • Maurizio De Paola, Iron Maiden, Editori Riuniti, 2004, p. 127, ISBN 88-359-5516-5.
  • Marco Gamba, Nicola Visintini, Iron Maiden, Coniglio Editore, 2006, p. 143, ISBN 88-6063-028-2.
  • Marco Gamba, Nicola Visintini, Iron Maiden. Collectibles, Moving Sound, 1997, p. 160, ISBN 88-86790-01-5.
  • Terence K. Mann, Iron Maiden. Il numero della bestia. Sogni e incubi degli Iron Maiden, Tarab, 1998, p. 170, ISBN 88-86675-48-8.
  • Paul Stenning, Iron Maiden: 30 Years of the Beast: The Complete Unauthorised Biography, Chrome Dreams, 2006, p. 317, ISBN 1-84240-361-3.
  • Ross Halfin, Iron Maiden, Omnibus, 2007, p. 240, ISBN 1-84609-445-3.
  • Ray Donato, Iron Maiden, Iron Maiden, Warner Bros. Publications, 1994, ISBN 0-7692-6019-5.
  • Garry Bushell, Ross Halfin, Iron Maiden Running Free, Hal Leonard Corp, 1985, ISBN 0-946391-84-X.
  • Mick Wall, Iron Maiden: Run to the Hills : the Authorised Biography, Sanctuary, 2004, p. 393, ISBN 1-86074-542-3.
  • Ian Christe, Sound of the Beast: The Complete Headbanging History of Heavy Metal, HarperCollins, 2003, p. 400, ISBN 0-380-81127-8.
  • Ian Christe, Sound of the Beast, Arcana Edizioni, 2009, p. 414, ISBN 978-88-6231-086-4.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN292434822 · ISNI (EN0000 0001 3035 3825 · Europeana agent/base/125652 · LCCN (ENno2024012433 · BNE (ESXX888859 (data)