Antislamismo: differenze tra le versioni

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* [[31 gennaio]] [[2007]]: [[Un velo tra noi]] di [[Corrado Formigli]], documentario del programma [[Controcorrente]] di [[SKY TG24]] che mostra Imam di diverse moschee italiane che si esprimono a favore di niqab, poligamia e dei governi di sinistra, auspicandosi l'introduzione della Sharia in Italia quando i musulmani saranno maggioranza. Anche in questo caso non mancano le polemiche.
* [[31 gennaio]] [[2007]]: [[Un velo tra noi]] di [[Corrado Formigli]], documentario del programma [[Controcorrente]] di [[SKY TG24]] che mostra Imam di diverse moschee italiane che si esprimono a favore di niqab, poligamia e dei governi di sinistra, auspicandosi l'introduzione della Sharia in Italia quando i musulmani saranno maggioranza. Anche in questo caso non mancano le polemiche.
* [[29 marzo]] [[2007]]: [[inchiesta di Annozero su una moschea di Torino|inchiesta su una moschea di Torino]] di [[Maria Grazia Mazzola]] per [[Annozero]] di [[Raidue]] che mostra l'Imam che incita ad uccidere gli atei. In questo caso le le polemiche approdano anche in Parlamento<ref>[http://www.camera.it/resoconti/resoconto_allegato.asp?idSeduta=142&Resoconto=aimm06 Iniziative per la prevenzione del terrorismo di matrice fondamentalista islamica, in relazione a recenti dichiarazioni di due imam delle moschee di Torino]'' [[interrogazione parlamentare]] presentata al [[Ministro degli Interni]] l'[[11 aprile]] [[2007]]</ref>
* [[29 marzo]] [[2007]]: [[inchiesta di Annozero su una moschea di Torino|inchiesta su una moschea di Torino]] di [[Maria Grazia Mazzola]] per [[Annozero]] di [[Raidue]] che mostra l'Imam che incita ad uccidere gli atei. In questo caso le le polemiche approdano anche in Parlamento<ref>[http://www.camera.it/resoconti/resoconto_allegato.asp?idSeduta=142&Resoconto=aimm06 Iniziative per la prevenzione del terrorismo di matrice fondamentalista islamica, in relazione a recenti dichiarazioni di due imam delle moschee di Torino]'' [[interrogazione parlamentare]] presentata al [[Ministro degli Interni]] l'[[11 aprile]] [[2007]]</ref>

==Integrazione dei migranti musulmani==
{{vedi anche|Società multietnica|Multiculturalismo|Comunitarismo|Interculturalismo}}
Nelle moderne società [[Europa|europee]] sempre più [[società multietnica|multietniche]] è molto dibattuto il tema dell'accoglienza dei migranti che legalmente o illegalmente vi giungono in sempre maggior numero e che, a livello politico, si vogliono integrare attraverso pratiche politiche quali il [[multiculturalismo]] ([[Olanda]], [[Gran Bretagna]], [[Svezia]]), l'[[Interculturalismo]] ([[Italia]]), l'[[Assimilazionismo]] ([[Francia]]),...<br/>
Queste politiche hanno in comune il riconoscimento di una sfera privata in cui gli individui (siano essi immigrati o autoctoni) sono liberi di scegliersi uno stile di vita (modo di vestire, riti religiosi e civili, cucina, musica,...) nell'ambito del quadro normativo stabilito dalle leggi in vigore nello stato ospite.

Secondo gli antislamisti questi modelli di accoglienza sono falliti nel caso dei migranti musulmani<ref>Nell'aprile 2007 il [[Governo italiano]] ha sentito l'esigenza di varare una [[Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione]] per chiarire ancora una volta i presupposti della politica italiana dell'accoglienza: {{cite web|url=http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/servizi/legislazione/cittadinanza/09998_2007_06_15_decreto_carta_valori.html|title=Il testo della carta|work=[[Ministero degli Interni]]|accessdate=2007-09-01}}</ref> perché l'Islam li fa portatori di una identità religiosa esclusiva per cui tenderebbero a riunirsi in comunità autonome in seno al paese ospite, rifiutando da un lato l'integrazione piena nel suo tessuto sociale, politico ed economico e richiedendo dall'altro il riconoscimento di leggi che recepiscono i propri usi e costumi nel campo del diritto, portando così a differenziarsi non solo nella sfera privata ma anche in quella pubblica. Questo starebbe facendo degenerare le società europee verso il [[comunitarismo]], cioè la suddivisione dei cittadini su base etnico-religiosa con proprie regole di comportamento, anche quando tali comunità non condividono valori liberali. Tale attegiamento trova un precedente nella politica adottata dall'[[Impero ottomano]] che divideva i sudditi su basi etnico-religiose in [[millet]]: ciascun millet, o "nazione", raggruppava le varie comunità di credenti non musulmane, guidate dai loro rappresentanti tradizionali, che divenivano anche funzionari ottomani.<br/>
Un ruolo centrale nella vita delle comunità islamiche è svolto dalle [[moschea|moschee]] che, diversamente dalle [[chiesa|chiese]] [[cristianesimo|cristiane]], non sono semplici luoghi di culto ma la sede dove ci si riunisce per esaminare e decidere su questioni sociali, culturali, politiche e religiose di interesse, soprattutto in occasione delle [[kutbah]] (i sermoni del venerdì). Per questa ragione alcuni paesi musulmani esercitano sulle moschee uno stringente controllo tanto che gli [[imam]] sono funzionari statali ed il testo dei loro sermoni del venerdì devono essere preventivamente autorizzati<ref name=moschea>{{cite web|url=http://chiesa.espresso.repubblica.it/dettaglio.jsp?id=7360|title=Vi spiego che cos'è una moschea|work=chiesa.espresso.repubblica.it|accessdate=2007-09-01}}</ref>. Proprio la presenza o la costruzione di nuove moschee è occasione di [[#Le moschee|frequenti polemiche]] perché, sebbene possano svolgere un ruolo positivo nel facilitare l'integrazione dei musulmani, indagini giornalistiche, giudiziarie e l'attegiamento dei fedeli percepito come aggressivo alimenta una forte opposizione in chi vive nei loro paraggi.

Sempre secondo gli antislamisti, le tendenza a fare corpo separato starebbe trovando una importante sponda a livello istituzionale, attraverso la [[#Via legale all'Islam|definizione di regole e leggi specifiche]] per categorie di cittadini individuate su base etnico-religiosa, avviando un processo di [[tribù|tribalizzazione]] che altrove è stato chiamato [[apartheid]]. Ad es., secondo alcuni "la poligamia deve essere riconosciuta se previsto nel diritto familiare del paese di origine delle persone in questione"<ref name=Spiegel>
*{{en}} {{cite web|url=http://www.spiegel.de/international/germany/0,1518,druck-474629,00.html|title=Paving the Way for a Muslim Parallel Society|work=[[Der Spiegel]]|accessdate=2007-08-31}}
*articolo ripreso da {{cite web|url=http://www.articolo21.info/news.php?id=18754|title=Germania: allarme islamizzazione|work=[[Articolo 21, liberi di...]]|accessdate=2007-08-31}}</ref>, ma non al resto della popolazione.<br/>
A tal proposito altri mettono, però, in evidenza che questa politica viola i valori guida delle democrazie liberali occidentali, che affondano le loro origini negli ideali laici di libertà, uguaglianza e fraternità della [[rivoluzione francese]] per cui e non "c'è ragione perché una ragazza musulmana sia trattata differentemente da una cristiana o da un'ebrea rispetto alla legge, comunque la pensino i suoi parenti"<ref name=Fukuyama>{{cite web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/07_Luglio/17/fukuyama_europa_rischio_musulmani.shtml|work=[[Corriere della Sera]]|title=Fukuyama: «L'Europa è a rischio» | accessdate=2007-08-31}}</ref>.

[[Immagine:Muhammad-Majmac-al-tawarikh-1.jpg|thumb|200px|right|Miniatura [[afganistan|afgana]] del [[1425]] conservata al [[Metropolitan Museum of Art]] che mostra [[Maometto]] mentre ricevere le prime rivelazioni.]]
A volte, infine, si accusa le comunità musulmane di strumentalizzare alcuni episodi per fare pressione sulla società civile europea. Caso emblematico è costituito dalla [[Caricature di Maometto sul Jyllands-Posten]]: il significativo ritardo tra la loro pubblicazione (30 settembre 2005) e le prime reazioni diplomatiche ufficiali del mondo arabo ([[12 ottobre]] 2005) e le prime proteste di piazza (gennaio-febbraio 2006) è dovuto al tempo occorso ad alcuni imam danesi (immigrati) che, insoddisfatti dalla sostanziale neutralità del governo danese rispettoso dei valori libertari propri dell'occidente, hanno costruito [[dossier Akkari-Laban|un dossier]] che conteneva insieme alle vignette originali ed altre create ad hoc, diverso altro materiale ed anche informazioni false (ad es. che il Jyllands-Posten fosse una rivista governativa) con cui si sono poi recati in Egitto, Siria e Libano per mostrarlo ai ministri della Lega Araba, agli Shaikh ed agli imam così da mobilitare il mondo musulmano contro lo stesso paese che li aveva accolti.<br/>
Vale la pena ricordare che le [[raffigurazioni di Maometto]] non sono vietate esplicitamente dal Corano, tant'è che in diverse epoche sono state prodotte da artisti islamici (vedi la [[Commons:Muhammad|galleria di immagini su Maometto in Commons Wikimedia]]) e che solo un'interpretazione rigidamente fondamentalista di alcune [[hadith]] le vieterebbe. Per molti, inoltre, questo divieto sarebbe valido solo per i musulmani.

Per tutte queste ragioni c'è chi propone di condizionare la concessione della [[cittadinanza]] alla piena adesione ai valori della [[Costituzione italiana|Costituzione]]<ref>{{cite web|url=http://www.internetica.it/Guolo_Italianistan.htm|title=Rapporto con l'Islam - Il rischio Italianistan|work=internetica.it|accessdate=2007-09-01}}</ref> o ridare lustro ai simboli laici dello Stato (bandiera, inno nazionale,...) come valori unificanti e neutrali per immigrati e non<ref name=Fukuyama/>.

===Rifiuto dell'integrazione===
Una importante critica portata alle comunità musulmane in Europa è relativa alla mancata condivisione dei valori [[occidente (civiltà)|occidentali]] quali [[democrazia]] o il rispetto per l'altro ([[libertà di opinione]], [[libertà di stampa|di stampa]], [[libertà di religione|di religione]]...).

Questo attegiamento, che trova la sua origine direttamente nei precetti coranici, traspare dai risultati di sondaggi di opinione svolti nelle comunità islamiche, dall'analisi dei testi adottati nelle scuole islamiche, fatwa e da quanto rivelato da numerose inchieste giornalistiche condotte nelle moschee di diversi stati europei.

====Il Corano====
{{vedi anche|Corano}}
Si ricorda che la vita dei musulmani praticanti riflette l'insegnamento coranico che non è solo modello religoso ma è anche un modello esistenziale e politico. Il vero credente dell'Islam (parola che significa etimologicamente "sottomissione a Dio") deve, cioè, seguire pedissequamente i dettami della sua religione che, tralasciando quelli che incitano esplicitamente alla violenza, per quanto riguarda il rapporto con i non musulmani e quindi attinenti al tema dell'integrazione recitano:
[[Immagine:Alcoranus Arabice, Venise, 1537.jpg|thumb|right|200px|La sura ''Aprente'' nella prima edizione veneziana del 1537]]
{{quote|I credenti non prendano amici tra i miscredenti, preferendoli ai fedeli. Chi fa ciò contraddice la religione di Allah, a meno che temiate qualche male da parte loro|Corano 3:28}}
{{quote|Non obbedite ai miscredenti; lotta invece con essi vigorosamente.|Corano 25:52}}
{{quote|O voi che credete! Non prendete gli Ebrei o i Cristiani come vostri amici; sono amici gli uni degli altri; e chi fra voi li prende per amici è uno di loro; certamente Allah non guida la gente ingiusta.|Corano 5:51}}
{{quote|O voi che credete! Combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi. Sappiate che Allah è con coloro che Lo temono.|Corano 9:123}}
{{quote|Maometto è il Messaggero di Allah e quanti sono con lui sono duri con i miscredenti e compassionevoli fra loro|Corano 48:29}}
{{quote|La libertà da qualsiasi obbligo [è proclamata] da Allah nei confronti di quei politeisti con i quali concludeste un patto.|Corano 9:1}}
{{quote|O profeta, incita i credenti alla lotta. Venti di voi, pazienti e perseveranti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su mille miscredenti. Ché in verità è gente che nulla comprende|Corano 8:65}}
{{quote|O voi che credete! Non prendete come alleati i vostri padri ed i vostri fratelli se scelgono la miscredenza alla fede. Chi di voi li prenderà per alleati sarà tra gli ingiusti|Corano 9:23}}
{{quote|Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah ed il suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finchè non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati.|Corano 9:29}}

Oltre a ciò esistono numerose [[hadith|tradizioni]] attribuite a Maometto, non meno impegnative dei versetti del Corano stesso, che vietano ai musulmani di associarsi a miscredenti, ebrei e cristiani nelle loro manifestazioni pubbliche, siano esse religiose che non religiose<ref>{{cite web|url=http://www.alminbar.com/khutbaheng/9017.htm|title=Ruling on Christmas & New Year|work=[[alminbar.com]]|accessdate=2007-09-02}}</ref>.

====Sondaggi====
Secondo un sondaggio condotto in Germania tra giovani immigrati [[Turchia|turchi]] è risultato che<ref name=iht>{{cite web|url=http://www.iht.com/articles/2005/07/14/opinion/edshore.php|title=Where next? di ''Zachary Shore'' |work=[[International Herald Tribune]]|accessdate=2007-07-24}}</ref>
* il 56% non vuole adattarsi ai costumi occidentali;
* il 40% considera [[sionismo]], [[Unione Europea]] e [[Stati Uniti]] una minaccia per il mondo islamico;
* il 30% si dice disponibile a ricorrere alla violenza contro i non musulmani, se questo potesse giovare alla comunità islamica.

Secondo un sondaggio condotto tra i musulmani del Regno Unito risulta che<ref name=policyexchange>{{cite web|url=http://www.policyexchange.org.uk/Publications.aspx?id=307|title=Living Apart Together: British Muslims and the paradox of multiculturalism|work=[[policyexchange.org]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>:
* l'86% reputa la religione come la cosa più importante della propria vita
* il 28% vorrebbe vivere in Inghilterra con la [[sharia]]
* il 35% vorrebbe scuole islamiche statali per i loro figli
* il 53% vorrebbe che le donne musulmane indossassero il [[velo islamico|velo]]
* il 7% ammira organizzazioni come [[Al-Qaeda]] perché sono attrezzate per combattere l'[[Occidente (civiltà)|Occidente]]
* il 58% crede che "molti dei problemi del mondo odierno sono il risultato di attegiamenti arroganti dell'Occidente"
* il 51% crede che una donna musulmana non dovrebbe sposarsi con un non musulmano
* il 43% crede che una donna musulmana non dovrebbe sposarsi senza il consenso del suo tutore
* il 46% ammette la poligamia maschile ma è contro quella femminile
* il 31% reputa legittima la pena di morte per gli apostati musulmani
* il 61% dichiarerebbe illegale l'omosessualità

====Scuole islamiche====
Un chiaro attegiamento ostile nei confronti delle società che li accolgono è stato individuato nei libri di testo delle scuole islamiche d'Italia (compilati dal ministero dell'Educazione dell'[[Arabia Saudita]]) dove si insegnano principi che riecheggiano anche i principi del Corano più ostili all'integrazione<ref>{{cite web|url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=137018|title=Scuole islamiche, l’intolleranza s’impara sui libri|work=[[Il Giornale]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>:
{{quote|E' proibita, per ogni musulmano, la fedeltà e la lealtà verso coloro che non aderiscono alle leggi dell'Islam e non obbediscono al suo Profeta}}
{{quote|I discepoli del profeta hanno dato l'esempio migliore di fedeltà e lealtà a Dio ed alla sua religione, uccidendo i loro stessi familiari quando si rivelano infedeli}}

Intercettazioni ambientali della [[DIGOS]] dell'aprile 2007 nella moschea "al Nour" (la Luce) di [[Ponte Felcino]] hanno registrato l'[[imam]] Korchi el Mostapha durante "la lezione di cultura e di lingua araba" che ai bambini della sua comunità insegnava che erano superiori a quelli cristiani e che dovevano imporre questa superiorità "colpendo i bambini italiani finchè non esce loro il sangue". Mostrava, inoltre, alla figlia il filmato dell'esecuzione di massa di 19 poliziotti iracheni freddati con un colpo alla nuca.<ref>
*{{cite web|url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=194861|title=L'Italia dei minareti senza controllo|work=[[Il Giornale]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo371755.shtml|title=Perugia, fermata cellula terroristi|work=[[TGCOM]]|accessdate=2007-09-01}}
</ref>
Sempre più spesso, infine, gli istituti tedeschi si trovano di fronte a genitori musulmani che rifiutano che le proprie figlie partecipano alle lezioni di nuoto o a gite scolastiche<ref name=Spiegel/>.

====Indagini giornalistiche====
{{vedi anche|Inchieste giornalistiche critiche sull'Islam}}
L'istigazione a non aderire ai valori fondanti delle democrazie occidentali è stata ripetutamente evidenziate da indagini giornaliste in incognito svolte nelle moschee europee.

L'inchiesta [[Undercover Mosque]] trasmessa il [[15 gennaio]] 2007 sul canale [[Channel 4]] britannico ha registrato Imam che affermavano<ref>
*{{cite web|url=http://observer.guardian.co.uk/uk_news/story/0,,1984530,00.html|title=Revealed: preachers' messages of hate|work=guardian.co.uk|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.islamicpluralism.org/news/2007n/undercovermosquesscript.pdf|title=Undercover Mosque Script|work=islamicpluralism.org|accessdate=2007-09-01}}</ref>:
{{quote|Non potete accettare il governo dei [[kaffir]], noi dobbiamo governarci da soli e dobbiamo governare gli altri}}
{{quote|Dovate attaccare con bombe gli interessi indiani e, per quanto riguarda gli ebrei, dovete assassinarli}}
{{quote|Nella vostra situazione dovete vivere come uno stato nello stato, finché prevarrete. Ma nell'attesa, dovete pregare, finché non diverrete una forza tale che la gente semplicemente si sottomettera a voi, mani in alto, finché non sarete forti abbastanza da prevalere}}

L'[[inchiesta di Annozero su una moschea di Torino]] trasmessa il [[29 marzo]] [[2007]] ha registrato l'Imam che affermava<ref>
*{{cite web|url=http://www.camera.it/resoconti/resoconto_allegato.asp?idSeduta=142&Resoconto=aimm06|title=Iniziative per la prevenzione del terrorismo di matrice fondamentalista islamica, in relazione a recenti dichiarazioni di due imam delle moschee di Torino|work=[[Camera dei Deputati]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_globnet/corsera/2007/03/co_9_070330083.xml|title=E l'imam di Torino incita a sottomettere le donne|work=[[Corriere della Sera]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>
* ''Amato: basta con gli imam improvvisati'' di ''Mariolina Iossa'' su [[il Corriere della Sera]] del [[31 marzo]] [[2007]]
* ''Nessuna perquisizione ma i luoghi di culto sono circondati da agenti in borghese'' di Massimo Numa su [[La Stampa]] del [[31 marzo]] [[2007]]
* ''L'imam contro i cattolici: «Allah li uccida»'' di ''Virginia Piccolillo'' su [[il Corriere della Sera]] del [[3 aprile]] [[2007]]
* ''E’ un immigrato il cameraman che ha «girato» per Annozero'' su [[la Stampa]] del [[3 aprile]] [[2007]]</ref>
{{quote|Non c'è dialogo con gli infedeli}}
{{quote|Con gli atei nessun compromesso: si uccidono e basta}}

[[Video sul IX Congresso del Centro culturale islamico di viale Jenner|Un video]] trasmesso durante [[Studio Aperto Live]] ([[Italia 1]]) dell'[[11 febbraio]] [[2006]] e girato l'[[11 settembre]] [[2000]] (esattamente un anno prima dell'[[Attentati dell'11 settembre 2001|attacco alle Torri Gemelle di New York]]) documenta [[Mohammed al Fizazi]] (noto anche come «l'imam itinerante») arringare i fedeli durante il ''IX Congresso del Centro culturale islamico di Modena'' affermando<ref>{{cite web|url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=64426|title=Così gli imam predicano l'odio in Italia|work=[[Il Giornale]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>:
{{quote|I miscredenti sono nemici. Tra noi e i miscredenti vi è l'odio. L’inimicizia e l’odio regneranno tra noi e loro per sempre, fino a quando non crederanno nel solo Allah}}
{{quote|tutto il pensiero democratico è in contrapposizione con il pensiero islamico. Tutti gli obiettivi democratici cozzano con gli obiettivi islamici}}
{{quote|noi abbiamo una sola grandissima libertà, quella di essere liberi dentro i limiti, i vincoli della sharìa (la legge del Corano). Non vi è libertà di prostituzione nel nostro Paese, nel Paese dell’Islam. Non vi è libertà di fornicare, di consumare alcolici, di truccarsi. Non vi è libertà per i rinnegati nell’Islam}}
{{quote|se si taglia la mano del ladro si compie un atto compassionevole. Perché così facendo si tutelano i beni della gente. Così pure quando si lapida un ubriacone. Che è un atto duro, ma lo si fa per tutelare la mente, la dignità della gente}}
{{quote|Il Jihad: sangue, brandelli di carne, sgozzamenti, assedi. Tutto questo è compassionevole}}

====Le Moschee====
{{vedi anche|Moschea|Contoversie legate alle moschee}}
Le moschee svolgono nell'Islam un ruolo molto ampio: i musulmani non solo vi si riuniscono per pregare ma anche per esaminare questioni sociali e politiche e decidere sulla vita della comunità. L'evento più importante è costituito dal sermone del venerdì ([[khutbah]]) in cui l'[[Imam]] da le indicazioni più importante ed impegnative ai suoi fedeli. Per questa ragione numerosi paesi musulmani esercitano uno stretto controllo sulle attività che vi si svolgono tanto che gli Imam sono spesso dei funzionari pubblici ed i loro sermoni devono essere preventivamente approvati dalle autorità preposte<ref name=moschea/>.<br/>
L'Islam affianca le moschee con le [[musalla]], spesso dei semplici locali a pian terreno, dove una cinquantina di fedeli possono riunirsi in tranquillità per la preghiera del mezzogiorno.

Oltre che questo ruolo pratico, le moschee, così come le chiese, nella storia hanno svolto anche la funzione simbolica e politica di palesare l'appartenenza del territorio circostante all'Islam, soprattutto quando hanno un [[minareto]] utilizzato dal [[muezzin]] per invitare i fedeli alla preghiera che, come i campanili, svetta sugli edifici circostanti ed i progetti di nuove costruzioni sono sempre [[Contoversie legate alle moschee|accompagnati da forti polemiche]], in Italia (ad es. [[Controversia sulla nuova moschea di Bologna|a Bologna]])<ref>
*{{cite web|url=http://sondaggi.quotidiano.net/?sondaggio=273|title=Sondaggio: Moschea a Bologna, cosa ne pensi?
|work=[[Quotidiano.net]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=176784|title=Bologna contro la moschea: non siamo la filiale della Mecca|work=[[Il Giornale]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=176557|title=Cofferati regala una moschea agli estremisti|work=[[Il Giornale]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://bologna.repubblica.it/dettaglio/I-cattolici-radicali-annunciano:-referendum-contro-la-moschea/1332306|title=I cattolici radicali annunciano: referendum contro la moschea|work=[[La Repubblica]]|accessdate=2007-09-01}}</ref> come all'estero (ad es. [[Controversia sulla nuova moschea di Colonia|a Colonia]], [[Controversia sulla nuova moschea di Londra|a Londra]] o [[Minareto della discordia|in Svizzera]])<ref>{{cite web|url=http://www.sorrisi.com/sorrisi/diario/art023001004723.jsp|title=Scandalo|work=[[Sorrisi.com]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>

[[Immagine:Moschea 00497.JPG|thumb|300px|La Moschea di Roma costruita anche grazie a 50milioni di dollari statunitensi del re [[Feysal dell'Arabia Saudita|Feysal]] dell'[[Arabia Saudita]].]]
In occidente la costruzione di gran parte delle moschee e centri islamici è da tempo finanziato da paesi musulmani, [[Moschea#Influenza saudita|soprattutto dalla ricca Arabia Saudita]]<ref>{{cite web|url=http://www.usnews.com/usnews/news/articles/031215/15terror.htm|title=The Saudi Connection: How billions in oil money spawned a global terror network |work=usnews.com|accessdate=2007-09-01}}</ref>, paese [[sunnismo|sunnita]] dov'è maggioritario il rigido [[wahhabismo]]. Tra queste anche la [[Moschea di Roma]] per 50milioni di dollari statunitensi a cui si aggiunge una donazione annuale per 1,5 milioni di dollari<ref>{{cite web|url=http://www.kingfahdbinabdulaziz.com/main/m4506.htm|title=Islamic Center in Rome, Italy|work=kingfahdbinabdulaziz.com|accessdate=2007-09-01}}</ref>. In qualità di finanziatori, i sauditi impongono poi imam di loro gradimento<ref name=moscheeNoGrazie>{{cite web|url=http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=6&ida=&idt=&idart=1208|title=Wahabiti? No, grazie - A Sarajevo le moschee arabe stipendiano chi si converte all'integralismo|work=[[Peace Reporter]]|accessdate=2007-09-01}}</ref><ref name=moschea/> e sono quindi in grado di influenzare gli orientamenti delle comunità che vi fanno riferimento e proprio per questo alcuni hanno declinato le offerte<ref name=moscheeNoGrazie/>.

Anche a seguito del clamore suscitato da [[Inchieste giornalistiche critiche sull'Islam|alcune inchieste giornalistiche]] ed accertamenti investigativi, diverse sono le proposte relative alla gestione dei luoghi di culto per i musulmani, ma tutte vanno nella direzione di un maggior controllo sulla scia di quanto già avviene nei paesi islamici:
* rendere obbligatorio l'uso della lingua del paese ospite per poter verificare "se si prega Allah o si semina odio"<ref>{{cite web|url=http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200707articoli/24241girata.asp|title=Fini: "In moschea si parli italiano"|work=[[La Stampa]]|accessdate=2007-09-01}}</ref> senza dover conoscere l'arabo;
* prevedere corsi di formazione per Imam gestiti dallo Stato, così da effettuare una scrematura a monte dei candidati<ref>
*{{cite web|url=http://www.wuz.it/Home/AnsaNews/tabid/65/newsid/28601/Default.aspx|title=Islam: Amato, formare gli imam|work=[[Ansa]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.musulmaniditalia.com/news/dalmondo15.htm|title=Parigi. Alla Sorbona corsi di formazione per imam |work=Musulmani d'Italia|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.humanite.fr/2004-05-13_Societe_-Islam-Une-faculte-de-theologie-pour-Imams|title=Islam. Une faculté de théologie pour Imams|work=Humanité|accessdate=2007-09-01}}</ref>;
* sottoporre le moschee a dei comitati di garanzia che ne sorveglino le attività<ref =bologna>{{cite web|url=http://bologna.repubblica.it/dettaglio/Braccio-di-ferro-sulla-nuova-moschea/1299105|title=Braccio di ferro sulla nuova moschea|work=[[La Repubblica]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>
* evitare la costuzione delle moschee autorizzando solo musalla<ref name=moschea/>, così da rispettare la libertà di culto scongiurando nel contempo una delle cause del comunitarismo.

===Via legale all'Islam===
Secondo gli antislamisti, la legislazione e la giurisprudenza di diversi paesi europei sta mostrando la tendenza a legittimare attegiamenti e comportamenti o considerare attenuanti su base religiosa, portando ad una relativizzazione dei diritti individuali, mostrando una rimarchevole tolleranza in special modo per le tradizoni musulmane, assecondando una evoluzioe in senso comunitarista delle società europee.

====Germania====
Nel 1999 tre curdi che avevano soffocato una ragazza di 18 anni e barbaramento ucciso il suo ragazzo di 23 anni per punirli perché vivevano insieme contro il volere dei genitori sono stati condannati solo per [[omicidio colposo]] per "i valori del proprio paese di orgine fortemente intimizzati"<ref name=Spiegel/>.

Nel 2002 un libanese che aveva stuprato, picchiato e quasi strangolato sua moglie ed un pastore di origine turca che aveva ucciso la moglie con 48 coltellate si sono visti riconosciuti forti sconti di pena sempre per la loro appartenenza etnico-religiosa<ref name=Spiegel/>.

Nel 2005 un curdo che per gelosia aveva ferito gravemente la moglie ha avuto forti sconti di pena per i suoi "livelli di inibizione inferiori nei confronti delle donne"<ref name=Spiegel/>.

(''Tutte queste sentenze sono state comunque annullate nei gradi superiori di giudizio''<ref name=Spiegel/>)

Nel 2007 una donna si è visto rigettare la richiesta di divorzio per direttissima dal marito violento perché entrambi di coniugi erano di origine marocchina e quindi, in ottemperanza alla versetto 4:34 del Corano ("gli uomini sono preposte alle donne", con un invito esplicito a picchiare le insubordinate)<ref>{{cite web|url=http://www.globalquran.com/?ch=UTF-8&sh=34&srh=4&s=+Search+&lg%5Bari%5D=1&lg%5Bit%5D=1|title=Sura 4:34|work=GlobalQuran.com|accessdate=2007-09-01}}</ref>, "non è strano che un uomo eserciti il diritto di punizione corporale nei confronti della moglie". <ref name=acmid>{{cite web|url=http://www.acmid-donna.it/articoli1.htm|title=Poligamia: la lezione dei paesi islamici|work=[[Associazione della Comunità Marocchina delle Donne in Italia]]|accessdate=2007-09-01}}</ref><ref name=Spiegel/>

====Regno Unito====
Nel [[Regno Unito]] tra i musulmani cresce l'ostilità verso lo [[Union Jack]] da loro giudicata "piena di sangue", per questa ragione la bandiera è scomparsa da un gate di Heathrow, dai taxi di Blackpool e Cheltenham e dalla stazione dei pompieri di Barking<ref>{{cite web|url=http://www.thesun.co.uk/article/0,,2-2006250446,00.html|title=England expects flags|work=[[The Sun]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>.

====Italia====
[[Immagine:Woman in Tunisia.jpg|thumb|200px|right|Una Tunisina con il suo ''hija-b'']]
[[Immagine:Women_in_shiraz_2.jpg|thumb|200px|right|donne che indossano il chador]]
[[Immagine:Burqa Afghanistan 01.jpg|thumb|200px|right|Due donne con il burqa.]]

Alcuni episodi hanno accreditato nell'ordinamento giuridico (laico) italiano pratiche relative all'uso del [[velo islamico]] che sono controverse tra gli stessi musulmani:
* nel corso degli anni la legislazione italiana ha sviluppato una normativa specifica relativa all'abigliamento in funzione delle esigenze di ordine pubblico, con particolare riferimento all'identificazione delle persone. Durante gli [[anni di piombo]] in particolare si è vietato il mascheramento<ref>
*{{cite web|url=http://www.camera.it/_dati/lavori/stenografici/sed063/aimm11.htm#sez11|title=Interrogazione parlamentare sulle "Iniziative volte a garantire l'uniformità delle posizioni delle prefetture italiane sulla normativa che vieta il travisamento in pubblico delle persone"|work=[[Camera dei Deputati]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.camera.it/_dati/lavori/stenografici/sed063/s140.htm|title=Risposta alla interrogazione parlamentare sulle "Iniziative volte a garantire l'uniformità delle posizioni delle prefetture italiane sulla normativa che vieta il travisamento in pubblico delle persone"|work=[[Camera dei Deputati]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>
* nel dicembre 2004 una circolare del Dipartimento della [[Polizia di Stato]] ha definito il [[burqa]] indossato dalle donne musulmane un "segno esteriore di una tipica fede religiosa" ed una "pratica devozionale", escludendlo da quanto previsto dall'articolo 5 della legge 152/1975 che vieta in luogo pubblico di nascondere il proprio volto impedendone il riconoscimento da parte delle forze dell'ordine. La circolare ammonisce, inoltre, che "identificare reiteratamente ogni persona che circoli con il burqa, prima che l'autorità giudiziaria si sia pronunciata sulla sussistenza o meno di un giustificato motivo che esluda il reato, o senza un rilevante interesse pubblico, potrebbe costituire un eccesso non consentito e verrebbe percepito come una inutile vessazione"<ref>
*{{cite web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/10_Ottobre/19/diritto.shtml|title=In Italia è meglio difendere il diritto a non indossarlo|work=[[Corriere della Sera]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/10_Ottobre/27/allam27.shtml|title=Quel no di Maometto sul velo|work=[[Corriere della Sera]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>.
* il [[30 luglio]] 2005 è approvato il [[Pacchetto Pisanu]] per migliorare l'azione di contrasto al terrorismo internazionale che includeva "pene severe per chi circola in pubblico con il vonto coperto, che si tratti di casco o di burka"<ref>
*{{cite web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/07_Luglio/27/pacchetto.shtml|title=Il pacchetto sicurezza Pisanu in 19 articoli|work=[[Corriere della Sera]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=55837|title="Terrorismo. Si' della Camera al pacchetto Pisanu"|work=[[RaiNews24]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>, il successivo [[15 agosto]] il tribunale di Treviso ha emesso una sentenza secondo cui se il burqa se indossato per motivi religiosi non è vietato e quindi non è reato<ref>
*{{cite web|url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=22070|title=Per il tribunale di Treviso il burqa non è reato|work=[[Il Giornale]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo270732.shtml|title="Burqa per religione? Non è reato"|work=[[TGCOM]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>, posizione per'altro confermata dallo stesso governo nel dicembre dello stesso anno<ref>
*{{cite web|url=http://www.cremaweb.it/edicola/wmview.php?ArtID=2248|title=Velo islamico integrale, i chiarimenti del Ministero dell'Interno sul suo utilizzo|work=cremaWeb|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.comune.cremona.it/Article1278.phtml|title=Uso del burqa: corretta la linea seguita dell'Amministrazione|work=cremaWeb|accessdate=2007-09-01}}</ref>
* nell'aprile 2006 la terza sezione penale della Corte di Cassazione di Roma con la sentenza 11919 ha deliberato la legittimità dello [[hijab]] in quanto "la religione musulmana impone alle credenti" di indossarlo<ref>{{cite web|url=http://www.penale.it/page.asp?mode=1&IDPag=266|title=Corte di Cassazione sentenza 11919/2006|work=penale.it|accessdate=2007-09-01}}</ref>.
A questo proposito si ricorda che, diversamente da quanto affermato nella sentenza della Corte di Cassazione e da quanto presuppone la circolare della Polizia di Stato, il Corano chiede il velo ma non ne stabilisce in modo chiaro il tipo. Il suo uso si basa, infatti, sulle ''Sure 33:59''<ref>
*{{cite web|url=http://www.globalquran.com/?ch=UTF-8&sh=59&srh=33&s=+Search+&lg%5Ben%5D=1&lg%5Bfr%5D=1&lg%5Ben2%5D=1&lg%5Ben4%5D=1&lg%5Ben5%5D=1&lg%5Bit%5D=1&lg%5Bsp%5D=1|title=Sura 33:59|work=GlobalQuran.com|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.guidedways.com/chapter_display.php?chapter=33&translator=7&mac=&show_arabic=1&otherTranslations%5B%5D=2&otherTranslations%5B%5D=5&otherTranslations%5B%5D=4&otherTranslations%5B%5D=3&otherTranslations%5B%5D=8&otherTranslations%5B%5D=9|title=Corano, Capitolo XXIV|work=guidedways.com|accessdate=2007-09-01}}</ref> (che chiede alle credenti di indossare il velo per poterle distinguere dalle altre così da non essere molestate dai musulmani) e ''24:31''<ref>
*{{cite web|url=http://www.globalquran.com/?ch=UTF-8&sh=31&srh=24&s=+Search+&lg%5Bari%5D=1&lg%5Bar2%5D=1&lg%5Ben%5D=1&lg%5Bfr%5D=1&lg%5Ben2%5D=1&lg%5Ben3%5D=1&lg%5Ben4%5D=1&lg%5Ben5%5D=1&lg%5Bit%5D=1&lg%5Bsp%5D=1|title=Sura 24:31|work=GlobalQuran.com|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.guidedways.com/chapter_display.php?chapter=24&translator=7&mac=&show_arabic=1&otherTranslations%5B%5D=2&otherTranslations%5B%5D=5&otherTranslations%5B%5D=4&otherTranslations%5B%5D=3&otherTranslations%5B%5D=8&otherTranslations%5B%5D=9|title=Corano, Capitolo XXIV|work=guidedways.com|accessdate=2007-09-01}}</ref>, variamente interpretata (e tradotta): per alcuni il passaggio essenziale dovrebbe essere reso come "coprire i seni con il velo" per altri come "lasciar scendere il loro velo fin sul petto" ma comunque non si fa cenno alcuno alla necessità di coprire testa e volto o quant'altro se non indirettamente attraverso l'invito a mortificarsi e svelare i propri gioielli solo ai familiari. Assodato che il velo è un simbolo distintivo che le musulmane devono indossare cosicchè i musulmani non le molestino<ref>da questo punto di vista è significativa la notizia lanciata dal settimanale egiziano [[Watani]] ([[http://www.wataninet.com wataninet.com] delle studentesse [[copto|copte]] picchiate se non indossano il velo: {{cite web|url=http://www.wataninet.com/article_en.asp?ArticleID=12865|title=Nightmare - Hijab for Coptic girls|work=wataninet.com|accessdate=2007-09-01}}</ref> (contrariamente a quanto possono fare con le altre donne), relativamente a cosa indossare c'è chi ([[Gamal al Banna]], [[Hasan al-Turabi]], [[Samira Munir]] ed altri musulmani cosiddetti moderati o riformisti) affermano che alle musulmane non è richiesto di coprirsi la testa ma è sufficiente nascondere il petto, altri invece ([[wahabismo|wahabiti]], [[Ruhollah Khomeyni]], [[taliban]], [[Fratelli musulmani]] e fondamentalisti in genere) impongono loro di coprire testa e collo ([[Hijab]]), tutto il corpo ([[chador]]) o anche il viso ([[burqa]])<ref>{{cite web|url=http://www.carabinieri.it/Internet/Editoria/Carabiniere/2004/05-Maggio/Societa/034-00.htm|title=Il velo e le donne|work=[[Il Carabiniere]]|accessdate=2007-09-01}}</ref><ref> il sito [http://www.hamasna.com/ hamasna.com] mantiene una lista mondiale di favorevoli e contrari allo [[hijab]], aggiornata settimanalmente:
* {{ar}} {{{{cite web|url=http://www.hamasna.com/tunisia/enemy.html|title=The internationa campaign for defending hijab|work=hamasna.com|accessdate=2007-09-01}}
* stessa pagina tradotta in inglese {{{{cite web|url=http://translate.google.com/translate?u=http%3A%2F%2Fwww.hamasna.com%2Ftunisia%2Fenemy.html&langpair=ar%7Cen&hl=it&ie=UTF-8&oe=UTF-8&prev=%2Flanguage_tools|title=The internationa campaign for defending hijab|work=hamasna.com|accessdate=2007-09-01}}
</ref>.<br/>

D'altra parte in diversi paesi arabi indossare il velo è di ostacolo nella ricerca di un lavoro<ref>{{cite web|url=http://lta.today.reuters.com/news/newsArticle.aspx?type=topnews&storyID=2007-09-02T132341Z_01_N02463510_RTRIDST_0_INTERNACIONAL-GENERO-VELO-SOL.XML|title=Velo limita posibilidad laboral a mujeres en el mundo|work=[[Reuters]]|accessdate=2007-09-01}}</ref> e si sta anche vietando il suo uso per arginare l’assenteismo negli uffici pubblici di molte dipendenti che approfittano dell’anonimato per lasciare il posto di lavoro <ref>{{cite web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/06_Giugno/08/allam_velo.shtml|title=Abu Dhabi vieta il velo alle impiegate|work=[[Corriere della Sera]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>.<br/>
A riguardo è da segnalare l'esperimento di una giornalista italiana che nel 2006 ha passato una giornata intera indossando un burqa senza che alcuno la identificasse ("Fino a lasciar passare una donna velata dalla testa ai piedi dove a un uomo con il passamontagna non sarebbe permesso mai"), neppure in un aeroporto<ref>
*{{cite web|url=http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200611articoli/14677girata.asp|title=Io, velata per un giorno (articolo)|work=[[La Stampa]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=17&IDalbum=373&tipo=FOTOGALLERY|title=Io, velata per un giorno (galleria fotografica)|work=[[La Stampa]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>.

Nel novembre 2006 ha iniziato il suo iter legislativo presso la [[Camera dei Deputati]] una proposta legislativa per definire le "norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi". Tra l'altro è stata proposta una modifica dell'articolo 11 che consentirebbe al ministro di culto di non pronunciare durante il rito gli articoli del codice civile sulla parità dei doveri fra mogli e marito (143, 144 e 147 del codice civile) "qualora la confessione abbia optato per la lettura al momento della pubblicazione"<ref>
*{{cite web|url=http://www.camera.it/_dati/lavori/schedela/trovaschedacamera_wai.asp?pdl=134|title=Proposta di legge n.134 Assegnato alla I Commissione Affari Costituzionali il 3 luglio 2006 ([[XV legislatura]])|work=[[Camera dei Deputati]]|accessdate=2007-09-01}}
*{{cite web|url=http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/sk3000/frontesp/25310a.htm|title=Relazione al disegno di legge n. 3531 presso la I Commissione Affari Costituzionali ([[XIV legislatura]])|work=[[Camera dei Deputati]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>, a tutto vantaggio del rito musulmano i cui principi religiosi privilegiano l'uomo e sono contrari alla parità dei diritti e dei doveri fra marito e moglie.<br/>
Si ricorda, inoltre, che [[Inchiesta di Annozero su una moschea di Torino|una indagine giornalistica]] ha rivelato che la poligamia, sebbene illegale, è già avallata da Imam in Italia. Sempre a proposito di matrimonio, vale la pena ricordare che proprio la poligamia comincia ad essere vietato nel diritto di famiglia di diversi paesi islamici<ref name=acmid/>.

Un altro episodio che ha suscitato non poche polemiche è stata la condanna di due tra i più noti studiosi di Islam italiani che si sono sempre distinti nel campo della ricerca accademica. I fatti partono dalla querela di [[Adel Smith]], controverso personaggio del mondo islamico italiano, nei confronti dei sociologi [[Stefano Allievi]], dell’[[Università degli Studi di Padova]], per il suo saggio [[Islam italiano. Viaggio nella seconda religione del paese]] (Einaudi, 2003) e [[Renzo Guolo]], dell'[[Università di Torino]], per il suo saggio [[Xenofobi e xenofili: gli italiani e l’islam]] (Laterza, 2003):
* ''Stefano Allievi'' è stato condannato, in primo grado, a sei mesi di reclusione e 3000€ di multa per "diffamazione aggravata a mezzo stampa" per aver bollato Adel Smith come polemista e provocatore<ref>{{cite web|url=http://www.dominiopubblico.it/DP/?p=34|title=San Petronio e Mr. Smith: il testo che è costata la condanna a [[Stefano Allevi]]|work=[[dominiopubblico.it]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>,
* ''Renzo Guolo'' è accusato di aver vilipeso la religione islamica per aver offeso la reputazione di Adel Smith dichiarando che questi non ha alcun seguito e che si legittima solo grazie alle sue apparizioni video<ref>
* {{cite web|url=http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_15/showXhtml.asp?highLight=0&idAtto=12557&stile=6|title=Testo di un'interpellanza parlamentare sul caso Guolo|work=[[Camera dei Deputati]]|accessdate=2007-09-01}}
* {{cite web|url=http://www.camera.it/resoconti/dettaglio_resoconto.asp?idSeduta=0166&resoconto=stenografico&tit=00090&fase=00110|title=Risposta all'interpellanza parlamentare sul caso Guolo|work=[[Camera dei Deputati]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>.
Questi episodi, secondo gli antislamisti, sono indizi molto significativi sull'orientamento della giurisprudenza a favorire una deriva comunitarista della società, facendosi strumento di pressione contro il mondo accademico affinché temi come l'Islam non siano liberamente analizzati ed affrontati, creando un precedente pericoloso tale da scoraggiare altri studiosi dal manifestare pubblicamente la loro opinione.

====Olanda====
In Olanda all'assassinio di [[Theo Van Gogh (regista)|Theo Van Gogh]] l'artista [[Chris Ripke]] ha reagito dipingendo un murales sul muro esterno del suo studio: un angelo, la data di morte del suo assassinio e la scritta "Gij zult niet doden" (non uccidere, uno dei [[dieci comandamenti]]). I musulmani di una moschea vicina hanno denunciato il fatto al sindaco come offensivo e questi ha subito inviato la polizia a cancellarlo. Il reporter [[Wim Nottroth]] che ne ha documentato la distruzione e tentato di ostacolare l'esecuzione dell'ordinanza è stato poi arrestato<ref>
* {{cite web|url=http://www.noord.kw.nl/index.php?page=video&film_ID=732|title=Video dell'arresto di Wim Nottroth|work=noord.kw.nl|accessdate=2007-09-01}}
* {{cite web|url=http://www.nogod.it/florilegio.htm|title=Politie treedt op tegen muurschildering|work=nogod.it|accessdate=2007-09-01}}
* {{cite web|url=http://www.indymedia.nl/nl/2004/11/22827.shtml|title=Gij zult niet schilderen|work=indymedia.nl|accessdate=2007-09-01}}
* {{cite web|url=http://maarten.typepad.com/brusselsblog/2004/11/thou_shalt_not__1.html|title="Thou Shalt not Kill" Update|work=maarten.typepad.com|accessdate=2007-09-01}}
* {{cite web|url=http://www.coranix.com/archicoray/2004/11nov/2384.htm|title=« Tu ne tueras point » : offense jugée « raciste » par une mosquée hollandaise|work=coranix.com|accessdate=2007-09-01}}</ref>

Sempre in Olanda, la bandiera nazionale è stata vietata in molte scuole perché considerata discriminatoria dagli immigranti musulmani. Stessa sorte è toccata a gagliardetti ed adesivi sulle automobili dato che chi li esponeva era affrontato dai musulmani ed accusato di fascismo<ref>
* {{cite web|url=http://www.jihadwatch.org/dhimmiwatch/archives/004924.php|title=Dutch flag "insulting to Muslim immigrants", banned from Dutch schools|work=jihadwatch.org|accessdate=2007-09-01}}
* {{cite web|url=http://www.telegraaf.nl/binnenland/17755231/Vlagverbod_is_wijdverspreid.html|title=Vlagverbod is wijdverspreid|work=telegraf.nl|accessdate=2007-09-01}}</ref>.

====Svezia====
In Svezia un'organizzazione islamica ha chiesto leggi separate per i musulmani, l'impegno del governo a costruire una moschea in ogni città, paese, sobborgo e la presenza degli imam nelle scuole pubbliche<ref>{{cite web|url=http://www.dhimmitude.org/eurabia/Il-Foglio-10-6-2006.doc|title=L'Europa fra qualche decennio|work=[[Il Foglio]]|accessdate=2007-09-01}}</ref>.


==Islamismo espansionista e terrorismo==
==Islamismo espansionista e terrorismo==

Versione delle 16:00, 7 set 2007

Come ogni ideologia politica, anche l'islamismo (movimento politico che mira a creare uno Stato regolato sui dettami della religione islamica) ha i suoi detrattori e i suoi oppositori. Questa posizione può essere definibile con l'espressione Critica dell'Islam politico o con il neologismo antislamismo.

Questa opposizione ideal-politica si basa sia su questioni di principio (le enunciazioni del Corano, considerate vincolanti dai musulmani), sia sull'osservazione di come gli Stati e le società che si dichiarano islamici - che hanno cioè adottato la sharīʿa - hanno applicato in concreto il dettame di principio previsto dalla dottrina islamica.

L'antislamismo si interessa di temi esclusivamente politici ed è a volte erroneamente confuso con l'islamofobia, cioè la paura irrazionale verso la religione islamica e/o i musulmani. Quest'ultima ha invece connotazioni puramente anti-religiose ed è tipica, ne siano o meno coscienti, di tutte le culture umane che si riconoscono in un messaggio religioso rivelato e che non accettano di discutere della superiorità di un diverso modello identitario religioso.

Forma di Stato

La critica principale portata da molti all'islamismo è l'interpretazione assolutistica del suo messaggio religioso quando trasportato in politica. Anche trascurando il fatto che ogni religione strutturata costituisce di fatto un'ideologia totalizzante, la critica nei confronti dell'islamismo sembra aver guadagnato l'attenzione dei media per un insieme di motivi logici e psicologici collegati ai processi di globalizzazione economica che, in varia misura, rischiano di diffondere un relativismo etico cui le varie culture religiose reagiscono più o meno intensamente.
Dal 1979, epoca in cui s'affermò in Iran la Repubblica Islamica propugnata dall'Ayatollah Khomeini e in cui si cominciò a parlare di esportabilità di quel modello societario e ideologico, finanche nelle terre definite dalla cultura islamica classica come Dār al-Ḥarb (terre aperte alla conquista) l'Islam ha guadagnato l'attenzione talvolta sovradimensionata dei politologi e di alcuni studiosi. Un caso estremo dei primi sembra essere il politologo francese Alexandre Del Valle che, presentando il suo libro Il totalitarismo islamista all'assalto delle democrazie, afferma:

«Dopo il totalitarismo rosso, basato sulla lotta di classe, il bruno, sulla lotta delle razze, l’Occidente deve affrontare il totalitarismo verde (colore dell'islamismo), che si fonda sulla lotta tra le civiltà e tra le religioni"»

Questo concetto è largamente condiviso, tant'è che è oggetto (tra l'altro) anche di diverse opere individuali dei dodici firmatari dell'appello "Insieme contro il nuovo totalitarismo", sottoscritto in risposta alle violente manifestazioni censorie scoppiate all'indomani della pubblicazione delle caricature di Maometto sul Jyllands-Posten che nel primo capoverso così recita:

«Dopo aver vinto il fascismo, il nazismo e lo stalinismo, il mondo deve affrontare una nuova minaccia globale di tipo totalitario: l'islamismo.»

Questa posizione fu fatta propria anche dalla celebre giornalista fiorentina Oriana Fallaci, autrice di successo con oltre 20 milioni di copie vendute in tutto il mondo, che, rifacendosi anche alle tesi di Bat Ye’or sull'Eurabia, attribuiva il profondo malessere dell'Occidente alla dissoluzione di valori da lei considerati fondanti, giudicandolo per questo sulla via di un rapido ed indifferente oblio. Tale tesi è oggi promossa da altri. Forse l'esponente più in vista tra questi è, in Italia, Magdi Allam, editorialista e vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, che si esprime regolarmente in modo particolarmente critico nei confronti dell'Islam politico[1]; negli Stati Uniti dai giornalisti e saggisti Claire Berlinski, George Weigel, Tony Blankley, Bruce Bawer, Mark Steyn ed altri.

Il dibattito interno all'Islam

Lo stesso argomento in dettaglio: Movimenti liberali nell'Islam.
Lo stesso argomento in dettaglio: Postislamismo.

La proposizione di un modello di stato totalitario trae origine dalla interpretazione letterale dei singoli versi del Corano e degli altri libri sacri, giudicati dai musulmani come eterni ed immodificabili, è da sempre largamente maggioritaria nell'Islam: la socetà islamica era (come praticamente tutte le società del VII secolo) totalitaria, realtà che si riflette direttamente nel Corano alla cui lettera si ispirano da sempre i musulmani.

Questa lettura, definibile come fondamentalista, è criticata solo da alcuni intellettuali islamici contemporanei che ne propongono, invece, una reinterpretazione complessiva contestualizzata al periodo storico in cui i testi sacri furono composti, così da cercarvi insegnamenti fedeli allo spirito piuttosto che alla lettera delle scritture. Questa nuova impostazione ha interessanti risvolti anche dal punto di vista politico per quanto attiene la forma di stato poiché consente di superare il fondamentalismo e portare la società ad un nuovo livello di sviluppo: il postislamismo.

Ad es. l'iraniano Mohammad Mojtahed Shabestari mette in gioco tutta la sua autorevolezza di esponente del regime della prima ora per affermare la necessità di distinguere i valori religiosi eterni dai fatti contingenti, interpretando le scritture in una dimensione più alta ed ampia in cui i valori religiosi sono separati dalle realtà secolari. In questo modo, sebbene incompatibili con la lettera del Corano, in seno all'Islam sarebbe ammissibile concepire anche democrazia e diritti umani in quanto conquiste moderne dell'umanità che riguardano solo la sfera secolare dell'uomo e non incidono in alcun modo su quella religiosa.
Direttamente di forme di stato parla, invece, Mohsen Kadivar, un religioso iraniano preseguitato dal regime degli ayatollah per le sue idee, che nel saggio La teoria dello stato nella giurisprudenza sciita dimostra, analizzando le opinioni di autorevoli giuristi islamici (sciiti), che proprio lo sciismo ammette almeno nove diverse forme di governo, facendo cadere l'idea di una sua supposta teologia politica monolitica e denunciandone, nel contempo, l'appiattimento sull'assolutista "Velayat-e faqih" enunciata da Khomeini.

La posizione di questi e di altri pensatori islamici è, però, decisamente elitaria, spesso espressione delle sole società iraniana e turca e con uno seguito popolare pressoché nullo rispetto al miliardo e passa di fedeli musulmani.

Diritti umani e civili

Dell'ideologia islamista è assai contestato anche lo scarso rispetto nei confronti dei diritti umani e di quelli civili, e una forte critica è espressa verso la mancata sottoscrizione della Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo da parte degli Stati islamici che hanno preferito formulare una Dichiarazione Islamica dei diritti dell'Uomo, accettando implicitamente la divisione dell'umanità fra chi accetta il contesto culturale ed etico islamico e chi di esso invece non fa parte.
Un'innegabile difficoltà per il mondo islamico è comunque il fatto che - salvo pochissime eccezioni - le nazioni islamiche sono rette e guidate da regimi totalitari (taluni amici in politica estera ed economica dell'Occidente, altri invece ad esso fortemente ostili), civili o militari.

Libertà religiosa

Una delle critiche principale riguarda la libertà religiosa. Infatti, sebbene il Corano reciti

«Non c'è costrizione nella religione»

per cui vi è esplicitamente riconosciuto il diritto alla libertà di fede, alla prova dei fatti i non musulmani che vivono in stati islamisti sono soggetti a forti discriminazioni (dhimmitudine) in ossequio a quest'altro dettame coranico:

«Combattete coloro che non credono in Dio e nel Giorno Estremo, e che non ritengono illecito quel che Dio e il Suo messaggero han dichiarato illecito, e coloro, fra quelli cui fu data la Scrittura, che non s'attengono alla Religione della Verità. Combatteteli finché non paghino il tributo, uno per uno, umiliati»

che, all'atto pratico, si traduce nell'imposizione di una tassazione, nell'islamizzazione forzata o anche nell'esilio.

Andrebbe tuttavia sottolineato il fatto che le polemiche sul jihād e l'assoggettamento etico, giuridico e sociale dei non-musulmani ( Ahl al-Kitāb ) all'Islam sembrano accettare anche da parte occidentale il principio astorico sostenuto da una parte (consistente) dell'Islam, che pretenderebbe che tali assunti siano eterni e immodificabili. Tutto ciò mostra un difetto metodologico di storicizzazione e ignora il fatto che una parte (ancora minoritaria) del mondo intellettuale islamico considera sempre più il Corano un testo risalente al VII secolo d.C. in cui, a fianco di alcuni principi assoluti e immodificabili (per lo più rivelati nel primo periodo meccano) se ne sono poi aggiunti altri al momento della necessaria e impellente organizzazione socio-politica della Umma. Tali principi, variamente modificati dalla ineffabile volontà di Allāh, in base al principio accettato del "versetto abrogante e versetto abrogato" ( al-nāsikh wa al-mansūkh ), si riferiscono, nel caso del jihād e della superiorità etica, giuridica e sociale fra i musulmani al periodo in cui la Umma affrontava militarmente le soverchianti società politeistiche della Penisola Araba, ferocemente avverse al modello islamico che si andava costituendo e che rischiava concretamente di sostituirsi del tutto ad esse.

File:Abdul Rahman with Bible.jpg
Abdul Rahman, un Afghano convertito al Cristianesimo che ha attirato l'attenzione dei media internazionali quando è stato arrestato e minacciato di condanna a morte. È stata successivamente affermata dal governo afghano la sua instabilità mentale e quindi, in base alla Sharīʿa, la sua non perseguibilità, anche se in molti hanno espresso dubbi riguardo a queste affermazioni. Kabul, 23 marzo, 2006
Fatwā che giudica un caso di conversione al cristianesimo: "Quest'uomo ha commesso apostasia; gli deve essere data la possibilità di pentirsi e, se non dovesse accettare, allora deve essere ucciso così com'è comandato dalla Sharīʿa."[2] ."

Trattamento contemporaneo degli apostati

Oggi, dei 57 paesi a prevalenza Islamica che fanno parte della Organizzazione della Conferenza Islamica, cinque rendono l'apostasia dall'Islam un crimine punibile con la morte, tra cui Afghanistan, Arabia Saudita, Iran, Sudan, e Yemen. Ciò nonostante, secondo il Dipartimento di Stato statunitense, non vi sono stati rapporti di tali esecuzioni da questi governi in diversi anni. [3] D'altra parte, in Pakistan, gli attacchi da parte di vigilantes nei confronti di sospetti convertiti sono diffusi.[4]

Il recente caso dell'afghano Abdul Rahman ha attirato l'attenzione di molti. All'inizio del 2006, Abdul Rahman è stato arrestato e trattenuto dalle autorità afghane dopo aver dichiarato pubblicamente la sua abiura dell'Islam e la sua conversione (già da anni) al Cristianesimo: fatto che la legislazione afgana (compresa quella del "filo-americano" Karza'i, che accetta il dettame sciaraitico), sanziona con la pena capitale. Molti religiosi musulmani nel paese hanno quindi invocato per lui la pena di morte, ma a seguito di numerose pressioni internazionali (inclusa una dichiarazione pubblica del Segretario di Stato statunitense, Condoleezza Rice e l'intelligente azione assai riservata condotta dall'Ambasciata italiana a Kabul e del ministro degli Esteri italiano Gianfranco Fini) questi venne rilasciato e "segretamente" ospitato in Italia.[5][6] Lo spostamento del convertito si rese necessario per la lunga e persistente tradizione afghana di concedere ufficiosamente alla famiglia dell'offeso (in questo caso la moglie di Abdul Rahman) il diritto di lavare l'onta subita, procedendo essa stessa in prima persona all'esecuzione della pena capitale. Il governo filo-occidentale di Karza'i non poté svolgere alcuna azione ostativa nei confronti di questa norma non scritta (come pure non poté impedire l'indagine sulla perseguibilità o meno di Abdul Rahman) senza il gravissimo rischio di inimicarsi tutto l'ambiente religioso afghano che avrebbe avuto gioco facile nell'additare il governo di Kabul come un agente passivo della volontà dell'Occidente cristiano, minandone concretamente le già fragili basi di consenso.

Nel 1993, il matrimonio del noto studioso e professore egiziano Nasr Hamid Abu Zayd fu ufficialmente proclamato annullato da una corte egiziana, in quanto giudicato apostata sulla base che dei suoi scritti scientifici riguardanti il rapporto fra Corano e storia e la rivisitazione critica dell'impatto sulla cultura islamica dell'antico Mutazilismo. Egli quindi dovette rifugiarsi in Europa con sua moglie (studiosa anch'essa di vaglia) che non aveva alcuna intenzione di separarsi da lui (fonte). Nasr Hamid Abu Zayd trovò quindi ospitalità nei Paesi Bassi, ricevendo per i suoi incontestabili meriti scientifici una cattedra d'insegnamento nella prestigiosa università di Utrecht, all'interno della quale ha potuto proseguire nelle sue ricerche e nell'approfondimento delle sue riflessioni filosofico-teologiche che gli valgono la stima di tutti gli studiosi del settore e l'invito a svolgere conferenze nei principali atenei - specializzati delle discipline "orientalistiche" e non - del mondo intero.
Un altro professore egiziano, Farag Foda, era stato ucciso nel 1992 da uomini mascherati dopo aver criticato i fondamentalisti musulmani ed aver preannunciato un progetto per formare un nuovo movimento, aperto agli egiziani appartenenti a tutte le religioni.[7]

Pena di morte

Lo stesso argomento in dettaglio: Pena di morte.

La Sharīʿa consente la pena di morte in quattro casi: omicidio di un musulmano, adulterio di donne o uomini musulmani sposati (sanzionabile dalla lapidazione), bestemmia contro Allah (da parte di persone di qualunque fede) e, infine, apostasia. Ciò che è esplicitato nel Corano (costituendo i cosiddetti "limiti di Dio", o ḥudūd Allāh, all'operato umano) riguarda tuttavia solo l'omicidio ingiusto di un musulmano e si basa sul disposto di Cor., II:178 che afferma: "O voi che credete! In materia d'omicidio v'è prescritta la legge del taglione: [uomo] libero per [uomo] libero, [uomo] schiavo per [uomo] schiavo, donna per donna... - Yā ayyuhā alladhina amanū, kutiba ʿalaykum al-qiṣāṣ fī l-qatli: al-ḥurr bi-l-ḥurri wa al-ʿabd bi-l-ʿabdi wa l-untha bi-l-untha...". Per le altre fattispecie penali il Corano preannuncia solo la grave illiceità di simili azioni e un duro castigo nell'Aldilà. Il disposto della pena capitale è quindi stabilito solo in base ai diversi ḥadīth fatti propri dalla Sunna.
In quanto di derivazione divina, la sanzione della pena di morte per l'omicida appare immodificabile agli occhi del credente ma se la pena irrogata in alcuni paesi musulmani sono effettivamente quelle previste dal Testo sacro dell'Islam e dalla Sunna, in numerosi altri Paesi tali disposizioni sono semplicemente disattese, per il riservato dominio arrogatosi dai codici penali, di schietta derivazione occidentale. Questo è uno dei motivi tra l'altro per cui a parte più conservatrice dell'opinione pubblica di determinati Stati pretende il ritorno alla Sharīʿa, ridotta sovente a semplice fonte ispiratrice dell'ordinamento giuridico vigente, e all'applicazione della pena capitale prevista dalla Sharīʿa nei casi già ricordati.
Che tutt'oggi la pena di morte sia irrogata nei casi, ad esempio, di omosessualità (e non solo), in nazioni come l'Iran, la Nigeria o l'Arabia Saudita, non ha nulla a che fare quindi con il dispositivo coranico (che in merito non si esprime) ma è il risultato di un'analogia giurisprudenziale operata da uomini e, come tale, fallibile e riconducibile al raʾy (opinione del giurisperito), non accettato da parte non indifferente delle scuole giuridiche musulmane.

Omosessualità

Lo stesso argomento in dettaglio: Omosessualità e Islam.

Importante argomento antislamista è il modo in cui sono trattati i rapporti omosessuali nei paesi islamici che portano ufficialmente alla pena di morte in Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia, Somaliland e Yemen, malgrado il Corano non sanzioni in alcun modo il fenomeno[8]. [1]. In altre nazioni musulmane come Bahrain, Qatar, Algeria e Maldive, l'omosessualità è punita con il carcere, con pene pecuniarie o pene corporali. Solo in una piccola minoranza, dov'è forte lo spirito laico ( tra cui Turchia, Giordania, Mali, Egitto), i rapporti omosessuali non sono specificatamente sanzionati dalla legge.

Sessismo

Lo stesso argomento in dettaglio: Condizione della donna nell'Islam.

Un altro principio islamista fortemente criticato dai suoi oppositori è il maschilismo che pervade il Corano, automaticamente riproposto nelle società che ad esso si ispirano:

«Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande»

a seguito del quale le donne sono talora private di alcuni fondamentali diritti umani e civili: non godono della libertà di movimento, della libertà di espressione e di parola; non possono procedere negli studi, né tanto meno fare carriera o ricoprire cariche o posizioni di responsabilità in campo civile o religioso. Non possono decidere il proprio destino né quello dei propri figli e sono totalmente sottomesse all'uomo, da cui possono venire ripudiate (e non viceversa). Sono eventualmente costrette a convivere con altre mogli scelte dall'uomo (mentre la poliginia non è ammessa); e sono obbligate a coprire il proprio corpo e spesso anche il viso.

È facile obiettare che un orientamento maschilista della società non è esclusivamente il frutto voluto e imposto dell'Islam, che trovò infatti un tale tipo di mentalità già fortemente affermato in molte società che progressivamente si islamizzarono. Il fenomeno attiene specificatamente al campo dell'antropologia culturale o religiosa, come la pratica dell'infibulazione, ancora perseguita in una parte residuale dell'Egitto e dei paesi africani del cosiddetto "Corno d'Africa" (Africa Orientale). L'infibulazione e tutte le mutilazioni sessuali femminili non sono in nessun modo pratiche ammesse dall'Islam, che infatti le trovò già praticate nelle società che dall'Islam furono conquistate e che le conoscevano già da secoli. Del pari dicasi dell'imposizione di certe forme d'abbigliamento (ḥijāb, burka, ecc.), considerate islamiche solo dalla parte più tradizionalista della società islamica e del tutto ignorate dalla parte restante.

Denunce molto forti sul maschilismo delle società musulmane (incluso le comunità che si trovano in Occidente) sono oggi portate soprattutto da Asra Nomani, scrittrice e giornalista statunitense di origine indiana, musulmana, femminista ed attivista dei Movimenti liberali nell'Islam che sull'argomento ha redatto la Carta dei diritti per le donne nella Moschea e nella stanza da letto ed una lista di 99 precetti per promuovere un Islam più progressista.

Libertà di espressione ed autocensura

Occasione di contesa antislamista sono le periodiche frizioni tra Islam e media (non solo occidentali) quando il tema "Islam" è trattato con articoli, libri, discorsi o programmi televisivi informativi, comici o satirici. Non di rado, infatti, queste manifestazioni del pensiero provocano proteste violente e scatenano anche vere persecuzioni contro gli autori che, se occidentali, sono costretti a vivere nascosti o sotto protezione, se provenienti da paesi islamici, a fuggire in esilio o affrontare il carcere. A volte sono anche uccisi.

Il comprensibile timore di ritorsioni di fanatici, gruppi terroristici o degli stessi governi islamisti, si traduce, secondo gli antislamisti, in una quotidiana e generalizzata autocensura del tema.

Questo è tanto più evidente quando si nota, anche nelle democrazie laiche e secolari, una pressoché totale assenza del tema "Islam" nella satira o tra i comici, nella pubblicità ed anche nelle inchieste giornalistiche che, quando in incognito, hanno messo in luce un aspetto violento e retrogrado dell'Islam, dagli antislamisti creduto quello "vero".

Esempio emblematico è il notissimo caso delle caricature di Maometto sul Jyllands-Posten, nato dalla lamentela dello scrittore danese Kare Bluitgen di non riuscire a trovare disegnatori disposti ad illustrare un suo libro per bambini che raccontava la vita di Maometto. Il direttore del Jillands Posten, a mo' di sfida, indisse quindi un concorso per delle vignette saritiche sul Profeta islamico che dovevano accompagnare un'inchiesta sull'autocensura e la libertà di espressione. La loro pubblicazione (30 settembre 2005) suscitò proteste violentissime e durature.
In Italia, fra i pochi esempi recenti di satira o comici verso l'Islam si ricorda il programma Le Iene di Italia Uno, con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu che nel 2003 interpretavano Osama Bin Laden e Saddam Hussein[9] (personaggi che proposero anche in teatro[10]), Crozza Italia su La7 con Maurizio Crozza che nel 2006 prendeva di mira il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ed il Bagaglino su Canale 5 con Oreste Lionello che imitava ancora bin Laden.


Alcuni significativi casi legati a trasmissioni televisive sono:

  • 1985: Andy Luotto interpreta in Quelli della notte (programma per Raidue ideato e condotto da Renzo Arbore) la caricatura di uno sceicco arabo, suscitando le proteste ufficiali di varie ambasciate mediorientali e lo stesso attore è fatto oggetto di minacce personali. Gli autori allora sostituiscono il personaggio dello sceicco con la caricatura di un ricco italo-americano di Brooklyn interpretato sempre ad Luotto[11].
  • 22 novembre 1986: il Trio comico Lopez-Marchesini-Solenghi in Fantastico 7 (Raiuno, condotto da Pippo Baudo) in uno sketch prende di mira l'Ayatollah Khomeini (interpretato da Solenghi mentre Marchesini e Lopez sono la madre e un cugino, rispettivamente). Per ritorsione l'Iran Air sospende i voli con l'Italia mentre il governo Iraniano richiama l'ambasciatore a Roma e chiude l'Istituto italiano di cultura di Teheran. Nei giorni successivi intorno all'ambasciata italiana a Teheran si registrano disordini e tre diplomatici sono espulsi. La partecipazione del trio al programma è sospesa per qualche tempo e solo l'intervento della diplomazia italiana (retta da Giulio Andreotti) riesce a far rietrare l'incidente dopo due mesi.[12]
  • 22 febbraio 2006: gli autori del programma La fattoria (reality show trasmesso su Canale 5) chiedono ai concorrenti di cantare la canzone Caravan petrol di Renato Carosone con un verso alterato: Pasha, pasha, pasha invece di Allah, Allah, Allah'. Alcuni vi intravvidero un'autocensura per timore di reazioni islamiste (la location del programma era in Marocco), la produzione risposee che invece si trattava di una scelta artistica in quanto "il Pasha è il concorrente che per una settimana decide le sorti di tutti gli altri"[13].
  • 15 gennaio 2007: Undercover Mosque, un documentario del programma Dispatches trasmesso nel Regno Unito da Channel 4 che mostra Imam di diverse moschee britanniche che incitano alla violenza ed al fondamentalismo. Inevitabili sono le polemiche pro e contro l'Islam.
  • 31 gennaio 2007: Un velo tra noi di Corrado Formigli, documentario del programma Controcorrente di SKY TG24 che mostra Imam di diverse moschee italiane che si esprimono a favore di niqab, poligamia e dei governi di sinistra, auspicandosi l'introduzione della Sharia in Italia quando i musulmani saranno maggioranza. Anche in questo caso non mancano le polemiche.
  • 29 marzo 2007: inchiesta su una moschea di Torino di Maria Grazia Mazzola per Annozero di Raidue che mostra l'Imam che incita ad uccidere gli atei. In questo caso le le polemiche approdano anche in Parlamento[14]

Integrazione dei migranti musulmani

Nelle moderne società europee sempre più multietniche è molto dibattuto il tema dell'accoglienza dei migranti che legalmente o illegalmente vi giungono in sempre maggior numero e che, a livello politico, si vogliono integrare attraverso pratiche politiche quali il multiculturalismo (Olanda, Gran Bretagna, Svezia), l'Interculturalismo (Italia), l'Assimilazionismo (Francia),...
Queste politiche hanno in comune il riconoscimento di una sfera privata in cui gli individui (siano essi immigrati o autoctoni) sono liberi di scegliersi uno stile di vita (modo di vestire, riti religiosi e civili, cucina, musica,...) nell'ambito del quadro normativo stabilito dalle leggi in vigore nello stato ospite.

Secondo gli antislamisti questi modelli di accoglienza sono falliti nel caso dei migranti musulmani[15] perché l'Islam li fa portatori di una identità religiosa esclusiva per cui tenderebbero a riunirsi in comunità autonome in seno al paese ospite, rifiutando da un lato l'integrazione piena nel suo tessuto sociale, politico ed economico e richiedendo dall'altro il riconoscimento di leggi che recepiscono i propri usi e costumi nel campo del diritto, portando così a differenziarsi non solo nella sfera privata ma anche in quella pubblica. Questo starebbe facendo degenerare le società europee verso il comunitarismo, cioè la suddivisione dei cittadini su base etnico-religiosa con proprie regole di comportamento, anche quando tali comunità non condividono valori liberali. Tale attegiamento trova un precedente nella politica adottata dall'Impero ottomano che divideva i sudditi su basi etnico-religiose in millet: ciascun millet, o "nazione", raggruppava le varie comunità di credenti non musulmane, guidate dai loro rappresentanti tradizionali, che divenivano anche funzionari ottomani.
Un ruolo centrale nella vita delle comunità islamiche è svolto dalle moschee che, diversamente dalle chiese cristiane, non sono semplici luoghi di culto ma la sede dove ci si riunisce per esaminare e decidere su questioni sociali, culturali, politiche e religiose di interesse, soprattutto in occasione delle kutbah (i sermoni del venerdì). Per questa ragione alcuni paesi musulmani esercitano sulle moschee uno stringente controllo tanto che gli imam sono funzionari statali ed il testo dei loro sermoni del venerdì devono essere preventivamente autorizzati[16]. Proprio la presenza o la costruzione di nuove moschee è occasione di frequenti polemiche perché, sebbene possano svolgere un ruolo positivo nel facilitare l'integrazione dei musulmani, indagini giornalistiche, giudiziarie e l'attegiamento dei fedeli percepito come aggressivo alimenta una forte opposizione in chi vive nei loro paraggi.

Sempre secondo gli antislamisti, le tendenza a fare corpo separato starebbe trovando una importante sponda a livello istituzionale, attraverso la definizione di regole e leggi specifiche per categorie di cittadini individuate su base etnico-religiosa, avviando un processo di tribalizzazione che altrove è stato chiamato apartheid. Ad es., secondo alcuni "la poligamia deve essere riconosciuta se previsto nel diritto familiare del paese di origine delle persone in questione"[17], ma non al resto della popolazione.
A tal proposito altri mettono, però, in evidenza che questa politica viola i valori guida delle democrazie liberali occidentali, che affondano le loro origini negli ideali laici di libertà, uguaglianza e fraternità della rivoluzione francese per cui e non "c'è ragione perché una ragazza musulmana sia trattata differentemente da una cristiana o da un'ebrea rispetto alla legge, comunque la pensino i suoi parenti"[18].

Miniatura afgana del 1425 conservata al Metropolitan Museum of Art che mostra Maometto mentre ricevere le prime rivelazioni.

A volte, infine, si accusa le comunità musulmane di strumentalizzare alcuni episodi per fare pressione sulla società civile europea. Caso emblematico è costituito dalla Caricature di Maometto sul Jyllands-Posten: il significativo ritardo tra la loro pubblicazione (30 settembre 2005) e le prime reazioni diplomatiche ufficiali del mondo arabo (12 ottobre 2005) e le prime proteste di piazza (gennaio-febbraio 2006) è dovuto al tempo occorso ad alcuni imam danesi (immigrati) che, insoddisfatti dalla sostanziale neutralità del governo danese rispettoso dei valori libertari propri dell'occidente, hanno costruito un dossier che conteneva insieme alle vignette originali ed altre create ad hoc, diverso altro materiale ed anche informazioni false (ad es. che il Jyllands-Posten fosse una rivista governativa) con cui si sono poi recati in Egitto, Siria e Libano per mostrarlo ai ministri della Lega Araba, agli Shaikh ed agli imam così da mobilitare il mondo musulmano contro lo stesso paese che li aveva accolti.
Vale la pena ricordare che le raffigurazioni di Maometto non sono vietate esplicitamente dal Corano, tant'è che in diverse epoche sono state prodotte da artisti islamici (vedi la galleria di immagini su Maometto in Commons Wikimedia) e che solo un'interpretazione rigidamente fondamentalista di alcune hadith le vieterebbe. Per molti, inoltre, questo divieto sarebbe valido solo per i musulmani.

Per tutte queste ragioni c'è chi propone di condizionare la concessione della cittadinanza alla piena adesione ai valori della Costituzione[19] o ridare lustro ai simboli laici dello Stato (bandiera, inno nazionale,...) come valori unificanti e neutrali per immigrati e non[18].

Rifiuto dell'integrazione

Una importante critica portata alle comunità musulmane in Europa è relativa alla mancata condivisione dei valori occidentali quali democrazia o il rispetto per l'altro (libertà di opinione, di stampa, di religione...).

Questo attegiamento, che trova la sua origine direttamente nei precetti coranici, traspare dai risultati di sondaggi di opinione svolti nelle comunità islamiche, dall'analisi dei testi adottati nelle scuole islamiche, fatwa e da quanto rivelato da numerose inchieste giornalistiche condotte nelle moschee di diversi stati europei.

Il Corano

Lo stesso argomento in dettaglio: Corano.

Si ricorda che la vita dei musulmani praticanti riflette l'insegnamento coranico che non è solo modello religoso ma è anche un modello esistenziale e politico. Il vero credente dell'Islam (parola che significa etimologicamente "sottomissione a Dio") deve, cioè, seguire pedissequamente i dettami della sua religione che, tralasciando quelli che incitano esplicitamente alla violenza, per quanto riguarda il rapporto con i non musulmani e quindi attinenti al tema dell'integrazione recitano:

File:Alcoranus Arabice, Venise, 1537.jpg
La sura Aprente nella prima edizione veneziana del 1537

«I credenti non prendano amici tra i miscredenti, preferendoli ai fedeli. Chi fa ciò contraddice la religione di Allah, a meno che temiate qualche male da parte loro»

«Non obbedite ai miscredenti; lotta invece con essi vigorosamente.»

«O voi che credete! Non prendete gli Ebrei o i Cristiani come vostri amici; sono amici gli uni degli altri; e chi fra voi li prende per amici è uno di loro; certamente Allah non guida la gente ingiusta.»

«O voi che credete! Combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi. Sappiate che Allah è con coloro che Lo temono.»

«Maometto è il Messaggero di Allah e quanti sono con lui sono duri con i miscredenti e compassionevoli fra loro»

«La libertà da qualsiasi obbligo [è proclamata] da Allah nei confronti di quei politeisti con i quali concludeste un patto.»

«O profeta, incita i credenti alla lotta. Venti di voi, pazienti e perseveranti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su mille miscredenti. Ché in verità è gente che nulla comprende»

«O voi che credete! Non prendete come alleati i vostri padri ed i vostri fratelli se scelgono la miscredenza alla fede. Chi di voi li prenderà per alleati sarà tra gli ingiusti»

«Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah ed il suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finchè non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati.»

Oltre a ciò esistono numerose tradizioni attribuite a Maometto, non meno impegnative dei versetti del Corano stesso, che vietano ai musulmani di associarsi a miscredenti, ebrei e cristiani nelle loro manifestazioni pubbliche, siano esse religiose che non religiose[20].

Sondaggi

Secondo un sondaggio condotto in Germania tra giovani immigrati turchi è risultato che[21]

  • il 56% non vuole adattarsi ai costumi occidentali;
  • il 40% considera sionismo, Unione Europea e Stati Uniti una minaccia per il mondo islamico;
  • il 30% si dice disponibile a ricorrere alla violenza contro i non musulmani, se questo potesse giovare alla comunità islamica.

Secondo un sondaggio condotto tra i musulmani del Regno Unito risulta che[22]:

  • l'86% reputa la religione come la cosa più importante della propria vita
  • il 28% vorrebbe vivere in Inghilterra con la sharia
  • il 35% vorrebbe scuole islamiche statali per i loro figli
  • il 53% vorrebbe che le donne musulmane indossassero il velo
  • il 7% ammira organizzazioni come Al-Qaeda perché sono attrezzate per combattere l'Occidente
  • il 58% crede che "molti dei problemi del mondo odierno sono il risultato di attegiamenti arroganti dell'Occidente"
  • il 51% crede che una donna musulmana non dovrebbe sposarsi con un non musulmano
  • il 43% crede che una donna musulmana non dovrebbe sposarsi senza il consenso del suo tutore
  • il 46% ammette la poligamia maschile ma è contro quella femminile
  • il 31% reputa legittima la pena di morte per gli apostati musulmani
  • il 61% dichiarerebbe illegale l'omosessualità

Scuole islamiche

Un chiaro attegiamento ostile nei confronti delle società che li accolgono è stato individuato nei libri di testo delle scuole islamiche d'Italia (compilati dal ministero dell'Educazione dell'Arabia Saudita) dove si insegnano principi che riecheggiano anche i principi del Corano più ostili all'integrazione[23]:

«E' proibita, per ogni musulmano, la fedeltà e la lealtà verso coloro che non aderiscono alle leggi dell'Islam e non obbediscono al suo Profeta»

«I discepoli del profeta hanno dato l'esempio migliore di fedeltà e lealtà a Dio ed alla sua religione, uccidendo i loro stessi familiari quando si rivelano infedeli»

Intercettazioni ambientali della DIGOS dell'aprile 2007 nella moschea "al Nour" (la Luce) di Ponte Felcino hanno registrato l'imam Korchi el Mostapha durante "la lezione di cultura e di lingua araba" che ai bambini della sua comunità insegnava che erano superiori a quelli cristiani e che dovevano imporre questa superiorità "colpendo i bambini italiani finchè non esce loro il sangue". Mostrava, inoltre, alla figlia il filmato dell'esecuzione di massa di 19 poliziotti iracheni freddati con un colpo alla nuca.[24]

Sempre più spesso, infine, gli istituti tedeschi si trovano di fronte a genitori musulmani che rifiutano che le proprie figlie partecipano alle lezioni di nuoto o a gite scolastiche[17].

Indagini giornalistiche

Lo stesso argomento in dettaglio: Inchieste giornalistiche critiche sull'Islam.

L'istigazione a non aderire ai valori fondanti delle democrazie occidentali è stata ripetutamente evidenziate da indagini giornaliste in incognito svolte nelle moschee europee.

L'inchiesta Undercover Mosque trasmessa il 15 gennaio 2007 sul canale Channel 4 britannico ha registrato Imam che affermavano[25]:

«Non potete accettare il governo dei kaffir, noi dobbiamo governarci da soli e dobbiamo governare gli altri»

«Dovate attaccare con bombe gli interessi indiani e, per quanto riguarda gli ebrei, dovete assassinarli»

«Nella vostra situazione dovete vivere come uno stato nello stato, finché prevarrete. Ma nell'attesa, dovete pregare, finché non diverrete una forza tale che la gente semplicemente si sottomettera a voi, mani in alto, finché non sarete forti abbastanza da prevalere»

L'inchiesta di Annozero su una moschea di Torino trasmessa il 29 marzo 2007 ha registrato l'Imam che affermava[26]

«Non c'è dialogo con gli infedeli»

«Con gli atei nessun compromesso: si uccidono e basta»

Un video trasmesso durante Studio Aperto Live (Italia 1) dell'11 febbraio 2006 e girato l'11 settembre 2000 (esattamente un anno prima dell'attacco alle Torri Gemelle di New York) documenta Mohammed al Fizazi (noto anche come «l'imam itinerante») arringare i fedeli durante il IX Congresso del Centro culturale islamico di Modena affermando[27]:

«I miscredenti sono nemici. Tra noi e i miscredenti vi è l'odio. L’inimicizia e l’odio regneranno tra noi e loro per sempre, fino a quando non crederanno nel solo Allah»

«tutto il pensiero democratico è in contrapposizione con il pensiero islamico. Tutti gli obiettivi democratici cozzano con gli obiettivi islamici»

«noi abbiamo una sola grandissima libertà, quella di essere liberi dentro i limiti, i vincoli della sharìa (la legge del Corano). Non vi è libertà di prostituzione nel nostro Paese, nel Paese dell’Islam. Non vi è libertà di fornicare, di consumare alcolici, di truccarsi. Non vi è libertà per i rinnegati nell’Islam»

«se si taglia la mano del ladro si compie un atto compassionevole. Perché così facendo si tutelano i beni della gente. Così pure quando si lapida un ubriacone. Che è un atto duro, ma lo si fa per tutelare la mente, la dignità della gente»

«Il Jihad: sangue, brandelli di carne, sgozzamenti, assedi. Tutto questo è compassionevole»

Le Moschee

Lo stesso argomento in dettaglio: Moschea e Contoversie legate alle moschee.

Le moschee svolgono nell'Islam un ruolo molto ampio: i musulmani non solo vi si riuniscono per pregare ma anche per esaminare questioni sociali e politiche e decidere sulla vita della comunità. L'evento più importante è costituito dal sermone del venerdì (khutbah) in cui l'Imam da le indicazioni più importante ed impegnative ai suoi fedeli. Per questa ragione numerosi paesi musulmani esercitano uno stretto controllo sulle attività che vi si svolgono tanto che gli Imam sono spesso dei funzionari pubblici ed i loro sermoni devono essere preventivamente approvati dalle autorità preposte[16].
L'Islam affianca le moschee con le musalla, spesso dei semplici locali a pian terreno, dove una cinquantina di fedeli possono riunirsi in tranquillità per la preghiera del mezzogiorno.

Oltre che questo ruolo pratico, le moschee, così come le chiese, nella storia hanno svolto anche la funzione simbolica e politica di palesare l'appartenenza del territorio circostante all'Islam, soprattutto quando hanno un minareto utilizzato dal muezzin per invitare i fedeli alla preghiera che, come i campanili, svetta sugli edifici circostanti ed i progetti di nuove costruzioni sono sempre accompagnati da forti polemiche, in Italia (ad es. a Bologna)[28] come all'estero (ad es. a Colonia, a Londra o in Svizzera)[29]

La Moschea di Roma costruita anche grazie a 50milioni di dollari statunitensi del re Feysal dell'Arabia Saudita.

In occidente la costruzione di gran parte delle moschee e centri islamici è da tempo finanziato da paesi musulmani, soprattutto dalla ricca Arabia Saudita[30], paese sunnita dov'è maggioritario il rigido wahhabismo. Tra queste anche la Moschea di Roma per 50milioni di dollari statunitensi a cui si aggiunge una donazione annuale per 1,5 milioni di dollari[31]. In qualità di finanziatori, i sauditi impongono poi imam di loro gradimento[32][16] e sono quindi in grado di influenzare gli orientamenti delle comunità che vi fanno riferimento e proprio per questo alcuni hanno declinato le offerte[32].

Anche a seguito del clamore suscitato da alcune inchieste giornalistiche ed accertamenti investigativi, diverse sono le proposte relative alla gestione dei luoghi di culto per i musulmani, ma tutte vanno nella direzione di un maggior controllo sulla scia di quanto già avviene nei paesi islamici:

  • rendere obbligatorio l'uso della lingua del paese ospite per poter verificare "se si prega Allah o si semina odio"[33] senza dover conoscere l'arabo;
  • prevedere corsi di formazione per Imam gestiti dallo Stato, così da effettuare una scrematura a monte dei candidati[34];
  • sottoporre le moschee a dei comitati di garanzia che ne sorveglino le attività[35]
  • evitare la costuzione delle moschee autorizzando solo musalla[16], così da rispettare la libertà di culto scongiurando nel contempo una delle cause del comunitarismo.

Via legale all'Islam

Secondo gli antislamisti, la legislazione e la giurisprudenza di diversi paesi europei sta mostrando la tendenza a legittimare attegiamenti e comportamenti o considerare attenuanti su base religiosa, portando ad una relativizzazione dei diritti individuali, mostrando una rimarchevole tolleranza in special modo per le tradizoni musulmane, assecondando una evoluzioe in senso comunitarista delle società europee.

Germania

Nel 1999 tre curdi che avevano soffocato una ragazza di 18 anni e barbaramento ucciso il suo ragazzo di 23 anni per punirli perché vivevano insieme contro il volere dei genitori sono stati condannati solo per omicidio colposo per "i valori del proprio paese di orgine fortemente intimizzati"[17].

Nel 2002 un libanese che aveva stuprato, picchiato e quasi strangolato sua moglie ed un pastore di origine turca che aveva ucciso la moglie con 48 coltellate si sono visti riconosciuti forti sconti di pena sempre per la loro appartenenza etnico-religiosa[17].

Nel 2005 un curdo che per gelosia aveva ferito gravemente la moglie ha avuto forti sconti di pena per i suoi "livelli di inibizione inferiori nei confronti delle donne"[17].

(Tutte queste sentenze sono state comunque annullate nei gradi superiori di giudizio[17])

Nel 2007 una donna si è visto rigettare la richiesta di divorzio per direttissima dal marito violento perché entrambi di coniugi erano di origine marocchina e quindi, in ottemperanza alla versetto 4:34 del Corano ("gli uomini sono preposte alle donne", con un invito esplicito a picchiare le insubordinate)[36], "non è strano che un uomo eserciti il diritto di punizione corporale nei confronti della moglie". [37][17]

Regno Unito

Nel Regno Unito tra i musulmani cresce l'ostilità verso lo Union Jack da loro giudicata "piena di sangue", per questa ragione la bandiera è scomparsa da un gate di Heathrow, dai taxi di Blackpool e Cheltenham e dalla stazione dei pompieri di Barking[38].

Italia

Una Tunisina con il suo hija-b
donne che indossano il chador
Due donne con il burqa.

Alcuni episodi hanno accreditato nell'ordinamento giuridico (laico) italiano pratiche relative all'uso del velo islamico che sono controverse tra gli stessi musulmani:

  • nel corso degli anni la legislazione italiana ha sviluppato una normativa specifica relativa all'abigliamento in funzione delle esigenze di ordine pubblico, con particolare riferimento all'identificazione delle persone. Durante gli anni di piombo in particolare si è vietato il mascheramento[39]
  • nel dicembre 2004 una circolare del Dipartimento della Polizia di Stato ha definito il burqa indossato dalle donne musulmane un "segno esteriore di una tipica fede religiosa" ed una "pratica devozionale", escludendlo da quanto previsto dall'articolo 5 della legge 152/1975 che vieta in luogo pubblico di nascondere il proprio volto impedendone il riconoscimento da parte delle forze dell'ordine. La circolare ammonisce, inoltre, che "identificare reiteratamente ogni persona che circoli con il burqa, prima che l'autorità giudiziaria si sia pronunciata sulla sussistenza o meno di un giustificato motivo che esluda il reato, o senza un rilevante interesse pubblico, potrebbe costituire un eccesso non consentito e verrebbe percepito come una inutile vessazione"[40].
  • il 30 luglio 2005 è approvato il Pacchetto Pisanu per migliorare l'azione di contrasto al terrorismo internazionale che includeva "pene severe per chi circola in pubblico con il vonto coperto, che si tratti di casco o di burka"[41], il successivo 15 agosto il tribunale di Treviso ha emesso una sentenza secondo cui se il burqa se indossato per motivi religiosi non è vietato e quindi non è reato[42], posizione per'altro confermata dallo stesso governo nel dicembre dello stesso anno[43]
  • nell'aprile 2006 la terza sezione penale della Corte di Cassazione di Roma con la sentenza 11919 ha deliberato la legittimità dello hijab in quanto "la religione musulmana impone alle credenti" di indossarlo[44].

A questo proposito si ricorda che, diversamente da quanto affermato nella sentenza della Corte di Cassazione e da quanto presuppone la circolare della Polizia di Stato, il Corano chiede il velo ma non ne stabilisce in modo chiaro il tipo. Il suo uso si basa, infatti, sulle Sure 33:59[45] (che chiede alle credenti di indossare il velo per poterle distinguere dalle altre così da non essere molestate dai musulmani) e 24:31[46], variamente interpretata (e tradotta): per alcuni il passaggio essenziale dovrebbe essere reso come "coprire i seni con il velo" per altri come "lasciar scendere il loro velo fin sul petto" ma comunque non si fa cenno alcuno alla necessità di coprire testa e volto o quant'altro se non indirettamente attraverso l'invito a mortificarsi e svelare i propri gioielli solo ai familiari. Assodato che il velo è un simbolo distintivo che le musulmane devono indossare cosicchè i musulmani non le molestino[47] (contrariamente a quanto possono fare con le altre donne), relativamente a cosa indossare c'è chi (Gamal al Banna, Hasan al-Turabi, Samira Munir ed altri musulmani cosiddetti moderati o riformisti) affermano che alle musulmane non è richiesto di coprirsi la testa ma è sufficiente nascondere il petto, altri invece (wahabiti, Ruhollah Khomeyni, taliban, Fratelli musulmani e fondamentalisti in genere) impongono loro di coprire testa e collo (Hijab), tutto il corpo (chador) o anche il viso (burqa)[48][49].

D'altra parte in diversi paesi arabi indossare il velo è di ostacolo nella ricerca di un lavoro[50] e si sta anche vietando il suo uso per arginare l’assenteismo negli uffici pubblici di molte dipendenti che approfittano dell’anonimato per lasciare il posto di lavoro [51].
A riguardo è da segnalare l'esperimento di una giornalista italiana che nel 2006 ha passato una giornata intera indossando un burqa senza che alcuno la identificasse ("Fino a lasciar passare una donna velata dalla testa ai piedi dove a un uomo con il passamontagna non sarebbe permesso mai"), neppure in un aeroporto[52].

Nel novembre 2006 ha iniziato il suo iter legislativo presso la Camera dei Deputati una proposta legislativa per definire le "norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi". Tra l'altro è stata proposta una modifica dell'articolo 11 che consentirebbe al ministro di culto di non pronunciare durante il rito gli articoli del codice civile sulla parità dei doveri fra mogli e marito (143, 144 e 147 del codice civile) "qualora la confessione abbia optato per la lettura al momento della pubblicazione"[53], a tutto vantaggio del rito musulmano i cui principi religiosi privilegiano l'uomo e sono contrari alla parità dei diritti e dei doveri fra marito e moglie.
Si ricorda, inoltre, che una indagine giornalistica ha rivelato che la poligamia, sebbene illegale, è già avallata da Imam in Italia. Sempre a proposito di matrimonio, vale la pena ricordare che proprio la poligamia comincia ad essere vietato nel diritto di famiglia di diversi paesi islamici[37].

Un altro episodio che ha suscitato non poche polemiche è stata la condanna di due tra i più noti studiosi di Islam italiani che si sono sempre distinti nel campo della ricerca accademica. I fatti partono dalla querela di Adel Smith, controverso personaggio del mondo islamico italiano, nei confronti dei sociologi Stefano Allievi, dell’Università degli Studi di Padova, per il suo saggio Islam italiano. Viaggio nella seconda religione del paese (Einaudi, 2003) e Renzo Guolo, dell'Università di Torino, per il suo saggio Xenofobi e xenofili: gli italiani e l’islam (Laterza, 2003):

  • Stefano Allievi è stato condannato, in primo grado, a sei mesi di reclusione e 3000€ di multa per "diffamazione aggravata a mezzo stampa" per aver bollato Adel Smith come polemista e provocatore[54],
  • Renzo Guolo è accusato di aver vilipeso la religione islamica per aver offeso la reputazione di Adel Smith dichiarando che questi non ha alcun seguito e che si legittima solo grazie alle sue apparizioni video[55].

Questi episodi, secondo gli antislamisti, sono indizi molto significativi sull'orientamento della giurisprudenza a favorire una deriva comunitarista della società, facendosi strumento di pressione contro il mondo accademico affinché temi come l'Islam non siano liberamente analizzati ed affrontati, creando un precedente pericoloso tale da scoraggiare altri studiosi dal manifestare pubblicamente la loro opinione.

Olanda

In Olanda all'assassinio di Theo Van Gogh l'artista Chris Ripke ha reagito dipingendo un murales sul muro esterno del suo studio: un angelo, la data di morte del suo assassinio e la scritta "Gij zult niet doden" (non uccidere, uno dei dieci comandamenti). I musulmani di una moschea vicina hanno denunciato il fatto al sindaco come offensivo e questi ha subito inviato la polizia a cancellarlo. Il reporter Wim Nottroth che ne ha documentato la distruzione e tentato di ostacolare l'esecuzione dell'ordinanza è stato poi arrestato[56]

Sempre in Olanda, la bandiera nazionale è stata vietata in molte scuole perché considerata discriminatoria dagli immigranti musulmani. Stessa sorte è toccata a gagliardetti ed adesivi sulle automobili dato che chi li esponeva era affrontato dai musulmani ed accusato di fascismo[57].

Svezia

In Svezia un'organizzazione islamica ha chiesto leggi separate per i musulmani, l'impegno del governo a costruire una moschea in ogni città, paese, sobborgo e la presenza degli imam nelle scuole pubbliche[58].

Islamismo espansionista e terrorismo

Alcuni studiosi hanno anche individuato nell'islamismo una chiara strategia di penetrazione nelle società occidentali con l'obiettivo di islamizzarle, teoria geopolitica nota come Eurabia, avanzata in primo luogo da Bat Ye’or, quindi ripresa e resa popolare da Oriana Fallaci.

Principale attore di questa strategia sarebbe il movimento della Fratellanza Musulmana, la cui attività è stata estesamente analizzata da diversi autori. In particolare Caroline Fourest ha studiato libri, articoli, interviste e soprattutto le trascrizioni dei discorsi tenuti alle comunità islamiche europee da Tariq Ramadan, il principale front-men in Europa del movimento, nel saggio Tariq cercando di dimostrare come, quando si rivolge all'opinione pubblica occidentale, egli si proponga come un moderato, mentre quando si rivolge ai musulmani istiga alla violenza.[senza fonte]

Note

  1. ^ Noi e gli altri, formum di Magdi Allam sul sito del Corriere della Sera
  2. ^

    «Nel nome di Allah, il più buono e misericordioso.
    al-Azhar
    Comitato della Fatwa.

    La richiesta è stata presentata da Aḥmad Darwīsh e riguarda [nome bianchettato] (in ottemperanza all'obbligo di anonimato per una fatwā]) la cui religione era l'Islam e di nazionalità egiziana. Ha sposato una cristiana tedesca e la coppia si è accordata sul fatto che il marito avrebbe abbracciato la fede e la dottrina cristiana.

    1. Cosa dice la legge islamica riguardo a quest'uomo? Qual è la punizione prescritta per questo gesto?
    2. I suoi figli devono essere considerati musulmani o cristiani?

    La risposta:

    Ogni lode sia ad Allah, il Signore dell'Universo, e devozione sia al capo dei giusti, il nostro signore Muḥammad, la sua famiglia e tutti i suoi Compagni.

    Quest'uomo ha commesso apostasia; gli deve essere data la possibilità di pentirsi e se non dovesse accettare allora deve essere ucciso così com'è comandato dalla Sharīʿa.
    Per quanto attiene i suoi figli, finché sono piccoli devono essere considerati musulmani, ma quando raggiungeranno l'età della pubertà, allora se rimangono nell'Islam essi saranno musulmani, ma se lasciano l'Islam e non si pentono devono essere uccisi perché Allah sa tutto.

    Sigillo di al-Azhar
    Capo del Consiglio della Fatwā di al-Azhar.

    23 settembre 1978

  3. ^ http://www.state.gov/g/drl/rls/irf/2006/71431.htm Rapporto Internazionale sulla Libertà Religiosa 2006 - Arabia Saudita
  4. ^ Conversioni, questione spinosa nel mondo Musulmano, The Christian Science Monitor, March 27, 2006.
  5. ^ Tom Coghlan, Convertito Cristiano Afghano rilasciato, CNN, March 28, 2006.
  6. ^ L'Odissea di Abdul Rahman, Der Spiegel, April 3, 2006.
  7. ^ Nemico dei fondamentalisti ucciso in Egitto, The New York Times, June 10, 1992.
  8. ^ Uno dei punti anzi di polemica tradizionale nell'Occidente è stata anzi per secoli la pretesa diffusione dell'omosessualità, la cui incidenza sociale e culturale invece non è particolarmente diversa dal resto delle società umana.
  9. ^ Scandalo, in Sorrisi.com. URL consultato il 24 luglio 2007.
  10. ^ In piedi: arrivano Luca e Paolo, in Mentelocale.it. URL consultato il 24 luglio 2007.
  11. ^ L’assoluzione degli autori delle vignette sataniche, in Analisi Difesa. URL consultato il 23 luglio 2007.
  12. ^ L’assoluzione degli autori delle vignette sataniche, in Analisi Difesa. URL consultato il 23 luglio 2007.
  13. ^ Nella Fattoria Allah diventa Pascià «per rispetto» di Raffaella Silipo su La Stampa del 24 febbraio 2006
  14. ^ Iniziative per la prevenzione del terrorismo di matrice fondamentalista islamica, in relazione a recenti dichiarazioni di due imam delle moschee di Torino interrogazione parlamentare presentata al Ministro degli Interni l'11 aprile 2007
  15. ^ Nell'aprile 2007 il Governo italiano ha sentito l'esigenza di varare una Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione per chiarire ancora una volta i presupposti della politica italiana dell'accoglienza: Il testo della carta, in Ministero degli Interni. URL consultato il 1º settembre 2007.
  16. ^ a b c d Vi spiego che cos'è una moschea, in chiesa.espresso.repubblica.it. URL consultato il 1º settembre 2007.
  17. ^ a b c d e f g
  18. ^ a b Fukuyama: «L'Europa è a rischio», in Corriere della Sera. URL consultato il 31 agosto 2007.
  19. ^ Rapporto con l'Islam - Il rischio Italianistan, in internetica.it. URL consultato il 1º settembre 2007.
  20. ^ Ruling on Christmas & New Year, in alminbar.com. URL consultato il 2 settembre 2007.
  21. ^ Where next? di Zachary Shore, in International Herald Tribune. URL consultato il 24 luglio 2007.
  22. ^ Living Apart Together: British Muslims and the paradox of multiculturalism, in policyexchange.org. URL consultato il 1º settembre 2007.
  23. ^ Scuole islamiche, l’intolleranza s’impara sui libri, in Il Giornale. URL consultato il 1º settembre 2007.
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  29. ^ Scandalo, in Sorrisi.com. URL consultato il 1º settembre 2007.
  30. ^ The Saudi Connection: How billions in oil money spawned a global terror network, in usnews.com. URL consultato il 1º settembre 2007.
  31. ^ Islamic Center in Rome, Italy, in kingfahdbinabdulaziz.com. URL consultato il 1º settembre 2007.
  32. ^ a b Wahabiti? No, grazie - A Sarajevo le moschee arabe stipendiano chi si converte all'integralismo, in Peace Reporter. URL consultato il 1º settembre 2007.
  33. ^ Fini: "In moschea si parli italiano", in La Stampa. URL consultato il 1º settembre 2007.
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  44. ^ Corte di Cassazione sentenza 11919/2006, in penale.it. URL consultato il 1º settembre 2007.
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  47. ^ da questo punto di vista è significativa la notizia lanciata dal settimanale egiziano Watani ([wataninet.com delle studentesse copte picchiate se non indossano il velo: Nightmare - Hijab for Coptic girls, in wataninet.com. URL consultato il 1º settembre 2007.
  48. ^ Il velo e le donne, in Il Carabiniere. URL consultato il 1º settembre 2007.
  49. ^ il sito hamasna.com mantiene una lista mondiale di favorevoli e contrari allo hijab, aggiornata settimanalmente:
  50. ^ Velo limita posibilidad laboral a mujeres en el mundo (XML), in Reuters. URL consultato il 1º settembre 2007.
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